","La crisi tedesca alla prova del voto",1740588729,[109,110,111],"http://radioblackout.org/tag/crisi-economica-e-politica-in-germania/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/nuove-destre/",[113,114,115],"crisi economica e politica in germania","germania","nuove destre",{"post_content":117},{"matched_tokens":118,"snippet":119,"value":120},[69],"votano per il partito di \u003Cmark>ultra\u003C/mark> destra le donne per il","Il modello tedesco è in crisi. Per ragioni strutturali ma anche per ragioni contingenti come la fine del gas a basso costo della Russia. Per la prima volta la Germania, in recessione, affronta la prova delle urne. L'impressione è quella di una certa tenuta, forse altre le attese, del modello politico tedesco basato sulle larghe intese. Si attendeva la Destra montante ma in qualche modo la coalizione in cui i liberali, scomparsi, verranno sostituiti dai Verdi, sembra piuttosto spostarsi a sinistra. Eppure il terremoto c'è stato ed è reso evidente da due dati in particolari. Primo, la spaccatura tra la Germania occidentale e quella orientale, che ricalca quasi perfettamente la geografia dell'epoca del muro di Berlino. Dove le zone più produttive del Paese e i ceti abbienti hanno votato sostanzialmente CDU e nell'Est ha trionfato il temuto AFD. Anche il voto operaio, e in genere il voto dei meno abbienti, vanno a formare un blocco sociale. Il 39% di questo voto va ad AFD mentre un altro 40% si frammenta tra i partiti principali. Altro dato è il voto giovanile, quello sotto i 25 anni, che si concentra sugli estremi ovvero AFD e De Linke. Così come è interessante rilevare il peso del genere nel voto ad AFD dove votano per il partito di \u003Cmark>ultra\u003C/mark> destra le donne per il 15% mentre gli uomini i per il 25%.\r\nIl neo eletto cancelliere Merz sembra aver colto lo spirito del tempo quando promette di accogliere presto, e con tutti gli onori, il presidente israeliano Netanyahu, su cui pende un mandato di cattura internazionale. Allo stesso modo fa la voce grossa con Trump e spinge per il riarmo europeo. Ma il terreno su cui sta franando il modello tedesco è quello economico e non sembra che i conservatori della CDU abbiano idee particolarmente innovative per tirare su le sorti del Paese.\r\n\r\nDi questo e altro abbiamo parlato con Lucio Baccaro, che dirige un importante centro di ricerca sociale a Colonia ed è professore onorario di sociologia a Ginevra e di scienza politica a Duisburg-Essen.",[122],{"field":82,"matched_tokens":123,"snippet":119,"value":120},[69],578730123365187700,{"best_field_score":126,"best_field_weight":127,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":47,"score":128,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":130,"highlight":146,"highlights":151,"text_match":124,"text_match_info":154},{"cat_link":131,"category":133,"comment_count":47,"id":135,"is_sticky":47,"permalink":136,"post_author":50,"post_content":137,"post_date":138,"post_excerpt":53,"post_id":135,"post_modified":139,"post_thumbnail":140,"post_thumbnail_html":141,"post_title":142,"post_type":56,"sort_by_date":143,"tag_links":144,"tags":145},[132],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[134],"Blackout Inside","71151","http://radioblackout.org/2021/10/unanalisi-delle-piazze-francesi-contro-il-green-pass-con-valerie-gerard/","Riportiamo la traduzione dell’intervista fatta a Valerie Gérard, filosofa e attivista francese che ha scritto un testo dal titolo “Tracciare delle linee: considerazioni sulle mobilitazioni contro il pass sanitario in Francia.”\r\n \r\n\r\n“Dall’inizio delle manifestazioni contro il pass sanitario la questione è di nuovo cruciale e discussa, posta esplicitamente da quelli e quelle che da sinistra, cioè, per farla breve, dal campo dell’emancipazione, trovano – o vorrebbero poterlo fare – benvenuto un movimento sociale contro le politiche sicuritarie e contro il governo di Macron in generale. Come se questo movimento potesse essere il seguito di quelli del 2016 e del 2018 [il primo contro la legge sul lavoro e il secondo quello cosiddetto dei “gilet gialli”, ndt]. È a partire da questo contesto che sono proposte queste, parziali, considerazioni.” (dalla traduzione del testo apparsa sul sito www.quieora.ink)\r\n\r\n \r\n\r\nInnanzitutto, da dove vengono le istanze contro il green pass? Dire no al pass equivale dire no al vaccino? Cosa ci dicono le piazze francesi a questo proposito? \r\n\r\n \r\n\r\nC’è moltissima gente che ha partecipato alle manifestazioni contro il pass in particolare gente di sinistra e del giro della sinistra radicale, hanno sempre detto che manifestavano contro il pass e non contro il vaccino e che il problema è che si tratta di un dispositivo di controllo, un dispositivo di sorveglianza tecnologico in più che controlla la popolazione. Quindi è questo contro cui si combatte, ed è evidente che questo rende le manifestazioni piene di senso [contenuti] per le persone che hanno l’abitudine a scendere in piazza per questo genere di tematiche. Il problema è che la maggior parte delle persone che manifestano non sono vicine a questo tipo di argomenti e vediamo molto chiaramente nei cartelli, nei discorsi, negli slogan, che i manifestanti manifestano allo stesso modo contro il vaccino che contro il pass, e poi quello che vedo è che, certo, le personalità di sinistra, dicono “ma io sono vaccinato, e sono qui a manifestare perché è un attacco alla democrazia”, “manifesto contro il pass perchè difendo la democrazia, contro lo stato e la sua deriva autoritaria”, solo che il discorso generale è scivolato a un certo punto in una diffidenza verso il vaccino, è scivolato in propositi di scetticismo verso il covid, sul fatto che il vaccino potesse essere pericoloso ecc. Dunque, a mio avviso, la porosità tra il movimento antipass e il movimento antivax è davvero forte perché possiamo veramente fare una distinzione tra i due.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi possiamo dire che è veramente contro il vaccino? \r\n\r\n \r\n\r\nBisogna dire che c’è gente che fa davvero un discorso così, ma non sono assolutamente maggioritari e non si sentono molto perchè non sono loro che danno il ritmo alle manifestazioni, in Francia c’è un’associazione che si occupa di sorveglianza e tecnologie e loro per esempio tengono un discorso che verte esclusivamente sui dati sensibili, e sono componenti che vanno alle manifestazioni perchè pensano di poter sensibilizzare le persone su queste questioni di sorveglianza.. in ogni caso il contributo di questo testo vuole essere il fatto che per qualsiasi movimento che si voglia analizzare e interpretare non basta solamente vedere i discorsi piu evidenti ma anche a cosa si accompagnano, le pratiche, ecc. e quello che si è visto quest’estate, ed era molto chiaro, è che il movimento ha colpito i luoghi dove si fanno i test, vandalizzato i centri di vaccinazione, che se l’è presa con dei medici, ciò ha condotto a delle aggressioni ecc dunque non è un movimento che se l’è presa con i dispositivi di sorveglianza ma con i luoghi della cura, quindi questo indica come il movimento si inserisce nella tendenza antisanitaria che c’è dall’inizio della pandemia piuttosto che contro il pass .\r\n\r\n \r\n\r\nTu dici di non avere affinità (utilizzo questo termine nella sua accezione ordinaria nonostante ci sia anche un’accezione filosofica che hai elaborato nel tuo libro “Par affinités”) con questo movimento, ma tu puoi immaginare oggi un movimento che non abbia le caratteristiche che tu critichi (quindi il fatto di essere individualista e ultra liberal)? Leggendo il tuo testo alcuni potrebbero dire che assume una visione un po’ troppo romantica dei gilet gialli e che scada un po’ in un punto di vista classista. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli ultimi anni in Francia perlomeno ci sono stati dei movimenti che non hanno avuto del tutto queste caratteristiche che sia il movimento contro la loi travail del 2016 o contro la riforma delle pensioni nel 2020, entrambi erano dei movimenti popolari effettivamente contro il sistema capitalista, contro le dominazioni, mentre questo movimento non ha niente a che vedere con questi, ci sono persone che ci vedono una continuità con il movimento dei gj ma io penso che non sia così perchè i discorsi, le pratiche non sono per niente le stesse. E’ vero però che il movimento dei gj all’inizio era molto indeterminato (rispetto alle proprie rivendicazioni) ed è anche per questo motivo che all’inizio dell’estate molte persone dei giri di sinistra / antagonisti hanno partecipato alle mobilitazioni no pass proprio perchè erano eterogenee, per dargli una direzione, dopodichè verso la fine dell’estate ci sono stati molti gruppi che essendoci andati hanno scritto dei testi in cui dicono effettivamente no questo movimento è molto direzionato verso l’estrema destra perchè è la destra che ne detta gli slogan; è vero che il movimento dei gj all’inizio era molto eterogeneo e che infatti molte persone di sinistra non volevano andarci perchè dicevano che era un movimento pro jihadista, e che non avevano niente da fare lì dentro ma allo stesso tempo che stava succedendo qualcosa che aveva un impatto e una composizione popolare. Non voglio dire che il moviemnto dei gj non avesse contraddizioni perchè ci sono sempre stati gruppuscoli appartenenti alla destra o all’estrema destra, ma non erano loro che decidevano la traiettoria del movimento, per esempio se guardiamo alle pratiche, la violenza dei gj era direzionata verso i grandi centri del potere, contro i negozi di lusso degli champs elysee, contro i centri della finanza, contro il potere politico attraverso l’attacco ai monumenti e non si è mai scagliato contro un servizio pubblico, quindi questo dimostra che ci sta dietro una logica che va al di là dell’etoregeneità e l’orientamento delle persone.\r\n\r\n \r\n\r\nCi sono state altre esperienze di lotta dal basso durante la pandemia, che hanno tratti di solidarietà e comunità, o delle realtà che hanno tenuto insieme la critica al governo con la presa in carico della gestione sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nIn Francia il governo non ha mai ingaggiato delle vere e proprie politiche pubbliche per la tutela della salute delle persone, ha anche negato certi aspetti del virus, in certi periodi è stato molto scettico nei confronti del covid e questo ha causato una grande perdita di tempo e soprattutto ha causato ancora piu morti di quelli che ci sarebbero stati, quindi quello che ci saremmo potuti immaginare era l’esplosione di un movimento di opposizione al potere che di fronte a questo esigesse delle misure efficaci contro il virus ma rispetto a questo non ci sono state grandi piazze, ci sono state localmente iniziative qua e la, alcuni gruppi hanno portato avanti un discorso che partiva dal presupposto di come costruire un’autodifesa sanitaria, sapendo che per combattere il covid in una certa misura ha significato anche sottomettersi alle indicazioni del governo. Ciò che è successo in Francia è che c’è stata anche una grande confusione legata a una certa lettura di Foucault e di Agamben su una maniera di pensare la pandemia e la maniera di pensare a una risposta sanitaria alla pandemia che presupponeva che combattere il virus implicasse di sottomettersi a un potere statale autoritario, un biopotere, che significa controllo generale come se la pandemia fosse un pretesto per stabilire un controllo ovunque. E a partire da quel momento le persone tradizionalmente di sinistra o chi si riferisce a questi autori hanno avuto la tendenza a dire che le misure sanitarie fossero un atto dittatoriale, il fatto di obbedirvi era per forza un atto di sottomissione al potere, e ciò ha fatto sì che il margine per costruire delle lotte sociali fosse sempre limitato, che fossero delle lotte al tempo stesso contro il potere e contro il covid. Infatti, ciò che è successo quest’estate si inscrive in quello che è stato durante la pandemia un’opposizione al potere e soprattutto alle misure di protezione sanitaria, infatti le persone erano contro il lockdown, erano contro le mascherine, contro il vaccino, contro il pass. In questo senso l’aspetto della sorveglianza e della tecnologia ha permesso alle persone di sinistra di trovare un po di piu il proprio posto in questa dimensione seppur rimanesse marginale, perché nella contestazione al pass rimane l’idea che tutte le politiche sanitarie in Francia abbiano a che fare con il biopotere e che il governo dei medici (della scienza potremmo dire) è per forza antidemocratico.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi è possibile dividere l’aspetto governamentale e l’aspetto della sicurezza sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nSi certo per me è completamente separato, non hanno nulla a che vedere, in altri territori in Francia per esempio la questione si presenta completamente in maniera diversa, c’è per esempio un comune di estrema destra in cui sono state impedite tutte le forme di tutela sanitaria e che ha anche impedito alle persone di mettere in pratica delle forme di tutela individuali quindi è evidente come in questo genere di situazioni prendere delle misure sanitarie non significa assolutamente sottomettersi alle indicazioni di governo, è ciò che è successo in Messico in Chiapas quando il governo messicano ha pensato di non prendere alcuna forma di precauzione, lì hanno messo in pratica in maniera autonoma e autogestita le loro proprie misure contro il covid, questo per dire che esistono dei tentativi di prendere delle misure in maniera autonoma di autodifesa sanitaria per proteggersi contro il virus e contro un governo che nega il virus, e questo mostra molto bene che la giunzione che è stata fatta rileggendo Foucault sul rispettare le misure sanitarie e sottomettersi al potere statale non ha alcun senso, ma molte persone ci credono.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/intervista-valerie-gerard-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Ottobre 2021","2021-10-08 09:48:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-300x173.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-300x173.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-1024x590.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-768x442.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-1536x885.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","UN’ANALISI DELLE PIAZZE FRANCESI CONTRO IL GREEN PASS CON VALERIE GERARD",1633686538,[],[],{"post_content":147},{"matched_tokens":148,"snippet":149,"value":150},[69],"fatto di essere individualista e \u003Cmark>ultra\u003C/mark> liberal)? 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È a partire da questo contesto che sono proposte queste, parziali, considerazioni.” (dalla traduzione del testo apparsa sul sito www.quieora.ink)\r\n\r\n \r\n\r\nInnanzitutto, da dove vengono le istanze contro il green pass? Dire no al pass equivale dire no al vaccino? Cosa ci dicono le piazze francesi a questo proposito? \r\n\r\n \r\n\r\nC’è moltissima gente che ha partecipato alle manifestazioni contro il pass in particolare gente di sinistra e del giro della sinistra radicale, hanno sempre detto che manifestavano contro il pass e non contro il vaccino e che il problema è che si tratta di un dispositivo di controllo, un dispositivo di sorveglianza tecnologico in più che controlla la popolazione. Quindi è questo contro cui si combatte, ed è evidente che questo rende le manifestazioni piene di senso [contenuti] per le persone che hanno l’abitudine a scendere in piazza per questo genere di tematiche. 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Ciò che è successo in Francia è che c’è stata anche una grande confusione legata a una certa lettura di Foucault e di Agamben su una maniera di pensare la pandemia e la maniera di pensare a una risposta sanitaria alla pandemia che presupponeva che combattere il virus implicasse di sottomettersi a un potere statale autoritario, un biopotere, che significa controllo generale come se la pandemia fosse un pretesto per stabilire un controllo ovunque. E a partire da quel momento le persone tradizionalmente di sinistra o chi si riferisce a questi autori hanno avuto la tendenza a dire che le misure sanitarie fossero un atto dittatoriale, il fatto di obbedirvi era per forza un atto di sottomissione al potere, e ciò ha fatto sì che il margine per costruire delle lotte sociali fosse sempre limitato, che fossero delle lotte al tempo stesso contro il potere e contro il covid. 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L’etichetta aveva conosciuto un suo momento di gloria nel 1979, quando la rivoluzione contro lo Shah Palevhi si dichiarò dalla parte dei Mostazafin, per coagulare consensi tra i più poveri.\r\nI giovani scesi nelle piazze dell’Iran sembrano avere poco a che fare con i loro coetanei borghesi della zona Nord di Teheran, del fronte riformista, della protesta che aveva i suoi riferimenti nella rivoluzione ma anche negli ideali libertari occidentali.\r\nQuesta rivolta offre pochi appigli agli analisti perché ha caratteristiche sociali sfuggenti. Nel recente passato le grandi proteste in Iran si erano svolte a Teheran e nella grandi città dove è più facile individuare cosa le muove e chi le agita. Questa volta, specie nella fase aurorale, la periferia ha prevalso sul centro: i giovani iraniani sono scesi in piazza in città lontane dall’usuale palcoscenico della politica, anche per questo le notizie sono arrivate con difficoltà e le forze di sicurezza, presenti in maniera capillare nelle grandi metropoli, hanno avuto maggiori problemi a mantenere il controllo.\r\nL’inizio della rivolta è stata nella provincia di Mashad, città cardine del rivale di Rohani, Ebrahim Raisi, capo della ricca e potente Fondazione Al Qods, battuto alle elezioni presidenziali del maggio scorso. Questo ha fatto pensare che gli ultraconservatori potessero in qualche modo volere mettere in crisi il governo dell’attuale presidente. Un’interpretazione avvalorata dalle dichiarazioni di un fedelissimo di Rohani, il vicepresidente Eashaq Jahangiri, il qualche aveva accusato gli ultrà del regime di manipolare le manifestazioni, un’interpretazione degli eventi appoggiata dallo stesso fronte riformista.\r\n\r\nD’altra parte la Guida Suprema Alì Khamenei si è espresso per una linea ben più dura rispetto a quella di Rohani, il che induce il sospetto che la faccenda, se realmente è stata ispirata dai conservatori, sia presto sfuggita loro di mano.\r\nNel 2009, nell’Onda Verde c’erano leader politici ben precisi, Mir Hussein Mousavi e Mehdi Karrubi, che facevano riferimento ai riformisti appoggiati allora da Hashemi Rafsanjani, uno dei grandi padrini della repubblica islamica. Anche il bersaglio era evidente: la rielezione del presidente ultraconservatore Mahamoud Ahmadinejad, avvenuta in un clima pesantemente avvelenato dai brogli, sostenuto allora dalla Guida Suprema Alì Khamenei che successivamente lo ha abbandonato al suo destino.\r\nC’è chi oggi ha ipotizzato la lunga manus dell’ex presidente Ahmadinejad dietro alle rivolte. Il suo tentativo di presentarsi alle elezioni della scorsa primavera per correre per un terzo mandato è stato bloccato. Ad un certo punto i media nostrani hanno diffuso la notizia di un suo possibile arresto. Sebbene fonti autorevoli sostengano che si tratti di una fake news, ad oggi è difficile dire se Ahmadinejad sia completamente libero di muoversi nel paese.\r\nAhmadinejad ha rappresentato una sorta di anomalia nella scena politica iraniana, perché è stato il primo presidente “laico” della Repubblica Islamica. Là dove per “laico” si intende che Ahmadinejad non appartiene al clero, nonostante sia molto vicino alle correnti più mistiche dello sciismo. Sotto la sua amministrazione, il tema del 12 Imam, l’imam nascosto, il Mahdi ha ripreso forza nei pellegrinaggi nel luogo di una sua ricomparsa in Iran.\r\n\r\nNel 2009 le strade si erano riempite non soltanto del popolo ma anche della borghesia della capitale, la classe media iraniana che ha i suoi referenti a Teheran Nord, la parte più agiata della società. Questa volta a bruciare le auto e incendiare i posti di polizia sono stati i giovani più poveri della periferia, non della capitale ma del paese. Mentre i giovani studenti della borghesia hanno quasi sempre sostenuto i candidati riformisti o moderati alla presidenza, come Mohammed Khatami nel ‘97 e poi Hassan Rohani, per contrastare l’ala dura del potere del clero e dei Pasdaran, questa ondata di protesta non sembra esprimere simpatia per i riformisti e gli “illuminati”. La politica squisitamente liberista di Rohani non ha certo contribuito ad aumentarne l’appeal tra i giovani poveri del paese.\r\n\r\nD’altra parte i temi della rivolta, inizialmente diretta solo contro il caro vita, si sono estesi investendo la stessa casta sacerdotale. Persino la guida suprema Ali Khamenei è entrato nel mirino di un movimento, che lo ha bruciato in effige. Non solo. L’aumento della spesa militare, l’impegno bellico in Siria e Iraq sono tra i temi che hanno alimentato le proteste.\r\nAltra novità la comparsa nelle piazze della provincia di curdi e arabi, minoranze che negli anni precedenti erano rimaste ai margini nelle manifestazioni di dissenso nelle grandi città.\r\nIn Iran circa dodici milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà. L’assistenzialismo iraniano, basato sulle fondazioni religiose, sostiene non più della metà di questa massa di diseredati. Nonostante le distribuzioni con prezzi calmierati dei beni di prima necessità attuate da queste fondazioni, che mirano a mantenere il controllo dei mostazafin, i salari reali sono continuamente diminuiti negli ultimi anni.\r\nLe ruberie da parte delle fondazioni legate al clero – fondazioni che possiedono buona parte dell’industria e della proprietà fondiaria del paese – o l’aumento del prezzo delle uova sono stati i detonatori di una rivolta le cui ragioni hanno ben poco di contingente.\r\n\r\nLa partita potrebbe ripartire a fine gennaio, quando gli Stati Uniti decideranno se imporre ulteriori sanzioni, oltre a quelle che il paese subisce di 38 anni. C’è chi ritiene che Trump potrebbe persino recedere dagli accordi sul nucleare stretti tra l’amministrazione Obama e il governo Rohani.\r\nUn fatto è tuttavia sicuro. 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Questa volta, specie nella fase aurorale, la periferia ha prevalso sul centro: i giovani iraniani sono scesi in piazza in città lontane dall’usuale palcoscenico della politica, anche per questo le notizie sono arrivate con difficoltà e le forze di sicurezza, presenti in maniera capillare nelle grandi metropoli, hanno avuto maggiori problemi a mantenere il controllo.\r\nL’inizio della rivolta è stata nella provincia di Mashad, città cardine del rivale di Rohani, Ebrahim Raisi, capo della ricca e potente Fondazione Al Qods, battuto alle elezioni presidenziali del maggio scorso. Questo ha fatto pensare che gli ultraconservatori potessero in qualche modo volere mettere in crisi il governo dell’attuale presidente. 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Anche il bersaglio era evidente: la rielezione del presidente ultraconservatore Mahamoud Ahmadinejad, avvenuta in un clima pesantemente avvelenato dai brogli, sostenuto allora dalla Guida Suprema Alì Khamenei che successivamente lo ha abbandonato al suo destino.\r\nC’è chi oggi ha ipotizzato la lunga manus dell’ex presidente Ahmadinejad dietro alle rivolte. Il suo tentativo di presentarsi alle elezioni della scorsa primavera per correre per un terzo mandato è stato bloccato. Ad un certo punto i media nostrani hanno diffuso la notizia di un suo possibile arresto. Sebbene fonti autorevoli sostengano che si tratti di una fake news, ad oggi è difficile dire se Ahmadinejad sia completamente libero di muoversi nel paese.\r\nAhmadinejad ha rappresentato una sorta di anomalia nella scena politica iraniana, perché è stato il primo presidente “laico” della Repubblica Islamica. Là dove per “laico” si intende che Ahmadinejad non appartiene al clero, nonostante sia molto vicino alle correnti più mistiche dello sciismo. Sotto la sua amministrazione, il tema del 12 Imam, l’imam nascosto, il Mahdi ha ripreso forza nei pellegrinaggi nel luogo di una sua ricomparsa in Iran.\r\n\r\nNel 2009 le strade si erano riempite non soltanto del popolo ma anche della borghesia della capitale, la classe media iraniana che ha i suoi referenti a Teheran Nord, la parte più agiata della società. Questa volta a bruciare le auto e incendiare i posti di polizia sono stati i giovani più poveri della periferia, non della capitale ma del paese. Mentre i giovani studenti della borghesia hanno quasi sempre sostenuto i candidati riformisti o moderati alla presidenza, come Mohammed Khatami nel ‘97 e poi Hassan Rohani, per contrastare l’ala dura del potere del clero e dei Pasdaran, questa ondata di protesta non sembra esprimere simpatia per i riformisti e gli “illuminati”. La politica squisitamente liberista di Rohani non ha certo contribuito ad aumentarne l’appeal tra i giovani poveri del paese.\r\n\r\nD’altra parte i temi della rivolta, inizialmente diretta solo contro il caro vita, si sono estesi investendo la stessa casta sacerdotale. Persino la guida suprema Ali Khamenei è entrato nel mirino di un movimento, che lo ha bruciato in effige. Non solo. L’aumento della spesa militare, l’impegno bellico in Siria e Iraq sono tra i temi che hanno alimentato le proteste.\r\nAltra novità la comparsa nelle piazze della provincia di curdi e arabi, minoranze che negli anni precedenti erano rimaste ai margini nelle manifestazioni di dissenso nelle grandi città.\r\nIn Iran circa dodici milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà. L’assistenzialismo iraniano, basato sulle fondazioni religiose, sostiene non più della metà di questa massa di diseredati. 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Le speranze che quell’accordo portasse alla fine delle sanzioni, all’apertura di nuovi mercati, alla fine dell’embargo finanziario, alla ripresa di investimenti nel paese sono state deluse. I numeri delle disoccupazione e della povertà nel paese disegnano la mappa sulla quale è scoppiata la rivolta. Una rivolta le cui fiamme, imprevedibili per conservatori e riformisti, potrebbero presto riprendere ad ardere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Negri, corrispondente di guerra ed esperto di questioni geopolitche per il Sole 24 ore e membro dell’ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 01 09 negri