5 ottobre 2024: una lunga giornata di corrispondenze, cronaca e analisi dai microfoni di Radio Blackout.

Scritto dasu 6 Ottobre 2024

Dalla mattina abbiamo monitorato i dispositivi repressivi volti a profilare impedire l’accesso alla piazza convocata contro il Genocidio del Popolo Palestinese: check points e filtri piazzati lungo le autostrade e alle stazioni ferroviarie, operazioni preventive da parte della polizia politica direttamente nei luoghi di partenza, la volontà – dichiarata da giorni – di mostrificare questa giornata per sterilizzarne il portato politico.

Le testimonianze in diretta dalla piazza si sono unite a quelle di coloro a cui è stato impedito di raggiungerla e ai messaggi che ci riportavano la geografia repressiva attivatasi lungo le principali arterie che conducono alla capitale.

Quindi l’evolversi dei rapporti di forza tra un apparato istituzionale (e mediatico) volto a comprimere la possibilità di scendere in strada contro il “genocidio in diretta più visibilizzato nella storia dell’umanità” e migliaia di persone che – nel corso della giornata – hanno stravolto il copione del Ministero e della Questura.

Ore 13.20 – Diretta con una compagna dell’Assemblea di Solidarietà e Lotta di Roma per parlare di quanto avvenuto nei pressi del carcere di Regina Coeli nella serata del 4 ottobre 2024 in solidarietà con le persone che in quella struttura si sono ammutinate e che hanno denunciato la rappresaglia violenta delle guardie. Un’iniziativa che ha attraversato le strade del centro della capitale in un contesto dove la stretta repressiva, rappresentata dal DDL 1660, vorrebbe cancellare tanto l’agibilità dell’autodifesa nelle carceri quanto quella del conflitto sociale sul territorio.

A margine della corrispondenza, la conferma dell’utilizzo dei fogli di via da parte della Questura di Roma come strumento per impedire l’accesso alla manifestazione.

 

Ore 15.15 – Un’operazione su larga scala: la testimonianza di un compagno di Bergamo ci racconta come i dispositivi di filtro repressivo si siano estesi sul territorio nazionale per impedire il raggiungimento della piazza di Roma; il sequestro dei/delle manifestanti sottraendo loro i documenti e l’utilizzo agile dei fogli di via.

 

Piccola integrazione redazionale:

 

Ore 15.30 – Una prima corrispondenza dalla piazza: uno sguardo sulla composizione e sulla quantità di persone che hanno infranto il divieto di manifestare contro il Genocidio.

Riflessioni sulle meccaniche repressive funzionali al controllo e alla profilazione della folla di manifestanti, tra zone rosse e kettling.

 

Ore 16.10 – Uno sguardo più esteso su questa giornata di mobilitazione in giro per l’Europa accompagnato da corrispondenze dalla piazza: il ruolo dei media di regime, la cornice del DDL 1660 e gli strumenti dissuasivi messi in campo in questa giornata, l’annuncio della possibilità di partire in corteo e le successive smentite.

 

Ore 16.30 – In Val di Susa stanno per partire gli espropri dei terreni su cui sorge il presidio Sole e Baleno di San Giuliano. Grazie al contributo di un compagno No Tav cerchiamo di approfondire la dimensione tecnica e politica di queste mosse, contestualizzandole all’interno della cornice repressiva del DDL 1660 e di come questo – attraverso il terrore punitivo – cerchi di sopperire alla difficoltà di sostenere la prolungata militarizzazione dei territori coinvolti dalle grandi opere.

 

Ore 17.20 – Corrispondenza dalla piazza su lancio di lacrimogeni e gestione della piazza.

 

Ore 17.40 – Cariche e mezzi delle forze dell’ordine entrano in piazza.

 

Ore 18.00 – Corrispondenza successiva alle cariche: tentativo di ricostruire una cronologia parziale degli eventi fino al deflusso (sostanzialmente in corteo) fuori dalla piazza.

 

Ore 19.20 – Conclusione della mobilitazione a Roma e appello dalla resistenza No Tav in Val di Susa.

 


Radio Blackout 105.25

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