","Revisionismo storico di stampo sionista","post",1608744756,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/discriminazione/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/sionismo/",[15,67,68],"palestina","sionismo",{"post_content":70,"tags":74},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[15],"ebraico\", affermando anche formalmente la \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> razziale su cui è fondato","Il collettivo Progetto Palestina è stato tacciato di antisemitismo ed è oggetto di attenzioni da parte dell'Osservatorio Solomon sulle Discriminazioni per le sue attività nell'Università di Torino. E' ricorrente il revisionismo storico di stampo sionista che accusa chi sostiene il popolo palestinese denunciando l'occupazione militare, ed è ancor più curioso trovarsi parlare di questo nell giorno in cui la Knesset (Parlamento israeliano) discute la proclamazione di Israele \"stato ebraico\", affermando anche formalmente la \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> razziale su cui è fondato e che ogni giorno perpetra con l'occupazione militare stessa. Ne abbiamo parlato con un attivista di Progetto Palestina.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/palestina.mp3\"][/audio]",[75,78,80],{"matched_tokens":76,"snippet":77},[15],"\u003Cmark>discriminazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":67},[],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],[83,88],{"field":37,"indices":84,"matched_tokens":85,"snippets":87},[49],[86],[15],[77],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":72,"value":73},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":93,"best_field_weight":94,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":95,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":98,"highlight":124,"highlights":144,"text_match":91,"text_match_info":152},{"cat_link":99,"category":100,"comment_count":49,"id":101,"is_sticky":49,"permalink":102,"post_author":52,"post_content":103,"post_date":104,"post_excerpt":55,"post_id":101,"post_modified":105,"post_thumbnail":106,"post_thumbnail_html":107,"post_title":108,"post_type":60,"sort_by_date":109,"tag_links":110,"tags":117},[46],[48],"41316","http://radioblackout.org/2017/04/daspo-urbano-preludio-a-periferie-slum-con-i-decreti-minniti-orlando/","Avevamo urgenza di affrontare questi argomenti che si affastellavano uno dietro l'altro per l'indefessa attività governativa, impegnata a produrre controllo e regole di contenimento per una prevedibile ondata di malcontento, facendo il lavoro sporco per un futuro governo meno libero di erodere diritti. Cercando di capire come si manifesta e da dove proviene la spinta a creare ulteriori forme di discariche umane, alla creazione di slum ai margini degli agglomerati urbani dove relegare i marginali e perseguire chi si oppone a questa marginalizzazione, le etnie da sempre guardate con sospetto e i migranti a cui si applicano regole diverse, con la sfrontatezza di dimostrare come sostituendo la commissione iniziale con il primo grado di giudizio si mantengono i numeri di appelli possibili e non risulta nemmeno essere quell'apartheid che in effetti è, perché qui da noi non esiste ufficialmente la \"discriminazione razziale\", come non esiste il reato di tortura e quindi non è rubricabile il gesto come tale.\r\n\r\nPer comprendere meglio le trappole che si nascondono nelle molte ipocrisie ordite dai due dicasteri retti da Minniti e Orlando con i loro decreti e scoprire in che direzione muoversi per difendersi da questa ondata di restrizioni di libertà e modelli di società perseguiti dal disegno governativo (che attribuiscono ulteriori poteri a sceriffi che possono rivelarsi feroci come il sindaco di Ventimiglia) abbiamo interpellato un avvocato molto lucido e analitico: Gianluca Vitale\r\n\r\nVitalesuDaspo","8 Aprile 2017","2017-04-11 13:50:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/daspo_sui_muri-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/daspo_sui_muri-300x180.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/daspo_sui_muri-300x180.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/daspo_sui_muri.jpeg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Daspo urbano: preludio a periferie slum con i decreti Minniti-Orlando",1491649707,[111,112,113,63,114,115,116],"http://radioblackout.org/tag/campi-rom/","http://radioblackout.org/tag/daspo-urbano/","http://radioblackout.org/tag/decreti-azzeccagarbugli/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/orlando/","http://radioblackout.org/tag/slum/",[118,119,120,15,121,122,123],"campi rom","daspo urbano","decreti azzeccagarbugli","minniti","orlando","slum",{"post_content":125,"tags":129},{"matched_tokens":126,"snippet":127,"value":128},[15],"noi non esiste ufficialmente la \"\u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> razziale\", come non esiste il","Avevamo urgenza di affrontare questi argomenti che si affastellavano uno dietro l'altro per l'indefessa attività governativa, impegnata a produrre controllo e regole di contenimento per una prevedibile ondata di malcontento, facendo il lavoro sporco per un futuro governo meno libero di erodere diritti. 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Il suo lavoro è sempre stato svolto correttamente e non ci sono mai stati motivi per dubitare del suo impegno e della sua serietà all'interno della struttura. Un luogo non facile in cui operare e soggetto a regolamenti interni che dipendono direttamente della direzione carceraria. Prima di settembre Angela aveva ricevuto da parte della direzione una sorta di richiamo per aver indossato sul luogo di lavoro una maglietta No Tav, evidentemente un maglietta con un messaggio poco gradito all'interno di questa istituzione totale, dove evidentemente non vengono giudicati solamente i capi d'abbigliamento. In seguito, il 17 settermbre, ad Angela viene impedito l’accesso al carcere per motivi che vengono definiti \"di sicurezza”. Nessuna spiegazione ulteriore. Solo nelle settimane seguenti riuscirà a scoprire che a suo carico c'è stata una segnalazione della Digos che ha annotato uno “scambio di baci e abbracci con alcuni anarco insurrezionalisti”. Di fatto Angela quel giorno, finito il suo consueto orario di lavoro, uscendo dal carcere ha salutato una sua cara amica che prendeva parte ad un presidio di solidarietà per alcuni attivisti No Tav detenuti all'interno della struttura. In seguito a questa \"segnalazione\" le viene così negata la possibilità di poter continuare a lavorare e si compie un gravissimo atto di discriminazione nei suoi confronti. Il direttore del carcere per giustificare il licenziamento (per ora \"informale\" dato che manca un documento ufficiale di cessazione del rapporto di lavoro) parla di semplice applicazione di norme dei regolamenti interni, nei casi in cui viene a mancare \"la sicurezza\", mentre i prodi giornalisti della cronaca locale, tutti o quasi pro-tav, si sbizzarriscono mettendo sotto la lente di ingrandimento relazioni e scelte personali che riguardano solamente Angela e la sua vita.\r\nAscolta il suo intervento:\r\n\r\nUnknown","26 Ottobre 2015","2015-10-28 18:20:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/angela-licenziamento-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/angela-licenziamento-300x150.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/angela-licenziamento-300x150.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/angela-licenziamento.jpeg 318w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il licenziamento di Angela e il \"feudo\" delle Vallette",1445877519,[167,63,168,169,170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/direzione-carcere/","http://radioblackout.org/tag/licenziamento/","http://radioblackout.org/tag/movimento-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/vallette/",[174,15,175,176,177,23,178],"direzione carcere","licenziamento","movimento No Tav","no tav","vallette",{"post_content":180,"tags":184},{"matched_tokens":181,"snippet":182,"value":183},[15],"compie un gravissimo atto di \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> nei suoi confronti. 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Molto è stato scritto in questi giorni sui giornali, sia in cronaca nazionale che locale. Molto ci sarebbe da dire, ancora una volta, sulla situazione \"storica\" di razzismo e discriminazione vissuta dei popoli rom e sulla loro segregazione strutturale in campi e accampamenti in Italia e in Europa. Abbiamo cercato questa mattina di portare alcune riflessioni all'interno di una vicenda che, come sempre, viene trattata dai media e dalle diverse voci \"istituzionali\" attraverso un approccio pieno di pregiudizi, superficialità e preda dei peggiori istinti di politicanti di ogni colore e sfumatura.\r\n\r\nAscolta il contributo di Maria\r\n\r\nmaria","30 Ottobre 2014","2014-10-30 18:48:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/rom1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/rom1-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/rom1-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/rom1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rom a Borgaro: ancora una volta è razzismo",1414694918,[222,223,111,63,224,225],"http://radioblackout.org/tag/borgaro/","http://radioblackout.org/tag/bus-separati/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/rom/",[227,228,118,15,25,18],"borgaro","bus separati",{"post_content":230,"tags":234},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[15],"situazione \"storica\" di razzismo e \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> vissuta dei popoli rom e","L'incredibile ma assolutamente reale storia del bus che collega Borgaro a Torino: la storia della mozione di sindaco ed altri esponenti della maggioranza del comune di Borgaro che chiedono a GTT (l'impresa di trasporti locale) di \"sdoppiare\" un bus per separare i passeggeri rom del campo che si trova vicino alla piccola cittadina dagli altri passeggeri. 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In Francia, Spagna e Regno Unito esistono dispositivi simili volti a garantire l'accesso alla \"cittadinanza\" - termine ormai sempre più vacuo, essendo slegato dalla effettiva condizione che si trovano a vivere soggetti sul territorio di stati sempre più attraversati da molteplici confini di classe/genere/razza/sessualità/... -, intesa come possibilità di soddisfare bisogni essenziali quali salute, istruzione, possibilità di ottenere una casa popolare, ecc. Nella stagione dei \"sindaci sceriffo\", la produzione di ordinanze speciali per negare o rendere di fatto impossibile l'accesso alla residenza per persone migranti, rom, o comunque indesiderabili o socialmente pericolose ha raggiunto picchi clamorosi, in particolare nei piccoli comuni del Nord Est. In modo differente e più subdolo, anche grandi città come Torino hanno saputo negare o \"differenziare\" la residenza (come nel caso di Via della Casa Comunale n. 3), piuttosto che discriminare ed includere differenzialmente nello spazio urbano soggetti ordinati gerarchicamente, attraverso azioni amministrative più opache e meno esplicitamente razziste.\r\n\r\nNaturalmente in questo discorso non bisogna dimenticare il \"lato oscuro\" della residenza. Essa infatti ha storicamente rappresentato una forma di controllo capillare di popolazione e territorio da parte dello stato ed è interessante analizzare la trasformazione di questa sua funzione, con particolare attenzione all'ultimo decennio. L'articolo 5 del decreto Lupi ha manifestato come la residenza possa farsi strumento di politiche puramente repressive, laddove si è stabilita la possibilità di negare la residenza a chi, rispondendo ad un bisogno materiale e portando avanti la lotta per la casa, vive in occupazione.\r\n\r\nAscolta il contributo\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","26 Gennaio 2016","2016-01-27 13:09:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/coda-documenti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/coda-documenti-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/coda-documenti-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/coda-documenti.jpg 593w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La residenza come dispositivo di controllo ed inclusione differenziata",1453800965,[270,271,63,272,273,274,275,276,224,277,278],"http://radioblackout.org/tag/controllo-dei-confini/","http://radioblackout.org/tag/controllo-del-territorio/","http://radioblackout.org/tag/espulsioni/","http://radioblackout.org/tag/inclusione-differenziale/","http://radioblackout.org/tag/lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/politiche-migratorie/","http://radioblackout.org/tag/residenza/","http://radioblackout.org/tag/ricatto/",[280,281,15,282,283,284,285,286,25,287,288],"controllo dei confini","controllo del territorio","espulsioni","inclusione differenziale","lotta per la casa","occupazioni","politiche migratorie","residenza","ricatto",{"tags":290},[291,293,295,297,299,301,303,305,307,309,311],{"matched_tokens":292,"snippet":280},[],{"matched_tokens":294,"snippet":281},[],{"matched_tokens":296,"snippet":77},[15],{"matched_tokens":298,"snippet":282},[],{"matched_tokens":300,"snippet":283},[],{"matched_tokens":302,"snippet":284},[],{"matched_tokens":304,"snippet":285},[],{"matched_tokens":306,"snippet":286},[],{"matched_tokens":308,"snippet":25},[],{"matched_tokens":310,"snippet":287},[],{"matched_tokens":312,"snippet":288},[],[314],{"field":37,"indices":315,"matched_tokens":316,"snippets":318},[29],[317],[15],[77],{"best_field_score":93,"best_field_weight":94,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":49,"score":320,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":322,"highlight":356,"highlights":382,"text_match":91,"text_match_info":388},{"cat_link":323,"category":324,"comment_count":49,"id":325,"is_sticky":49,"permalink":326,"post_author":52,"post_content":327,"post_date":328,"post_excerpt":55,"post_id":325,"post_modified":329,"post_thumbnail":330,"post_thumbnail_html":331,"post_title":332,"post_type":60,"sort_by_date":333,"tag_links":334,"tags":345},[46],[48],"31752","http://radioblackout.org/2015/10/guatemala-la-primavera-dei-movimenti/","La cronaca riporta in questi giorni il Guatemala sulle prime pagine dei media occidentali. Notizie che naturalmente durano poche ore per raccontare l'ennesima enorme frana che ha sepolto viva un'intera comunità lo scorso giovedì notte.\r\n\r\nSi continua a scavare, ma tra cadaveri e dispersi, il numero di morti supererà le 400 persone. Questa comunità si trovava all'estrema periferia est della capitale, carretera al Salvador, e si era sviluppata in una zona pericolosa, non adatta ad alcun tipo di insediamento. La stragrande maggiornaza della popolazione di Ciudad de Guatemala sopravvive attraverso la raccolta e la differenziazione di rifiuti nelle strade, o il piccolo commercio informale, e costruisce la propria baracca di lamiera o la propria casa con qualche blocco di cemento, dove può e dove capita. Una popolazione che cresce di anno in anno e che a ondate, dalle montagne e dalle campagne, dalle periferie rurali e impoverite del paese, si riversa nei labirinti caotici dell'immensa capitale, vivendo in condizioni di estrema povertà e precarietà.\r\n\r\nLe famiglie povere arrivano nella città e cercano di \"occupare\" un pezzetto di terra dove costruire la propria baracchina. Si costituiscono così, ininterrottamente e senza la minina pianificazione, enormi insediamenti spontanei sui fianchi di montagne e burroni, scavando terrazzamenti in presenza di forti dislivelli. In questa potente geografia visuale della miseria e della precarietà abitativa - dove chi sta peggio ed è più povero si posiziona al fondo dei barrancos (dirupi) - la società guatemalteca si stratifica in modo autoevidente, continuando a proiettare le sue disuguaglianze storiche e strutturali, siano queste costruite su base etnica e/o di classe. Il razzismo e la segregazione si materializzano così, giorno dopo giorno, dai fianchi delle montagne su cui sorge la città più grande del Centro America, fino alle zona più remote e abbandonate del paese, dove vive la più grande percentuale di popolazione originaria maya dell'intera regione (e che costituisce più del 60% della popolazione guatemalteca).\r\n\r\nNel corso degli ultimi otto mesi si è affacciato nella grande piazza centrale della città capitale e nelle sue strade un movimento ampio e composito, che ha aggregato settori e componenti tradizionalmente molto divisi di popolazione. L'ennesimo episodio di corruzione sfacciata, architettato dalla presidenza e vicepresidenza della repubblica, costato alle casse del paese milioni e milioni di quetzales, ha messo in moto un movimento popolare molto determinato e capace di mettere in discussione, soprattutto nel corso degli ultimi due mesi, lo stesso assetto \"democratico\" del Guatemala, basato, fin dalla sua origine liberale e post-coloniale, sulla potentissima oligarchia locale e su ingerenze straniere di ogni tipo, prima tra tutte l'influenza politica asfissiante e pervasiva degli Stati Uniti. Alla luce di tutti questi fattori, le recenti elezioni politiche per il rinnovo della presidenza sono state in parte partecipate, ma hanno visto anche un alto astensionismo e l'intenzione di non lasciare le piazze e gli spazi di discussione nati in questi mesi. Un tempo durante il quale, per una volta, la base etnica, sociale e di classe ha fatto da collante e non da strumento di esclusione sociale e segregazione strutturale.\r\n\r\nAbbiamo parlato di questo lungo periodo di mobilitazioni e dello scandalo che ha coinvolto l'ormai ex-presidente Otto Peréz Molina e la ex-vicepresidente Roxana Baldetti (entrambi attualmente in carcere) con Anna, una compagna che vive da molti anni in Guatemala. Ascolta il contributo:\r\n\r\nanna_guate","6 Ottobre 2015","2015-10-08 14:16:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/Palacio-Nacional-Guatemala-Roxana-Baldetti_LNCIMA20150517_0151_27-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/Palacio-Nacional-Guatemala-Roxana-Baldetti_LNCIMA20150517_0151_27-300x183.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/Palacio-Nacional-Guatemala-Roxana-Baldetti_LNCIMA20150517_0151_27-300x183.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/Palacio-Nacional-Guatemala-Roxana-Baldetti_LNCIMA20150517_0151_27-768x468.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/Palacio-Nacional-Guatemala-Roxana-Baldetti_LNCIMA20150517_0151_27.jpg 994w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guatemala: la primavera dei movimenti?",1444128418,[335,336,337,63,338,339,340,341,342,343,224,344],"http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/cartelli-narcos/","http://radioblackout.org/tag/corruzione/","http://radioblackout.org/tag/esclusione-sociale/","http://radioblackout.org/tag/guatemala/","http://radioblackout.org/tag/lotte-popoli-originari/","http://radioblackout.org/tag/maya/","http://radioblackout.org/tag/movimento-popolare/","http://radioblackout.org/tag/otto-perez-molina/","http://radioblackout.org/tag/societa-guatemalteca/",[346,347,348,15,349,350,351,352,353,354,25,355],"arresti","cartelli narcos","corruzione","esclusione sociale","guatemala","lotte popoli originari","maya","movimento popolare","Otto Perez Molina","società guatemalteca",{"tags":357},[358,360,362,364,366,368,370,372,374,376,378,380],{"matched_tokens":359,"snippet":346},[],{"matched_tokens":361,"snippet":347},[],{"matched_tokens":363,"snippet":348},[],{"matched_tokens":365,"snippet":77},[15],{"matched_tokens":367,"snippet":349},[],{"matched_tokens":369,"snippet":350},[],{"matched_tokens":371,"snippet":351},[],{"matched_tokens":373,"snippet":352},[],{"matched_tokens":375,"snippet":353},[],{"matched_tokens":377,"snippet":354},[],{"matched_tokens":379,"snippet":25},[],{"matched_tokens":381,"snippet":355},[],[383],{"field":37,"indices":384,"matched_tokens":385,"snippets":387},[22],[386],[15],[77],{"best_field_score":93,"best_field_weight":94,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":49,"score":320,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":49},6646,{"collection_name":60,"first_q":15,"per_page":14,"q":15},{"facet_counts":392,"found":441,"hits":442,"out_of":616,"page":96,"request_params":617,"search_cutoff":38,"search_time_ms":14},[393,419],{"counts":394,"field_name":416,"sampled":38,"stats":417},[395,397,400,402,404,406,408,410,412,414],{"count":14,"highlighted":396,"value":396},"anarres",{"count":398,"highlighted":399,"value":399},4,"liberation front",{"count":29,"highlighted":401,"value":401},"Bello come una prigione che brucia",{"count":96,"highlighted":403,"value":403},"Caivano",{"count":96,"highlighted":405,"value":405},"spessore",{"count":96,"highlighted":407,"value":407},"Colleferro",{"count":96,"highlighted":409,"value":409},"Antonia Caruso",{"count":96,"highlighted":411,"value":411},"Caterina Peroni",{"count":96,"highlighted":413,"value":413},"Stefania N'Kombo",{"count":96,"highlighted":415,"value":415},"omolesbotransfobia","podcastfilter",{"total_values":418},16,{"counts":420,"field_name":37,"sampled":38,"stats":439},[421,423,424,426,428,429,431,433,435,437],{"count":29,"highlighted":422,"value":422},"repressione",{"count":96,"highlighted":18,"value":18},{"count":96,"highlighted":425,"value":425},"vegan",{"count":96,"highlighted":427,"value":427},"lapide",{"count":96,"highlighted":20,"value":20},{"count":96,"highlighted":430,"value":430},"vegefobia",{"count":96,"highlighted":432,"value":432},"appendino",{"count":96,"highlighted":434,"value":434},"cacerolata",{"count":96,"highlighted":436,"value":436},"Ilio Baroni",{"count":96,"highlighted":438,"value":438},"liberazione animale",{"total_values":440},36,20,[443,475,515,547,569,593],{"document":444,"highlight":462,"highlights":467,"text_match":470,"text_match_info":471},{"comment_count":49,"id":445,"is_sticky":49,"permalink":446,"podcastfilter":447,"post_author":52,"post_content":449,"post_date":450,"post_excerpt":55,"post_id":445,"post_modified":451,"post_thumbnail":452,"post_title":453,"post_type":454,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":459},"98428","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-05-06-2025-lusb-ucraino-ci-ha-intercettati-mentre-parlavamo-delloperazione-ragnatela-e-bombardato-il-segnale-le-macerie-hanno-soffocato-anche-il-neopresidente-coreano/",[448],"I Bastioni di Orione","Strano destino quello della puntata radiofonica di oggi, che è stata bombardata da un intrigo internazionale che sospettiamo veda un piano di disturbo della frequenza da parte dell’Usb ucraino. La sua diffusione si è interrotta improvvisamente e quindi il mezzo del podcast aggiunge una sulfurea luce di clandestinità alla diffusione della puntuta e acuta analisi di Francesco Dall’Aglio proprio ispirata dallo studio della messa in atto e delle conseguenze dell’Operazione Ragnatela che ha visto l’abbattimento al suolo di velivoli appartenenti alla Triade nucleare russa, un brillante episodio della guerra asimmetrica ucraina, in corso parallelamente a quella classica di occupazione russa che avanza nel Sudovest del paese.\r\n\r\nL’altro approfondimento preparato e non ancora trasmesso riguarda l’epilogo – per ora – del tentato golpe del 3 dicembre in Corea, che ha visto la vittoria elettorale di Lee Jae-myung, candidato democratico che si contrapponeva a Kim Moon-soo, il candidato del partito conservatore, il cui esponente aveva ordito il golpe sventato da un’insurrezione popolare anodina nella penisola. Le caratteristiche del nuovo presidente sono fatte di luce (speranze di composizione dei conflitti nell’area e di miglioramento del welfare all’interno) e ombre (lo stato coreano è caratterizzato da misoginia e discriminazione, e Lee Jae-myung non ha espresso particolari contrapposizioni. Ma ne abbiamo parlato con Rosella Ideo, decana dei coreanisti italiani, la massima studiosa di questioni coreane con un particolare approccio progressista alla materia.\r\n\r\n\r\n\r\nL’impresa coronata da uno spettacolare successo dei Servizi ucraini nell’attacco preparato per un anno e mezzo – dunque con la complicità dell’amministrazione Biden? – va analizzata sia nelle sue pieghe più tecniche fino alla valutazione degli strumenti bellici in campo (perché indicano la vera entità del danno e dell’umiliazione della retorica russa), sia nelle conseguenze scatenate a livello di diplomazie, con il sicuro lavoro frenetico di telefonate tra Rubio e Lavrov per verificare conoscenze, responsabilità e se si sia elevato il livello della guerra verso coinvolgimenti occidentali e mezzi più sofisticati di assistenza.\r\nFrancesco Dall’Aglio si applica con la consueta efficacia a riconoscere dettagli, concetti di terrorismo (non dimenticando l’attacco al treno civile e al ponte sulla Crimea) e interpretazioni dei dati rilevabili, avendo competenze sui mezzi in campo e acume nel disvelare strategie: il risultato è molto diverso dalle veline della propaganda militare, ma anche dal volo cieco degli articoli della stampa occidentale e dal balbettio italiano.\r\nCi sono due guerre in corso: una sul campo con l’avanzata russa, l’altra di propaganda asimmetrica, entrambe in preparazione dell’ancora lontano momento della trattativa.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5KVmX0DOEAJuSu9XMUdno6?si=8bzpNjvgSGuhjA0ZneNnGw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/IntrigoSatellitare_SciameUAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui si trovano i precedenti episodi che analizzano lo stato di guerra e l'escalation in corso.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nProblemi economici e rintontonimento evangelico; misoginia fatta sistema e discriminazione di classe e razzista nei confronti di immigrazione interna e straniera (per esempio gli afgani); società meritocratica, verticistica e fondata sulla competizione, affossata nel peggior inverno demografico del mondo… questi alcuni dei mali che dipingono la società sudcoreana fatta a pezzi da Yoon Suk-yeol, il presidente meno amato della storia coreana e che aveva tentato il tutto per tutto con il tentato golpe presidenziale del 3 dicembre, rimosso a fatica dall’insurrezione popolare e dalla difesa del parlamento che era già stato accerchiato dalle truppe fedeli al presidente, posto sotto impeachment. E ora a processo per insurrezione, dopo una politica di feroce persecuzione nei confronti del Partito democratico.\r\nDi contro Lee Jae-myung, già nelle sue funzioni il giorno dopo le elezioni del 3 giugno, propone i “4 giorni e mezzo” di lavoro settimanale, un welfare più esteso, buoni spesa per le piccole imprese, sussidi per infanzia, giovani e anziani, ampliare i servizi pubblici di assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità, e a potenziare il sostegno per l’alloggio; spiega che intende tollerare le differenze, per superare il vuoto di potere e il disastro economico, perché è vero che ha vinto con il 49% dei voti, ma se la destra non fosse stata divisa tra il partito di Kim Moon-soo, il candidato del Partito conservatore, e quello di estrema destra (il più votato dai giovanissimi) anche questa volta avrebbe prevalso il pensiero di estrema destra: infatti è la destra che ha fatto harakiri altrimenti i moderati democratici non avrebbero certo conquistato il potere in una società ancora così profondamente conservatrice, elitaria e repressiva.\r\nUno dei primi impegni del nuovo presidente è quella di arrivare a una distensione graduale con la Corea di Kim Jong-un (attualmente molto legata ai russi, dopo l’impegno bellico in Ucraina e gli scambi in armi), forse l’unica comunanza con Trump, col quale dovrà rapidamente negoziare i dazi (la Corea è uno dei massimi esportatori di acciaio, per esempio).\r\nIl Partito Democratico è progressista per gli standard della Corea del Sud, che ha una società piuttosto conservatrice e patriarcale. Lee fa parte dell’ala più progressista del partito, ma ha comunque posizioni da conservatore in materia di diritti delle persone LGBT+ e di diritti delle donne. Rispetto a un altro mandato del Partito del Potere Popolare, che è assai filostatunitense (e filotrumpiano in un pezzo del suo elettorat0), da Lee ci si attende un approccio meno accomodante nei confronti del governo degli Stati Uniti, che comunque riconosce come il principale alleato del suo paese. Altra promessa è quelal di rinsaldare un asse indopacifico comprendente la Cina e persino il Giappone, anche se l’atteggiamento nei confronti di Tokyo è sempre stato molto gelido, per le atrocità e lo schiavismo anche e soprattutto sessuale perpetrato durante a Seconda guerra mondiale dall’impero nipponico e dalle sue truppe nella penisola.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/forti-passioni-coreane-impongono-una-svolta-a-seul--66424392\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TransizioneLampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri episodi di approfondimenti sulla regione indopacifica si trovano qui.","6 Giugno 2025","2025-06-18 16:30:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 05/06/2025 - L’USB UCRAINO CI HA INTERCETTATI MENTRE PARLAVAMO DELL'OPERAZIONE RAGNATELA E BOMBARDATO IL SEGNALE, LE MACERIE HANNO SOFFOCATO ANCHE IL NEOPRESIDENTE COREANO LEE JAE-MYUNG","podcast",1749251744,[457,458],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/fest/",[460,461],"Bastioni di Orione","fest",{"post_content":463},{"matched_tokens":464,"snippet":465,"value":466},[15],"è caratterizzato da misoginia e \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark>, e Lee Jae-myung non ha","Strano destino quello della puntata radiofonica di oggi, che è stata bombardata da un intrigo internazionale che sospettiamo veda un piano di disturbo della frequenza da parte dell’Usb ucraino. 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Nel precedente approfondimento ci eravamo concentrati sulla repressione, in questo invece cercheremo di affrontare il tema delle azioni.\r\n\r\nLa strategia portata avanti viene descritta come composta da due modalità: accountable (che abbiamo tradotto come “rivendicate personalmente pubblicamente”) e un-accountable (“non-rivendicate personalmente pubblicamente”), dove la modalità accountable prevede una sorta di sinergia tra l’azione diretta e la politicizzazione del processo, mentre la seconda il non farsi beccare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BCUPCB_PalestineAction-longNEW.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nALBANIA: LA MILITARIZZAZIONE DEI CPR PASSA ANCHE DAGLI APPALTI\r\n\r\nGrazie al contributo di Marika Ikonomu, coautrice di CPR Spa e di una recente inchiesta pubblicata sul Domani, approfondiamo alcuni aspetti meno visibili che hanno caratterizzato la realizzazione da parte del governo italiano di due centri di detenzione per migranti in Albania.\r\n\r\nOltre ai processi di esternalizzazione, in questo caso la militarizzazione del contrasto alle migrazioni (War on Migrants) si evidenzia anche dall’assegnazione degli appalti, diventata appannaggio del Ministero della Difesa italiano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Radio_Marika-AlbaniaMIX.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSORVEGLIANZA BIOMETRICA ALLE FRONTIERE E AI NELLA WAR ON MIGRANTS\r\n\r\nGrazie al contributo di Antonella Napolitano, partendo dalle ricerche presso Hermes Center e EuroMedRights, andiamo a osservare come la vulnerabilità delle persone migranti e la loro discriminazione e criminalizzazione si producano anche attraverso la trasformazione della loro identità e delle loro vite in dati.\r\n\r\nSe l’apparato normativo produce la criminalizzazione primaria della persona migrante (il processo di clandestinizzazione), quello tecnologico produce una criminalizzazione secondaria, generata dalla sua iper-rappresentazione nei database biometrici ad uso delle forze repressive.\r\n\r\nUn altro fenomeno riguarda il ruolo delle tecnologie all’interno dei processi di esternalizzazione delle frontiere e di arruolamento di gendarmi, osservando come questi strumenti rinforzino la dimensione autoritaria dei nuovi alleati dell’Europa nella War on Migrants.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/ANTONELLA-BIOMETRICS-mixdown.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTutte le nostre esistenze hanno una sorta di “doppio digitale” che si compone nei datasets ad uso di strutture istituzionali (dai dati biometrici della Carta di Identià Elettronica ai curricula scolastici, dalla fedina penale alla dichiarazione dei redditi e via dicendo) o di attori commerciali (i profili che sono la merce “semilavorata” del capitalismo della sorveglianza); ma attorno a questa rappresentazione in dati si possono produrre processi di esclusione, di vulnerabilizzazione, di messa al bando, che rimandano al concetto di Banopticon (coniato dal sociologo della sorveglianza Dider Bigo a partire dal concetto di Panopticon – di onnivisione applicata prima al carcere da Bentham e poi riconosciuta nella sua estensione di dispostivo sociale di controllo e conoscenza da Foucault e altri – se il Panopticon tutto vuole conoscere e disciplinare, il Banopticon conosce per escludere – “mettere al bando”).","30 Ottobre 2024","2025-06-29 18:14:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bcupcb-campus-pal-borders-200x110.jpg","PALESTINE ACTION - MILITARIZZAZIONE CPR ALBANIA - BIOMETRIA, AI E WAR ON MIGRANTS",1730285491,[488,489,490,491,492,493,494,495,496],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/azione-diretta/","http://radioblackout.org/tag/biometria/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/palestine-action/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[498,499,500,501,502,503,504,422,505],"albania","azione diretta","biometria","cpr","frontiere","intelligenza artificiale","Palestine action","war on migrants",{"post_content":507},{"matched_tokens":508,"snippet":509,"value":510},[15],"persone migranti e la loro \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> e criminalizzazione si producano anche","La puntata di lunedì 28 ottobre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia è andata in onda dallo studio mobile di Radio Blackout, posizionato per l’occasione – insieme alla crew dell’info e di Harraga - al Campus Einaudi dell’Università di Torino: una mattinata dedicata alla controinformazione su centri di detenzione per migranti, frontiere, guerra alle persone migranti, industria bellica, imperialismo e genocidio in Palestina.\r\n\r\n \r\n\r\nPALESTINE ACTION: AZIONE DIRETTA E STRATEGIA PROCESSUALE\r\n\r\nTorniamo a parlare (in differita) con un compagno di Palestine Action. 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Un “suicidio annunciato”, come molti altri, a cui l’apparato punitivo reagisce la strategia che classicamente accompagna la propria autoassoluzione in questi casi: se una persona è “fragile” e non è in grado di reggere il carcere... non è colpa nostra.\r\n\r\nIn questo caso, il tentativo di archiviazione ruota attorno a sfumature ancora più odiose, come la discriminazione tra suicidio e incidente; senza mai osservare l’insostenibilità del carcere e il suo farsi letale.\r\n\r\nTorniamo a parlare della morte di Fabio Romagnoli in compagnia della sorellastra Jessica:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_romagnoli-archiv.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE DELLA STAMPA ANARCHICA\r\n\r\nIn un’epoca di sussunzione di ogni interazione umana, anche comunicativa e controinformativa, all’interno della dataficazione propria della rete internet, l’apparato repressivo italiano muove operazioni e inchieste contro la stampa anarchica.\r\n\r\nDopo varie inchieste per istigazione a delinquere e associazione con finalità di terrorismo, l’ultimo sequestro – della rivista a numero unico “La Tempesta” a Roma - scomoda la categoria della “stampa clandestina”... forse proprio per l’apertura alla clandestinità del mediatore cartaceo nel contesto panottico del digitale?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_stampa-anarchica.mp3\"][/audio]","12 Marzo 2024","2024-03-12 10:38:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/bcupcb_stampa-romagnoli-200x110.jpg","MORTE DI FABIO ROMAGNOLI VERSO ARCHIVIAZIONE - REPRESSIONE DELLA STAMPA ANARCHICA",1710239921,[527,528,529,495,530,531],"http://radioblackout.org/tag/anarchia/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/fabio-romagnoli/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/",[533,534,535,422,536,537],"anarchia","carcere","fabio romagnoli","sorveglianza","suicidi in carcere",{"post_content":539},{"matched_tokens":540,"snippet":541,"value":542},[15],"ancora più odiose, come la \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> tra suicidio e incidente; senza","Estratti dalla puntata dell'11 marzo 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nIL SUICIDIO ANNUNCIATO DI FABIO ROMAGNOLI VERSO L’ARCHIVIAZIONE\r\n\r\nPoco più di un anno fa, nel febbraio 2023, Fabio Romagnoli moriva in una cella del carcere di Modena; nonostante plurime segnalazioni del rischio suicidario, tra le quali sue esplicite dichiarazioni, quest’uomo veniva lasciato senza osservazione e con una bomboletta di gas da campeggio. 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In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello, autore di “L’illusione meritocratica” appena uscito per i tipi di Eleuthera\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nVia i militari!\r\nPer una Barriera libera e solidale!\r\nore 14,30\r\ncorso Palermo angolo via Sesia\r\nPresidio Antimilitarista\r\nore 16\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nIl canzoniere di Alba, chiacchiere e socialità\r\nIn Barriera si moltiplicano gli sfratti\r\nIl lavoro, quando c'è, è precario, pericoloso, malpagato\r\nLa salute è ormai un lusso per pochi\r\nLa sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le strade!\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. 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Scenari di guerra. Always on the move? Il trionfo della meritocrazia...",1709241412,[],[],{"post_content":561},{"matched_tokens":562,"snippet":563,"value":564},[15],"perdenti» ad accettare la propria \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark>. L'idea meritocratica si configura dunque","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nScenari di guerra planetaria\r\nSono passati due anni dall’invasione russa dell’Ucraina e, nonostante l’affievolirsi dell’attenzione mediatica, il conflitto si inasprisce sempre di più.\r\nGuerre insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. 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Il primo è ampiamente pubblicizzato, del secondo si parla poco e male.\r\n\r\nIl trionfo della meritocrazia?\r\nSuadente e accattivante, la parola meritocrazia pervade ormai ogni discorso. Ripetuta come un mantra salvifico in ogni contesto sociale e professionale, oggi appare come l'unica opzione che possa affrancarci dal clientelismo e dalle sue disastrose conseguenze. Ma davvero il merito (termine quanto mai ambiguo) e l'ossessione valutativa che comporta ci offrono una via d'uscita? Nient'affatto, risponde Codello, perché la visione meritocratica è non solo irrealizzabile, in quanto basata su premesse false (la parità delle condizioni di partenza), ma anche indesiderabile, in quanto trasforma la disuguaglianza da fatto sociale a dato naturale. L'idea di fondo è infatti che ognuno di noi – chi ce la fa e chi non ce la fa – occupi nella piramide sociale il posto che «si merita»: un riconoscimento inappellabile e interiorizzato che porta i «vincenti» a ritenere giustificato il proprio potere e i «perdenti» ad accettare la propria \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark>. L'idea meritocratica si configura dunque come il trionfo del «governo dei migliori» da un lato e della «servitù volontaria» dall'altro. In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello, autore di “L’illusione meritocratica” appena uscito per i tipi di Eleuthera\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nVia i militari!\r\nPer una Barriera libera e solidale!\r\nore 14,30\r\ncorso Palermo angolo via Sesia\r\nPresidio Antimilitarista\r\nore 16\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nIl canzoniere di Alba, chiacchiere e socialità\r\nIn Barriera si moltiplicano gli sfratti\r\nIl lavoro, quando c'è, è precario, pericoloso, malpagato\r\nLa salute è ormai un lusso per pochi\r\nLa sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le strade!\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro\r\nAssemblea di quartiere\r\nIl vero degrado è perdere la casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[566],{"field":89,"matched_tokens":567,"snippet":563,"value":564},[15],{"best_field_score":472,"best_field_weight":473,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":49,"score":474,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":49},{"document":570,"highlight":584,"highlights":589,"text_match":470,"text_match_info":592},{"comment_count":49,"id":571,"is_sticky":49,"permalink":572,"podcastfilter":573,"post_author":575,"post_content":576,"post_date":577,"post_excerpt":55,"post_id":571,"post_modified":578,"post_thumbnail":579,"post_title":580,"post_type":454,"sort_by_date":581,"tag_links":582,"tags":583},"82627","http://radioblackout.org/podcast/puntata-speciale-diritto-allo-studio/",[574],"black in","ujamaa","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/Puntata-Diritto-allo-Studio-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl diritto allo studio è garantito allo stesso modo per tuttə? \r\n\r\nStudiare in Italia quando non hai la cittadinanza o quando vivi qui da poco, vuol dire che la possibilità di essere \"regolarə\" dipende dal numero di CFU che consegui ogni anno. \r\nMa questa non è la sola discriminazione che lə studentə senza cittandinanza e in generale chiunque voglia studiare in Italia, incontrano nei percorsi scolastici e universitari. \r\nIl permesso di soggiorno per studio non consente di lavorare per più di 1200 ore annuali, questo impedisce allə studentə di lavorare quanto basta per sostentarsi e di gestire gli studi come preferiscono, e soprattutto costringe le persone ad accettare lavori a nero e malpagati. \r\n E' evidente che dalla disciplina dei permessi di soggiorno, sino alla conversione dei titoli di soggiorno e l'accesso al welfare universitario, l'università e gli altri luoghi del sapere non garantiscono il diritto allo studio per tuttə allo stesso modo. \r\n\r\nPer questo, dopo l’incontro formativo sulla cittadinanza, continuiamo le formazioni sul sistema dei documenti. Questa volta, affronteremo il tema del diritto allo studio a partire da una prospettiva giuridica per carpire le modalità mediante le quali le leggi nazionali, europee e le pratiche locali rendono l’accesso all’istruzione non fruibile da tutt* allo stesso modo. \r\nDalla conversione dei titoli, al collegamento tra la validità del titolo di soggiorno per studio e il conseguimento dei CFU, fino ai servizi universitari, l'università insieme alle questure e alle altre istituzioni, contribuiscono ad impedire l'autodeterminazione delle persone razzializzate. In questo incontro a partire dagli interventi dellə ospitə, ci incontreremo per condividere le nostre esperienze e riflettere su come organizzarci per rendere l'università uno spazio accessibile.","8 Giugno 2023","2023-06-13 18:21:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/signal-2023-05-30-135258-200x110.jpeg","Puntata Speciale: Cittadinanza, Documenti e Diritto allo Studio!",1686261794,[],[],{"post_content":585},{"matched_tokens":586,"snippet":587,"value":588},[15],"questa non è la sola \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> che lə studentə senza cittandinanza","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/Puntata-Diritto-allo-Studio-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl diritto allo studio è garantito allo stesso modo per tuttə? \r\n\r\nStudiare in Italia quando non hai la cittadinanza o quando vivi qui da poco, vuol dire che la possibilità di essere \"regolarə\" dipende dal numero di CFU che consegui ogni anno. \r\nMa questa non è la sola \u003Cmark>discriminazione\u003C/mark> che lə studentə senza cittandinanza e in generale chiunque voglia studiare in Italia, incontrano nei percorsi scolastici e universitari. \r\nIl permesso di soggiorno per studio non consente di lavorare per più di 1200 ore annuali, questo impedisce allə studentə di lavorare quanto basta per sostentarsi e di gestire gli studi come preferiscono, e soprattutto costringe le persone ad accettare lavori a nero e malpagati. \r\n E' evidente che dalla disciplina dei permessi di soggiorno, sino alla conversione dei titoli di soggiorno e l'accesso al welfare universitario, l'università e gli altri luoghi del sapere non garantiscono il diritto allo studio per tuttə allo stesso modo. \r\n\r\nPer questo, dopo l’incontro formativo sulla cittadinanza, continuiamo le formazioni sul sistema dei documenti. 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Come parlare del/per il non-umano senza cadere in rappresentazioni antropocentriche, antropomorfiche?\r\n\r\nCon l’aiuto di Massimo Filippi, teorico e militante antispecista, nonché autore del libro “M49. Un orso in fuga dall’umanità”, abbiamo ripercorso le tappe dell’introduzione dell’orso in Trentino e la (non)gestione di tale processo, connotata da lacune organizzative e di metodo che hanno contribuito a rendere gli incontri tra popolazione umana e orsi potenzialmente drammatici. Attraverso il racconto delle storie di resistenza di questi animali, dalla latitanza alle fughe, abbiamo lanciato uno sguardo dentro le mura del lager per orsi del Casteller, contro cui si muovono da anni mobilitazioni nazionali, e abbiamo riflettuto sul concetto di orso “problematico”, definizione che si affibia agli individui che mettono in atto comportamenti che non soddisfano le aspettative che noi umani abbiamo nei loro confronti. L’oppressione e la discriminazione psichiatrica, la coercizione carceraria, ma anche le forme di resistenza che si sviluppano contro di esse sono elementi di un’analogia evidentissima con la nostra società e ci ricordano quanto sottile sia la linea che divide l’Uomo da quel pezzo di mondo che ha voluto rendere Altro da sé.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ot.mp3\"][/audio]","16 Maggio 2023","2023-05-16 11:35:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/Senza-titolo-200x110.jpeg","Orsi in trentino, cosa sta succedendo? Intervista a Massimo Filippi",1684236936,[],[],{"post_content":608},{"matched_tokens":609,"snippet":610,"value":611},[15],"loro confronti. 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Un orso in fuga dall’umanità”, abbiamo ripercorso le tappe dell’introduzione dell’orso in Trentino e la (non)gestione di tale processo, connotata da lacune organizzative e di metodo che hanno contribuito a rendere gli incontri tra popolazione umana e orsi potenzialmente drammatici. Attraverso il racconto delle storie di resistenza di questi animali, dalla latitanza alle fughe, abbiamo lanciato uno sguardo dentro le mura del lager per orsi del Casteller, contro cui si muovono da anni mobilitazioni nazionali, e abbiamo riflettuto sul concetto di orso “problematico”, definizione che si affibia agli individui che mettono in atto comportamenti che non soddisfano le aspettative che noi umani abbiamo nei loro confronti. 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