Expo 2015: nessuna faccia buona, pulita e giusta
Difficile pensar diversamente, nonostante tutti i tentativi che vanno dalle recenti azioni di ricerca di “trasparenza”, smascherando e riciclando l’imprenditore/faccendiere/politico di turno, alle varie e raccapriccianti operazioni di “greenwashing” delle diverse multinazionali che saranno in vetrina a Milano e che vedranno, in contemporanea, Torino a braccetto in qualità di “capitale del cibo sostenibile”. Connubi, a parer nostro, “in-sostenibili”.
Expo 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, un colosso di retorica e ipocrisia; grande evento, ennesima opera inutile e devastante, con il valore aggiunto “green”.
Durante alcune trasmissioni, a cavallo fra giugno e luglio, abbiamo dato spazio a molte letture tratte da un validissimo e importante dossier. Nessuna faccia buona, pulita e giusta a EXPO 2015 – Dossier su Slow Food, Coop Italia e Eataly. Un work-in-progress, curato dal collettivo milanese Farro&Fuoco, che offre un’analisi critica e un’operazione verità che ampliano la già triste prospettiva di cosa rappresenti Expo 2015, attraverso approfondimenti in chiave non solo antropocentrica, su tre fra i principali attori che saranno in scena: Slow Food, Eataly e Coop. Già, una chiave di lettura non solo antropocentrica; una chiave che spesso ci si dimentica.
E riportando alcune parole tratte dall’introduzione al dossier, vi proponiamo qui di seguito tre interessanti chiacchierate fatte in diretta con Paolo, Francesca e Marco.
“Non sarà una fiera del capitale a trovare soluzioni a problemi che lo stesso capitale ha provocato. Questi grandi eventi sono precipitati concreti che la specie umana impone all’ambiente e alla vita che in esso trova forma, in una catena di rapporti di potere che via-via scende fino all’ultimo essere vivente che si trova scacciato dal suo habitat”