sorveglianza speciale, buone notizie da roma
Il tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di sorveglianza speciale proposta dalla questura. Un aggiornamento sui fatti e una breve analisi su questo dispositivo che ormai in modo continuo viene richiesto in tutti i tribunali italiani. Ricordiamo il triste primato di Torino, dove l’applicazione della sorveglianza è già passata per alcuni compagni che stanno terminando ora di scontarla e dove altre richieste verranno dibattute a breve, mentre a Roma, nonostante sia stata applicata recentemente a due esponenti della lotta per la casa, questa volta non è stata accolta.
“Nel corso degli ultimi anni un numero crescente di donne e uomini attivi nelle lotte sociali è stato proposto per la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
Le questure vorrebbero utilizzarla per isolare alcune persone, disperdere alcuni gruppi, fermare alcune lotte.
Si tratta di un vetusto arnese repressivo, che è stato ripescato dagli armadi del regime fascista e che getta un’ombra cupa sul nostro futuro.
Chi tenta di legittimarlo nuovamente, come strumento di oppressione politica, mette a rischio la libertà di tutti e tutte.
Respingere questo tentativo è giusto.
Impedire che l’eccezione diventi norma è possibile.
Sono in quest’aula a testa alta.
La mia è una precisa scelta di vita, come dicono le carte della questura, affinata in venti anni di lotte.
Mi sento in pace con la mia coscienza e fiero della mia scelta.
Respingo con sdegno le accuse di prevaricare la libertà altrui, lucrare sulle attività politiche, utilizzare la violenza per elevare il mio rango.
Chi ha scritto quelle parole mi offende, perché mi raffigura ad immagine di quella parte di società che rifiuto.
Sono solo di fronte alla corte, non di fronte alla vita.
Sono uno dei tanti che l’ingiustizia, lo sfruttamento, l’oppressione li vive sulla pelle.
Sono uno dei tanti che non si sottomette e prova a cambiare questo mondo.
Uno di quelli che non fa finta di niente e non si gira dall’altra parte.
A tutti questi, e a me stesso, farei un torto se non continuassi a dare il mio contributo.
Roma, 30 gennaio 2017
Pier”