La Drone
Prima di tutto occorre definire tre ambiti in cui si usa lo stesso termine”drone” col risultato di ingenerare spesso confusione o fraintendimenti: il primo è quello degli scenari bellici attuali e futuri e parliamo divelivoli molto simili a quelli da guerra ma senza pilota e quindi senza le sue due “intelligenze”, quella di conduzione del mezzo e quella di sviluppo della missione, che vanno sostuite dai computer a bordo oppure da una rete di comunicazione per il controllo remoto oppure dalla combinazione di entrambe, per approfondire questi temi il blog di Antonio Mazzeo è una miniera di informazioni anche inerenti il MUOS a Niscemi (antoniomazzeoblog.blogspot.it), per capire invece quanto questi scenari siano tutt’altro che lontani interessante è l’articolo del 23esimo numero di Nunatak (www.ecn.org/peperonenero/nunatak.htm); il secondo ambito è quello ludico, parliamo dei cosiddetti “quadricotteri” dotati quindi di 4 eliche, una piccola telecamera, una capacità di carico rimanente di pochi grammi, un’autonomia di pochissimi minuti, pilotabili tramite rete wifi con smartphone/tablet e quindi con un campo d’azione di qualche decina di metri, il tutto alla modica cifra di pochissime centinaia di euro, tanto per passare il tempo (http://ardrone2.parrot.com/); il terzo ambito, quello che si vorrebbe trattare in questa puntata de “il bit c’è o non c’è”, è quello degli scenari di sviluppo professionale ed eventualmente repressivo dei droni, parliamo di quadricotteri, esacotteri o ottacotteri gestiti da microcontrollori avanzati e dotati di parecchi sensori, capacità di carico vicine al kilogrammo per autonomie superiori alla mezzora ma soprattutto la capacità di essere pilotabili a grandi distanza o addirittura completamente autonome grazie al gps e con telecamere ad alta definizione (http://www.altrenotizie.org/esteri/5225-usa-vietato-criticare-i-droni.html , http://www.informa-azione.info/sorveglianza_tecnologica_primo_concorso_internazionale_di_caccia_alle_videocamere_di_sicurezza , http://www.informa-azione.info/droni_spia_anche_a_milano , http://roma.repubblica.it/multimedia/home/32270289 , http://www.lastampa.it/2013/03/27/tecnologia/il-drone-volante-delizia-dei-giornalisti-e-incubo-dei-cittadini-eV9wIX9cgLouwd1alBTIiM/pagina.html , http://www.lastampa.it/2012/12/18/multimedia/cronaca/il-drone-pizzica-i-parcheggiatori-abusivi-oPa2mZAu1ckIpNQyJtNRiP/pagina.html , http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=19019&boxone=5). Si può analizzare il fenomeno concentrandosi sulle aziende che ci campano e descrivere i loro prodotti o meglio approfondire cosa ha reso possibile questi scenari e ipotizzare quelli futuri, conoscendo le leggi della fisica, le regole dell’economia, un po’ di antropologia e infine gli sviluppi raggiunti o che si stanno raggiungendo nei vari campi della tecnologia. Il primo aspetto da considerare è strettamente legato alla capacità di controllare il volo di un drone che sta su grazie a più eliche; da una parte ci sono alcuni motori che facendo girare delle eliche possono tenere su se stessi, il resto del velivolo ed un eventuale carico, da un altra parte abbiamo dei sensori che sanno indicare la posizione ed il movimento del velivolo, nel mezzo c’è un microcontrollore capace di regolare la velocità di rotazione dei motori secondo la posizione ed il movimento attuale e che si vuol raggiungere; la capitale mondiale dei microcontrollori è Ivrea grazie al mitico arduino, ogni approfondimento è lasciato al lettore, ma di sicuro nel panorama mondiale dei microcontrollori si sono raggiunti ragguardevoli risultati di capacità di elaborazione rispetto ai costi ed ai consumi elettrici. Il secondo aspetto da considerare dopo l'”intelligenza” è la potenza; per ogni veicolo non collegato a filo alla fonte di energia che lo fa muovere, occorre un “serbatoio” portatile di energia dotato di un fattore fondamentale, il rapporto kilowatt al kilogrammo, cioè quanta energia è concentrata nel proprio peso, per avere energia elettrica per alimentare motori elettrici le batterie al litio usate per cellulari e pc portatili, offrono ottime prestazioni, sempre in via di sviluppo, rispetto al loro costo, tenuto basso dalla produzione di massa. Il terzo aspetto sono i sensori secondo cui il drone può fare delle azioni: un giroscopio consente di sapere come è disposto sui 3 assi il drone, 3 accelerometri (uno per asse) consentono di sapere come invece si sta muovendo, un barometro da l’altitudine, un gps indica la posizione sul pianeta con precisione al metro, telemetri indicano la distanza da altri oggetti o dal suolo per migliorare l’atterraggio. Un altro aspetto non secondario è legato al controllo del velivolo, completamente autonomo può seguire un percorso, cambiarlo a seconda di vari aspetti, con un modem gprs o umts si può caricare via internet la missione, o sennò con il classico radiocomando fare volo “acrobatico” pilotato da un umano. L’ultimo aspetto è il “payload” del drone, cosa gli vogliamo far fare, nella stragrande maggioranza delle applicazioni abbiamo una foto/videocamera per riprese cinematografiche, per foto aeree o magari per videosorveglianza, con sensori ad alta definizione e magari con lenti molto luminose. A questo punto possiamo avere velivoli che possono spostarsi o restare fermi in qualsiasi punto del cielo, presidiando edifici o altri obiettivi strategici, magari ad un’altezza da terra che lo rendono invisibile e inudibile, con una bella telecamera ad alta definizione e perchè no la capacità di seguire un obiettivo, magari un cellulare la cui posizione viene rilevata costantemente dalle antenne a cui si collega, mandando in tempo reale ciò che sta filmando via internet su qualsiasi pc al mondo, il tutto a costo inferiore al migliaio di euro. Scenari allucinanti? E se i droni non lavorassero insieme ma in un unico sistema radiocontrollato? Magari chi lotta contro il MUOS sta lottando contro qualcosa di più di semplici antenne. Di sicuro la consapevolezza di cosa ci sta per riservare il futuro ce l’hanno in pochi, ma nessuna paranoia poichè capire che si sta per avere un problema è il primo passo da fare per riuscire a risolverlo.