CONTRO LA SCUOLA IN GUERRA – AUDIO [MORSI]
Scritto dainfosu 5 Febbraio 2024
In questi tempi di guerra, tutt’ora segnati da un processo di doppia conversione – quella militare delle forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico e quella poliziesca delle forze militari nelle missioni di “polizia internazionale” – e da un continuum tra guerre permanenti su scala mondiale e guerra securitaria all’interno dello Stato, ad essere militarizzata è la società tutta, interamente mobilitata alla guerra. La scuola, istituzione totale per eccellenza, è uno degli strumenti cardine di cui lo Stato dispone per questo scopo.
Se la relazione circolare tra ricerca civile e apparato militare ha finalmente ricevuto una certa attenzione, la penetrazione della guerra nei gradi inferiori di istruzione sembrava passare sotto traccia, finché hanno iniziato a moltiplicarsi momenti di protesta e conflitto in diverse città, in ultimo all’Istituto Prever di Pinerolo. Per il ciclo MORSI, il 14 dicembre la Blackout House ha ospitato una prima discussione aperta sul rapporto tra il contesto generale di guerra, crescente esclusione ed impoverimento sociale e ciò che accade dentro alle scuole-aziende, tra sfruttamento bellico, cultura militarista e repressione.
Domenica 28 gennaio c’è stato un secondo incontro, che su invito degli studenti è stato spostato nella prima occupazione scolastica del 2024 a Torino, al Liceo Einstein di via Bologna, in cui ci si è confrontati su come la guerra, lungi dall’essere qualcosa di astratto, lontano ed incorporeo, entra concretamente nelle scuole del capoluogo piemontese, città-modello della ricerca e produzione militare.
Qui la registrazione di una parte della discussione:
Antonio Mazzeo (autore de “La scuola va alla guerra”, Manifestolibri, 2024) sulla presenza concreta della guerra totale a scuola, attraverso quel doppio processo di aziendalizzazione e militarizzazione del sistema educativo italiano iniziato trent’anni fa:
Marco Meotto (insegnante torinese contrario al lasciapassare sanitario) sul lascito del momento pandemico, grande rimosso, che ha visto proprio nelle scuole ed università terreno fertile per la sperimentazione di strumenti di governo basati su controllo, esclusione e repressione manu militari:
Daniele Ratti (autore de “I saperi servi della guerra. Istruzione e ricerca in Israele“) con un breve affresco sulle trasformazioni della scuola italiana tra gli anni 60 e 70, in cui si afferma il progressivo predominio di una “cultura tecnica”, all’epoca invocata anche da una parte del movimento:
Per raccogliere informazioni è stata creata la mail
controlascuolainguerra[at]canaglie.org