","Pandemia in Francia tra il bastone e la carota","post",1589900784,[61,62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/cassa-integrazione/","http://radioblackout.org/tag/francia-e-covid/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/mascherine/","http://radioblackout.org/tag/media/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sanita/",[70,71,72,15,73,74,75,76],"carcere","cassa integrazione","francia e covid","mascherine","media","repressione","Sanità",{"post_content":78,"post_title":84,"tags":88},{"matched_tokens":79,"snippet":82,"value":83},[80,81],"Francia","è","La gestione della pandemia in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> \u003Cmark>è\u003C/mark> stata segnata dall’onda lunga dei","La gestione della pandemia in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> \u003Cmark>è\u003C/mark> stata segnata dall’onda lunga dei tagli alla sanità, all’origine della difficoltà sia nella prevenzione del contagio che nella cura dei malati. Macron ha provato a mettere il bavaglio alle voci critiche, \u003Cmark>e\u003C/mark> ha attuato una politica sociale basata su un ampio sistema di ammortizzazione sociale non disgiunta dalla durissima repressione di ogni minima protesta o mera evasione dai confini imposti dal lockdown.\r\nL’attenzione dei media \u003Cmark>e\u003C/mark> del governo verso l’Italia, l’ampia diffusione delle notizie che arrivavano dalle regioni del nord investite dalla pandemia, gli scioperi dei lavoratori, le rivolte delle carceri hanno avuto una forte influenza sulle scelte operate da un Macron, già in forte calo di popolarità.\r\nIn gennaio il ministero della sanità minimizzava i rischi.\r\nLa sanità francese non aveva gli strumenti per far fronte alla pandemia: mancavano i DPI, i respiratori, il personale specializzato, i tamponi. Le centinaia di migliaia di mascherine raccolte per far fronte alla precedente epidemia sono state distrutte per acquistarne di nuove. Le nuove non sono mai arrivate \u003Cmark>e\u003C/mark> solo da poco le mascherine sottratte alla distruzione sono arrivare negli ospedali.\r\nLa sanità francese ha un modello molto diverso da quella italiana. In \u003Cmark>Francia\u003C/mark> l’assistenza \u003Cmark>è\u003C/mark> indiretta: si pagano le cure \u003Cmark>e\u003C/mark> poi la Securité sociale rimborsa la spesa. Anche oltralpe i tagli hanno investito pesantemente la salute dei più poveri. In \u003Cmark>Francia\u003C/mark> il sistema \u003Cmark>è\u003C/mark> rimasto fortemente decentralizzato, rispetto alla gestione regionale del Belpaese.\r\nIl governo ha rimandato le misure di interruzione delle attività produttive, finché il virus non \u003Cmark>è\u003C/mark> dilagato.\r\nNon avevano le idee chiare sulla malattia \u003Cmark>e\u003C/mark> la sua cura \u003Cmark>e\u003C/mark> hanno scelto il metodo del confinamento, lasciando sia i malati che i sani a casa.\r\nI comitati tecnici sono stati usati dal potere politico, come un rubinetto che si poteva aprire o chiudere a piacere, in base alla convenienza del momento.\r\n\r\nIn piena pandemia Macron ha deciso di effettuare ugualmente il primo turno delle elezioni: il contagio, dopo quella data, si \u003Cmark>è\u003C/mark> esteso fortemente al punto che il secondo turno \u003Cmark>è\u003C/mark> stato annullato, ma dovrebbe essere effettuato entro tre mesi. La decisione sarà politica \u003Cmark>e\u003C/mark> non sanitaria. In ballo restano Parigi, Lione \u003Cmark>e\u003C/mark> tutti i grossi centri dove non ci sono stati eletti al primo turno. Il governo teme una legnata peggiore di quella che ha già ricevuto.\r\nIl ministero della sanità sosteneva a gennaio che la pandemia non ci sarebbe stata: la ministra della sanità che ha lasciato il governo per candidarsi a sindaco della capitale non ha certo vinto il premio di popolarità.\r\nIl governo ha provato a contenere i danni lanciando una campagna contro le fake news, che oltre ai soliti complottisti, ha investito ogni voce fuori dal coro. Macron \u003Cmark>è\u003C/mark> arrivato al punto di redigere una lista dei media buoni, da contrapporre ai cattivi. Per fortuna questa operazione da “ministero della verità” ha suscitato ampia indignazione \u003Cmark>e\u003C/mark> anche tra i media nella lista dei “buoni” c’è stato un ampio rigetto di arruolamento forzato tra le file dei sostenitori delle verità governative.\r\nTra le trovate mediatiche non troppo brillanti di Macron la proposta, dall’agre sapore maoista, di inviare gli insegnanti “disoccupati” a lavorare nei campi. In realtà chi lavora nella scuola ha dovuto fare i conti con la didattica a distanza, con i figli a casa, con la difficoltà del vivere reclusi che ha colpito tutti.\r\nIn numerosi quartieri popolari, dove si abita in sei o sette in due stanzette, gli adolescenti che scendevano nei cortili sono stati sottoposti a controlli ossessivi, che in qualche caso sono sfociati in vere \u003Cmark>e\u003C/mark> proprie aggressioni. \u003Cmark>É\u003C/mark> finita con diverse serate di animati scontri tra giovani poveri \u003Cmark>e\u003C/mark> polizia.\r\nMacron, messo di fronte alle rivolte nelle carceri italiane, ha deciso un significativo alleggerimento del numero dei reclusi, che per la prima volta \u003Cmark>è\u003C/mark> sceso sotto quello dei posti disponibili. Non solo. Gli scioperi dei lavoratori italiani per imporre le chiusure, \u003Cmark>e\u003C/mark> la crisi sociale che ne \u003Cmark>è\u003C/mark> scaturita lo hanno indotto a correre ai ripari. Consapevole di aver sottovalutato \u003Cmark>e\u003C/mark> poi duramente represso l’insorgenza sociale dei Gilet Jaunes, ha deciso ampie forme di ammortizzazione sociale stabilendo la cassa integrazione – chomage partial - per 12 milioni di lavoratori.\r\nNonostante l’inconsueto utilizzo della carota, non ha certo messo in quarantena il bastone. Anzi. Le dotazioni poliziesche di dispositivi di attacco in piazza sono state rinforzate. Ogni leggero tentativo di critica politica \u003Cmark>è\u003C/mark> stato duramente represso: chi ha attaccato ai balconi striscioni di protesta si \u003Cmark>è\u003C/mark> ritrovato la polizia in casa \u003Cmark>e\u003C/mark> denunce penali.\r\nIl primo maggio i pochi tentativi di manifestazione, pur con distanziamenti \u003Cmark>e\u003C/mark> mascherine, sono stati duramente repressi. A Montreuil la polizia ha attaccato persino chi faceva distribuzione di viveri.\r\nNelle fabbriche, grazie alla complicità dei sindacati, gli scioperi sono stati pochi \u003Cmark>e\u003C/mark> scarsamente incisivi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza, redattore di radio Paris Plurielle, dove conduce “vive la sociale!”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-19-carrozza-covid-francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":85,"snippet":87,"value":87},[80,86],"e","Pandemia in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> tra il bastone \u003Cmark>e\u003C/mark> la carota",[89,91,93,98,100,102,104,106],{"matched_tokens":90,"snippet":70},[],{"matched_tokens":92,"snippet":71},[],{"matched_tokens":94,"snippet":97},[95,86,96],"francia","covid","\u003Cmark>francia\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>covid\u003C/mark>",{"matched_tokens":99,"snippet":15},[],{"matched_tokens":101,"snippet":73},[],{"matched_tokens":103,"snippet":74},[],{"matched_tokens":105,"snippet":75},[],{"matched_tokens":107,"snippet":76},[],[109,115,118],{"field":35,"indices":110,"matched_tokens":112,"snippets":114},[111],2,[113],[95,86,96],[97],{"field":116,"matched_tokens":117,"snippet":82,"value":83},"post_content",[80,81],{"field":119,"matched_tokens":120,"snippet":87,"value":87},"post_title",[80,86],1736172819517538300,{"best_field_score":123,"best_field_weight":124,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":125,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":127,"highlight":143,"highlights":148,"text_match":151,"text_match_info":152},{"cat_link":128,"category":130,"comment_count":47,"id":132,"is_sticky":47,"permalink":133,"post_author":50,"post_content":134,"post_date":135,"post_excerpt":53,"post_id":132,"post_modified":136,"post_thumbnail":137,"post_thumbnail_html":138,"post_title":139,"post_type":58,"sort_by_date":140,"tag_links":141,"tags":142},[129],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[131],"Blackout Inside","71151","http://radioblackout.org/2021/10/unanalisi-delle-piazze-francesi-contro-il-green-pass-con-valerie-gerard/","Riportiamo la traduzione dell’intervista fatta a Valerie Gérard, filosofa e attivista francese che ha scritto un testo dal titolo “Tracciare delle linee: considerazioni sulle mobilitazioni contro il pass sanitario in Francia.”\r\n \r\n\r\n“Dall’inizio delle manifestazioni contro il pass sanitario la questione è di nuovo cruciale e discussa, posta esplicitamente da quelli e quelle che da sinistra, cioè, per farla breve, dal campo dell’emancipazione, trovano – o vorrebbero poterlo fare – benvenuto un movimento sociale contro le politiche sicuritarie e contro il governo di Macron in generale. Come se questo movimento potesse essere il seguito di quelli del 2016 e del 2018 [il primo contro la legge sul lavoro e il secondo quello cosiddetto dei “gilet gialli”, ndt]. È a partire da questo contesto che sono proposte queste, parziali, considerazioni.” (dalla traduzione del testo apparsa sul sito www.quieora.ink)\r\n\r\n \r\n\r\nInnanzitutto, da dove vengono le istanze contro il green pass? Dire no al pass equivale dire no al vaccino? Cosa ci dicono le piazze francesi a questo proposito? \r\n\r\n \r\n\r\nC’è moltissima gente che ha partecipato alle manifestazioni contro il pass in particolare gente di sinistra e del giro della sinistra radicale, hanno sempre detto che manifestavano contro il pass e non contro il vaccino e che il problema è che si tratta di un dispositivo di controllo, un dispositivo di sorveglianza tecnologico in più che controlla la popolazione. Quindi è questo contro cui si combatte, ed è evidente che questo rende le manifestazioni piene di senso [contenuti] per le persone che hanno l’abitudine a scendere in piazza per questo genere di tematiche. Il problema è che la maggior parte delle persone che manifestano non sono vicine a questo tipo di argomenti e vediamo molto chiaramente nei cartelli, nei discorsi, negli slogan, che i manifestanti manifestano allo stesso modo contro il vaccino che contro il pass, e poi quello che vedo è che, certo, le personalità di sinistra, dicono “ma io sono vaccinato, e sono qui a manifestare perché è un attacco alla democrazia”, “manifesto contro il pass perchè difendo la democrazia, contro lo stato e la sua deriva autoritaria”, solo che il discorso generale è scivolato a un certo punto in una diffidenza verso il vaccino, è scivolato in propositi di scetticismo verso il covid, sul fatto che il vaccino potesse essere pericoloso ecc. Dunque, a mio avviso, la porosità tra il movimento antipass e il movimento antivax è davvero forte perché possiamo veramente fare una distinzione tra i due.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi possiamo dire che è veramente contro il vaccino? \r\n\r\n \r\n\r\nBisogna dire che c’è gente che fa davvero un discorso così, ma non sono assolutamente maggioritari e non si sentono molto perchè non sono loro che danno il ritmo alle manifestazioni, in Francia c’è un’associazione che si occupa di sorveglianza e tecnologie e loro per esempio tengono un discorso che verte esclusivamente sui dati sensibili, e sono componenti che vanno alle manifestazioni perchè pensano di poter sensibilizzare le persone su queste questioni di sorveglianza.. in ogni caso il contributo di questo testo vuole essere il fatto che per qualsiasi movimento che si voglia analizzare e interpretare non basta solamente vedere i discorsi piu evidenti ma anche a cosa si accompagnano, le pratiche, ecc. e quello che si è visto quest’estate, ed era molto chiaro, è che il movimento ha colpito i luoghi dove si fanno i test, vandalizzato i centri di vaccinazione, che se l’è presa con dei medici, ciò ha condotto a delle aggressioni ecc dunque non è un movimento che se l’è presa con i dispositivi di sorveglianza ma con i luoghi della cura, quindi questo indica come il movimento si inserisce nella tendenza antisanitaria che c’è dall’inizio della pandemia piuttosto che contro il pass .\r\n\r\n \r\n\r\nTu dici di non avere affinità (utilizzo questo termine nella sua accezione ordinaria nonostante ci sia anche un’accezione filosofica che hai elaborato nel tuo libro “Par affinités”) con questo movimento, ma tu puoi immaginare oggi un movimento che non abbia le caratteristiche che tu critichi (quindi il fatto di essere individualista e ultra liberal)? Leggendo il tuo testo alcuni potrebbero dire che assume una visione un po’ troppo romantica dei gilet gialli e che scada un po’ in un punto di vista classista. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli ultimi anni in Francia perlomeno ci sono stati dei movimenti che non hanno avuto del tutto queste caratteristiche che sia il movimento contro la loi travail del 2016 o contro la riforma delle pensioni nel 2020, entrambi erano dei movimenti popolari effettivamente contro il sistema capitalista, contro le dominazioni, mentre questo movimento non ha niente a che vedere con questi, ci sono persone che ci vedono una continuità con il movimento dei gj ma io penso che non sia così perchè i discorsi, le pratiche non sono per niente le stesse. E’ vero però che il movimento dei gj all’inizio era molto indeterminato (rispetto alle proprie rivendicazioni) ed è anche per questo motivo che all’inizio dell’estate molte persone dei giri di sinistra / antagonisti hanno partecipato alle mobilitazioni no pass proprio perchè erano eterogenee, per dargli una direzione, dopodichè verso la fine dell’estate ci sono stati molti gruppi che essendoci andati hanno scritto dei testi in cui dicono effettivamente no questo movimento è molto direzionato verso l’estrema destra perchè è la destra che ne detta gli slogan; è vero che il movimento dei gj all’inizio era molto eterogeneo e che infatti molte persone di sinistra non volevano andarci perchè dicevano che era un movimento pro jihadista, e che non avevano niente da fare lì dentro ma allo stesso tempo che stava succedendo qualcosa che aveva un impatto e una composizione popolare. Non voglio dire che il moviemnto dei gj non avesse contraddizioni perchè ci sono sempre stati gruppuscoli appartenenti alla destra o all’estrema destra, ma non erano loro che decidevano la traiettoria del movimento, per esempio se guardiamo alle pratiche, la violenza dei gj era direzionata verso i grandi centri del potere, contro i negozi di lusso degli champs elysee, contro i centri della finanza, contro il potere politico attraverso l’attacco ai monumenti e non si è mai scagliato contro un servizio pubblico, quindi questo dimostra che ci sta dietro una logica che va al di là dell’etoregeneità e l’orientamento delle persone.\r\n\r\n \r\n\r\nCi sono state altre esperienze di lotta dal basso durante la pandemia, che hanno tratti di solidarietà e comunità, o delle realtà che hanno tenuto insieme la critica al governo con la presa in carico della gestione sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nIn Francia il governo non ha mai ingaggiato delle vere e proprie politiche pubbliche per la tutela della salute delle persone, ha anche negato certi aspetti del virus, in certi periodi è stato molto scettico nei confronti del covid e questo ha causato una grande perdita di tempo e soprattutto ha causato ancora piu morti di quelli che ci sarebbero stati, quindi quello che ci saremmo potuti immaginare era l’esplosione di un movimento di opposizione al potere che di fronte a questo esigesse delle misure efficaci contro il virus ma rispetto a questo non ci sono state grandi piazze, ci sono state localmente iniziative qua e la, alcuni gruppi hanno portato avanti un discorso che partiva dal presupposto di come costruire un’autodifesa sanitaria, sapendo che per combattere il covid in una certa misura ha significato anche sottomettersi alle indicazioni del governo. Ciò che è successo in Francia è che c’è stata anche una grande confusione legata a una certa lettura di Foucault e di Agamben su una maniera di pensare la pandemia e la maniera di pensare a una risposta sanitaria alla pandemia che presupponeva che combattere il virus implicasse di sottomettersi a un potere statale autoritario, un biopotere, che significa controllo generale come se la pandemia fosse un pretesto per stabilire un controllo ovunque. E a partire da quel momento le persone tradizionalmente di sinistra o chi si riferisce a questi autori hanno avuto la tendenza a dire che le misure sanitarie fossero un atto dittatoriale, il fatto di obbedirvi era per forza un atto di sottomissione al potere, e ciò ha fatto sì che il margine per costruire delle lotte sociali fosse sempre limitato, che fossero delle lotte al tempo stesso contro il potere e contro il covid. Infatti, ciò che è successo quest’estate si inscrive in quello che è stato durante la pandemia un’opposizione al potere e soprattutto alle misure di protezione sanitaria, infatti le persone erano contro il lockdown, erano contro le mascherine, contro il vaccino, contro il pass. In questo senso l’aspetto della sorveglianza e della tecnologia ha permesso alle persone di sinistra di trovare un po di piu il proprio posto in questa dimensione seppur rimanesse marginale, perché nella contestazione al pass rimane l’idea che tutte le politiche sanitarie in Francia abbiano a che fare con il biopotere e che il governo dei medici (della scienza potremmo dire) è per forza antidemocratico.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi è possibile dividere l’aspetto governamentale e l’aspetto della sicurezza sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nSi certo per me è completamente separato, non hanno nulla a che vedere, in altri territori in Francia per esempio la questione si presenta completamente in maniera diversa, c’è per esempio un comune di estrema destra in cui sono state impedite tutte le forme di tutela sanitaria e che ha anche impedito alle persone di mettere in pratica delle forme di tutela individuali quindi è evidente come in questo genere di situazioni prendere delle misure sanitarie non significa assolutamente sottomettersi alle indicazioni di governo, è ciò che è successo in Messico in Chiapas quando il governo messicano ha pensato di non prendere alcuna forma di precauzione, lì hanno messo in pratica in maniera autonoma e autogestita le loro proprie misure contro il covid, questo per dire che esistono dei tentativi di prendere delle misure in maniera autonoma di autodifesa sanitaria per proteggersi contro il virus e contro un governo che nega il virus, e questo mostra molto bene che la giunzione che è stata fatta rileggendo Foucault sul rispettare le misure sanitarie e sottomettersi al potere statale non ha alcun senso, ma molte persone ci credono.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/intervista-valerie-gerard-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Ottobre 2021","2021-10-08 09:48:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-300x173.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-300x173.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-1024x590.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-768x442.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp-1536x885.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/no-gp.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","UN’ANALISI DELLE PIAZZE FRANCESI CONTRO IL GREEN PASS CON VALERIE GERARD",1633686538,[],[],{"post_content":144},{"matched_tokens":145,"snippet":146,"value":147},[96,86],"molto scettico nei confronti del \u003Cmark>covid\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> questo ha causato una grande","Riportiamo la traduzione dell’intervista fatta a Valerie Gérard, filosofa \u003Cmark>e\u003C/mark> attivista francese che ha scritto un testo dal titolo “Tracciare delle linee: considerazioni sulle mobilitazioni contro il pass sanitario in \u003Cmark>Francia.”\u003C/mark>\r\n \r\n\r\n“Dall’inizio delle manifestazioni contro il pass sanitario la questione \u003Cmark>è\u003C/mark> di nuovo cruciale \u003Cmark>e\u003C/mark> discussa, posta esplicitamente da quelli \u003Cmark>e\u003C/mark> quelle che da sinistra, cioè, per farla breve, dal campo dell’emancipazione, trovano – o vorrebbero poterlo fare – benvenuto un movimento sociale contro le politiche sicuritarie \u003Cmark>e\u003C/mark> contro il governo di Macron in generale. 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Dunque, a mio avviso, la porosità tra il movimento antipass \u003Cmark>e\u003C/mark> il movimento antivax \u003Cmark>è\u003C/mark> davvero forte perché possiamo veramente fare una distinzione tra i due.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi possiamo dire che \u003Cmark>è\u003C/mark> veramente contro il vaccino? \r\n\r\n \r\n\r\nBisogna dire che c’è gente che fa davvero un discorso così, ma non sono assolutamente maggioritari \u003Cmark>e\u003C/mark> non si sentono molto perchè non sono loro che danno il ritmo alle manifestazioni, in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> c’è un’associazione che si occupa di sorveglianza \u003Cmark>e\u003C/mark> tecnologie \u003Cmark>e\u003C/mark> loro per esempio tengono un discorso che verte esclusivamente sui dati sensibili, \u003Cmark>e\u003C/mark> sono componenti che vanno alle manifestazioni perchè pensano di poter sensibilizzare le persone su queste questioni di sorveglianza.. in ogni caso il contributo di questo testo vuole essere il fatto che per qualsiasi movimento che si voglia analizzare \u003Cmark>e\u003C/mark> interpretare non basta solamente vedere i discorsi piu evidenti ma anche a cosa si accompagnano, le pratiche, ecc. \u003Cmark>e\u003C/mark> quello che si \u003Cmark>è\u003C/mark> visto quest’estate, ed era molto chiaro, \u003Cmark>è\u003C/mark> che il movimento ha colpito i luoghi dove si fanno i test, vandalizzato i centri di vaccinazione, che se l’è presa con dei medici, ciò ha condotto a delle aggressioni ecc dunque non \u003Cmark>è\u003C/mark> un movimento che se l’è presa con i dispositivi di sorveglianza ma con i luoghi della cura, quindi questo indica come il movimento si inserisce nella tendenza antisanitaria che c’è dall’inizio della pandemia piuttosto che contro il pass .\r\n\r\n \r\n\r\nTu dici di non avere affinità (utilizzo questo termine nella sua accezione ordinaria nonostante ci sia anche un’accezione filosofica che hai elaborato nel tuo libro “Par affinités”) con questo movimento, ma tu puoi immaginare oggi un movimento che non abbia le caratteristiche che tu critichi (quindi il fatto di essere individualista \u003Cmark>e\u003C/mark> ultra liberal)? Leggendo il tuo testo alcuni potrebbero dire che assume una visione un po’ troppo romantica dei gilet gialli \u003Cmark>e\u003C/mark> che scada un po’ in un punto di vista classista. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli ultimi anni in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> perlomeno ci sono stati dei movimenti che non hanno avuto del tutto queste caratteristiche che sia il movimento contro la loi travail del 2016 o contro la riforma delle pensioni nel 2020, entrambi erano dei movimenti popolari effettivamente contro il sistema capitalista, contro le dominazioni, mentre questo movimento non ha niente a che vedere con questi, ci sono persone che ci vedono una continuità con il movimento dei gj ma io penso che non sia così perchè i discorsi, le pratiche non sono per niente le stesse. \u003Cmark>E’\u003C/mark> vero però che il movimento dei gj all’inizio era molto indeterminato (rispetto alle proprie rivendicazioni) ed \u003Cmark>è\u003C/mark> anche per questo motivo che all’inizio dell’estate molte persone dei giri di sinistra / antagonisti hanno partecipato alle mobilitazioni no pass proprio perchè erano eterogenee, per dargli una direzione, dopodichè verso la fine dell’estate ci sono stati molti gruppi che essendoci andati hanno scritto dei testi in cui dicono effettivamente no questo movimento \u003Cmark>è\u003C/mark> molto direzionato verso l’estrema destra perchè \u003Cmark>è\u003C/mark> la destra che ne detta gli slogan; \u003Cmark>è\u003C/mark> vero che il movimento dei gj all’inizio era molto eterogeneo \u003Cmark>e\u003C/mark> che infatti molte persone di sinistra non volevano andarci perchè dicevano che era un movimento pro jihadista, \u003Cmark>e\u003C/mark> che non avevano niente da fare lì dentro ma allo stesso tempo che stava succedendo qualcosa che aveva un impatto \u003Cmark>e\u003C/mark> una composizione popolare. Non voglio dire che il moviemnto dei gj non avesse contraddizioni perchè ci sono sempre stati gruppuscoli appartenenti alla destra o all’estrema destra, ma non erano loro che decidevano la traiettoria del movimento, per esempio se guardiamo alle pratiche, la violenza dei gj era direzionata verso i grandi centri del potere, contro i negozi di lusso degli champs elysee, contro i centri della finanza, contro il potere politico attraverso l’attacco ai monumenti \u003Cmark>e\u003C/mark> non si \u003Cmark>è\u003C/mark> mai scagliato contro un servizio pubblico, quindi questo dimostra che ci sta dietro una logica che va al di là dell’etoregeneità \u003Cmark>e\u003C/mark> l’orientamento delle persone.\r\n\r\n \r\n\r\nCi sono state altre esperienze di lotta dal basso durante la pandemia, che hanno tratti di solidarietà \u003Cmark>e\u003C/mark> comunità, o delle realtà che hanno tenuto insieme la critica al governo con la presa in carico della gestione sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nIn \u003Cmark>Francia\u003C/mark> il governo non ha mai ingaggiato delle vere \u003Cmark>e\u003C/mark> proprie politiche pubbliche per la tutela della salute delle persone, ha anche negato certi aspetti del virus, in certi periodi \u003Cmark>è\u003C/mark> stato molto scettico nei confronti del \u003Cmark>covid\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> questo ha causato una grande perdita di tempo \u003Cmark>e\u003C/mark> soprattutto ha causato ancora piu morti di quelli che ci sarebbero stati, quindi quello che ci saremmo potuti immaginare era l’esplosione di un movimento di opposizione al potere che di fronte a questo esigesse delle misure efficaci contro il virus ma rispetto a questo non ci sono state grandi piazze, ci sono state localmente iniziative qua \u003Cmark>e\u003C/mark> la, alcuni gruppi hanno portato avanti un discorso che partiva dal presupposto di come costruire un’autodifesa sanitaria, sapendo che per combattere il \u003Cmark>covid\u003C/mark> in una certa misura ha significato anche sottomettersi alle indicazioni del governo. Ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark> successo in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> \u003Cmark>è\u003C/mark> che c’è stata anche una grande confusione legata a una certa lettura di Foucault \u003Cmark>e\u003C/mark> di Agamben su una maniera di pensare la pandemia \u003Cmark>e\u003C/mark> la maniera di pensare a una risposta sanitaria alla pandemia che presupponeva che combattere il virus implicasse di sottomettersi a un potere statale autoritario, un biopotere, che significa controllo generale come se la pandemia fosse un pretesto per stabilire un controllo ovunque. \u003Cmark>E\u003C/mark> a partire da quel momento le persone tradizionalmente di sinistra o chi si riferisce a questi autori hanno avuto la tendenza a dire che le misure sanitarie fossero un atto dittatoriale, il fatto di obbedirvi era per forza un atto di sottomissione al potere, \u003Cmark>e\u003C/mark> ciò ha fatto sì che il margine per costruire delle lotte sociali fosse sempre limitato, che fossero delle lotte al tempo stesso contro il potere \u003Cmark>e\u003C/mark> contro il \u003Cmark>covid\u003C/mark>. Infatti, ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark> successo quest’estate si inscrive in quello che \u003Cmark>è\u003C/mark> stato durante la pandemia un’opposizione al potere \u003Cmark>e\u003C/mark> soprattutto alle misure di protezione sanitaria, infatti le persone erano contro il lockdown, erano contro le mascherine, contro il vaccino, contro il pass. In questo senso l’aspetto della sorveglianza \u003Cmark>e\u003C/mark> della tecnologia ha permesso alle persone di sinistra di trovare un po di piu il proprio posto in questa dimensione seppur rimanesse marginale, perché nella contestazione al pass rimane l’idea che tutte le politiche sanitarie in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> abbiano a che fare con il biopotere \u003Cmark>e\u003C/mark> che il governo dei medici (della scienza potremmo dire) \u003Cmark>è\u003C/mark> per forza antidemocratico.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi \u003Cmark>è\u003C/mark> possibile dividere l’aspetto governamentale \u003Cmark>e\u003C/mark> l’aspetto della sicurezza sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nSi certo per me \u003Cmark>è\u003C/mark> completamente separato, non hanno nulla a che vedere, in altri territori in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> per esempio la questione si presenta completamente in maniera diversa, c’è per esempio un comune di estrema destra in cui sono state impedite tutte le forme di tutela sanitaria \u003Cmark>e\u003C/mark> che ha anche impedito alle persone di mettere in pratica delle forme di tutela individuali quindi \u003Cmark>è\u003C/mark> evidente come in questo genere di situazioni prendere delle misure sanitarie non significa assolutamente sottomettersi alle indicazioni di governo, \u003Cmark>è\u003C/mark> ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark> successo in Messico in Chiapas quando il governo messicano ha pensato di non prendere alcuna forma di precauzione, lì hanno messo in pratica in maniera autonoma \u003Cmark>e\u003C/mark> autogestita le loro proprie misure contro il \u003Cmark>covid\u003C/mark>, questo per dire che esistono dei tentativi di prendere delle misure in maniera autonoma di autodifesa sanitaria per proteggersi contro il virus \u003Cmark>e\u003C/mark> contro un governo che nega il virus, \u003Cmark>e\u003C/mark> questo mostra molto bene che la giunzione che \u003Cmark>è\u003C/mark> stata fatta rileggendo Foucault sul rispettare le misure sanitarie \u003Cmark>e\u003C/mark> sottomettersi al potere statale non ha alcun senso, ma molte persone ci credono.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/intervista-valerie-gerard-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[149],{"field":116,"matched_tokens":150,"snippet":146,"value":147},[96,86],1733921019837546500,{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":155,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2216192835584",14,"1733921019837546609",{"document":157,"highlight":176,"highlights":182,"text_match":151,"text_match_info":185},{"cat_link":158,"category":159,"comment_count":47,"id":160,"is_sticky":47,"permalink":161,"post_author":50,"post_content":162,"post_date":163,"post_excerpt":53,"post_id":160,"post_modified":164,"post_thumbnail":165,"post_thumbnail_html":166,"post_title":167,"post_type":58,"sort_by_date":168,"tag_links":169,"tags":173},[44],[46],"58037","http://radioblackout.org/2020/04/microfoni-aperti-da-torino-zona-rossa/","come campi se non hai un lavoro?\r\ne se lavori sei protett*?\r\nla casa e' davvero un posto sicuro per tutt*?\r\ne chi una casa non ce l'ha?\r\ncosa succede nelle carceri e nei cpr?\r\nperche' la sanita' privata continua a lucrare?\r\nda questo stato d'emergenza si tornera' indietro?\r\n\r\nrompi l'isolamento!\r\n\r\nchiamaci allo 011 249 5669\r\nmandaci un vocale al 346 667 3263\r\n\r\nDi seguito alcuni degli interventi raccolti in questi giorni.\r\n\r\nZona Rossa giorno #25\r\n\r\nIn una puntata quasi interamente dedicata allo sciopero degli affitti, abbiamo sentito Prendocasa Torino, collettivo per il diritto all'abitare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/prendocasa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nZona Rossa giorno #24\r\n\r\nTornando a parlare di dipendenza, riduzione del danno e Covid 19 oggi abbiamo sentito Alessio, presidente di ItanPud\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessioitanpud.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #18\r\n\r\nAbbiamo parlato con Marcello dell'associazione Nazione Rom della situazione della popolazione sinti a fronte dell'epidemia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/campi-rom-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAnche la Francia è in lockdown dal 16 marzo. Come il governo ha presentato le misure? Come ha reagito la popolazione, con alle spalle due anni di esperienze di lotta nei gilet gialli?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/diretta-francia-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #17\r\n\r\nContinuando a riflettere su come vanno le cose per gli ultimi, i dimenticati, gli esclusi della società, un interessante chiacchierata con Lorenzo Camoletto del Gruppo Abele: com'è la situazione dei drop in? e dei Seri? come stanno affrontando la situazione le persone con dipendenze e senza fissa dimora?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Lorenzocamoletto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE nel carcere delle Vallette le cose come stanno andando? ne abbiamo parlato con Luca Abbà\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lucaabbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #15\r\n\r\nPrendendo spunto dall'articolo \"Coronavirus in Africa: cosa rischiano i debitori della Cina\", dove si sostiene che \"l’epidemia del coronavirus in Africa non solo potrebbe rivelarsi tragica considerando l’ampia densità di popolazione e povertà del continente, ma per altro verso richiedere gli aiuti internazionali potrebbe ridurre alcune regioni profondamente indebitate a diventare ufficialmente colonie asiatiche: è proprio il caso del Kenya e dell’Etiopia, tra i maggiori creditori della Cina\", abbiamo cercato di avere uno sguardo su cosa sta accadendo nel continente africano, dove è in corso un pericoloso aumento dei contagi, specialmente in Sudafrica.\r\nAscolta una prima testimonianza dal Rwanda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-24-at-12.46.17-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #11\r\n\r\nNonostante le scuole siano chiuse, la didattica prosegue e gli/le insegnanti continuano a lavorare. C'è, però, chi non ce la fa più a stare dietro alle forme telematiche della didattica ai tempi del Coronavirus. A tutto questo, si aggiunge il problema della retribuzione. La testimonianza di un'insegnante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/audio-insegnante.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE chi una cosa non ce l'ha? La testimonianza di alcune lavoratrici dei dormitori di Torino:\r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.15.57.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.16.10.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nI rider di Torino interrompono la loro attività lavorativa per portare del cibo a chi è senza casa. Ne abbiamo parlato con una rider:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nStriscioni per la libertà è un'iniziativa nata all'interno dell'Edera Squat. L'invito è quello di appendere fuori dai balconi uno striscione di solidarietà con tutti i detenuti e le detenute. Ne abbiamo parlato con un compagno dell'Edera Squat:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/edera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNon andrà tutto bene. E' il titolo di un articolo che racconta la diffusione del virus e del suo legame con inquinamento, abbassamento delle difese immunitarie, iperurbanizzazione, deforestazione e altri aspetti legati allo sfruttamento intensivo della terra. Ascolta la diretta con l'autore Gianluca Garetti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/intervista-andrà-male.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #10\r\n\r\n#stattaccuort - aggiornamenti da quel di Napoli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\ne di conseguenza un contributo molto ispirato sul piano esistenziale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_giorgio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl punto sulla situazione dei contadini con la stretta su mercati e vendita al dettaglio contenuta negli ultimi decreti. Un momento di estrema difficoltà da parte di allevatori e agricoltori incastrati tra l'impossibilità di fermarsi davanti al naturale proseguo dei cicli stagionali e la prospettiva di non guadagnare alcunché per un periodo ancora indefinito, nell'attuale silenzio delle istituzioni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Garbarino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE dalla tragica situazione della sanità milanese una testimonianza di un'operatrice, vieppiù infervorata in un climax di rabbia e indignazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_sanità_milanese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #9\r\n\r\nNel giorno in cui il governatore Fontana minaccia di diventare aggressivo (sic) e di vietare le uscite all'aperto, tracciando gli spostamenti dei residenti in Lombardia attraverso i cellulari, non si scorgono segnali di miglioramento complessivo nel paziente Italia. Ma le conseguenze socio economiche del coronavirus si stanno propagando per l'Europa. Di seguito la testimonianza di un ascoltatore da Amsterdam, dove, oltre alle code davanti ai coffeeshop, il crudo sapore di darwinismo sociale olandese comincia a filtrare, sia attraverso voci degli stessi politici, sia dalle drastiche misure adottate in questi giorni da KLM che sta licenziando migliaia di dipendenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/olandese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAnche la situazione nelle carceri a livello europeo seguire l'andamento del propagarsi virale: La scorsa settimana le rivolte in Italia, di questa settimana invece le notizie dei primi contagi e il propagarsi dell'incertezza per la condizione dei detenuti. La Spagna e la Francia stanno per raggiungerci in questa triste escalation, come raccontano queste testimonianze di Radio Onda d'urto.\r\n\r\nNel rapido scomparire di tutele e diritti per tutti, che ne sarà, ad esempio dei tossicodipendenti? Tra algebra del bisogno e carenze strutturali, dovrà pur esistere una forma di mediazione che tenga in qualche modo conto di queste persone, che in Italia sono tante. Oppure le lasceremo morire, smantellando gli ultimi pezzi di questo già precario apparato? In che modo anni di leggi liberticide in materia di droghe hanno contribuito a corrodere alla base qualunque possibile alternativa alla detenzione di migliaia di persone con dipendenze, atomizzando nelle già sovraffollate carceri una popolazione bisognosa, con le conseguenze che stiamo vedendo? Ne abbiamo parlato con una operatrice del settore\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operatrice_sert.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Torino le richieste delle associazioni sono state in qualche modo accolte e i dormitori sono aperti, ma il personale di diverse altre strutture sembra non avere ancora tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza. Le tutele lavorative per gli operatori sono scarse, con orizzonti prossimi di cassa integrazione, le mascherine scarseggiano e l'incertezza sui protocolli da seguire sembra essere piuttosto diffusa, causata dal caos continuo di nuove disposizioni. Ma lo sguardo è rivolto necessariamente anche agli utenti di questi servizi. Ne abbiamo parlato con una operatrice di comunità per disabili medio gravi, dove la fragile condizione dell'utenza è aggravata dalla quarantena forzata e dal continuo rincorrersi dei cambiamenti legislativi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lalla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine abbiamo gettato uno sguardo a scenari economici, discutendo con un redattore della radio di attualità legata agli operatori del settore ma anche di futuri possibili e inesorabili ricadute su tutti noi. Compresa la possibile fine del denaro contante.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operaorefinanziario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #8\r\n\r\nControllo e repressione si fanno sempre più asfissianti a Torino, arrivando nei cortili dei palazzi, fino alle porte di casa. La municipale inizia ad entrare nei condomini per controllare residenze e domicili.\r\nAscolta una testimonianza arrivata ai nostri microfoni questo pomeriggio dal quartiere Aurora:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Retata-Via-Aosta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMancano le mascherine, scatta la protesta spontanea. Dalle 6 di questa mattina al Carrefour h24 di corso Montecucco, uno dei più grandi nella zona ovest di Torino, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia rifiutandosi di iniziare il turno. Sono poi spuntate delle mascherine e lo sciopero è rientrato, ma per chi protesta i problemi non sono certo risolti: \"Che senso ha ora tenere aperto la notte - dicono - riduciamo gli orari e riduciamo le occasioni di contagio. Noi stiamo sempre aperti. Carrefour persegue solo il profitto e il business in questo momento?\". Il supermercato è uno dei primi ad aver avviato l'apertura totale in città.\r\nDalla GDO alla logistica, continuano a moltiplicarsi le mobilitazioni spontanee di chi è sfruttato: vicino a Piacenza è infatti in corso uno sciopero nel megahub Amazon di Castel San Giovanni, per l'assenza di misure di sicurezza per chi è costretto a lavorare. Sono 1.100 i dipendenti che si sono fermati .\r\nAscolta un commento a caldo di Stefano della CUB Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stefcub.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl decreto \"Cura Italia\" approvato ieri ha stanziato 85 milioni per agevolare le scuole nel dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali per la didattica a distanza, una modalità di organizzazione dell'istruzione pubblica intrinsecamente classista e attorno a cui ruota un florido business per i giganti privati del digitale.\r\nAscolta la testimonianza di una professoressa, che ha sollevato le criticità della scuola telematica....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ConsiderazioniScuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e quella di due studenti torinesi, che questa emergenza non la vogliono pagare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scuola-studente.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Paolo-Gobetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #7\r\n\r\n#stagaloeucc - aggiornamenti da quel di Milano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stagaloch2-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #6\r\n\r\nAscolta la testimonianza di Luca, NOTAV, detenuto semilibero al carcere delle Vallette di Torino, dove ai tempi del virus la semilibertà è sempre meno libera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Luca-Abbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe la tecnologia potesse proteggerti da una pandemia, la useresti? Dovrebbe prendere ogni tipo di tua informazione personale: il tuo nome, i tuoi contatti, le informazioni demografiche, ma potrebbe tenerti \"al sicuro\". Ai tempi di Covid-19 questa è una domanda a cui in diversi territori si sta rispondendo - con l'imposizione autoritaria o con il \"libero\" consenso democratico - attraverso la diffusione di dispositivi tecnologici propri di un capitalismo della sorveglianza. Dalla Cina, alla Corea del Sud, a Seul, passando per il Canada, fino all'Italia, dove gli scenari sono tutt'altro che rassicuranti: quali sono le implicazioni future di queste tecnologie?\r\nNe abbiamo parlato con un redattore di Stakka Stakka:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianz-19-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #5\r\n\r\nPer molte donne e persone lgbtqia* #stareacasa non è qualcosa di minimamente rassicurante. Lo spazio domestico per molte e molti è un luogo di violenza. A causa dei decreti restrittivi, inoltre, i centri anti-violenza faticano a portare avanti la loro attività, esacerbando di fatto l'isolamento di chi si trova rinchiuso tra le insicure mura domestiche suo malgrado.\r\nA questo si aggiunge il fatto che con la zona rossa sta aumentando in maniera esponenziale il carico del lavoro di cura, che ricade quasi esclusivamente sulla componente femminile delle famiglie. Se questa era la situazione ordinaria, le persone in situazioni di violenza domestica in questi giorni stanno vedendo un enorme peggioramento della propria condizione di vita.\r\nAscolta la diretta con Chiara:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/violenza-domestica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn intervento di Fabio dei SolCobas sugli scioperi spontanei di questi giorni e sulle prospettive di lotta nel mondo del lavoro, dove alla questione sicurezza sanitaria si somma la questione salariale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solcobas-milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #4\r\n\r\nTiziano del CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario illustra le carenze intrinseche al nuovo decreto previsto per la giornata di domani, sabato 14 marzo, rispetto ai possibili ammortizzatori sociali ipotizzati dal governo che come era prevedibile non riusciranno a coprire tutte le categorie lavorative e a garantire quel minimo di sostegno economico in questo momento di totale instabilità. Per approfondire: \"Che cos'è il reddito di quarantena?\"\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/red40na.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nVoci da Genova. Con un compagno proviamo a delineare una panoramica della situazione del mondo del lavoro nel capoluogo ligure in queste concitate giornate. Dalla logistica ai portuali, tra manifestazioni spontanee, autorganizzate, chiamate dei sindacati di base e richieste di sanificazione degli impianti, non manca chi continua a opporsi all'indifferenza di aziende e istituzioni rivendicando maggiore sicurezza sul posto di lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scioperi-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #3\r\n\r\nMarco Meotto, professore di filosofia torinese, ha scritto un articolo su Doppiozero, interessante perché ha focalizzato alcuni problemi correlati al covid19 nel senso della spinta a accelerare la diffusione dell'e-learning da parte del mondo affaristico e del profitto privato in previsione di mantenere alla fine della emergenza le posizioni conquistate da sistemi che possono ledere la funzione docente e l'apprendimento fondato sulla normale relazione docente/discente... le sue considerazioni ci hanno condotto lontano spaziando dall'istruzione dei disabili al capovolgimento del concetto della scuola dell'inclusione che ha informato finora i criteri della formazione democratica, esautorando i protagonisti e accentuando le figure autoritarie, a cui è demandata la scelta di strumenti informatici che potranno così trattare dati sensibili in grandi quantità:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/meotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna voce da Lesvos, isola di detenzione, dove migliaia di persone vengono quotidianamente lasciate morire da uno stato razzista e classista. Le condizioni sanitarie di chi vive intrappolato alle porte delle fortezza Europa sono indecenti, mentre sull'isola è stato appena dichiarato il primo caso di Coronavirus, che potrebbe conseguentemente produrre un'ecatombe tra tutta quella umanità che stato e capitale considerano in eccesso. Ascolta la diretta con Nikos, compagno che vive a Lesvos:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lesvos.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #2\r\n\r\nAscolta il contributo di un rider su cui si è abbattuta l'emergenza Coronavirus....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...e di un lavoratore di una comunità di assistenza per disabili:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/comunità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi fatto un primo punto della situazione con un compagno cuoco per quanto riguarda il comparto lavorativo della ristorazione torinese ai tempi del covid19, laddove alla già diffusa precarietà si aggiunge adesso l'assenza di salario e di reddito, così come il rischio o la realtà della perdita del lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ristorazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo dello spettacolo, dove la chiusura di teatri, cinema e tutti i luoghi di cultura ha portato a lasciare in strada migliaia di lavoratrici e lavoratori, già di per sé soggetti a lavoro nero, intermittente, contratti a chiamata e precarietà estrema. Alcuni di loro in diverse città si stanno organizzando per richiedere un \"reddito di quarantena\", ovvero un fondo che garantisca continuità salariale a chi è costretto all'inattività. Un lavoratore ci dà il suo punto di vista rispetto alla situazione torinese:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/spettacolo.mp3\"][/audio]","3 Aprile 2020","2020-04-04 10:10:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-200x110.png","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-212x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-212x300.png 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-724x1024.png 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-768x1086.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-1086x1536.png 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6-1448x2048.png 1448w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/o-6.png 1587w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Microfoni aperti dalla zona rossa (in continuo aggiornamento)",1585931445,[170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/coronavirus/","http://radioblackout.org/tag/microfoni-aperti/","http://radioblackout.org/tag/zona-rossa/",[174,175,18],"coronavirus","microfoni aperti",{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":180,"value":181},[86,179],"Covid","di dipendenza, riduzione del danno \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Covid\u003C/mark> 19 oggi abbiamo sentito Alessio,","come campi se non hai un lavoro?\r\n\u003Cmark>e\u003C/mark> se lavori sei protett*?\r\nla casa \u003Cmark>e\u003C/mark>' davvero un posto sicuro per tutt*?\r\n\u003Cmark>e\u003C/mark> chi una casa non ce l'ha?\r\ncosa succede nelle carceri \u003Cmark>e\u003C/mark> nei cpr?\r\nperche' la sanita' privata continua a lucrare?\r\nda questo stato d'emergenza si tornera' indietro?\r\n\r\nrompi l'isolamento!\r\n\r\nchiamaci allo 011 249 5669\r\nmandaci un vocale al 346 667 3263\r\n\r\nDi seguito alcuni degli interventi raccolti in questi giorni.\r\n\r\nZona Rossa giorno #25\r\n\r\nIn una puntata quasi interamente dedicata allo sciopero degli affitti, abbiamo sentito Prendocasa Torino, collettivo per il diritto all'abitare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/prendocasa.mp3\"][/audio]\r\n\r\nZona Rossa giorno #24\r\n\r\nTornando a parlare di dipendenza, riduzione del danno \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Covid\u003C/mark> 19 oggi abbiamo sentito Alessio, presidente di ItanPud\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessioitanpud.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #18\r\n\r\nAbbiamo parlato con Marcello dell'associazione Nazione Rom della situazione della popolazione sinti a fronte dell'epidemia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/campi-rom-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAnche la \u003Cmark>Francia\u003C/mark> \u003Cmark>è\u003C/mark> in lockdown dal 16 marzo. Come il governo ha presentato le misure? Come ha reagito la popolazione, con alle spalle due anni di esperienze di lotta nei gilet gialli?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/diretta-francia-covid19.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #17\r\n\r\nContinuando a riflettere su come vanno le cose per gli ultimi, i dimenticati, gli esclusi della società, un interessante chiacchierata con Lorenzo Camoletto del Gruppo Abele: com'è la situazione dei drop in? \u003Cmark>e\u003C/mark> dei Seri? come stanno affrontando la situazione le persone con dipendenze \u003Cmark>e\u003C/mark> senza fissa dimora?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Lorenzocamoletto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> nel carcere delle Vallette le cose come stanno andando? ne abbiamo parlato con Luca Abbà\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lucaabbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #15\r\n\r\nPrendendo spunto dall'articolo \"Coronavirus in Africa: cosa rischiano i debitori della Cina\", dove si sostiene che \"l’epidemia del coronavirus in Africa non solo potrebbe rivelarsi tragica considerando l’ampia densità di popolazione \u003Cmark>e\u003C/mark> povertà del continente, ma per altro verso richiedere gli aiuti internazionali potrebbe ridurre alcune regioni profondamente indebitate a diventare ufficialmente colonie asiatiche: \u003Cmark>è\u003C/mark> proprio il caso del Kenya \u003Cmark>e\u003C/mark> dell’Etiopia, tra i maggiori creditori della Cina\", abbiamo cercato di avere uno sguardo su cosa sta accadendo nel continente africano, dove \u003Cmark>è\u003C/mark> in corso un pericoloso aumento dei contagi, specialmente in Sudafrica.\r\nAscolta una prima testimonianza dal Rwanda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-24-at-12.46.17-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #11\r\n\r\nNonostante le scuole siano chiuse, la didattica prosegue \u003Cmark>e\u003C/mark> gli/le insegnanti continuano a lavorare. C'è, però, chi non ce la fa più a stare dietro alle forme telematiche della didattica ai tempi del Coronavirus. A tutto questo, si aggiunge il problema della retribuzione. La testimonianza di un'insegnante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/audio-insegnante.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> chi una cosa non ce l'ha? La testimonianza di alcune lavoratrici dei dormitori di Torino:\r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.15.57.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/WhatsApp-Audio-2020-03-21-at-15.16.10.ogg\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nI rider di Torino interrompono la loro attività lavorativa per portare del cibo a chi \u003Cmark>è\u003C/mark> senza casa. Ne abbiamo parlato con una rider:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nStriscioni per la libertà \u003Cmark>è\u003C/mark> un'iniziativa nata all'interno dell'Edera Squat. L'invito \u003Cmark>è\u003C/mark> quello di appendere fuori dai balconi uno striscione di solidarietà con tutti i detenuti \u003Cmark>e\u003C/mark> le detenute. Ne abbiamo parlato con un compagno dell'Edera Squat:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/edera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNon andrà tutto bene. \u003Cmark>E\u003C/mark>' il titolo di un articolo che racconta la diffusione del virus \u003Cmark>e\u003C/mark> del suo legame con inquinamento, abbassamento delle difese immunitarie, iperurbanizzazione, deforestazione \u003Cmark>e\u003C/mark> altri aspetti legati allo sfruttamento intensivo della terra. Ascolta la diretta con l'autore Gianluca Garetti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/intervista-andrà-male.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #10\r\n\r\n#stattaccuort - aggiornamenti da quel di Napoli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/alessio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>e\u003C/mark> di conseguenza un contributo molto ispirato sul piano esistenziale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_giorgio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl punto sulla situazione dei contadini con la stretta su mercati \u003Cmark>e\u003C/mark> vendita al dettaglio contenuta negli ultimi decreti. Un momento di estrema difficoltà da parte di allevatori \u003Cmark>e\u003C/mark> agricoltori incastrati tra l'impossibilità di fermarsi davanti al naturale proseguo dei cicli stagionali \u003Cmark>e\u003C/mark> la prospettiva di non guadagnare alcunché per un periodo ancora indefinito, nell'attuale silenzio delle istituzioni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Garbarino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> dalla tragica situazione della sanità milanese una testimonianza di un'operatrice, vieppiù infervorata in un climax di rabbia \u003Cmark>e\u003C/mark> indignazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_19_sanità_milanese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #9\r\n\r\nNel giorno in cui il governatore Fontana minaccia di diventare aggressivo (sic) \u003Cmark>e\u003C/mark> di vietare le uscite all'aperto, tracciando gli spostamenti dei residenti in Lombardia attraverso i cellulari, non si scorgono segnali di miglioramento complessivo nel paziente Italia. Ma le conseguenze socio economiche del coronavirus si stanno propagando per l'Europa. Di seguito la testimonianza di un ascoltatore da Amsterdam, dove, oltre alle code davanti ai coffeeshop, il crudo sapore di darwinismo sociale olandese comincia a filtrare, sia attraverso voci degli stessi politici, sia dalle drastiche misure adottate in questi giorni da KLM che sta licenziando migliaia di dipendenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/olandese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAnche la situazione nelle carceri a livello europeo seguire l'andamento del propagarsi virale: La scorsa settimana le rivolte in Italia, di questa settimana invece le notizie dei primi contagi \u003Cmark>e\u003C/mark> il propagarsi dell'incertezza per la condizione dei detenuti. La Spagna \u003Cmark>e\u003C/mark> la \u003Cmark>Francia\u003C/mark> stanno per raggiungerci in questa triste escalation, come raccontano queste testimonianze di Radio Onda d'urto.