Istanbul. Gli operai si prendono la fabbrica
Scritto dainfosu 5 Marzo 2014
Istanbul febbraio 2014. Alla fabbrica di sacchi di fibra plastica GREIF, nella periferia europea della capitale turca, gli operai che da due settimane hanno bloccato la produzione occupando lo stabilimento hanno aperto le porte ai solidali.
Dario, un compagno di Torino e alcuni suoi amici hanno deciso di approfittare dell’occasione per conoscere la lotta.
Di seguito alcuni stralci dal suo racconto.
“Domenica abbiamo avuto una lunga discussione con diversi operai che ci hanno raccontato la loro lotta. Rıportiamo quello che che ci hanno raccontato. Tutto è iniziato deci mesi fa quando quattro operai, provenienti da contesti territoriali turchi molto conflittuali e quindi portatori di una forte coscienza politica, hanno iniziato a fare propaganda rıuscendo a far iscrivere 228 operai al sindacato rivoluzionario DISK, cosa che ha permesso la possibilità di aprire una trattativa con l’azienda. La lotta si è organizzata attraverso la creazione di diversi comitati nei differenti settori della fabbrica. Oggi il numero degli iscritti al DISK é salito a 700.
L’otto novembre la padronanza ha presentato una lista di 16 operai politicamente molto attivi dicendo che sarebbero stati licenziati. Il primo è stato licenziato il giorno stesso, ne è seguito uno sciopero di otto ore che ha portato alla sua riassunzione.
Di questi 1500 operai, circa 500 sono assunti direttamente alla GREIF mentre gli altri 1000 sono assunti attraverso 44 aziende esterne nonostante la legge n° 4857 consenta al solo settore terziario la pratica dell’esternalizzazione. Manco a dirlo questi 1000 operai non hanno gli stesso diritti e la stessa retribuzione.
Tra novembre e dicembre si è aperta la trattativa attraverso portavoce scelti direttamente dai lavoratori che hanno presentato 66 articoli di cui i 56 meno rilevanti sono stati accettati, mentre i dieci più importanti, come ad esempio la fine dell’esternalizzazione, l’aumento salariale, la tredicesima, l’aiuto per gli studenti-lavoratori e per i figli a carico dei lavoratori, sono stati rigettati dall’azienda che ha minacciato di licenziare tutti quanti.
Dopo le minacce di licenziamento di massa ricevute, il dieci febbraio i comitati dichiarano lo sciopero e la sera stessa occupano la fabbrica prendendo su di sé tutte le responsabilità.
La confederazione sindacale DISK proviene dalla scissione del sindacatoTurk-iş creato nel 1952 dagli USA per controllare i lavoratori. La scissione avvenuta nel 1967 a opera della componente rivoluzionaria, perlopiù minatori e metalmeccanici, ha portato alla creazione della Confederazione dei Sindacati dei Lavoratori Rivoluzionari. Fino al 1980 il DISK ha portato avanti e vinto molte battaglie ma con il colpo di stato mılitare i leader degli operai assieme alla quasi totalità dei rivoluzionari turchi sono stati uccisi o arrestati. Al vertice del sindacato sono stati posti “i signori del sindacato” come li chiamano qui, che hanno fossilizzato nella burocrazia la lotta sindacale.
Il DISK ovviamente era informato della volontà di occupare la GREIF bloccando la produzione, ma quando ciò è avvenuto il sindacato ha disconosciuto con un comunicato ufficiale questa pratica perché illegale, dicendo che era avvenuta a loro insaputa. I lavoratori hanno protestato con un presidio davanti la sede e poi entrando all’interno. Proprio in questi ultimi giorni cadeva il quarantasettesimo compleanno del sindacato che guarda caso non ha invitato gli operai GREIF alla festa. I lavoratori, dicendo che sono loro il DISK, hanno organizzato i festeggiamenti all’interno della fabbrica occupata, poi la protesta si è spostata in piazza Taksim.
Pochi giorni dopo il DISK ha dovuto appoggiare formalmente l’occupazione senza però dare il minimo sostegno materiale.
Ascolta l’intervista con Dario: