","Nuovi cicli del tardocapitalismo: lo sfondo delle vicende Fca-Psa e ArcelorMittal","post",1573261975,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/auto-elettriche/","http://radioblackout.org/tag/fca-psa-arcelormittal/","http://radioblackout.org/tag/multinazionali/","http://radioblackout.org/tag/siderurgia-e-produzione/",[26,30,66,32],"multinazionali",{"post_content":68,"tags":74},{"matched_tokens":69,"snippet":72,"value":73},[70,71],"auto","elettriche","orientali, avanzamento di tecnologie sulle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>, a cominciare dal calcolo operato","Alcune strategie di ampio respiro stanno in questo snodo epocale conducendo a spostamenti di lavorazioni, creazioni di hub produttivi, deindustrializzazione di aree, rincorsa di alleanze nella prospettiva di ridurre il numero dei protagonisti nella consapevolezza che il sistema del tardocapitalismo può tollerare pochi enormi gruppi di costruttori di automobili, come – proseguendo la filiera – altrettanto limitati conglomerati siderurgici, sommersi e salvati in base al loro profitto e quali mercati possono essere penetrati.\r\n\r\nSu questo panorama sovranazionale di concentrazioni di gruppi si innesta la necessità di risanare il territorio su cui insistono gli impianti più longevi, in particolare quelli per i quali il micragnoso capitalismo nostrano non ha mai operato alcun intervento minimamente attento alla salute; così si innescano rivalità tra esigenze popolari: lavoro o sopravvivenza?\r\n\r\nE poi le rivalità interstatali sia all'interno dell'Europa, con i ruoli diversi di Germania e Francia, sia a livello mondiale (si pensi ai dazi che colpiscono l'economia tedesca e di conseguenza quella europea), lì il puzzle che deve inserire tutti i tasselli dei già compositi gruppi di imprese va a impattare con i doppioni che nelle fusioni creano sempre esuberi... e certe tessere alla fine vengono gettate via, nonostante le rassicurazioni poco convinte.\r\n\r\nLa chiacchierata con Stefano Capello è trascorsa oscillando tra considerazioni di respiro globale e interessi locali, tra considerazioni su quali maestranze nazionali traggono vantaggi dagli accordi tra Fca-Psa e implicazioni su impianti obsoleti, costo del lavoro, scorporo di settori autonomi (come Comau) e scelte puramente geopolitiche dettate da soci orientali, avanzamento di tecnologie sulle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>, a cominciare dal calcolo operato dagli affittuari indiani delle ferriere di stato di acquisire per chiudere un pericoloso concorrente... proprio da qui abbiamo preso spunto per vedere cosa sarebbe auspicabile:\r\n\r\nTrasformazione globale della produzione e della siderurgia nel tardo capitalismo: Fca-Psa e ArcelorMittal",[75,78,80,82],{"matched_tokens":76,"snippet":77},[70,71],"\u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":30},[],{"matched_tokens":81,"snippet":66},[],{"matched_tokens":83,"snippet":32},[],[85,90],{"field":35,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[47],[88],[70,71],[77],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":72,"value":73},"post_content",[70,71],1157451471441625000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":97,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":99,"highlight":125,"highlights":148,"text_match":156,"text_match_info":157},{"cat_link":100,"category":101,"comment_count":47,"id":102,"is_sticky":47,"permalink":103,"post_author":50,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":53,"post_id":102,"post_modified":106,"post_thumbnail":107,"post_thumbnail_html":108,"post_title":109,"post_type":58,"sort_by_date":110,"tag_links":111,"tags":120},[44],[46],"46171","http://radioblackout.org/2018/02/i-motori-diesel-hanno-gli-anni-contati/","I principali produttori di automobili hanno deciso di cessare la produzione di motori a gasolio, complice la riduzione della domanda, le inchieste sulle emissioni truccate, la crescente attenzione verso i rischi di emissioni pericolose per la salute.\r\nNonostante negli anni la quantità di gas dannosi immessa nell’atmosfera dalle auto con motori diesel si sia drasticamente ridotta, la maggiore attenzione alle tematiche ambientali e lo sviluppo delle auto elettriche porteranno ad una lenta dismissione di questa tecnologia.\r\nAnche il marchio Fca abbandonerà i motori diesel dalle auto passeggeri a partire dal 2022. Lo ha rivelato qualche giorno fa il Financial Times. Il quotidiano finanziario britannico aggiunge che la novità, che riguarderà tutti i brand, è contenuta nel nuovo piano finanziario che sarà presentato il prossimo primo giugno.\r\nFca, che ha i marchi Jeep, Ram, Dodge, Chrysler, Maserati, Alfa Romeo e Fiat. Il gruppo rappresenta l'ultimo costruttore auto a dire addio a questo tipo di carburante, dopo Toyota e Volkswagen.\r\n\r\nIl futuro potrebbe essere dell’auto elettrica, che non emette fumi da combustione nell’aria. Questo non significa che non sia inquinante: le batterie vanno caricate e la produzione dell’energia necessaria alla ricarica, specie se vengono utilizzate fonti fossili, potrebbe essere essa stessa fonte di avvelenamento ambientale.\r\nIl trasporto individuale su quattro ruote non può essere scisso dalla questione energetica nel suo complesso.\r\nUtilizzare fonti rinnovabili e non inquinanti come l’eolico e il solare è il primo passo. Non solo. L’utilizzo di fonti rinnovabili, disponibili localmente, rende gli individui e le comunità meno dipendenti dagli approviggionamenti garantiti truppe italiane nel mondo. L’autonomia energetica è il primo passo per far funzionare percorsi autogestiti di sottrazione dall’istituito.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Tafel, ambientalista, esperto di produzione energetica. Con lui abbiamo provato a capire le dinamiche sottese all’avvento dell’auto elettrica.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 02 27 tafel diesel","27 Febbraio 2018","2018-03-02 22:37:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/smog_simbolo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"228\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/smog_simbolo-228x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/smog_simbolo-228x300.jpg 228w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/smog_simbolo.jpg 759w\" sizes=\"auto, (max-width: 228px) 100vw, 228px\" />","I motori diesel hanno gli anni contati?",1519736232,[112,113,114,115,116,117,118,119],"http://radioblackout.org/tag/auto-elettrica/","http://radioblackout.org/tag/diesel/","http://radioblackout.org/tag/fca/","http://radioblackout.org/tag/fonti-fossili/","http://radioblackout.org/tag/fonti-rinnovabili/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/toyota/","http://radioblackout.org/tag/wolkswagen/",[24,121,122,123,124,34,18,20],"diesel","fca","fonti fossili","fonti rinnovabili",{"post_content":126,"tags":130},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[70,71],"ambientali e lo sviluppo delle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark> porteranno ad una lenta dismissione","I principali produttori di automobili hanno deciso di cessare la produzione di motori a gasolio, complice la riduzione della domanda, le inchieste sulle emissioni truccate, la crescente attenzione verso i rischi di emissioni pericolose per la salute.\r\nNonostante negli anni la quantità di gas dannosi immessa nell’atmosfera dalle \u003Cmark>auto\u003C/mark> con motori diesel si sia drasticamente ridotta, la maggiore attenzione alle tematiche ambientali e lo sviluppo delle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark> porteranno ad una lenta dismissione di questa tecnologia.\r\nAnche il marchio Fca abbandonerà i motori diesel dalle \u003Cmark>auto\u003C/mark> passeggeri a partire dal 2022. Lo ha rivelato qualche giorno fa il Financial Times. Il quotidiano finanziario britannico aggiunge che la novità, che riguarderà tutti i brand, è contenuta nel nuovo piano finanziario che sarà presentato il prossimo primo giugno.\r\nFca, che ha i marchi Jeep, Ram, Dodge, Chrysler, Maserati, Alfa Romeo e Fiat. Il gruppo rappresenta l'ultimo costruttore \u003Cmark>auto\u003C/mark> a dire addio a questo tipo di carburante, dopo Toyota e Volkswagen.\r\n\r\nIl futuro potrebbe essere dell’auto elettrica, che non emette fumi da combustione nell’aria. Questo non significa che non sia inquinante: le batterie vanno caricate e la produzione dell’energia necessaria alla ricarica, specie se vengono utilizzate fonti fossili, potrebbe essere essa stessa fonte di avvelenamento ambientale.\r\nIl trasporto individuale su quattro ruote non può essere scisso dalla questione energetica nel suo complesso.\r\nUtilizzare fonti rinnovabili e non inquinanti come l’eolico e il solare è il primo passo. Non solo. L’utilizzo di fonti rinnovabili, disponibili localmente, rende gli individui e le comunità meno dipendenti dagli approviggionamenti garantiti truppe italiane nel mondo. L’autonomia energetica è il primo passo per far funzionare percorsi autogestiti di sottrazione dall’istituito.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Tafel, ambientalista, esperto di produzione energetica. Con lui abbiamo provato a capire le dinamiche sottese all’avvento dell’auto elettrica.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 02 27 tafel diesel",[131,134,136,138,140,142,144,146],{"matched_tokens":132,"snippet":133},[70],"\u003Cmark>auto\u003C/mark> elettrica",{"matched_tokens":135,"snippet":121},[],{"matched_tokens":137,"snippet":122},[],{"matched_tokens":139,"snippet":123},[],{"matched_tokens":141,"snippet":124},[],{"matched_tokens":143,"snippet":34},[],{"matched_tokens":145,"snippet":18},[],{"matched_tokens":147,"snippet":20},[],[149,151],{"field":91,"matched_tokens":150,"snippet":128,"value":129},[70,71],{"field":35,"indices":152,"matched_tokens":153,"snippets":155},[47],[154],[70],[133],1157451471441100800,{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":160,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868288",14,"1157451471441100914",{"document":162,"highlight":183,"highlights":188,"text_match":156,"text_match_info":191},{"cat_link":163,"category":164,"comment_count":47,"id":165,"is_sticky":47,"permalink":166,"post_author":50,"post_content":167,"post_date":168,"post_excerpt":53,"post_id":165,"post_modified":169,"post_thumbnail":170,"post_thumbnail_html":171,"post_title":172,"post_type":58,"sort_by_date":173,"tag_links":174,"tags":179},[44],[46],"85583","http://radioblackout.org/2023/12/portogallo-litio-distruzione-ambientale-lotte-dal-basso/","Il litio, minerale raro indispensabile per le batterie delle auto elettriche, ha costi ambientali di estrazione molto alti.\r\nIl Portogallo ha la più grande riserva di litio in Europa e l'ottava a livello mondiale. Si tratta di \"riserve\" dedotte, cioè semplicemente individuate e non sfruttate.\r\n\"Qui abbiamo la tendenza a dire che siamo il quinto, il sesto, l'ottavo posto con più litio, ma non vuol dire niente – dice Carlos Leal Gomes, professore dell'università di Minho, esperto in materia -. Si conosce davvero un posto solo quando si inizia la produzione\".\r\nNel nord del Portogallo l'area intorno al villaggio di Covas do Barroso potrebbe diventare il sito della più grande miniera di litio dell'Europa occidentale. Il progetto, sviluppato dall'impresa britannica Savannah, prevede l'esplorazione di pegmatiti litinifere per la produzione di concentrato di spodumene.\r\nIl 31 maggio l'Agenzia portoghese per l'ambiente ha emesso una valutazione di impatto ambientale favorevole, con alcune condizioni che Savannah deve rispettare. Ma la gente del posto non è convinta. \"Non capiamo come per inquinare di meno dobbiamo distruggere le foreste, i corsi d'acqua e la vita dei residenti\", dice Nelson Gomes, presidente dell'associazione Uniti in difesa di Covas do Barroso.\r\nL’estrazione del litio richiede una lavorazione che distruggerebbe le colline intorno al paese e ridurrebbe drasticamente le riserve d’acqua, rendendo invivibile l’area. Per estrarre quantità minime di litio occorre scavare e trattare chimicamente enormi quantità di terreno: ogni batteria prodotta si lascia alle spalle un deserto. \r\nLo scorso 6 novembre il governo del socialista Costa è stato costretto a dimettersi proprio per un’inchiesta che ha colpito l’agenzia per l’ambiente e numerosi esponenti governativi per episodi di corruzione per snellire le procedure autorizzative per litio, idrogeno verde ed il centro dati Sines.\r\nIn estate a Covas do Barroso ci sono state numerose iniziative di lotta contro i sondaggi della Savannah e un campeggio cui hanno partecipato abitanti dei paesi vicini e attivisti dal resto del Portogallo.\r\n\r\nQuesta vicenda ci interroga sulla grande menzogna della “transizione ecologica”. Se è vero che le auto elettriche non emettono CO2, resta il fatto che le batterie che le fanno viaggiare hanno un impatto ambientale notevole.\r\nLa logica del profitto per il profitto che anima il capitalismo rende impossibile pensare una “transizione ecologica” all’interno dell’attuale sistema economico e sociale. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli, giornalista free lance, che ha condotto un’inchiesta a Covas do Barroso.\r\nAscolta la diretta:\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-05-antonelli-litio-portog-1.mp3\"][/audio]","5 Dicembre 2023","2023-12-06 13:07:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Marcha3_contra_mina_isabel_mateos.jpg 1134w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Portogallo. Litio, distruzione ambientale, lotte dal basso",1701797700,[175,176,177,178],"http://radioblackout.org/tag/covas-do-barroso/","http://radioblackout.org/tag/litio/","http://radioblackout.org/tag/lotte-ambientali/","http://radioblackout.org/tag/portogallo/",[180,15,181,182],"covas do barroso","lotte ambientali","Portogallo",{"post_content":184},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[70,71],"indispensabile per le batterie delle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>, ha costi ambientali di estrazione","Il litio, minerale raro indispensabile per le batterie delle \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>, ha costi ambientali di estrazione molto alti.\r\nIl Portogallo ha la più grande riserva di litio in Europa e l'ottava a livello mondiale. Si tratta di \"riserve\" dedotte, cioè semplicemente individuate e non sfruttate.\r\n\"Qui abbiamo la tendenza a dire che siamo il quinto, il sesto, l'ottavo posto con più litio, ma non vuol dire niente – dice Carlos Leal Gomes, professore dell'università di Minho, esperto in materia -. Si conosce davvero un posto solo quando si inizia la produzione\".\r\nNel nord del Portogallo l'area intorno al villaggio di Covas do Barroso potrebbe diventare il sito della più grande miniera di litio dell'Europa occidentale. Il progetto, sviluppato dall'impresa britannica Savannah, prevede l'esplorazione di pegmatiti litinifere per la produzione di concentrato di spodumene.\r\nIl 31 maggio l'Agenzia portoghese per l'ambiente ha emesso una valutazione di impatto ambientale favorevole, con alcune condizioni che Savannah deve rispettare. Ma la gente del posto non è convinta. \"Non capiamo come per inquinare di meno dobbiamo distruggere le foreste, i corsi d'acqua e la vita dei residenti\", dice Nelson Gomes, presidente dell'associazione Uniti in difesa di Covas do Barroso.\r\nL’estrazione del litio richiede una lavorazione che distruggerebbe le colline intorno al paese e ridurrebbe drasticamente le riserve d’acqua, rendendo invivibile l’area. Per estrarre quantità minime di litio occorre scavare e trattare chimicamente enormi quantità di terreno: ogni batteria prodotta si lascia alle spalle un deserto. \r\nLo scorso 6 novembre il governo del socialista Costa è stato costretto a dimettersi proprio per un’inchiesta che ha colpito l’agenzia per l’ambiente e numerosi esponenti governativi per episodi di corruzione per snellire le procedure autorizzative per litio, idrogeno verde ed il centro dati Sines.\r\nIn estate a Covas do Barroso ci sono state numerose iniziative di lotta contro i sondaggi della Savannah e un campeggio cui hanno partecipato abitanti dei paesi vicini e attivisti dal resto del Portogallo.\r\n\r\nQuesta vicenda ci interroga sulla grande menzogna della “transizione ecologica”. Se è vero che le \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark> non emettono CO2, resta il fatto che le batterie che le fanno viaggiare hanno un impatto ambientale notevole.\r\nLa logica del profitto per il profitto che anima il capitalismo rende impossibile pensare una “transizione ecologica” all’interno dell’attuale sistema economico e sociale. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli, giornalista free lance, che ha condotto un’inchiesta a Covas do Barroso.\r\nAscolta la diretta:\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-05-antonelli-litio-portog-1.mp3\"][/audio]",[189],{"field":91,"matched_tokens":190,"snippet":186,"value":187},[70,71],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471441100913",{"document":194,"highlight":218,"highlights":223,"text_match":156,"text_match_info":226},{"cat_link":195,"category":196,"comment_count":47,"id":197,"is_sticky":47,"permalink":198,"post_author":50,"post_content":199,"post_date":200,"post_excerpt":53,"post_id":197,"post_modified":201,"post_thumbnail":202,"post_thumbnail_html":203,"post_title":204,"post_type":58,"sort_by_date":205,"tag_links":206,"tags":212},[44],[46],"57022","http://radioblackout.org/2020/01/davos-ll-gioco-a-somma-zero-delleconomia/","Quest’anno si è giunti al cinquantesimo vertice di Davos, in Svizzera. Una specie di Country Club, quei ritrovi della grande borghesia britannica dove i possidenti potevano discutere in pace di affari, per l'élite di super-ricchi, un vertice che da qualche anno ha aperto le sue porte anche ai capi di governo. Dal 2014 in concomitanza con questo incontro viene pubblicato il rapporto Oxfam sullo stato delle diseguaglianze economiche nel mondo. Un rapporto che certifica come la diseguale distribuzione della ricchezza sia in costante aumento e come questa sia un carattere strutturale della società capitalista: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.\r\n\r\nGuardando all’Italia il 20% della popolazione più ricca controlla il 70% della ricchezza del paese, il 70% della popolazione più povera ne controlla solo il 13%. Tre miliardari italiani, Ferrero, Del Vecchio e Armani hanno, insieme, una ricchezza maggiore del 10% della popolazione più povera.\r\n\r\nQuest’anno il rapporto si è concentrato anche sul lavoro di cura, non pagato, caratterizzato da una forte componente femminile, ma fondamentale per la riproduzione della società: questo lavoro non retribuito varrebbe circa diecimila e ottocento miliardi. Ma la stessa ricchezza è distribuita su linee di genere: mediamente gli uomini possiedono il 50% di ricchezza in più delle donne.\r\n\r\nSi è anche certificato, se ci fosse bisogno di ulteriore conferma, come “l’ascensore sociale” sia sostanzialmente bloccato: le persone più ricche sono figlie dei più ricchi della generazione precedente. Il figlio di un dirigente, a parità di titolo di studio, guadagna il 20% di più del figlio di un impiegato.\r\n\r\nIl rapporto Oxfam si limita a una generica denuncia, in nome di un “capitalismo etico”, ma dimentica un dato fondamentale: l’economia è un gioco a somma zero, se qualcuno guadagna, qualcun altro perde.\r\n\r\nIl vertice di Davos quest’anno cerca anche di darsi una tinta verde: Greta Thunberg aprirà il vertice, i partecipanti arriveranno su auto elettriche. Dopo essere atterrati al più vicino aeroporto con i loro jet privati, tra i più inquinanti mezzi di trasporto al mondo.\r\n\r\nAscolta la diretta con Francesco Carlizza, economista\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/2020.01.21-09.00.00-davos.fricche.mp3\"][/audio]","21 Gennaio 2020","2020-01-21 13:28:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/maxresdefault.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Davos. ll gioco a somma zero dell'economia",1579613281,[207,208,209,210,211],"http://radioblackout.org/tag/davos/","http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/oxfam/","http://radioblackout.org/tag/rapporto-oxfam/","http://radioblackout.org/tag/rapporto-oxfam-2019/",[213,214,215,216,217],"davos","economia","oxfam","rapporto oxfam","rapporto oxfam 2019",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[70,71],"vertice, i partecipanti arriveranno su \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>. Dopo essere atterrati al più","Quest’anno si è giunti al cinquantesimo vertice di Davos, in Svizzera. Una specie di Country Club, quei ritrovi della grande borghesia britannica dove i possidenti potevano discutere in pace di affari, per l'élite di super-ricchi, un vertice che da qualche anno ha aperto le sue porte anche ai capi di governo. Dal 2014 in concomitanza con questo incontro viene pubblicato il rapporto Oxfam sullo stato delle diseguaglianze economiche nel mondo. Un rapporto che certifica come la diseguale distribuzione della ricchezza sia in costante aumento e come questa sia un carattere strutturale della società capitalista: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.\r\n\r\nGuardando all’Italia il 20% della popolazione più ricca controlla il 70% della ricchezza del paese, il 70% della popolazione più povera ne controlla solo il 13%. Tre miliardari italiani, Ferrero, Del Vecchio e Armani hanno, insieme, una ricchezza maggiore del 10% della popolazione più povera.\r\n\r\nQuest’anno il rapporto si è concentrato anche sul lavoro di cura, non pagato, caratterizzato da una forte componente femminile, ma fondamentale per la riproduzione della società: questo lavoro non retribuito varrebbe circa diecimila e ottocento miliardi. Ma la stessa ricchezza è distribuita su linee di genere: mediamente gli uomini possiedono il 50% di ricchezza in più delle donne.\r\n\r\nSi è anche certificato, se ci fosse bisogno di ulteriore conferma, come “l’ascensore sociale” sia sostanzialmente bloccato: le persone più ricche sono figlie dei più ricchi della generazione precedente. Il figlio di un dirigente, a parità di titolo di studio, guadagna il 20% di più del figlio di un impiegato.\r\n\r\nIl rapporto Oxfam si limita a una generica denuncia, in nome di un “capitalismo etico”, ma dimentica un dato fondamentale: l’economia è un gioco a somma zero, se qualcuno guadagna, qualcun altro perde.\r\n\r\nIl vertice di Davos quest’anno cerca anche di darsi una tinta verde: Greta Thunberg aprirà il vertice, i partecipanti arriveranno su \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>. Dopo essere atterrati al più vicino aeroporto con i loro jet privati, tra i più inquinanti mezzi di trasporto al mondo.\r\n\r\nAscolta la diretta con Francesco Carlizza, economista\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/2020.01.21-09.00.00-davos.fricche.mp3\"][/audio]",[224],{"field":91,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[70,71],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":228,"highlight":250,"highlights":255,"text_match":258,"text_match_info":259},{"cat_link":229,"category":230,"comment_count":47,"id":231,"is_sticky":47,"permalink":232,"post_author":50,"post_content":233,"post_date":234,"post_excerpt":53,"post_id":231,"post_modified":235,"post_thumbnail":236,"post_thumbnail_html":237,"post_title":238,"post_type":58,"sort_by_date":239,"tag_links":240,"tags":246},[44],[46],"31887","http://radioblackout.org/2015/10/che-cosa-nasconde-lo-scandalo-volkswagen/","Qualche settimana fa i titoli dei Tg, i portali di informazione on-line e le prime pagine dei quotidiani aprivano con la grande notizia della scoperta statunitense dell truffa operata dalla Volkswagen ai danni di centinaia di migliaia (forse milioni) di clienti sul suolo statunitense cui sarebbe stato venduto un motore diesel molto più inquinante dell'annunciato e delle regole che ne permettono la vendita. L'America si scopre infine ecologista (mentre Obama inizia le trivellazioni in Alaska) .\r\nI più accorti han subito sospettato che sotto sotto ci fosse qualcosa di ben più consistente, visto che il target dello scandalo annunciato (scoperta dell'acqua calda per la magguiornaza degli addetti ai lavori) era una delle più grandi produttrici di auto al mondo. Parlare dello scandalo Volkswagen vuol allora dire parlare della guerra commerciale in atto (e forse qualcosa di più) in atto tra stati Uniti e l'Europa a guida tedesca.\r\nNe abbiamo parlato con Sandro Moiso autore di numerosi articoli (qui una raccolta) sul portale Carmilla online e che recentemente si è soffermato su questa vicenda (vedi infra)\r\n\r\nmoiso_wolkswagen\r\nVae Victis Germania / 2: Car Wars\r\ndi Sandro Moiso (http://www.carmillaonline.com)\r\n\r\nQuando l’unica nazione occidentale a non aver ratificato il protocollo di Kyoto sul riscaldamento ambientale denuncia con tanta veemenza i danni per la salute e l’ambiente derivanti dal mancato (e truffaldino) rispetto dei regolamenti USA sull’emissione di gas da parte dei veicoli circolanti c’è da porsi più di una domanda. Si sta parlando, evidentemente, dell’enorme tegola caduta sulla testa di una delle più importanti industrie automobilistiche mondiali, la Volkswagen, dopo la scoperta del raffinatissimo trucco messo in atto da quella azienda per beffare i controlli sugli scarichi delle auto diesel negli Stati Uniti e in Europa.\r\nLo scandalo si è rapidamente propagato nei paesi dell’Unione Europea e tocca, attualmente, la bellezza di 11 milioni di veicoli circolanti. La ditta tedesca ha reagito sostituendo l’AD e scaricando le colpe su un ristretto gruppo (“un piccolo gruppo” come è stato definito) di responsabili tecnici ed amministrativi, mentre Angela Merkel, per allontanare da sé e dal proprio governo qualsiasi ombra di sospetto o connivenza, ha promesso un’inchiesta rigorosa .\r\nFilm già visti ed ampiamente prevedibili, soprattutto da parte di chi sa che i motori che ci vengono presentati, quasi quotidianamente, come innovativi, non inquinanti e a basso consumo non sono altro che una continua riproduzione del vecchio motore a scoppio messo a punto, sul finire dell’Ottocento tra il 1876 e il 1892, da tre tecnici tedeschi (guarda caso la continuità): Otto, Benz e Diesel. Motori che sono cambiati da allora ben poco, mantenendo quasi intatte le loro caratteristiche di alto spreco energetico, elevati consumi, scarso rendimento ed elevate capacità di inquinamento.\r\nCiò che è cambiato fra gli anni ’80 del XIX secolo ed oggi, migliorando rendimento e prestazioni degli autoveicoli, sono le linee aerodinamiche, l’alleggerimento dei materiali e delle strutture portanti, freni, sospensioni e, conseguente, tenuta su strada. Il resto affonda le sue radici negli albori del mezzo di trasporto meno conveniente (e più diffuso) che sia mai stato messo a punto dalla tecnica umana. Si tratta di autentiche carrette, i cui attuali ed “evolutissimi” software non servono ad altro che a truccare i dati e a rendere schiavi dei concessionari gli acquirenti.\r\nQuesto ci può far immaginare che ciò che viene attualmente denunciato a carico della Volkswagen e di altre sue consociate (Audi e Skoda) potrebbe tranquillamente ricadere sulle spalle dell’intero comparto automobilistico mondiale (così come le paurose discese in borsa dei titoli automobilistici, anche non tedeschi, e il rifiuto inglese di varare nuovi tipi di controllo sui motori diesel farebbero pensare)1. Allora, perché tutto questo baccano? Tutte queste “pelose” denunce?\r\nForse il “green capitalism” ha deciso di puntare su un rinnovamento, su scala mondiale, del parco macchine destinato alle classi medio/alte? Forse che i prototipi attualmente circolanti e, guarda caso spesso di origine teutonica, di auto ibride (in a carburanti, in parte elettriche) diverranno il trend dominante nella produzione automobilistica planetaria, così come anche i cinesi cominciano a promettere? O si tratta, più prosaicamente ancora, di qualcosa d’altro?\r\n“Follow the money!” è la formula che funziona sempre e particolarmente in questo caso.\r\nNel 2014 a livello globale sono state prodotti 89,75 milioni di veicoli, il 2,6% in più rispetto al 2013. Di questi, 67,53 milioni erano automobili. La produzione di veicoli a motore nell’ultimo decennio è cresciuta del 34%. Ma, nel 2014, le vendite sono state inferiori alla produzione: sia complessiva (88,16 milioni) sia delle sole auto (64,96 milioni, comunque sempre quasi due milioni in più rispetto all’anno precedente).\r\nLa Cina si è confermata come il primo produttore al mondo a quota 19,9 milioni, mentre l’Asia da sola vale oltre la metà della produzione con più di 39 milioni di auto. Il Giappone supera gli 8,27 milioni, la Corea del Sud i 4,12, l’India i 3,16, l’Indonesia il milione e l’Iran, con un balzo del 46,8%, arriva a 926.000.2 La Germania è il terzo produttore globale dopo Cina e Giappone e naturalmente di gran lunga il primo del Vecchio Continente con 5,6 milioni di autoveicoli.\r\nL’Italia, con 401.317 vetture, è ormai tra i piccoli produttori. Sfornano più auto non solo Regno Unito e Francia, ma anche nazioni come Repubblica Ceca (trascinata dalla crescita di Skoda, altra industria indagata poiché appartenente al gruppo Volkswagen), Slovacchia, Polonia e Belgio. Mentre negli Stati Uniti la produzione copre appena il 55% della domanda, cioè 4,2 milioni a fronte di quasi 7,7 milioni di immatricolazioni. E a tutto ciò va aggiunto che nello stesso anno Toyota (10.230.000 veicoli venduti) è risultata essere al primo posto nella classifica delle vendite, mentre il gruppo Volkswagen (10.140.000) si è aggiudicato il secondo posto.\r\nVogliamo allora parlare di guerra, più ancora che di concorrenza commerciale ed industriale, su scala planetaria? “Guerra” perché, soprattutto nel caso della Germania, attaccare frontalmente, come si è fatto in questi giorni sui mercati e sui media internazionali, un settore fondamentale dell’industria tedesca significa non solo “fare concorrenza” ad un avversario commerciale, ma cercare di ridimensionare il ruolo politico ed economico della Germania in Europa e nel mondo. Il PIL della prima economia industriale d’Europa è il quarto al mondo dopo USA, Cina e Giappone e, nel 2011, l’export tedesco equivaleva al 50% dello stesso e al 7,7% dell’intero export mondiale.\r\nPotenza economica, industriale e scientifica troppo forte e grande per i suoi confini geografici e troppo piccola per il mondo, la Germania si trova ancora una volta a fare i conti con un potenziale produttivo ed economico (il suo) che spaventa, intimorisce ed incanaglisce i suoi più diretti concorrenti in Europa e su scala planetaria. Ai tempi del primo conflitto mondiale la produzione siderurgica tedesca superava quella di Francia e Gran Bretagna messe insieme, oggi quella dell’auto (prodotto di punta, ci piaccia o meno, dell’industria mondiale) domina la produzione occidentale di autoveicoli.\r\nChiusa tra le grandi pianure centro-europee ed asiatiche ad Oriente, il Mar Baltico e del Nord, le Alpi a sud e l’area renana ad ovest, sembra sempre costituire una sorta di nuovo Heartland3 europeo, sempre alla ricerca di espansione politica ed economica, sempre alla ricerca di un mai sopito lebensraum, di cui le esportazioni restano l’anima, la motivazione e il motore che la spingono a superare i propri limiti geografici, economici e politici.\r\nIn quest’area, compresa grosso modo tra l’asse renano ad ovest (il territorio industriale che si sviluppa dalle Alpi svizzere fino al porto di Rotterdam) e l’asse padano a sud (la pianura padana nella sua interezza), vi era all’inizio degli anni ’90 del XX secolo, una delle più grandi concentrazioni di aree urbane e di investimenti capitalistici del mondo. Si fa riferimento agli anni ’90 poiché in quel momento avviene la riunificazione della Germani dell’Ovest con la Germania dell’Est (ottobre 1990) che spingerà, da un lato, verso un maggiore accentramento in chiave tedesca del capitalismo europeo e, dall’altro, ad un risorgere della conflittualità e dello scontro militare sul territorio europeo (le guerre balcaniche che avranno inizio nella primavera-estate del 1991).\r\nLe sei regioni urbane di Londra, Parigi, Anversa-Bruxelles, Ramstadt-Holland, Colonia-Ruhr e Milano costituivano allora i vertici dell’organizzazione territoriale europea con 51 milioni di abitanti e una estensione di 53.000 chilometri quadrati (quasi 1000 abitanti per kmq). Il resto di quell’area forte era costituito da un tessuto connettivo di metropoli minori, regioni di industria diffusa, zone di agricoltura intensiva e zone turistiche con 135 milioni di abitanti.\r\nNelle regioni urbane d’Europa si arrivava ad una concentrazione, dal punto di vista della densità economica,4 di 21 milioni e 200mila dollari per chilometro quadrato, mentre nelle regioni di area a forte tessuto connettivo (meno densamente popolate) si arrivava a 3 milioni e 200mila dollari per kmq. In quello stesso periodo nell’area corrispondente degli Stati Uniti 5 si arrivava nelle grandi regioni urbane ad una densità economica media di 11 milioni e 600mila dollari per kmq e nelle aree forti a tessuto connettivo a 1 milione e 700mila dollari, sempre per kmq.\r\nIn quegli stessi anni l’Europa si classificava al primo posto per la ricchezza prodotta con una media di 6818 miliardi di dollari annui contro i 5900 del Nord America e i 4136 dell’Asia Orientale. Nello stesso tempo l’Europa rappresentava il massimo polo commerciale con ii 28% delle esportazioni mondiali, contro il 20% dell’Area del Pacifico (Giappone, Asia del Sud-Est e Australia) e il 15,5% del Nord America.6\r\nOra, anche se la crisi degli ultimi anni e lo sviluppo cinese hanno fatto sì che rimanessero molti “morti” sul campo di battaglia e che una parte di quel “tesoro” andasse al macero,7 certo è che ci si trovava e, probabilmente, ci si trova tutt’ora, dal punto di vista della ricchezza concentrata, in uno dei cuori del capitalismo mondiale. L’unica area che all’epoca superava la densità economica europea era quella di Tokio-Osaka, dove si arrivava a 39 milioni per chilometro quadrato. Ma questa è un area molto più ridotta, un po’ come se per gli Stati Uniti si prendesse in considerazione la sola New York dove la densità raggiungeva, sempre all’epoca, i 100 milioni di dollari per kmq. Mentre l’attuale “crisi” cinese dimostra, forse, che l’Area del Pacifico o i Brics non sono ancora riusciti a sostituire l’Europa nella capacità di assorbimento delle merci.\r\nUna certa parte di quella ricchezza, negli ultimi 7 – 8 anni è sicuramente transitata di mano e, in particolare, in Europa una parte è passata dalle mani dei privati cittadini alle banche attraverso le politiche di taglio e riduzione della spesa pubblica e del debito oppure grazie all’esplodere dell’autentica bolla speculativa rappresentata dal mercato (gonfiato precedentemente a dismisura) immobiliare, ma certo decidere chi debba organizzare, ristrutturare e re-indirizzare quella ricchezza non è mai stata, tanto meno ora, cosa da poco. Soprattutto, come affermo da tempo proprio qui su Carmilla,8 nella competizione tra imperialismi finanziari e non.\r\nDovrebbe risultare chiaro quindi, anche al lettore distratto, che lo scontro in atto da tempo in Europa riguarda proprio due differenti concezioni dell’utilizzo del capitale della manodopera, unite soltanto dalla comune volontà di soffocare e ridurre al silenzio qualsiasi tentativo di migliorare o anche solo salvaguardare i diritti dei lavoratori e le loro rappresentanze politiche o sindacali (ammesso e non concesso che esistano ancora) oppure di recuperare violentemente i risparmi di milioni di cittadini non “adeguatamente” messi a profitto.\r\nDue modalità cui si è accennato già nella prima puntata di questa serie di articoli: una più disinibita, per così dire, e più avvoltoiesca nel colpire, spostare, re-indirizzare e reinvestire anche con grandi rischi i capitali presenti nelle banche, nelle tasche dei cittadini oppure investiti precedentemente nella spesa pubblica e nello Stato sociale, per affrettare i tempi di rotazione degli stessi cercando di passare sempre meno attraverso l’investimento industriale diretto. Il modello finanziario anglo-americano per intenderci.\r\nL’altra, più ferrea e determinata nel sua volontà di controllo, ma più “vecchia” nella forma (la sostanza non cambia poiché si tratta di incrementare convenientemente il capitale investito o riutilizzato) che attraverso il controllo delle banche, del mercato del lavoro e delle leggi che lo regolamentano e della spesa pubblica cerca di rilanciare costantemente la produzione e il consumo delle merci, impadronendosi di aziende,9 occupando spazi di mercato e, talvolta, giocando sui prestiti come strumento per incrementare le esportazioni verso paesi “debitori”.\r\nE questo potrebbe spiegare anche la diversità di strategie tra Germania e Fondo Monetario Internazionale, per esempio nei confronti della Grecia: mentre il secondo gioca essnzialmente sul debito pubblico e sui titoli pubblici come fonte di rendita-capestro di carattere finaziario e può transigere su un allungamento dei tempi di rientro dei prestiti (semplificando: più a lungo i debitori pagano gli interessi sul prestito, anche se bassi , meglio è), la prima tende a voler recuperare un prestito che se non è utilizzato per finanziare produzione e commercio è ai suoi occhi sostanzialmente inutile e pernicioso.\r\nDa qui lo scontro con Draghi della Banca centrale tedesco e l’autoritarismo di Wolfang Schäuble, il Ministro delle finanze di questo secondo governo Merkel. Ma da qui anche l’attacco alle esportazioni tedesche, vera anima del capitalismo prussiano, attraverso l’attacco al gruppo Volkswagen. Di cui si è fatto simbolicamente protagonista anche Papa Francesco attraverso l’uso, tutt’altro che umile e dimesso, di una 500L prodotta dal gruppo Fiat – Chrysler, durante il recente viaggio negli Stati Uniti. Quel FCA Group che sembra essere un po’ il capofila dell’attacco alla Germania, mentre la crisi dei trattati di Maastricht, dell’euro e dell’Unione Europea stanno aprendo le porte a nuovi conflitti su chi debba comandare in questa parte del mondo.\r\nNOTE\r\n\r\n\r\n\t\r\nSi veda a tal proposito l’articolo comparso su Repubblica in data 29 settembre 2015 ”http://www.repubblica.it/economia/2015/09/29/news/european_federation_for_transport_and_environment_aisbl-123861973/?ref=HRER1-1″\r\n\r\n\t\r\nDati tratti da Mattia Eccheli, Produzione auto 2014, il nuovo record. Ecco come cambia il mappamondo industriale, il Fatto Quotidiano 15 aprile 2015\r\n\r\n\t\r\nSi veda la prima puntata di Vae Victis Germania, Sulla loro pelle, Carmillaonline del 16 settembre 2015\r\n\r\n\t\r\nIl gradiente di intensità economica mette in relazione il reddito pro-capite per abitante con la densità di popolazione di una certa area e le aree non sono costituite da “nazioni”, ma da regioni particolari di un continente o di un singolo stato. Possiamo così andare da meno di 100 dollari per kmq nelle regioni più povere o meno popolate (1 abitante per kmq) fino a più di 100 milioni di dollari per kmq nelle grandi regioni urbane egemoni\r\n\r\n\t\r\nCosta Atlantica, Valle dell’Ohio, Grandi Laghi e Florida: il 13% del territori statunitense sul quale si addensava il 58% della popolazione ei 2/3 delle attività industriali e terziarie\r\n\r\n\t\r\nTutti i dati economico-geografici fin qui esposti sono stati tratti o dedotti, nel corso di ricerche condotte negli anni ’90, dalle opere di Roberto Mainardi, allora docente di Geografia umana presso la Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano e Geografia economica all’Istituto per la formazione al giornalismo della Regione Lombardia: L’Europa germanica. Una prospettiva geopolitica, La Nuova Italia Scientifica 1992; Geografia regionale, La Nuova Italia Scientifica 1994; Geografia generale, la Nuova Italia Scientifica 1995; L’Italia delle regioni. Il Nord e la Padania, Bruno Mondadori 1998\r\n\r\n\t\r\nCome ben dimostrano le ”macerie“ ambientali, ideologiche, architettoniche ed industriali di una larga parte della Pianura Padana, così come è ben documentato nel magnifico Atlante dei classici padani di Filippo Minelli e Emanuele Galesi, Krisis Publishing, Brescia 2015 ( di prossima recensione su Carmillaonline)\r\n\r\n\t\r\nAd esempio in Bollicine, Carmillaonline del 21 novembre 2011\r\n\r\n\t\r\nNon è certo un caso che sia stato proprio il capitale tedesco ad impadronirsi di una parte significativa di “gioielli” dismessi dell’industria italiana. Non a caso dal 2010 a oggi il 55% delle circa 50 operazioni “Germania su Italia” ha riguardato il settore industriale.","14 Ottobre 2015","2015-10-16 12:03:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/papa-car-wars-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"256\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/papa-car-wars.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Che cosa nasconde lo scandalo Volkswagen?",1444867113,[241,242,243,244,245],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/guerra-commerciale/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/volkswagen/",[247,248,28,249,22],"crisi","germania","Stati Uniti",{"post_content":251},{"matched_tokens":252,"snippet":253,"value":254},[70,71],"spesso di origine teutonica, di \u003Cmark>auto\u003C/mark> ibride (in a carburanti, in parte \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>) diverranno il trend dominante nella","Qualche settimana fa i titoli dei Tg, i portali di informazione on-line e le prime pagine dei quotidiani aprivano con la grande notizia della scoperta statunitense dell truffa operata dalla Volkswagen ai danni di centinaia di migliaia (forse milioni) di clienti sul suolo statunitense cui sarebbe stato venduto un motore diesel molto più inquinante dell'annunciato e delle regole che ne permettono la vendita. L'America si scopre infine ecologista (mentre Obama inizia le trivellazioni in Alaska) .\r\nI più accorti han subito sospettato che sotto sotto ci fosse qualcosa di ben più consistente, visto che il target dello scandalo annunciato (scoperta dell'acqua calda per la magguiornaza degli addetti ai lavori) era una delle più grandi produttrici di \u003Cmark>auto\u003C/mark> al mondo. Parlare dello scandalo Volkswagen vuol allora dire parlare della guerra commerciale in atto (e forse qualcosa di più) in atto tra stati Uniti e l'Europa a guida tedesca.\r\nNe abbiamo parlato con Sandro Moiso autore di numerosi articoli (qui una raccolta) sul portale Carmilla online e che recentemente si è soffermato su questa vicenda (vedi infra)\r\n\r\nmoiso_wolkswagen\r\nVae Victis Germania / 2: Car Wars\r\ndi Sandro Moiso (http://www.carmillaonline.com)\r\n\r\nQuando l’unica nazione occidentale a non aver ratificato il protocollo di Kyoto sul riscaldamento ambientale denuncia con tanta veemenza i danni per la salute e l’ambiente derivanti dal mancato (e truffaldino) rispetto dei regolamenti USA sull’emissione di gas da parte dei veicoli circolanti c’è da porsi più di una domanda. Si sta parlando, evidentemente, dell’enorme tegola caduta sulla testa di una delle più importanti industrie automobilistiche mondiali, la Volkswagen, dopo la scoperta del raffinatissimo trucco messo in atto da quella azienda per beffare i controlli sugli scarichi delle \u003Cmark>auto\u003C/mark> diesel negli Stati Uniti e in Europa.\r\nLo scandalo si è rapidamente propagato nei paesi dell’Unione Europea e tocca, attualmente, la bellezza di 11 milioni di veicoli circolanti. La ditta tedesca ha reagito sostituendo l’AD e scaricando le colpe su un ristretto gruppo (“un piccolo gruppo” come è stato definito) di responsabili tecnici ed amministrativi, mentre Angela Merkel, per allontanare da sé e dal proprio governo qualsiasi ombra di sospetto o connivenza, ha promesso un’inchiesta rigorosa .\r\nFilm già visti ed ampiamente prevedibili, soprattutto da parte di chi sa che i motori che ci vengono presentati, quasi quotidianamente, come innovativi, non inquinanti e a basso consumo non sono altro che una continua riproduzione del vecchio motore a scoppio messo a punto, sul finire dell’Ottocento tra il 1876 e il 1892, da tre tecnici tedeschi (guarda caso la continuità): Otto, Benz e Diesel. Motori che sono cambiati da allora ben poco, mantenendo quasi intatte le loro caratteristiche di alto spreco energetico, elevati consumi, scarso rendimento ed elevate capacità di inquinamento.\r\nCiò che è cambiato fra gli anni ’80 del XIX secolo ed oggi, migliorando rendimento e prestazioni degli autoveicoli, sono le linee aerodinamiche, l’alleggerimento dei materiali e delle strutture portanti, freni, sospensioni e, conseguente, tenuta su strada. Il resto affonda le sue radici negli albori del mezzo di trasporto meno conveniente (e più diffuso) che sia mai stato messo a punto dalla tecnica umana. Si tratta di autentiche carrette, i cui attuali ed “evolutissimi” software non servono ad altro che a truccare i dati e a rendere schiavi dei concessionari gli acquirenti.\r\nQuesto ci può far immaginare che ciò che viene attualmente denunciato a carico della Volkswagen e di altre sue consociate (Audi e Skoda) potrebbe tranquillamente ricadere sulle spalle dell’intero comparto automobilistico mondiale (così come le paurose discese in borsa dei titoli automobilistici, anche non tedeschi, e il rifiuto inglese di varare nuovi tipi di controllo sui motori diesel farebbero pensare)1. Allora, perché tutto questo baccano? Tutte queste “pelose” denunce?\r\nForse il “green capitalism” ha deciso di puntare su un rinnovamento, su scala mondiale, del parco macchine destinato alle classi medio/alte? Forse che i prototipi attualmente circolanti e, guarda caso spesso di origine teutonica, di \u003Cmark>auto\u003C/mark> ibride (in a carburanti, in parte \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>) diverranno il trend dominante nella produzione automobilistica planetaria, così come anche i cinesi cominciano a promettere? O si tratta, più prosaicamente ancora, di qualcosa d’altro?\r\n“Follow the money!” è la formula che funziona sempre e particolarmente in questo caso.\r\nNel 2014 a livello globale sono state prodotti 89,75 milioni di veicoli, il 2,6% in più rispetto al 2013. Di questi, 67,53 milioni erano automobili. La produzione di veicoli a motore nell’ultimo decennio è cresciuta del 34%. Ma, nel 2014, le vendite sono state inferiori alla produzione: sia complessiva (88,16 milioni) sia delle sole \u003Cmark>auto\u003C/mark> (64,96 milioni, comunque sempre quasi due milioni in più rispetto all’anno precedente).\r\nLa Cina si è confermata come il primo produttore al mondo a quota 19,9 milioni, mentre l’Asia da sola vale oltre la metà della produzione con più di 39 milioni di \u003Cmark>auto\u003C/mark>. Il Giappone supera gli 8,27 milioni, la Corea del Sud i 4,12, l’India i 3,16, l’Indonesia il milione e l’Iran, con un balzo del 46,8%, arriva a 926.000.2 La Germania è il terzo produttore globale dopo Cina e Giappone e naturalmente di gran lunga il primo del Vecchio Continente con 5,6 milioni di autoveicoli.\r\nL’Italia, con 401.317 vetture, è ormai tra i piccoli produttori. Sfornano più \u003Cmark>auto\u003C/mark> non solo Regno Unito e Francia, ma anche nazioni come Repubblica Ceca (trascinata dalla crescita di Skoda, altra industria indagata poiché appartenente al gruppo Volkswagen), Slovacchia, Polonia e Belgio. Mentre negli Stati Uniti la produzione copre appena il 55% della domanda, cioè 4,2 milioni a fronte di quasi 7,7 milioni di immatricolazioni. E a tutto ciò va aggiunto che nello stesso anno Toyota (10.230.000 veicoli venduti) è risultata essere al primo posto nella classifica delle vendite, mentre il gruppo Volkswagen (10.140.000) si è aggiudicato il secondo posto.\r\nVogliamo allora parlare di guerra, più ancora che di concorrenza commerciale ed industriale, su scala planetaria? “Guerra” perché, soprattutto nel caso della Germania, attaccare frontalmente, come si è fatto in questi giorni sui mercati e sui media internazionali, un settore fondamentale dell’industria tedesca significa non solo “fare concorrenza” ad un avversario commerciale, ma cercare di ridimensionare il ruolo politico ed economico della Germania in Europa e nel mondo. Il PIL della prima economia industriale d’Europa è il quarto al mondo dopo USA, Cina e Giappone e, nel 2011, l’export tedesco equivaleva al 50% dello stesso e al 7,7% dell’intero export mondiale.\r\nPotenza economica, industriale e scientifica troppo forte e grande per i suoi confini geografici e troppo piccola per il mondo, la Germania si trova ancora una volta a fare i conti con un potenziale produttivo ed economico (il suo) che spaventa, intimorisce ed incanaglisce i suoi più diretti concorrenti in Europa e su scala planetaria. Ai tempi del primo conflitto mondiale la produzione siderurgica tedesca superava quella di Francia e Gran Bretagna messe insieme, oggi quella dell’auto (prodotto di punta, ci piaccia o meno, dell’industria mondiale) domina la produzione occidentale di autoveicoli.\r\nChiusa tra le grandi pianure centro-europee ed asiatiche ad Oriente, il Mar Baltico e del Nord, le Alpi a sud e l’area renana ad ovest, sembra sempre costituire una sorta di nuovo Heartland3 europeo, sempre alla ricerca di espansione politica ed economica, sempre alla ricerca di un mai sopito lebensraum, di cui le esportazioni restano l’anima, la motivazione e il motore che la spingono a superare i propri limiti geografici, economici e politici.\r\nIn quest’area, compresa grosso modo tra l’asse renano ad ovest (il territorio industriale che si sviluppa dalle Alpi svizzere fino al porto di Rotterdam) e l’asse padano a sud (la pianura padana nella sua interezza), vi era all’inizio degli anni ’90 del XX secolo, una delle più grandi concentrazioni di aree urbane e di investimenti capitalistici del mondo. Si fa riferimento agli anni ’90 poiché in quel momento avviene la riunificazione della Germani dell’Ovest con la Germania dell’Est (ottobre 1990) che spingerà, da un lato, verso un maggiore accentramento in chiave tedesca del capitalismo europeo e, dall’altro, ad un risorgere della conflittualità e dello scontro militare sul territorio europeo (le guerre balcaniche che avranno inizio nella primavera-estate del 1991).\r\nLe sei regioni urbane di Londra, Parigi, Anversa-Bruxelles, Ramstadt-Holland, Colonia-Ruhr e Milano costituivano allora i vertici dell’organizzazione territoriale europea con 51 milioni di abitanti e una estensione di 53.000 chilometri quadrati (quasi 1000 abitanti per kmq). Il resto di quell’area forte era costituito da un tessuto connettivo di metropoli minori, regioni di industria diffusa, zone di agricoltura intensiva e zone turistiche con 135 milioni di abitanti.\r\nNelle regioni urbane d’Europa si arrivava ad una concentrazione, dal punto di vista della densità economica,4 di 21 milioni e 200mila dollari per chilometro quadrato, mentre nelle regioni di area a forte tessuto connettivo (meno densamente popolate) si arrivava a 3 milioni e 200mila dollari per kmq. In quello stesso periodo nell’area corrispondente degli Stati Uniti 5 si arrivava nelle grandi regioni urbane ad una densità economica media di 11 milioni e 600mila dollari per kmq e nelle aree forti a tessuto connettivo a 1 milione e 700mila dollari, sempre per kmq.\r\nIn quegli stessi anni l’Europa si classificava al primo posto per la ricchezza prodotta con una media di 6818 miliardi di dollari annui contro i 5900 del Nord America e i 4136 dell’Asia Orientale. Nello stesso tempo l’Europa rappresentava il massimo polo commerciale con ii 28% delle esportazioni mondiali, contro il 20% dell’Area del Pacifico (Giappone, Asia del Sud-Est e Australia) e il 15,5% del Nord America.6\r\nOra, anche se la crisi degli ultimi anni e lo sviluppo cinese hanno fatto sì che rimanessero molti “morti” sul campo di battaglia e che una parte di quel “tesoro” andasse al macero,7 certo è che ci si trovava e, probabilmente, ci si trova tutt’ora, dal punto di vista della ricchezza concentrata, in uno dei cuori del capitalismo mondiale. L’unica area che all’epoca superava la densità economica europea era quella di Tokio-Osaka, dove si arrivava a 39 milioni per chilometro quadrato. Ma questa è un area molto più ridotta, un po’ come se per gli Stati Uniti si prendesse in considerazione la sola New York dove la densità raggiungeva, sempre all’epoca, i 100 milioni di dollari per kmq. Mentre l’attuale “crisi” cinese dimostra, forse, che l’Area del Pacifico o i Brics non sono ancora riusciti a sostituire l’Europa nella capacità di assorbimento delle merci.\r\nUna certa parte di quella ricchezza, negli ultimi 7 – 8 anni è sicuramente transitata di mano e, in particolare, in Europa una parte è passata dalle mani dei privati cittadini alle banche attraverso le politiche di taglio e riduzione della spesa pubblica e del debito oppure grazie all’esplodere dell’autentica bolla speculativa rappresentata dal mercato (gonfiato precedentemente a dismisura) immobiliare, ma certo decidere chi debba organizzare, ristrutturare e re-indirizzare quella ricchezza non è mai stata, tanto meno ora, cosa da poco. Soprattutto, come affermo da tempo proprio qui su Carmilla,8 nella competizione tra imperialismi finanziari e non.\r\nDovrebbe risultare chiaro quindi, anche al lettore distratto, che lo scontro in atto da tempo in Europa riguarda proprio due differenti concezioni dell’utilizzo del capitale della manodopera, unite soltanto dalla comune volontà di soffocare e ridurre al silenzio qualsiasi tentativo di migliorare o anche solo salvaguardare i diritti dei lavoratori e le loro rappresentanze politiche o sindacali (ammesso e non concesso che esistano ancora) oppure di recuperare violentemente i risparmi di milioni di cittadini non “adeguatamente” messi a profitto.\r\nDue modalità cui si è accennato già nella prima puntata di questa serie di articoli: una più disinibita, per così dire, e più avvoltoiesca nel colpire, spostare, re-indirizzare e reinvestire anche con grandi rischi i capitali presenti nelle banche, nelle tasche dei cittadini oppure investiti precedentemente nella spesa pubblica e nello Stato sociale, per affrettare i tempi di rotazione degli stessi cercando di passare sempre meno attraverso l’investimento industriale diretto. Il modello finanziario anglo-americano per intenderci.\r\nL’altra, più ferrea e determinata nel sua volontà di controllo, ma più “vecchia” nella forma (la sostanza non cambia poiché si tratta di incrementare convenientemente il capitale investito o riutilizzato) che attraverso il controllo delle banche, del mercato del lavoro e delle leggi che lo regolamentano e della spesa pubblica cerca di rilanciare costantemente la produzione e il consumo delle merci, impadronendosi di aziende,9 occupando spazi di mercato e, talvolta, giocando sui prestiti come strumento per incrementare le esportazioni verso paesi “debitori”.\r\nE questo potrebbe spiegare anche la diversità di strategie tra Germania e Fondo Monetario Internazionale, per esempio nei confronti della Grecia: mentre il secondo gioca essnzialmente sul debito pubblico e sui titoli pubblici come fonte di rendita-capestro di carattere finaziario e può transigere su un allungamento dei tempi di rientro dei prestiti (semplificando: più a lungo i debitori pagano gli interessi sul prestito, anche se bassi , meglio è), la prima tende a voler recuperare un prestito che se non è utilizzato per finanziare produzione e commercio è ai suoi occhi sostanzialmente inutile e pernicioso.\r\nDa qui lo scontro con Draghi della Banca centrale tedesco e l’autoritarismo di Wolfang Schäuble, il Ministro delle finanze di questo secondo governo Merkel. Ma da qui anche l’attacco alle esportazioni tedesche, vera anima del capitalismo prussiano, attraverso l’attacco al gruppo Volkswagen. Di cui si è fatto simbolicamente protagonista anche Papa Francesco attraverso l’uso, tutt’altro che umile e dimesso, di una 500L prodotta dal gruppo Fiat – Chrysler, durante il recente viaggio negli Stati Uniti. Quel FCA Group che sembra essere un po’ il capofila dell’attacco alla Germania, mentre la crisi dei trattati di Maastricht, dell’euro e dell’Unione Europea stanno aprendo le porte a nuovi conflitti su chi debba comandare in questa parte del mondo.\r\nNOTE\r\n\r\n\r\n\t\r\nSi veda a tal proposito l’articolo comparso su Repubblica in data 29 settembre 2015 ”http://www.repubblica.it/economia/2015/09/29/news/european_federation_for_transport_and_environment_aisbl-123861973/?ref=HRER1-1″\r\n\r\n\t\r\nDati tratti da Mattia Eccheli, Produzione \u003Cmark>auto\u003C/mark> 2014, il nuovo record. Ecco come cambia il mappamondo industriale, il Fatto Quotidiano 15 aprile 2015\r\n\r\n\t\r\nSi veda la prima puntata di Vae Victis Germania, Sulla loro pelle, Carmillaonline del 16 settembre 2015\r\n\r\n\t\r\nIl gradiente di intensità economica mette in relazione il reddito pro-capite per abitante con la densità di popolazione di una certa area e le aree non sono costituite da “nazioni”, ma da regioni particolari di un continente o di un singolo stato. Possiamo così andare da meno di 100 dollari per kmq nelle regioni più povere o meno popolate (1 abitante per kmq) fino a più di 100 milioni di dollari per kmq nelle grandi regioni urbane egemoni\r\n\r\n\t\r\nCosta Atlantica, Valle dell’Ohio, Grandi Laghi e Florida: il 13% del territori statunitense sul quale si addensava il 58% della popolazione ei 2/3 delle attività industriali e terziarie\r\n\r\n\t\r\nTutti i dati economico-geografici fin qui esposti sono stati tratti o dedotti, nel corso di ricerche condotte negli anni ’90, dalle opere di Roberto Mainardi, allora docente di Geografia umana presso la Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano e Geografia economica all’Istituto per la formazione al giornalismo della Regione Lombardia: L’Europa germanica. Una prospettiva geopolitica, La Nuova Italia Scientifica 1992; Geografia regionale, La Nuova Italia Scientifica 1994; Geografia generale, la Nuova Italia Scientifica 1995; L’Italia delle regioni. Il Nord e la Padania, Bruno Mondadori 1998\r\n\r\n\t\r\nCome ben dimostrano le ”macerie“ ambientali, ideologiche, architettoniche ed industriali di una larga parte della Pianura Padana, così come è ben documentato nel magnifico Atlante dei classici padani di Filippo Minelli e Emanuele Galesi, Krisis Publishing, Brescia 2015 ( di prossima recensione su Carmillaonline)\r\n\r\n\t\r\nAd esempio in Bollicine, Carmillaonline del 21 novembre 2011\r\n\r\n\t\r\nNon è certo un caso che sia stato proprio il capitale tedesco ad impadronirsi di una parte significativa di “gioielli” dismessi dell’industria italiana. Non a caso dal 2010 a oggi il 55% delle circa 50 operazioni “Germania su Italia” ha riguardato il settore industriale.",[256],{"field":91,"matched_tokens":257,"snippet":253,"value":254},[70,71],1157451470635794400,{"best_field_score":260,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":261,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897475072","1157451470635794545",{"document":263,"highlight":284,"highlights":290,"text_match":293,"text_match_info":294},{"cat_link":264,"category":265,"comment_count":47,"id":266,"is_sticky":47,"permalink":267,"post_author":50,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":270,"post_id":266,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_thumbnail_html":273,"post_title":274,"post_type":58,"sort_by_date":275,"tag_links":276,"tags":280},[44],[46],"90786","http://radioblackout.org/2024/07/bolivia-fra-crisi-economica-fratture-interne-al-m-as-e-appetiti-delle-multinazionali-sul-litio-sinserisce-il-tentato-golpe/","Il tentativo di golpe del generale Zuniga s'inserisce in un quadro estermamente complesso della situazione boliviana,con una crisi economica che sta falcidiando il potere di acquisto delle classi medie che hanno beneficiato della crescita economica garantita dai governi precedenti ,una mancanza di valuta estera che spinge alla dollarizzazione dell'economia e la scarsità di carburante. A questo si aggiunge lo scontro interno al partito del M.A.S. fra Evo Morales che si è ricandidato per le presidenziali del 2025 nonostante il parere negativo della corte costituzionale di La Paz e il presidente Arce ex ministro dell'economia del presidente Morales ed ora suo acerrimo rivale . Infine ci sono le attenzioni delle grandi multinazionali sulle ricchezze di litio ,minerale strategico per le batterie delle auto elettriche,che in combutta con la vecchia oligarchia della Sierra hanno orchestrato il golpe contro Morales del 2019.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna giornalista free lance esperto di America Latina.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/info-01072024-BOLIVIA.mp3\"][/audio]","1 Luglio 2024","Golpe in Bolivia .","2024-07-01 13:04:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BOLIVIA-GOLPE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BOLIVIA-GOLPE-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BOLIVIA-GOLPE-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BOLIVIA-GOLPE.jpg 474w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","BOLIVIA FRA CRISI ECONOMICA ,FRATTURE INTERNE AL M.AS. E APPETITI DELLE MULTINAZIONALI SUL LITIO S'INSERISCE IL TENTATO GOLPE .",1719838904,[277,278,176,279],"http://radioblackout.org/tag/bolivia/","http://radioblackout.org/tag/golpe/","http://radioblackout.org/tag/morales/",[281,282,15,283],"bolivia","golpe","morales",{"post_content":285},{"matched_tokens":286,"snippet":288,"value":289},[287,71],"auto ","strategico per le batterie delle \u003Cmark>auto \u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>,che in combutta con la vecchia","Il tentativo di golpe del generale Zuniga s'inserisce in un quadro estermamente complesso della situazione boliviana,con una crisi economica che sta falcidiando il potere di acquisto delle classi medie che hanno beneficiato della crescita economica garantita dai governi precedenti ,una mancanza di valuta estera che spinge alla dollarizzazione dell'economia e la scarsità di carburante. A questo si aggiunge lo scontro interno al partito del M.A.S. fra Evo Morales che si è ricandidato per le presidenziali del 2025 nonostante il parere negativo della corte costituzionale di La Paz e il presidente Arce ex ministro dell'economia del presidente Morales ed ora suo acerrimo rivale . Infine ci sono le attenzioni delle grandi multinazionali sulle ricchezze di litio ,minerale strategico per le batterie delle \u003Cmark>auto \u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>,che in combutta con la vecchia oligarchia della Sierra hanno orchestrato il golpe contro Morales del 2019.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna giornalista free lance esperto di America Latina.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/info-01072024-BOLIVIA.mp3\"][/audio]",[291],{"field":91,"matched_tokens":292,"snippet":288,"value":289},[287,71],1157451437081362400,{"best_field_score":295,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":296,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":17},"2211881091072","1157451437081362545",6646,{"collection_name":58,"first_q":26,"per_page":39,"q":26},{"facet_counts":300,"found":335,"hits":336,"out_of":473,"page":17,"request_params":474,"search_cutoff":36,"search_time_ms":311},[301,312],{"counts":302,"field_name":309,"sampled":36,"stats":310},[303,305,307],{"count":14,"highlighted":304,"value":304},"I Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":306,"value":306},"anarres",{"count":17,"highlighted":308,"value":308},"frittura mista","podcastfilter",{"total_values":311},3,{"counts":313,"field_name":35,"sampled":36,"stats":333},[314,316,318,320,322,324,325,327,329,331],{"count":14,"highlighted":315,"value":315},"BastioniOrione",{"count":17,"highlighted":317,"value":317},"no tav",{"count":17,"highlighted":319,"value":319},"2 giugno",{"count":17,"highlighted":321,"value":321},"frontiere",{"count":17,"highlighted":323,"value":323},"rosta avigliana",{"count":17,"highlighted":26,"value":26},{"count":17,"highlighted":326,"value":326},"antimilitarismo",{"count":17,"highlighted":328,"value":328},"morire sulla frontiera",{"count":17,"highlighted":330,"value":330},"cammino della speranza",{"count":17,"highlighted":332,"value":332},"libro bianco della difesa",{"total_values":334},11,4,[337,402,426,448],{"document":338,"highlight":359,"highlights":388,"text_match":93,"text_match_info":400},{"comment_count":47,"id":339,"is_sticky":47,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":306,"post_content":342,"post_date":343,"post_excerpt":53,"post_id":339,"post_modified":344,"post_thumbnail":345,"post_title":346,"post_type":347,"sort_by_date":348,"tag_links":349,"tags":358},"47872","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-25-maggio-morire-in-frontiera-solidarieta-a-ele-theo-bastien-no-tav-prospettive-e-limiti-di-una-lunga-lotta-auto-elettriche-una-vera-rivoluzione-il-libro-bianco-della-difesa/",[306],"Un nuovo viaggio sul pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 05 25 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nMorire sulla frontiera. La storia di Mamadou\r\n\r\nLa passeggiata per Bastien, Ele e Theo a San Salvario\r\n\r\nLa marcia No Tav da Avigliana a Rosta. Limiti e prospettive di una lunga lotta. I razzisti e populisti si stanno alleando per la spartizione delle poltrone: il movimento No Tav sarà capace di svincolarsi dall’abbraccio a Cinque Stelle o si chiuderà in una logica lobbista?\r\n\r\nAuto elettriche. Una vera rivoluzione? Ne abbiamo parlato con Marco Tafel, autore di un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova\r\n\r\nIl libro Bianco della Difesa. Il documento rappresenta lo strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione e la profonda trasformazione che il mondo militare sta vivendo e vivrà nel prossimo futuro. Si tratta di linee guida che non solo abbracciano tutto il complesso dell’apparato militare circoscrivendo i campi di intervento oggetto della ristrutturazione ma rappresenta - anche e soprattutto - la nuova immagine che il “militare” intende dare di se stesso. In poche parole è un vero e proprio documento politico-ideologico.\r\nCon l’analisi del documento programmatico pluriennale 2017 – 2019 rappresenta il cuore di una ricerca di Daniele Ratti e Francesco Ponticelli dell’Ateneo libertario di Milano. La ricerca verrà presentata al convegno antimilitarista del 16 giugno.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 maggio proiezione de “Il cammino della speranza” di Pietro Germi\r\nUna storia di miseria, emigrazione, mercanti di uomini, scioperi e guerra tra poveri, traversata delle Alpi dove l’inverno e le frontiere uccidono. Accadeva nel 1950 e la gente in viaggio aveva le nostre stesse facce.\r\nOre 20 aperitivo, ore 21 film. Alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 maggio volantinaggio e colazione antimilitarista al Balon. Dalle 10.\r\n\r\nSabato 2 giugno ore 16. Presidio antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello. Contro tutti gli eserciti, gli stati, le frontiere\r\n\r\nSabato 16 giugno a Milano convegno antimilitarista al circolo familiare di unità proletaria di viale Monza 140\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","29 Maggio 2018","2018-10-17 22:58:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/2018-05-22-manif-antimili-2-giugno-col-1-200x110.jpg","Anarres del 25 maggio. Morire in frontiera. Solidarietà a Ele, Theo, Bastien. No Tav: prospettive e limiti di una lunga lotta. Auto elettriche: una vera rivoluzione? Il Libro Bianco della difesa…","podcast",1527607445,[350,351,61,352,353,354,355,356,357],"http://radioblackout.org/tag/2-giugno/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/cammino-della-speranza/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/libro-bianco-della-difesa/","http://radioblackout.org/tag/morire-sulla-frontiera/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/rosta-avigliana/",[319,326,26,330,321,332,328,317,323],{"post_content":360,"post_title":365,"tags":369},{"matched_tokens":361,"snippet":363,"value":364},[362,71],"Auto","chiuderà in una logica lobbista?\r\n\r\n\u003Cmark>Auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>. Una vera rivoluzione? Ne abbiamo","Un nuovo viaggio sul pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 05 25 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nMorire sulla frontiera. La storia di Mamadou\r\n\r\nLa passeggiata per Bastien, Ele e Theo a San Salvario\r\n\r\nLa marcia No Tav da Avigliana a Rosta. Limiti e prospettive di una lunga lotta. I razzisti e populisti si stanno alleando per la spartizione delle poltrone: il movimento No Tav sarà capace di svincolarsi dall’abbraccio a Cinque Stelle o si chiuderà in una logica lobbista?\r\n\r\n\u003Cmark>Auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>. Una vera rivoluzione? Ne abbiamo parlato con Marco Tafel, autore di un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova\r\n\r\nIl libro Bianco della Difesa. Il documento rappresenta lo strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione e la profonda trasformazione che il mondo militare sta vivendo e vivrà nel prossimo futuro. Si tratta di linee guida che non solo abbracciano tutto il complesso dell’apparato militare circoscrivendo i campi di intervento oggetto della ristrutturazione ma rappresenta - anche e soprattutto - la nuova immagine che il “militare” intende dare di se stesso. In poche parole è un vero e proprio documento politico-ideologico.\r\nCon l’analisi del documento programmatico pluriennale 2017 – 2019 rappresenta il cuore di una ricerca di Daniele Ratti e Francesco Ponticelli dell’Ateneo libertario di Milano. La ricerca verrà presentata al convegno antimilitarista del 16 giugno.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 maggio proiezione de “Il cammino della speranza” di Pietro Germi\r\nUna storia di miseria, emigrazione, mercanti di uomini, scioperi e guerra tra poveri, traversata delle Alpi dove l’inverno e le frontiere uccidono. Accadeva nel 1950 e la gente in viaggio aveva le nostre stesse facce.\r\nOre 20 aperitivo, ore 21 film. Alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 maggio volantinaggio e colazione antimilitarista al Balon. Dalle 10.\r\n\r\nSabato 2 giugno ore 16. Presidio antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello. Contro tutti gli eserciti, gli stati, le frontiere\r\n\r\nSabato 16 giugno a Milano convegno antimilitarista al circolo familiare di unità proletaria di viale Monza 140\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[362,71],"limiti di una lunga lotta. \u003Cmark>Auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>: una vera rivoluzione? Il Libro","Anarres del 25 maggio. Morire in frontiera. Solidarietà a Ele, Theo, Bastien. No Tav: prospettive e limiti di una lunga lotta. \u003Cmark>Auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>: una vera rivoluzione? Il Libro Bianco della difesa…",[370,372,374,376,378,380,382,384,386],{"matched_tokens":371,"snippet":319,"value":319},[],{"matched_tokens":373,"snippet":326,"value":326},[],{"matched_tokens":375,"snippet":77,"value":77},[70,71],{"matched_tokens":377,"snippet":330,"value":330},[],{"matched_tokens":379,"snippet":321,"value":321},[],{"matched_tokens":381,"snippet":332,"value":332},[],{"matched_tokens":383,"snippet":328,"value":328},[],{"matched_tokens":385,"snippet":317,"value":317},[],{"matched_tokens":387,"snippet":323,"value":323},[],[389,395,398],{"field":35,"indices":390,"matched_tokens":391,"snippets":393,"values":394},[14],[392],[70,71],[77],[77],{"field":396,"matched_tokens":397,"snippet":367,"value":368},"post_title",[362,71],{"field":91,"matched_tokens":399,"snippet":363,"value":364},[362,71],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":311,"num_tokens_dropped":47,"score":401,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471441625195",{"document":403,"highlight":417,"highlights":422,"text_match":156,"text_match_info":425},{"comment_count":47,"id":404,"is_sticky":47,"permalink":405,"podcastfilter":406,"post_author":407,"post_content":408,"post_date":409,"post_excerpt":53,"post_id":404,"post_modified":410,"post_thumbnail":411,"post_title":412,"post_type":347,"sort_by_date":413,"tag_links":414,"tags":416},"89518","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-09-05-2024-germania-lalibi-dellolocausto-giustifica-la-repressione-contro-il-movimento-antisionista-xi-in-europa-guarda-a-belgrado-e-alla-competizione-globale-sui-nev-veic/",[304],"radiokalakuta","Bastioni di Orione incontra Erna,compagna italiana che vive e studia a Berlino ,con cui parliamo del clima di pesante repressione che si vive in Germania contro i movimenti pro Palestina e la criminalizzazione di qualunque espressione di anti sionismo e critica verso i crimini dello stato israeliano. La repressione si esprime anche con il controllo militare dei quartieri dove vivono abitanti di origine araba ,con veri e propri rastrellamenti e fermi arbitrari, l'adozione da parte della Germania della definizione di antisetimitismo della IHRA ( International Holocaust Remembrance Alliance) che identifica qualunque critica allo stato israeliano come manifestazione di antisemitismo ,porta ad eccessi paradossali come l'arresto per antisemitismo di militanti ebrei anti sionisti ,la censura verso scrittori ,artisti, musicisti e qualunque espressione di critica verso il genocidio. Esiste un sito chiamato \"Archivio del silenzio\" dove sono elencati tutti gli eventi artistici e culturali sospesi o vietati in Germania per sospetto antisemitismo. Si ragiona anche delle radici di questo atteggiamento frutto della responsabilità storica dell'olocausto ma anche dell'incapacità di affrontare i miti nazionalisti di cui si è nutrito il revanscismo tedesco e si fa riferimento anche alle performances artistiche di Ansem Kiefer ,sabotatore artistico di questa ideologia nazionalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/MGkXa__VB9E\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-090524-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files parliamo del viaggio di Xi Jingping in Europa e dei rapporti con la Serbia e l'Ungheria per il rafforzamento delle opere infrastrutturali in progetto . Apriamo una finestra sullo stato dell'economia cinese da una parte in rallentamento con il fardello della bolla immobiliare ma contemporaneamente alla ricerca dell'unificazione del mercato interno e la riqualificazione delle produzioni verso una qualità diversa . I nuovo tre ,come vengono definiti in Cina ,sono il volano della crescita cioè veicoli a nuova energia (NEV) ,batterie al litio e prodotti fotovoltaici . La catena del valore integrata di queste produzioni rende competitive le auto elettriche cinesi inquietando americani ed europei che parlano del pericolo della sovrapproduzione cinese. Guardiamo anche alle tensioni nel Pacifico con le Filippine per la contesa sulle isole Spratly territorio ricco di giacimenti petroliferi che si trovano nei suoi fondali, composto da una trentina di isolotti e una quarantina di atolli tutti di ridottissime dimensioni. È fondamentalmente inospitale, ma desta grande interesse da parte degli Stati del sud est asiatico per le sue risorse energetiche e per il suo interesse strategico ,in particolare tra le Filippine e la Cina.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-090524-SABRINA.mp3\"][/audio]","11 Maggio 2024","2024-05-11 16:39:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 09/05/2024 -GERMANIA L'ALIBI DELL'OLOCAUSTO GIUSTIFICA LA REPRESSIONE CONTRO IL MOVIMENTO ANTISIONISTA - XI IN EUROPA GUARDA A BELGRADO E ALLA COMPETIZIONE GLOBALE SUI NEV (VEICOLI A NUOVA ENERGIA).",1715445287,[415],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[315],{"post_content":418},{"matched_tokens":419,"snippet":420,"value":421},[70,71],"queste produzioni rende competitive le \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark> cinesi inquietando americani ed europei","Bastioni di Orione incontra Erna,compagna italiana che vive e studia a Berlino ,con cui parliamo del clima di pesante repressione che si vive in Germania contro i movimenti pro Palestina e la criminalizzazione di qualunque espressione di anti sionismo e critica verso i crimini dello stato israeliano. La repressione si esprime anche con il controllo militare dei quartieri dove vivono abitanti di origine araba ,con veri e propri rastrellamenti e fermi arbitrari, l'adozione da parte della Germania della definizione di antisetimitismo della IHRA ( International Holocaust Remembrance Alliance) che identifica qualunque critica allo stato israeliano come manifestazione di antisemitismo ,porta ad eccessi paradossali come l'arresto per antisemitismo di militanti ebrei anti sionisti ,la censura verso scrittori ,artisti, musicisti e qualunque espressione di critica verso il genocidio. Esiste un sito chiamato \"Archivio del silenzio\" dove sono elencati tutti gli eventi artistici e culturali sospesi o vietati in Germania per sospetto antisemitismo. Si ragiona anche delle radici di questo atteggiamento frutto della responsabilità storica dell'olocausto ma anche dell'incapacità di affrontare i miti nazionalisti di cui si è nutrito il revanscismo tedesco e si fa riferimento anche alle performances artistiche di Ansem Kiefer ,sabotatore artistico di questa ideologia nazionalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/MGkXa__VB9E\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-090524-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files parliamo del viaggio di Xi Jingping in Europa e dei rapporti con la Serbia e l'Ungheria per il rafforzamento delle opere infrastrutturali in progetto . Apriamo una finestra sullo stato dell'economia cinese da una parte in rallentamento con il fardello della bolla immobiliare ma contemporaneamente alla ricerca dell'unificazione del mercato interno e la riqualificazione delle produzioni verso una qualità diversa . I nuovo tre ,come vengono definiti in Cina ,sono il volano della crescita cioè veicoli a nuova energia (NEV) ,batterie al litio e prodotti fotovoltaici . La catena del valore integrata di queste produzioni rende competitive le \u003Cmark>auto\u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark> cinesi inquietando americani ed europei che parlano del pericolo della sovrapproduzione cinese. Guardiamo anche alle tensioni nel Pacifico con le Filippine per la contesa sulle isole Spratly territorio ricco di giacimenti petroliferi che si trovano nei suoi fondali, composto da una trentina di isolotti e una quarantina di atolli tutti di ridottissime dimensioni. È fondamentalmente inospitale, ma desta grande interesse da parte degli Stati del sud est asiatico per le sue risorse energetiche e per il suo interesse strategico ,in particolare tra le Filippine e la Cina.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-090524-SABRINA.mp3\"][/audio]",[423],{"field":91,"matched_tokens":424,"snippet":420,"value":421},[70,71],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":427,"highlight":439,"highlights":444,"text_match":156,"text_match_info":447},{"comment_count":47,"id":428,"is_sticky":47,"permalink":429,"podcastfilter":430,"post_author":407,"post_content":431,"post_date":432,"post_excerpt":53,"post_id":428,"post_modified":433,"post_thumbnail":434,"post_title":435,"post_type":347,"sort_by_date":436,"tag_links":437,"tags":438},"78985","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-15-12-2022-fusione-nucleare-verita-e-bugie-del-sogno-rasssicurante-dellenergia-infinita-peru-fra-golpe-e-rivolte-castillo-lennesimo-presidente-in-balia-delle-fratture-s/",[304],"Bastioni di Orione affronta in questa puntata il tema delle prospettive della fusione nucleare dopo l'annuncio mediatico della riuscita dell'esperimento di produzione di energia attraverso la fusione di atomi di idrogeno ,ne parliamo con Piergiorgio Pescali ricercatore scientifico e giornalista con il quale evidenziamo le contraddizioni di questo progetto presentato come la soluzione definitiva al problema della produzione di energia.\r\n\r\nSi evidenzia come si tratti di un primo passaggio e che la commercializzazione potrà avvenire forse dopo la metà del secolo ,che non è energia pulita perchè il procedimento della fusione produce comunque residui radioattivi che hanno tempi di decadimento di almeno 50 anni ,che ci sono aspetti assai problematici che riguardano i materiali da trattare in quanto la fusione avviene a temperature di milioni di gradi, la fusione necessita di materie prime come il deuterio e il trizio che non si trovano in natura ,anzi paradossalmente il trizio è un prodotto di scarto della fissione nucleare prodotto dai reattori ,oppure si produce dal litio ,altro elemento che si trova solo in alcune aree geografiche e che viene utilzzato anche per le batterie delle auto elettriche.\r\n\r\nEsistono anche problemi relativi alle dimensioni degli impianti ,la commistione con l'industria militare, la concorrenza fra Europa ,Usa e Cina ,la differente metodologia fra il confinamento magnetico usato in Europa e il confinamento inerziale del plasm a prodotto negli Stati uniti ,le implicazioni geopolitiche e la mole di investimenti pubblici e privati in questo progetto.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BASTIONI-FUSIONE-NUCLEARE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Batistessa giornalista che si occupa di Latinoamerica parliamo della situazione in Perù dopo la deposizione del presidente Castillo da parte del congresso ,gli scontri che si estendono nel paese fra polizia e sostenitori del presidente ,le ingenuità nella gestione della presidenza di Castillo e gli interessi consolidati dell'oligarchia peruviana che trovano rappresentazione proprio nel cogresso ,le prospettive delle sinistre latinoamericane in questa fase e il ruolo dell'esercito nella crisi peruviana.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BASTIONI-151222-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Dicembre 2022","2022-12-18 16:01:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 15/12/2022- FUSIONE NUCLEARE VERITA' E BUGIE DEL SOGNO RASSICURANTE DELL'ENERGIA INFINITA -PERU' FRA GOLPE E RIVOLTE ,CASTILLO L'ENNESIMO PRESIDENTE IN BALIA DELLE FRATTURE STORICHE DEL PAESE ANDINO.",1671379244,[415],[315],{"post_content":440},{"matched_tokens":441,"snippet":442,"value":443},[287,71],"anche per le batterie delle \u003Cmark>auto \u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>.\r\n\r\nEsistono anche problemi relativi alle","Bastioni di Orione affronta in questa puntata il tema delle prospettive della fusione nucleare dopo l'annuncio mediatico della riuscita dell'esperimento di produzione di energia attraverso la fusione di atomi di idrogeno ,ne parliamo con Piergiorgio Pescali ricercatore scientifico e giornalista con il quale evidenziamo le contraddizioni di questo progetto presentato come la soluzione definitiva al problema della produzione di energia.\r\n\r\nSi evidenzia come si tratti di un primo passaggio e che la commercializzazione potrà avvenire forse dopo la metà del secolo ,che non è energia pulita perchè il procedimento della fusione produce comunque residui radioattivi che hanno tempi di decadimento di almeno 50 anni ,che ci sono aspetti assai problematici che riguardano i materiali da trattare in quanto la fusione avviene a temperature di milioni di gradi, la fusione necessita di materie prime come il deuterio e il trizio che non si trovano in natura ,anzi paradossalmente il trizio è un prodotto di scarto della fissione nucleare prodotto dai reattori ,oppure si produce dal litio ,altro elemento che si trova solo in alcune aree geografiche e che viene utilzzato anche per le batterie delle \u003Cmark>auto \u003C/mark> \u003Cmark>elettriche\u003C/mark>.\r\n\r\nEsistono anche problemi relativi alle dimensioni degli impianti ,la commistione con l'industria militare, la concorrenza fra Europa ,Usa e Cina ,la differente metodologia fra il confinamento magnetico usato in Europa e il confinamento inerziale del plasm a prodotto negli Stati uniti ,le implicazioni geopolitiche e la mole di investimenti pubblici e privati in questo progetto.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BASTIONI-FUSIONE-NUCLEARE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Batistessa giornalista che si occupa di Latinoamerica parliamo della situazione in Perù dopo la deposizione del presidente Castillo da parte del congresso ,gli scontri che si estendono nel paese fra polizia e sostenitori del presidente ,le ingenuità nella gestione della presidenza di Castillo e gli interessi consolidati dell'oligarchia peruviana che trovano rappresentazione proprio nel cogresso ,le prospettive delle sinistre latinoamericane in questa fase e il ruolo dell'esercito nella crisi peruviana.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/BASTIONI-151222-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[445],{"field":91,"matched_tokens":446,"snippet":442,"value":443},[287,71],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":449,"highlight":464,"highlights":469,"text_match":293,"text_match_info":472},{"comment_count":47,"id":450,"is_sticky":47,"permalink":451,"podcastfilter":452,"post_author":453,"post_content":454,"post_date":455,"post_excerpt":53,"post_id":450,"post_modified":456,"post_thumbnail":457,"post_title":458,"post_type":347,"sort_by_date":459,"tag_links":460,"tags":462},"88688","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-04-2024/",[308],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Rossella Verteramo, delegata USB, sullo sciopero nazionale del lavoro sociale del 10/04/24. La mobilitazione segue di pochi giorni la sottoscrizione, da parte confederale,del rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, un accordo che lascia l'amaro in bocca a oltre 400.000 lavorator* impiegati nel settore socio-sanitario-assistenziale ed educativo. Domani 10 aprile ci sarà il corteo nazionale a Roma con partenza alle ore 11.00am da piazza santi apostoli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Rossella-USB-su-sciopero-nazionale-coop-sociali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mariateresa dell'associazione Lisangà sul convegno che si terrà a Chivasso il 14/04/24 su:\r\nLotte contadine di ieri e di oggi. Per la dignità e l'equità nella solidarietà. Al convegno si metteranno a confronto 3 casi/ 3 storie: Basilicata -Piemonte - El Salvador.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Maria-Teresa-associazione-Lisangà-su-evento-lotte-contadine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero di 8 ore del settore auto e corteo del 12/04/24 che partirà da piazza statuto alle ore 9.oo. I temi portati in piazza sono :\r\n\r\n- assegnazione di nuovi modelli di auto per rilanciare la\r\nproduzione/occupazione;\r\n- assunzione di giovani lavorator*\r\n- integrazione di produzione di componenti destinati ad auto\r\nelettriche/idrogeno\r\n- conferma del ruolo strategico territoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Michela-FIOM-su-sciopero-e-corteo-stellantis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Aprile 2024","2024-04-10 21:42:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/IMG-20240406-WA0000-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/04/2024",1712785351,[461],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[463],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":465},{"matched_tokens":466,"snippet":467,"value":468},[70,71],"produzione di componenti destinati ad \u003Cmark>auto\u003C/mark>\r\n\u003Cmark>elettriche\u003C/mark>/idrogeno\r\n- conferma del ruolo strategico territoriale.\r"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Rossella Verteramo, delegata USB, sullo sciopero nazionale del lavoro sociale del 10/04/24. La mobilitazione segue di pochi giorni la sottoscrizione, da parte confederale,del rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, un accordo che lascia l'amaro in bocca a oltre 400.000 lavorator* impiegati nel settore socio-sanitario-assistenziale ed educativo. Domani 10 aprile ci sarà il corteo nazionale a Roma con partenza alle ore 11.00am da piazza santi apostoli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Rossella-USB-su-sciopero-nazionale-coop-sociali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mariateresa dell'associazione Lisangà sul convegno che si terrà a Chivasso il 14/04/24 su:\r\nLotte contadine di ieri e di oggi. Per la dignità e l'equità nella solidarietà. Al convegno si metteranno a confronto 3 casi/ 3 storie: Basilicata -Piemonte - El Salvador.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Maria-Teresa-associazione-Lisangà-su-evento-lotte-contadine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero di 8 ore del settore \u003Cmark>auto\u003C/mark> e corteo del 12/04/24 che partirà da piazza statuto alle ore 9.oo. I temi portati in piazza sono :\r\n\r\n- assegnazione di nuovi modelli di \u003Cmark>auto\u003C/mark> per rilanciare la\r\nproduzione/occupazione;\r\n- assunzione di giovani lavorator*\r\n- integrazione di produzione di componenti destinati ad \u003Cmark>auto\u003C/mark>\r\n\u003Cmark>elettriche\u003C/mark>/idrogeno\r\n- conferma del ruolo strategico territoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Michela-FIOM-su-sciopero-e-corteo-stellantis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[470],{"field":91,"matched_tokens":471,"snippet":467,"value":468},[70,71],{"best_field_score":295,"best_field_weight":159,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":296,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":17},6637,{"collection_name":347,"first_q":26,"per_page":39,"q":26},["Reactive",476],{},["Set"],["ShallowReactive",479],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fS1MrCvKli8is2U6QMmdoA4qQGO8_BVXNBhdNOka5YAQ":-1},true,"/search?query=auto+elettriche"]