","Mondiali, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar","post",1663097743,[58,59,60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerini/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-allestero/","http://radioblackout.org/tag/mondiali-in-qatar/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[65,12,19,66,25,67],"descalzi","missioni militari italiane all'estero","qatar",{"post_content":69},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"operativa","1.093 km/h, a una quota \u003Cmark>operativa\u003C/mark> di 13.715 metri sul livello","Azzurri fuori dal mondiale di calcio ma 560 militari italiani si schiereranno a bordo campo in Qatar per contribuire alla sicurezza armata della kermesse sportiva in programma dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Alla vigilia del terremoto politico che ha investito il governo Draghi & C., il Consiglio dei ministri ha varato il decreto missioni internazionali per l’anno in corso. Principale novità, la partecipazione delle forze armate italiane al dispositivo predisposto dalle autorità qatariote per proteggere militarmente la Fifa World Cup. (…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota \u003Cmark>operativa\u003C/mark> di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro \u003Cmark>Operativo\u003C/mark> Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro \u003Cmark>Operativo\u003C/mark> sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi \u003Cmark>operativi\u003C/mark> che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano \u003Cmark>The\u003C/mark> Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[75],{"field":76,"matched_tokens":77,"snippet":72,"value":73},"post_content",[71],1155199603042156500,{"best_field_score":80,"best_field_weight":81,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":82,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":11},"1112352751616",14,"1155199603042156657",{"document":84,"highlight":111,"highlights":117,"text_match":78,"text_match_info":120},{"cat_link":85,"category":86,"comment_count":44,"id":87,"is_sticky":44,"permalink":88,"post_author":47,"post_content":89,"post_date":90,"post_excerpt":50,"post_id":87,"post_modified":91,"post_thumbnail":92,"post_thumbnail_html":93,"post_title":94,"post_type":55,"sort_by_date":95,"tag_links":96,"tags":105},[41],[43],"76393","http://radioblackout.org/2022/06/quale-futuro-per-aurora-e-i-modi-per-raccontarlo/","Venti giorni fa, alla Nuvola Lavazza, è stato presentato agli stakeholder il programma futuro di PON Metro, il Programma Operativo Nazionale che convoglia i soldi provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale in progetti sviluppo urbano con delega di gestione alle autorità cittadine. La giornata è stata introdotta dal sindaco Lorusso e da Foglietta, assessora alla Transizione Ecologica del Comune di Torino. Nel suo intervento, Foglietta non ha parlato mai dei progetti di PON Metro. Ha parlato di Tonite e dell'importanza di coniugare l'azione di rigenerazione urbana al coinvlgimento civico e all'innovazione sociale, rivendicando il valore del progetto e la necessità di saperlo comunicare. Il pomeriggio un panel sull'impatto sociale è stato dedicato a Tonite.\r\n\r\nTonite è, inoltre, un progetto di riferimento del Programma nazionale della Qualità dell’Abitare (PinQua). PINQUA promette interventi strutturali su Porta Palazzo e Aurora come la costruzione di un edificio a edilizia residenziale pubblica e migliorie alla scuola in via Mameli. Insieme a questi programmi di riqualificazione, PINQUA auspica una crescita delle offerte di Housing Sociale, menziona come esempio virtuoso l'Housing di Compagnia di San Paolo in piazza della Repubblica e The Student Hotel. Collaborano a PINQUA anche la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo e lAssociazione dei commercianti del Balon.\r\n\r\nAbbiamo parlato anche di una possibile voce dissonante in Tonite. In post su Facebook, la pagina di Aurora in Movimento (che organizza eventi Tonite in quartiere) ha denunciato le rastrelliere poste nei pressi del Ponte Carpanini per impedire a una signora che vi trovava riparo di poter dormire in quel luogo, definendola architettura ostile, e taggando Tonite e UIA.\r\n\r\nAscolta e scarica l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/tonite6.mp3\"][/audio]","26 Giugno 2022","2022-06-29 00:27:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-28-23.24.24-e1656455140896-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"292\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-28-23.24.24-e1656455140896-300x292.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-28-23.24.24-e1656455140896-300x292.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-28-23.24.24-e1656455140896.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il futuro di Aurora (e i modi per raccontarlo)",1656285581,[97,98,99,100,101,102,103,104],"http://radioblackout.org/tag/aurora/","http://radioblackout.org/tag/compagnia-di-san-paolo/","http://radioblackout.org/tag/fondazione-di-comunita-di-porta-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/pnrr/","http://radioblackout.org/tag/porta-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/rigenerazione-urbana/","http://radioblackout.org/tag/tonite/",[106,107,108,109,110,23,27,17],"aurora","compagnia di san paolo","fondazione di comunità di porta palazzo","gentrificazione","pnrr",{"post_content":112},{"matched_tokens":113,"snippet":115,"value":116},[114],"Operativo","di PON Metro, il Programma \u003Cmark>Operativo\u003C/mark> Nazionale che convoglia i soldi","Venti giorni fa, alla Nuvola Lavazza, è stato presentato agli stakeholder il programma futuro di PON Metro, il Programma \u003Cmark>Operativo\u003C/mark> Nazionale che convoglia i soldi provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale in progetti sviluppo urbano con delega di gestione alle autorità cittadine. 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Sul campo ci sono 1200 unità in più del 2018.\r\nIl dato saliente per il 2020 è costituito dall’avvio di 5 nuove missioni mentre per i mancati rinnovi ci si ferma a 2: più precisamente, la “Temporary International Presence in Hebron” (TIPH2) in Cisgiordania e il dispositivo “NATO Support to Turkey – Active Fence” a difesa dei confini sud-orientali dell’Alleanza, cioè la batteria SAMP-T schierata in Turchia.\r\n\r\nNe risulta che, sommando quanto previsto per le vecchie e per le nuove si raggiungono le 41 missioni con un impegno complessivo di 8.613 militari come consistenza massima e 6.494 come consistenza media contro i 7.358 e 6.290 militari del 2019.\r\n\r\nLe 5 nuove missioni sono la “European Union Advisory Mission” o EUAM Iraq (con appena 2 militari e 0,3 milioni di euro di spesa) e l’iniziativa NATO “Implementation of the Enhancement of the Framework for the South” (con 6 militari e 0,4 milioni in termini di fabbisogno).\r\nDi ben altro “spessore” invece le altre.\r\n\r\nLa prima è la “European Union Military Operation in the Mediterranean – EUNAVFOR MED Irini”, cioè la forza navale UE subentrata a “EUNAVFOR MED Sophia”.\r\n\r\nQui l’Italia mette a disposizione un mezzo navale, 3 aeromobili e 517 militari per una spesa di 21,3 milioni.\r\n\r\nLa seconda missione è nel Sahel, dove verrà inviato un contingente da schierare nell’ambito della Task Force “Takuba”; una forza multinazionale a guida Francese, composta da Forze Speciali e il cui compito principale sarà quello di fornire attività di consulenza, assistenza, addestramento e “mentorship” a supporto delle Forze Armate e delle Forze Speciali locali. Tale Task Force si inserisce nell’ambito della “Coalizione per il Sahel” che a sua volta comprende l’”Opération Barkhane” e la “Force conjointe du G5 Sahel” (FC-G5S).\r\nPer questa missione, l’Italia mette a disposizione 200 militari, 20 mezzi terrestri e 8 aeromobili per un costo di 15,6 milioni; con lo schieramento previsto a partire da questa estate e raggiungimento della capacità operativa di Task Force nella primavera prossima.\r\n\r\nLa novità più importante è l’invio di un dispositivo aeronavale nel Golfo di Guinea, destinato ad attività di presenza, sorveglianza, e sicurezza. In particolare, per il contrasto di fenomeni di pirateria, delle attività di organizzazioni criminali ma soprattutto per proteggere gli asset estrattivi dell‘ENI presenti nell’area.\r\nD’altra parte se sovrapponete mappa delle missioni a quella degli interessi dell’ENI scoprirete molte notevoli\r\n“coincidenze”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-daniele-missiomi-di-guerra.mp3\"][/audio]","21 Luglio 2020","2020-07-21 15:11:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"219\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Missioni di guerra e buoni affari",1595344183,[59,135,136],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/rifinanziamento-missioni-militari/",[12,138,31],"guerra",{"post_content":140},{"matched_tokens":141,"snippet":143,"value":144},[142,142],"the","e l’iniziativa NATO “Implementation of \u003Cmark>the\u003C/mark> Enhancement of \u003Cmark>the\u003C/mark> Framework for","Le avventure in armi della banda Conte, dopo il rifinanziamento degli interventi militari.\r\nL’Italia è il secondo paese al mondo per numero di missioni all’estero. 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Tale Task Force si inserisce nell’ambito della “Coalizione per il Sahel” che a sua volta comprende l’”Opération Barkhane” e la “Force conjointe du G5 Sahel” (FC-G5S).\r\nPer questa missione, l’Italia mette a disposizione 200 militari, 20 mezzi terrestri e 8 aeromobili per un costo di 15,6 milioni; con lo schieramento previsto a partire da questa estate e raggiungimento della capacità \u003Cmark>operativa\u003C/mark> di Task Force nella primavera prossima.\r\n\r\nLa novità più importante è l’invio di un dispositivo aeronavale nel Golfo di Guinea, destinato ad attività di presenza, sorveglianza, e sicurezza. In particolare, per il contrasto di fenomeni di pirateria, delle attività di organizzazioni criminali ma soprattutto per proteggere gli asset estrattivi dell‘ENI presenti nell’area.\r\nD’altra parte se sovrapponete mappa delle missioni a quella degli interessi dell’ENI scoprirete molte notevoli\r\n“coincidenze”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-daniele-missiomi-di-guerra.mp3\"][/audio]",[146],{"field":76,"matched_tokens":147,"snippet":143,"value":144},[142,142],{"best_field_score":80,"best_field_weight":81,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":82,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":11},{"document":150,"highlight":175,"highlights":181,"text_match":78,"text_match_info":184},{"cat_link":151,"category":152,"comment_count":44,"id":153,"is_sticky":44,"permalink":154,"post_author":47,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":50,"post_id":153,"post_modified":157,"post_thumbnail":158,"post_thumbnail_html":159,"post_title":160,"post_type":55,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":170},[41],[43],"42366","http://radioblackout.org/2017/06/vaccini-complotti-salute-soldi/","La decisione del governo di imporre la vaccinazione ai bambini con un decreto legge diventato operativo in questi giorni ha il sapore di un intervento a gamba tesa, che ben lungi dallo sconfiggere una delle tante versioni della teoria del complotto, contribuisce paradossalmente a rinforzarla.\r\nMolti, anche tra coloro che non hanno una posizione antivax, hanno puntato il dito sulla ministra Lorenzin, considerata alleata delle Big Pharma nel business dei vaccini.\r\n\r\nCome vedremo il core business di Big Pharma sono le malattie e non la prevenzione.\r\n\r\nResta il fatto che la formulazione del decreto è estremamente violenta. Se ogni imposizione di Stato è in se intollerabile, il ricatto sulla scuola e la minaccia di togliere i figli ai genitori inadempienti lo è più del consueto.\r\nIn questa vicenda si intrecciano più piani di di riflessione, che abbiamo tentato di separare sul piano analitico, pur rendendoci conto che l'intrico è difficile da dipanare.\r\nChi sostiene che in ballo ci sia la libertà di cura non considera che i vaccini vengono fatti a bambini molto piccoli che non possono valutare rischi e vantaggi individuali e collettivi della pratica vaccinale.\r\n\r\nAffidare ai genitori o allo Stato la decisione appare la classica scelta tra la padella e la brace.\r\n\r\nNon solo. La pratica vaccinale inerisce una nozione i cui confini sono spesso difficili da individuare: la “salute pubblica”.\r\n\r\nIn mezzo c'è la crescente sfiducia nelle istituzioni sanitarie, scosse da continue inchieste su ruberie, furti, malasanità.\r\n\r\nQuesta sfiducia spesso investe anche chi lavora nella ricerca, spesso senza sovvenzioni né pubbliche né private.\r\n\r\n \r\n\r\nIl vaccino tutela chi lo fa, perché impedisce l'insorgere della malattia, tutela anche i bambini immunodepressi e quelli che rischiano di sviluppare reazioni autoimmuni, che non possono essere vaccinati. Se i bambini sani sono vaccinati, quelli immunodepressi non rischiano di infettarsi.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta verità banale è oggi messa in discussione da un numero crescente di genitori che negli ultimi anni hanno deciso di non vaccinare i propri figli, perché spaventati dalla marea di informazioni diffuse in salsa simil scientifica in rete.\r\n\r\nChi naviga in internet e sceglie di fare un viaggio nel pianeta dei vaccini, scopre che più del 70% dei siti, pagine facebook, blog sono no vax, solo il 30% è favorevole.\r\n\r\nÉ quindi ovvio che proprio chi vuole informarsi il più possibile nell'interesse dei propri figli, incappando in questa vera onda anomala antivax, finisca con il nutrire dubbi sull'opportunità di vaccinare i propri bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nUn buon metodo per orientarsi è prestare attenzione al fatto che in genere i no vax trovano spazio nelle pagine gestite dai numerosi complottisti che popolano il web.\r\n\r\n \r\n\r\nAltro buon metodo è parlare con gli studiosi, i ricercatori, che fanno il loro lavoro avendo ben chiaro il ruolo delle Big Pharma, dello Stato e dei complottisti.\r\n\r\n \r\n\r\nNoi ne abbiamo parlato con Ennio Carbone, un compagno che in passato abbiamo sentito più volte sul ruolo delle Big Pharma, sul diffondersi delle epidemie, sui poveri che muoiono di malattie curabili, sulla ricerca scientifica nel nostro paese.\r\n\r\n \r\n\r\nQui altri articoli:\r\n\r\n \r\n\r\n“Big Pharma. Affari o salute?”\r\n\r\n \r\n\r\n“Ebola e Big Pharma”\r\n\r\n \r\n\r\n“Il prezzo della vita. Come si vive e come si muore di sanità”\r\n\r\n \r\n\r\n“Business e salute. Il giallo dei vaccini”\r\n\r\n \r\n\r\nEnnio è Professore Ordinario di Patologia Generale all'Università della Magna Grecia\r\n\r\n \r\n\r\nAdjunct Senior Lecturer presso il Dipartimento di Microbiologia, e Biologia Cellulare e dei Tumori (MTC) Karolinska Institutet, Stoccolma , Svezia.\r\n\r\n \r\n\r\nFa parte del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica ed Allergologia.\r\n\r\n \r\n\r\nA lui abbiamo rivolto alcune semplici domande.\r\n\r\n \r\n\r\nCome funziona il sistema immunitario?\r\n\r\n \r\n\r\nQuali e quante sono le reazioni avverse ai vaccini?\r\n\r\n \r\n\r\nA chi non devono essere fatti i vaccini? Anche agli immunodepressi o a quelli che sviluppano reazioni atopiche verrà imposta la vaccinazione?\r\n\r\n \r\n\r\nCos'è l'immunità di comunità?\r\n\r\n \r\n\r\nPerché è calato il grado di vaccinazione in Europa?\r\n\r\n \r\n\r\nBig Pharma e il business dei vaccini. Quali interessi sono in ballo?\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta con Ennio:\r\n\r\n2017 06 05 vaccini ennio carbone leg\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito vi proponiamo alcuni stralci di un articolo di Ennio Carbone scritti nel febbraio 2015 e dedicato all'estendersi della sfiducia nella vaccinazione e alle sue ragioni:\r\n\r\n“In questo articolo analizzerò brevemente la storia e le cause della nascita del mito: “le vaccinazioni fanno male”. Prenderò in considerazione in particolare il ruolo dei mass media e della religione nel plasmare alcuni comportamenti della società nel caso specifico nei confronti di una delle terapie più antiche della medicina moderna, la vaccinazione.\r\n\r\nSi deve a Edward Jenner medico condotto inglese la prima formulazione del vaccino contro il vaiolo nel 1796. Già Voltaire agli inizi del 1700 aveva stimato che il 60% della popolazione dell'epoca era affetta dal vaiolo e il 20% ne morisse e come le popolazioni circasse si proteggessero da questa temibile infezione inoculandosi materiale purulento che proveniva da individui infetti. Tale pratica chiamata variolizzazione venne importata dagli ottomani in Anatolia e da lì, tramite gli inglesi, in Europa.\r\n\r\nNel 1960 venne praticata su scala globale la campagna di vaccinazione antivaiolosa ed ora la malattia è considerata estinta poiché dal 1980 non si sono più verificati casi di infezione. Il principio sul quale si regge la vaccinazione è molto semplice si tratta di educare il nostro sistema immunitario a riconoscere preventivamente il virus o il batterio in forma attenuata in modo da prepararlo ad agire con efficacia e rapidità quando il patogeno entra nell’organismo in seguito ad infezione. In tal senso la vaccinazione è una terapia non farmacologica che non si sostituisce alle nostre difese naturali ma le stimola ed indirizza in modo da conferirci una resistenza duratura contro le malattie infettive.\r\n\r\nLe vaccinazioni possono avere effetti collaterali come escare e cicatrici nei siti di inoculo, febbre ed in alcuni rarissimi casi reazioni anafilattiche (iper responsività del sistema immune).\r\n\r\n \r\n\r\nSi calcola che complessivamente le vaccinazioni abbiano prevenuto l'infezione di 75/109 milioni di persone.\r\n\r\n \r\n\r\nTuttavia campagne stampa e di altri organi di informazione hanno creato nell’immaginario collettivo dei pregiudizi contro l'utilizzo di questo semplice ed efficace forma di medicina preventiva.\r\n\r\n \r\n\r\nVediamo i fatti.\r\n\r\nNel 2013 nel Galles nel Regno Unito si sviluppò un'epidemia di morbillo che infettò più di 1200 persone portando al ricovero di 88 e ad un decesso. L’eruzione infettiva avviene nei bambini che i genitori avevano rifiutato di vaccinare con il vaccino contro Morbillo, Rosolia e Varicella. Il rifiuto dei genitori derivava dalla loro paura che il vaccino potesse dare ad autismo del bambino. Tale atteggiamento si basava su evidenze scientifiche che erano state ritrattate e riconosciute erronee da diverse ricerche (ref 1).\r\n\r\nNel modo occidentale ci sono altri esempi dell’effetto della mancata vaccinazione dovuta alle infondate paure provocate dalla cattiva informazione dei mass media. Negli Stati Uniti nel 2012 veniva registrato il più alto numero di casi di pertosse degli ultimi 60 anni a causa del rifiuto di vaccinare i propri figli per analoghe ragioni.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Giappone si passava dagli 87 casi di varicella del 2010 ai piu di 5400 casi nei primi quattro mesi del 2013 a causa dell interruzione della campagna vaccinale.\r\n\r\n \r\n\r\nIl rifiuto da parte dei genitori di vaccinare i propri figli ha una ricaduta per tutta la collettività poiché crea dei depositi virali dai quali e possibile far insorgere epidemie. Negli Stati Uniti è obbligatorio dichiarare il motivo per il quale si rifiuta di vaccinare il proprio figlio, da un'analisi di questi dati risulta che il 48% dichiara motivi religiosi, gli altri motivazioni personali. In genere il numero di famiglie che rifiuta di vaccinare i propri figli è più alto in gruppi e regioni dove credenze religiose sono molto forti come nel caso della Bible Belt (Cintura della Bibbia), nel middle east degli USA e in Olanda dove si trovano diverse comunità di protestanti ortodossi.\r\n\r\n \r\n\r\nProprio in Olanda nel ottobre 2013 iniziò una violenta epidemia di morbillo che uccise una ragazza di 17 anni. Oltre a chi rifiuta la vaccinazione per seguire un dogma religioso, c'è chi teme gli effetti collaterali della vaccinazione.\r\n\r\n \r\n\r\nIn questo caso si tratta della diffusione da parte dei mass media delle ricerche del gastroenterologo Andrew Wakefield che nel 1997 stabiliva una associazione tra vaccinazione e autismo. Quest'idea nonostante sia stata ritrattata e poi definitivamente abbandonata per l'accumularsi di evidenze che la confutavano radicalmente è restata nell’immaginario collettivo poiché la stampa ed i mass media non hanno dato la stessa enfasi alle prove molto piu consistenti e definitive sull’erroneità degli studi che sostenevano l'associazione vaccino-autismo. Vedi anche la recente ritrattazione di un lavoro che sosteneva la correlazione tra vaccinazioni e autismo tra bambini africani per alterazione dei dati, uso erroneo di analisi statistiche, conflitti di interessi degli autori (ref 2,3,4) condizionamenti sul processo editoriale.\r\n\r\nUna menzione a parte va fatta per l’Italia unico paese dove ancora oggi è presente una campagna anti vaccinale che non tiene conto della scienza che ha seriamente investigato e quindi sconfessato l’idea di Wakefield. La campagna mass mediatica contro le vaccinazioni è continua. Nell'autunno del 2015 i maggiori giornali lanciavano a tutta pagina la notizia che il vaccino anti influenzale aveva avuto degli effetti letali su quattro pazienti novantenni.\r\n\r\nIn questo caso la notizia gestita da persone senza preparazione scientifica e completamente irresponsabili ha completamente distorto la verità medica: a quell’età il virus dell'influenza comune è letale; inoltre il sistema immune dell’ultraottuagenario non e più in grado di rispondere efficientemente agli stimoli vaccinici. In altre parole quelle persone sono state uccise dal virus influenzale.\r\n\r\n \r\n\r\nCredo che questa unicità dell’Italia dipenda da due fattori: a) presenza di una forte cultura mistico-magico fomentata dalla chiesa cattolica b) dalla quasi completa assenza di giornalisti scientifici.\r\n\r\n \r\n\r\nIn generale l’assenza di un educazione ed informazione medica preventiva di massa può generare prevenzione verso alcune terapie rese obbligatorie per legge perché non comprese nel loro meccanismo di azione, per le loro potenzialità benefiche per l'intero genere umano ed anche sui loro effetti collaterali.\r\n\r\nAlcuni studi recenti (5) hanno dimostrato come l’autismo venga associato dai genitori a molte altre condizioni predisponenti come fattori genetici, volontà di dio, struttura cerebrale, presenza di tossine nei vaccini e inquinamento ambientale. In particolare il gruppo di bambini che mostrava fenomeni autistici ed i genitori lo associavano con la somministrazione di vaccini andavano incontro a risoluzione più rapida mentre questa non si aveva negli altri gruppi di bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nE' tragico notare che mentre nei paesi ricchi si manifestano forme di disaffezione verso le campagne vaccinali in Africa ogni anno 150.000 bambini muoiono di morbillo e vi è una forte richiesta di avere a disposizione vaccini a costi al di fuori di quello imposto dal mercato e verso nuovi agenti patogeni come l'Ebola In questo caso viene messa da parte dagli stessi mass media l’associazione vaccini ed autismo.\r\n\r\nTesti consultati:\r\n\r\n \r\n\r\n1) Nature. 2014 Mar 6;507(7490):S17-9.Public health: An injection of trust. Eisenstein M.\r\n\r\n2) Transl Neurodegener. 2014 Oct 3;3:22. doi: 10.1186/2047-9158-3-22. eCollection 2014.Retraction: Measles-mumps-rubella vaccination timing and autism among young African American boys: a reanalysis of CDC data.\r\n\r\n3) Vaccine. 2015 Jan 3. pii: S0264-410X(14)01689-2. doi: 10.1016/j.vaccine.2014.12.036. Early exposure to the combined measles-mumps-rubella vaccine and thimerosal-containing vaccines and risk of autism spectrum disorder. Uno Y1, et al\r\n\r\n4) Rev Peru Med Exp Salud Publica. 2013 Apr;30(2):268-74.[Addressing the controversy regarding the association between thimerosal-containing vaccines and autism].García-Fernández L1, Hernández AV, Suárez Moreno V, Fiestas F.\r\n\r\n5) J Autism Dev Disord. 2014 Nov 15. Emergence of Autism Spectrum Disorder in Children from Simplex Families: Relations to Parental Perceptions of Etiology.\r\n\r\n\r\nGoin-Kochel RP1, Mire SS, Dempsey AG.”","8 Giugno 2017","2017-06-10 12:25:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/ricerca1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"181\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/ricerca1-300x181.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/ricerca1-300x181.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/ricerca1-768x464.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/ricerca1-1024x619.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Vaccini, complotti, salute, soldi",1496941251,[163,164,165,166,167,168,169],"http://radioblackout.org/tag/big-pharma/","http://radioblackout.org/tag/business-della-salute/","http://radioblackout.org/tag/complottismo/","http://radioblackout.org/tag/immunologia/","http://radioblackout.org/tag/salute/","http://radioblackout.org/tag/soldi/","http://radioblackout.org/tag/vaccini/",[171,29,172,21,173,15,174],"big pharma","complottismo","salute","vaccini",{"post_content":176},{"matched_tokens":177,"snippet":179,"value":180},[178],"operativo","con un decreto legge diventato \u003Cmark>operativo\u003C/mark> in questi giorni ha il","La decisione del governo di imporre la vaccinazione ai bambini con un decreto legge diventato \u003Cmark>operativo\u003C/mark> in questi giorni ha il sapore di un intervento a gamba tesa, che ben lungi dallo sconfiggere una delle tante versioni della teoria del complotto, contribuisce paradossalmente a rinforzarla.\r\nMolti, anche tra coloro che non hanno una posizione antivax, hanno puntato il dito sulla ministra Lorenzin, considerata alleata delle Big Pharma nel business dei vaccini.\r\n\r\nCome vedremo il core business di Big Pharma sono le malattie e non la prevenzione.\r\n\r\nResta il fatto che la formulazione del decreto è estremamente violenta. Se ogni imposizione di Stato è in se intollerabile, il ricatto sulla scuola e la minaccia di togliere i figli ai genitori inadempienti lo è più del consueto.\r\nIn questa vicenda si intrecciano più piani di di riflessione, che abbiamo tentato di separare sul piano analitico, pur rendendoci conto che l'intrico è difficile da dipanare.\r\nChi sostiene che in ballo ci sia la libertà di cura non considera che i vaccini vengono fatti a bambini molto piccoli che non possono valutare rischi e vantaggi individuali e collettivi della pratica vaccinale.\r\n\r\nAffidare ai genitori o allo Stato la decisione appare la classica scelta tra la padella e la brace.\r\n\r\nNon solo. La pratica vaccinale inerisce una nozione i cui confini sono spesso difficili da individuare: la “salute pubblica”.\r\n\r\nIn mezzo c'è la crescente sfiducia nelle istituzioni sanitarie, scosse da continue inchieste su ruberie, furti, malasanità.\r\n\r\nQuesta sfiducia spesso investe anche chi lavora nella ricerca, spesso senza sovvenzioni né pubbliche né private.\r\n\r\n \r\n\r\nIl vaccino tutela chi lo fa, perché impedisce l'insorgere della malattia, tutela anche i bambini immunodepressi e quelli che rischiano di sviluppare reazioni autoimmuni, che non possono essere vaccinati. Se i bambini sani sono vaccinati, quelli immunodepressi non rischiano di infettarsi.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta verità banale è oggi messa in discussione da un numero crescente di genitori che negli ultimi anni hanno deciso di non vaccinare i propri figli, perché spaventati dalla marea di informazioni diffuse in salsa simil scientifica in rete.\r\n\r\nChi naviga in internet e sceglie di fare un viaggio nel pianeta dei vaccini, scopre che più del 70% dei siti, pagine facebook, blog sono no vax, solo il 30% è favorevole.\r\n\r\nÉ quindi ovvio che proprio chi vuole informarsi il più possibile nell'interesse dei propri figli, incappando in questa vera onda anomala antivax, finisca con il nutrire dubbi sull'opportunità di vaccinare i propri bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nUn buon metodo per orientarsi è prestare attenzione al fatto che in genere i no vax trovano spazio nelle pagine gestite dai numerosi complottisti che popolano il web.\r\n\r\n \r\n\r\nAltro buon metodo è parlare con gli studiosi, i ricercatori, che fanno il loro lavoro avendo ben chiaro il ruolo delle Big Pharma, dello Stato e dei complottisti.\r\n\r\n \r\n\r\nNoi ne abbiamo parlato con Ennio Carbone, un compagno che in passato abbiamo sentito più volte sul ruolo delle Big Pharma, sul diffondersi delle epidemie, sui poveri che muoiono di malattie curabili, sulla ricerca scientifica nel nostro paese.\r\n\r\n \r\n\r\nQui altri articoli:\r\n\r\n \r\n\r\n“Big Pharma. 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In tal senso la vaccinazione è una terapia non farmacologica che non si sostituisce alle nostre difese naturali ma le stimola ed indirizza in modo da conferirci una resistenza duratura contro le malattie infettive.\r\n\r\nLe vaccinazioni possono avere effetti collaterali come escare e cicatrici nei siti di inoculo, febbre ed in alcuni rarissimi casi reazioni anafilattiche (iper responsività del sistema immune).\r\n\r\n \r\n\r\nSi calcola che complessivamente le vaccinazioni abbiano prevenuto l'infezione di 75/109 milioni di persone.\r\n\r\n \r\n\r\nTuttavia campagne stampa e di altri organi di informazione hanno creato nell’immaginario collettivo dei pregiudizi contro l'utilizzo di questo semplice ed efficace forma di medicina preventiva.\r\n\r\n \r\n\r\nVediamo i fatti.\r\n\r\nNel 2013 nel Galles nel Regno Unito si sviluppò un'epidemia di morbillo che infettò più di 1200 persone portando al ricovero di 88 e ad un decesso. L’eruzione infettiva avviene nei bambini che i genitori avevano rifiutato di vaccinare con il vaccino contro Morbillo, Rosolia e Varicella. Il rifiuto dei genitori derivava dalla loro paura che il vaccino potesse dare ad autismo del bambino. Tale atteggiamento si basava su evidenze scientifiche che erano state ritrattate e riconosciute erronee da diverse ricerche (ref 1).\r\n\r\nNel modo occidentale ci sono altri esempi dell’effetto della mancata vaccinazione dovuta alle infondate paure provocate dalla cattiva informazione dei mass media. Negli Stati Uniti nel 2012 veniva registrato il più alto numero di casi di pertosse degli ultimi 60 anni a causa del rifiuto di vaccinare i propri figli per analoghe ragioni.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Giappone si passava dagli 87 casi di varicella del 2010 ai piu di 5400 casi nei primi quattro mesi del 2013 a causa dell interruzione della campagna vaccinale.\r\n\r\n \r\n\r\nIl rifiuto da parte dei genitori di vaccinare i propri figli ha una ricaduta per tutta la collettività poiché crea dei depositi virali dai quali e possibile far insorgere epidemie. Negli Stati Uniti è obbligatorio dichiarare il motivo per il quale si rifiuta di vaccinare il proprio figlio, da un'analisi di questi dati risulta che il 48% dichiara motivi religiosi, gli altri motivazioni personali. In genere il numero di famiglie che rifiuta di vaccinare i propri figli è più alto in gruppi e regioni dove credenze religiose sono molto forti come nel caso della Bible Belt (Cintura della Bibbia), nel middle east degli USA e in Olanda dove si trovano diverse comunità di protestanti ortodossi.\r\n\r\n \r\n\r\nProprio in Olanda nel ottobre 2013 iniziò una violenta epidemia di morbillo che uccise una ragazza di 17 anni. Oltre a chi rifiuta la vaccinazione per seguire un dogma religioso, c'è chi teme gli effetti collaterali della vaccinazione.\r\n\r\n \r\n\r\nIn questo caso si tratta della diffusione da parte dei mass media delle ricerche del gastroenterologo Andrew Wakefield che nel 1997 stabiliva una associazione tra vaccinazione e autismo. Quest'idea nonostante sia stata ritrattata e poi definitivamente abbandonata per l'accumularsi di evidenze che la confutavano radicalmente è restata nell’immaginario collettivo poiché la stampa ed i mass media non hanno dato la stessa enfasi alle prove molto piu consistenti e definitive sull’erroneità degli studi che sostenevano l'associazione vaccino-autismo. Vedi anche la recente ritrattazione di un lavoro che sosteneva la correlazione tra vaccinazioni e autismo tra bambini africani per alterazione dei dati, uso erroneo di analisi statistiche, conflitti di interessi degli autori (ref 2,3,4) condizionamenti sul processo editoriale.\r\n\r\nUna menzione a parte va fatta per l’Italia unico paese dove ancora oggi è presente una campagna anti vaccinale che non tiene conto della scienza che ha seriamente investigato e quindi sconfessato l’idea di Wakefield. La campagna mass mediatica contro le vaccinazioni è continua. Nell'autunno del 2015 i maggiori giornali lanciavano a tutta pagina la notizia che il vaccino anti influenzale aveva avuto degli effetti letali su quattro pazienti novantenni.\r\n\r\nIn questo caso la notizia gestita da persone senza preparazione scientifica e completamente irresponsabili ha completamente distorto la verità medica: a quell’età il virus dell'influenza comune è letale; inoltre il sistema immune dell’ultraottuagenario non e più in grado di rispondere efficientemente agli stimoli vaccinici. In altre parole quelle persone sono state uccise dal virus influenzale.\r\n\r\n \r\n\r\nCredo che questa unicità dell’Italia dipenda da due fattori: a) presenza di una forte cultura mistico-magico fomentata dalla chiesa cattolica b) dalla quasi completa assenza di giornalisti scientifici.\r\n\r\n \r\n\r\nIn generale l’assenza di un educazione ed informazione medica preventiva di massa può generare prevenzione verso alcune terapie rese obbligatorie per legge perché non comprese nel loro meccanismo di azione, per le loro potenzialità benefiche per l'intero genere umano ed anche sui loro effetti collaterali.\r\n\r\nAlcuni studi recenti (5) hanno dimostrato come l’autismo venga associato dai genitori a molte altre condizioni predisponenti come fattori genetici, volontà di dio, struttura cerebrale, presenza di tossine nei vaccini e inquinamento ambientale. In particolare il gruppo di bambini che mostrava fenomeni autistici ed i genitori lo associavano con la somministrazione di vaccini andavano incontro a risoluzione più rapida mentre questa non si aveva negli altri gruppi di bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nE' tragico notare che mentre nei paesi ricchi si manifestano forme di disaffezione verso le campagne vaccinali in Africa ogni anno 150.000 bambini muoiono di morbillo e vi è una forte richiesta di avere a disposizione vaccini a costi al di fuori di quello imposto dal mercato e verso nuovi agenti patogeni come l'Ebola In questo caso viene messa da parte dagli stessi mass media l’associazione vaccini ed autismo.\r\n\r\nTesti consultati:\r\n\r\n \r\n\r\n1) Nature. 2014 Mar 6;507(7490):S17-9.Public health: An injection of trust. Eisenstein M.\r\n\r\n2) Transl Neurodegener. 2014 Oct 3;3:22. doi: 10.1186/2047-9158-3-22. eCollection 2014.Retraction: Measles-mumps-rubella vaccination timing and autism among young African American boys: a reanalysis of CDC data.\r\n\r\n3) Vaccine. 2015 Jan 3. pii: S0264-410X(14)01689-2. doi: 10.1016/j.vaccine.2014.12.036. Early exposure to \u003Cmark>the\u003C/mark> combined measles-mumps-rubella vaccine and thimerosal-containing vaccines and risk of autism spectrum disorder. Uno Y1, et al\r\n\r\n4) Rev Peru Med Exp Salud Publica. 2013 Apr;30(2):268-74.[Addressing \u003Cmark>the\u003C/mark> controversy regarding \u003Cmark>the\u003C/mark> association between thimerosal-containing vaccines and autism].García-Fernández L1, Hernández AV, Suárez Moreno V, Fiestas F.\r\n\r\n5) J Autism Dev Disord. 2014 Nov 15. Emergence of Autism Spectrum Disorder in Children from Simplex Families: Relations to Parental Perceptions of Etiology.\r\n\r\n\r\nGoin-Kochel RP1, Mire SS, Dempsey AG.”",[182],{"field":76,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":180},[178],{"best_field_score":80,"best_field_weight":81,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":82,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":11},6675,{"collection_name":55,"first_q":187,"per_page":188,"q":187},"The Operative",6,20,{"facet_counts":191,"found":36,"hits":227,"out_of":1133,"page":14,"request_params":1134,"search_cutoff":33,"search_time_ms":1135},[192,203],{"counts":193,"field_name":200,"sampled":33,"stats":201},[194,196,198],{"count":11,"highlighted":195,"value":195},"black holes",{"count":14,"highlighted":197,"value":197},"anarres",{"count":14,"highlighted":199,"value":199},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":202},3,{"counts":204,"field_name":32,"sampled":33,"stats":225},[205,207,209,211,213,215,217,219,221,223],{"count":202,"highlighted":206,"value":206},"carcere",{"count":202,"highlighted":208,"value":208},"radio cane",{"count":202,"highlighted":210,"value":210},"audiodocumentario",{"count":11,"highlighted":212,"value":212},"donne",{"count":11,"highlighted":214,"value":214},"MIXTAPE",{"count":11,"highlighted":216,"value":216},"massacro",{"count":11,"highlighted":218,"value":218},"biografia",{"count":11,"highlighted":220,"value":220},"femminismo",{"count":11,"highlighted":222,"value":222},"compilation",{"count":11,"highlighted":224,"value":224},"Paolo Gioli",{"total_values":226},268,[228,803,987,1109],{"document":229,"highlight":504,"highlights":786,"text_match":798,"text_match_info":799},{"comment_count":44,"id":230,"is_sticky":44,"permalink":231,"podcastfilter":232,"post_author":233,"post_content":234,"post_date":235,"post_excerpt":50,"post_id":230,"post_modified":236,"post_thumbnail":237,"post_title":238,"post_type":239,"sort_by_date":240,"tag_links":241,"tags":378},"95678","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-17-al-23-febbraio-2025/",[199],"harraga","Lunedì 17 ore 13,30 – Torino disco cross #8 lato A 64 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. 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Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 12,30 – Cinema Underground: Paolo Gioli 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nFotografo e Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista, Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono. Un maestro della ricerca sull’immagine.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 15,30 – Gufonero - Live quarantined - Benefit Radio Black Out 27 minuti [Radio Blackout, Gufonero]: Gufonero è il progetto di Andrea e Marcella, noti per essere – oltre che dei gran personaggi – coloro che tirano le fila di realtà come Annoying Records, End Of A Season e molto altro.\r\nUna sportellata di rumore pesante per una sessione live esclusiva. Non sfigurano nelle grandi occasioni, essendo irrobustiti da una palette sonora degna dei migliori esempi provenienti dall’altra parte dell’oceano.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 19 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt. 1 13 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974 a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 20 ore 08,30 – 28/05/1974 Strage di P.za della Loggia pt.2 12 minuti [Radio Onda D'Urto, Storia Di Classe]: Un audio – racconto, tra testimonianze di ieri e di oggi, audio d’epoca e analisi, a cinque decadi dalla Strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974 a Brescia.\r\n\r\nIl tutto all’interno del percorso radiofonico di Radio Onda d’Urto legato al 50esimo della Strage, che si è concentrato soprattutto nel mese di maggio 2024\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 21 ore 08,30 – Mondo Rave pt. 2 35 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCome on you painter, you piper, you prisoner, and shine»\r\nPink Floyd, 1975\r\n\r\nDove, come e quando ha cominciato a prendere forma quella che comunemente è stata definita “scena rave” in Europa e successivamente in Italia? Quali le sue peculiarità iniziali e quali le sue successive trasformazioni? Ne abbiamo parlato con Pablito El Drito, oggi dj e producer, e a lungo esploratore della scena italiana ai suoi albori.\r\n\r\nIn questa seconda parte:\r\n\r\nI ravers e il “realismo centrosocialista”;\r\nI ravers e la cattiva strada;\r\nIl suono rave e le sue droghe: una “geneaologia”;\r\n“L’affare si ingrossa”: bellezza,limiti e contraddizioni della scena;\r\nIl rave del sabato sera ovvero la fine dello stupore\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 21 ore 20,30 – Backwards - Ecofascismo 23/06/2023 38 minuti [Radio Blackout, Bacwards]: Malcolm ci guida alla scoperta di un vero e proprio \"Frankenstein ideologico\", il cosiddetto Ecofascismo, ovvero quando l'autoritarismo incontra l'ecologia. 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Sintetizzatori primitivi in HD.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 08,30 – 8 Marzo anticarcerario 113 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesto 8 Marzo, oltre alle consuete dirette dalla piazza Torinese di Non Una Di Meno, la redazione informativa di Radio Blackout ha deciso di dedicare una serie di approfondimenti a tema Abolizionismo Carcerario e Femminismo Anti-punitivista.\r\n\r\nAbbiamo contattato diverse realtà in giro per il mondo che si occupano di questo tema, da collettivi che lavorano sulla giustizia riparativa, associazioni che si occupano di relazioni con le persone vittime di repressione prima e dopo la scarcerazione, fino a campagne per la liberazione di singole persone, per concludere con una diretta dal presidio sotto la sezione femminile del carcere di Cagliari.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 13,30 – Speciale Lou Reed 40 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale su Lou Reed, con interviste tratte da trasmissioni radio e televisive.",[510,512,514,516,518,520,522,524,526,528,530,532,534,536,538,540,542,544,546,548,550,552,554,556,558,560,562,564,566,568,570,572,574,576,578,580,582,584,586,588,590,592,594,596,598,600,602,604,606,608,610,612,614,616,618,620,622,624,626,628,630,632,634,636,638,640,642,644,646,648,650,652,654,656,658,660,662,664,666,668,670,672,674,676,678,680,682,684,686,688,690,692,694,696,698,700,702,704,706,708,710,712,714,716,718,721,723,725,727,729,731,733,735,737,739,741,743,745,747,749,751,756,758,760,762,764,766,768,770,772,774,776,778,780,782,784],{"matched_tokens":511,"snippet":379,"value":379},[],{"matched_tokens":513,"snippet":380,"value":380},[],{"matched_tokens":515,"snippet":381,"value":381},[],{"matched_tokens":517,"snippet":382,"value":382},[],{"matched_tokens":519,"snippet":383,"value":383},[],{"matched_tokens":521,"snippet":384,"value":384},[],{"matched_tokens":523,"snippet":385,"value":385},[],{"matched_tokens":525,"snippet":386,"value":386},[],{"matched_tokens":527,"snippet":387,"value":387},[],{"matched_tokens":529,"snippet":210,"value":210},[],{"matched_tokens":531,"snippet":218,"value":218},[],{"matched_tokens":533,"snippet":388,"value":388},[],{"matched_tokens":535,"snippet":389,"value":389},[],{"matched_tokens":537,"snippet":390,"value":390},[],{"matched_tokens":539,"snippet":391,"value":391},[],{"matched_tokens":541,"snippet":392,"value":392},[],{"matched_tokens":543,"snippet":393,"value":393},[],{"matched_tokens":545,"snippet":394,"value":394},[],{"matched_tokens":547,"snippet":206,"value":206},[],{"matched_tokens":549,"snippet":395,"value":395},[],{"matched_tokens":551,"snippet":396,"value":396},[],{"matched_tokens":553,"snippet":397,"value":397},[],{"matched_tokens":555,"snippet":398,"value":398},[],{"matched_tokens":557,"snippet":399,"value":399},[],{"matched_tokens":559,"snippet":400,"value":400},[],{"matched_tokens":561,"snippet":401,"value":401},[],{"matched_tokens":563,"snippet":402,"value":402},[],{"matched_tokens":565,"snippet":222,"value":222},[],{"matched_tokens":567,"snippet":403,"value":403},[],{"matched_tokens":569,"snippet":404,"value":404},[],{"matched_tokens":571,"snippet":405,"value":405},[],{"matched_tokens":573,"snippet":406,"value":406},[],{"matched_tokens":575,"snippet":407,"value":407},[],{"matched_tokens":577,"snippet":408,"value":408},[],{"matched_tokens":579,"snippet":409,"value":409},[],{"matched_tokens":581,"snippet":410,"value":410},[],{"matched_tokens":583,"snippet":212,"value":212},[],{"matched_tokens":585,"snippet":411,"value":411},[],{"matched_tokens":587,"snippet":412,"value":412},[],{"matched_tokens":589,"snippet":413,"value":413},[],{"matched_tokens":591,"snippet":414,"value":414},[],{"matched_tokens":593,"snippet":415,"value":415},[],{"matched_tokens":595,"snippet":416,"value":416},[],{"matched_tokens":597,"snippet":417,"value":417},[],{"matched_tokens":599,"snippet":418,"value":418},[],{"matched_tokens":601,"snippet":220,"value":220},[],{"matched_tokens":603,"snippet":419,"value":419},[],{"matched_tokens":605,"snippet":420,"value":420},[],{"matched_tokens":607,"snippet":421,"value":421},[],{"matched_tokens":609,"snippet":422,"value":422},[],{"matched_tokens":611,"snippet":423,"value":423},[],{"matched_tokens":613,"snippet":424,"value":424},[],{"matched_tokens":615,"snippet":425,"value":425},[],{"matched_tokens":617,"snippet":426,"value":426},[],{"matched_tokens":619,"snippet":427,"value":427},[],{"matched_tokens":621,"snippet":428,"value":428},[],{"matched_tokens":623,"snippet":429,"value":429},[],{"matched_tokens":625,"snippet":430,"value":430},[],{"matched_tokens":627,"snippet":431,"value":431},[],{"matched_tokens":629,"snippet":432,"value":432},[],{"matched_tokens":631,"snippet":433,"value":433},[],{"matched_tokens":633,"snippet":434,"value":434},[],{"matched_tokens":635,"snippet":435,"value":435},[],{"matched_tokens":637,"snippet":436,"value":436},[],{"matched_tokens":639,"snippet":437,"value":437},[],{"matched_tokens":641,"snippet":438,"value":438},[],{"matched_tokens":643,"snippet":439,"value":439},[],{"matched_tokens":645,"snippet":440,"value":440},[],{"matched_tokens":647,"snippet":441,"value":441},[],{"matched_tokens":649,"snippet":442,"value":442},[],{"matched_tokens":651,"snippet":443,"value":443},[],{"matched_tokens":653,"snippet":216,"value":216},[],{"matched_tokens":655,"snippet":214,"value":214},[],{"matched_tokens":657,"snippet":444,"value":444},[],{"matched_tokens":659,"snippet":445,"value":445},[],{"matched_tokens":661,"snippet":446,"value":446},[],{"matched_tokens":663,"snippet":447,"value":447},[],{"matched_tokens":665,"snippet":448,"value":448},[],{"matched_tokens":667,"snippet":449,"value":449},[],{"matched_tokens":669,"snippet":450,"value":450},[],{"matched_tokens":671,"snippet":451,"value":451},[],{"matched_tokens":673,"snippet":224,"value":224},[],{"matched_tokens":675,"snippet":452,"value":452},[],{"matched_tokens":677,"snippet":453,"value":453},[],{"matched_tokens":679,"snippet":454,"value":454},[],{"matched_tokens":681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Arrestato per ben cinque volte, subisce il carcere e l’esilio. Nonostante la forte repressione, è attivo nei diversi ambiti politico-culturali della Izquierda Abertzal, così come nel movimento sindacale di classe e nel lavoro internazionale di Herri Batasuna fino alla sua illegalizzazione nel 2003, e nelle sigle che esso ha assunto successivamente fino al 2011, allorché Iñaki se ne distanzia per via della deriva socialdemocratica in corso nella suddetta forza politica.\r\nCONCEPCIÓN CRUZ ROJO, Dottoressa di Medicina Preventiva, Epidemiologa e militante antimperialista andalusa impegnata nella lotta operaia fin da quando era studentessa presso la Facoltà di Medicina di Cadice. È stata epidemiologa e coordinatrice di programmi sanitari, avviando e promuovendo l’attuazione di programmi come la vaccinazione infantile e scolastica, la\r\ndiagnosi precoce del cancro al seno o il controllo della tubercolosi nella Baia di Cadice e nella zona di La Janda. Ex Professoressa di Epidemiologia e Sanità Pubblica, la sua attività di ricerca si è concentrata sui problemi di salute nelle popolazioni e sui loro determinanti con un approccio materialista e dialettico.\r\nHai nostri ospiti abbiamo chiesto:\r\nLa situazione internazionale e le sorti dei popoli. A partire dalla caduta del muro come si può configurare la situazione della salute del capitalismo nell’attuale crisi mondiale. La situazione sanitaria/scolastica/lavorativa/abitativa/salariale di ogni stato può essere cartina di tornasole per il benessere dei popoli a partire da questo come i popoli si possono organizzare e reagire\r\nall’attacco della minoranza ricca per ribaltare i rapporti di forza nella lotta di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Terza-guerra-mondiale-e-resistenze-dei-popoli_41.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 9,30 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]:\r\n\r\nEnrica Firrincieli, audiodocumentario, Maria Occhipinti, femminismo, anarchia, storia, pacifismo, Sicilia, antimilitarismo, non si parte, poetessa, scrittrice, biografia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 20 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia 31 minuti [Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nLa privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità operative di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8 - 41 bis medicina penitenziaria 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nIl carcere che entra in ospedale, invade reparti, condiziona chi ci lavora o chi va a cercare cure, tra guardie armate, militarizzazione e video sorveglianza.\r\n\r\nCon un compagno di Usi Sanità facciamo un giro dentro il San Paolo, nello specifico nel reparto di medicina penitenziaria, punto di riferimento per le quattro carceri milanesi, dove attualmente si trova ricoverato Alfredo, che ha superato i 123 giorni di sciopero della fame.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/41-bis-medicina-penitenziaria_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8,30 - Little Plastic Radio Ep.130 1 ora e 57 minuti minuti [Little Plastic Tapes]:\r\n\r\nOur One Hundred And Thirtieth journey through the various strands of Cult and Underground Music brings us on a journey from Political Grrrl Punk to Avant-garde Noise. Along the way we hear Electronic Post-Punk, Political Electronic , 60's Underground Heroes, Proto Heavy Metal, Psychedelia, French and German Free Jazz from the 1970's, a deep -dive into the new 'A Litany Of failures' compilation, featuring irish Underground Performers, a block of Obscure, Vintage Northern Irish Punk and a lot more.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Little-Plastic-Radio.-Episode-One-Hundred-And-Thirty.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","9 Settembre 2024","2024-09-15 18:48:35","Black Holes dal 9 al 15 settembre 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Un maestro della ricerca sull’immagine.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CinemaUndergroundPaoloGioli_11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 11 ore 16 - IconOut Records - disco funk mix 59 minuti[IconOut Records]:\r\n\r\nDisco funk mixtape realizzato dalla IconOut Records.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/IconOut-Records-disco-funk-mix.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 13 ore 8 - Terza guerra mondiale e resistenze dei popoli 10 minuti [Radio blackout, Frittura mista alias Radio fabbrica]:\r\n\r\nIl collettivo Cuba va con il comitato internazionalista Alexis Castillo hanno organizzato un tour internazionalista con 7 date in 7 città diverse: TERZA GUERRA MONDIALE e RESISTENZE DEI POPOLI.\r\nIl tour mira a parlare del multipolarismo e dei conflitti in atto, della de-dollarizzazione e delle lotte sociali, cercando di capire se lo scontro militare, ma anche economico e geopolitico in corso, stia trasformandosi -in virtù di un salto qualitativo- in una guerra mondiale sui generis, e di come i popoli resistenti possano e debbano costruire un’alternativa.\r\nL’intervento è stato registrato durante una diretta radio realizzata dalla redazione di Frittura mista alias Radio Fabbrica il 2 giugno 2024 con Max dell’associazione Cuba va (che ha fatto anche da interprete) e i due ospiti protagonisti del tour:\r\nIÑAKI GIL DE SAN VICENTE – A 17 anni si unisce alla lotta clandestina contro la dittatura franchista, che infestava lo Stato spagnolo e la sua terra, Euskal Herria. Arrestato per ben cinque volte, subisce il carcere e l’esilio. Nonostante la forte repressione, è attivo nei diversi ambiti politico-culturali della Izquierda Abertzal, così come nel movimento sindacale di classe e nel lavoro internazionale di Herri Batasuna fino alla sua illegalizzazione nel 2003, e nelle sigle che esso ha assunto successivamente fino al 2011, allorché Iñaki se ne distanzia per via della deriva socialdemocratica in corso nella suddetta forza politica.\r\nCONCEPCIÓN CRUZ ROJO, Dottoressa di Medicina Preventiva, Epidemiologa e militante antimperialista andalusa impegnata nella lotta operaia fin da quando era studentessa presso la Facoltà di Medicina di Cadice. È stata epidemiologa e coordinatrice di programmi sanitari, avviando e promuovendo l’attuazione di programmi come la vaccinazione infantile e scolastica, la\r\ndiagnosi precoce del cancro al seno o il controllo della tubercolosi nella Baia di Cadice e nella zona di La Janda. Ex Professoressa di Epidemiologia e Sanità Pubblica, la sua attività di ricerca si è concentrata sui problemi di salute nelle popolazioni e sui loro determinanti con un approccio materialista e dialettico.\r\nHai nostri ospiti abbiamo chiesto:\r\nLa situazione internazionale e le sorti dei popoli. A partire dalla caduta del muro come si può configurare la situazione della salute del capitalismo nell’attuale crisi mondiale. La situazione sanitaria/scolastica/lavorativa/abitativa/salariale di ogni stato può essere cartina di tornasole per il benessere dei popoli a partire da questo come i popoli si possono organizzare e reagire\r\nall’attacco della minoranza ricca per ribaltare i rapporti di forza nella lotta di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Terza-guerra-mondiale-e-resistenze-dei-popoli_41.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 9,30 - Audiodocumentario su Maria Occhipinti 40 minuti [Enrica Firrincieli]:\r\n\r\nEnrica Firrincieli, audiodocumentario, Maria Occhipinti, femminismo, anarchia, storia, pacifismo, Sicilia, antimilitarismo, non si parte, poetessa, scrittrice, biografia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Audiodocumentario-su-Maria-OcchipintiEnrica-Firrincielli_40.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 14 ore 20 - Serco e la privatizzazione dell'apparato detentivo in Italia 31 minuti [Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nLa privatizzazione dell’apparato detentivo è un processo di “neoliberismo reale” innescatosi negli anni ‘80 e diffusosi dagli Stati Uniti al resto del mondo. Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità \u003Cmark>operative\u003C/mark> di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8 - 41 bis medicina penitenziaria 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nIl carcere che entra in ospedale, invade reparti, condiziona chi ci lavora o chi va a cercare cure, tra guardie armate, militarizzazione e video sorveglianza.\r\n\r\nCon un compagno di Usi Sanità facciamo un giro dentro il San Paolo, nello specifico nel reparto di medicina penitenziaria, punto di riferimento per le quattro carceri milanesi, dove attualmente si trova ricoverato Alfredo, che ha superato i 123 giorni di sciopero della fame.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/41-bis-medicina-penitenziaria_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 15 ore 8,30 - Little Plastic Radio Ep.130 1 ora e 57 minuti minuti [Little Plastic Tapes]:\r\n\r\nOur One Hundred And Thirtieth journey through \u003Cmark>the\u003C/mark> various strands of Cult and Underground Music brings us on a journey from Political Grrrl Punk to Avant-garde Noise. 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Per riassumere all’estremo il contenuto dell’articolo di Mackinder e riprenderne le formule: «chi domina lo Heartland, domina l’isola-mondo, e chi domina l’isola-mondo domina il mondo». […] Al di là delle differenze, tutte queste formule tentano di rendere conto dell’articolazione spaziale dello sviluppo economico e demografico nell’Europa moderna, ma tutte lasciano fuori almeno un settore, cosicché solo la nozione di perno nel senso di Mackinder, ci sembra atta ad inglobare la molteplicità degli epicentri storici del capitalismo europeo. Questi epicentri si sono costituiti attorno e alle spese dello spazio tedesco nella misura in cui sono riusciti a balcanizzarlo o a tenerlo sotto scacco, facendone sempre e comunque un’arena privilegiata di scontro politico e militare, come durante la Guerra dei Trent’anni. Per la stessa ragione, l’unificazione della Germania ha dovuto farsi a partire dalla sua periferia estrema, la Prussia orientale, a lungo priva della benché minima continuità territoriale con il nostro ideale perno mitteleuropeo. Proviamo allora il motto di Mackinder per adattarlo all’alba della modernità: «chi domina lo Heartland, domina la penisola-mondo, e chi domina la penisola-mondo domina il mondo»…\r\n\r\n“Chiediamoci inoltre se la dinamica attuale di ripolarizzazione del mondo in virtù dello scontro fra Stati Uniti e Cina non abbia nuovamente spostato il perno geografico della storia nel centro di Europa – con questa differenza fondamentale rispetto al periodo della Guerra dei Trent’anni: che gli epicentri che si contendono il controllo dello Heartland europeo sono oggi lontani dalla penisola-mondo, cosa che può rendere la loro collisione su questo quadrante ancor più distruttiva. In ogni caso, nella guerra che già oggi si combatte sul teatro europeo, si gioca ancora una volta, come quattro secoli fa, l’emergere di una Realpolitik come principio regolatore delle dispute internazionali o, viceversa, il perpetuarsi del principio feudale della guerra giusta, anche a prezzo di una devastazione senza fine”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.8_16.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 11 ore 8,30 - Intervista Sakine Cansiz + due racconti di Dino Frisullo 29 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nDal Kurdistan, intervista realizzata nel novembre 2011 a Sakine Cansiz, fondatrice del PKK, uccisa insieme alle sue compagne da Erdogan nel gennaio 2013 a Parigi. A seguire, due racconti tratti dal libro Sherildan!, la lunga intifada kurda in Turchia di Dino Frisullo, edizioni La città del sole\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Intervista-a-Sakine-Cansiz-due-racconti-di-Dino-Frisullo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 8,30 - Rifiuti tossici sud Italia (Titolo originale: Il colonialismo tossico e le sue terre dei fuochi) 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 21,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 20,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 10 - Estrus Records 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nShovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18 - Il direttore del teatro pt.1 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18,30 - Il direttore del teatro pt.2 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","4 Aprile 2024","2024-04-14 18:45:28","Black Holes dall'8 al 14 aprile 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Se le grandi multinazionali del settore, come GeoGroup o CoreCivic, hanno iniziato dalle carceri per estendere il loro business ai centri di detenzione per migranti, in Italia possiamo osservare un processo inverso: nonostante si registrino alcuni tentativi fallimentari e programmi in divenire, da anni sono proprio i CPR (Centri di permanenza per il Rimpatrio) il principale campo di estrazione di profitto da parte di aziende private.Insieme ad Alessandro Leone, coautore insieme a Marika Ikonomu e Simone Manda di una serie di inchieste sul tema, cerchiamo di approfondire le dinamiche di ingresso nel contesto italiano e le modalità \u003Cmark>operative\u003C/mark> di Serco, un colosso britannico dell’industria detentiva.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BH_CPR-spa_Long-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 11,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 1 26 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_1_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 9 ore 12,30 - 1975 I Caduti dell'aprile rosso 2 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_2_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 10 ore 8,30 - Perno originario #8 : Epilogo: le rovine di Europa 16 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Nella riflessione geopolitica contemporanea, la nozione di perno è stata introdotta da un geografo britannico, tale Halford Mackinder, in un seminale articolo del 1904 intitolato \u003Cmark>The\u003C/mark> Geographic Pivot of History, ovvero «il perno geografico della Storia». Per riassumere all’estremo il contenuto dell’articolo di Mackinder e riprenderne le formule: «chi domina lo Heartland, domina l’isola-mondo, e chi domina l’isola-mondo domina il mondo». […] Al di là delle differenze, tutte queste formule tentano di rendere conto dell’articolazione spaziale dello sviluppo economico e demografico nell’Europa moderna, ma tutte lasciano fuori almeno un settore, cosicché solo la nozione di perno nel senso di Mackinder, ci sembra atta ad inglobare la molteplicità degli epicentri storici del capitalismo europeo. Questi epicentri si sono costituiti attorno e alle spese dello spazio tedesco nella misura in cui sono riusciti a balcanizzarlo o a tenerlo sotto scacco, facendone sempre e comunque un’arena privilegiata di scontro politico e militare, come durante la Guerra dei Trent’anni. Per la stessa ragione, l’unificazione della Germania ha dovuto farsi a partire dalla sua periferia estrema, la Prussia orientale, a lungo priva della benché minima continuità territoriale con il nostro ideale perno mitteleuropeo. Proviamo allora il motto di Mackinder per adattarlo all’alba della modernità: «chi domina lo Heartland, domina la penisola-mondo, e chi domina la penisola-mondo domina il mondo»…\r\n\r\n“Chiediamoci inoltre se la dinamica attuale di ripolarizzazione del mondo in virtù dello scontro fra Stati Uniti e Cina non abbia nuovamente spostato il perno geografico della storia nel centro di Europa – con questa differenza fondamentale rispetto al periodo della Guerra dei Trent’anni: che gli epicentri che si contendono il controllo dello Heartland europeo sono oggi lontani dalla penisola-mondo, cosa che può rendere la loro collisione su questo quadrante ancor più distruttiva. In ogni caso, nella guerra che già oggi si combatte sul teatro europeo, si gioca ancora una volta, come quattro secoli fa, l’emergere di una Realpolitik come principio regolatore delle dispute internazionali o, viceversa, il perpetuarsi del principio feudale della guerra giusta, anche a prezzo di una devastazione senza fine”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.8_16.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 11 ore 8,30 - Intervista Sakine Cansiz + due racconti di Dino Frisullo 29 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nDal Kurdistan, intervista realizzata nel novembre 2011 a Sakine Cansiz, fondatrice del PKK, uccisa insieme alle sue compagne da Erdogan nel gennaio 2013 a Parigi. A seguire, due racconti tratti dal libro Sherildan!, la lunga intifada kurda in Turchia di Dino Frisullo, edizioni La città del sole\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Intervista-a-Sakine-Cansiz-due-racconti-di-Dino-Frisullo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 8,30 - Rifiuti tossici sud Italia (Titolo originale: Il colonialismo tossico e le sue terre dei fuochi) 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 12 ore 21,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 9,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 ore 20,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 10 - Estrus Records 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nShovelin’ \u003Cmark>The\u003C/mark> Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18 - Il direttore del teatro pt.1 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 14 ore 18,30 - Il direttore del teatro pt.2 11 minuti [sostieniradioblackout.org, Michele Mazzani]:\r\n\r\nUna scurissima parabola del totalitarismo a cura del maestro svizzero Friedrich Dürrenmatt, letta e interpretata dal maestro della Scarnanza Michele Mazzani.\r\n\r\n[audio mp3=\"\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[1106],{"field":76,"matched_tokens":1107,"snippet":978,"value":1104},[977],{"best_field_score":985,"best_field_weight":81,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":986,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},{"document":1110,"highlight":1124,"highlights":1129,"text_match":983,"text_match_info":1132},{"comment_count":44,"id":1111,"is_sticky":44,"permalink":1112,"podcastfilter":1113,"post_author":197,"post_content":1114,"post_date":1115,"post_excerpt":50,"post_id":1111,"post_modified":1116,"post_thumbnail":1117,"post_title":1118,"post_type":239,"sort_by_date":1119,"tag_links":1120,"tags":1122},"37456","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-settembre-megalopoli-gentrification-resistenza-popolare-e-architettura-rojava-retate-al-campo-rom-casa-pound-non-sbarca-in-barriera-bayer-assorbe-monsanto/",[197],"Anarres del 23 settembre: megalopoli, gentrification, resistenza popolare e architettura; Rojava; retate al campo rom; casa Pound non sbarca in Barriera, Bayer assorbe Monsanto\r\n\r\nAscolta il podcast della puntata:\r\n\r\n2016-09-23-anarres1\r\n\r\n2016-09-23-anarres2\r\n\r\nNel nostro viaggio su Anarres – il pianeta delle utopie concrete questa settimana siamo approdati a...\r\n\r\nAbbiamo preso spunto dall'ultima, anomala, Biennale di architettura di Venezia per parlare di gentrification, megaprogetti, resistenza popolare e architettura.\r\nCi ha guidato in questo viaggio tra Europa, Sud America e Africa, Franco Buncuga, anarchico, architetto, collaboratore della rivista ApArte per la quale ha realizzato un articolo sulla Biennale.\r\n\r\nRojava – il corteo del 24 settembre a Roma: il comunicato della cdc della fai, l’appello di un combattente italiano.\r\n\r\nAppendino come Fassino: retate, arresti e fogli di via al campo rom di via Germagnano\r\n\r\nCasa Pound non sbarca in Barriera. Venerdì 23 un lungo assedio alle poche decine di fascisti radunatisi in via Baltea, la solidarietà degli abitanti, l'assenza di sostegno nel quartiere, che invece hanno riempito il giardinetto di corso Palermo angolo via Sesia, hanno decretato il flop dell'iniziativa fascista. \r\nBayer compra Monsanto: nasce il nuovo megamostro della chimica.\r\nNe abbiamo discusso con Marco Tafel\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 30 settembre\r\nore 21 – corso Palermo 46\r\npresentazione del libro di Alessio Lega “BAKUNIN, IL DEMONE DELLA RIVOLTA\r\nTra insurrezioni, complotti e galere i tumulti, le contraddizioni e l'incontenibile passione rivoluzionaria dell'anarchico russo” \r\nMichail Bakunin (1814-1876), nato nobile e morto in miseria, attraversa impetuosamente il suo secolo in nome di un'idea esagerata di libertà che sconvolge l'immaginario politico europeo. Pensatore rivoluzionario che tempra le sue idee nel fuoco dell'azione, accorre in difesa delle barricate di mezza Europa, collezionando condanne a morte in vari imperi e sopravvivendo a carcerazioni durissime. Deportato in Siberia, scappa – su slitte, cavalli, treni e velieri – per tornare lì dove la rivoluzione lo chiama: in un'Europa in ebollizione in cui lo aspettano altre barricate e altre insurrezioni. Vinto ma non domato, muore usurato da una vita segnata da mille sfide mentre – irresistibilmente – sta progettando nuove rivoluzioni e nuovi mondi.\r\nSabato 1 ottobre \r\nal Balon – via Andreis angolo via Borgodora (se piove in piazza della Repubblica sotto la tettoia dei casalinghi)\r\nore 10,30 – 13,30\r\nPresidio contro tutte le frontiere \r\nGiovedì 6 ottobre \r\nore 17,30\r\nai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia – punto info su guerra sociale e lotte nelle periferie, apericena benefit lotte sociali\r\nDocumenti\r\nComunicato-appello da parte di uno degli italiani unitosi allo YPG, scritto in occasione del corteo nazionale del 24 settembre a Roma. \r\nCiao a tutti e tutte, sono uno degli italiani che si sono uniti allo YPG, unità di difesa del popolo del Rojava. Non sono il primo e non sarò l'ultimo, in Rojava la solidarietà internazionale é molto forte e sono centinaia le persone che arrivano da ogni parte del mondo per far parte di questa rivoluzione. Siamo a conoscenza del corteo nazionale del 24 Settembre che si terrà a Roma e ciò non può che farci felici e darci sostegno e forza nel continuare a lottare.\r\nNelle ultime settimane sui giornali siamo stati chiamati terroristi, è stato detto che comunisti e anarchici vanno ad addestrarsi in Siria, vorrei dire ai giornalisti ed ai politici che si riempiono la bocca di belle parole, che questa rivoluzione non è fatta solo da comunisti o anarchici, ma anzi da curdi, arabi, assiri, ezidi, armeni, turcommanni e da tutte quelle persone che si identificano nel confederalismo democratico. La realtà è completamente diversa da quella che viene raccontata dai giornali e dal governo, i veri terroristi sono seduti nei palazzi del potere e spostano sulla scacchiera le loro pedine, un giorno amiche, un giorno nemiche, ma quando i nodi vengono al pettine e la verità viene a galla i nemici si scoprono. l'Italia è complice di questa guerra, l'Alenia fornisce elicotteri da combattimento alla Turchia per bombardare il Bakur, l'Italia è inoltre il maggior produttore di mine al mondo ed è anche grazie all'Italia se centinaia di persone sono morte o sono rimaste gravemente ferite per colpa delle migliaia di mine disseminate dall'Isis. Grazie all'accordo di 6 miliardi di euro tra unione europea e Turchia, migliaia di persone vivono in campi profughi che sono delle vere e proprie prigioni a cielo aperto. Grazie a questi soldi ricevuti dall'unione europea la Turchia sta completando la costruzione di un muro di separazione con il Rojava, con il quale si proteggono i militari che sparano senza scrupoli su chi cerca di scappare da questa guerra; sono già decine le persone uccise lungo questo confine.\r\n\r\nL'operazione di invasione del Rojava da parte della Turchia è partita già a metà agosto con la finta invasione di Jarablus, in pratica operazione di sostegno all'Isis, che per la prima volta è retrocesso senza combattere. Successivamente la Turchia ha utilizzato questa nuova postazione per far partire l'invasione di alcuni villaggi del cantone di Efrin; e in queste settimane sono state molte le provocazioni.\r\n\r\nIl rischio di una guerra aperta tra Turchia e Rojava è sempre più alto; ora più che mai è importante sostenere il confederalismo democratico a livello internazionale facendo pressioni sui governi e sugli Stati, complici e autori di questa guerra, perchè interrompano le relazioni politiche, economiche e militari con Ankara; ora più che mai è importante chiedere l'apertura delle frontiere per far entrare aiuti alimentari e medicine, beni di prima necessità che qui mancano.\r\n\r\nE' questa la vera realtà della guerra; la lotta al terrorismo è una menzogna ed è soltanto una facciata per nascondere gli interessi di governi e industrie belliche.\r\n\r\nIl mio pensiero qui in Rojava non può che andare alle migliaia di compagni e compagne caduti o rimasti gravemente feriti per far si che questa rivoluzione sia ancora in vita e prosegua il percorso verso la libertà.