Il primo approfondimento lo abbiamo fatto con Claudio di ADL Cobas col quale abbiamo affrontato le criticità riscontrate dai lavoratori dello stabilimento NovaCoop di Vercelli.
Le lavoratrici e i lavoratori non stanno chiedendo o pretendendo nulla di eclatante, ma di essere trattati come decine di migliaia di loro colleghi che lavorano nel mondo della logistica.
Chiedono di avere la malattia e l’infortunio pagati al 100%.
Chiedono le maggiorazioni previste dal contratto Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni per sabato, straordinario e festivo.
Chiedono il livello di inquadramento corretto come da contratto.
Chiedono il rispetto dell’orario di lavoro e una parte di loro non ne può più di vedersi comunicato l’orario di ingresso all’ultimo momento senza sapere quale sarà l’orario di uscita.
Chiedono un ticket restaurant di Euro 5,29 per ogni giornata di lavoro superiore alle 4 ore.
Chiedono il rispetto dei loro diritti.
Chiedono la dignità che gli è stata sottratta in questi anni con la complicità di organizzazioni sindacali che non hanno fatto ciò che avrebbero dovuto fare.
Dopo tre giorni continuativi di sciopero si è svolto un primo incontro fra le cooperative, il nostro sindacato e i rappresentanti dei lavoratori e c’è stata una chiusura totale delle cooperative ad ogni richiesta dei lavoratori che hanno deciso di riprendere gli scioperi e le proteste.
Se è vero che “La COOP sei tu” è vero a maggior ragione che la COOP sono le lavoratrici e i lavoratori dei magazzini che non si sono fermati un giorno durante la pandemia globale e che con il loro duro lavoro permettono ai prodotti COOP di raggiungere le tavole di milioni di cittadini. Queste lavoratrici e questi lavoratori meritano rispetto e hanno bisogno della solidarietà di tutte le donne e di tutti gli uomini che credono nella difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Fai un gesto concreto. Non fare più la spesa da chi sfrutta lavoratrici e lavoratori.
Buon ascolto
Il secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Enrico, nostro inviato in Francia, per approfondire la questione delle occupazioni dei teatri in Francia.
Infatti ciò a cui stiamo assistendo oltralpe è un’importante sferzata di lotte e momenti assembleari, in più di 100 città i lavoratori dello spettacolo hanno occupato questi luoghi di cultura al momento inattivi a causa della pandemia di Covid-19 e li hanno trasformati in delle vere e proprie agorà aperte a tutta la popolazione.
La parte che troviamo molto avanzata nell’ambito delle lotte di classe è principalmente il fatto che i lavoratori dello spettacolo stessi, al contrario che in Italia, già godono di misure di compensazione salariale per la natura intermittente del loro lavoro, ciò nostante hanno deciso di mettersi in gioco e mobilitarsi per favorire il dibattito e la lotta contro le condizioni di lavoratori di altre catagorie. Con Enrico ci addentreremo nello specifico su quali siano le rivendicazioni di questo spontaneo movimento di lotta.
Buon ascolto
Il terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Massimo del coro I Violenti Piovaschi.
In questi anni essere coro ci ha insegnato a essere comunità, nei momenti di festa e in quelli in cui stare uniti è indispensabile.
Oggi ci sono 26 persone, forse 27, che rischiano una condanna per aver espresso dissenso – pacificamente e spontaneamente – a una manifestazione di Forza Nuova a #Carpi nel 2017. In quella occasione, un militante di FN ha ferito un agente.
All’ultima udienza, una testimone si è ritrovata imputata dopo aver ‘ammesso’ di aver cantato Bella Ciao in quella occasione. Appare evidente che l’accusa punta a condannare gli antifascisti per manifestazione non autorizzata in base all’articolo 18 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che punisce chi prende parola in una riunione pubblica come se ne fosse l’organizzatore. Secondo il PM, aver cantato ‘Bella Ciao’ equivale ad aver preso parola e ad aver organizzato una riunione senza permesso.
Il #TULPS fu emanato nel 1931 durante il regime fascista in un quadro di generale repressione del dissenso. L’art.18 è in contraddizione con due articoli della Costituzione italiana: l’art.17, che sancisce la libertà di riunione, e l’art. 21, che garantisce la libertà di espressione del proprio pensiero, tanto che la stessa Corte Costituzionale è intervenuta più volte per dichiarare l’incostituzionalità di varie parti di tale articolo.