La macelleria di S. M. Capua Vetere, sguardi nelle carceri post-rivolte, covid-app

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[da Bello Come Una Prigione Che Brucia del 13-4-2020]

Raccogliamo la testimonianza di Rita, moglie di un uomo prigioniero nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che ci racconta delle violenze somministrate ai detenuti con un sadismo scientifico, da campo di concentramento o rappresaglia militare: persone prima deumanizzate e poi massacrate.

 

Anche il carcere bolognese della Dozza è stato attraversato dalla prima ondata di rivolte nelle carceri in lockdown. Sara, moglie di un uomo detenuto in quel carcere, ci racconta come le autorità stiano consentendo la diffusione del contagio, mentre chi è rinchiuso viene ulteriormente privato dei contatti con i propri affetti.

 

Grazie a un contributo di Riccardo Coluccini, torniamo a osservare l’evoluzioni riguardanti le applicazioni di contact-tracing per il monitoraggio del contagio e delle interazioni sociali.




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