","Editori sotto la tenda dei saloni del libro, perplessi","post",1495234290,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/distribuzioni/","http://radioblackout.org/tag/editori-indipendenti/","http://radioblackout.org/tag/editorilibrai/","http://radioblackout.org/tag/librai-indipendenti/","http://radioblackout.org/tag/salone-del-libro/","http://radioblackout.org/tag/torinomilano/",[26,17,30,32,15,28],{"post_content":69,"post_title":75,"tags":79},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"editori","indipendenti","potrà sperare in un'alleanza tra \u003Cmark>editori\u003C/mark> davvero \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>? mah, il carrozzone mediatico è","Il mondo dell'editoria, reduce dalla delusione di un mese fa a Rho, si è ritrovato nell'ubriacatura drogata dell'orgoglio del libro sabaudo con la sensazione che sia tutto molto precario, che i sintomi di discontinuità vadano cercati con il lanternino (e comunque legati alla contingenza) e quelli di continuità inquietanti.\r\n\r\nMa a cosa serve questa kermesse? è la vera domanda di cui si è sempre elusa la risposta in tutti i trent'anni di questa truffa ordita ai danni di sprovveduti che non entrerebbero mai in una libreria normalmente e che invece in questi 5 giorni pagano per stare in una baraonda sconclusionata, dove il libro è ancora più del solito una merce qualunque, confusa tra divise e ballerine, cialtroni e mistificatori.\r\n\r\n\"\u003Cmark>Indipendenti\u003C/mark>\", \"piccoli\" sono gli aggettivi più di tendenza in questa edizione snobbata dai Mondazzoli o dai Mauri Spagnol che controllano tre quarti di editoria italiana con metodi monopolistici sia nella produzione e ancora di più in distribuzione e promozione: quelli che controllano tutto e piazzano i loro prodotti più di tutti avevano voluto forzare la mano e dimostrare che potevano strozzare gli altri quando volevano: Motta oggi aveva il muso del pugile suonato, destinato a ricevere il benservito dai suoi mandanti per non essere riuscito a fare il killer, ma al di là di quella vacua soddisfazione, se il successo viziato di questa edizione dell'orgoglio sabaudo produrrà solo una continuità con il passato, si tornerà all'arroganza di prima: un ritorno all'ordine che renderà ancora più asfittico il panorama gestito dalle solite banche e lobbies torinesi e nazionali.\r\n\r\nInvece si può sperare in iniziative come quella dei librai \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>, che tentano di affrancarsi realmente dal sistema... per quanto si notino tra questi degli infiltrati senza vergogna per le loro frequentazioni di decenni (un nome a caso, Rocco Pinto). Si potrà sperare in un'alleanza tra \u003Cmark>editori\u003C/mark> davvero \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>? mah, il carrozzone mediatico è ancora meno fantasioso dell'entusiasta Lagioia e ripete i suoi riti uguali: da Fahrenheit, la trasmissione di radiotre ormai paludata da 25 anni di Sinibaldi, che si trova a decidere chi possa raggiungere il pubblico che compra libri con metri oscuri di giudizio, fino ai servizi nazionalpopolari delle testate giornalistiche locali.\r\n\r\nDi tutte queste tematiche legate al mondo dell'editoria, e qualche altra ancora, abbiamo parlato con Lorenzo, responsabile di una Compagnia editoriale torinese, in diretta dai brusii del non insonorizzato Lingotto, che riecheggiano reinterpretando in versione postindustriale le presse del genius loci.\r\n\r\n \r\n\r\nSalone del libro 2017",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"Editori","\u003Cmark>Editori\u003C/mark> sotto la tenda dei saloni del libro, perplessi",[80,82,85,87,90,92],{"matched_tokens":81,"snippet":26},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[71,72],"\u003Cmark>editori\u003C/mark> \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":30},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[72],"librai \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":15},[],{"matched_tokens":93,"snippet":28},[],[95,102,105],{"field":35,"indices":96,"matched_tokens":98,"snippets":101},[19,97],3,[99,100],[71,72],[72],[84,89],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],1157451471441625000,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":47,"score":112,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":114,"highlight":139,"highlights":159,"text_match":108,"text_match_info":167},{"cat_link":115,"category":116,"comment_count":47,"id":117,"is_sticky":47,"permalink":118,"post_author":50,"post_content":119,"post_date":120,"post_excerpt":53,"post_id":117,"post_modified":121,"post_thumbnail":122,"post_thumbnail_html":123,"post_title":124,"post_type":58,"sort_by_date":125,"tag_links":126,"tags":133},[44],[46],"59765","http://radioblackout.org/2020/04/da-una-pandemia-biblica-a-una-palingenesi-libraria/","Lorenzo Armando, il nostro interlocutore, sarebbe di formazione un sognatore, un lavoratore dell'editoria da un trentennio circa, uno da cui cerchiamo di trarre speranze di una riconversione della stantia, asfittica, banale editoria italiana, fatta di best-selelr televisivamente indotti come era prima del virus, ma è palese che non può che cambiare il mondo editoriale in ogni suo ganglio: dal magazzino all'ultima bozza, dal controllo ciano alla distribuzione, dal manoscritto illeggibile di un autore spesso pieno di sé a un volume raffinato che nessuno leggerà, perché i promotori sono sensibili solo ai grossi gruppi... ma Lorenzo è da decenni che si scontra con tutto questo, e allora assume il ruolo del pragmatico consigliere dell'Aie (ma mentre lo intercettiamo sta consegnando libri direttametne ai librai, come raccomandava Gobetti agli editori che dovevano essere magazzinieri, correttori, impaginatori...) così da restituirci una fotografia dello scossone proveniente dall'epidemia e dal blocco provocato a ogni singolo passaggio editoriale, impedendo qualsiasi attività... o forse no: infatti il Lorenzo Armando direttore editoriale di Rosenberg&Sellier e Celid, racconta di preparazione di volumi pronti a inondare di nuovo il mercato bulimico dell'editoria italiana, nonostante l'impossibilità di promuovere i volumi prodotti in assenza di fiere, presentazioni, diffusione fisica della presenza di un libro, dell'odore delal sua carta, delal presenza del suo autore, del fascino che proviene dal libro nuovo e del suo autore... i libri rimangono sugli scaffali, visto che i librai sono chiusi e Amazon non li consegna; il digitale non è in grado di sopperire, e comunque non sono arrivati ordini tali da poter salvare la baracca. \r\nCosa rimarrà di questa esperienza indotta e forzata dalla clausura da epidemia?\r\nE il sistema bibliotecario quale ruolo potrà avvenire quando ci risvelgieremo?\r\nPoteva apparire importante cercare di capire come potesse funzionare il rientro a regime della filiera editoriale, invece diventa uno spunto centrale perché simbolico di tutte le filiere, in quanto coinvolge dinamiche che avvolgono la sempre maggiore presenza della componente digitale, e poi disvela una probabile trasformazione dell'universo del libro, non ancora con contorni precisi ma non si tratterà di una rivoluzione radicale... sicuramente qualche cambiamento è alle viste ma non è ancora possibile capire in che direzione si procederà quando si potrà andare alla conta di chi si salverà.\r\nTra ideale e pragmatismo questa è l'interpretazione della editoria post-virus di un addetto che sa cosa sia un libro come oggetto culturale e anche di cosa sia un prodotto di un settore come quello del libro e del sistema in cui è inserito adesso e come può evolvere \"dopo\":\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020_04_23_lorenzo-editore.mp3\"][/audio]\r\nIl mondo dell'editoria non potrà essere come prima della epidemia","24 Aprile 2020","2020-04-24 10:08:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/liberisullacarta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"164\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/liberisullacarta-300x164.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/liberisullacarta-300x164.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/liberisullacarta-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/liberisullacarta.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da una pandemia biblica a una palingenesi libraria?",1587690595,[127,128,62,129,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/amazon/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/editoria/","http://radioblackout.org/tag/librai/","http://radioblackout.org/tag/messagerie/","http://radioblackout.org/tag/monopoli-distributivi/",[134,135,17,136,137,138,34],"amazon","covid 19","editoria","librai","messagerie",{"post_content":140,"tags":144},{"matched_tokens":141,"snippet":142,"value":143},[71],"librai, come raccomandava Gobetti agli \u003Cmark>editori\u003C/mark> che dovevano essere magazzinieri, correttori,","Lorenzo Armando, il nostro interlocutore, sarebbe di formazione un sognatore, un lavoratore dell'editoria da un trentennio circa, uno da cui cerchiamo di trarre speranze di una riconversione della stantia, asfittica, banale editoria italiana, fatta di best-selelr televisivamente indotti come era prima del virus, ma è palese che non può che cambiare il mondo editoriale in ogni suo ganglio: dal magazzino all'ultima bozza, dal controllo ciano alla distribuzione, dal manoscritto illeggibile di un autore spesso pieno di sé a un volume raffinato che nessuno leggerà, perché i promotori sono sensibili solo ai grossi gruppi... ma Lorenzo è da decenni che si scontra con tutto questo, e allora assume il ruolo del pragmatico consigliere dell'Aie (ma mentre lo intercettiamo sta consegnando libri direttametne ai librai, come raccomandava Gobetti agli \u003Cmark>editori\u003C/mark> che dovevano essere magazzinieri, correttori, impaginatori...) così da restituirci una fotografia dello scossone proveniente dall'epidemia e dal blocco provocato a ogni singolo passaggio editoriale, impedendo qualsiasi attività... o forse no: infatti il Lorenzo Armando direttore editoriale di Rosenberg&Sellier e Celid, racconta di preparazione di volumi pronti a inondare di nuovo il mercato bulimico dell'editoria italiana, nonostante l'impossibilità di promuovere i volumi prodotti in assenza di fiere, presentazioni, diffusione fisica della presenza di un libro, dell'odore delal sua carta, delal presenza del suo autore, del fascino che proviene dal libro nuovo e del suo autore... i libri rimangono sugli scaffali, visto che i librai sono chiusi e Amazon non li consegna; 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Ora in articulo mortis ci sono inni e peana che riescono a definirlo la migliore kermesse bibliofila del mondo, esagerazioni che cercano di mettere la foglia di fico all'arroganza del potere che ancora pochi giorni fa si permetteva di affidarsi all'impresentabile Antonella Parigi, assessore regionale, o a Massimo Bray, ex ministro e poco credibile a calarsi nelle vesti di presidente di una scalcinata Fondazione in mezzo alla tempesta con personaggi che patteggiano e altri che non hanno ancora capito di aver sbagliato ogni mossa a disposizione per non colpire le suscettibilità altrui, senza considerare che l'appeal era finito, come anche gli sms degli ascoltatori sottolineavano: un ingresso carissimo per cui l'assenza di sconti al pubblico scoraggiava e dall'altro canto il taglieggiamento degli editori per pochi metri quadri di stand impedivano elargizioni dovendo rientrare della spesa per un meccanismo stantio.\r\n\r\nSono queste prassi consolidate e di cui questi gestori e amministratori non sanno fare a meno ad aver infastidito e accelerato il tracollo verso cui si sono lanciati incapaci anche di presagirlo o di capacitarsi (come della sconfitta ale elezioni: Dio acceca chi vuole perdere), privi di alternative che lascino immaginare un futuro non fatto di paesaggi di rovine e desertificazione, e che possono avera amareggiato soprattutto chi come il nostro interlocutore si è battuto per i piccoli editori, di cui è esponente (Lorenzo Armando amministra la compagnia editoriale Lexis che raccoglie marchi storici dell'edioria torinese come Rosenberg & Sellier e Celid e fa parte di aie e odei, gli editori indipendenti che avevano cercato una soluzione da contrapporre al mandato di Motta, eissario dei grandi editori e distributori che non perdono occasione per affossare la piccola e media editoria); il risultato dei suoi sforzi è stato un muro di indifferenza prima e poi incapacità di sfruttare l'occasione data dall'esigenza di rinnovare e liberarsi di personaggi anche inquisiti, di lobbies stantie senza cadere nelle mene del trappolone intentato con successo da quela lenza di Federico Motta.\r\n\r\nIl racconto di Lorenzo tocca tutte le parti in questa commedia provinciale... e non se ne salva una: politici, editori, banche, sponsor.\r\n\r\n \r\n\r\nSalone del libro","29 Luglio 2016","2016-08-09 14:27:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_salone-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_salone-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_salone-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_salone.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ei fu salone immobile",1469813502,[183,184,185,186,65,187],"http://radioblackout.org/tag/aie/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/motta/","http://radioblackout.org/tag/odei/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[20,189,24,22,15,190],"milano","torino",{"post_content":192},{"matched_tokens":193,"snippet":194,"value":195},[71,72],"di aie e odei, gli \u003Cmark>editori\u003C/mark> \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark> che avevano cercato una soluzione","Verminaio figlio del Sistema Torino ante litteram, il trentennale Salone del libro è la prima vittima del crollo di potere PD nel capoluogo sabaudo? o piuttosto è semplicemnte la congiuntura che ha favorito la fine della terapia intensiva che gli ha permesso nelel ultime edizioni di sopravvivere con trucchi contabili, salvataggi in extremis di banche e politica, equlibrismi tra poteri forti che in qualche modo continuavano a trovare un rendiconto da una formula stantia che scontentava tutti? 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Da 18 anni si autofinanzia e autogestisce, diffondendo controinformazione e musica, svelando le trame più o meno oscure del potere che vuole reprimere, rinchiudere, cancellare gli individui pensanti e non allineati.\n\nDa 18 anni anima con iniziative, concerti, feste danzanti e cene inebrianti le serate a torino e dintorni, dando sempre sostegno, solidarietà e voce a chi non ha voce: dai rom ai prigionieri dei Cie, dalle vittime della psichiatria ai movimenti contro le nocività, dai prigionieri ai precari del lavoro.\nRadio Blackout intreccia i suoi percorsi con i posti occupati, i centri sociali, le altre radio libere, i lavoratori, gli studenti, i migranti, l'antiproibizionismo, la gioia della lotta, i movimenti di liberazione, gli editori indipendenti, la buona cucina, le autoproduzioni, gli stati alterati, i prigionieri politici, l'antipsichiatria e quanto altro c'è stato e ci sarà. Per questo, da 18 anni, viene attaccata, vessata, deformata, calunniata da chi teme che si diffonda la libertà di espressione e di essere degli individui. Per questo il comune di torino ha deciso di non rinnovare il contratto d'affitto definendo il progetto BlackOut incompatibile con il territorio e per questo è in corso la campagna SPEGNI LA CENSURA ACCENDI BLACKOUT.\n\nRadio Black Out continuerà ad essere orgogliosamente incompatibile con il potere, con i comuni, con le giunte, con gli assessori e le loro politiche repressive e censorie; perché incompatibile, è dire che nelle nostre città ci sono dei lager chiamati Cie e far ascoltare le voci dei reclusi. Incompatibile, è raccontare di un mondo migliore, che lotta in difesa della terra\n\nIncompatibile, è continuare a pensare che di lavoro e di carcere non si debba morire\n\nIncompatibile, è gridare razzista e fascista a chi ieri ed oggi governa il paese\n\nIncompatibile, è far parlare gli studenti testimoni della distruzione dell'istruzione pubblica\n\nIncompatibile, è credere che l'autogestione, sia una forma di gestione e di vita\n\nNonostante il Comune di Torino alla data del 31 marzo 2010 abbia ribadito la sua volontà di non rinnovare la concessione, prorogando al 30 giugno prossimo la scadenza della stessa concessione, con ostinazione e determinazione Radio Black out continuerà a diffondere idee, musica, notizie, appuntamenti, punti di vista, riflessioni, analisi, pensieri, cultura, risate, calore che nessun media main stream ricerca e promuove....Per la libertà d'informazione, Radio Black Out FINO ALL'ULTIMO RESPIRO\n\nAscolta, sostieni, diffondi 105.250 fm \n\nLa redazione di Radio Blackout","12 Aprile 2010","2010-04-12 13:36:22","Incompatibilmente Radio Blackout",1271079382,[],[],{"post_content":221},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[71,72],"i movimenti di liberazione, gli \u003Cmark>editori\u003C/mark> \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>, la buona cucina, le autoproduzioni,","Dal 1992 Radio Black out trasmette libera nell'etere torinese. Da 18 anni si autofinanzia e autogestisce, diffondendo controinformazione e musica, svelando le trame più o meno oscure del potere che vuole reprimere, rinchiudere, cancellare gli individui pensanti e non allineati.\n\nDa 18 anni anima con iniziative, concerti, feste danzanti e cene inebrianti le serate a torino e dintorni, dando sempre sostegno, solidarietà e voce a chi non ha voce: dai rom ai prigionieri dei Cie, dalle vittime della psichiatria ai movimenti contro le nocività, dai prigionieri ai precari del lavoro.\nRadio Blackout intreccia i suoi percorsi con i posti occupati, i centri sociali, le altre radio libere, i lavoratori, gli studenti, i migranti, l'antiproibizionismo, la gioia della lotta, i movimenti di liberazione, gli \u003Cmark>editori\u003C/mark> \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark>, la buona cucina, le autoproduzioni, gli stati alterati, i prigionieri politici, l'antipsichiatria e quanto altro c'è stato e ci sarà. 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Incompatibile, è raccontare di un mondo migliore, che lotta in difesa della terra\n\nIncompatibile, è continuare a pensare che di lavoro e di carcere non si debba morire\n\nIncompatibile, è gridare razzista e fascista a chi ieri ed oggi governa il paese\n\nIncompatibile, è far parlare gli studenti testimoni della distruzione dell'istruzione pubblica\n\nIncompatibile, è credere che l'autogestione, sia una forma di gestione e di vita\n\nNonostante il Comune di Torino alla data del 31 marzo 2010 abbia ribadito la sua volontà di non rinnovare la concessione, prorogando al 30 giugno prossimo la scadenza della stessa concessione, con ostinazione e determinazione Radio Black out continuerà a diffondere idee, musica, notizie, appuntamenti, punti di vista, riflessioni, analisi, pensieri, cultura, risate, calore che nessun media main stream ricerca e promuove....Per la libertà d'informazione, Radio Black Out FINO ALL'ULTIMO RESPIRO\n\nAscolta, sostieni, diffondi 105.250 fm \n\nLa redazione di Radio Blackout",[226],{"field":103,"matched_tokens":227,"snippet":223,"value":224},[71,72],{"best_field_score":201,"best_field_weight":202,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":203,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":17,"per_page":231,"q":17},6,5,{"facet_counts":234,"found":14,"hits":244,"out_of":298,"page":19,"request_params":299,"search_cutoff":36,"search_time_ms":300},[235,241],{"counts":236,"field_name":239,"sampled":36,"stats":240},[237],{"count":19,"highlighted":238,"value":238},"stakka stakka","podcastfilter",{"total_values":19},{"counts":242,"field_name":35,"sampled":36,"stats":243},[],{"total_values":47},[245,272],{"document":246,"highlight":260,"highlights":265,"text_match":268,"text_match_info":269},{"comment_count":47,"id":247,"is_sticky":47,"permalink":248,"podcastfilter":249,"post_author":250,"post_content":251,"post_date":252,"post_excerpt":53,"post_id":247,"post_modified":253,"post_thumbnail":254,"post_title":255,"post_type":256,"sort_by_date":257,"tag_links":258,"tags":259},"24081","http://radioblackout.org/podcast/le-piccole-vacanze/",[],"outsidermusic","le piccole vacanze.\r\nNon lo dicevo io, percarità. Era Arbasino e mi piacque parecchio. Lo lessi durante una prolungata e noiosissima vacanza nell'entroterra toscano tanti anni fa. Storie minute di giovani in amore si intrecciavano nell'italia borghese del dopoguerra. Anche se l'attenzione narrativa di Arbasino era su dettagli inutili, sfumature appena abbozzate che, pagina dopo pagina, riaffioravano come indizi metrici. La narrazione così passava dal concentrarsi sul plot, a rapide occhiate per niente distratte, seppur laterali, attraverso parchi acquatici, utilitarie, tendoni circo, bancarelle, crocicchi illuminati dalla luna, nonne con soldi, cavalli, spiagge, film con Greta Garbo, corse in automobile... Studi universitari fatti male, trasalimenti sessuali confusi, droghine fatte in casa...\r\nArbasino era ipnagogico antelitteram a sua insaputa. Sapeva raccontare facendo vedere, toccare e annusare, senza che i contorni fossero netti, come in un sogno o nel dormiveglia quando affiorano e spariscono ombre di immagini e ricordi e le storie si mescolano una dentro l'altra. Probabilmente fu l'unico racconto delle vacanze che non trovai noioso.\r\nMa cosa significa tutto questo?\r\nAnzitutto che per due giovedì andrò in vacanza. Piccole vacanze, dopo due anni forzatamente (ma felicemente) qui.\r\nPer questo, ai pochi (o molti, chissà) che leggono questi post vorrei lasaciare una playlist ipnagogica di libri e dischi da portarsi dietro attraversando le statali per raggiungere le riviere, passeggiando con una vecchia zia, facendo l'amore sotto le stelle. E se rimarrà anche solo un ricordo indistinto e sfumato, riemergerà durante le brume settembrine e si mescolerà alla verità, scaldandoti come un vecchio amico. Proprio come le storie di Arbasino\r\n\r\ndischi:\r\n\r\nTaku Unami, Moe Kamura & Tetuzi Akiyama - Hontatedori [2013]\r\nGenio. Tre personaggi schivi, a loro modo ingannevoli e multiformi. Inutile descrivere i rispettivi curricula, meglio immergersi nei ricordi di questo tropicalismo sfilacciato e barcollante. Piante succose, galassie marine, financo dinosauri. Fantasia al potere in qualcosa di indefinibile se non per relationem con opere simili. Da suggere nottetempo dondolandosi pigramente su un'amaca, meglio se ubriachi, mentre il cielo si abbassa verso terra. (*****)\r\n\r\nShintaro Sakamoto - How To Live with a Phantom [JP 2012]\r\nSmall but enough. Il meglio del j-pop più alternative, declamato e arrangiato con classe fuori dal comune3. Ipnagogico anche grazie alla slide, ha nel cantato in giapponese il suo core. Melodie fragili su canzoni da pomeriggio, ma attenzione ai numeri J-funk. Perfetto se andate a trovare parenti, molto indicato al solleone, quando la calura asfissia e vorreste sbranare quell'anguria gelata. (****)\r\n\r\nSei Miguel - Esfingico Suite for a Jazz combo [Clean feed 2010]\r\nBeh, Clean Feed. Sinonimo di uberqualitat nel seno del jazz e delle altre musiche. Qui per l'occasione il cornettista Sei Miguel spiega in 3 lunghe composizioni il concetto di saudade. Sfilacciato e con i silenzi che prevalgono è il disco perfetto per una notte malinconica, dove perdersi è facile. (****)\r\n\r\nooIoo - Gamel [Thrill Jockey 2014]\r\nOvvero Joshimy p.we alle prese con il gamelan balinese e le altre contaminazioni. Immaginate i boredoms all'asilo che prendono confidenza con il minimalismo. Giocherellone ma non stupido, ha una bizzarra idea \"sprirituale\" di fondo. Per giochi non ortodossi sotto l'ombrellone. (****)\r\n\r\nAa.Vv - Digitalis Recordings Midlife Crisis [DR 2014]\r\nDa Tulsa Oklahoma una bellissima ricognizione di strana elettronica a stelle e striscie. Sogno americano in azione versus inesplorati viaggi nel digitale. Per prepararsi alla serata e forse, non uscire più. (****)\r\n\r\nlibri\r\n\r\nBreece J.D. Pancake - Trilobiti\r\nLo rileggerò di nuovo quest'estate. Potenza fondativa del nulla più assoluto. Le storie più comuni che possiate immaginare hanno sul loro fondo scheletri, ossa, conchiglie, terra, rane morte e ricordi per milioni di anni.\r\nSullo sfondo di una oscura Virginia circondata dalle piantagioni di Tabacco si muove il miglior scrittore americano degli ultimi 20 anni. Salinger depresso o Hemingway appassionato di paleontologia. fate voi ma leggetelo. (*****)\r\n\r\nKawabata Yasunari - Il Maestro di Go\r\nInsuperabile ermetismo dal sol levante. Un giovane giornalista deve raccontare l'ultima partita di Go (una sorta di dama giapponese più complessa) su un quotidiano di tokio. La partita durerà dei mesi fino al mesto epilogo. Devastante metafora sulla fragilità della vita e sulla disciplina interiore, racconta attraverso assolute banalità di carattere tecnico, come a registrare fotogrammi senza scopo in una vita di silenzi dietro i paraventi.\r\nLa letteratura classica giapponese può essere un pozzo nero. Be careful. (****)\r\n\r\nSilvio Pagani - Funghetti\r\nBeh, non c'è bisogno che vi spieghi il perchè. Tra poco sarà autunno e spunteranmno i funghetti. Nautilus è uno dei migliori editori italiani, uno dei pochi veramente indipendenti. Questo è solo un pretesto affinchè consultiate il loro catalogo. (****)\r\n\r\nWilliam Borroughs - Le città della notte rossa\r\nLa storia delle città infernali di Tamaghis, narrata da uno dei massimi geni della letteratura contemporanea, si trasforma pian piano in una divina commedia senza paradiso e purgatorio, con le gambe perennemente a mollo in fluidi viscosi dall'odore di metallo marcito. Borroughs non seppe mai stare negli schemi. Cut-Up e follie varie sono banali pretesti per uno sfoggio di classe assoluta e crudeltà efferate tra schizzi di liquidi biologici, rapporti anali e civiltà scomparse. L'uomo del postmoderno e la sua perenne confusione sensoriale. L'intelligenza cognitiva e la casualità, tra innatismo, reincarnazione e buchi in vena.\r\nScommetto che lo mollerete prima della fine. Sapete perchè? per paura. 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La narrazione così passava dal concentrarsi sul plot, a rapide occhiate per niente distratte, seppur laterali, attraverso parchi acquatici, utilitarie, tendoni circo, bancarelle, crocicchi illuminati dalla luna, nonne con soldi, cavalli, spiagge, film con Greta Garbo, corse in automobile... Studi universitari fatti male, trasalimenti sessuali confusi, droghine fatte in casa...\r\nArbasino era ipnagogico antelitteram a sua insaputa. Sapeva raccontare facendo vedere, toccare e annusare, senza che i contorni fossero netti, come in un sogno o nel dormiveglia quando affiorano e spariscono ombre di immagini e ricordi e le storie si mescolano una dentro l'altra. Probabilmente fu l'unico racconto delle vacanze che non trovai noioso.\r\nMa cosa significa tutto questo?\r\nAnzitutto che per due giovedì andrò in vacanza. Piccole vacanze, dopo due anni forzatamente (ma felicemente) qui.\r\nPer questo, ai pochi (o molti, chissà) che leggono questi post vorrei lasaciare una playlist ipnagogica di libri e dischi da portarsi dietro attraversando le statali per raggiungere le riviere, passeggiando con una vecchia zia, facendo l'amore sotto le stelle. E se rimarrà anche solo un ricordo indistinto e sfumato, riemergerà durante le brume settembrine e si mescolerà alla verità, scaldandoti come un vecchio amico. Proprio come le storie di Arbasino\r\n\r\ndischi:\r\n\r\nTaku Unami, Moe Kamura & Tetuzi Akiyama - Hontatedori [2013]\r\nGenio. Tre personaggi schivi, a loro modo ingannevoli e multiformi. Inutile descrivere i rispettivi curricula, meglio immergersi nei ricordi di questo tropicalismo sfilacciato e barcollante. Piante succose, galassie marine, financo dinosauri. Fantasia al potere in qualcosa di indefinibile se non per relationem con opere simili. Da suggere nottetempo dondolandosi pigramente su un'amaca, meglio se ubriachi, mentre il cielo si abbassa verso terra. (*****)\r\n\r\nShintaro Sakamoto - How To Live with a Phantom [JP 2012]\r\nSmall but enough. Il meglio del j-pop più alternative, declamato e arrangiato con classe fuori dal comune3. Ipnagogico anche grazie alla slide, ha nel cantato in giapponese il suo core. Melodie fragili su canzoni da pomeriggio, ma attenzione ai numeri J-funk. Perfetto se andate a trovare parenti, molto indicato al solleone, quando la calura asfissia e vorreste sbranare quell'anguria gelata. (****)\r\n\r\nSei Miguel - Esfingico Suite for a Jazz combo [Clean feed 2010]\r\nBeh, Clean Feed. Sinonimo di uberqualitat nel seno del jazz e delle altre musiche. Qui per l'occasione il cornettista Sei Miguel spiega in 3 lunghe composizioni il concetto di saudade. Sfilacciato e con i silenzi che prevalgono è il disco perfetto per una notte malinconica, dove perdersi è facile. (****)\r\n\r\nooIoo - Gamel [Thrill Jockey 2014]\r\nOvvero Joshimy p.we alle prese con il gamelan balinese e le altre contaminazioni. Immaginate i boredoms all'asilo che prendono confidenza con il minimalismo. Giocherellone ma non stupido, ha una bizzarra idea \"sprirituale\" di fondo. Per giochi non ortodossi sotto l'ombrellone. (****)\r\n\r\nAa.Vv - Digitalis Recordings Midlife Crisis [DR 2014]\r\nDa Tulsa Oklahoma una bellissima ricognizione di strana elettronica a stelle e striscie. Sogno americano in azione versus inesplorati viaggi nel digitale. Per prepararsi alla serata e forse, non uscire più. (****)\r\n\r\nlibri\r\n\r\nBreece J.D. Pancake - Trilobiti\r\nLo rileggerò di nuovo quest'estate. Potenza fondativa del nulla più assoluto. Le storie più comuni che possiate immaginare hanno sul loro fondo scheletri, ossa, conchiglie, terra, rane morte e ricordi per milioni di anni.\r\nSullo sfondo di una oscura Virginia circondata dalle piantagioni di Tabacco si muove il miglior scrittore americano degli ultimi 20 anni. Salinger depresso o Hemingway appassionato di paleontologia. fate voi ma leggetelo. (*****)\r\n\r\nKawabata Yasunari - Il Maestro di Go\r\nInsuperabile ermetismo dal sol levante. Un giovane giornalista deve raccontare l'ultima partita di Go (una sorta di dama giapponese più complessa) su un quotidiano di tokio. La partita durerà dei mesi fino al mesto epilogo. Devastante metafora sulla fragilità della vita e sulla disciplina interiore, racconta attraverso assolute banalità di carattere tecnico, come a registrare fotogrammi senza scopo in una vita di silenzi dietro i paraventi.\r\nLa letteratura classica giapponese può essere un pozzo nero. Be careful. 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Un applicazine che nasce nel 2010 che permette di richiedere ad un altro utente di venirti a prendere dietro pagamento. Parleremo di come Uber sia riuscita a creare un buco finanziario di miliardi di dollari sostenuta da una prodigiosa propaganda basata su finzione, confusione e produzione di articoli accademici che nessuno si è premurato di rileggere.\r\n\r\nPerchè uber, una compagnia che ha perso oltre venti miliardi di dollari da quando ha incominciato ad operare nel 2010 e che non mostra alcun segno di poter generare profitto viene ancora vista come una compagnia di successo ed in crescita?\r\nPerchè c'è la percezione che uber abbia portato notevoli miglioramenti al sistema di trasporto urbano ed un generale miglioramento della qualità del servizio per i passeggeri quando ha fallito ad avviare un modello di azienda funzionante e cercando di prevaricare in pezzi del mercato attraverso una politica semi-monopolistica?\r\n\r\nUber paradossalmente non è in grando di mantenere dei veicoli in modo più efficiente o meno costose dei servizi di taxi che ha portato al fallimento. Tutto il siccesso e la popolarità di uber può essere spiegata da miliardi in investimenti predatori in strumenti di ottimizzazione del servizio.\r\n\r\nNon c'è alcuna prova inidimendente che l'innovazione tecnolgia sventolata da uber (ammesso e non concesso che sia vera) abbiamo mai avuto un vero impatto materiale nell'organizzazione del mercato. Uber un azienda che ha prodotto un livello di innovazione comparabile con quello del mio gatto.\r\n\r\nIl vantaggio economico di uber nel mercato non deriva da qualche sofisticato algoritmo di ottimizzazione, ma dalla constante capacità dell'azienda di tagliare la \"quota\" riservata agli autisti. Dal 2016 parliamo di una contrazinoe del 40%. I tagli hanno portato gli stipendi sotto il livello minimo in molti territori dove l'applicazione ha operato. Questo ha permesso di trasferire circa tre miliardi dai lavorari al capitale.\r\n\r\nMa come ha fatto uber a convincere (ehm fragare) i finanziatori? Scimiottando quello che le GAFAM fanno da sempre. È andata in giro a vantarsi del suo monopolio.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook hanno lasciato agli startuppari di domani un copione da seguire per chi vuole raggiungere la valutazione a nove cifre del capitale. Queste aziende prima hanno basato le loro fondamenta su prodotti che potremmo definire legittimi e portatori di una certa quantità di innovazione che potremmo definire \"genuina\". Google effettivamente ha fatto un motore di ricerca, Facebook un social network, Amazon i suoi server. A quello punto hanno dimostrato che questi prodotti erano in grado di reggere sul mercato, insomma fare soldi. Da questa posizione poi si sono divertiti a costruire monopoli aquisendo tutti i possibili competitor.\r\n\r\nUber non è semplicemnete un altra bolla tech che beneficia di capitale a buon mercato e la percezione diffusa che la \"tecnologia disruptive\" è in grado di risolvere i problemi del mondo. La sua strategia si è basata su tre tasselli che nessuno aveva mai messo in gioco in questo modo.\r\n\r\nIl primo vantaggio strategico è stato quello di saltare a piè pari la difficolta di dover costruire un prodotto che funzionasse. Colonna portante del paradigma dell'unicorno. Sono partiti direttamente dai 13 migliardi messi sul tavolo dai mitici investitori. 2300 volte la prima IPO richiesta da Amazon.\r\n\r\nIl secondo tassello è stato quello della \"crescita a tutti i costi\". Giornalisti, avvocati, politici si sono fatti dettare l'agenda dai PR di uber.\r\n\r\nIl terzo è stato quello di guidare lo sviluppo dell'azienda come un processo politico, usando tecniche importate dal mondo dei partiti. Gli investitori di uber sapevano che gli sarebbe servito il potere politico per accellerare la crescita e mantenere le loro promesse.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook prima di avere il bisogno e la capacità di fare lobby hanno atteso anni. Uber è stata la prima startup in cui questa attività è stata in testa alla lista delle priorità dal giorno uno. Tanto da assumere un ex considegliere del presidente (David Plouffe) o un confidente del Primo Ministro Britannico (Rachel Whetstone) come dirigenti delle relazioni pubbliche dell'azienda.\r\n\r\nQuesta strategia in tre parti ha sostenuto Uber in dieci anni di perdite da capogiro che avrebbero facilmente distrutto qualisiasi altra startup. La curiosità finale è che uber non è mai arrivata ad avere quella posizione di monopolio nel mercato da poter attuare veramente le politiche delle sue sorelle maggiori.\r\n\r\nLa narrative di uber è stata clamorosamente sbagliata dall'inizio, ma per fortuna c'è qualcuno che è sempre stato al suo fianco. Senza il ruolo dei media che hanno sistematicamente ignorato ogni prova di buon senso che gli cascava sui piedi per il nostro unicorno sarebbe stato difficile spiccare il volo.\r\n\r\nInfatti sta nella costruzione di un impareggiabile e caleidoscopica narrativa il metro con cui misuriamo il valore delle startup. Vediamo qualche esempio sperando che possa stimolare l'appetito prima di pranzo.\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è cresciuta percchè gli utenti hanno liberamente scelto i suoi servizi in mercati aperti e competitivi. Ignorate i grossi sussi che hanno completemente distorto i prezzi.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa potenza tecnologica di Uber può gestire ogni incombenza in qualsiasi mercato ovunque. Peccato che in cina abbia fatto un buco nell'acqua al primo tentativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tI problemi dei servizi di taxi esistenti sono stati creati dai politici cattivi, gli stessi che hanno provato ad impedire alla uber buona di creare posto di lavoro. Ma porcoddio.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa legge non può essere applicata ad Uber perchè Uber è nuovo. nuova ride-super-sharing-industry. Ignoriamo il fatto che i taxi e Uber condividano la stessa identica struttura, scopi, etc.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è tech, super-tech. Ogni perdita diventerà un vantaggio finchè non riuscirà a distruggere i proprietari di auto ed il trasporto pubblico. Ignoriamo i costi, le perdite e i fallimenti. Per il resto tutto regolare.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLe leggi sul lavoro no possono proteggere i lavoratori di Uber perchè perchè è una compagnia di sviluppo software, non una di trasporti.\r\n\r\n\r\n\r\nIl genio del suo programma di comunicazione è stato prorio quello di distrarre dalla sua incapacità di reggersi sulle proprie gambe e convincere le persone che tutti i problemi del mercato dei taxi è stato generato dalle leggi. La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è stato che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere indipendenti o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\nEditori di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. Sarebbe vero se non si ignorasse completamente le politiche che forzano gli autisti a comprare veicoli sempre più costosi per ottenere più corse dall'algoritmo, algoritmo che provvede ad eliminare gli autisti dalla piattaforma qualora si osassero di rifiutare una corsa.\r\n\r\nQuesti paper sono solo un esempio di come i giornalisti hanno felicemente digerito tutto la propaganda della startup californiana facendosi megavono per i loro investitori.\r\n \r\n\r\n ","15 Marzo 2020","2020-03-15 20:08:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/south-park-s18e04-handicar_4x3-200x110.jpg","Stakka Stakka – Uber [11 Marzo 2020]",1584302197,[],[],{"post_content":287},{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":290},[72],"che seguivano standard per essere \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark> o finanziate dalle università, ma"," \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nPosta del ♥ dell'Internet\r\n\r\n \tCome un ciclista è stato ingiustamente incriminato di un furto attraverso la geolocalizzazione di Google\r\n \tLa polizia europea vuole un database condiviso per il riconoscimento facciale\r\n \tSeti@Home sarà dismesso a fine Marzo, e si porta via un'intera generazione di cacciatori di UFO (cosi ci nascondono?)\r\n \tAddio alle lampadine smart: Philips taglia la connessione alle vecchie Hue Bridge (Addio e grazie per tutte le botnet!)\r\n \tFawkies, l'app che rende irriconoscibili i tuoi immancabili selfie alle AI\r\n\r\nApprofondimento su Uber\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nParliamo di Uber. Un applicazine che nasce nel 2010 che permette di richiedere ad un altro utente di venirti a prendere dietro pagamento. Parleremo di come Uber sia riuscita a creare un buco finanziario di miliardi di dollari sostenuta da una prodigiosa propaganda basata su finzione, confusione e produzione di articoli accademici che nessuno si è premurato di rileggere.\r\n\r\nPerchè uber, una compagnia che ha perso oltre venti miliardi di dollari da quando ha incominciato ad operare nel 2010 e che non mostra alcun segno di poter generare profitto viene ancora vista come una compagnia di successo ed in crescita?\r\nPerchè c'è la percezione che uber abbia portato notevoli miglioramenti al sistema di trasporto urbano ed un generale miglioramento della qualità del servizio per i passeggeri quando ha fallito ad avviare un modello di azienda funzionante e cercando di prevaricare in pezzi del mercato attraverso una politica semi-monopolistica?\r\n\r\nUber paradossalmente non è in grando di mantenere dei veicoli in modo più efficiente o meno costose dei servizi di taxi che ha portato al fallimento. Tutto il siccesso e la popolarità di uber può essere spiegata da miliardi in investimenti predatori in strumenti di ottimizzazione del servizio.\r\n\r\nNon c'è alcuna prova inidimendente che l'innovazione tecnolgia sventolata da uber (ammesso e non concesso che sia vera) abbiamo mai avuto un vero impatto materiale nell'organizzazione del mercato. Uber un azienda che ha prodotto un livello di innovazione comparabile con quello del mio gatto.\r\n\r\nIl vantaggio economico di uber nel mercato non deriva da qualche sofisticato algoritmo di ottimizzazione, ma dalla constante capacità dell'azienda di tagliare la \"quota\" riservata agli autisti. Dal 2016 parliamo di una contrazinoe del 40%. I tagli hanno portato gli stipendi sotto il livello minimo in molti territori dove l'applicazione ha operato. Questo ha permesso di trasferire circa tre miliardi dai lavorari al capitale.\r\n\r\nMa come ha fatto uber a convincere (ehm fragare) i finanziatori? Scimiottando quello che le GAFAM fanno da sempre. È andata in giro a vantarsi del suo monopolio.