","FOA BOCCACCIO: estate in pista!","post",1718654297,[57,58],"http://radioblackout.org/tag/monza/","http://radioblackout.org/tag/occupazione/",[60,61],"Monza","occupazione",{"post_content":63},{"matched_tokens":64,"snippet":66,"value":67},[65],"ansia","Per chi fosse particolarmente in \u003Cmark>ansia\u003C/mark> per la nostra incolumità: l’area","Sabato pomeriggio è nata una nuova occupazione a Monza, la FOA Boccaccio, dopo quattro sgomberi in dodici mesi, ha un nuovo spazio. La volontà dellx occupanti di via Boccaccio 3 è quella di costruire un’estate piena di iniziative, aggregazione e lotte, in uno spazio pubblico destinato alla demolizione e che in passato è stato già utilizzato per attività ludico-ricreative.\r\n\r\nDal loro blog:\r\n\r\n\"La nuova occupazione di Via Boccaccio 3 è un’esperienza sicuramente inedita nella storia del nostro collettivo: infatti questa volta abbiamo scelto di recuperare uno spazio pubblico abbandonato da anni dalle istituzioni, nonostante la sua predisposizione per le attività aggregative. Si tratta di una storica pista da hockey e pattinaggio, chiusa ormai da decenni, a cui la città è molto affezionata, come dimostrato dalle numerose persone che hanno accolto con entusiasmo la riapertura dello spazio.\r\n\r\nAbbiamo scelto questo spazio nonostante sia in programma la sua demolizione, inserita nel Masterplan della Reggia di Monza e del Parco. Il progetto, reso pubblico lo scorso anno, prevede l’abbattimento e la rinaturalizzazione dell’area dell’ex pista, con tempi che crediamo compatibili con il nostro “masterplan”.\r\n\r\nRiteniamo superfluo ripetere quanto sia necessario avere uno spazio di libera aggregazione e socialità nella città di Monza, soprattutto per le persone più giovani: vi invitiamo quindi a sostenere la nuova occupazione e a passare per proporre le vostre idee, dato che lo spazio si presta a molteplici utilizzi.\r\n\r\nQuello che ci preme ribadire è che da ieri pomeriggio si è nuovamente innescato un processo collettivo di autorecupero, autogestione e solidarietà che, data la natura pubblica dello spazio, assume valori ancora più profondi che la politica locale non potrà ignorare.\r\n\r\n \r\n\r\nVi aspettiamo quindi ai prossimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nTutti i giorni COLAZIONE ANTISGOMBERO dalle ore 05.00 e AULA STUDIO dalle ore 14.00 (aperta anche a non studentx).\r\n\r\n \tMartedì 18 giugno h 18.30 – 20.30 Allenamento aperto di boxe popolare (Vieni a provare!)\r\n \tMartedì 18 giugno h 21.00 Assemblea pubblica per la costruzione del corteo “Brianza per la Palestina” (in via Piave 7)\r\n \tGiovedì 20 giugno h 21.00 Assemblea pubblica “Carovita lotte sociali e repressione”\r\n \tVenerdì 21 giugno h 21.00 CONCERTO di band emergenti\r\n \tDomenica 23 giugno h 18.30 proiezione di tre cortometraggi palestinesi\r\n\r\nPer chi fosse particolarmente in \u003Cmark>ansia\u003C/mark> per la nostra incolumità: l’area non presenta alcuna traccia di amianto né strutture pericolanti.\"\r\n\r\nAscolta e scarica la diretta con un compagno da Monza:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/foaboccaccio.mp3\"][/audio]",[69],{"field":70,"matched_tokens":71,"snippet":66,"value":67},"post_content",[65],578730123365187700,{"best_field_score":74,"best_field_weight":75,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":76,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":78,"highlight":114,"highlights":119,"text_match":72,"text_match_info":122},{"cat_link":79,"category":80,"comment_count":43,"id":81,"is_sticky":43,"permalink":82,"post_author":46,"post_content":83,"post_date":84,"post_excerpt":49,"post_id":81,"post_modified":85,"post_thumbnail":86,"post_thumbnail_html":87,"post_title":88,"post_type":54,"sort_by_date":89,"tag_links":90,"tags":103},[40],[42],"68865","http://radioblackout.org/2021/04/memoria-negazione-e-strategie-intorno-al-genocidio-armeno/","https://youtu.be/lUlMjatER_s\r\nGli armeni negli ultimi mesi sono stati strumentalizzati dalle potenze globali e locali persino più del solito. Ma Biden aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe riconosciuto il genocidio armeno del 1915, e lo ha fatto il 24 aprile, nel giorno consacrato alla memoria di quella strage del Secolo breve. Una data che comunque gli fa gioco nella sua partita a scacchi con Erdoğan e nel suo intento di accorciargli il guinzaglio e allontanarlo da Putin (e dagli S400). E infatti lo ha sentito per la prima volta da quando è stato eletto al posto di Trump, molto meno ostico per il presidente turco.\r\nMurat Cinar estrae la figura di Aram Tigran per tessere l'ordito musicale a partire da Diyarbakir e dirigersi verso Qamişlo, unificando i destini del popolo curdo con quello armeno e da quella lirica storia di un musicista, esule persino prima di nascere, morto – a newrouz! – per l'emozione di poter suonare nella propria terra... ma portato in un nosocomio lontano a esalare l'ultimo respiro come modello di una nazione in esilio da un genocidio negato dai Giovani Turchi e poi da tutti i regimi anatolici più o meno kemalisti.\r\n\r\nI motivi per cui proprio ora a distanza di più di un secolo sia avvenuto questo riconoscimento da parte americana vanno ricercati un po' nella attenzione per i diritti umani dei sudditi di Ankara, ovviamente pretestuosi per l'amministrazione americana che li usa per tenere sotto scacco Erdoğan, e sia Joe Biden che Kamala Harris avevano alluso alla questione armena, perché la diaspora derivante da quella pulizia etnica durante la Prima guerra mondiale portò molti armeni negli Stati Uniti e in particolare nella California cara alla vicepresidente, che ha dato voce in cambio di voti a quella minoranza.\r\nUn altro punto da considerare per questo dissidio è che funge da detonatore per la composizione di un contenzioso che da anni divide i due più potenti eserciti della Nato e come dice Murat gli interessi tra questi appartenenti si intrecciano a tal punto che nessuno può lasciare l'“Organizzazione” (infatti in un altro momento abbiamo già parlato delle sanzioni Caatsa applicate ad alleati riottosi: https://www.spreaker.com/user/ogzero/murat-03-intese-con-putin-e-sanzioni). Anche se si è arrivati al punto di rottura tra gli \"alleati\", come abbiamo dimostrato cercando di raccontare cosa hanno rappresentato gli Accordi di Astana (https://ogzero.org/studium/il-mare-di-astana-il-mediterraneo/) e cosa significa il controllo dei monti al confine tra Iraq, Siria e Turchia, visto che proprio ieri l'alleato curdo di Ankara nel Kurdistan, l'iracheno Barzani, ha il 28 aprile scorso intimato al Pkk di lasciare il rifugio sui monti Qandil. E poi il maxiprocesso a New York che coinvolge dirigenti, parlamentari, direttori di banche e rampolli turchi per riciclaggio e malversazioni che coinvolgono anche altri stati sovrani (India, Iran, Qatar, Cina); le indagini relative al ramo turco furono sempre avversate e i magistrati licenziati, perseguiti... ma in Usa un faccendiere turco confessò, spiegando come si dipanava il riciclaggio e lo scambio di merci in embargo.\r\nIl genocidio armeno è un tabù in Turchia ed è anche uno stillicidio per i discendenti dei massacrati che si trovano a convivere con i discendenti degli aguzzini; con i riti e le omertà, i silenzi pesanti e l'ignavia di chi preferisce sopravvivere, mentre i coraggiosi poeti, giornalisti, intellettuali che hanno avuto il coraggio di vivere scrollandosi di dosso la paura del colombo sempre impaurito sono stati uccisi come Hrant Dink nel 2007. i turchi rimangono senza una corretta informazione della proprie responsabilità e gli armeni senza il riconoscimento delle proprie sofferenze, costantemente in ansia, come ancora denuncia Yetvart Danzikian e anche Garo Paylan in parlamento ha cercato di far parlare i 200 intellettuali armeni che sparirono e non poterono più parlare un secolo fa, guadagnandosi una minaccia di fare la stessa fine.\r\n\"Negazione e presenza di un genocidio: narrazioni e usi diversi della storia armena\".","30 Aprile 2021","2021-04-30 23:34:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/genocidio_armeno-01-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/genocidio_armeno-01-300x167.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/genocidio_armeno-01-300x167.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/genocidio_armeno-01-200x110.jpeg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/genocidio_armeno-01.jpeg 644w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Memoria, negazione e strategie intorno al genocidio armeno",1619825641,[91,92,93,94,95,96,97,98,99,100,101,102],"http://radioblackout.org/tag/aramtigran/","http://radioblackout.org/tag/caatsa/","http://radioblackout.org/tag/garopaylan/","http://radioblackout.org/tag/genocidearmenien/","http://radioblackout.org/tag/genocidioarmenio/","http://radioblackout.org/tag/hrantdink/","http://radioblackout.org/tag/yetvartdanzikian/","http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/pkk/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[104,105,106,107,108,20,26,109,110,111,112,113],"#aramtigran","#caatsa","#garopaylan","#genocidearmenien","#genocidioarmenio","armenia","biden","Erdogan","pkk","Turchia",{"post_content":115},{"matched_tokens":116,"snippet":117,"value":118},[65],"delle proprie sofferenze, costantemente in \u003Cmark>ansia\u003C/mark>, come ancora denuncia Yetvart Danzikian","https://youtu.be/lUlMjatER_s\r\nGli armeni negli ultimi mesi sono stati strumentalizzati dalle potenze globali e locali persino più del solito. 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Epoca in cui a dominare sono le passioni tristi di un senso comune di massa perennemente tentato da interpretazioni complottiste, mentalità da bunker, ansia d'invasioni barbariche alle porte e forsennata ricerca di punti di riferimento certi.\r\nTra chi si interroga sul chi saprà interpretare lo spazio politico aperto da questa nuova maggioranza (?) rumorosa di destra (Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera) e vecchi tromboni di sinistra che assicurano che le istanze di sabato non ricalcano la storica contrappozizione che ha scandito il Novecento (Vacca: \"non sono reazionari, sulle adozioni hanno ragione\"), il fenomeno ci ripropone l'emergenza pulviscolare di ampi strati di società refrattari ad aspetti di modernità che spesso si pensano acquisiti una volta per tutti ma che invece permangono come elementi di divisione che non di rado si sovrappongono su alcune linee di classe.\r\nUna buona lettura della composizione di quella piazza nella sua dimensione antropologica e psicologica-collettiva è quella che abbiamo letto sul blog https://beizauberei.wordpress.com...\r\n«questi più che cattolici sono piccoli borghesi che scivolano in basso, alle soglie del proletariato, riuscendosi a tenere agli spigoli che meglio conoscono ma rimanendo terrorizzati dalla voragine. Sono estranei alle consapevolezze della vecchia sinistra, sono ideologicamente figli di padri che non hanno alcuna scuola politica, niente sindacato di fabbrica, niente vita di sezione, ma neanche nessuna lettura di tradizione liberale, il Corsera è carta per la lettiera dei gattini e persino il dibattito grillino li sorpassa – che ce ne vole. Sono in un certo senso deliziosamente naif e asciugano tutte le questioni che li minacciano e bruciano – l’incerto futuro dei figli, la crisi che travolge quella piccola imprenditoria che deve essere stata l’eden della loro infanzia, intorno all’unico totem di cui hanno una distinta memoria, il babbo e la mamma. In questo modo ci regalano quella forma di regressione sociale che più che ricordare le evoluzioni del Cristianesimo e del mondo Cattolico, sembra invocare la distopia disegnata da Houllebque. Questi sono i nostri islamici immaginifici altro che Fratelli Mussulmani. Quella parte delle nostre donne che non sono mai state capaci di voler dare alla progenie nient’altro che pane latte e nomi di fiori, che avvertono la libertà solo come stanchezza, e che a fronte della loro inadeguatezza vaneggiano un patriarcato disneyano. Quella parte di nostri uomini che come caporali senza esercito, fanti a cui la fine della guerra ha tolto la carriera e la possibilità di medaglie, incapaci di tenere le armi in mano nella New Economy, propongono l’anacronistico sogno di dirigere un fienile, e una tribù di femmine e fantesche».\r\n \r\nSul tema, da un'altra prospettiva, abbiamo fatto una chiacchierata con Franco Barbero, prete scomunicato nel 2003 da Papa Woityla (ordinato sacerdote nel 1965), attivo nel movimento delle comunità cristiane di base, critico della dottrina e delle gerarchie ecclesiastiche, compagno di strada del movimento glbtq e delle cmpagne per i diritti di tutt*.\r\ndon","4 Febbraio 2016","2016-02-05 11:52:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/family-day6-1000x600-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/family-day6-1000x600-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/family-day6-1000x600-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/family-day6-1000x600-768x461.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/family-day6-1000x600.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dio, Scienza, Mamma e Papà (sulla piazza del Family Day)",1454589624,[137,138,139,140],"http://radioblackout.org/tag/family-day/","http://radioblackout.org/tag/glbtq/","http://radioblackout.org/tag/step-child-adoption/","http://radioblackout.org/tag/unioni-civilil/",[18,12,28,22],{"post_content":143},{"matched_tokens":144,"snippet":145,"value":146},[65],"interpretazioni complottiste, mentalità da bunker, \u003Cmark>ansia\u003C/mark> d'invasioni barbariche alle porte e","La piazza che sabato ha tentato (senza riuscirsi) di riempire il Circo Massimo a Roma sembra riassumere il peggio del riduzionismo moralista di cui sono capaci questi tempi infausti. 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Solo a Casale Monferrato sono morte tremila persone. Tra loro anche familiari dei lavoratori, bambini che hanno giocato in quella polvere grigia ed assassina.\r\nTorturati ed uccisi. Il mesotelioma pleurico è il tumore che colpisce gli esposti all'amianto: le fibre ti entrano dentro e prima o poi cominciano a rosicchiarti la vita. Muori soffocato.\r\nLa sentenza di Roma fa soffrire, perché ha macinato le speranze di tanta gente comune, che aveva perso una persona cara e credeva nel lieto fine. Un lieto fine che non c'é stato: una dura lezione sulla democrazia, sul capitalismo, sul gioco truccato delle aule di tribunale.\r\nNon c'é scampo. Se il tavolo è truccato non resta che rovesciarlo.\r\n\r\nOggi i giornali hanno diffuso la notizia delle promesse del primo ministro Renzi alla gente del comitato di Casale: se ci sarà un processo bis, lo Stato si costituirà parte civile. Un'altra manciata di illusioni per la gente di Casale e per i tanti esposti all'amianto?\r\n\r\nAlberto Prunetti ha seguito il processo. Il suo libro \"Amianto. Una storia operaia\" racconta una storia che gli ha segnato la vita. L'amianto ha ucciso suo padre. Non aveva ancora sessant'anni. Tanti lavoratori sono morti alla stessa età, dopo una vita di lavoro.\r\nL'amianto ucciderà ancora: secondo i medici il picco delle morti deve ancora arrivare. L'ultima vittima di Casale è una ragazza di 28 anni, che ha respirato la morte nell'età dei giochi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto:\r\n\r\nprunetti_amianto\r\n\r\nA caldo, subito dopo la sentenza, sull'Internazionale è comparso un suo articolo che vi proponiamo di seguito.\r\n\r\n\"Siete quelli dell’amianto? Andate al Palazzaccio domattina? In bocca al lupo, allora”.\r\n\r\nCi avevano avvertito, i romani.\r\n\r\n“In bocca al lupo”. Da prendere come augurio di buona sorte ma forse anche alla lettera, come pericolo di fronte al potere intimidatorio della giustizia.\r\n\r\nCi avevano avvertiti ma il lupo ci ha mostrato i denti mentre la giustizia, che abita un palazzo simile a un labirinto, si faceva vedere da lontano e poi scompariva subito.\r\n\r\nImpressionandoci. Noi, figli di operai, abituati a calpestare umili pavimenti. Vedove di lavoratori, mondine diventate casalinghe e poi vedove trasformate da un destino amaro in attiviste. Signore anziane, con le stesse rughe delle Madres de Plaza de Mayo, lo stesso dolore in petto e la stessa ansia di giustizia. Quella giustizia che ha fatto capolino e poi è sparita subito, “in bocca al lupo”, in qualche corridoio bordato di marmo.\r\n\r\nIl cuore si placava solo uscendo dal palazzo, quando trovavi i brasiliani, arrivati per aprire una vertenza nel loro paese; gli inglesi, che a Manchester registrano sei casi di mesotelioma alla settimana e hanno le scuole infestate di amianto; e poi i francesi, i belgi, gli olandesi e anche due giapponesi e un argentino. Tutti familiari di vittime dell’amianto, di quella formidabile macchina di ricchezza e morte che dispensa ai ricchi la prima e il resto ai poveri.\r\n\r\nUna sentenza pre-scritta. Peccato che prescrivendo la sentenza hanno condannato noi. Condannati a una memoria senza giustizia, alla derisione del potente, alla beffa della Dea cieca con la bilancia in mano. Al lavoro di Sisifo di tornare a scrivere le nostre storie, la nostre ingiustizie, ogni volta da capo, col fegato che si fa amaro.\r\n\r\nLa sentenza è prescritta ma anche domani a Casale qualcuno si sveglierà con un colpo di tosse e il dolore ai reni. Qualcuno sputerà e un altro morirà, dopo aver distribuito un volantino contro la polvere, come si fa da quelle parti, con dignità e gli occhi lucidi. Gli stessi occhi lucidi di chi stava accanto a me al processo, ascoltando la sentenza. Sentenza prescritta. Non assolto, il reato c’è. Ma prescritto. Anche se ne ho visti che in secondo grado a Torino volantinavano contro l’Eternit e non sono riusciti a arrivare vivi, ieri, in Cassazione.\r\n\r\nSi può prescrivere allora anche la morte di domani? Anche quella di oggi? È quasi peggio che avessero detto che il fatto non sussiste, almeno nel loro mondo al contrario. Diciamocelo anche noi, diamo tregua al cuore: non sono morti a migliaia, non è successo davvero. Magari posso inventarmi con la penna un mondo in cui i morti della Eternit tornano a casa stasera, perché in fondo non sono mica morti, sono solo stati prescritti.\r\n\r\nE allora me li immagino quei vecchi operai, i nostri vecchi. A fare l’orto, a bere un bicchiere di barbera, a volantinare contro le multinazionali, fino all’ultimo respiro. Nel mondo dove si dà la vita vera. In quel mondo che forse sta solo nei nostri cuori o nei nostri sogni, in quel mondo che non è di questo mondo c’è giustizia, finalmente. Ma non si dà vita vera nella vita falsa e qui oggi tutto ha il sapore amaro della falsità, della beffa, della morte e dell’ingiustizia.\r\n\r\nPer questo scrivo per non prescrivere, per non dimenticare, per non ucciderli d’ingiustizia. Non scrivo per contar frottole. Sono morti e non hanno giustizia. E con questo sapore amaro in bocca, bisogna ricominciare la lotta contro i mulini a vento. 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Quella giustizia che","Non si è ancora spenta l'eco della sentenza della Cassazione che ha cancellato la condanna per gli imprenditori svizzeri, che hanno usato come carne da macello migliaia di operai. Solo a Casale Monferrato sono morte tremila persone. Tra loro anche familiari dei lavoratori, bambini che hanno giocato in quella polvere grigia ed assassina.\r\nTorturati ed uccisi. Il mesotelioma pleurico è il tumore che colpisce gli esposti all'amianto: le fibre ti entrano dentro e prima o poi cominciano a rosicchiarti la vita. Muori soffocato.\r\nLa sentenza di Roma fa soffrire, perché ha macinato le speranze di tanta gente comune, che aveva perso una persona cara e credeva nel lieto fine. Un lieto fine che non c'é stato: una dura lezione sulla democrazia, sul capitalismo, sul gioco truccato delle aule di tribunale.\r\nNon c'é scampo. Se il tavolo è truccato non resta che rovesciarlo.\r\n\r\nOggi i giornali hanno diffuso la notizia delle promesse del primo ministro Renzi alla gente del comitato di Casale: se ci sarà un processo bis, lo Stato si costituirà parte civile. Un'altra manciata di illusioni per la gente di Casale e per i tanti esposti all'amianto?\r\n\r\nAlberto Prunetti ha seguito il processo. Il suo libro \"Amianto. Una storia operaia\" racconta una storia che gli ha segnato la vita. L'amianto ha ucciso suo padre. Non aveva ancora sessant'anni. Tanti lavoratori sono morti alla stessa età, dopo una vita di lavoro.\r\nL'amianto ucciderà ancora: secondo i medici il picco delle morti deve ancora arrivare. L'ultima vittima di Casale è una ragazza di 28 anni, che ha respirato la morte nell'età dei giochi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto:\r\n\r\nprunetti_amianto\r\n\r\nA caldo, subito dopo la sentenza, sull'Internazionale è comparso un suo articolo che vi proponiamo di seguito.\r\n\r\n\"Siete quelli dell’amianto? Andate al Palazzaccio domattina? In bocca al lupo, allora”.\r\n\r\nCi avevano avvertito, i romani.\r\n\r\n“In bocca al lupo”. Da prendere come augurio di buona sorte ma forse anche alla lettera, come pericolo di fronte al potere intimidatorio della giustizia.\r\n\r\nCi avevano avvertiti ma il lupo ci ha mostrato i denti mentre la giustizia, che abita un palazzo simile a un labirinto, si faceva vedere da lontano e poi scompariva subito.\r\n\r\nImpressionandoci. Noi, figli di operai, abituati a calpestare umili pavimenti. Vedove di lavoratori, mondine diventate casalinghe e poi vedove trasformate da un destino amaro in attiviste. Signore anziane, con le stesse rughe delle Madres de Plaza de Mayo, lo stesso dolore in petto e la stessa \u003Cmark>ansia\u003C/mark> di giustizia. Quella giustizia che ha fatto capolino e poi è sparita subito, “in bocca al lupo”, in qualche corridoio bordato di marmo.\r\n\r\nIl cuore si placava solo uscendo dal palazzo, quando trovavi i brasiliani, arrivati per aprire una vertenza nel loro paese; gli inglesi, che a Manchester registrano sei casi di mesotelioma alla settimana e hanno le scuole infestate di amianto; e poi i francesi, i belgi, gli olandesi e anche due giapponesi e un argentino. Tutti familiari di vittime dell’amianto, di quella formidabile macchina di ricchezza e morte che dispensa ai ricchi la prima e il resto ai poveri.\r\n\r\nUna sentenza pre-scritta. Peccato che prescrivendo la sentenza hanno condannato noi. Condannati a una memoria senza giustizia, alla derisione del potente, alla beffa della Dea cieca con la bilancia in mano. 