\r\n\r\nSperando sempre che dai semi rivoluzionari gettati qui in Rojava un giorno possano nascere fiori in tutto il mondo.\r\nBiji Rojava biji Kurdistan. \r\nSerkeftin\r\n000000\r\nLa Commissione di Corrispondenza dellaFederazione Anarchica Italiana fa propriol’appello del Gruppo Anarchico “Carlo Cafiero” – FAI di Roma, ed invita tutte le realtà federate ad attivarsi per la più ampia partecipazione allo spezzone rosso e nero alla manifestazione del 24 settembre a Roma.\r\nIl colpo di stato in Turchia ha permesso al governo turco di imporre lo stato di emergenza, e di accrescere la repressione nei confronti dei gruppi attivi nelle lotte e dei movimenti sociali. Anche i/le nostre compagni/e anarchici/che della DAF (Devrimci Anarsist Faaliyet / Azione Rivoluzionaria Anarchica) oltra a socialisti, gruppi curdi democratici sono stati colpiti dalla stretta liberticida del governo. Il giornale Meydan è stato chiuso e tre nuove indagini sono state avviate, con la scusa di essere un’organizzazione terroristica. \r\n Nelle regioni a maggioranza curda la repressione ha assunto la forma di una guerra aperta contro la popolazione, mentre gli attivisti in carcere, fra cui Abdullah Öcalan, sono costretti in condizioni inumane.\r\n La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana, sicura di interpretare i sentimenti delle anarchiche e degli anarchici di lingua italiana, esprime la solidarietà internazionalista al popolo curdo e a tutti i popoli che vivono nelle regioni del Kurdistan, vittime dell’aggressione della Turchia, della Siria e dello Stato Islamico; esprime altresì il sostegno alla resistenza, all’autogestione dal basso ed al comunalismo, alla rivoluzione in Rojava, per il suo ulteriore sviluppo in una prospettiva libertaria; invita a mobilitarsi contro il governo italiano e le altre potenze imperialiste, grandi e piccole, dell’est e dell’ovest, che appoggiano la guerra e il progetto di annientamento del popolo curdo.\r\n000000\r\nUna Biennale d’eccezione \r\n\r\nLanciando pietre\r\n\r\nThrowing Rocks at the Google Bus: How Growth Became the Enemy of Prosperityi di Douglas Rushkoff se non fosse un interessante libro sugli esiti della economia digitale potrebbe essere un ottimo libro di architettura. Le pietre di cui fa cenno il titolo sono quelle che hanno gettato i residenti di alcuni quartieri di San Francisco contro i Google bus che vengono a raccogliere i dipendenti dell’omonima ditta. Attorno alle fermate dei bus dei privilegiati dell’azienda informatica gli affitti sono cresciuti in maniera talmente elevata che molti abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Una nuova forma raffinata di gentrificazioneii.\r\n\r\nRushkoff, scrittore e saggista cyberpunk e collaboratore di Timothy Leary ci descrive un mondo in cui le differenze aumentano e nel quale le promesse di maggiori opportunità e di democrazia dell’economia digitale si sono rivelate un abbaglio fatale. “Il problema è che siamo ostaggi della trappola della crescita e le tecnologie digitali, che all’inizio sembravano promettere modelli più distribuiti e partecipati per l’economia, si sono trasformate in meri acceleratori di una crescita sempre più frenetica e sorda ai bisogni della società”iii. Nel suo libro Rushkoff cerca di spiegare dove abbiamo sbagliato e per quale motivo e come sia possibile riprogrammare l’economia digitale e le nostre attività ripartendo dal basso per promuovere un’economia sostenibile per raggiungere un benessere il più diffuso possibile.\r\n\r\nNella costruzione del nostro ambiente urbano ci siamo lasciati affascinare dallo stesso meccanismo: la crescita impetuosa delle città e delle conurbazioni a causa di un mix di demografia e spinte speculative ha prodotto i modelli illusori di ‘smart city’, di città cablate super tecnologiche e la rincorsa al gigantismo ed alle emergenze dei grandi edifici simbolo, incarnazione della ‘hubris’ degli archi-star. Ora ci rendiamo conto che questa corsa alla cementificazione del pianeta produce solo macerie nel tessuto abitativo e nei legami comunitari, indispensabili per una vita in armonia con l’ambiente e il territorio.\r\n\r\nL’edizione 2016 della Biennale di Architettura di Venezia, curata dal cileno Alejandro Aravena ha come titolo Reporting from the front ed ha l’ambizione di fotografare lo stato dei lavori in quelle aree del mondo di frontiera in cui si sta preparando il futuro del nostro spazio abitativo.\r\n\r\nQuesta Biennale nelle intenzioni di Aravena si “propone dunque di condividere con un pubblico più ampio, il lavoro delle persone che scrutano l’orizzonte alla ricerca di nuovi ambiti di azione, affrontando temi quali la segregazione, le diseguaglianze, le perifereie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico, lo spreco, l’inquinamento e la partecipazione delle comunità.”\r\n\r\nE Paolo Baratta, Presidente della Biennale aggiunge: “Ci interessa l’architettura come strumento di self-government, come strumento di una civiltà umanistica, non in grazia di uno stile formale, ma come evidenza della capacità dell’uomo di essere padrone dei propri destini”.\r\n\r\nUna edizione con un programma sideralmente opposto a quello della precedente, affidata all’archistar Rem Koolhas, che mette sul tappeto molti temi che come libertari ci sono cari: l’autocostruzione, la partecipazione, la progettazione comunitaria e i processi ecologici di recupero dell’esistente insieme allo sviluppo di tecnologie appropriate condivisibili.\r\n\r\nBaratta ci ricorda che l’immaginario architettonico del secolo scorso preconizzava la costruzione di grandi centri urbani inseriti in un territorio che offriva ancora grandi spazi vergini. È stato il periodo della ‘ville radieuse’ di Le Corbusier, della realizzazione in nuovi insediamenti di grandi capitali, come Chandigar o Brasilia. Oggi gli spazi su cui gli architetti sono chiamati ad operare sono spesso enormi aree urbane abbandonate e degradate ed in ogni caso, a causa della crescita urbana e delle nuove forme di produzione post-industriale, gli spazi naturali tendono a divenire sempre più spazi interni ad una pianificazione planetaria.\r\n\r\nSpazi che le autorità non riescono più a controllare o dirigere, per mancanza di risorse economiche ma anche di nuovi strumenti operativi efficaci. Ottima situazione per chi è impegnato in prima linea, sul‘fronte’ e sperimenta nuovi modelli abitativi solidali.\r\n\r\n“una volta i villaggi ci proteggevano dalla natura oggi la natura è il nostro rifugio dalle tensioni urbane” ci ricorda nella sua installazione di video il cileno Elton Leniz invitato da Aravena.\r\n\r\nLa situazione attuale dello sviluppo del fenomeno urbano è ben fotografata nel padiglione della Sala d’armi all’Arsenale dove è esposto il Progetto Speciale ‘Conflitti dell’era urbana’ curato da Riky Burdett. Burdett descrive le due grandi spinte che tendono a definire il nostro ambiente costruito: quelle che lui definisce le Soluzioni dall’alto -quelle istituzionali e dei grandi agenti della pianificazione- su una parete del padiglione e le Soluzioni dal basso –autocostruzione, partecipazione e processi spontanei- sulla parete opposta. Tra i due estremi sono rappresentate le mappe di alcune conurbazioni rappresentative che tendono a diventare in ogni luogo del pianeta ‘il territorio’ non solo una parte dell’ambiente antropizzato: il ‘tutto costruito’ con spazi di ‘natura’ addomesticata tra i suoi interstizi, l’opposto del rapporto urbano agricolo naturale artificiale che esiste da quando esiste l’uomo civile, il prodotto della ‘civitas’, la comunità stanziale di un gruppo di uomini in un territorio definito dalla sua architettura.\r\n\r\nSi aprono spazi vuoti all’interno di queste inquietanti conurbazioni neo-plastiche e come dice Baratta, è in questi spazi, che sono il fronte in cui si combatte per definire l’assetto del nostro ambiente futuro, che dobbiamo cercare esperienze e buone pratiche da analizzare. Reporting from the Front. Con l’intento di ingenerare progetti e processi che diano risposte complesse e condivisibili e che possano divenire nuovi standard e modelli. Architetture anche di piccole dimensioni ma che presentino un’alta qualità professionale e un forte legame con le comunità che le generano.\r\n\r\nRushkoff nel suo saggio parla anche di gig economy, l’economia dei piccoli lavori on-demand, modello Uber, in poche parole il modello che vuole trasportarci dal‘diritto al lavoro’ al nessun diritto dei ‘lavoretti’. In vista di un’uberizzazione della società dobbiamo adattarci anche a una gig-architecture? A un’architettura dei progettini? Che se poi piacciono e funzionano possano essere rilanciati da qualche bella multinazionale e ri-proposti come ready made architettonici. Servono a questo i tanti collettivi, più o meno marginali o antagonisti che vediamo rappresentati in questa bella biennale? Mettere in moto qualche interessante Processo che possa poi da altri essere rivenduto come Progetto?\r\n\r\nProgetti e Processi\r\n\r\nUn discrimine da avere ben presente tra le proposte interessanti viste in questa Biennale è proprio quello di saper distinguere da chi propone progetti confezionati da rivendere alla comunità e tra chi sceglie di ingenerare processi di crescita dal basso proponendo soluzioni che diano risposte a bisogni locali che diventino poi patrimonio collettivo. È ad esempio la scelta del gruppo Ctrl+z: costruire processi in forma partecipativa che non siano isolabili dal contesto che li ha prodotti, che valgano qui e ora, con questo materiale. Un bel esempio le “atrapaniebla” le torri dell’acqua che trasformano la condensa della nebbia in acqua potabile che Ctrl+z ha presentato ai magazzini del Sale nella mostra Spazi d’Eccezione, ‘torri low-tech basate sui materiali che si possono trovare a livello locale. Grazie alla leggerezza e alla modularità. La nostra proposta si può montare in due giorni senza la necessità di gru, ponteggi o altri ausili.’ Un modello della torre è stato montato all’interno dell’Esposizione nel giardino dell’Arsenale.\r\n\r\nA poca distanza la Norman Foster Foundation, insieme alla Future Africa EPFL e ad altre fondazioni, propone una rete di drone-port, aereoporti per droni per collegare in Africa villaggi isolati in ampi territori senza altre possibilità di comunicazione efficienti. I drone-port di Foster sono l’estto opposto della proposta di Ctrl+z, si riducono ad una scatola ed un progetto realizzabile in loco grazie ad un know how centralizzato, drone-porti per ricevere attraverso velivoli teleguidati ad alta tecnologie merci da un distributore lontano, un ragno nella rete da qualche parte. La realizzazione tecnologica dell’antico ‘culto del Cargo’ caro agli antropologi.\r\n\r\nSpazi d’Eccezione\r\n\r\nI fronti da esplorare oggi non sono quello spazio piano senza limiti che sembra indicare il logo di questa edizione: una foto scattata da Bruce Chatwin che ritrae un’archeologa tedesca, Maria Reiche, sopra una scala di alluminio che osserva i tracciati di pietre del deserto peruviano di Nazca, sono fronti interni allo sviluppo planetario del capitale, luoghi di rovine, di cicatrici, di macerie, quasi sempre ‘spazi d’eccezione’ in cui le normali regole del vivere sono sospese da un potere non normato. E in quei fronti, da tempo, c’è chi lotta e costruisce alternative. Di questi lotte dà testimonianza con uno sguardo libertario l’esposizione ‘Spazi d’Eccezione’ ai Magazzini del Sale, ‘un libro, un meeting e una mostra’ organizzati dai collettivi di Escuela Moderna e S.a.L.E. Docks.\r\n\r\nCtrl+z, Recets Urbanas che abbiamo già citato e altri espositori al Sale partecipano in varie forme anche all’esposizione ufficiale e Spazi d’Eccezione ha organizzato anche un meeting interno alla Biennale nell’ambito delle Biennale Sessions, per portare argomenti misteriosamente scomparsi dal dibattito sul territorio quali il No Mose, il No Tav il No Muos e tanti alti piccoli tentativi di autogestione del territorio e delle lotte urbane. Un tentativo di intrusione riuscito all’interno della Biennale ufficiale è stato quello del colletivo ‘Detroit Resist’ presente nella mostra al Sale che si occupa in modo militante di riqualificazione urbana a Detroit, un gruppo composto da attivisti, artisti, architetti e membri della comunità. Detroit Resist ha organizzato una occupazione digitale del padiglione degli Usa che quest’anno ha come tema “The Architectural immagination” e come oggetto proprio la riqualificazione della città di Detroit con giganteschi progetti con fini speculativi.\r\n\r\nTante sono le presenze libertarie di cui varrebbe la pena dare conto, dall’allestimento del padiglione Italia affidato alla TAM associati dal titolo ‘Taking Care, progettare per il bene comune’ alle presenze individuali, ai collettivi ad alcuni interessanti padiglioni nazionali. Iniziamo presentando il progetto ‘Spazi d’eccezione’ con un articolo di Paolo Martore e Massimo Mazzone. Altri seguiranno.\r\n\r\n“‘Spazi d’eccezione’ NON è un Padiglione Nazionale né un pezzo della Mostra Internazionale né un evento collaterale. ‘Spazi d’eccezione’ è quel lato in ombra a cui tutti fanno riferimento, quel Germinal, quell’humus dal quale tutti ambiguamente attingono, ma di cui nessuno parla mai con chiarezza.”iv Così Massimo Mazzone portavoce di Escuela Moderna nella sua introduzione al catalogo dell’esposizione.\r\n\r\nIn uno dei tanti padiglioni che trattavano di autocostruzione tra le varie indicazioni operative figurava anche la dicitura: ‘quando e in quali luoghi è opportuno accettare situazioni diffuse di illegalità marginale per favorire la costituzione di comunità…’\r\n\r\nNell’installazione di Recetas Urbanas nel padiglione all’Arsenale, all’interno della Biennale, si rivendicava il ‘diritto’ all’illegalità in situazioni di necessità: ecco la differenza che conta con la mostra istituzionale e che appare filo conduttore dell’esposizione al Sale.\r\n\r\nTolleranza dall’alto rivendicazione dal basso. Le varie gradazioni di questo rapporto segnano il sottile confine tra una social democrazia eterodiretta ed una comunità viva con fermenti libertari. Di ciò soprattutto dà testimonianza Spazi d’eccezione.