","Food and gentrification a Porta Palazzo ( + aggiornamento sulle iniziative)","post",1554992303,[57,58,59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/balon/","http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/mercato-centrale/","http://radioblackout.org/tag/mercato-del-pesce/","http://radioblackout.org/tag/palafuksas/","http://radioblackout.org/tag/porta-palazzo/",[14,64,26,28,20,22],"gentrification",{"post_content":66},{"matched_tokens":67,"snippet":70,"value":71},[68,69],"i","di","era destinato a fallire, perché \u003Cmark>i\u003C/mark> negozi \u003Cmark>di\u003C/mark> lusso non lo trovavano attrattivo","Lo scorso luglio è partito un progetto investe tutta l’area \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo, che ospita il mercato all’aperto più grande d’Europa. Il fulcro narrativo e materiale della “riqualificazione” dell’area è la gastronomia.\r\nDa settembre prossimo l’ex caserma dei Vigili del fuoco in corso Regina Margherita ospiterà “Combo”, un nuovo ostello della gioventù progettato dall’architetto norvegese Ole Sondresen e finanziato da Michele Denegri. Nei 5.500 mq \u003Cmark>di\u003C/mark> superficie ci saranno 250 posti letto, aree multifunzionali artistiche con servizio \u003Cmark>di\u003C/mark> ristorazione e un bar aperto 24 ore. Restyling anche per il mercato del pesce: \u003Cmark>i\u003C/mark> lavori dureranno circa due anni. L’intervento prevede una “boutique del pesce” al piano terra con punti vendita ristrutturati, un bar, uno stand per la degustazione “street food” delle specialità ittiche e un ristorante \u003Cmark>di\u003C/mark> lusso.\r\nL’operazione sarà gestita dal Consorzio mercato ittico \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo, formato da Coming alimentare srl e la Cortese Santo Nicola.\r\nA completamento del mercato è prevista anche la risistemazione dei \u003Cmark>bastioni\u003C/mark> sotto il parco archeologico, dove gli ambulanti potranno nuovamente parcheggiare \u003Cmark>i\u003C/mark> loro carretti.\r\nSabato 13 aprile verrà inaugurato Mercato Centrale. Il bottiglione verde dell’archistar Massimiliano Fuksas ha conosciuto una vita tribolata sin dall’esordio, quando venne costruito al posto della vecchia Ala liberty che ospitava \u003Cmark>i\u003C/mark> negozietti/bancarelle degli abiti a basso costo per gli abituali frequentatori del mercato.\r\nIl Palafuksas era destinato a fallire, perché \u003Cmark>i\u003C/mark> negozi \u003Cmark>di\u003C/mark> lusso non lo trovavano attrattivo e \u003Cmark>i\u003C/mark> vecchi negozianti non potevano permettersi \u003Cmark>i\u003C/mark> nuovi affitti. Dalla sua apertura è sempre stato una spina nel fianco delle amministrazioni subalpine. Oggi, nella Porta Palazzo in via \u003Cmark>di\u003C/mark> gentrificazione, voluta prima dalle amministrazioni targate PD e oggi dalla giunta a 5Stelle, il bottiglione ospita un polo del gusto, secondo la recente vocazione torinese, che va da Terra Madre ad Eataly, Alti Cibi ad enorme tasso \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento.\r\nCi sono voluti dieci mesi \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro con un investimento \u003Cmark>di\u003C/mark> sei milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> euro per realizzare a Torino il terzo “Mercato Centrale” in Italia, dopo quelli aperti a Firenze (mercato San Lorenzo) e Roma (Stazione Termini). 4.500 metri quadri distribuiti su tre livelli. Ci saranno 26 botteghe, tra artigiani del gusto, ristoranti, bar, birreria e una scuola \u003Cmark>di\u003C/mark> cucina.\r\nIl 'Mercato Centrale' nasce dall'idea dell'imprenditore della ristorazione Umberto Montano e dall'esperienza del gruppo Human Company della famiglia Cardini-Vannucchi. \"Non solo - spiegano gli ideatori - un luogo, aperto dalle 8 alle 24, dove mangiare e fare la spesa, ma una destinazione in cui cibo e cultura s'incontrano, generando forte aggregazione sociale e realizzando progetti \u003Cmark>di\u003C/mark> rigenerazione nel tessuto urbano all'interno del quale si inserisce\".\r\nIn altri termini: per \u003Cmark>i\u003C/mark> poveri, che pure ancora abitano in buona parte della zona del mercato, non ci sarà posto. L’aumento degli affitti delle case, dei posti dove piazzare \u003Cmark>i\u003C/mark> banchi, dei prezzi delle merci allontanerà dal quartiere la popolazione che non se lo potrà permettere.\r\nUn quartiere attira le persone perché vivace, multietnico, perché nell’area del mercato e in quella del limitrofo Balon, gira tanta gente diversa, che ne costituisce l’attrattiva, rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> trasformarsi in un Luna Park plastificato, destinato a turisti plastificati che affolleranno – già ora accade – le case trasformate \u003Cmark>di\u003C/mark> Bed & Breckfast dopo la fuga dei vecchi abitanti.\r\nUltimo tassello della partita dell’amministrazione Appendino lo spostamento del pezzo non ancora normalizzato del Balon, quello tra il canale Molassi e il piazzale \u003Cmark>di\u003C/mark> San Pietro in Vincoli, il vecchio cimitero degli impiccati, rinominato “Barattolo” e gestito dall’associazione Vivi Balon, nata per mettere sotto controllo il mercato illegale, spontaneo, che nell’area che va dal Ponte ora dedicato al vicesindaco sceriffo Domenico Carpanini” al limite della grande piazza della Repubblica, che \u003Cmark>i\u003C/mark> vecchi piemu chiamavano Porta Pila. Ora vengono sfrattati tutti, sospinti verso via Carcano, in un’area desolata nei pressi del cimitero, dove già si svolge il mercato domenicale, che dieci anni fa occupava motu proprio l’area \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo Nord, che, nonostante le lotte, venne cacciato con la politica del divide et impera.\r\nDoveva finire tutto quasi tre mesi fa, invece sabato dopo sabato, \u003Cmark>i\u003C/mark> balonari occupano la piazza e resistono.\r\nLa gentrificazione ci mostra la linea \u003Cmark>di\u003C/mark> cesura tra le classi senza finzioni o belletti.\r\nSu questa scena ci sono anche altri attori. La questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino, che stringe il quartiere in una soffocante morsa disciplinare, \u003Cmark>i\u003C/mark> poveri che resistono e difendono \u003Cmark>i\u003C/mark> loro commerci, gli anarchici che si collocano sulla faglia mobile del conflitto, del mutuo appoggio, della costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> assemblee popolari dal basso, parte dell’intelligenza torinese, che sente l’urgenza \u003Cmark>di\u003C/mark> impastare le proprie ricerche con la polvere delle strade \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo, per un pensiero che è situato, perché la neutralità è la maschera dei padroni e degli oppressori.\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> Mercato Centrale, \u003Cmark>di\u003C/mark> quest’ennesima riqualificazione escludente nel cuore \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo, abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo dell’Università \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino, tra \u003Cmark>i\u003C/mark> promotori dell’iniziativa “Cosa succede in città?”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-09-semi-gentrification-a-porta-palazzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTO: sempre su questo tema, abbiamo parlato con una compagna torinese dell'iniziativa \u003Cmark>di\u003C/mark> sabato 13 alle 19, un contro-aperitivo sotto la tettoia dell'orologio per festeggiare insieme la fine della varia umanità \u003Cmark>di\u003C/mark> Porta Palazzo e l'inizio \u003Cmark>di\u003C/mark> un nuovo magnifico destino, senz'altro \"\u003Cmark>di\u003C/mark> classe\", fatto \u003Cmark>di\u003C/mark> food, ostelli \u003Cmark>di\u003C/mark> lusso ed espulsioni.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/cenafood.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[73],{"field":74,"matched_tokens":75,"snippet":70,"value":71},"post_content",[68,69],1733921019703328800,{"best_field_score":78,"best_field_weight":79,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":11,"score":80,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},"2216192770048",14,"1733921019703328881",{"document":82,"highlight":113,"highlights":118,"text_match":76,"text_match_info":121},{"cat_link":83,"category":84,"comment_count":43,"id":85,"is_sticky":43,"permalink":86,"post_author":87,"post_content":88,"post_date":89,"post_excerpt":49,"post_id":85,"post_modified":90,"post_thumbnail":91,"post_thumbnail_html":92,"post_title":93,"post_type":54,"sort_by_date":94,"tag_links":95,"tags":106},[40],[42],"37851","http://radioblackout.org/2016/10/erdogan-putin-e-il-basso-impero-americano/","info","In un pianeta sempre più multipolare, dove il gioco delle alleanze si fa su più tavoli, variando puntate e compari in modo vorticoso, non bisognerebbe stupirsi più di nulla.\r\nL’amichevole incontro di ieri tra Erdogan e Putin, in visita di Stato in Turchia, un anno fa sarebbe apparso sorprendente.\r\n\r\nL’abbattimento del jet russo in territorio turco, l’alleanza tra Putin e Assad, l’intervento diretto della Russia in Siria hanno mutato il quadro. Il fallito golpe di quest’estate in Turchia, dietro al quale Erdogan intravede l’ombra lunga degli Stati Uniti, hanno spinto il raiss di Ankara a riavvicinarsi alla Russia, stilando un accordo per il gasdotto Turkish Stream.\r\n\r\nL’obiettivo di Erdogan è chiaro: eliminare la variante curda dai vari pezzi in cui potrebbe essere divisa la Siria. Alla Russia interessa mantenere e rinforzare la propria posizione militare nel Mediterraneo, che ha il suo fulcro militare a Tartus ed il proprio garante politico in Assad.\r\n\r\nTutta da vedere la disponibilità di Damasco a concedere ad Erdogan il controllo del Rojava, tuttavia un serio ridimensionamento dell’autonomia dei tre cantoni confederati del Rojava potrebbe accontentare l’uomo forte della Turchia, impegnato in una guerra senza quartiere ad ogni forma di opposizione.\r\n\r\nLe difficoltà degli Stati Uniti sono sin troppo chiare, tra appoggio agli alleati storici e gelo nei rapporti con la Turchia, che pure è uno dei bastioni della NATO nell’area.\r\n\r\nD’altra parte, senza l’appoggio delle milizie curde del Rojava, gli Stati Uniti sarebbero obbligati a schierare le proprie truppe, una scelta non priva di rischi, come dimostrano le avventure belliche in Afganistan e in Iraq.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Negri, corrispondente nell’area del Sole 24 ore, che oggi ha pubblicato un suo articolo “Il vuoto di leadership che fa comodo al Cremlino”. Interessante lo sguardo sulle prospettive geopolitiche che si delineano dai programmi dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Clinton e Trump.\r\n\r\nNe riportiamo di seguito alcuni stralci:\r\n“L’ ultimo dibattito ci ha consegnato un copione da “Sesso bugie e videotape”, film vincitore a Cannes nell’89. L’aspetto interessante è che il pubblico partecipa divertito o scandalizzato, star di Hollywood e della politica comprese, mentre si contano milioni di tweet che faranno volare il titolo a Wall Street. Questi sono i tempi bellezza e tu non puoi farci niente, si potrebbe dire parafrasando Bogart. Per la verità i due candidati qualche idea esile l’hanno espressa parlando di Siria e Russia ma devono aver fatto sorridere Putin ed Erdogan che si sono incontrati a Istanbul in nome della realpolitik e della spartizione di interessi energetici e sfere di influenza. Trump vorrebbe allearsi con Mosca e l’Iran per far fuori i jihadisti dell’Isis ma non va oltre. La Clinton esclude un intervento di terra lasciando aperta la possibilità di armare i curdi, cosa che per altro avviene già ma stranamente non ne appare informata. (…) Niente di più rassicurante per lo spregiudicato Putin che sfrutta le contraddizioni americane in Medio Oriente. Putin si è lanciato nel vuoto lasciato dall’America e approfitta dello sfibrante cambio di guardia a Obama. Erdogan non si fida degli americani e gli americani non si fidano di lui. È convinto che dietro il fallito golpe del 15 luglio sia stata coinvolta la Cia oltre che l’imam Gulen e che gli Usa favoriscano l’irredentismo curdo, il vero incubo strategico di Ankara. Per questo, dopo i sanguinosi insulti scambiati per l’abbattimento del caccia russo, ha ricucito con Putin che vede nella Siria un’ottima occasione per piazzare le basi sul Mediterraneo, vecchio sogno dei mari caldi inseguito dagli Zar. Ma la lettura di un conflitto imminente con Mosca appare esagerata. Certo Putin agisce come se fossimo in clima da guerra fredda. Teme che l’Occidente provi a destabilizzarlo come ha fatto con l’Ucraina e le rivoluzioni “colorate” quindi sposta i missili balistici a Kaliningrad e fa volare Tupolev atomici sulla Bretagna, al punto che l’Eliseo mette in dubbio l’incontro del 19 ottobre con il leader russo. (saltato nel frattempo, ndr) I dati però dicono altro. Le spese militari di Gran Bretagna, Francia e Germania sono più del doppio di quelle russe, il Pil di Mosca è paragonabile a quello italiano e se il prezzo del petrolio non aumenta avrà difficoltà a fare il bilancio in un Paese che vive per il 70% di export di gas e oro nero. Se dall’America arrivano cronache da basso impero, quelle dell’austerità russa fanno pensare che la ricostruzione di quello sovietico appare assai lontana.”\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto Negri:\r\n\r\n2016-11-10-negri-siriaturchia","11 Ottobre 2016","2016-10-13 17:42:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/pu6tin-erdogan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"295\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/pu6tin-erdogan-300x295.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/pu6tin-erdogan-300x295.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/pu6tin-erdogan.jpg 512w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Erdogan, Putin e il (basso) impero americano",1476207403,[96,97,98,99,100,101,102,103,104,105],"http://radioblackout.org/tag/clinton/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-statunitensi/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/turkish-stream/",[16,30,18,107,108,109,110,111,112,24],"putin","russia","Siria","Stati Uniti","Trump","Turchia",{"post_content":114},{"matched_tokens":115,"snippet":116,"value":117},[69,68],"terra lasciando aperta la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> armare \u003Cmark>i\u003C/mark> curdi, cosa che per altro","In un pianeta sempre più multipolare, dove il gioco delle alleanze si fa su più tavoli, variando puntate e compari in modo vorticoso, non bisognerebbe stupirsi più \u003Cmark>di\u003C/mark> nulla.\r\nL’amichevole incontro \u003Cmark>di\u003C/mark> ieri tra Erdogan e Putin, in visita \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato in Turchia, un anno fa sarebbe apparso sorprendente.\r\n\r\nL’abbattimento del jet russo in territorio turco, l’alleanza tra Putin e Assad, l’intervento diretto della Russia in Siria hanno mutato il quadro. Il fallito golpe \u003Cmark>di\u003C/mark> quest’estate in Turchia, dietro al quale Erdogan intravede l’ombra lunga degli Stati Uniti, hanno spinto il raiss \u003Cmark>di\u003C/mark> Ankara a riavvicinarsi alla Russia, stilando un accordo per il gasdotto Turkish Stream.\r\n\r\nL’obiettivo \u003Cmark>di\u003C/mark> Erdogan è chiaro: eliminare la variante curda dai vari pezzi in cui potrebbe essere divisa la Siria. Alla Russia interessa mantenere e rinforzare la propria posizione militare nel Mediterraneo, che ha il suo fulcro militare a Tartus ed il proprio garante politico in Assad.\r\n\r\nTutta da vedere la disponibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> Damasco a concedere ad Erdogan il controllo del Rojava, tuttavia un serio ridimensionamento dell’autonomia dei tre cantoni confederati del Rojava potrebbe accontentare l’uomo forte della Turchia, impegnato in una guerra senza quartiere ad ogni forma \u003Cmark>di\u003C/mark> opposizione.\r\n\r\nLe difficoltà degli Stati Uniti sono sin troppo chiare, tra appoggio agli alleati storici e gelo nei rapporti con la Turchia, che pure è uno dei \u003Cmark>bastioni\u003C/mark> della NATO nell’area.\r\n\r\nD’altra parte, senza l’appoggio delle milizie curde del Rojava, gli Stati Uniti sarebbero obbligati a schierare le proprie truppe, una scelta non priva \u003Cmark>di\u003C/mark> rischi, come dimostrano le avventure belliche in Afganistan e in Iraq.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Negri, corrispondente nell’area del Sole 24 ore, che oggi ha pubblicato un suo articolo “Il vuoto \u003Cmark>di\u003C/mark> leadership che fa comodo al Cremlino”. Interessante lo sguardo sulle prospettive geopolitiche che si delineano dai programmi dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Clinton e Trump.\r\n\r\nNe riportiamo \u003Cmark>di\u003C/mark> seguito alcuni stralci:\r\n“L’ ultimo dibattito ci ha consegnato un copione da “Sesso bugie e videotape”, film vincitore a Cannes nell’89. L’aspetto interessante è che il pubblico partecipa divertito o scandalizzato, star \u003Cmark>di\u003C/mark> Hollywood e della politica comprese, mentre si contano milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> tweet che faranno volare il titolo a Wall Street. Questi sono \u003Cmark>i\u003C/mark> tempi bellezza e tu non puoi farci niente, si potrebbe dire parafrasando Bogart. Per la verità \u003Cmark>i\u003C/mark> due candidati qualche idea esile l’hanno espressa parlando \u003Cmark>di\u003C/mark> Siria e Russia ma devono aver fatto sorridere Putin ed Erdogan che si sono incontrati a Istanbul in nome della realpolitik e della spartizione \u003Cmark>di\u003C/mark> interessi energetici e sfere \u003Cmark>di\u003C/mark> influenza. Trump vorrebbe allearsi con Mosca e l’Iran per far fuori \u003Cmark>i\u003C/mark> jihadisti dell’Isis ma non va oltre. La Clinton esclude un intervento \u003Cmark>di\u003C/mark> terra lasciando aperta la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> armare \u003Cmark>i\u003C/mark> curdi, cosa che per altro avviene già ma stranamente non ne appare informata. (…) Niente \u003Cmark>di\u003C/mark> più rassicurante per lo spregiudicato Putin che sfrutta le contraddizioni americane in Medio Oriente. Putin si è lanciato nel vuoto lasciato dall’America e approfitta dello sfibrante cambio \u003Cmark>di\u003C/mark> guardia a Obama. Erdogan non si fida degli americani e gli americani non si fidano \u003Cmark>di\u003C/mark> lui. È convinto che dietro il fallito golpe del 15 luglio sia stata coinvolta la Cia oltre che l’imam Gulen e che gli Usa favoriscano l’irredentismo curdo, il vero incubo strategico \u003Cmark>di\u003C/mark> Ankara. Per questo, dopo \u003Cmark>i\u003C/mark> sanguinosi insulti scambiati per l’abbattimento del caccia russo, ha ricucito con Putin che vede nella Siria un’ottima occasione per piazzare le basi sul Mediterraneo, vecchio sogno dei mari caldi inseguito dagli Zar. Ma la lettura \u003Cmark>di\u003C/mark> un conflitto imminente con Mosca appare esagerata. Certo Putin agisce come se fossimo in clima da guerra fredda. Teme che l’Occidente provi a destabilizzarlo come ha fatto con l’Ucraina e le rivoluzioni “colorate” quindi sposta \u003Cmark>i\u003C/mark> missili balistici a Kaliningrad e fa volare Tupolev atomici sulla Bretagna, al punto che l’Eliseo mette in dubbio l’incontro del 19 ottobre con il leader russo. (saltato nel frattempo, ndr) \u003Cmark>I\u003C/mark> dati però dicono altro. Le spese militari \u003Cmark>di\u003C/mark> Gran Bretagna, Francia e Germania sono più del doppio \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle russe, il Pil \u003Cmark>di\u003C/mark> Mosca è paragonabile a quello italiano e se il prezzo del petrolio non aumenta avrà difficoltà a fare il bilancio in un Paese che vive per il 70% \u003Cmark>di\u003C/mark> export \u003Cmark>di\u003C/mark> gas e oro nero. Se dall’America arrivano cronache da basso impero, quelle dell’austerità russa fanno pensare che la ricostruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> quello sovietico appare assai lontana.”\r\n\r\nAscolta la diretta con Alberto Negri:\r\n\r\n2016-11-10-negri-siriaturchia",[119],{"field":74,"matched_tokens":120,"snippet":116,"value":117},[69,68],{"best_field_score":78,"best_field_weight":79,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":11,"score":80,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},{"document":123,"highlight":146,"highlights":154,"text_match":160,"text_match_info":161},{"cat_link":124,"category":125,"comment_count":43,"id":126,"is_sticky":43,"permalink":127,"post_author":87,"post_content":128,"post_date":129,"post_excerpt":49,"post_id":126,"post_modified":130,"post_thumbnail":49,"post_thumbnail_html":49,"post_title":131,"post_type":54,"sort_by_date":132,"tag_links":133,"tags":140},[40],[42],"23364","http://radioblackout.org/2014/05/elezioni-europee-2014-analisi-di-alcuni-casi-esemplari/","Come è stato da qualcuno sottolineato (pochi nel mainstream) il tratto comune di queste elezioni europee è stato, paradossalmente, di essere state molto poco europee e di aver piuttosto rappresentato le difficoltà e l'ostilità della maggiornaza dei/lle cittadin* dei diversi stati membri verso il progetto dell'Unione, identificato soprattutto a livello di massa come progetto calato dall'alto e responsabile del peggioramento delle condizioni di vita.\r\nCerto, è un dato di cui non ci si può rallegrare, soprattutto perché riattizza in larga parte comportamenti reazionari, paure egoistiche e chiusure identitarie. Ci sono comunque grosse differenze tra la vittoria di un Front National in Francia e la netta affermazione di Syriza in Grecia, o l'affremazione del neonato raggruppamento di Podemos in Spagna.\r\nCon Argiris Panagopoulos, giornalista greco, corrispondente de Il Manifesto e candidato nella Lista Tsipras per un'altra Europa in Italia, abbiamo commentato l'affermazione di Syriza in terra ellenica\r\nArgiris_Syriza\r\nIn Francia, la vittoria del Front National avviene dopo 1 anno emezzo di mobilitazioni della destra reazionaria contro i matrimoni gay e l'immigrazione extra-comunitaria. E' però anche un voto di protesta (più che raddoppiato nell'astensione) contro un Partito Socialista visto come araldo del sistema-austerity di osservanza europeista, come provano le significative trasmigrazioni di voto dal Pcf al Fn in alcuni storici bastioni operai.\r\n\r\nAscolta la diretta con Carlotta, compagna che vive in Francia da diversi anni\r\n\r\ncarlotta_voto_francia\r\n Unica anomalia sul piano nazionale italiano, la Val di Susa, nugolo di puntini gialli (M5S) nella distesa rossa indicante l'incointrastata affermazione del Partito Democratico (questi colori scelti dai grafici della stampa e dei media mainstream). In realtà, le performance elettorali valsusine non riguardano la sola tenuta dei 5 Stelle ma un voto più articolato che ha premiato gruppi, persone e liste civiche che rappresentano una sicura espressione delle ragioni del popolo NoTav. Soprattutto, il momento del voto è solo un momento tra tanti di una lotta che si articola su differenti piani e livelli.\r\nAscolta l'intervista con Francesco Richetto del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno\r\nrichets_voto_valsusa","28 Maggio 2014","2014-06-02 12:39:15","Elezioni Europee 2014: analisi di alcuni casi esemplari",1401295884,[134,135,136,137,138,139],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/val-susa/",[12,141,142,143,144,145],"elezioni europee","francia","grecia","italia","val susa",{"post_content":147,"post_title":151},{"matched_tokens":148,"snippet":149,"value":150},[69,68],"avviene dopo 1 anno emezzo \u003Cmark>di\u003C/mark> mobilitazioni della destra reazionaria contro \u003Cmark>i\u003C/mark> matrimoni gay e l'immigrazione extra-comunitaria.","Come è stato da qualcuno sottolineato (pochi nel mainstream) il tratto comune \u003Cmark>di\u003C/mark> queste elezioni europee è stato, paradossalmente, \u003Cmark>di\u003C/mark> essere state molto poco europee e \u003Cmark>di\u003C/mark> aver piuttosto rappresentato le difficoltà e l'ostilità della maggiornaza dei/lle cittadin* dei diversi stati membri verso il progetto dell'Unione, identificato soprattutto a livello \u003Cmark>di\u003C/mark> massa come progetto calato dall'alto e responsabile del peggioramento delle condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> vita.\r\nCerto, è un dato \u003Cmark>di\u003C/mark> cui non ci si può rallegrare, soprattutto perché riattizza in larga parte comportamenti reazionari, paure egoistiche e chiusure identitarie. Ci sono comunque grosse differenze tra la vittoria \u003Cmark>di\u003C/mark> un Front National in Francia e la netta affermazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Syriza in Grecia, o l'affremazione del neonato raggruppamento \u003Cmark>di\u003C/mark> Podemos in Spagna.\r\nCon Argiris Panagopoulos, giornalista greco, corrispondente de Il Manifesto e candidato nella Lista Tsipras per un'altra Europa in Italia, abbiamo commentato l'affermazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Syriza in terra ellenica\r\nArgiris_Syriza\r\nIn Francia, la vittoria del Front National avviene dopo 1 anno emezzo \u003Cmark>di\u003C/mark> mobilitazioni della destra reazionaria contro \u003Cmark>i\u003C/mark> matrimoni gay e l'immigrazione extra-comunitaria. E' però anche un voto \u003Cmark>di\u003C/mark> protesta (più che raddoppiato nell'astensione) contro un Partito Socialista visto come araldo del sistema-austerity \u003Cmark>di\u003C/mark> osservanza europeista, come provano le significative trasmigrazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> voto dal Pcf al Fn in alcuni storici \u003Cmark>bastioni\u003C/mark> operai.\r\n\r\nAscolta la diretta con Carlotta, compagna che vive in Francia da diversi anni\r\n\r\ncarlotta_voto_francia\r\n Unica anomalia sul piano nazionale italiano, la Val \u003Cmark>di\u003C/mark> Susa, nugolo \u003Cmark>di\u003C/mark> puntini gialli (M5S) nella distesa rossa indicante l'incointrastata affermazione del Partito Democratico (questi colori scelti dai grafici della stampa e dei media mainstream). In realtà, le performance elettorali valsusine non riguardano la sola tenuta dei 5 Stelle ma un voto più articolato che ha premiato gruppi, persone e liste civiche che rappresentano una sicura espressione delle ragioni del popolo NoTav. Soprattutto, il momento del voto è solo un momento tra tanti \u003Cmark>di\u003C/mark> una lotta che si articola su differenti piani e livelli.\r\nAscolta l'intervista con Francesco Richetto del Comitato \u003Cmark>di\u003C/mark> Lotta Popolare \u003Cmark>di\u003C/mark> Bussoleno\r\nrichets_voto_valsusa",{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":153},[69],"Elezioni Europee 2014: analisi \u003Cmark>di\u003C/mark> alcuni casi esemplari",[155,157],{"field":74,"matched_tokens":156,"snippet":149,"value":150},[69,68],{"field":158,"matched_tokens":159,"snippet":153,"value":153},"post_title",[69],1733921019166457900,{"best_field_score":162,"best_field_weight":79,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":11,"score":164,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},"2216192507904",2,"1733921019166457970",6682,{"collection_name":54,"first_q":167,"per_page":168,"q":167},"I Bastioni di Orione",6,13,{"facet_counts":171,"found":207,"hits":208,"out_of":444,"page":11,"request_params":445,"search_cutoff":32,"search_time_ms":446},[172,182],{"counts":173,"field_name":180,"sampled":32,"stats":181},[174,176,178],{"count":175,"highlighted":167,"value":167},144,{"count":11,"highlighted":177,"value":177},"Radio Bizarre",{"count":11,"highlighted":179,"value":179},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":35},{"counts":183,"field_name":31,"sampled":32,"stats":205},[184,187,190,192,194,196,198,200,202,203],{"count":185,"highlighted":186,"value":186},131,"Bastioni di Orione",{"count":188,"highlighted":189,"value":189},15,"BastioniOrione",{"count":163,"highlighted":191,"value":191},"netanyahu",{"count":11,"highlighted":193,"value":193},"Saudi",{"count":11,"highlighted":195,"value":195},"Zocalo",{"count":11,"highlighted":197,"value":197},"war bond",{"count":11,"highlighted":199,"value":199},"SHEINBAUM",{"count":11,"highlighted":201,"value":201},"Tlatelolco",{"count":11,"highlighted":167,"value":167},{"count":11,"highlighted":204,"value":204},"Tel Aviv Stock Exchange",{"total_values":206},63,147,[209,264,296,325,366,405],{"document":210,"highlight":226,"highlights":247,"text_match":259,"text_match_info":260},{"comment_count":43,"id":211,"is_sticky":43,"permalink":212,"podcastfilter":213,"post_author":214,"post_content":215,"post_date":216,"post_excerpt":49,"post_id":211,"post_modified":217,"post_thumbnail":218,"post_title":219,"post_type":220,"sort_by_date":221,"tag_links":222,"tags":225},"101422","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-09-10-2025-il-giappone-sceglie-il-revanscismo-nazionalista-come-antidoto-alla-stagnazione-economica-il-disimpegno-statunitense-dalla-guerra-ucraina-sintomo-dellirrilevanza-strate/",[],"radiokalakuta","https://www.spreaker.com/episode/la-gerontocrazia-nipponica-si-perpetua-preparando-la-guerra-nel-pacifico--68103281\n\n\n\n\n\n\n\n\nTutto inizia il 2 settembre quando il premier Ishiba Shigeru non ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nell’anniversario del 2 settembre 1945, come invece tradizione vuole ogni 10 anni facciano i premier nipponici eredi della sconfitta e vittime della bomb. La scelta non è sua, ma dell’ala ultraconservatrice del partito di governo che vuole mettere fine alla diplomazia delle scuse e rivendicare il nazionalismo degli invasati alla Mishima. Ecco Marco Zappa individua Taro Aso come anima di quel sovranismo, il grande vecchio dell’orgoglio militar-imperiale che prende le fattezze di Takaichi Sanae, una futura premier che ha l’abitudine di frequentare i santuari shintoisti dei fanatici revisionisti di Hiro Hito, come Yasukuni.In realtà la fine di Ishiba, di origini umili e considerato ostile – o almeno alieno – dai poteri forti della finanza nipponica, era nell’aria da mesi. Il colpo finale lo hanno sferrato i dazi trumpiani di luglio, ma le strategie economiche – lontane dalla Abenomics di nuovo in auge – erano nel mirino delle lobbies da tempo. Allora attraverso l’economia si spiegano molte “scelte” dettate dalle diverse anime del partito stato che governa il Giappone dal 1945, il Partito liberal democratico. Al momento i prezzi al consumo sono aumentati, difficile rimettere in carreggiata il sistema economico; inoltre è cambiato il governatore della Bank of Japan, che ha improntato la dirigenza in senso meno espansiva, per favorire una ripresa che non è alle viste attraverso stimolo fiscale e politiche monetarie accomodanti, cavalli di battaglia di Abe, il modello di Takaichi, che vuole rilanciare il Giappone secondo la potenza militare del Sol Levante. Alla faccia di costituzione pacifista e rinuncia alla guerra. Il fulcro è dunque il superamento dell’articolo 9 della Costituzione, quello pacifista imposto alla fine della Seconda guerra mondiale, aggirato da decreti che allargano lo spettro della difesa da fantasmatici attacchi; intanto l’impegno nell’ambito industriale bellico vede da tempo Tokyo protagonista nella costruzione di macchine belliche a cominciare dal GCAP, il caccia-stealth di sesta generazione in joint-venture con Leonardo e Bae. Queste posizioni guerrafondaie provengono sia da pressioni esterne, sia interne, nonostante apparentemente permanga la facciata pacifista, che si scontra con il disimpegno statunitense dalla difesa dell’arcipelago giapponese e di lì passerebbe la prima linea di Taiwan, con cui ci sono partnership fondamentali. La crisi di partecipazione politica sta dando ampio spazio alle sette religiose e con questo si torna alle esibizioni sciovinistico-religiose della premier in pectore\n\n\n\n\n\n\n\n=========================================\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/il-disimpegno-statunitense-dalla-guerra-in-ucraina-sintomo-dell-irrilevanza-strategica-dell-europa--68149712\n\n\n\n\n\n\n\n\nI russi stanno maturando esperienza e competenze nel combattimento reale da ormai tre anni, mentre la bellicosa Europa orfana dell'assistenza militare statunitense ,non conosce più la realtà del conflitto bellico sul campo. La strategia russa si fonda sul paziente logoramento del nemico, sulla distruzione sistematica del potenziale economico ed umano dell'Ucraina ,consapevoli i russi della scarsa propensione degli europei a spendere risorse che forse neanche hanno nel buco nero di una guerra senza fine. L’abbandono dei territori occupati non è preso nemmeno in considerazione dalla leadership russa perchè quei territori servono per mettere in sicurezza la Crimea e creare un cuscinetto protettivo. Nei territori occupati dai russi non risulta che ci sia un opposizione all’occupazione ,perché gli irriducibili sono andati via dal 2014 ed ormai queste terre non si puo’piu’dire che siano ucraine essendosi spopolate dagli abitanti non russofoni .Il dato di realtà contrasta con la propaganda bellica che racconta di una restituzione dei territori occupati all'Ucraina.La richiesta dei missili Tomahawk e la risposta ambigua di Trump potrebbe essere un espediente per alzare la posta in campo diplomatico ,questi missili che verrebbero maneggiati da personale statunitense sono probabilmente l’ultimo mezzo di escalation prima dell’intervento diretto, infatti i russi hanno risposto mettendo in discussione la qualità dei rapporti con gli Stati Uniti. Questa minaccia dei Tomahawk è la prova della fine degli espedienti diplomatici frutto anche della consapevolezza della crisi dell’alleato ucraino. Questi missili che possono anche essere armati con ogive nucleari sono un armanento riservato per gli Stati Uniti e per un gruppo ristretto di alleati ,la concessione all'Ucraina potrebbe quindi alterare certi equilibri anche all'interno dell'Alleanza atlantica.L’Europa senza gli USA non è una potenza militare ,non è più strategica e gli americani non vogliono più investire nella sua difesa. Fare dell’Europa una potenza militare serve solo ad ingrassare il complesso millitare industriale americano, presentare la Russia come nemico esistenziale è funzionale a giustificare una spesa imprecisata in armamenti per difendere l'Europa da una ipotetica invasione . L’Europa ha appaltato la sua sicurezza agli Stati Uniti permettendosi investimenti in altri settori come il welfare in quanto durante la guerra fredda il controllo dell’Europa era fondamentale per gli U.SA. All’epoca l’Europa era il continente dove si produceva e c’era la ricchezza ,le produzioni industriali non erano ancora delocalizzate in Asia .Dopo la fine della guerra fredda l’Europa è diventata strategicamente irrilevante ,per questo gli Stati Uniti si stanno disimpegnando ,la guerra fredda si sposta nell’Indo Pacifico,la scarsa centralità europea comporta che la guerra ucraina sia percepita dal resto del mondo come una guerra regionale mentre per l'apparato mediatico propagandistico è diventata uno spartiacque di civiltà. \n\n\n\nDi questi temi abbiamo parlato in questa puntata di Bastioni di Orione con Francesco Dall'Aglio , specialista di strategia e storico dell'Europa orientale. ","15 Ottobre 2025","2025-10-15 17:05:10","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 09/10/2025- IL GIAPPONE SCEGLIE IL REVANSCISMO NAZIONALISTA COME ANTIDOTO ALLA STAGNAZIONE ECONOMICA-IL DISIMPEGNO STATUNITENSE DALLA GUERRA UCRAINA SINTOMO DELL'IRRILEVANZA STRATEGICA EUROPEA.","podcast",1760547910,[223,224],"https://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","https://radioblackout.org/tag/i-bastioni-di-orione/",[186,167],{"post_content":227,"post_title":233,"tags":239},{"matched_tokens":228,"snippet":231,"value":232},[69,229,69,230,69],"Bastioni","Orione","parlato in questa puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> con Francesco Dall'Aglio , specialista \u003Cmark>di\u003C/mark>","https://www.spreaker.com/episode/la-gerontocrazia-nipponica-si-perpetua-preparando-la-guerra-nel-pacifico--68103281\n\n\n\n\n\n\n\n\nTutto inizia il 2 settembre quando il premier Ishiba Shigeru non ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nell’anniversario del 2 settembre 1945, come invece tradizione vuole ogni 10 anni facciano \u003Cmark>i\u003C/mark> premier nipponici eredi della sconfitta e vittime della bomb. La scelta non è sua, ma dell’ala ultraconservatrice del partito \u003Cmark>di\u003C/mark> governo che vuole mettere fine alla diplomazia delle scuse e rivendicare il nazionalismo degli invasati alla Mishima. Ecco Marco Zappa individua Taro Aso come anima \u003Cmark>di\u003C/mark> quel sovranismo, il grande vecchio dell’orgoglio militar-imperiale che prende le fattezze \u003Cmark>di\u003C/mark> Takaichi Sanae, una