CIE di Trapani, situazione insostenibile
Scritto dadjsu 17 Novembre 2013
La mattina di domenica 17 novembre abbiamo fatto una lunga intervista con un recluso del CIE di Trapani, appartenente al gruppo di trenta che lunedi 4 sono stati trasferiti in aereo da Gradisca dopo la rivolta che ha portato allo svuotamento del Centro friulano.
A Trapani i reclusi hanno trovato una situazione se possibile peggiore che a Gradisca: cibo immangiabile e portato con ore di ritardo, docce con l’acqua fredda, niente biancheria e solo pochi asciugamani, niente assistenza medica o assistenza sociale. Solo nelle ultime ore, dopo la visita sabato mattina di un senatore dei 5 stelle, le cose sono leggermente migliorate, ma la rabbia è costante e si esprime anche attraverso ripetuti tentativi di fuga, spesso riusciti anche a costo di farsi male oltrepassando le sbarre.
Tra i reclusi è chiara la consapevolezza che il sistema dei CIE, oltre a gravare sui migranti che lo subiscono direttamente, rappresenta un businness per le ditte che gestiscono le strutture, che ricevono milioni di soldi pubblici che altrimenti potrebbero essere destinati a chi ne ha bisogno.
Come accaduto di recente a Gradisca e Milano, c’è da sperare che anche per il CIE di Trapani arrivi presto la chiusura.
Ascolta l’intervista: