Decreto Caivano. Daspo e più galera per i minorenni

Scritto dasu 27 Settembre 2023

All’alba del 26 settembre sono state arrestate nove persone, accusate dello stupro di gruppo di due bambine di Napoli, nel quartiere di Caivano.
I fatti di Caivano hanno suscitato grande indignazione e sono stati il pretesto per l’ennesimo decreto repressivo del governo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e divenuto operativo il 15 settembre.
Premessa. Per crimini come lo stupro di Caivano i presunti responsabili sarebbero comunque finiti in carcere: quindi le misure messe in campo dal governo, in tutto 16 articoli, mirano semplicemente a trattare come questioni di ordine pubblico la dispersione scolastica, la violenza di genere, la disoccupazione giovanile, la difficoltà di vivere nei quartieri poveri. In questo modo un milieu politico e sociale impregnato di cultura dello stupro, machismo, logiche patriarcali e violente, esce di scena. Tranne poi ricomparire in prima serata sulla bocca del Giambruno di turno, che invita Cappuccetto Rosso ad evitare il bosco per non incontrare il lupo. Queste affermazioni, fatte dopo lo stupro di gruppo di quest’estate a Palermo, hanno avuto grande eco mediatica, perché a pronunciarle è stato un conduttore televisivo, che è compagno della prima ministra Meloni. Ma. Sappiamo bene che sono parte di un humus culturale molto diffuso, quello che trova normale la violenza di genere e prescrive come antidoto la “prudenza” delle potenziali vittime.
Nonostante il ministro Nordio abbia dichiarato che quelle del decreto Caivano non sarebbero solo misure repressive, la realtà è molto diversa: più carcere per i minorenni, cui potrà essere applicato anche il daspo urbano e l’arresto per pericolo di fuga.
Nel pacchetto tante misure amministrative come ammonimento, avviso orale, foglio di via. Reintrodotta la custodia in carcere per il piccolo spaccio.
Per la prima volta in Italia possono essere raggiunti da ammonimento anche i ragazzini e le ragazzine tra i 12 e i 14 anni.
Non mancano le norme repressive inflitte ad i genitori che non riescano a imporre ai propri figli di attenersi alle misure loro imposte. Rischiano la perdita della podestà genitoriale e la prigione. Si riconferma la logica familista dei fascisti al governo, che considerano la famiglia “naturale”, definita dalla chiesa e dallo stato, il nucleo etico della società. Se non funziona in base alle regole patriarcali scatta la sanzione penale.

Queste leggi, emanate sulla spinta di una presunta emergenza, hanno valore universale: logico immaginare che presto verranno applicate per imbrigliare, ancora di più di quanto già non avvenga, i tanti ragazzi e ragazze impegnat* nei movimenti di opposizione sociale.

Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco

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