futura premier che ha l’abitudine \u003Cmark>di\u003C/mark> frequentare \u003Cmark>i\u003C/mark> santuari shintoisti dei fanatici revisionisti \u003Cmark>di\u003C/mark> Hiro Hito, come Yasukuni.In realtà la fine \u003Cmark>di\u003C/mark> Ishiba, \u003Cmark>di\u003C/mark> origini umili e considerato ostile – o almeno alieno – dai poteri forti della finanza nipponica, era nell’aria da mesi. Il colpo finale lo hanno sferrato \u003Cmark>i\u003C/mark> dazi trumpiani \u003Cmark>di\u003C/mark> luglio, ma le strategie economiche – lontane dalla Abenomics \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo in auge – erano nel mirino delle lobbies da tempo. Allora attraverso l’economia si spiegano molte “scelte” dettate dalle diverse anime del partito stato che governa il Giappone dal 1945, il Partito liberal democratico. Al momento \u003Cmark>i\u003C/mark> prezzi al consumo sono aumentati, difficile rimettere in carreggiata il sistema economico; inoltre è cambiato il governatore della Bank of Japan, che ha improntato la dirigenza in senso meno espansiva, per favorire una ripresa che non è alle viste attraverso stimolo fiscale e politiche monetarie accomodanti, cavalli \u003Cmark>di\u003C/mark> battaglia \u003Cmark>di\u003C/mark> Abe, il modello \u003Cmark>di\u003C/mark> Takaichi, che vuole rilanciare il Giappone secondo la potenza militare del Sol Levante. Alla faccia \u003Cmark>di\u003C/mark> costituzione pacifista e rinuncia alla guerra. Il fulcro è dunque il superamento dell’articolo 9 della Costituzione, quello pacifista imposto alla fine della Seconda guerra mondiale, aggirato da decreti che allargano lo spettro della difesa da fantasmatici attacchi; intanto l’impegno nell’ambito industriale bellico vede da tempo Tokyo protagonista nella costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> macchine belliche a cominciare dal GCAP, il caccia-stealth \u003Cmark>di\u003C/mark> sesta generazione in joint-venture con Leonardo e Bae. Queste posizioni guerrafondaie provengono sia da pressioni esterne, sia interne, nonostante apparentemente permanga la facciata pacifista, che si scontra con il disimpegno statunitense dalla difesa dell’arcipelago giapponese e \u003Cmark>di\u003C/mark> lì passerebbe la prima linea \u003Cmark>di\u003C/mark> Taiwan, con cui ci sono partnership fondamentali. La crisi \u003Cmark>di\u003C/mark> partecipazione politica sta dando ampio spazio alle sette religiose e con questo si torna alle esibizioni sciovinistico-religiose della premier in pectore\n\n\n\n\n\n\n\n=========================================\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/il-disimpegno-statunitense-dalla-guerra-in-ucraina-sintomo-dell-irrilevanza-strategica-dell-europa--68149712\n\n\n\n\n\n\n\n\n\u003Cmark>I\u003C/mark> russi stanno maturando esperienza e competenze nel combattimento reale da ormai tre anni, mentre la bellicosa Europa orfana dell'assistenza militare statunitense ,non conosce più la realtà del conflitto bellico sul campo. La strategia russa si fonda sul paziente logoramento del nemico, sulla distruzione sistematica del potenziale economico ed umano dell'Ucraina ,consapevoli \u003Cmark>i\u003C/mark> russi della scarsa propensione degli europei a spendere risorse che forse neanche hanno nel buco nero \u003Cmark>di\u003C/mark> una guerra senza fine. L’abbandono dei territori occupati non è preso nemmeno in considerazione dalla leadership russa perchè quei territori servono per mettere in sicurezza la Crimea e creare un cuscinetto protettivo. Nei territori occupati dai russi non risulta che ci sia un opposizione all’occupazione ,perché gli irriducibili sono andati via dal 2014 ed ormai queste terre non si puo’piu’dire che siano ucraine essendosi spopolate dagli abitanti non russofoni .Il dato \u003Cmark>di\u003C/mark> realtà contrasta con la propaganda bellica che racconta \u003Cmark>di\u003C/mark> una restituzione dei territori occupati all'Ucraina.La richiesta dei missili Tomahawk e la risposta ambigua \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump potrebbe essere un espediente per alzare la posta in campo diplomatico ,questi missili che verrebbero maneggiati da personale statunitense sono probabilmente l’ultimo mezzo \u003Cmark>di\u003C/mark> escalation prima dell’intervento diretto, infatti \u003Cmark>i\u003C/mark> russi hanno risposto mettendo in discussione la qualità dei rapporti con gli Stati Uniti. Questa minaccia dei Tomahawk è la prova della fine degli espedienti diplomatici frutto anche della consapevolezza della crisi dell’alleato ucraino. Questi missili che possono anche essere armati con ogive nucleari sono un armanento riservato per gli Stati Uniti e per un gruppo ristretto \u003Cmark>di\u003C/mark> alleati ,la concessione all'Ucraina potrebbe quindi alterare certi equilibri anche all'interno dell'Alleanza atlantica.L’Europa senza gli USA non è una potenza militare ,non è più strategica e gli americani non vogliono più investire nella sua difesa. Fare dell’Europa una potenza militare serve solo ad ingrassare il complesso millitare industriale americano, presentare la Russia come nemico esistenziale è funzionale a giustificare una spesa imprecisata in armamenti per difendere l'Europa da una ipotetica invasione . L’Europa ha appaltato la sua sicurezza agli Stati Uniti permettendosi investimenti in altri settori come il welfare in quanto durante la guerra fredda il controllo dell’Europa era fondamentale per gli U.SA. All’epoca l’Europa era il continente dove si produceva e c’era la ricchezza ,le produzioni industriali non erano ancora delocalizzate in Asia .Dopo la fine della guerra fredda l’Europa è diventata strategicamente irrilevante ,per questo gli Stati Uniti si stanno disimpegnando ,la guerra fredda si sposta nell’Indo Pacifico,la scarsa centralità europea comporta che la guerra ucraina sia percepita dal resto del mondo come una guerra regionale mentre per l'apparato mediatico propagandistico è diventata uno spartiacque \u003Cmark>di\u003C/mark> civiltà. \n\n\n\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> questi temi abbiamo parlato in questa puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> con Francesco Dall'Aglio , specialista \u003Cmark>di\u003C/mark> strategia e storico dell'Europa orientale. ",{"matched_tokens":234,"snippet":238,"value":238},[235,236,237],"BASTIONI","DI","ORIONE","\u003Cmark>BASTIONI\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>ORIONE\u003C/mark> 09/10/2025- IL GIAPPONE SCEGLIE IL REVANSCISMO NAZIONALISTA COME ANTIDOTO ALLA STAGNAZIONE ECONOMICA-IL DISIMPEGNO STATUNITENSE DALLA GUERRA UCRAINA SINTOMO DELL'IRRILEVANZA STRATEGICA EUROPEA.",[240,243],{"matched_tokens":241,"snippet":242,"value":242},[229,69,230],"\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark>",{"matched_tokens":244,"snippet":246,"value":246},[245,229,69,230],"I","\u003Cmark>I\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark>",[248,255,257],{"field":31,"indices":249,"matched_tokens":250,"snippets":253,"values":254},[11,43],[251,252],[245,229,69,230],[229,69,230],[246,242],[246,242],{"field":74,"matched_tokens":256,"snippet":231,"value":232},[69,229,69,230,69],{"field":158,"matched_tokens":258,"snippet":238,"value":238},[235,236,237],2314894167593451500,{"best_field_score":261,"best_field_weight":169,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":43,"score":262,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"4419510927616","2314894167593451627",4,{"document":265,"highlight":278,"highlights":287,"text_match":292,"text_match_info":293},{"comment_count":43,"id":266,"is_sticky":43,"permalink":267,"podcastfilter":268,"post_author":87,"post_content":269,"post_date":270,"post_excerpt":49,"post_id":266,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_title":273,"post_type":220,"sort_by_date":274,"tag_links":275,"tags":277},"64106","http://radioblackout.org/podcast/i-bastioni-di-orione-e-i-satelliti-ex-sovietici-in-subbuglio-n-0/",[167],"Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione di postcapitalismo... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa Di Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi i territori che gli opposti nazionalismi, quello azero, rinfocolato dal comune sentimento di fratellanza con i turchi, e quello armeno, insufflato di religiosità millenaria che si ammanta di baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri di Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e i suoi bassi costi), di interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia di chilometri che sono il vecchio cortile di casa di Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono i tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare di continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando di ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[276],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[189],{"post_content":279,"post_title":283},{"matched_tokens":280,"snippet":281,"value":282},[68,229,69,230],"boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti \u003Cmark>i\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio","Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> postcapitalismo... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa \u003Cmark>Di\u003C/mark> Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi \u003Cmark>i\u003C/mark> territori che gli opposti nazionalismi, quello azero, rinfocolato dal comune sentimento \u003Cmark>di\u003C/mark> fratellanza con \u003Cmark>i\u003C/mark> turchi, e quello armeno, insufflato \u003Cmark>di\u003C/mark> religiosità millenaria che si ammanta \u003Cmark>di\u003C/mark> baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri \u003Cmark>di\u003C/mark> Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e \u003Cmark>i\u003C/mark> suoi bassi costi), \u003Cmark>di\u003C/mark> interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> chilometri che sono il vecchio cortile \u003Cmark>di\u003C/mark> casa \u003Cmark>di\u003C/mark> Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono \u003Cmark>i\u003C/mark> tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare \u003Cmark>di\u003C/mark> continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando \u003Cmark>di\u003C/mark> ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare \u003Cmark>i\u003C/mark> tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa \u003Cmark>di\u003C/mark> Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano \u003Cmark>i\u003C/mark> problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca \u003Cmark>di\u003C/mark> presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma \u003Cmark>i\u003C/mark> cinesi hanno comprato \u003Cmark>i\u003C/mark> diritti \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra \u003Cmark>i\u003C/mark> due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno \u003Cmark>i\u003C/mark> singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare \u003Cmark>i\u003C/mark> due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti \u003Cmark>i\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":284,"snippet":286,"value":286},[245,229,69,285,68],"Orione”","“\u003Cmark>I\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione”\u003C/mark> e... \u003Cmark>i\u003C/mark> satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",[288,290],{"field":158,"matched_tokens":289,"snippet":286,"value":286},[245,229,69,285,68],{"field":74,"matched_tokens":291,"snippet":281,"value":282},[68,229,69,230],2314894167592927000,{"best_field_score":294,"best_field_weight":188,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":43,"score":295,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"4419510927360","2314894167592927354",{"document":297,"highlight":309,"highlights":318,"text_match":292,"text_match_info":323},{"comment_count":43,"id":298,"is_sticky":43,"permalink":299,"podcastfilter":300,"post_author":214,"post_content":301,"post_date":302,"post_excerpt":49,"post_id":298,"post_modified":303,"post_thumbnail":304,"post_title":305,"post_type":220,"sort_by_date":306,"tag_links":307,"tags":308},"68312","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-08-04-2021/",[167],"[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/bastioni-di-Orione-08042021.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRiappare negli interstizi del palinsesto di Radio blackout ,la trasmissione nomade \"I Bastioni di Orione \",spazio dedicato a informazioni ,analisi , testimonianze dal mondo ,nel tentativo di decrittare la realtà distopica che si dispiega davanti al nostro sguardo attonito ma vigile .\r\n\r\nIn questa puntata ci soffermiamo sui chokepoints ,\"i colli di bottiglia\" , le strettoie del commercio internazionale che il caso della nave Evergreen rimasta incagliata nel canale di Suez ha portato alla ribalta ,una globalizzazione dai piedi d'argilla che non riesce ancora a trasformare la fisicità delle merci in valore immateriale e che si scopre fragile nelle catene della valorizzazione sempre più lunghe e sfilacciate .\r\n\r\nParliamo del Senegal e della rivolta della sua gioventù ,apparentemente sopita ,si sono mossi i religiosi che hanno lanciato una ciambella di salvataggio al presidente Macky Sall ,ma il fuoco della rivolta arde ancora mentre il potere alle corde tenta pericolosamente ad attizare le divisioni etniche ,estranee alla storia del Senegal, nel tentativo di criminalizzare l'opposizione di Sonko.\r\n\r\nNe parliamo con Mambaye il nostro corrispondente a Dakar.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altra rivolta che scuote Myanmar ,dove la giunta militare fa strage dei manifestanti ,ne parliamo con Stefano Ruzza analista e conoscitore di quel pezzo di mondo ,con cui analizziamo le prospettive della rivolta e le implicazioni geopolitiche dell'ingombrante presenza cinese e i suoi interessi economici nell'area.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","11 Aprile 2021","2021-04-15 19:16:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/thailandia-200x110.jpg","Bastioni di Orione 08/04/2021",1618162936,[276],[189],{"post_content":310,"post_title":315},{"matched_tokens":311,"snippet":313,"value":314},[245,312,69,230],"Bastioni ","Radio blackout ,la trasmissione nomade \"\u003Cmark>I\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni \u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> \",spazio dedicato a informazioni ,analisi","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/bastioni-di-Orione-08042021.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRiappare negli interstizi del palinsesto \u003Cmark>di\u003C/mark> Radio blackout ,la trasmissione nomade \"\u003Cmark>I\u003C/mark> \u003Cmark>Bastioni \u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> \",spazio dedicato a informazioni ,analisi , testimonianze dal mondo ,nel tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> decrittare la realtà distopica che si dispiega davanti al nostro sguardo attonito ma vigile .\r\n\r\nIn questa puntata ci soffermiamo sui chokepoints ,\"\u003Cmark>i\u003C/mark> colli \u003Cmark>di\u003C/mark> bottiglia\" , le strettoie del commercio internazionale che il caso della nave Evergreen rimasta incagliata nel canale \u003Cmark>di \u003C/mark> Suez ha portato alla ribalta ,una globalizzazione dai piedi d'argilla che non riesce ancora a trasformare la fisicità delle merci in valore immateriale e che si scopre fragile nelle catene della valorizzazione sempre più lunghe e sfilacciate .\r\n\r\nParliamo del Senegal e della rivolta della sua gioventù ,apparentemente sopita ,si sono mossi \u003Cmark>i\u003C/mark> religiosi che hanno lanciato una ciambella \u003Cmark>di\u003C/mark> salvataggio al presidente Macky Sall ,ma il fuoco della rivolta arde ancora mentre il potere alle corde tenta pericolosamente ad attizare le divisioni etniche ,estranee alla storia del Senegal, nel tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> criminalizzare l'opposizione \u003Cmark>di \u003C/mark> Sonko.\r\n\r\nNe parliamo con Mambaye il nostro corrispondente a Dakar.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altra rivolta che scuote Myanmar ,dove la giunta militare fa strage dei manifestanti ,ne parliamo con Stefano Ruzza analista e conoscitore \u003Cmark>di\u003C/mark> quel pezzo \u003Cmark>di \u003C/mark> mondo ,con cui analizziamo le prospettive della rivolta e le implicazioni geopolitiche dell'ingombrante presenza cinese e \u003Cmark>i\u003C/mark> suoi interessi economici nell'area.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ",{"matched_tokens":316,"snippet":317,"value":317},[229,69,230],"\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> 08/04/2021",[319,321],{"field":74,"matched_tokens":320,"snippet":313,"value":314},[245,312,69,230],{"field":158,"matched_tokens":322,"snippet":317,"value":317},[229,69,230],{"best_field_score":294,"best_field_weight":79,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":43,"score":324,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"2314894167592927346",{"document":326,"highlight":339,"highlights":351,"text_match":362,"text_match_info":363},{"comment_count":43,"id":327,"is_sticky":43,"permalink":328,"podcastfilter":329,"post_author":214,"post_content":330,"post_date":331,"post_excerpt":49,"post_id":327,"post_modified":332,"post_thumbnail":333,"post_title":334,"post_type":220,"sort_by_date":335,"tag_links":336,"tags":338},"79917","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-02-02-2023-i-gasdotti-di-eni-nelle-sabbie-mobili-della-crisi-tunisina-fra-gli-appetiti-del-cane-a-sei-zampe-e-le-proteste-di-una-popolazione-affamata-myanmar-il-sanguinoso-golpe/",[167],"Bastioni di Orione si occupa della Tunisia con Alessandro Runci di Re Common che sta pubblicando un dossier sulle mire di Eni riguardo il gas tunisino ,le opache gestioni del settore petrolifero con commistioni fra esponenti del governo e l'azienda italiana ,la rivolta degli abitanti del sito di Tataouine contro le false promesse di lavoro ,il ruolo del gasdotto Transmed che copre quasi il 30 % del fabbisogno di gas italiano ,l'intreccio con la crisi politica e istituzionale conseguenza della deriva autoritaria del presidente Saied ,l'esplosione del debito ,la crescita della disoccupazione e la carenza di alimenti di base che rendono la situazione sociale tunisina esplosiva.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-20223-RUNCI-TUNISIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo nel Myanmar a due anni dal golpe con una lunga intervista che trasmetteremo in due parti con Massimo Morello e Emanuele Giordana profondi conoscitori della regione ,che fanno un' analisi sulle dinamiche della resistenza ai militari ,un bilancio della repressione sanguinosa della giunta,le complicità a livello internazionale e gli affari sporchi che alcune multinazionali fanno con i conglomerati militari industriali legati ai generali , il confronto con le rivolte del 1998 e del 2007 ,quelle dei monaci la cosidetta rivoluzione zafferano, l'ipotesi di prossime elezioni ,la situazione economica devastante per la popolazione e gli effetti della repressione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-020223-MYANMAR-1.mp3\"][/audio]","5 Febbraio 2023","2023-02-05 12:43:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 02/02/2023- I GASDOTTI DI ENI NELLE SABBIE MOBILI DELLA CRISI TUNISINA FRA GLI APPETITI DEL CANE A SEI ZAMPE E LE PROTESTE DI UNA POPOLAZIONE AFFAMATA - MYANMAR IL SANGUINOSO GOLPE COMPIE DUE ANNI FRA SILENZI, COMPLICITA' E REPRESSIONE.",1675600840,[337],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[186],{"post_content":340,"post_title":344,"tags":348},{"matched_tokens":341,"snippet":342,"value":343},[229,69,230],"\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> si occupa della Tunisia con","\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> si occupa della Tunisia con Alessandro Runci \u003Cmark>di\u003C/mark> Re Common che sta pubblicando un dossier sulle mire \u003Cmark>di\u003C/mark> Eni riguardo il gas tunisino ,le opache gestioni del settore petrolifero con commistioni fra esponenti del governo e l'azienda italiana ,la rivolta degli abitanti del sito \u003Cmark>di\u003C/mark> Tataouine contro le false promesse \u003Cmark>di \u003C/mark> lavoro ,il ruolo del gasdotto Transmed che copre quasi il 30 % del fabbisogno \u003Cmark>di\u003C/mark> gas italiano ,l'intreccio con la crisi politica e istituzionale conseguenza della deriva autoritaria del presidente Saied ,l'esplosione del debito ,la crescita della disoccupazione e la carenza \u003Cmark>di\u003C/mark> alimenti \u003Cmark>di\u003C/mark> base che rendono la situazione sociale tunisina esplosiva.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-20223-RUNCI-TUNISIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo nel Myanmar a due anni dal golpe con una lunga intervista che trasmetteremo in due parti con Massimo Morello e Emanuele Giordana profondi conoscitori della regione ,che fanno un' analisi sulle dinamiche della resistenza ai militari ,un bilancio della repressione sanguinosa della giunta,le complicità a livello internazionale e gli affari sporchi che alcune multinazionali fanno con \u003Cmark>i\u003C/mark> conglomerati militari industriali legati ai generali , il confronto con le rivolte del 1998 e del 2007 ,quelle dei monaci la cosidetta rivoluzione zafferano, l'ipotesi \u003Cmark>di \u003C/mark> prossime elezioni ,la situazione economica devastante per la popolazione e gli effetti della repressione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-020223-MYANMAR-1.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":345,"snippet":346,"value":347},[235,236,237,245,236],"\u003Cmark>BASTIONI\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>ORIONE\u003C/mark> 02/02/2023- \u003Cmark>I\u003C/mark> GASDOTTI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ENI NELLE SABBIE","\u003Cmark>BASTIONI\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>ORIONE\u003C/mark> 02/02/2023- \u003Cmark>I\u003C/mark> GASDOTTI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ENI NELLE SABBIE MOBILI DELLA CRISI TUNISINA FRA GLI APPETITI DEL CANE A SEI ZAMPE E LE PROTESTE \u003Cmark>DI\u003C/mark> UNA POPOLAZIONE AFFAMATA - MYANMAR IL SANGUINOSO GOLPE COMPIE DUE ANNI FRA SILENZI, COMPLICITA' E REPRESSIONE.",[349],{"matched_tokens":350,"snippet":242,"value":242},[229,69,230],[352,354,356],{"field":158,"matched_tokens":353,"snippet":346,"value":347},[235,236,237,245,236],{"field":74,"matched_tokens":355,"snippet":342,"value":343},[229,69,230],{"field":31,"indices":357,"matched_tokens":358,"snippets":360,"values":361},[43],[359],[229,69,230],[242],[242],2314894167458709500,{"best_field_score":364,"best_field_weight":188,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":43,"score":365,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"4419510861824","2314894167458709627",{"document":367,"highlight":379,"highlights":390,"text_match":401,"text_match_info":402},{"comment_count":43,"id":368,"is_sticky":43,"permalink":369,"podcastfilter":370,"post_author":214,"post_content":371,"post_date":372,"post_excerpt":49,"post_id":368,"post_modified":373,"post_thumbnail":374,"post_title":375,"post_type":220,"sort_by_date":376,"tag_links":377,"tags":378},"70915","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-23-09-2021/",[167],"[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/bastioni-di-orione-23092021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nBastioni di Orione torna come tutti i giovedì dalle 20 alle 21 per affrontare i temi internazionali ,in questa puntata :\r\n\r\n \r\n\r\nAfganistan ne parliamo ancora con il nostro corrispondente a Kabul che ci restituisce delle scene di vita quotidiane ,al mercato dove la gente disperata vende tutto quello che ha , per la strada dove si affolllano le persone in attesa di un lavoro che non c'è ,ci racconta della paura dei giovani talebani delle donne che allontanano dai luoghi pubblici con brutalità.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nParliamo dell' Algeria con Karim Metref giornalista freelance e collaboratore della radio che ci parla della vicenda degli harkis che combatterono a fianco dei francesi contro FLN e che ,dopo la sconfitta francese ,furono lasciati in Algeria trattati come traditori e ora a scopo elettorale riabilitati da Macron ,affrontiamo il tema delle relazioni difficili fra Algeria e Marocco con l'interruzione dei rapporti diplomatici fra i due paesi ,della morte di Bouteflika ex presidente la cui candidatura ad un quinto mandato fece esplodere le proteste del movimento popolare hirak.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Cina con Sabrina Moles collaboratrice del sito China files ,con cui affrontiamo il tema dell'accordo AUKUS dal punto di vista cinese ,approfondiamo le conseguenze della crisi del mercato immobiliare cinese dopo il crack di Evergrande e i riflessi sulla politica interna e la stabilità del progetto di Xi e il rapporto con i nuovi oligarchi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Settembre 2021","2021-09-26 22:50:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/afghanistan-donna-600x366-2-200x110.jpg","Bastioni di Orione 23/09/2021",1632696469,[337],[186],{"post_content":380,"post_title":384,"tags":387},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[229,69,230,68],"audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/bastioni-di-orione-23092021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> torna come tutti \u003Cmark>i\u003C/mark> giovedì dalle 20 alle 21","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/bastioni-di-orione-23092021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> torna come tutti \u003Cmark>i\u003C/mark> giovedì dalle 20 alle 21 per affrontare \u003Cmark>i\u003C/mark> temi internazionali ,in questa puntata :\r\n\r\n \r\n\r\nAfganistan ne parliamo ancora con il nostro corrispondente a Kabul che ci restituisce delle scene \u003Cmark>di \u003C/mark> vita quotidiane ,al mercato dove la gente disperata vende tutto quello che ha , per la strada dove si affolllano le persone in attesa \u003Cmark>di\u003C/mark> un lavoro che non c'è ,ci racconta della paura dei giovani talebani delle donne che allontanano dai luoghi pubblici con brutalità.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nParliamo dell' Algeria con Karim Metref giornalista freelance e collaboratore della radio che ci parla della vicenda degli harkis che combatterono a fianco dei francesi contro FLN e che ,dopo la sconfitta francese ,furono lasciati in Algeria trattati come traditori e ora a scopo elettorale riabilitati da Macron ,affrontiamo il tema delle relazioni difficili fra Algeria e Marocco con l'interruzione dei rapporti diplomatici fra \u003Cmark>i\u003C/mark> due paesi ,della morte \u003Cmark>di\u003C/mark> Bouteflika ex presidente la cui candidatura ad un quinto mandato fece esplodere le proteste del movimento popolare hirak.