Soggetto? no, grazie @ XI incontro liberazione animale: puntata del 28.07.15
Puntata estiva extra-large, nuovamente in piacevole compagnia di alcun* soggett* da Intersezioni.
Un po’ di letture, aggiornamenti, tra cui la pubblicazione da parte di Antispecisti Antifascisti Milano della raccolta di schede relative alla destra nell’ecologismo e animalismo, hanno fatto seguito ad una lunga e interessante diretta con Massimo Filippi, redattore della rivista di critica antispecista Liberazioni e autore di molti volumi sulla questione animale da un punto di vista filosofico e politico.
Proseguendo quindi la serie di approfondimenti sulle tematiche che verranno affrontate durante l’incontro di liberazione animale, Massimo ci ha parlato di “soggetto”.
LA FAVOLA DEL SOGGETTO
Il Soggetto non cresce sugli alberi. Il Soggetto è un costrutto storico che risponde a ben precisi interessi economici, politici e sociali. E, come tale, ha una sua biografia: nasce dai cadaveri sparsi sui campi di battaglia del continente europeo al sorgere degli stati-nazione, diventa adolescente temprandosi nella rudezza delle esplorazioni oceaniche e nutrendosi del sangue dei popoli
colonizzati e si fa adulto, più pacato e democratico, quando, dopo aver sottomesso al suo imperio l’intero globo terrestre e la sua atmosfera, può spendere il proprio tempo a conoscere il suo stesso genio e i suoi stessi geni e a produrre profitti da questi.
Il Soggetto è sempre sovrano sia quando si sottomette a una presunta autorità superiore sia quando si pensa cittadino autonomo di società laiche e liberali. Per questo, i processi di soggettivazione (soggetto di) sono inestricabilmente associati a processi di assoggettamento (soggetto a). Per questo, il Soggetto ha sempre a che fare con il sacrificio. Con una struttura sacrificale che è
un’ininterrotta opera di sezionamento tramite la quale, recidendo relazioni, uccidendo animali umani e non umani e rimuovendo la sua animalità (la sua corporeità, la sua vulnerabilità e la sua finitudine), cerca di rendersi autonomo e autosufficiente per trasformarsi in maschera (persona), nel mattone fondamentale per la costruzione dell’architettura sociale (individuo) e nello standard di misura universale (l’Uomo). Il Soggetto-Persona-Individuo-Uomo è lo spirito etereo del capitalismo che non smette di trasformare in mostri da assoggettare (da eliminare o da cui arricchirsi) chi ha escluso nel corso della sua erezione. Il Soggetto-Persona-Individuo-Uomo è la categoria che blocca il vivente in identità fisse, sempre appropriabili e sempre imputabili.
Discutere di Soggetto-Persona-Individuo-Uomo non è allora un vezzo accademico, ma un esercizio necessario per mettere in moto un processo di superamento dello stato di cose esistente.
Il Soggetto va riformato, inclinato, sospeso o va semplicemente oltrepassato, abbandonato, congedato? È
possibile pensare e agire senza Soggetto e senza categorie? E se fossimo singolarità, passeggeri
momenti di emergenza a partire da un faglia vitale di relazioni ibridanti che ci precede, ci attraversa
e ci segue? Come si passa dal Soggetto alla moltitudine? Dalle strutture ai processi? Dall’identità al
flusso?
Qui la diretta: