Brasile. Case e quartieri fortificati… e in Italia?

Scritto dasu 28 Febbraio 2017

Nei giorni scorsi sulla Tribuna di Treviso è comparsa la notizia della nascita di un quartiere fortificato sul modello “americano”.
In apparenza niente di nuovo: recinzioni, villette, giardino privato, ingresso riservato ai residenti, sorveglianza. Di posti simili se ne incontrano altri: la caratteristica del “Borgo San Martino” a Santa Bona è l’esplicita intenzione di replicare modelli tipici degli States o dell’America Latina.
All’interno, oltre al giardino e alla piscina, c’è anche un supermercato. Il muro e il cancello d’ingresso celano alla vista l’area.
La provincia di Treviso in questi anni è stata spesso all’avanguardia nella paranoia securitaria e nell’ansia di sicurezza. Nulla di strano che proprio qui sia sorto questo villaggio, che, con altri simili ma più semplici, è tuttavia un’eccezione nel panorama urbano delle nostre città, dove le cesure fisiche non ricalcano le cesure sociali, anche se il conflitto di classe sulla gestione del territorio è molto forte.
I modelli cui si sono ispirati i costruttori di “Borgo San Martino” in Brasile sono molto diffusi.
Ne abbiamo parlato con l’architetto Simone Ruini, che per un anno ha vissuto e studiato in Brasile.
Qui le aree abitate dai ricchi sono nettamente separate da quelle dove vivono i poveri. Muri, sorveglianza armata, telecamere circondano sia le ville, sia, nelle grandi città come Rio o Sao Paulo, grandi torri di lusso. Sono città nella città con molti servizi che consentono a chi vive molti di muoversi poco all’esterno, se non in auto per andare al lavoro, all’università, in qualche locale.
Il “fuori” è considerato pericoloso e non viene mai attraversato. Non a piedi. La paura è la cifra dell’abitare dei brasiliani benestanti, che sfrecciano per le strade nelle loro belle auto a velocità folle. Anche in città, che, allo sguardo di un europeo, appaiono del tutto simili alle nostre.
La cesura sociale, diviene anche cesura culturale e politica, sin più forte dei muri fisici che dividono i quartieri ricchi da quelli poveri.
L’immagine che illustra il post è quella di Paraisopolis: una torre di lusso, con balconi a conchiglia e piscina privata, circondata da campi da tennis, pallacanestro, un’altra grande piscina. Nella stessa foto si vede una favela: tra il grattacielo dei ricchi e la baraccopoli dei poveri c’è solo un grosso muro.
Un muro invalicabile: così spera chi vive nel proprio paradiso blindato.

Ascolta la diretta con Simone Ruini:

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