","Crisi coreana: Trump rischia di far saltare l'incontro con Kim Jong-un","post",1527078315,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/corea-del-nord/","http://radioblackout.org/tag/corea-del-sud/","http://radioblackout.org/tag/moon/","http://radioblackout.org/tag/trump/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[68,69,70,71,72],"corea del nord","corea del sud","Moon","Trump","USA",{"post_content":74,"post_title":79},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"Kim","tra il presidente americano e \u003Cmark>Kim\u003C/mark> Jong-un a Singapore il 12","La visita del presidente sudcoreano Moon Jae-in da Donald Trump era stata definita come «propedeutica» al prossimo incontro tra il presidente americano e \u003Cmark>Kim\u003C/mark> Jong-un a Singapore il 12 giugno.\r\n\r\nMeeting che a questo punto è in alto mare: nonostante Moon jae-in abbia ancora una volta vestito il ruolo di \"mediatore\", Trump ha lasciato balenare che quell’incontro potrebbe anche non farsi: non il 12 giugno almeno.\r\n\r\nPoco prima di riunirsi con Moon, Trump ha spiegato che «\u003Cmark>Kim\u003C/mark> è serio, ma l’incontro potrebbe essere posticipato». Poco dopo, secondo Reuters, Mike Pence – invece – avrebbe ribadito che l’incontro si farà. Non è ancora chiaro cosa succederà il 12 giugno ma se l'incontro non si farà, potrebbe rappresentare un passo indietro ai negoziati discussi fino ad ora.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto\r\n\r\nUsa vs Corea del Nord\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":81},[76],"Crisi coreana: Trump rischia di far saltare l'incontro con \u003Cmark>Kim\u003C/mark> Jong-un",[83,86],{"field":84,"matched_tokens":85,"snippet":81,"value":81},"post_title",[76],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":77,"value":78},"post_content",[76],578730054645711000,{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":93},"1108057784320",15,2,"578730054645710970",1,{"document":97,"highlight":117,"highlights":126,"text_match":89,"text_match_info":131},{"cat_link":98,"category":99,"comment_count":48,"id":100,"is_sticky":48,"permalink":101,"post_author":51,"post_content":102,"post_date":103,"post_excerpt":54,"post_id":100,"post_modified":104,"post_thumbnail":105,"post_thumbnail_html":106,"post_title":107,"post_type":59,"sort_by_date":108,"tag_links":109,"tags":113},[45],[47],"16902","http://radioblackout.org/2013/06/scomposizione-sociale-e-governo-delle-anime/","La pericolosa ipertrofia del penale informa ormai un sistema sociale complessivo che ha i tratti inquietanti di una mega inquisizione aggiornata e tecnologica. Siamo partiti da un buon articolo di Alessandro De Giorgi che ci illustra la deriva di un sistema penale sovradimensionato (quando solo fino agli anni 70 era al di sotto degli standard europei) e dell'ideologia nefasta che lo ha prodotto (il neoliberismo). Negli States il governo delle classi povere è una miscela di welfare (pochissimo) e penalismo (molto).\r\n\r\nNoi abbiamo cercato di muovere qualche passo oltre questo ragionamento, per vedere dove la nuova inquisizione (ovvero la lealizzazione delle coscienze) si fa più viscida e segnante, ovvero sui posti di lavoro e nei residui di stato sociale completamente votati al disciplinamento dei corpi. La scomposizione sociale postfordista è culminata in un governo minuto delle anime che va ben oltre il sistema penale, ponendosi come dispositivo di formazione di un nuovo proletariato sempre più flessibile e obbediente, disposto a sopportare anche questa mutazione genetica del capitale, la cui cifra è la crisi permanente.\r\n\r\nAscolta il contributo di un compagno registrato qualche tempo fa durante la presentazione di un libro a Milano\r\n\r\nRosso\r\n\r\nAscolta il contributo di Vincenzo Guagliardo la cui riflessione sull'ipertrofia del penale e sulle nuove resistenze possibili (non-collaborazione contro la servitù volontaria) si snoda attraverso numerose pubblicazioni (Dei dolori e delle pene; Di sconfitta in sconfitta; Resistenza e suicidio)\r\n\r\nVincenzo","18 Giugno 2013","2013-06-24 12:22:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/dscn2699-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/dscn2699-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/dscn2699-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/dscn2699.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scomposizione sociale e governo delle anime",1371574071,[110,111,112],"http://radioblackout.org/tag/neoliberismo/","http://radioblackout.org/tag/penale/","http://radioblackout.org/tag/postfordismo/",[114,115,116],"neoliberismo","Penale","Postfordismo",{"post_content":118,"post_title":123},{"matched_tokens":119,"snippet":121,"value":122},[120],"anime","in un governo minuto delle \u003Cmark>anime\u003C/mark> che va ben oltre il","La pericolosa ipertrofia del penale informa ormai un sistema sociale complessivo che ha i tratti inquietanti di una mega inquisizione aggiornata e tecnologica. 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Kim Il Sung muore nel 1994, dopo un \"regno\" di trentadue anni.\r\nQuando il potere passa a Kim Jong Il nel 1994, la situazione politica è sostanzialmente stabile, mentre quella economica e sociale è invece molto grave, tant'è che nel 1995 scoppia una carestia che inaugura in un certo senso il nuovo \"regno\". Per la prima volta dall'inizio della nuova dinastia, si hanno notizie di sommosse e proteste per la fame.\r\n\r\nNel frattempo c'è anche la prima crisi nucleare, che viene ricomposta ancora dal vecchio Kim e da Jimmy Carter, con accordi informali ma precisi che verranno poi rispettati dalla presidenza Clinton.\r\nKim Jong Il non riesce però a gestire l'emergenza economica. La sua preoccupazione principale diventa allora quella di consolidare il potere della propria famiglia all'interno, tenendo alta l'allerta internazionale. Questa strategia, che dura anche negli anni delle due amministrazioni Bush, punta paradossalmente a garantirsi proprio l'appoggio degli Stati Uniti, attraverso una pace bilaterale sulla testa di Seul. Con l'arrivo di Obama, il \"Caro Leader\" capisce che questa strategia non ha funzionato.\r\nAll'attivo di Kim Jong Il non c'è molto, se non il successo nel mantenersi al potere e nel conservare intatte le strutture fondamentali dello Stato nordcoreano, progettato dal padre.\r\n\r\nLa nuova successione è un processo dalle molte incognite. Fondamentale sarà il ruolo delle forze armate. L'erede è giovane, il processo di successione è incompleto, perché Kim Jong Un è stato nominato delfino solo un anno fa. È un personaggio di cui si sa poco, perfino l'età anagrafica è controversa: 27 o 28 anni? Si sa solo che ha studiato in Svizzera.\r\n\r\nLa Corea è uno dei paesi meno \"illuminati\" del mondo, sia in senso materiale che politico. Dal satellite la Corea del Nord appare come una macchia scura nella marea di luce dei paesi vicini. Un'oscurità che è difficile sondare anche per gli osservatori più attenti.\r\nUn paese dove il controllo è durissimo e capillare, dove \"il caro leader\" è amato per legge.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello, studioso delle dinamiche geopoliche del vicino e lontano oriente.\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-14-Stefano-Capello-Corea-del-Nord.mp3\"]\r\n\r\n ","25 Dicembre 2011","po la morte di Kim Jong Il, il suo terzogenito Kim Jong Un dovrebbe prendere il suo posto, ma la transizione non appare semplice.\r\n\r\nChi era Kim Jong Il?\r\nDiventa delfino del padre, Kim Il Sung, con un lungo processo di successione, durato circa quindici anni: un passaggio di consegne preparato facendo piazza pulita di tutti gli ostacoli alla sua scalata al potere. 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Per molti versi una storia emblematica in cui si miscelano molti degli ingredienti più disgustosi che compongono il controllo statale. Le strutture assitenziali che rivelano tutta la loro natura infingarda e repressiva; istituzioni arroganti e sorde, incapaci di fare il minimo passo indietro; pregiudizi beceri e razzismo istituzionale; interessi economici e l'ombra costante di Big Pharma. Tutto ciò naturalmente ben corroborato da una dose di ingiustizia sociale e povertà, che è poi il terreno quasi indispensabile su cui lo stato riversa la natura più sinistra. Manuel è un giovane di vent'anni che non ha mai fatto male a nessuno e che però lo stato ha decretato essere pericoloso. Psichiatrizzato fin da piccolo e strappato a più riprese daòll'affetto dei suoi, Manuel non si è mai arreso e ha continuato a scappare dalle comunità in cui lo confinavano. 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Ora le diplomazie cercano di avviare conferenze di pace in mezzo alle bombe stragiste e alle uccisioni mirate (come delle tre giovanissime giornalista abbattute all'uscita dalla emittente dove lavoravano): gli americani cercano con urgenza di far organizzare da Ankara una conferenza che porti i talebani a esprimere chiaramente quale idea di sharia intendono proporre, intanto a Mosca si sono incontrate le diplomazie di Pakistan (senza il quale non si può conseguire alcuna pace a Kabul), Cina, Usa e Russia. Non mancano i vecchi Signori della Guerra. Da questo groviglio abbiamo cercato di uscire con Giuliano Battiston, uno dei massimi esperti di Afganistan. Ma nei suoi interessi molteplici Giuliano ha frequentato anche il Bangladesh , interessandosi delle sventure dei rohingya, e ci ha riportato il raccapriccio di un rogo terrificante scatenatosi nel campo profughi di Balukhali, nella zona di Cox Bazar, dove c'è il più grosso concentramento di campi profughi al mondo: i profughi sono arsi vivi, perché i campi sono recintati e quindi non hanno potuto scampare alle fiamme, Anche in questo caso il destino amaro di questa comunità islamica li pone tra le fiamme di questa tragedia e la deportazione sull'isola di Bhashan Char, soggetta a periodiche alluvioni, di cui Giuliano ci descrive in dettaglio le condizioni di esistenza e dove è stato decretato che vengano deportati centomila rohingya; pochi giorni fa i funzionari dell'Onu hanno visitato il luogo del confinamento lontano dagli occhi. E questa corrispondenza è avvenuta il giorno prima degli scontri a Dacca contro la visita di Modi nel giorno dell'indipendenza bangladese, a sancire la profondità della ferita religiosa nel golfo del Bengala.\r\nLe diplomazie sembrano tutte un po' in affanno: il caso più emblematico è stato l'incontro tra Blinken e il suo omologo cinese ad Anchorage, dove non se le sono mandate a dire e i cinesi hanno avuto modo di spiegare una volta di più che ciascun popolo ha la propria sensibilità e il proprio concetto di diritti umani e civili, cercando di rivendicare in chiave di anticolonialismo culturale la pretesa di... cancellare la cultura uigura. Da qui si è scatenato un fuoco di sanzioni incrociate, che hanno visto i cinesi prendere di mira Nike e altri prodotti simili, ma soprattutto si sono accaniti su centri di ricerca, accademici, scienziati...\r\nAbbiamo concluso ricordando la mattanza di giovani in corso in Myanmar: era appena concluso lo sciopero silenzioso (due giorni dopo ci sarebbe stato un massacro di più di 100 manifestanti)... la furia di militari e poliziotti documentata dai video che riescono a uscire è orribile a vedersi e alcune armi imbracciate dagli assassini sono italiane, come dimostrato dall'indagine di Emanuele Giordana e Alessandro De Pascale su \"il manifesto\" e \"L'Atlante delle Guerre\"\r\nQui c'è l'analisi di tutti questi temi trattati da Sabrina Moles di \"China Files\" e Giuliano Battiston di \"Lettera22\":\r\n\r\n\"Baruffe ad Anchorage, a far da sfondo Great Game afgano e rogo di Balukhali\".","27 Marzo 2021","2021-03-27 22:48:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Myanmar-Wars-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Myanmar-Wars-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Myanmar-Wars-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Myanmar-Wars-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Myanmar-Wars.jpeg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 14",1616885229,[231,232,233,234,235,236,237,238,239,240,241,242,243,244,245,246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/balukhali/","http://radioblackout.org/tag/blinken/","http://radioblackout.org/tag/coxbazar/","http://radioblackout.org/tag/dostum/","http://radioblackout.org/tag/giulianobattiston/","http://radioblackout.org/tag/greatgame/","http://radioblackout.org/tag/kimjong-un/","http://radioblackout.org/tag/sarinamoles/","http://radioblackout.org/tag/uiguri/","http://radioblackout.org/tag/yangyechi/","http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/anchorage/","http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/ghani/","http://radioblackout.org/tag/kabul/","http://radioblackout.org/tag/kim-jong-un/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/rohingya/",[250,251,252,253,254,255,256,257,258,259,260,261,262,263,264,265,29,266],"#balukhali","#blinken","#coxbazar","#dostum","#giulianobattiston","#greatgame","#kimjong-un","#sarinamoles","#uiguri","#yangyechi","afghanistan","Anchorage","biden","Ghani","Kabul","Kim Jong-un","Rohingya",{"post_content":268,"tags":272},{"matched_tokens":269,"snippet":270,"value":271},[76],"Onde indopacifiche su Radio Blackout: \u003Cmark>Kim\u003C/mark> Jong-un ha salutato l'accensione della","https://youtu.be/lDxItqxkDUA\r\nUn malinteso senso ludico ha caratterizzato gli ultimi giorni della narrazione degli eventi preparata da Sabrina Moles per la rubrica di Onde indopacifiche su Radio Blackout: \u003Cmark>Kim\u003C/mark> Jong-un ha salutato l'accensione della fiaccola olimpica con l'accessione dei motori di missili balistici (vietatissimi!) finiti proprio nel mar del Giappone; ma anche in Afghanistan si sta aprendo un nuovo round del Great Game cominciato nel 1830 dai britannici che in quell'anno aprirono una via commerciale verso Bukhara, occupando l'emirato afgano, dando la stura a un gioco da cui gli americani cercano di uscire ora attraverso un processo di pace che va a rilento perché c'è sempre qualche protagonista che teme di restare con il cerino in mano (stavolta sono Ghani e Abdullah contrari al governo ad interim proposto dagli americani), perché il gioco si fonda sul fatto che i tempi che si dà ogni partecipante non coincidono con quelli delle esigenze altrui. Ora le diplomazie cercano di avviare conferenze di pace in mezzo alle bombe stragiste e alle uccisioni mirate (come delle tre giovanissime giornalista abbattute all'uscita dalla emittente dove lavoravano): gli americani cercano con urgenza di far organizzare da Ankara una conferenza che porti i talebani a esprimere chiaramente quale idea di sharia intendono proporre, intanto a Mosca si sono incontrate le diplomazie di Pakistan (senza il quale non si può conseguire alcuna pace a Kabul), Cina, Usa e Russia. Non mancano i vecchi Signori della Guerra. Da questo groviglio abbiamo cercato di uscire con Giuliano Battiston, uno dei massimi esperti di Afganistan. Ma nei suoi interessi molteplici Giuliano ha frequentato anche il Bangladesh , interessandosi delle sventure dei rohingya, e ci ha riportato il raccapriccio di un rogo terrificante scatenatosi nel campo profughi di Balukhali, nella zona di Cox Bazar, dove c'è il più grosso concentramento di campi profughi al mondo: i profughi sono arsi vivi, perché i campi sono recintati e quindi non hanno potuto scampare alle fiamme, Anche in questo caso il destino amaro di questa comunità islamica li pone tra le fiamme di questa tragedia e la deportazione sull'isola di Bhashan Char, soggetta a periodiche alluvioni, di cui Giuliano ci descrive in dettaglio le condizioni di esistenza e dove è stato decretato che vengano deportati centomila rohingya; pochi giorni fa i funzionari dell'Onu hanno visitato il luogo del confinamento lontano dagli occhi. E questa corrispondenza è avvenuta il giorno prima degli scontri a Dacca contro la visita di Modi nel giorno dell'indipendenza bangladese, a sancire la profondità della ferita religiosa nel golfo del Bengala.\r\nLe diplomazie sembrano tutte un po' in affanno: il caso più emblematico è stato l'incontro tra Blinken e il suo omologo cinese ad Anchorage, dove non se le sono mandate a dire e i cinesi hanno avuto modo di spiegare una volta di più che ciascun popolo ha la propria sensibilità e il proprio concetto di diritti umani e civili, cercando di rivendicare in chiave di anticolonialismo culturale la pretesa di... cancellare la cultura uigura. 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