la vivisezione all’origine delle neuroscienze

liberation front

Mentre il mondo accademico e industriale celebre le mirabolanti scoperte in ambito neuroscientifico, nei laboratori di sperimentazione continua la mattanza di migliaia di animali, ad ognuno di questi tocca una tortura diversa e una fine certa: la morte. I corpi degli animali vengono trasformati geneticamente o inculcandogli malattie e deformazioni per testare quelli che saranno i frutti del progresso da rivendere sul mercato.

Dietro questi laboratori mortiferi si sfregano le mani le industrie farmaceutiche, gli allevatori di animali con tutto l’indotto di chi produce mangimi e gabbie, ma anche tutto il mondo universitario e coloro che investono su queste ricerche che sono alla base delle innovazioni tecnologiche. Un altro aspetto, quello della vivisezioni, che ci porta ancora una volta a riflettere su come viene prodotta la tecnologia: sfruttamento, estrattivismo, controllo dei dati e morte.
Lo Stato protegge questo modello di ricerca creando leggi  e regolamenti che di fatto impossibilitano la creazione di forme alternative di ricerche e continua a nascondere dietro qualche pittata etica la violenza sterilizzata della sperimentazione animale.

Prendiamo spunto per queste riflessioni da Quaglia #3 (bollettino per la liberazione animale) che potete scaricare qui:
https://quaglia.noblogs.org/

qui per ascoltare il podcast della puntata:




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