La Georgia fra proteste e repressione

Scritto dasu 16 Maggio 2024

Da ormai più di un mese i georgiani sono in mobilitazione giorno e notte per protestare contro la legge sugli agenti stranieri. Questa legge stabilisce che le organizzazioni (d’informazione o ONG) che ricevono fondi dall’estero subiscano un inasprimento dei controlli e un aumento delle multe nei loro confronti. Questo governo ha sposato le linee ultraconservatrici che persegue anche la Russia attualmente, basti notare che porta avanti parallelamente una legge contro la propaganda omosessuale, ed è profondamente legato agli interessi privati del fondatore del partito, un oligarca che da solo possiede il 30% del pil del paese ed è molto vicino a Mosca.  La legge può rappresentare uno stop effettivo di avvicinamento all’Europa e si possono ora aprire diversi scenari: da una parte c’è lo scenario ucraino (la Georgia già nel 2008 si è trovata in guerra per il fatto di essere filo-occidentale), l’altro scenario è quello della Bielorussia, con una repressione violentissima del dissenso popolare e un assoluto assoggettamento alle volontà di Mosca. La tensione intorno alla Georgia sta crescendo perché l’esclusione della Russia come fonte di energia spinge a cercare altre risorse e il Caucaso, in particolare l’Azerbaijan, rappresenta un’alternativa.

 

Ne parliamo con Marilisa Lorusso, corrispondente dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa su radio Blackout:

 

 

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