Nuove proteste in Egitto. Obiettivo: i Fratelli Musulmani
Piazza Tahrir torna a riempirsi come nei grandi momenti che precedettero la caduta del governo Mubarak nel gennaio 2011. Al centro della contesa un decreto del neo-presidente Morsi dei Fratelli Musulmani che ha lanciato una sorta di guerra lampo nelle istituzioni della così detta “transizione democratica”, lasciando in sospeso la legittimità del potere legislativo, occupando il potere esecutivo e tentando di neutralizzare il potere giudiziario, lasciandolo come inutile orpello istituzionale nelle mani del presidente, il tutto all’ombra dei militari, che seppur spinti nel retroscena dopo le elezioni presidenziali, non hanno mai cessato di essere uno degli attori protagonisti della reazione. Ma la guerra lampo nelle istituzioni della fratellanza, sintetizzabile con l’ultima svolta ultra-autoritaria contenuta nella dichiarazione costituzionale di Morsi, ha trovato una repentina risposta della contrapposizione sociale ed è molto probabile che in queste ore si sia tramutata in una prima ritirata. Ne è segno il dietrofront intimato alla base militante delle formazioni islamiste pronte questa mattina a scendere in piazza per mostrare il sostegno e i numeri di cui, secondo i dirigenti dei movimenti al governo, gode ancora il presidente Morsi.
A scendere in piazza non solo i giovani protagonisti della deposizione di Mubarak ma anche tante donne e uomini ieri elettori del nuovo governo. Segno che la transizione-normalizzazione islamista avrà vita dura e nuovi spiragli di lotta si riaprono.
Ascolta l’intervista con Fulvio Massarelli di Infoaut
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