Longing for the past. Intossicazioni Indiane
Outsider Music,con la benedizione del divino Ustad Allauddin Khan presenta una immersione nelle acque putride del grande fiume, per portarvi il suono genuino delle strade polverose di un continente ancora parzialmente inesplorato.
Se per voi l’india è solo il Bangla sotto casa che prepara tristi tikki-masala, questa trasmissione vi riscatterà (per non parlare del fatto che questo non è il primo speciale).
Da Bollywood al cinema Tamil di Chennai, dalle vette innevate del Kashmir fin dentro alla Hindustani Records di Calcutta. Dal Folk carnatico alle improbabili acrobazie dei compositori del cinema, alle prese con Clavinet ipnotizzati, serpenti, discariche che inquinano la vita a milioni di persone, la dignità degli abitanti di un continente abituato a stringersi, alcune incredibili stranezze e una tradizione musicale lunga qualche migliaio di anni.
palylist consigliata
P Susheela and TM Soundarajan – Iruvar Ullam and Pale Pandiya [197*]
Da Chennai con furore. Folk carnatico che si piega dolcemente alla tradizione e potrebbe finire qui. Ma l’instancabile indiano, grande bevitore e tombeur de femmes, qui esagera. Coretti straniati, muri di pitch gratuito, sitar flangerizzati fino a sembrare liuti medievali, voci impossibili e tanto ammore. Grazie Krishna!
Pandit Ram Narayan – Inde du Nord Ragas du Matin e du Jour []
Tesori persi nella confusione. Difficilmente capirete di che strumento si tratta, tanto vale che ve lo dica, è un sarangi. Ma anche l’ignoranza sarà riscattata da questi due maestri con l’aura dell’immortalità. Una imnmersione profonda per una meditazione che da uno scampolo delle mie giornate occidentali può diventare eternità impalpabile. Potrebbe portarvi via.
Bappi Lahiri – Karate [197*] – Forse la mia colonna sonora preferita. Spari, catene, inseguimenti e un martellamento pressochè continuo di percussioni. Se ci riuscite immaginate quei momenti nel western in cui il coro si impossessava della melodia. Ora dimenticateli e immergetevi in un classico assoluto della bollywood più oscura. Il film, ovviamente è sulle arti marziali ma è un pallido pretesto per far sfogare Lahiri. E il maestro non delude. Effetti speciali degni di un action movie uscito ieri, arrangiamenti non richiesti, exotismo mai scontato. CULT!
Charanjit Singh – Instrumental Film Tunes [Odeon 1974]
Imperdibile. Dopo aver sintetizzato “10 ragas to a disco beat” il mitico Singh si cimenta con arrangiamenti scritti per film non ancora girati. Library Music intossicata da troppe spezie si muove con la genialità sinuosa del Singh, l’unico capace di accostare suoni apparentemente inconciliablili e farli amare appassionatamente. Vedi i vari solo di clavinet “truccato” sparsi qua e la. A proposito: qualcuno sa cosa sia il Transicord?
Surinder & Parkash Kaur – A Treasure Trove of Masterpiece
Due usignole si incontrano a civettare su un albero del pepe. Sotto di loro una nevrosi da centinaia di milioni di persone brulica come in un formicaio. Salite sull’albero, dimenticate la confusione e fatelo. Contro la triste retorica del nazionalismo e dei confini tra i popoli io metto questo simpatico oggetto. Oro fuso in miscela punjabi, per il quale consiglio l’abbinamento con il commovente documentario Punjab Di Koyal “l’usignolo del Punjab”. E il mio cuore si scioglie come un gelato al sole.