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook hanno lasciato agli startuppari di domani un copione da seguire per chi vuole raggiungere la valutazione a nove cifre del capitale. Queste aziende prima hanno basato le loro fondamenta su prodotti che potremmo definire legittimi e portatori di una certa quantità di innovazione che potremmo definire \"genuina\". Google effettivamente ha fatto un motore di ricerca, Facebook un social network, Amazon i suoi server. A quello punto hanno dimostrato che questi prodotti erano in grado di reggere sul mercato, insomma fare soldi. Da questa posizione poi si sono divertiti a costruire monopoli aquisendo tutti i possibili competitor.\r\n\r\nUber non è semplicemnete un altra bolla tech che beneficia di capitale a buon mercato e la percezione diffusa che la \"tecnologia disruptive\" è in grado di risolvere i problemi del mondo. La sua strategia si è basata su tre tasselli che nessuno aveva mai messo in gioco in questo modo.\r\n\r\nIl primo vantaggio strategico è stato quello di saltare a piè pari la difficolta di dover costruire un prodotto che funzionasse. Colonna portante del paradigma dell'unicorno. Sono partiti direttamente dai 13 migliardi messi sul tavolo dai mitici investitori. 2300 volte la prima IPO richiesta da Amazon.\r\n\r\nIl secondo tassello è stato quello della \"crescita a tutti i costi\". Giornalisti, avvocati, politici si sono fatti dettare l'agenda dai PR di uber.\r\n\r\nIl terzo è stato quello di guidare lo sviluppo dell'azienda come un processo politico, usando tecniche importate dal mondo dei partiti. Gli investitori di uber sapevano che gli sarebbe servito il potere politico per accellerare la crescita e mantenere le loro promesse.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook prima di avere il bisogno e la capacità di fare lobby hanno atteso anni. Uber è stata la prima startup in cui questa attività è stata in testa alla lista delle priorità dal giorno uno. Tanto da assumere un ex considegliere del presidente (David Plouffe) o un confidente del Primo Ministro Britannico (Rachel Whetstone) come dirigenti delle relazioni pubbliche dell'azienda.\r\n\r\nQuesta strategia in tre parti ha sostenuto Uber in dieci anni di perdite da capogiro che avrebbero facilmente distrutto qualisiasi altra startup. La curiosità finale è che uber non è mai arrivata ad avere quella posizione di monopolio nel mercato da poter attuare veramente le politiche delle sue sorelle maggiori.\r\n\r\nLa narrative di uber è stata clamorosamente sbagliata dall'inizio, ma per fortuna c'è qualcuno che è sempre stato al suo fianco. Senza il ruolo dei media che hanno sistematicamente ignorato ogni prova di buon senso che gli cascava sui piedi per il nostro unicorno sarebbe stato difficile spiccare il volo.\r\n\r\nInfatti sta nella costruzione di un impareggiabile e caleidoscopica narrativa il metro con cui misuriamo il valore delle startup. Vediamo qualche esempio sperando che possa stimolare l'appetito prima di pranzo.\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è cresciuta percchè gli utenti hanno liberamente scelto i suoi servizi in mercati aperti e competitivi. Ignorate i grossi sussi che hanno completemente distorto i prezzi.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa potenza tecnologica di Uber può gestire ogni incombenza in qualsiasi mercato ovunque. Peccato che in cina abbia fatto un buco nell'acqua al primo tentativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tI problemi dei servizi di taxi esistenti sono stati creati dai politici cattivi, gli stessi che hanno provato ad impedire alla uber buona di creare posto di lavoro. Ma porcoddio.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa legge non può essere applicata ad Uber perchè Uber è nuovo. nuova ride-super-sharing-industry. Ignoriamo il fatto che i taxi e Uber condividano la stessa identica struttura, scopi, etc.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è tech, super-tech. Ogni perdita diventerà un vantaggio finchè non riuscirà a distruggere i proprietari di auto ed il trasporto pubblico. Ignoriamo i costi, le perdite e i fallimenti. Per il resto tutto regolare.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLe leggi sul lavoro no possono proteggere i lavoratori di Uber perchè perchè è una compagnia di sviluppo software, non una di trasporti.\r\n\r\n\r\n\r\nIl genio del suo programma di comunicazione è stato prorio quello di distrarre dalla sua incapacità di reggersi sulle proprie gambe e convincere le persone che tutti i problemi del mercato dei taxi è stato generato dalle leggi. La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è stato che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere \u003Cmark>indipendenti\u003C/mark> o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\n\u003Cmark>Editori\u003C/mark> di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. Sarebbe vero se non si ignorasse completamente le politiche che forzano gli autisti a comprare veicoli sempre più costosi per ottenere più corse dall'algoritmo, algoritmo che provvede ad eliminare gli autisti dalla piattaforma qualora si osassero di rifiutare una corsa.\r\n\r\nQuesti paper sono solo un esempio di come i giornalisti hanno felicemente digerito tutto la propaganda della startup californiana facendosi megavono per i loro investitori.\r\n \r\n\r\n ",[292],{"field":103,"matched_tokens":293,"snippet":289,"value":290},[72],1155199671761633300,{"best_field_score":296,"best_field_weight":202,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":297,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048","1155199671761633393",6637,{"collection_name":256,"first_q":17,"per_page":231,"q":17},7,["Reactive",302],{},["Set"],["ShallowReactive",305],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fvY2jCSDD5dkFmdA3cexPjaFarxRSMZCuTxruc5sn5NA":-1},true,"/search?query=editori+indipendenti"]