Processo del compressore. Chiesti cinque anni e mezzo per Francesco, Graziano e Lucio
Scritto dainfosu 12 Maggio 2015
Aggiornamento alle 16,30. Il PM Padalino ha chiesto 5 anni e mezzo di reclusione per Francesco Lucio e Graziano, accusati di aver partecipato al sabotaggio della notte tra il 13 e il 14 maggio 2013.
Era la seconda udienza del processo a loro carico iniziato il 23 aprile.
Per questo stesso fatto sono stati condannati a tre anni e mezzo di reclusione altri quattro No Tav, che ora si trovano ai domiciliari. Francesco, Lucio e Graziano sono invece ancora in carcere in regime di alta sorveglianza, nonostante, anche per loro, caduta l’accusa di terrorismo. I PM Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno fatto ricorso contro i pronunciamenti della corte d’assise per Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò e dela Cassazione per Francesco, Graziano e Lucio che hanno negato la sussistenza dell’accusa di attentato con finalità di terrorismo, avanzata dai due PM con l’elmetto.
L’udienza di oggi, come quella precedente, sarà a porte chiuse, perché i tre no tav hanno scelto il rito abbreviato. Oggi dovrebbe chiudersi la requisitoria, ci sarà la richiesta delle pene e le arringhe dei difensori.
Continua a far discutere che qualche giorno fa sia stato impedito ad Eugenio Losco, uno dei difensori, di incontrare i propri assistiti, messi in quarantena per una supposta scabbia.
Di certo ci sono le pessime condizioni igieniche delle celle del carcere delle Vallette, dove sono stati trasferiti dopo una lunga detenzione in regime di alta sorveglianza e il fatto che, con il pretesto della quarantena, è stato impedito al loro avvocato di incontrali la scorsa settimana.
Il 27 maggio è prevista la sentenza.
Prima dell’inizio dell’udienza abbiamo sentito l’avvocato Losco.
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