Progetto Cabinovia dei Campi Flegrei: speculazione edilizia e rischi ambientali
liberation front
Nel Golfo di Pozzuoli amministrazioni e grandi nomi dell’imprenditoria edilizia si preparano a confezionare l’ennesima opera inutile: una cabinovia che unisca i vari comuni dei cosiddetti Campi Flegrei. Le criticità sono molte: innanzitutto, la possibilità decisamente tangibile che la realizzazione dell’opera divenga il pretesto per riempire le tasche dei soliti noti. Anche se non è ufficiale, infatti, a occuparsi dei lavori sarebbe un’azienda di proprietà della famiglia Cosenza, protagonista della realizzazione di gran parte delle grandi opere della zona. In secondo luogo, la cabinovia viene presentata come una possibile soluzione all’inefficienza cronica del trasporto pubblico locale: eppure, un paio di rapidi calcoli su tempi di percorrenza e velocità media delle cabine sospese rivelano un’attenzione più rivolta alla mobilità turistica che a quella di chi abita quei luoghi. Infine, una grossa perplessità sorge quando si tenga in conto della condizione geologica dei Campi Flegrei: si tratta di una zona ad alto rischio sismico, a causa dei numerosi vulcani che costellano il golfo e del fenomeno dei bradisismo, che porta a periodici innalzamenti e abbassamenti del livello del terreno. Non esattamente una condizione ottimale per progettare un’opera composta da piloni di cemento che sorreggono un intero impianto di cabine sospese.
La lista di problemi legati al progetto della cabinovia dei Campi Flegrei potrebbe continuare ancora: ne abbiamo parlato con un compagno del comitato No Cabinovia, formatosi proprio per opporsi alla realizzazione dell’ennesima opera inutile che deturperebbe un territorio già pesantemente compromesso dalla speculazione edilizia. Potete ascoltare l’intervista qui: