Panama in lotta contro il modello estrattivo

Liberation front - I Bastioni di Orione

Estendendo lo sguardo nello spazio e nel tempo con l’aiuto di Bastioni d’Orione proviamo a comprendere quanto sta accadendo a Panama, un paese centroamericano che negli ultimi mesi è stato scosso da gigantesche proteste popolari, cui è stata opposta una dura repressione da parte delle autorità. Il motivo scatenante: una legge mineraria che vorrebbe concedere per 20 anni la licenza alla società canaedese First Quantum Minerals a estrarre rame in quella che già attualmente è una delle più grandi miniere a cielo aperto della regione. Il progetto minerario, lungi dall’essere l’unico fattore di violenza alla popolazione e all’ambiente di Panama, si inserisce in un contesto più ampio di devastazione ambientale, predazione delle risorse, conflitto sociale e corruzione politica, in fase di aggravamento a causa delle nuove corse ai materiali critici innescate dalla transizione energetica. Molti territori – insieme con le popolazioni, spesso composte da nativi o da afrodiscendenti sistemicamente esclusi dal potere di gestire le risorse – sono oggetto di devastazione e depredazione da parte di multinazionali che operano con il beneplacito del governo.

Il caso è di grande importanza per comprendere le dinamiche dell’estrattivismo odierno, ma anche quelle per opporvisi: la popolazione di Panama, infatti, è riuscita a ottenere (seppur al prezzo di diversi morti e feriti nel corso delle proteste) l’arresto del progetto. Non sfuggano però troppo rapidi i sospiri di sollievo: la partita è ancora da giocare, la posta in gioco è alta.

Ne parliamo con Diego Battistessa, osservatore e studioso di questioni latinoamericane, che ha raccontato la situazione di Panama in un ricco studium:

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