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo \u003Cmark>di\u003C/mark> Cina con Sabrina Moles collaboratrice del sito China files ,con cui affrontiamo il tema dell'accordo AUKUS dal punto \u003Cmark>di\u003C/mark> vista cinese ,approfondiamo le conseguenze della crisi del mercato immobiliare cinese dopo il crack \u003Cmark>di\u003C/mark> Evergrande e \u003Cmark>i\u003C/mark> riflessi sulla politica interna e la stabilità del progetto \u003Cmark>di\u003C/mark> Xi e il rapporto con \u003Cmark>i\u003C/mark> nuovi oligarchi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":385,"snippet":386,"value":386},[229,69,230],"\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> 23/09/2021",[388],{"matched_tokens":389,"snippet":242,"value":242},[229,69,230],[391,393,399],{"field":74,"matched_tokens":392,"snippet":382,"value":383},[229,69,230,68],{"field":31,"indices":394,"matched_tokens":395,"snippets":397,"values":398},[43],[396],[229,69,230],[242],[242],{"field":158,"matched_tokens":400,"snippet":386,"value":386},[229,69,230],2314894167190274000,{"best_field_score":403,"best_field_weight":79,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":43,"score":404,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"4419510730752","2314894167190274163",{"document":406,"highlight":418,"highlights":429,"text_match":440,"text_match_info":441},{"comment_count":43,"id":407,"is_sticky":43,"permalink":408,"podcastfilter":409,"post_author":214,"post_content":410,"post_date":411,"post_excerpt":49,"post_id":407,"post_modified":412,"post_thumbnail":413,"post_title":414,"post_type":220,"sort_by_date":415,"tag_links":416,"tags":417},"82481","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-01-06-2023-ecuador-verso-le-elezioni-kosovo-i-due-nazionalismi-serbo-e-kosovaro-risvegliano-i-fantasmi-della-guerra-mai-sopita-moldavia-chimere-europee-e-provocazioni-antirusse/",[167],"Bastioni di Orione ritorna sull'Ecuador per raccontare delle prossime elezioni che si terranno il 20 agosto ,dopo il procedimento della \"muerte cruzada\" innestato dal presidente Lasso al fine di evitare l'impeachment per corruzione .Nonostante lo scioglimento dell'assemblea parlamentare ,il presidente sta tentando per decreto di privatizzare gli asset pubblici riguardanti lo sfruttamento delle materie prime ,e finalmente è stato dato il via libera da parte della Corte costiotuzionale al referendum per fermare lo sfruttamento del sito petrolifero nel parco nazionale Yasuni', l'area protetta piu' grande del paese,che si terrà sempre il 20 agosto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://elpais.com/america-futura/2023-05-27/la-larga-lucha-por-salvar-al-yasuni-de-la-explotacion-petrolera.html\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Giorgio Fruscione studioso dei Balcani parliamo dell'acuirsi delle tensioni nel Kosovo ,il peso del nazionalismo serbo alimentato da Belgrado e le suggestioni panalbanesi di Pristina ,il ruolo dell'Europa e degli Stati uniti che sembrano defilarsi dalla regione ,le potenziali conseguenze sugli equilibri europei in caso di aggravamento della crisi, il sostegno di Mosca alle rivendicazioni serbe ,le motivazioni sostanzialmente regionali e specifiche dell'aumento delle tensioni ,legate alle modalità delle elezioni dei sindaci e alle difficoltà interne di Vucic che deve fronteggiare un imponente mobilitazione antigovernativa .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-FRUSCIONE-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine andiamo in Moldavia per parlare con Carlo Policano ,imprenditore che vive da anni nel paese,del vertice dell'EPC (European political community) ,organismo creato da Macron poco dopo l'invasione dell'Ucraina che raccoglie 44 paesi europei .\r\n\r\nQuesto organismo non ha poteri e neppure strutture decisionali è una piattaforma per discussioni politiche e strategiche sul futuro dell'Europa a scopo prevalentemente propagandistico e costituisce un parcheggio di lusso per quei paesi dell'Europa orientale che aspirano ad entrare nelle strutture dell'Unione europea .La riunione tenuta in Moldavia ha avuto un significato simbolico anche per la presenza del presenzialista seriale Zelensky il quale ha ribadito che tutti i paesi confinanti con la Russia dovrebbero entare nella NATO.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-POLICANO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Giugno 2023","2023-06-03 15:52:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 01/06/2023-ECUADOR VERSO LE ELEZIONI-KOSOVO I DUE NAZIONALISMI SERBO E KOSOVARO RISVEGLIANO I FANTASMI DELLA GUERRA MAI SOPITA - MOLDAVIA CHIMERE EUROPEE E PROVOCAZIONI ANTIRUSSE.",1685807535,[337],[186],{"post_content":419,"post_title":423,"tags":426},{"matched_tokens":420,"snippet":421,"value":422},[229,69,230],"\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> ritorna sull'Ecuador per raccontare delle prossime","\u003Cmark>Bastioni\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Orione\u003C/mark> ritorna sull'Ecuador per raccontare delle prossime elezioni che si terranno il 20 agosto ,dopo il procedimento della \"muerte cruzada\" innestato dal presidente Lasso al fine \u003Cmark>di \u003C/mark> evitare l'impeachment per corruzione .Nonostante lo scioglimento dell'assemblea parlamentare ,il presidente sta tentando per decreto \u003Cmark>di \u003C/mark> privatizzare gli asset pubblici riguardanti lo sfruttamento delle materie prime ,e finalmente è stato dato il via libera da parte della Corte costiotuzionale al referendum per fermare lo sfruttamento del sito petrolifero nel parco nazionale Yasuni', l'area protetta piu' grande del paese,che si terrà sempre il 20 agosto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://elpais.com/america-futura/2023-05-27/la-larga-lucha-por-salvar-al-yasuni-de-la-explotacion-petrolera.html\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Giorgio Fruscione studioso dei Balcani parliamo dell'acuirsi delle tensioni nel Kosovo ,il peso del nazionalismo serbo alimentato da Belgrado e le suggestioni panalbanesi \u003Cmark>di\u003C/mark> Pristina ,il ruolo dell'Europa e degli Stati uniti che sembrano defilarsi dalla regione ,le potenziali conseguenze sugli equilibri europei in caso \u003Cmark>di\u003C/mark> aggravamento della crisi, il sostegno \u003Cmark>di \u003C/mark> Mosca alle rivendicazioni serbe ,le motivazioni sostanzialmente regionali e specifiche dell'aumento delle tensioni ,legate alle modalità delle elezioni dei sindaci e alle difficoltà interne \u003Cmark>di \u003C/mark> Vucic che deve fronteggiare un imponente mobilitazione antigovernativa .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-FRUSCIONE-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine andiamo in Moldavia per parlare con Carlo Policano ,imprenditore che vive da anni nel paese,del vertice dell'EPC (European political community) ,organismo creato da Macron poco dopo l'invasione dell'Ucraina che raccoglie 44 paesi europei .\r\n\r\nQuesto organismo non ha poteri e neppure strutture decisionali è una piattaforma per discussioni politiche e strategiche sul futuro dell'Europa a scopo prevalentemente propagandistico e costituisce un parcheggio \u003Cmark>di\u003C/mark> lusso per quei paesi dell'Europa orientale che aspirano ad entrare nelle strutture dell'Unione europea .La riunione tenuta in Moldavia ha avuto un significato simbolico anche per la presenza del presenzialista seriale Zelensky il quale ha ribadito che tutti \u003Cmark>i\u003C/mark> paesi confinanti con la Russia dovrebbero entare nella NATO.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/BASTIONI-010623-POLICANO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":424,"snippet":425,"value":425},[235,236,237,245,245],"\u003Cmark>BASTIONI\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>ORIONE\u003C/mark> 01/06/2023-ECUADOR VERSO LE ELEZIONI-KOSOVO \u003Cmark>I\u003C/mark> DUE NAZIONALISMI SERBO E KOSOVARO RISVEGLIANO \u003Cmark>I\u003C/mark> FANTASMI DELLA GUERRA MAI SOPITA - MOLDAVIA CHIMERE EUROPEE E PROVOCAZIONI ANTIRUSSE.",[427],{"matched_tokens":428,"snippet":242,"value":242},[229,69,230],[430,432,434],{"field":158,"matched_tokens":431,"snippet":425,"value":425},[235,236,237,245,245],{"field":74,"matched_tokens":433,"snippet":421,"value":422},[229,69,230],{"field":31,"indices":435,"matched_tokens":436,"snippets":438,"values":439},[43],[437],[229,69,230],[242],[242],2314894167056056300,{"best_field_score":442,"best_field_weight":188,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":43,"score":443,"tokens_matched":263,"typo_prefix_score":43},"4419510665216","2314894167056056443",6683,{"collection_name":220,"first_q":167,"per_page":168,"q":167},5,{"title":448,"slug":449,"exerpt":450,"link":451,"featured_media":452,"slot":453},"Radio Kebab","radiokebab","dal 2001 odissea nello spaccio, 2 ore di musica dal punkrock al noise al r’n’r all’hc all’lsd all’ah al bar PATTUME MUSICALE ARROTOLATO non sai cosa mangi ma sai cosa caghi! bello e buono senza playlist tutto è il contrario di tutto programma radiofonico sconsigliato a chi non ha senso dell’umorismo consigliato invece a chi fà senso timmys organism;wretched;ramones;johnny thunders;velvet underground;eddy current;unsane;arab on radar;skiantos;tampax;hitlerss;lucio dalla;melvins;flipper;no trend;black flag;venditti;neu;holiday inn;man or astroman;sleep;arturo;pasquale;dwarves;gg allin;antiseen;sex church;middle class;killed by death compilation;and many more….","https://radioblackout.org/shows/radiokebab/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/radiokebab-bestie-di-satana.jpg",{"day":454,"start":455,"end":456},"mercoledi","20:00","22:00",["Reactive",458],{},["Set"],["ShallowReactive",461],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$ftp3-kuKAJZ0JVCgYvgVrADtP6mHkK53lqp6MemJvcGQ":-1},true,"/search?query=I+Bastioni+di+Orione"]