\r\n\r\nViene a proposito il post di Marco Baravalle, animatore di ‘S.a.L.E. Docks’ e curatore di ‘Spazi d’eccezione’ insieme a Massimo Mazzone, a commento della cancellazione della performance Rebootati al padiglione Uruguaiano da parte della direzione della Biennale: “L'arte e l'architettura amano l'informalità quando si lascia rappresentare. Questo è l'essenza del pauperismo: fare dei poveri un soggetto immobile, procedere al saccheggio culturale oltre che a quello materiale. Ad essi è consentito solo di partecipare (solitamente a ciò che è già stato scelto), ad essi è consentito di attivarsi in quanto comunità (che parola è?) su sollecitazione dell'artista o dall'architetto di turno. Che l'illegalità sia individuale, di massa, dettata dalla fame o orientata politicamente, essa è una necessità legata alla sopravvivenza, al miglioramento delle proprie condizioni sociali o ad un nuovo modo di vivere in comune. Secondo qualcuno queste sono anche le priorità dell'architettura.”\r\n\r\n“Spazi d’eccezione credo sia un’ottima risposta e contemporaneamente una vetrina –anche se parziale- di tante praticabili ipotesi di lavoro. Spazi di Eccezione serve a mostrare alcune delle tante iniziative di libertà che combattono sul fronte del costruito che con difficoltà e determinazione stanno cercando di mettersi in rete e acquistare forma visibile.\r\n\r\nÈ in questa ottica che le esperienze contenute in questo lavoro comune hanno un senso, sono alfabeti, sillabe di linguaggi base per ricreare mondi con parole, azioni, fantasie di pratiche condivise. L’espressione di volontà che già esistono e balbettano futuri di libertà e testimonianza necessaria di un filone regressivo nelle pratiche progettuali e nella pianificazione urbana e territoriale che ritorna dominante nel panorama contemporaneo. Pratiche attive da sempre ma che ritornano visibili.\r\n\r\nRebuilding from the front, non Reporting. Un’azione attiva, non una passiva. Non un centro che va a vedere una periferia ma una periferia –anche interna- che ritrova/reinventa la propria forma. Non riportare dal fronte ma ricostruire dal fronte, partendo da ciò che già esiste nel presente, secondo l’insegnamento di Peter Kropotkin, senza ideologie, attraverso sperimentazioni continue.\r\n\r\nCominciamo dunque a ricostruire il mondo partendo dal fronte, da dove si combatte ogni giorno per dare forma a spazi di libertà, spazi che esistono in luoghi marginali, su fratture tettoniche, in Rojava e nelle nostre metropoli, che si parlano in rete e si reinventano quotidianamente, TAZ, zone temporaneamente autonome che anche clonate o colonizzate restano vive altrove, affreschi che occupano spazi e pareti e spariscono coperti da una mano di Blu, seppellendo con una risata gli affanni del mercato.”v\r\n\r\n\r\ni Throwing Rocks at the Google Bus: How Growth Became the Enemy of Prosperity (Tirare pietre al bus di Google: come la crescita è diventata la nemica della prosperità) Douglas Rushkoff, Portfolio, 2016.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nii Per gentrificazione si intende la trasformazione di un quartiere popolare o degradato in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\niii ‘Il Digitale era un’utopia. Ora è un incubo Monopolista’, di Giuliano Aluffi in il Venerdì della Repubblica, 26 maggio 2016\r\n\r\n\r\n\r\n\r\niv Spazi d’eccezione, a cura di Escuela Moderna – S.a.L.E. Docks; Milieu,pag.9 edizioni, Milano 2016\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nv idem pag.38","23 Settembre 2016","2018-10-17 23:05:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/barriera-antifa-07-200x110.jpg","Anarres del 23 settembre: megalopoli, gentrification, resistenza popolare e architettura; Rojava; retate al campo rom; casa Pound non sbarca in Barriera, Bayer assorbe Monsanto",1474643948,[1121],"http://radioblackout.org/tag/macerie-su-macerie/",[1123],"macerie-su-macerie",{"post_content":1125},{"matched_tokens":1126,"snippet":1127,"value":1128},[142],"Lanciando pietre\r\n\r\nThrowing Rocks at \u003Cmark>the\u003C/mark> Google Bus: How Growth Became","Anarres del 23 settembre: megalopoli, gentrification, resistenza popolare e architettura; Rojava; retate al campo rom; casa Pound non sbarca in Barriera, Bayer assorbe Monsanto\r\n\r\nAscolta il podcast della puntata:\r\n\r\n2016-09-23-anarres1\r\n\r\n2016-09-23-anarres2\r\n\r\nNel nostro viaggio su Anarres – il pianeta delle utopie concrete questa settimana siamo approdati a...\r\n\r\nAbbiamo preso spunto dall'ultima, anomala, Biennale di architettura di Venezia per parlare di gentrification, megaprogetti, resistenza popolare e architettura.\r\nCi ha guidato in questo viaggio tra Europa, Sud America e Africa, Franco Buncuga, anarchico, architetto, collaboratore della rivista ApArte per la quale ha realizzato un articolo sulla Biennale.\r\n\r\nRojava – il corteo del 24 settembre a Roma: il comunicato della cdc della fai, l’appello di un combattente italiano.\r\n\r\nAppendino come Fassino: retate, arresti e fogli di via al campo rom di via Germagnano\r\n\r\nCasa Pound non sbarca in Barriera. Venerdì 23 un lungo assedio alle poche decine di fascisti radunatisi in via Baltea, la solidarietà degli abitanti, l'assenza di sostegno nel quartiere, che invece hanno riempito il giardinetto di corso Palermo angolo via Sesia, hanno decretato il flop dell'iniziativa fascista. \r\nBayer compra Monsanto: nasce il nuovo megamostro della chimica.\r\nNe abbiamo discusso con Marco Tafel\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 30 settembre\r\nore 21 – corso Palermo 46\r\npresentazione del libro di Alessio Lega “BAKUNIN, IL DEMONE DELLA RIVOLTA\r\nTra insurrezioni, complotti e galere i tumulti, le contraddizioni e l'incontenibile passione rivoluzionaria dell'anarchico russo” \r\nMichail Bakunin (1814-1876), nato nobile e morto in miseria, attraversa impetuosamente il suo secolo in nome di un'idea esagerata di libertà che sconvolge l'immaginario politico europeo. Pensatore rivoluzionario che tempra le sue idee nel fuoco dell'azione, accorre in difesa delle barricate di mezza Europa, collezionando condanne a morte in vari imperi e sopravvivendo a carcerazioni durissime. Deportato in Siberia, scappa – su slitte, cavalli, treni e velieri – per tornare lì dove la rivoluzione lo chiama: in un'Europa in ebollizione in cui lo aspettano altre barricate e altre insurrezioni. Vinto ma non domato, muore usurato da una vita segnata da mille sfide mentre – irresistibilmente – sta progettando nuove rivoluzioni e nuovi mondi.\r\nSabato 1 ottobre \r\nal Balon – via Andreis angolo via Borgodora (se piove in piazza della Repubblica sotto la tettoia dei casalinghi)\r\nore 10,30 – 13,30\r\nPresidio contro tutte le frontiere \r\nGiovedì 6 ottobre \r\nore 17,30\r\nai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia – punto info su guerra sociale e lotte nelle periferie, apericena benefit lotte sociali\r\nDocumenti\r\nComunicato-appello da parte di uno degli italiani unitosi allo YPG, scritto in occasione del corteo nazionale del 24 settembre a Roma. \r\nCiao a tutti e tutte, sono uno degli italiani che si sono uniti allo YPG, unità di difesa del popolo del Rojava. Non sono il primo e non sarò l'ultimo, in Rojava la solidarietà internazionale é molto forte e sono centinaia le persone che arrivano da ogni parte del mondo per far parte di questa rivoluzione. Siamo a conoscenza del corteo nazionale del 24 Settembre che si terrà a Roma e ciò non può che farci felici e darci sostegno e forza nel continuare a lottare.\r\nNelle ultime settimane sui giornali siamo stati chiamati terroristi, è stato detto che comunisti e anarchici vanno ad addestrarsi in Siria, vorrei dire ai giornalisti ed ai politici che si riempiono la bocca di belle parole, che questa rivoluzione non è fatta solo da comunisti o anarchici, ma anzi da curdi, arabi, assiri, ezidi, armeni, turcommanni e da tutte quelle persone che si identificano nel confederalismo democratico. La realtà è completamente diversa da quella che viene raccontata dai giornali e dal governo, i veri terroristi sono seduti nei palazzi del potere e spostano sulla scacchiera le loro pedine, un giorno amiche, un giorno nemiche, ma quando i nodi vengono al pettine e la verità viene a galla i nemici si scoprono. l'Italia è complice di questa guerra, l'Alenia fornisce elicotteri da combattimento alla Turchia per bombardare il Bakur, l'Italia è inoltre il maggior produttore di mine al mondo ed è anche grazie all'Italia se centinaia di persone sono morte o sono rimaste gravemente ferite per colpa delle migliaia di mine disseminate dall'Isis. Grazie all'accordo di 6 miliardi di euro tra unione europea e Turchia, migliaia di persone vivono in campi profughi che sono delle vere e proprie prigioni a cielo aperto. Grazie a questi soldi ricevuti dall'unione europea la Turchia sta completando la costruzione di un muro di separazione con il Rojava, con il quale si proteggono i militari che sparano senza scrupoli su chi cerca di scappare da questa guerra; sono già decine le persone uccise lungo questo confine.\r\n\r\nL'operazione di invasione del Rojava da parte della Turchia è partita già a metà agosto con la finta invasione di Jarablus, in pratica operazione di sostegno all'Isis, che per la prima volta è retrocesso senza combattere. Successivamente la Turchia ha utilizzato questa nuova postazione per far partire l'invasione di alcuni villaggi del cantone di Efrin; e in queste settimane sono state molte le provocazioni.\r\n\r\nIl rischio di una guerra aperta tra Turchia e Rojava è sempre più alto; ora più che mai è importante sostenere il confederalismo democratico a livello internazionale facendo pressioni sui governi e sugli Stati, complici e autori di questa guerra, perchè interrompano le relazioni politiche, economiche e militari con Ankara; ora più che mai è importante chiedere l'apertura delle frontiere per far entrare aiuti alimentari e medicine, beni di prima necessità che qui mancano.\r\n\r\nE' questa la vera realtà della guerra; la lotta al terrorismo è una menzogna ed è soltanto una facciata per nascondere gli interessi di governi e industrie belliche.\r\n\r\nIl mio pensiero qui in Rojava non può che andare alle migliaia di compagni e compagne caduti o rimasti gravemente feriti per far si che questa rivoluzione sia ancora in vita e prosegua il percorso verso la libertà.\r\n\r\nSperando sempre che dai semi rivoluzionari gettati qui in Rojava un giorno possano nascere fiori in tutto il mondo.\r\nBiji Rojava biji Kurdistan. \r\nSerkeftin\r\n000000\r\nLa Commissione di Corrispondenza dellaFederazione Anarchica Italiana fa propriol’appello del Gruppo Anarchico “Carlo Cafiero” – FAI di Roma, ed invita tutte le realtà federate ad attivarsi per la più ampia partecipazione allo spezzone rosso e nero alla manifestazione del 24 settembre a Roma.\r\nIl colpo di stato in Turchia ha permesso al governo turco di imporre lo stato di emergenza, e di accrescere la repressione nei confronti dei gruppi attivi nelle lotte e dei movimenti sociali. Anche i/le nostre compagni/e anarchici/che della DAF (Devrimci Anarsist Faaliyet / Azione Rivoluzionaria Anarchica) oltra a socialisti, gruppi curdi democratici sono stati colpiti dalla stretta liberticida del governo. Il giornale Meydan è stato chiuso e tre nuove indagini sono state avviate, con la scusa di essere un’organizzazione terroristica. \r\n Nelle regioni a maggioranza curda la repressione ha assunto la forma di una guerra aperta contro la popolazione, mentre gli attivisti in carcere, fra cui Abdullah Öcalan, sono costretti in condizioni inumane.\r\n La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana, sicura di interpretare i sentimenti delle anarchiche e degli anarchici di lingua italiana, esprime la solidarietà internazionalista al popolo curdo e a tutti i popoli che vivono nelle regioni del Kurdistan, vittime dell’aggressione della Turchia, della Siria e dello Stato Islamico; esprime altresì il sostegno alla resistenza, all’autogestione dal basso ed al comunalismo, alla rivoluzione in Rojava, per il suo ulteriore sviluppo in una prospettiva libertaria; invita a mobilitarsi contro il governo italiano e le altre potenze imperialiste, grandi e piccole, dell’est e dell’ovest, che appoggiano la guerra e il progetto di annientamento del popolo curdo.\r\n000000\r\nUna Biennale d’eccezione \r\n\r\nLanciando pietre\r\n\r\nThrowing Rocks at \u003Cmark>the\u003C/mark> Google Bus: How Growth Became \u003Cmark>the\u003C/mark> Enemy of Prosperityi di Douglas Rushkoff se non fosse un interessante libro sugli esiti della economia digitale potrebbe essere un ottimo libro di architettura. Le pietre di cui fa cenno il titolo sono quelle che hanno gettato i residenti di alcuni quartieri di San Francisco contro i Google bus che vengono a raccogliere i dipendenti dell’omonima ditta. Attorno alle fermate dei bus dei privilegiati dell’azienda informatica gli affitti sono cresciuti in maniera talmente elevata che molti abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Una nuova forma raffinata di gentrificazioneii.\r\n\r\nRushkoff, scrittore e saggista cyberpunk e collaboratore di Timothy Leary ci descrive un mondo in cui le differenze aumentano e nel quale le promesse di maggiori opportunità e di democrazia dell’economia digitale si sono rivelate un abbaglio fatale. “Il problema è che siamo ostaggi della trappola della crescita e le tecnologie digitali, che all’inizio sembravano promettere modelli più distribuiti e partecipati per l’economia, si sono trasformate in meri acceleratori di una crescita sempre più frenetica e sorda ai bisogni della società”iii. Nel suo libro Rushkoff cerca di spiegare dove abbiamo sbagliato e per quale motivo e come sia possibile riprogrammare l’economia digitale e le nostre attività ripartendo dal basso per promuovere un’economia sostenibile per raggiungere un benessere il più diffuso possibile.\r\n\r\nNella costruzione del nostro ambiente urbano ci siamo lasciati affascinare dallo stesso meccanismo: la crescita impetuosa delle città e delle conurbazioni a causa di un mix di demografia e spinte speculative ha prodotto i modelli illusori di ‘smart city’, di città cablate super tecnologiche e la rincorsa al gigantismo ed alle emergenze dei grandi edifici simbolo, incarnazione della ‘hubris’ degli archi-star. Ora ci rendiamo conto che questa corsa alla cementificazione del pianeta produce solo macerie nel tessuto abitativo e nei legami comunitari, indispensabili per una vita in armonia con l’ambiente e il territorio.