2 giugno Aforas: manifestazione contro l’occupazione militare e in solidarietà col popolo palestinese
Scritto dainfosu 31 Maggio 2024
Le esercitazioni militari in Sardegna si svolgono ogni anno, quest’ultima, la 24esima edizione di Mare Aperto è stata enorme, la più grande compiuta dalla Marina Militare italiana. L’impatto ambientale delle esercitazioni militari è molto pesante per l’ecosistema, basti pensare alla notizia di pochi giorni fa di 3 balene spiaggiate sulle coste corse. Non soltanto per gli animali, anche per le persone rappresentano un reale danno, in primis ambientale, in secondo luogo lavorativo, infatti è normale e quotidiano che in periodo di esercitazioni i pescatori non possano svolgere il loro lavoro, così come gli allevatori non possono portare gli animali al pascolo in alcune terre, di conseguenza il comune paga loro degli indennizzi. Le basi militari non portano lavoro in Sardegna, tolgono la possibilità alle persone di circolare liberamente sul territorio sardo. A parte la lotta all’occupazione militare, quest’anno Aforas ha scelto altre due tematiche per la manifestazione del 2 giugno: contro le speculazioni energetiche e in solidarietà con la Palestina.
Riportiamo il comunicato di Aforas:
A Foras è un movimento che si occupa di lottare contro l’occupazione militare della Sardegna. La data del 2 Giugno è simbolica, in quanto ci riappropriamo del giorno in cui viene celebrata la Repubblica italiana, che considera la nostra terra come un’area da cui trarre profitto, utilizzandola a proprio piacimento e affittandola a diversi eserciti, alle multinazionali dell’energia e alle persone più ricche del mondo.
Il 66% del demanio militare italiano si trova nella nostra isola, ma anche tutto il resto della Sardegna viene utilizzata dai militari: a Teulada, Quirra e Capo Frasca ci sono i poligoni più grandi d’Europa, ma l’occupazione militare insiste anche sugli altri paesi e città , aumentando ogni giorno di più senza sosta, come vediamo ad esempio nei terreni confiscati e nelle zone costiere interdette militarmente, per rendere possibile la costruzione del Tyrrhenian link o nei famosi Cpr, controllati a vista dall’esercito. Per rendersi ulteriormente conto di quanto è militarizzata la nostra terra è sufficiente fare una passeggiata a Cagliari: fra caserme, stabilimenti balneari di tutte le forze armate, residenze militari e depositi di carburante si ha a che fare con una città a misura di militare. Il porto di Cagliari, come tante altre aree civili, durante il periodo delle esercitazioni è invaso da navi da guerra e carri armati ed è in gran parte interdetto alla popolazione civile.
Quest’anno il 2 Giugno assume un significato ancora più forte, per via della guerra che divampa in ogni angolo del mondo e per il massacro indiscriminato che Israele, armata dalle “democrazie” occidentali, sta compiendo: un vero e proprio genocidio. Davanti ad almeno 35 mila morti, alle fosse comuni, agli ospedali rasi al suolo, alle migliaia di orfani etc. come sardə sentiamo di dover prendere parola e lo facciamo per schierarci senza ambiguità con la Resistenza Palestinese, condannando senza appello i crimini di guerra dello stato israeliano, crimini che vengono da oltre 70 anni di occupazione e pulizia etnica e che in questi mesi hanno raggiunto l’apice massimo con una seconda imminente Nakba (la catastrofe per i palestinesi). Quello che sta succedendo in Palestina è qualcosa di inaudito che dobbiamo impegnarci a combattere.
Esiste un filo che connette l’occupazione della Palestina da parte di Israele all’occupazione militare della Sardegna: il popolo palestinese viene massacrato dagli stessi eserciti, nemici dei popoli, che in Sardegna causano spopolamento, disoccupazione povertà e tumori.
Non possiamo ancora pensare che tutto quello che succede in Sardegna non abbia implicazioni nello scenario globale.
Non c’è il nostro consenso per questo uso della nostra terra e per l’esportazione delle guerre provate qui.
Non possiamo più essere un parco giochi per chi bombarda ospedali e ammazza migliaia di bambinə.
Non c’è posto per un altro genocidio in questo mondo.
Ci vediamo il 2 giugno a Cagliari per dimostrare che il popolo sardo non è complice, e vuole vivere in una Sardegna libera dall’occupazione militare, solidale col popolo palestinese e con tutti i popoli per un mediterraneo di pace.
Per parlarne, abbiamo sentito al telefono una compagna di Aforas: