Racconti dal confine polacco-ucraino

Scritto dasu 8 Marzo 2022

Nell’ultima settimana si sono susseguite denunce di discriminazioni razziste nei confronti delle persone non ucraine che si trovano a scappare insieme alla popolazione locale dai bombardamenti russi. Le differenze in base alla razza non riguardano solo l’esclusione dai mezzi di trasporto e le lunghe code nel disinteresse generale cui sono stati sottoposti studenti e persone non ucraine alla frontiera con la Polonia, ma anche le reazioni di molti commentatori e giornalisti a una guerra che vede coinvolte popolazioni europee “civilizzate”, dichiarazioni che di fatto normalizzano le guerre che interessano il continente asiatico e africano. Si assiste inoltre a una straordinaria “macchina della solidarietà” europea, che finalmente vediamo in azione, e che mostra due velocità a seconda che a scappare da guerre siano persone di classe media, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, o profughi provenienti dall’Afghanistan, dall’Iraq o dalla Siria. Sono questi i temi che tocca Francesco nel contributo che ci manda da Medyka, città al confine meridionale tra Ucraina e Polonia in corrispondenza di Leopoli. Francesco Anselmi è un fotografo e documentarista che si occupa di confini. Ha lavorato sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti e da qualche giorno è partito per quella tra l’Ucraina e la Polonia. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la situazione dellə rifugiatə nel punto del confine maggiormente attraversato da chi scappa dai bombardamenti russi.

 


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