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Ai livelli più acuti, l'ansia può trasformarsi in disperazione o apatia.\r\n\r\nSebbene il riconoscimento di questa forma di disagio mentale sia sicuramente un fatto rilevante e necessario (la sua negazione rientrerebbe, infatti, nel filone di chi deride e ridicolizza le preoccupazioni legate al futuro del pianeta), tuttavia ci si è già spinti un po' (troppo) più in là: l'eco-ansia sembra essere la nuova patologia del millennio, a cui si dedicano ricerche e studi e, soprattutto, nuove cure, fatte di psicofarmaci, psicoterapie mirate e mirabolanti: tra queste, passeggiate nella foresta, riconnessioni con la natura, quella idealizzata, idilliaca e ormai - se mai è esistita - quasi introvabile.\r\n\r\nPatologizzare l'ansia rispetto ai cambiamenti ambientali equivale a bollare chi la prova come incapace di provare i \"giusti\" sentimenti; come emotivamente debole; come vittima di un pensiero irrazionale nei confronti della realtà e, quindi, bisognoso di cure, di re-indirizzamento verso uno stato normale, razionale e funzionale. Eppure, sentirsi angosciati per il destino del mondo che conosciamo è perfettamente razionale: non solo abbiamo prove scientifiche di una crisi ecologica senza precedenti in corso, ma ne vediamo ormai gli effetti coi nostri occhi.\r\n\r\nFinchè si crederà che per curare l'ansia si debbano sedare i suoi sintomi, invece che agire sulle sue cause, l'eco-ansia sarà solo un'ennesima trovata greenwashing per evitare gli slanci che portano al cambiamento del presente e per mantenere chi soffre un disagio psichico in una posizione di passività e inattività.\r\n\r\nNe abbiamo parlato qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/ecoansia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","25 Novembre 2021","2022-01-11 22:17:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/Hurricane-Isaac-on-8.28.2012-at-1pm-CDT-e1346188299775-200x110.png","Eco-ansia: un nuovo strumento di medicalizzazione?",1637865786,[],[],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[65],"considerata una forma specifica di \u003Cmark>ansia\u003C/mark>. 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Lomax era un musicologo già relativamente conosciuto negli Stati Uniti per aver raccolto \"sul campo\" registrazioni fondamentali, specialmente del primo blues americano.\r\nIn Italia Lomax e l'etnomusicologo Diego Carpitella girano per mesi in lungo e in largo, registrando su nastro magnetico la musica tradizionale della penisola, una musica a quel tempo ancora viva, reale. Lomax affermò che la musica popolare italiana era \"la meno contaminata, la più vigorosa e la più varia di tutta l'europa occidentale\".\r\n\r\nVerso la fine degli anni '50 e l'inizio dei '60, una serie di intellettuali comunisti creano diversi \"canzonieri\", dei gruppi che presentano un repertorio tra la musica popolare di protesta e i canti di lotta socialisti (onestamente ad ascoltarli oggi, niente di più noioso).\r\n\r\nNegli anni '70 giovani musicisti riscoprono i documenti sonori di Carpitella e Lomax, prendono tutta la tensione primordiale di quelle musiche e in un certo senso la innestano nella canzone di protesta degli ormai vecchi \"canzonieri\". Alcuni si spingono oltre, in una fusione selvaggia con le nuove musiche psichedeliche e il free jazz più molesto, altri rimangono più rigorosi nelle loro interpretazioni. In ogni caso, che si tratti di una ballata intima e disperata o una delirante cavalcata dove si incontrano tammurriata, free jazz e psichedelia, il risultato è sempre una musica emotivamente furiosa e dirompente.\r\n\r\nIl mix si chiude con una ballata di Gualtiero Bertelli, uno spaccato emotivo su una famiglia condannata all'ansia di vivere, un ansia causata dai soliti nemici...chiesa, lavoro, padroni di ogni sorta, famiglia patriarcale. Nemici che oggi, dopo mezzo secolo, ci si sente quasi in imbarazzo a nominare ancora con gli stessi nomi, tanto è rimasta costante e attuale la loro pressione inibitoria verso la libertà\r\n\r\nquesta è la traduzione dal dialetto veneto della ballata di Gualtiero Bertelli :\r\n\r\nNina, ti ricordi\r\nquanto ci abbiamo messo\r\nad andare su 'sto pezzo di letto\r\ninsieme a fare all'amore\r\n\r\nSei anni a fare i morosi,\r\na tirarla lira su lira,\r\ne io che ero stanco\r\nma non ti volevo toccare\r\n\r\nTua madre che brontolava,\r\nquand'è che ci sposiamo\r\ne il prete che raccomandava\r\nche non dovevamo peccare\r\n\r\nE dopo ci siamo sposati\r\nche quasi non ci credevamo\r\nti giuro che mi sembrava\r\npersino che fosse un peccato\r\n\r\nAdesso aspetti un figlio\r\ne oggi la vita è dura,\r\na volte mi prende paura\r\ndi aver dopo tanto sbagliato\r\n\r\nAmarsi non è, no, un peccato\r\nma oggi è un lusso di pochi\r\ne intanto tu Nina aspetti un figlio\r\ne io sono disoccupato.\r\n\r\n\r\n\r\nbrani extra\r\nHeroin in Tahiti - Casilina Tapes 2010-2017 LP (Boring Machines, 2018)\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nAlvin Curran - canti e vedute del giardino magnetico (1975) /Fiori Chiari, Fiori Oscuri (1976)\r\n\r\n\r\nMichèle Bokanowski - La Plage (1992)\r\nhttps://invisibilia.bandcamp.com/music\r\n \r\n\r\n\r\ndownload","14 Maggio 2021","2021-10-22 11:29:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/NCCP-front-e1620980530685-200x110.jpg","Quel che resta della notte - 09/05/2021 \"Noi Chiamammo Libertà\"",1620987760,[393,394],"http://radioblackout.org/tag/quel-che-resta-della-notte/","http://radioblackout.org/tag/radioblackout/",[396,397],"quel che resta della notte","radioblackout",{"post_content":399},{"matched_tokens":400,"snippet":401,"value":402},[65],"condannata all'ansia di vivere, un \u003Cmark>ansia\u003C/mark> causata dai soliti nemici...chiesa, lavoro,","A mix by Andrea Penso\r\n\"Noi Chiamammo Libertà\"\r\nnuova compagnia canto popolare - jesce sole\r\nantonio infantino e i tarantolati - mattone su mattone\r\ntoni esposito rosso napoletano - rosso napoletano\r\nnuova compagnia canto popolare - sia maledetta ll'acqua\r\nmusicanova - ballo cantato per mandoloncello, violino e percussioni\r\nmusicanova - montanara\r\ngruppo operaio 'e zezi di pomigliano d'arco - tammurriata dell'alfasud\r\nantonio infantino e i tarantolati - Iatrana\r\ncanzoniere del lazio - nu gatto come nu lione\r\ngianni nebbiosi - ti ricordi nina\r\ngualtiero bertelli - nina\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/qcrdn-Noi-Chiamammo-Libertà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nNel 1954 Alan Lomax arriva in italia. 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Come puoi concludere sapendo tutto questo, il CBD è più comunemente usato in termini medici a causa dei ridotti sintomi psicoattivi che provoca. Quando si utilizza l'olio di CBD, si ha la possibilità di andare avanti con la solita routine senza sentirsi ansiosi e stanchi.\r\n\r\nLa principale differenza tra l’olio di THC e l’olio di CBD è negli effetti che causano. Un’altra differenza è nelle condizioni in cui vengono utilizzati.\r\nQuando utilizzare l’olio di THC\r\n\r\n \tChemioterapia: L’olio di THC viene comunemente usato durante il periodo di chemioterapia poiché il THC può ridurre la nausea e il vomito e aumentare l’appetito del paziente. Nausea, vomito e scarso appetito sono effetti collaterali comuni della chemioterapia che causano enormi difficoltà per i pazienti.\r\n \tAIDS: Questa è un’altra condizione in cui l’olio di THC viene utilizzato per la sua capacità di aumentare l’appetito e ridurre la nausea e il vomito. 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