\r\n\r\nL’edizione 2016 della Biennale di Architettura di Venezia, curata dal cileno Alejandro Aravena ha come titolo Reporting from \u003Cmark>the\u003C/mark> front ed ha l’ambizione di fotografare lo stato dei lavori in quelle aree del mondo di frontiera in cui si sta preparando il futuro del nostro spazio abitativo.\r\n\r\nQuesta Biennale nelle intenzioni di Aravena si “propone dunque di condividere con un pubblico più ampio, il lavoro delle persone che scrutano l’orizzonte alla ricerca di nuovi ambiti di azione, affrontando temi quali la segregazione, le diseguaglianze, le perifereie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico, lo spreco, l’inquinamento e la partecipazione delle comunità.”\r\n\r\nE Paolo Baratta, Presidente della Biennale aggiunge: “Ci interessa l’architettura come strumento di self-government, come strumento di una civiltà umanistica, non in grazia di uno stile formale, ma come evidenza della capacità dell’uomo di essere padrone dei propri destini”.\r\n\r\nUna edizione con un programma sideralmente opposto a quello della precedente, affidata all’archistar Rem Koolhas, che mette sul tappeto molti temi che come libertari ci sono cari: l’autocostruzione, la partecipazione, la progettazione comunitaria e i processi ecologici di recupero dell’esistente insieme allo sviluppo di tecnologie appropriate condivisibili.\r\n\r\nBaratta ci ricorda che l’immaginario architettonico del secolo scorso preconizzava la costruzione di grandi centri urbani inseriti in un territorio che offriva ancora grandi spazi vergini. È stato il periodo della ‘ville radieuse’ di Le Corbusier, della realizzazione in nuovi insediamenti di grandi capitali, come Chandigar o Brasilia. Oggi gli spazi su cui gli architetti sono chiamati ad operare sono spesso enormi aree urbane abbandonate e degradate ed in ogni caso, a causa della crescita urbana e delle nuove forme di produzione post-industriale, gli spazi naturali tendono a divenire sempre più spazi interni ad una pianificazione planetaria.\r\n\r\nSpazi che le autorità non riescono più a controllare o dirigere, per mancanza di risorse economiche ma anche di nuovi strumenti operativi efficaci. Ottima situazione per chi è impegnato in prima linea, sul‘fronte’ e sperimenta nuovi modelli abitativi solidali.\r\n\r\n“una volta i villaggi ci proteggevano dalla natura oggi la natura è il nostro rifugio dalle tensioni urbane” ci ricorda nella sua installazione di video il cileno Elton Leniz invitato da Aravena.\r\n\r\nLa situazione attuale dello sviluppo del fenomeno urbano è ben fotografata nel padiglione della Sala d’armi all’Arsenale dove è esposto il Progetto Speciale ‘Conflitti dell’era urbana’ curato da Riky Burdett. Burdett descrive le due grandi spinte che tendono a definire il nostro ambiente costruito: quelle che lui definisce le Soluzioni dall’alto -quelle istituzionali e dei grandi agenti della pianificazione- su una parete del padiglione e le Soluzioni dal basso –autocostruzione, partecipazione e processi spontanei- sulla parete opposta. Tra i due estremi sono rappresentate le mappe di alcune conurbazioni rappresentative che tendono a diventare in ogni luogo del pianeta ‘il territorio’ non solo una parte dell’ambiente antropizzato: il ‘tutto costruito’ con spazi di ‘natura’ addomesticata tra i suoi interstizi, l’opposto del rapporto urbano agricolo naturale artificiale che esiste da quando esiste l’uomo civile, il prodotto della ‘civitas’, la comunità stanziale di un gruppo di uomini in un territorio definito dalla sua architettura.\r\n\r\nSi aprono spazi vuoti all’interno di queste inquietanti conurbazioni neo-plastiche e come dice Baratta, è in questi spazi, che sono il fronte in cui si combatte per definire l’assetto del nostro ambiente futuro, che dobbiamo cercare esperienze e buone pratiche da analizzare. Reporting from \u003Cmark>the\u003C/mark> Front. Con l’intento di ingenerare progetti e processi che diano risposte complesse e condivisibili e che possano divenire nuovi standard e modelli. Architetture anche di piccole dimensioni ma che presentino un’alta qualità professionale e un forte legame con le comunità che le generano.\r\n\r\nRushkoff nel suo saggio parla anche di gig economy, l’economia dei piccoli lavori on-demand, modello Uber, in poche parole il modello che vuole trasportarci dal‘diritto al lavoro’ al nessun diritto dei ‘lavoretti’. In vista di un’uberizzazione della società dobbiamo adattarci anche a una gig-architecture? A un’architettura dei progettini? Che se poi piacciono e funzionano possano essere rilanciati da qualche bella multinazionale e ri-proposti come ready made architettonici. Servono a questo i tanti collettivi, più o meno marginali o antagonisti che vediamo rappresentati in questa bella biennale? Mettere in moto qualche interessante Processo che possa poi da altri essere rivenduto come Progetto?\r\n\r\nProgetti e Processi\r\n\r\nUn discrimine da avere ben presente tra le proposte interessanti viste in questa Biennale è proprio quello di saper distinguere da chi propone progetti confezionati da rivendere alla comunità e tra chi sceglie di ingenerare processi di crescita dal basso proponendo soluzioni che diano risposte a bisogni locali che diventino poi patrimonio collettivo. È ad esempio la scelta del gruppo Ctrl+z: costruire processi in forma partecipativa che non siano isolabili dal contesto che li ha prodotti, che valgano qui e ora, con questo materiale. Un bel esempio le “atrapaniebla” le torri dell’acqua che trasformano la condensa della nebbia in acqua potabile che Ctrl+z ha presentato ai magazzini del Sale nella mostra Spazi d’Eccezione, ‘torri low-tech basate sui materiali che si possono trovare a livello locale. Grazie alla leggerezza e alla modularità. La nostra proposta si può montare in due giorni senza la necessità di gru, ponteggi o altri ausili.’ Un modello della torre è stato montato all’interno dell’Esposizione nel giardino dell’Arsenale.\r\n\r\nA poca distanza la Norman Foster Foundation, insieme alla Future Africa EPFL e ad altre fondazioni, propone una rete di drone-port, aereoporti per droni per collegare in Africa villaggi isolati in ampi territori senza altre possibilità di comunicazione efficienti. I drone-port di Foster sono l’estto opposto della proposta di Ctrl+z, si riducono ad una scatola ed un progetto realizzabile in loco grazie ad un know how centralizzato, drone-porti per ricevere attraverso velivoli teleguidati ad alta tecnologie merci da un distributore lontano, un ragno nella rete da qualche parte. La realizzazione tecnologica dell’antico ‘culto del Cargo’ caro agli antropologi.\r\n\r\nSpazi d’Eccezione\r\n\r\nI fronti da esplorare oggi non sono quello spazio piano senza limiti che sembra indicare il logo di questa edizione: una foto scattata da Bruce Chatwin che ritrae un’archeologa tedesca, Maria Reiche, sopra una scala di alluminio che osserva i tracciati di pietre del deserto peruviano di Nazca, sono fronti interni allo sviluppo planetario del capitale, luoghi di rovine, di cicatrici, di macerie, quasi sempre ‘spazi d’eccezione’ in cui le normali regole del vivere sono sospese da un potere non normato. E in quei fronti, da tempo, c’è chi lotta e costruisce alternative. Di questi lotte dà testimonianza con uno sguardo libertario l’esposizione ‘Spazi d’Eccezione’ ai Magazzini del Sale, ‘un libro, un meeting e una mostra’ organizzati dai collettivi di Escuela Moderna e S.a.L.E. Docks.\r\n\r\nCtrl+z, Recets Urbanas che abbiamo già citato e altri espositori al Sale partecipano in varie forme anche all’esposizione ufficiale e Spazi d’Eccezione ha organizzato anche un meeting interno alla Biennale nell’ambito delle Biennale Sessions, per portare argomenti misteriosamente scomparsi dal dibattito sul territorio quali il No Mose, il No Tav il No Muos e tanti alti piccoli tentativi di autogestione del territorio e delle lotte urbane. Un tentativo di intrusione riuscito all’interno della Biennale ufficiale è stato quello del colletivo ‘Detroit Resist’ presente nella mostra al Sale che si occupa in modo militante di riqualificazione urbana a Detroit, un gruppo composto da attivisti, artisti, architetti e membri della comunità. Detroit Resist ha organizzato una occupazione digitale del padiglione degli Usa che quest’anno ha come tema “\u003Cmark>The\u003C/mark> Architectural immagination” e come oggetto proprio la riqualificazione della città di Detroit con giganteschi progetti con fini speculativi.\r\n\r\nTante sono le presenze libertarie di cui varrebbe la pena dare conto, dall’allestimento del padiglione Italia affidato alla TAM associati dal titolo ‘Taking Care, progettare per il bene comune’ alle presenze individuali, ai collettivi ad alcuni interessanti padiglioni nazionali. Iniziamo presentando il progetto ‘Spazi d’eccezione’ con un articolo di Paolo Martore e Massimo Mazzone. Altri seguiranno.\r\n\r\n“‘Spazi d’eccezione’ NON è un Padiglione Nazionale né un pezzo della Mostra Internazionale né un evento collaterale. ‘Spazi d’eccezione’ è quel lato in ombra a cui tutti fanno riferimento, quel Germinal, quell’humus dal quale tutti ambiguamente attingono, ma di cui nessuno parla mai con chiarezza.”iv Così Massimo Mazzone portavoce di Escuela Moderna nella sua introduzione al catalogo dell’esposizione.\r\n\r\nIn uno dei tanti padiglioni che trattavano di autocostruzione tra le varie indicazioni \u003Cmark>operative\u003C/mark> figurava anche la dicitura: ‘quando e in quali luoghi è opportuno accettare situazioni diffuse di illegalità marginale per favorire la costituzione di comunità…’\r\n\r\nNell’installazione di Recetas Urbanas nel padiglione all’Arsenale, all’interno della Biennale, si rivendicava il ‘diritto’ all’illegalità in situazioni di necessità: ecco la differenza che conta con la mostra istituzionale e che appare filo conduttore dell’esposizione al Sale.\r\n\r\nTolleranza dall’alto rivendicazione dal basso. Le varie gradazioni di questo rapporto segnano il sottile confine tra una social democrazia eterodiretta ed una comunità viva con fermenti libertari. Di ciò soprattutto dà testimonianza Spazi d’eccezione.\r\n\r\nViene a proposito il post di Marco Baravalle, animatore di ‘S.a.L.E. Docks’ e curatore di ‘Spazi d’eccezione’ insieme a Massimo Mazzone, a commento della cancellazione della performance Rebootati al padiglione Uruguaiano da parte della direzione della Biennale: “L'arte e l'architettura amano l'informalità quando si lascia rappresentare. Questo è l'essenza del pauperismo: fare dei poveri un soggetto immobile, procedere al saccheggio culturale oltre che a quello materiale. Ad essi è consentito solo di partecipare (solitamente a ciò che è già stato scelto), ad essi è consentito di attivarsi in quanto comunità (che parola è?) su sollecitazione dell'artista o dall'architetto di turno. Che l'illegalità sia individuale, di massa, dettata dalla fame o orientata politicamente, essa è una necessità legata alla sopravvivenza, al miglioramento delle proprie condizioni sociali o ad un nuovo modo di vivere in comune. Secondo qualcuno queste sono anche le priorità dell'architettura.”\r\n\r\n“Spazi d’eccezione credo sia un’ottima risposta e contemporaneamente una vetrina –anche se parziale- di tante praticabili ipotesi di lavoro. Spazi di Eccezione serve a mostrare alcune delle tante iniziative di libertà che combattono sul fronte del costruito che con difficoltà e determinazione stanno cercando di mettersi in rete e acquistare forma visibile.\r\n\r\nÈ in questa ottica che le esperienze contenute in questo lavoro comune hanno un senso, sono alfabeti, sillabe di linguaggi base per ricreare mondi con parole, azioni, fantasie di pratiche condivise. L’espressione di volontà che già esistono e balbettano futuri di libertà e testimonianza necessaria di un filone regressivo nelle pratiche progettuali e nella pianificazione urbana e territoriale che ritorna dominante nel panorama contemporaneo. Pratiche attive da sempre ma che ritornano visibili.\r\n\r\nRebuilding from \u003Cmark>the\u003C/mark> front, non Reporting. Un’azione attiva, non una passiva. Non un centro che va a vedere una periferia ma una periferia –anche interna- che ritrova/reinventa la propria forma. Non riportare dal fronte ma ricostruire dal fronte, partendo da ciò che già esiste nel presente, secondo l’insegnamento di Peter Kropotkin, senza ideologie, attraverso sperimentazioni continue.\r\n\r\nCominciamo dunque a ricostruire il mondo partendo dal fronte, da dove si combatte ogni giorno per dare forma a spazi di libertà, spazi che esistono in luoghi marginali, su fratture tettoniche, in Rojava e nelle nostre metropoli, che si parlano in rete e si reinventano quotidianamente, TAZ, zone temporaneamente autonome che anche clonate o colonizzate restano vive altrove, affreschi che occupano spazi e pareti e spariscono coperti da una mano di Blu, seppellendo con una risata gli affanni del mercato.”v\r\n\r\n\r\ni Throwing Rocks at \u003Cmark>the\u003C/mark> Google Bus: How Growth Became \u003Cmark>the\u003C/mark> Enemy of Prosperity (Tirare pietre al bus di Google: come la crescita è diventata la nemica della prosperità) Douglas Rushkoff, Portfolio, 2016.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nii Per gentrificazione si intende la trasformazione di un quartiere popolare o degradato in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\niii ‘Il Digitale era un’utopia. Ora è un incubo Monopolista’, di Giuliano Aluffi in il Venerdì della Repubblica, 26 maggio 2016\r\n\r\n\r\n\r\n\r\niv Spazi d’eccezione, a cura di Escuela Moderna – S.a.L.E. Docks; Milieu,pag.9 edizioni, Milano 2016\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nv idem pag.38",[1130],{"field":76,"matched_tokens":1131,"snippet":1127,"value":1128},[142],{"best_field_score":985,"best_field_weight":81,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":986,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},6671,{"collection_name":239,"first_q":187,"per_page":188,"q":187},12,{"title":1137,"slug":1138,"exerpt":1139,"link":1140,"featured_media":1141,"slot":1142},"FLIP THE BEAT","flip-the-beat","Il lunedì dalle 16 alle 17 Flip the beat con Pix. Selezioni musicali che viaggiano fra Hip Hop, Nu soul e R&B per perdersi nel vastissimo mondo della black music. Un’ora di groove, pettinerie, curiosità e fotta. 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