iran",[193],{"field":82,"matched_tokens":194,"snippet":190,"value":191},[189],{"best_field_score":126,"best_field_weight":127,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":47,"score":128,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":47},{"document":197,"highlight":217,"highlights":222,"text_match":124,"text_match_info":225},{"cat_link":198,"category":199,"comment_count":47,"id":200,"is_sticky":47,"permalink":201,"post_author":50,"post_content":202,"post_date":203,"post_excerpt":53,"post_id":200,"post_modified":204,"post_thumbnail":205,"post_thumbnail_html":206,"post_title":207,"post_type":56,"sort_by_date":208,"tag_links":209,"tags":213},[44],[46],"32030","http://radioblackout.org/2015/10/educazione-sessuale-e-differenze-di-genere/","L'educazione sessuale e affettiva a scuola e le differenze di genere. Un appuntamento che si svolgerà oggi che ha l'obiettivo di informare la comunità, genitori e insegnanti, su un tema che troppo spesso viene utilizzato in maniera deformata. Per fare questo si è organizzato un evento, aperto a tutti e gratuito, per parlare insieme, con professionisti qualificati, di un tema delicato come quello dell'educazione dei bambini in materia di affettività, sessualità e studi di genere. In un clima ostile dettato da reazioni da parte di associazioni ultra cattoliche, l'appuntamento di oggi ha un carattere perseverante per tornare a parlare di temi troppo poco discussi e affrontati nella società odierna. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Valentina Mossa, psicologa clinica e una delle organizzatrici dell'evento\r\n\r\nUnknown","22 Ottobre 2015","2015-10-23 10:32:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/images-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"243\" height=\"207\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/images.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Educazione sessuale e differenze di genere",1445515894,[210,211,212],"http://radioblackout.org/tag/gender/","http://radioblackout.org/tag/scuola/","http://radioblackout.org/tag/sessualita/",[214,215,216],"gender","scuola","sessualità",{"post_content":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[69],"reazioni da parte di associazioni \u003Cmark>ultra\u003C/mark> cattoliche, l'appuntamento di oggi ha","L'educazione sessuale e affettiva a scuola e le differenze di genere. 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opinioni senza marchio (mavericknews.wordpress.com) a proposito del suo illuminante articolo intitolato\"C'è lavoratore e lavoratore: per esempio ci sono i crumiri\", intorno al quale si è scatenato un vivace dibattito dopo l'attacco del senatore ultra SI TAV PD Esposito ripreso dai mass-media.\r\n\r\nCon Fabrizio analizziamo a grandi linee il fuoco mediatico al quale è stato esposto, ribadendo l'argomento di fondo del suo articolo e cioè che nella storia delle lotte sociali ci sono sempre stati lavoratori che si sono prestati a fare gli interessi del padrone di turno (il crumiraggio appunto), spesso con la giustificazione di dover svolgere la propria mansione (nella foto, un articolo di giornale dell'autunno 1969).\r\n\r\nNe scaturisce una interessante discussione sul carattere reazionario di certo \"lavorismo\" e \"operaismo\" che è portato avanti a sinistra e che al giorno d'oggi non fa che supportare gli interessi di certe lobbies come quella dell'Alta Velocità.\r\n\r\nOltre all'ascolto dell'intervista si consiglia la lettura per intero dell'articolo, al link sottostante.\r\n\r\nMaverick\r\n\r\nhttp://mavericknews.wordpress.com/2013/05/14/ce-lavoratore-e-lavoratore-per-esempio-ci-sono-i-crumiri/","23 Maggio 2013","2013-05-30 10:36:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/anarco_topo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"131\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/anarco_topo-300x131.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/anarco_topo-300x131.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/anarco_topo-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/anarco_topo.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","C'è lavoro e lavoro - 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The sonic experience into an act of alienation.\r\n\r\n? *: we epitomize the aesthetics of viral reality through audio systems and technology debloating","10 Gennaio 2025","2025-01-10 10:40:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/8-200x110.png","09/01/25 | ARSCODED _ OBS VOCAL BRUTALITY MODE",1736505653,[],[],{"post_content":358},{"matched_tokens":359,"snippet":361,"value":362},[360],"Ultra","thoughts.