Dalla neve finta alle serre tropicali: l’artificializzazione dell’ambiente non conosce limiti
Nel nord della Francia a breve crescerà una foresta tropicale. Sembra fantascienza, eppure sono stati investiti fior fiori di quattrini per progettare un’immensa cupola che farà da serra a questo “giardino turistico”. L’innovativa cupola è composta da un’unica volta, senza colonne o muri portanti, composta da acciaio ed ETFE e capace di riprodurre e mantenere una temperatura costante di 26°, auto-alimentandosi energeticamente. La bugia manifesta “dell’energia pulita” non può nascondere che 200 ettari di bosco sono sottratti per far posto ad un’attività turistica, con tutto il corollario di bar, hotel e negozietti. Una cupola che ha la funzione di detenzione come le gabbie di uno zoo, poiché tra i fiori colorati e le finte spiagge vivono tartarughe, pesci, farfalle, uccelli e piccoli mammiferi condannati a un’esistenza segregata per il divertimento umano. La retorica green non cela l’attività imperialista della Francia che trapianta le piante esotiche, ma respinge chi arriva da quelle terre, magari perché aziende e militari francesi le stanno saccheggiando.
E da un ambiente artificiale all’altro, ci trasferiamo sulle vette bianche delle montagne, bianche sì, ma artificialmente. Infatti per permettere alle frotte di turisti amanti degli sport invernali di scivolare giù per i pendii per sei mesi l’anno si fa un uso spropositato della neve artificiale. Con conseguenze che ridisegnano totalmente l’ambiente montano: per ricaricare i cannoni sparaneve si sono scavati interi bacini artificiali; il maggior peso della neve schiaccia e asfissia il terreno sottostante che lentamente muore; infine il rumore dei cannoni, le turbine, le luci stravolgono l’habitat naturale degli animali.
Per mantenere questo modello sfruttatore in cui ogni ambiente è usato per creare profitto, si usa la neve artificiale per nascondere i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo anche l’ambiente montano che vede le nevi e i ghiacciai ritirarsi sempre più. Ma si continua a costruire dighe e a tagliare boschi per rendere le vacanze comode e divertenti a masse di turisti.
È l’artificializzazione degli ambienti per nascondere la loro tragica trasformazione.
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