Ele, Theo, Bastien. La solidarietà non si arresta
Scritto dainfosu 8 Maggio 2018
La frontiera al Monginevro durante l’inverno è stata a lungo friabile. I migranti in viaggio a volte venivano respinti, a volte passavano. Gli occhi indiscreti dei turisti dovevano essere protetti dalla diretta percezione dell’Europa al tempo delle frontiere di classe.
Non sono mancati i momenti drammatici, le gente persa nella neve, le famiglie con bambini spostate come pacchi in alta montagna, le donne incinta cui era negata un’ambulanza, i solidali perseguiti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
A Claviere, dove d’inverno è meno pericoloso passare, a marzo è stato occupato un locale sottostante la chiesa, inutilizzato da tempo. Lo hanno chiamato Chez Jesus. É un luogo dove si può sostare, scambiarsi informazioni, in una relazione tra eguali, dove tutti fanno tutto, dalla cucina alla pulizia dei locali.
Finita la stagione turistica invernale, i controlli e i respingimenti si sono moltiplicati, rendendo molto arduo attraversare il confine.
La frontiera, al di là delle convenzioni tra gli stati, è una linea fatta di niente che solo gli uomini armati dallo Stato rendono vera.
In questi mesi la prima frontiera per i migranti è stata la stazione di Porta Nuova, dove i binari dove partono i treni diretti in Val Susa vengono sorvegliati da pattuglie interforze di poliziotti e militari. Sono lì per selezionare i passeggeri: quelli dalla pelle scura passano, gli altri, quelli più scuri vengono fermati e spesso cacciati via. Non importa che abbiano il biglietto: se non hanno in tasca i documenti giusti, vengono buttati fuori.
Il 18 aprile un gruppo di compagn* e compagn* sono entrati in stazione, hanno tirato fili bianchi e rossi con appesi cartelli con la scritta “frontiera”, distribuendo volantini e raccontando al megafono le storie di chi ha la vita imprigionata dai muri della fortezza Europa. Poi si sono uniti al presidio che era stato indetto all’esterno della stazione.
Due giorni dopo sono scesi in pista anche i fascisti di Generazione Identitaria, gruppo multinazionale con maggiore radicamento in Francia. Grande operazione mediatica con due elicotteri, mezzi per muoversi sulla neve, metri di barriere erette sulla strada che conduce al Col de l’Echelle, il colle della Scala, che durante l’estate è una facile via verso la Francia. Peccato che in questa stagione sia impercorribile per l’enorme rischio di valanghe.
Dopo neanche un giorno i fascisti sono scesi a valle.
Domenica 22 aprile migranti e solidali hanno deciso di riprendersi i sentieri e le strade
Un corteo si è dipanato sino al Monginevro, dove si sono schierati i gendarmi. Passando nel nevaio lungo la statale e con qualche spinta tutti sono riusciti a passare il blocco. Poi, dopo 16 chilometri il corteo è approdato al rifugio di Tous Migrants nei pressi della stazione.
I gendarmi, beffati dalla convinzione che i manifestanti, appresa la notizia della veloce ritirata dei fascisti, si sarebbero limitati ad un’azione simbolica, volevano la rivincita. Per le strade di Briancon hanno fatto la caccia all’uomo attaccando un gruppo di compagni che si era spostato davanti alla sede della gendarmeria per fare pressione per il rilascio di un giovane spagnolo e tre migranti africani che gli avevano chiesto un passaggio.
I quattro verranno rilasciati dopo qualche ora. Eleonora, Theo e Bastien resteranno invece impigliati nella rete. Arrestati e condotti il giorno dopo davanti al magistrato sono investiti dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in banda. Dopo una settimana di reclusione tra Gap e Marsiglia, verrà accolto parzialmente il ricorso del loro avvocato e sarranno scarcerati con obbligo di dimora in Francia, firme quotidiane, divieto di rilasciare dichiarazioni pubbliche.
Giovedì 4 maggio, giorno dell’udienza a Gap, un gruppo di solidali si è dato appuntamento alla stazione per un presidio solidale che si è trasformato in un piccolo corteo che si è concluso davanti alla sede dell’Alliance Francaise.
Il processo contro di loro verrà celebrato il 31 maggio.
Oggi a radio Blackout alle 18 si terrà un’assemblea per discutere le prossime iniziative di solidarietà e lotta.
Intanto, da qualche giorno, per strade e sentieri tra Claviere e Briancon si appostano fascisti a caccia di migranti. Quando li vedono chiamano la polizia oppure li fermano loro stessi. Quadracce con la giacca blu lungo le frontiere di un’Europa.
Ascolta la diretta fatta il 24 aprile con Dade di Breacktheborder:
2018 04 24 davide break the borders
Ascolta la diretta fatta oggi con Giulia di Breacktheborder: