8 marzo. Fermiamo il mondo contro la violenza maschile sulle donne

Scritto dasu 31 Gennaio 2017

Il 27 novembre la grande assemblea che si svolse il giorno successivo alla imponente manifestazione che, il giorno precedente, aveva attraversato le strade di Roma, si concluse con la decisione di fare proprio l’appello delle donne argentine per una giornata di sciopero e di lotta internazionale contro la violenza di genere l’8 marzo del 2017.

Le donne della Rete “non una di meno” nei vari territori stanno costruendo lo sciopero, facendo assemblee, costruendo gruppi tematici di informazione e lotta, dando spazio alle istanze emerse dalle varie assemblee.

All’appello rivolto ai sindacati, perché indicessero sciopero sinora hanno risposto solo alcuni sindacati di base. L’appello lo potete leggere qui.

Ne abbiamo parlato con Chiara, redattrice della radio ed esponente di “Non una di meno” di Torino.

Ascolta la diretta:

2017 01 31 chiara sciopero donne

Di seguito l’appello delle donne argentine di Ni Una Menos:

“L’otto marzo la terra trema. Le donne del mondo si uniscono e lanciano una prova di forza e un grido comune: sciopero internazionale delle donne. Ci fermiamo. Scioperiamo, ci organizziamo e ci incontriamo tra di noi. Mettiamo in pratica il mondo in cui vogliamo vivere.

#NoiScioperiamo
Scioperiamo per denunciare:
Che il capitale sfrutta le nostre economie informali, precarie e intermittenti.
Che gli stati nazionali e il mercato ci sfruttano quando ci indebitano.
Che gli Stati criminalizzano i nostri movimenti migratori.
Che guadagniamo meno degli uomini e che il divario salariale tocca, in media, il 27%.
Che non si riconosce il fatto che il lavoro domestico e di cura è lavoro non retribuito, che si somma mediamente per 3 ore in più alle nostre giornate lavorative.
Che questa violenza economica aumenta la nostra vulnerabilità di fronte alla violenza maschile, di cui l’atto estremo più aberrante sono i femminicidi.
Scioperiamo per reclamare il diritto all’aborto libero e perché nessuna sia obbligata alla maternità.
Scioperiamo per rendere visibile che se i lavori di cura non diventano responsabilità di tutta la società noi ci vediamo obbligate a riprodurre lo sfruttamento classista e coloniale tra donne. Per andare a lavorare dipendiamo da altre donne. Per spostarci dipendiamo da altre donne.
Scioperiamo per valorizzare il lavoro invisibilizzato che facciamo, che costruisce reti, sostegno e strategie vitali in contesti difficili e di crisi.

#NonSiamoTutte
Scioperiamo perché mancano le vittime di femminicidio, voci che si spengono violentemente ad un ritmo da brivido di una al giorno solo in Argentina.
Mancano le lesbiche e le transessuali assassinate da crimini di odio.
Mancano le prigioniere politiche, le ricercate, le assassinate nel nostro territorio latinoamericano per difendere la terra e le sue risorse.
Mancano le donne incarcerate per delitti minori che criminalizzano forme di sopravvivenza, mentre i crimini delle multinazionali e del narcotraffico rimangono impuniti perché beneficiano il capitale.
Mancano le morte e le prigioniere per aborti insicuri.
Mancano le desaparecidas.
Di fronte a luoghi che diventano un inferno, ci organizziamo per difenderci e prenderci cura tra di noi.
Di fronte al crimine maschilista e alla sua pedagogia della crudeltà, di fronte all’intento dei mezzi di comunicazione di vittimizzarci e terrorizzarci, trasformiamo il dolore individuale in complicità collettiva e la rabbia in lotta collettiva.

Di fronte alla crudeltà, più femminismo.

#NoiCiOrganizziamo
Noi ci appropriamo degli strumenti dello sciopero perché le nostre domande sono urgenti. Facciamo dello sciopero delle donne una misura ampia e attuale, capace di proteggere le occupate e le disoccupate, le donne senza salario e quelle che prendono un sussidio, le lavoratrici in proprio e le studentesse, perché tutte siamo lavoratrici.
Noi scioperiamo.
Ci organizziamo contro il confino domestico, contro la maternità obbligatoria e contro la competizione tra donne, tutte forme spinte dal mercato e dal modello della famiglia patriarcale.
Ci organizziamo in ogni dove: nelle case, per le strade, sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nei mercati, nei quartieri.
La forza del nostro movimento sta nei legami che creiamo tra noi.
Ci organizziamo per cambiare tutto.

#LInternazionaleFemminista
Tessiamo un nuovo internazionalismo.
Dalle situazioni concrete in cui ci troviamo, interpretiamo la congiuntura.
Vediamo che di fronte al rigurgito neo-conservatore, localmente e globalmente il movimento delle donne emerge come potenza di una alternativa.
Vediamo che la nuova “caccia alle streghe”, che ora perseguita ciò che nomina “ideologia di genere”, prova giustamente a combattere e neutralizzare la nostra forza e a spezzare la nostra volontà.
Di fronte alle spoliazioni multiple, alle espropriazioni e alle guerre contemporanee che occupano la terra e il corpo delle donne come territori prediletti di conquista, noi ci accorpiamo politicamente e spiritualmente.

#CiMuoveIlDesiderio
Perché #ViveELibereCiVogliamo, noi ci arrischiamo in alleanza insolite.
Perché noi ci appropriamo del tempo e apriamo spazi di libertà per noi, facciamo dello stare unite un sollievo e una conversazione tra alleate, trasformiamo le assemblee in manifestazioni, le manifestazioni in festa, la festa in un futuro comune.
Perché #SiamoPerNoistesse, questo 8 marzo è il primo giorno della nostra nuova vita.
Perché #CiMuoveIlDesiderio, il 2017 è il tempo della nostra rivoluzione.”
Il prossimo fine settimana si svolgerà a Bologna un’assemblea nazionale, nella quale si continuerà il confronto intrapreso a Roma.

A Torino la prossima assemblea è fissata per il 7 marzo, in luogo e data ancora da stabilire.
Per info: https://nonunadimeno.wordpress.com


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