Bildungsroman entre el Guatemala rural
Scritto dainfosu 1 Agosto 2013
Qualche volta per iniziativa di un singolo individuo la scuola può competere a formare davvero con altri mezzi di comunicazione. E la radio a sua volta può servire come mezzo di diffusione delle sensazioni di giovani catapultati dall’altro lato dell’Oceano per scoprire di avere in comune un’umanità e una lotta – qualsiasi accezione si voglia dare alla parola “lotta” – con una comunità che li ascolta e che a loro volta ascoltano, per capire come funziona una comunità. Daniele e Ludovico sono andati in Guatemala con un progetto di cooperazione internazionale gestito dalla associazione Mlal, una cooperazione laica (e anche collaterale alla guerriglia antifascista) e poi sono venuti a parlarcene. La regione da loro abitata per due settimana è quella di Chimaltenango, dove hanno cercato di capire come funziona il volontariato non governativo e hanno scoperto invece come si sviluppano da soli (e cercano di contrapporrsi a una forma di colonialismo condizionante in forma neoliberista), perché non si tratta di aiutare ma imparare dalla cultura autoctona; allo stesso tempo le antenne dritte della adrenalina di viaggio li ha fatti vedere la Nestlé e le sue devastazioni subdole, la Chiquita e la Monsanto, e poi la prassi colpevole di Enel che fa pagare ai guatemaltechi quello che produce saccheggiando le loro risorse . E poi hanno rilevato intrallazzi politici, subito tentativi di assalto di inquietanti nugoli di motociclisti, parlato e vissuto con le famiglie che li ospitavano, avuto contatti con insegnanti (e con la disastrosa situazione educativa evidenziata dalla foto che illustra queste poche righe)… l’assenza di sovrastrutture, né occidentali, né turistiche: in 15 giorni a vent’anni è una bella esperienza che si esprime in una fresca idea di cosa significa la parola “lotta” che ci hanno voluto regalare.
Nell’audio trovate entusiasmo e apertura, umiltà e stupore consapevole per una accoglienza incredibile verso degli europei che potrebbero essere identificati come colonizzatori e invece vengono ospitati squisitamente, improvvisa rivelazione di un mondo e di una diversa modalità di vivere al ritorno dall’esperienza in Guatemala di due giovani, che probabilmente hanno scoperto molto su di sé e ci hanno comunicato la loro idea su un paese che ci è particolarmente caro e di cui continueremo a occuparci: