","L'irrappresentabilità cinematografica del capitalismo","post",1391527602,[58,59,60,61],"http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/finanza/","http://radioblackout.org/tag/scorsese/",[23,63,19,21],"cinema",{"post_content":65,"post_title":69,"tags":72},{"matched_tokens":66,"snippet":67,"value":68},[23],"Perché il \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> resiste al fatto di essere","\"Perché il \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> resiste al fatto di essere messo in immagine? Innanzitutto perché non è un singolo avvenimento, ma una logica invisibile (anche se intellegibile) che mette insieme eventi diversi che pur essendo lontanissimi, e molto spesso ignari gli uni degli altri, sono legati tra loro. Che cosa hanno in comune la City londinese, con le fabbriche del sud-est asiatico, le miniere di rame del Cile, i circuiti internazionali della logistica, l’agricoltura della California etc.? Nulla apparentemente.\r\n\r\nO meglio, nulla a livello del loro immaginario. Ma dal punto di vista delle relazioni economiche capitalistiche, i loro destini vivono in una fortissima dipendenza reciproca. Chi infatti al cinema ha tentato di porre il problema della rappresentazione del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> – come Sergej Ėjzenštejn, Alexander Kluge o Jia Zhang-ke – non l’ha fatto tramite la messa in scena di una narrazione, ma tramite l’incontro/scontro di immagini lontane tra loro. Se invece si tenta di ridurre il \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> a un’immagine o a una storia esemplare non si può che feticizzarlo: ovvero non si può che mistificare una mediazione complessa di relazioni sociali in una storia. Del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> insomma non c’è immagine. O meglio, qualunque immagine è parte di esso (dato che non esiste immagine che non sia del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>). Il problema è la loro relazione. Il problema è il loro montaggio come aveva capito Ėjzenštejn.\r\n\r\nSta qui la differenza tra Wall Street – Il denaro non dorme mai di Oliver Stone, dove il mondo finanziario di Wall Street è preso come emblema delle storture del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> contemporaneo, e ne diviene un simbolo, e il nuovo bellissimo film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street. Scorsese non ha realizzato un film sul mondo della finanza, ha voluto semmai estrarre dal mondo finanziario un unico particolare, che tuttavia è fondamentale: quello del suo effetto anestetico rispetto ai rapporti sociali che stanno attorno, come se fosse un modo per renderli opachi e invisibili. C’è una differenza, sottile e tuttavia sostanziale, tra fare della finanza un simbolo del mondo circostante e ridurla a un principio di cancellazione della realtà, ad un’esperienza di intontimento, come quella di chi prende un Quaalude, la droga onnipresente del film. La finanza è in The Wolf of Wall Street un’esperienza di accecamento. È un registro dell’esperienza che permette di non vedere nient’altro che se stessi e il proprio capriccio tenendo il mondo reale con i suoi conflitti a distanza. Senza mai porsi alcuna domanda. Senza mai chiedersi perché\".\r\n\r\nQuanto sopra è un estratto della bella recensione al novo film di Scorsese, nelle sale in questi giorni, di Pietro Bianchi, un giovane \u003Cmark>critico\u003C/mark> cinematografico che ci è venuta subito voglia di raggiungere telefonicamente. Il film vale le tre ore che dura. Un montaggio potente di immagini che ci svelano, eccesso dopo eccesso, la natura intrinsecamente violenta, oscena e distruttiva del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\npietro_bianchi_wolf",{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":71},[23],"L'irrappresentabilità cinematografica del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>",[73,76,78,80],{"matched_tokens":74,"snippet":75},[23],"\u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>",{"matched_tokens":77,"snippet":63},[],{"matched_tokens":79,"snippet":19},[],{"matched_tokens":81,"snippet":21},[],[83,86,91],{"field":84,"matched_tokens":85,"snippet":67,"value":68},"post_content",[23],{"field":32,"indices":87,"matched_tokens":88,"snippets":90},[44],[89],[23],[75],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":71,"value":71},"post_title",[23],1155199603042156500,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":44,"score":99,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":11},"1112352751616",14,3,"1155199603042156659",{"document":101,"highlight":115,"highlights":120,"text_match":94,"text_match_info":123},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":44,"id":104,"is_sticky":44,"permalink":105,"post_author":47,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":50,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":55,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":114},[41],[43],"92277","http://radioblackout.org/2024/10/freekpride-sabato-12-ottobre/","Sabato 12 ottobre ci sarà la Freekpride, pride antagonista e anticapitalista di Torino\r\n\r\npartenza alle h 14, via Bologna 32 (davanti alla Lavazza)\r\n\r\nPubblichiamo di seguito l'intervista allu compagnu di Freekpride e il manifesto politico:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/freek-pride_merc.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Ci aggiriamo per il mondo, non siamo spettri, siamo freaks, siamo le persone emarginate a cui gli stati, decrepite istituzioni, hanno da sempre dato la caccia.\r\nIn un mondo dove il sistema che ci divide si autoalimenta con un individualismo illusorio e indotto, noi scendiamo per le strade per rivendicare la nostra comunità e per ricordarvi quanto poco distanti siamo da voi.\r\nVogliamo essere luogo di libertà per l3 nostr3 compagn3, abbandonando la performatività che da sempre ci ha perseguitato nella nostra società e in luoghi che si definivano \"compagni\". Desideriamo rinunciare alla performatività che vive anche tra noi, perché non vogliamo uno standard persino sull' essere froci3, come se esistesse un certificato ufficiale con dei canoni da rispettare. Critichiamo i media che, al totale servizio della creazione illusoria capitalista, creano ed esigono performatività per inquadrarci in una falsa appartenenza: desiderano solo inebriarsi di un dolore queer che non è mai stato nostro, un dolore che si sono cuciti a propria misura cis-etero normata, che descrivono come nostro carattere intrinseco, ma che è piuttosto frutto di una società violenta e che rigettiamo.\r\nCi poniamo lo scopo di fare resistenza contro il sistema vigente: capitalista, patriarcale, colonialista che utilizza armi come sessismo, razzismo, abilismo, classismo, sorveglianza e illusione di sicurezza (come ci ricorda il nuovo DDL 1660) per mantenere il controllo sulle persone.\r\nRifiutiamo d'essere ciò che ci viene imposto. Siamo ribell3 verso le aspettative esterne che ci vogliono edulcorat3. Ci opponiamo contro la violenza di ogni giorno e mostriamo una smorfia di derisione verso chiunque si senta salvo nelle regole dello status quo, per il loro decoro e la loro eteromononormatività. Crediamo nel consenso e nel rispetto delle specificità.\r\nOffriamo pratiche di condivisione, promiscu3 nelle nostre cure. Vogliamo esserci nelle decostruzioni scomode, ma mai scomode quanto doversi costringere all'omologazione.\r\nCi stringiamo al fianco del popolo palestinese, condannando a gran voce l’occupazione militare e il genocidio perpetuato dall’entità sionista con il sostegno dell'occidente, delle grandi potenze mondiali, tra cui lo stato italiano e la sua propaganda sionista. Condanniamo ogni tentativo di rainbow-washing sui corpi delle persone queer, il #loveislove usato da sempre come arma da Israele per edulcorare le morti, i bombardamenti e la pulizia etnica.\r\nSiamo a fianco dell* nostr* compagn* queer palestinesu.\r\nCondanniamo la mercificazione dei Pride, ridotti a passerelle per le multinazionali e accordi con le stesse istituzioni con le mani sporche di sangue. “No pride in genocide” non è solo uno slogan! Rivendichiamo la natura antiessenzialista, anticapitalista, antiautoritaria del pride come rivolta per le persone queer contro lo status quo ciseteronormativo.\r\nCondanniamo l'omolesbobitransfobia e la misoginia in tutte le sue forme e crediamo nella difesa collettiva e nelle reti di cura, opponendoci alle schifose retoriche della sicurezza che vedono nella violenza una matrice individuale e mai culturale. Non\r\nsiamo frocie da salvare: “mi proteggono le ame e non la polizia” non è solo uno slogan, a prescindere che la polizia abbia i manganelli neri o arcobaleno con i glitter.\r\nRiconosciamo e ci opponiamo con rabbia alla violenza medica e psichiatrica a cui siamo sottopost* giornalmente in quanto corpi e menti non conformi. Rifiutiamo la patologizzazione delle nostre esperienze trans* e la burocrazia a cui medici, psicologi, psichiatri e giudici cis ci sottopongono scavalcando la nostra autodeterminazione. Riconosciamo il ruolo della psichiatria come controllo dei corpi meno produttivi e indesiderati, come l* detenut* nelle carceri e nei CPR/CIE, o come chi non ha una mente adattabile ai ritmi violenti del capitalismo. Riconosciamo la dimensione collettiva della salute mentale.\r\nRiconoscere l'abbondanza che le nostre esistenze e quelle dell3 nostr3 compagn3 offrono va in totale contrapposizione alla narrazione di scarsità a cui siamo abiatuat3, che ci è stata insegnata, perché, senza quella, un sistema capitalista non può sopravvivere. In uno stato dove nulla è realmente pubblico, dove tutto subisce in qualche misura una forma di privatizzazione, accessibile solo a poch3 privilegiat3, noi vogliamo offrire le nostre esistenze gratuitamente, orizzontalmente e radicalmente.\r\nIndividualmente non saremo mai migliori di voi, ma insieme abbiamo la certezza che lo saremo sempre. Insieme possiamo lottare, insieme possiamo resistere.\r\nResistere per e con l3 nostr3 corp3 umane e non umane animali contro multinazionali che creano catene di sfruttamento e profitto per guadagnare sui nostri corpi e il loro prodotto, rifiutando di prendersi la responsabilità di un consumo non etico e non sostenibile. Vogliamo lottare per la possibilità e diritto all' esistenza. Vale a dire diritto a non ricevere costantemente la malata pretesa di gratitudine verso quel sistema che è causa degli scompensi, anche cibari, che nella sua propaganda coloniale e liberista rende un privilegio appoggiarsi alle fonti di sostentamento locali.\r\nRifiutiamo chi considera il consumo di carne come indispensabile e necessario al mantenimento di una finta tradizione, quella nata da un’ingordigia economica indotta da una ripresa post bellica che ora ci spinge all'estremo consumo, privo di pensiero critico; consumo di cui oramai siamo dipendenti.\r\nChi dice che \"le lamentele sono inutili, tutto sommato vivere 'qui' non è così male, le alternative ci sono se si volesse effettivamente cercarle\" è ridicolo e ingenuo. Rifiuta di vedere come sia nocivo continuare a contribuire a questo sistema marcio, nocivo non solo per le corporeità sfruttate e fagocitate, ma anche per l'ambiente stesso in cui viviamo che ne paga il prezzo maggiore e che ci si ritorcerà contro. Le alternative di vita, di cura, alimentazione per una non-omologazione, non esistono se non per i pochi che possono godere di privilegio.\r\nFinché tutt3 non avranno tutto senza dover dar nulla in cambio non si vivrà mai un'esistenza veramente libera.\r\nA chi pensa di poterci opprimere con violenza e brutalità, non si illuda, vediamo il malato meccanismo che vi guida, che vi offre controllo nell'illusione di essere veri, di avere una voce: machi fasulli, solamente omuncoli impauriti. Agitatevi quanto volete, saremo come erbacce che mai potrete sradicare. Come in tutti i luoghi, anche in voi cresceremo.\r\nNon siamo vittime, non più di altrɜ. Le difficoltà incontrate nella vita di tutti i giorni saranno un problema per tuttɜ, indipendentemente dalla loro identità.\r\nDecidiamo di scendere in strada per tutt3, che lo si voglia accettare o meno, marciamo sulle piazze rivendicando l'importanza del dissenso, della lotta.\r\nResistenza frocia per sempre vivrà finché anche solo un3 vivrà.\r\nSiamo qui per essere visibili, per mostrarci come atto rivoluzionario, in aperta opposizione ai valori fondanti del capitalismo: lo sfruttamento, l'utilitarismo e la violenza. Rifiutiamo gli spazi del potere, perché una comunità si crea nelle piazze, nelle case e nell'interazione tra pari, non in camere e partiti che si fingono rappresentativi dei nostri interessi. Cerchiamo il dialogo diretto delle comunità, l'autogestione e l'autoformazione, dove l'alternativa capitalista è un'educazione sempre più improntata sulla creazione di lavoratori-droni e guide di partiti neoliberali sempre più vicini al fascismo. Questo spazio, questo corteo, e le nostre azioni quotidiane, vogliono creare un luogo protetto in cui costruire un presente e un futuro fuori dalle logiche del profitto.\r\nSiamo Freak perché siamo Queer,\r\nMa se essere queer significa tutelare chi è più fragile,\r\nsignifica accettazione e non omologazione,\r\nsignifica comunità e non individualismo,\r\nsignifica cura e non lavoro,\r\nsignifica cooperazione e non competizione,\r\nsignifica pace e non genocidio,\r\nsignifica autodeterminazione, dell3 individu3 e dei popoli,\r\nallora saremo fier3 di essere l3 vostr3 mostr3,\r\nsiamo fier3 di essere Freek,\r\nperché una società Queer è una società Libera.\r\nFreek revolution is the solution!\"\r\n\r\nA seguire, festa post corteo:\r\n\r\n\r\n\r\n ","2 Ottobre 2024","2024-10-02 15:39:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-1024x1024.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/photo_6046307857135158516_y.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Freekpride - sabato 12 ottobre",1727883543,[],[],{"post_content":116},{"matched_tokens":117,"snippet":118,"value":119},[23],"adattabile ai ritmi violenti del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>. 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Quei documenti dall'Afghanistan, all'Iraq, alla prigione di Guantanamo testimoniano le efferatezze compiute dal governo statunitese e dal suo braccio armato. La fondamentale importanza dei documenti fatti trapelare da Chelsea Manning (CableGate) nel comprovare la corruzione della macchina diplomatica e delle forever war statunitensi, emblema del capitalismo bellico ha scatenato la macchina della vendetta di Uncle Sam.\r\n\r\nNell’effettivo, ben prima di questa possibile condanna, ad Assange la libertà è negata dal 2019. Dall'aprile di quell'anno si trova infatti rinchiuso nel carcere di Belmarsh in Inghilterra, in una condizione di tortura ed isolamento.\r\n\r\nLa sua condanna è un attacco, o meglio una minaccia, al giornalismo investigativo e critico tutto, alla trasparenza e al libero accesso all'informazione. Con questa consapevolezza sono molte le campagne nate sotto il nome di Free Julian Assange, a cui ha aderito anche Tricontinental: Institute of social resource (https://thetricontinental.org) di cui abbiamo intervistato il direttore Vijay Prashad.\r\n\r\nQui la traduzione dell'intervista con Vijay Prashad, giornalista e storico.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/VIJAYPRASHADINTERVISTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL'audio originale dell'intervista con Vijay Prashad\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/AssangePrashadInglese-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Marzo 2024","2024-03-23 21:01:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"146\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53-300x146.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53-300x146.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53-1024x499.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53-768x374.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Immagine-23-03-24-20.53.jpg 1210w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Julian Assange: anatomia di una persecuzione politica",1711123225,[139,140,141,142,143],"http://radioblackout.org/tag/guerra-dellinformazione/","http://radioblackout.org/tag/imperialismo/","http://radioblackout.org/tag/julian-assange/","http://radioblackout.org/tag/liberta-di-stampa/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[145,146,147,27,148],"guerra dell'informazione","imperialismo","Julian Assange","USA",{"post_content":150},{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":153},[23],"forever war statunitensi, emblema del \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark> bellico ha scatenato la macchina","Il 20 Febbraio 2024 sono iniziate le udienze dinnanzi all’High Court britannica concluse il 25 febbraio, il cui verdetto andrà a stabilire se Julian Assange ha diritto a chiedere un ulteriore accertamento sull’estradizione richiesta dagli Stati Uniti al governo britannico, già concessa nel 2022 dalla prima ministra inglese Priti Patel. \r\n\r\nIl fondatore di Wikileaks rischia 175 anni di carcere per accuse di tradimento rivoltegli da uno stato che non è il suo, ma del quale ha diffuso documenti secretati, fatti trapelare da vari informatori, che liberamente possono avere accesso al sito crittografato allo scopo di proteggere ogni fonte. 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La freek attraverserà le strade di Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPerché l’8 ottobre?\r\n\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello di fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione di presentare un modo di fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione di chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma di guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma di contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade di una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso di soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia di stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, medici, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste di “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti di chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni di giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose. \r\n\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. La strada delle frocie borghesi e per bene non è la nostra. Non ci adatteremo mai al sistema dominante, figlio di un modello cis etero e monogamo di famiglia tradizionale. \r\n\r\nVogliamo una città più frocia, più transfemminista, antirazzista, antispecista, antifascista e anticapitalista, rifiutiamo ogni ingerenza sui nostri corpi, ogni logica binaria e ogni tentativo di dipingerci sempre e solo come vittime.\r\n\r\nVogliamo che la paura cambi di campo. Vogliamo liberarci dei preti di ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare. \r\n\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nQuesto il documento di presentazione della giornata.\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-04-sbrock-freek.mp3\"][/audio]","4 Ottobre 2022","2022-10-04 15:12:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/FREEK-50x70-def.jpg","\u003Cimg width=\"214\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/FREEK-50x70-def-214x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Free(k) Pride. 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È chiaro che la fantasiosa spiegazione dell'opera nel testo dell'evento non basta a convincerci, ci sembra evidente che l'opera sia stata progettata con approssimazione e risulti assurda e offensiva a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le tematiche LGBT+. Se già \"i sei colori delle bandiere – e delle panchine – arcobaleno ci stanno stretti\" (per dirla con l* amic* di Marciona), gli alberi erano semplicemente inaccettabili. Noi contro la violenza del binarismo ci lottiamo tutti i giorni e non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che un'opera a tema LGBT riproduca quella violenza. Ci rivendichiamo la rabbia contro le gabbie del genere, l'istituzionalizzazione delle lotte e le rappresentazioni pacificate. Il pride è rivolta.”\r\n\r\nDa qualche anno gruppi transfemministi queer e solidali frocizzano le strade delle nostre città, riportando il pride su un piano critico di lotta all'esistente, e in particolare ai sistemi di potere e alle loro gerarchie: il patriarcato, l'etero-cis-sessualità obbligatoria, il capitalismo, il (neo)colonialismo, il fascismo, il machismo, l'abilismo, lo specismo, l'ageismo, la sessuofobia, la religione e molti altri.\r\nAnche quest’anno ci sarà il Free(K) Pride, Frocial Mass! In bici, pattini, ma anche a piedi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock di ah… squeer-to\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-23-sbrock-pride.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di lancio del Free(k) Pride Frocial Mass:\r\n\r\n“Da qualche anno gruppi transfemministi queer e solidali frocizzano le strade delle nostre città, riportando il pride su un piano critico di lotta all'esistente, e in particolare ai sistemi di potere e alle loro gerarchie: il patriarcato, l'etero-cis-sessualità obbligatoria, il capitalismo, il (neo)colonialismo, il fascismo, il machismo, l'abilismo, lo specismo, l'ageismo, la sessuofobia, la religione e molti altri.\r\n\r\nIn questo tristo 2020 i corpi non conformi, e in particolare i corpi trans, non eterosessuali, disabili, vecchi, tutti i corpi non (ri)produttivi, sono stati dimenticati, sanzionati e confinati tra le mura domestiche di quella microsocietà, la famiglia, che spesso per le persone lgbt+ e per le donne diventa violento luogo di reclusione.\r\n\r\nMolt* altr* un tetto proprio non l'avevano: anche durante l'isolamento a Torino, una delle capitali degli sfratti, non sono rimasti che i pericoli della strada e dei dormitori, diventati focolai come le RSA, diventati gabbie come i CPR, dove alle violenze inflitte ax prigionierx si è aggiunta quella del sovraffollamento durante la pandemia.\r\n\r\nAnche i corpi in carcere sono stati piegati con la violenza durante le rivolte che hanno attraversato le prigioni italiane. I corpi dex lavoratorx \"essenziali\" sono stati esposti al contagio per far funzionare la macchina del profitto. La produzione bellica non si è mai fermata, lx facchinx dell'e-commerce hanno fatto gli straordinari.\r\n\r\nNel mondo in cui siamo forzati a vivere ci sono persone che non valgono, sacrificabili, sostituibili, intercambiabili. La gestione della pandemia lo ha reso crudamente evidente.\r\n\r\nIl coordinamento Torino Pride, l'associazione di secondo livello che a Torino raggruppa tutte le associazioni lgbt+ mainstream, comprese le lobby liberal espressione dei partiti di maggioranza, e polis aperta, un'associazione di sbirri gay, ha deciso quest'anno di celebrare, nel cosiddetto pride month, il \"primo pride online della storia\".\r\n\r\nIl Torino Pride non ci mancherà. Non ci mancherà la kermesse da centomila persone che tinge di rosa l'immagine dello stato e della sindaca, che lava di rosa le coscienze di omo-lesbo-bi-trans-fobici più o meno latenti pronti a farsi scattare foto coi loro brand arcobaleno e l'hashtag #loveislove.\r\n\r\nNoi vogliamo #moltodipiùcheglihashtag. Vogliamo rioccupare le strade con i nostri corpi. Rifiutiamo – ancora una volta – la logica del produci-consuma-crepa che in questo post-lockdown si è fatta ancora più evidente. Questa logica che ci vorrebbe docili (ri)produttor* e consumator* che rinunciano al conflitto per il \"bene comune\". Se scegliamo di prenderci cura l'un* dell'altr* lo facciamo perché crediamo nella cooperazione e nella tutela solidale e volontaria, non perché uno stato paternalista ce lo ordina.\r\n\r\nNoi translellefrocie e complici non rinunceremo a riprenderci le strade, e vi rifacciamo il Free(K) Pride, quest'anno una Frocial Mass!\r\n\r\nCi pigliamo tutto!\r\nBici, cicli, tricicli, sedie a rotelle, pattini, trabiccoli, carretti, trampoli o semplicemente i vostri deliziosi piedini per frocizzare l'esistente, nel rispetto e nella tutela dell'altr*, usando mezzi non amotore per riaffermarne l'importanza, ingombrandoci di travestimenti per tutelarci con la distanza fisica ma non sociale, per farla anticapitalista, antiautoritaria. Libera.\r\n\r\nQueste le linee guida che abbiamo pensato insieme per scendere in piazza con un occhio di riguardo per le vulnerabilità di tutt*:\r\n\r\n* indossiamo mascherine e maschere, attivando la nostra creatività frocia e antispecista;\r\n* scegliamo un mezzo su ruote (bici, pattini, sedie a rotelle, carretti, ecc.) oppure veniamo a piedi addobbandoci o travestendoci in modo da evitare l'eccessiva prossimità fisica (qualche suggerimento: scatole e cartoni, gonne ottocentesche, ali);\r\n* manteniamo il corteo il più lento possibile perché l'andatura sia adatta a tutt*.\r\n\r\nCi vediamo in piazza Castello sabato 11 luglio alle 16!”","23 Giugno 2020","2020-06-23 13:06:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lui-lei-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"141\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lui-lei-1-300x141.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lui-lei-1-300x141.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lui-lei-1-768x361.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/lui-lei-1.jpg 958w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lui? 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È chiaro che la fantasiosa spiegazione dell'opera nel testo dell'evento non basta a convincerci, ci sembra evidente che l'opera sia stata progettata con approssimazione e risulti assurda e offensiva a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le tematiche LGBT+. Se già \"i sei colori delle bandiere – e delle panchine – arcobaleno ci stanno stretti\" (per dirla con l* amic* di Marciona), gli alberi erano semplicemente inaccettabili. Noi contro la violenza del binarismo ci lottiamo tutti i giorni e non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che un'opera a tema LGBT riproduca quella violenza. Ci rivendichiamo la rabbia contro le gabbie del genere, l'istituzionalizzazione delle lotte e le rappresentazioni pacificate. 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In bici, pattini, ma anche a piedi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock di ah… squeer-to\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-23-sbrock-pride.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di lancio del Free(k) Pride Frocial Mass:\r\n\r\n“Da qualche anno gruppi transfemministi queer e solidali frocizzano le strade delle nostre città, riportando il pride su un piano \u003Cmark>critico\u003C/mark> di lotta all'esistente, e in particolare ai sistemi di potere e alle loro gerarchie: il patriarcato, l'etero-cis-sessualità obbligatoria, il \u003Cmark>capitalismo\u003C/mark>, il (neo)colonialismo, il fascismo, il machismo, l'abilismo, lo specismo, l'ageismo, la sessuofobia, la religione e molti altri.\r\n\r\nIn questo tristo 2020 i corpi non conformi, e in particolare i corpi trans, non eterosessuali, disabili, vecchi, tutti i corpi non (ri)produttivi, sono stati dimenticati, sanzionati e confinati tra le mura domestiche di quella microsocietà, la famiglia, che spesso per le persone lgbt+ e per le donne diventa violento luogo di reclusione.\r\n\r\nMolt* altr* un tetto proprio non l'avevano: anche durante l'isolamento a Torino, una delle capitali degli sfratti, non sono rimasti che i pericoli della strada e dei dormitori, diventati focolai come le RSA, diventati gabbie come i CPR, dove alle violenze inflitte ax prigionierx si è aggiunta quella del sovraffollamento durante la pandemia.\r\n\r\nAnche i corpi in carcere sono stati piegati con la violenza durante le rivolte che hanno attraversato le prigioni italiane. I corpi dex lavoratorx \"essenziali\" sono stati esposti al contagio per far funzionare la macchina del profitto. La produzione bellica non si è mai fermata, lx facchinx dell'e-commerce hanno fatto gli straordinari.\r\n\r\nNel mondo in cui siamo forzati a vivere ci sono persone che non valgono, sacrificabili, sostituibili, intercambiabili. La gestione della pandemia lo ha reso crudamente evidente.\r\n\r\nIl coordinamento Torino Pride, l'associazione di secondo livello che a Torino raggruppa tutte le associazioni lgbt+ mainstream, comprese le lobby liberal espressione dei partiti di maggioranza, e polis aperta, un'associazione di sbirri gay, ha deciso quest'anno di celebrare, nel cosiddetto pride month, il \"primo pride online della storia\".\r\n\r\nIl Torino Pride non ci mancherà. Non ci mancherà la kermesse da centomila persone che tinge di rosa l'immagine dello stato e della sindaca, che lava di rosa le coscienze di omo-lesbo-bi-trans-fobici più o meno latenti pronti a farsi scattare foto coi loro brand arcobaleno e l'hashtag #loveislove.\r\n\r\nNoi vogliamo #moltodipiùcheglihashtag. Vogliamo rioccupare le strade con i nostri corpi. Rifiutiamo – ancora una volta – la logica del produci-consuma-crepa che in questo post-lockdown si è fatta ancora più evidente. Questa logica che ci vorrebbe docili (ri)produttor* e consumator* che rinunciano al conflitto per il \"bene comune\". Se scegliamo di prenderci cura l'un* dell'altr* lo facciamo perché crediamo nella cooperazione e nella tutela solidale e volontaria, non perché uno stato paternalista ce lo ordina.\r\n\r\nNoi translellefrocie e complici non rinunceremo a riprenderci le strade, e vi rifacciamo il Free(K) Pride, quest'anno una Frocial Mass!\r\n\r\nCi pigliamo tutto!\r\nBici, cicli, tricicli, sedie a rotelle, pattini, trabiccoli, carretti, trampoli o semplicemente i vostri deliziosi piedini per frocizzare l'esistente, nel rispetto e nella tutela dell'altr*, usando mezzi non amotore per riaffermarne l'importanza, ingombrandoci di travestimenti per tutelarci con la distanza fisica ma non sociale, per farla anticapitalista, antiautoritaria. Libera.\r\n\r\nQueste le linee guida che abbiamo pensato insieme per scendere in piazza con un occhio di riguardo per le vulnerabilità di tutt*:\r\n\r\n* indossiamo mascherine e maschere, attivando la nostra creatività frocia e antispecista;\r\n* scegliamo un mezzo su ruote (bici, pattini, sedie a rotelle, carretti, ecc.) oppure veniamo a piedi addobbandoci o travestendoci in modo da evitare l'eccessiva prossimità fisica (qualche suggerimento: scatole e cartoni, gonne ottocentesche, ali);\r\n* manteniamo il corteo il più lento possibile perché l'andatura sia adatta a tutt*.\r\n\r\nCi vediamo in piazza Castello sabato 11 luglio alle 16!”",[210],{"field":84,"matched_tokens":211,"snippet":207,"value":208},[180],{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":124,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":11},6696,{"collection_name":55,"first_q":215,"per_page":216,"q":215},"capitalismo cristico",6,13,{"facet_counts":219,"found":14,"hits":238,"out_of":284,"page":14,"request_params":285,"search_cutoff":33,"search_time_ms":11},[220,226],{"counts":221,"field_name":224,"sampled":33,"stats":225},[222],{"count":14,"highlighted":223,"value":223},"arsider","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":227,"field_name":32,"sampled":33,"stats":237},[228,230,232,234,236],{"count":14,"highlighted":229,"value":229},"sangue",{"count":14,"highlighted":231,"value":231},"guerra",{"count":14,"highlighted":233,"value":233},"violenza",{"count":14,"highlighted":235,"value":235},"loudness",{"count":14,"highlighted":215,"value":215},{"total_values":36},[239],{"document":240,"highlight":259,"highlights":273,"text_match":280,"text_match_info":281},{"comment_count":44,"id":241,"is_sticky":44,"permalink":242,"podcastfilter":243,"post_author":244,"post_content":245,"post_date":246,"post_excerpt":50,"post_id":241,"post_modified":247,"post_thumbnail":248,"post_title":249,"post_type":250,"sort_by_date":251,"tag_links":252,"tags":258},"74087","http://radioblackout.org/podcast/arsider-%d0%b1%d1%83%d0%bd%d0%ba%d0%b5%d1%80-noinput-war-jam/",[223],"outsidermusic","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/Arsider-2022_03_10-bunker-night.mp3\"][/audio]\r\nIn a world with near-ubiquitous adoption of mobile phones, the use of early 20th century radio technology might seem unusual. 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