\r\n\r\n2️⃣ **Destructuring of Space-Time**\r\n\u003Cmark>Ultra\u003C/mark> loudness and sound notifications collapse","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ARS_9012025_arscoded.mp3\"][/audio]\r\nARSIDER LIVE > NW MILLENNIUM TECH\r\n? **how did we get 2 this point? ?**\r\n\r\n1️⃣ **Speed and Disorientation**\r\nSonic overload accelerates perception beyond critical thresholds. 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Anche oggi DJ Post Pony non ce l'ha fatta, alle prese con autografie e selfies con la popolazione di Settimo. Un servizio per la comunità, che accresce ulteriormente il suo fascino indiscutibile, non c'è che dire. Ing. Sollazzi un po' abbatuto, solo soletto ha messo cassette e files di: D'Angelo, King Vision Ultra, Nona Hendrix, Sirius, Air Tone, LIFEPOD5, SottoTono et. alt.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/1807.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n ","18 Luglio 2024","2024-07-18 21:58:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/photo_2024-07-18_21-57-16-200x110.jpg","Matinée XXL #43",1721339903,[],[],{"post_content":382},{"matched_tokens":383,"snippet":384,"value":385},[360],"files di: D'Angelo, King Vision \u003Cmark>Ultra\u003C/mark>, Nona Hendrix, Sirius, Air Tone,","Continua la folle corsa di Matinée dritta al cuore bollente dell'estate. 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Original!\r\n\r\nApriamo come sempre con una transizione un po' pop per rendere il passaggio di palinsesto meno drastico, per cui passiamo Coolio, Inna, ESA con West riviera, Sean Kuti con Egypt 80 e Jr.Gong, e la Jamaica Jazz Orchestra, prima di incominciare a fare sul serio con il nuovo album di Dawitt, e poi a ruota Junior Reid con Dub Syndicate, doppietta di Kazam Davis, doppietta di Shaka Black, il primo Roots Keepers' con Jah Marnya e poi iniziamo ad ascoltare produzioni Roots HiTek a motore, con Tena Stelin, Prince Livijah, Benji Roots, e produzioni Sip A Cup ultra classic con Roman Stewart e Michael Prophet. Rispolveriamo lo speciale di Earl 16 per la radio, prima d andare a chiudere con il nuovo brano degli Africa Unite.\r\n\r\n\"Nuff a dem a run up dem mouth Nuff a dem a seh dem a di best\r\nBut when it comes to the best I know them a want this\"","3 Luglio 2024","2024-07-03 16:04:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/IMG_2250-200x110.jpeg","Overjoy 197",1720022645,[403,404,405],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[290,294,292],{"post_content":408},{"matched_tokens":409,"snippet":410,"value":411},[69],"e produzioni Sip A Cup \u003Cmark>ultra\u003C/mark> classic con Roman Stewart e","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/2024.07.02-16.30.00-OJ197-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 2 Luglio 2024, Overjoy 197 [S18E2]\r\n\r\nLa puntata di oggi si chiude con il nuovo singolo uscito or ora di Africa Unite con tanto di skit per la radio di Bunna! 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Tra gli artisti che han contribuito alle musiche utilizzate abbiamo Mad Professor, Vibronics, Disciples, Dub Creator, Libertad Sound System, Ashanti Selah, Dixie Peach, Lyrical Benjie, Teta Mona, Cultural Warriors, The Heptones, Neville Brown, Michael & Robert Palmer, Binghi Ghost, Luv Fyah, Junior Reid & Voice Of Progress, Official Staff, The Scientist, Cedric Myton, Kebaka Pyramid, Protoje, Dub Marta, poi le selezioni di Biste tutte incentrate intorno all'EarthWorks Studio e Jah Works, e l'annuncio del concerto benefit del prossimo venerdì 21 in via cecchi 21 perfomeranno Cisco Kid & The Giants Of Monti Prama e Blue Chikuta!\r\n\r\nnuh follow rumors","19 Giugno 2024","2024-06-19 16:20:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/41958_i-giganti-di-mont-e-prama_edited_edited-200x110.jpg","Overjoy 195",1718814039,[403,404,405],[290,294,292],{"post_content":430},{"matched_tokens":431,"snippet":432,"value":433},[69],"2024, Overjoy 195 [S17E13]\r\n\r\nOverjoy \u003Cmark>ultra\u003C/mark> relax edition impreziosita dalla presenza","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024.06.18-16.30.00-OJ195-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 18 Giugno 2024, Overjoy 195 [S17E13]\r\n\r\nOverjoy \u003Cmark>ultra\u003C/mark> relax edition impreziosita dalla presenza di Biste nell'ultima mezz'ora. 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