\r\n\r\nNel rapido scomparire di tutele \u003Cmark>e\u003C/mark> diritti per tutti, che ne sarà, ad esempio dei tossicodipendenti? Tra algebra del bisogno \u003Cmark>e\u003C/mark> carenze strutturali, dovrà pur esistere una forma di mediazione che tenga in qualche modo conto di queste persone, che in Italia sono tante. Oppure le lasceremo morire, smantellando gli ultimi pezzi di questo già precario apparato? In che modo anni di leggi liberticide in materia di droghe hanno contribuito a corrodere alla base qualunque possibile alternativa alla detenzione di migliaia di persone con dipendenze, atomizzando nelle già sovraffollate carceri una popolazione bisognosa, con le conseguenze che stiamo vedendo? Ne abbiamo parlato con una operatrice del settore\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operatrice_sert.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Torino le richieste delle associazioni sono state in qualche modo accolte \u003Cmark>e\u003C/mark> i dormitori sono aperti, ma il personale di diverse altre strutture sembra non avere ancora tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza. Le tutele lavorative per gli operatori sono scarse, con orizzonti prossimi di cassa integrazione, le mascherine scarseggiano \u003Cmark>e\u003C/mark> l'incertezza sui protocolli da seguire sembra essere piuttosto diffusa, causata dal caos continuo di nuove disposizioni. Ma lo sguardo \u003Cmark>è\u003C/mark> rivolto necessariamente anche agli utenti di questi servizi. Ne abbiamo parlato con una operatrice di comunità per disabili medio gravi, dove la fragile condizione dell'utenza \u003Cmark>è\u003C/mark> aggravata dalla quarantena forzata \u003Cmark>e\u003C/mark> dal continuo rincorrersi dei cambiamenti legislativi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lalla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine abbiamo gettato uno sguardo a scenari economici, discutendo con un redattore della radio di attualità legata agli operatori del settore ma anche di futuri possibili \u003Cmark>e\u003C/mark> inesorabili ricadute su tutti noi. Compresa la possibile fine del denaro contante.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/operaorefinanziario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #8\r\n\r\nControllo \u003Cmark>e\u003C/mark> repressione si fanno sempre più asfissianti a Torino, arrivando nei cortili dei palazzi, fino alle porte di casa. La municipale inizia ad entrare nei condomini per controllare residenze \u003Cmark>e\u003C/mark> domicili.\r\nAscolta una testimonianza arrivata ai nostri microfoni questo pomeriggio dal quartiere Aurora:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Retata-Via-Aosta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMancano le mascherine, scatta la protesta spontanea. Dalle 6 di questa mattina al Carrefour h24 di corso Montecucco, uno dei più grandi nella zona ovest di Torino, le lavoratrici \u003Cmark>e\u003C/mark> i lavoratori hanno incrociato le braccia rifiutandosi di iniziare il turno. Sono poi spuntate delle mascherine \u003Cmark>e\u003C/mark> lo sciopero \u003Cmark>è\u003C/mark> rientrato, ma per chi protesta i problemi non sono certo risolti: \"Che senso ha ora tenere aperto la notte - dicono - riduciamo gli orari \u003Cmark>e\u003C/mark> riduciamo le occasioni di contagio. Noi stiamo sempre aperti. Carrefour persegue solo il profitto \u003Cmark>e\u003C/mark> il business in questo momento?\". Il supermercato \u003Cmark>è\u003C/mark> uno dei primi ad aver avviato l'apertura totale in città.\r\nDalla GDO alla logistica, continuano a moltiplicarsi le mobilitazioni spontanee di chi \u003Cmark>è\u003C/mark> sfruttato: vicino a Piacenza \u003Cmark>è\u003C/mark> infatti in corso uno sciopero nel megahub Amazon di Castel San Giovanni, per l'assenza di misure di sicurezza per chi \u003Cmark>è\u003C/mark> costretto a lavorare. Sono 1.100 i dipendenti che si sono fermati .\r\nAscolta un commento a caldo di Stefano della CUB Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stefcub.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl decreto \"Cura Italia\" approvato ieri ha stanziato 85 milioni per agevolare le scuole nel dotarsi di piattaforme \u003Cmark>e\u003C/mark> di strumenti digitali per la didattica a distanza, una modalità di organizzazione dell'istruzione pubblica intrinsecamente classista \u003Cmark>e\u003C/mark> attorno a cui ruota un florido business per i giganti privati del digitale.\r\nAscolta la testimonianza di una professoressa, che ha sollevato le criticità della scuola telematica....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ConsiderazioniScuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...\u003Cmark>e\u003C/mark> quella di due studenti torinesi, che questa emergenza non la vogliono pagare:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scuola-studente.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Paolo-Gobetti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #7\r\n\r\n#stagaloeucc - aggiornamenti da quel di Milano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stagaloch2-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #6\r\n\r\nAscolta la testimonianza di Luca, NOTAV, detenuto semilibero al carcere delle Vallette di Torino, dove ai tempi del virus la semilibertà \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre meno libera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Luca-Abbà.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe la tecnologia potesse proteggerti da una pandemia, la useresti? Dovrebbe prendere ogni tipo di tua informazione personale: il tuo nome, i tuoi contatti, le informazioni demografiche, ma potrebbe tenerti \"al sicuro\". Ai tempi di \u003Cmark>Covid\u003C/mark>-19 questa \u003Cmark>è\u003C/mark> una domanda a cui in diversi territori si sta rispondendo - con l'imposizione autoritaria o con il \"libero\" consenso democratico - attraverso la diffusione di dispositivi tecnologici propri di un capitalismo della sorveglianza. Dalla Cina, alla Corea del Sud, a Seul, passando per il Canada, fino all'Italia, dove gli scenari sono tutt'altro che rassicuranti: quali sono le implicazioni future di queste tecnologie?\r\nNe abbiamo parlato con un redattore di Stakka Stakka:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianz-19-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #5\r\n\r\nPer molte donne \u003Cmark>e\u003C/mark> persone lgbtqia* #stareacasa non \u003Cmark>è\u003C/mark> qualcosa di minimamente rassicurante. Lo spazio domestico per molte \u003Cmark>e\u003C/mark> molti \u003Cmark>è\u003C/mark> un luogo di violenza. A causa dei decreti restrittivi, inoltre, i centri anti-violenza faticano a portare avanti la loro attività, esacerbando di fatto l'isolamento di chi si trova rinchiuso tra le insicure mura domestiche suo malgrado.\r\nA questo si aggiunge il fatto che con la zona rossa sta aumentando in maniera esponenziale il carico del lavoro di cura, che ricade quasi esclusivamente sulla componente femminile delle famiglie. Se questa era la situazione ordinaria, le persone in situazioni di violenza domestica in questi giorni stanno vedendo un enorme peggioramento della propria condizione di vita.\r\nAscolta la diretta con Chiara:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/violenza-domestica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn intervento di Fabio dei SolCobas sugli scioperi spontanei di questi giorni \u003Cmark>e\u003C/mark> sulle prospettive di lotta nel mondo del lavoro, dove alla questione sicurezza sanitaria si somma la questione salariale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solcobas-milano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #4\r\n\r\nTiziano del CLAP – Camere del Lavoro Autonomo \u003Cmark>e\u003C/mark> Precario illustra le carenze intrinseche al nuovo decreto previsto per la giornata di domani, sabato 14 marzo, rispetto ai possibili ammortizzatori sociali ipotizzati dal governo che come era prevedibile non riusciranno a coprire tutte le categorie lavorative \u003Cmark>e\u003C/mark> a garantire quel minimo di sostegno economico in questo momento di totale instabilità. Per approfondire: \"Che cos'è il reddito di quarantena?\"\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/red40na.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nVoci da Genova. Con un compagno proviamo a delineare una panoramica della situazione del mondo del lavoro nel capoluogo ligure in queste concitate giornate. Dalla logistica ai portuali, tra manifestazioni spontanee, autorganizzate, chiamate dei sindacati di base \u003Cmark>e\u003C/mark> richieste di sanificazione degli impianti, non manca chi continua a opporsi all'indifferenza di aziende \u003Cmark>e\u003C/mark> istituzioni rivendicando maggiore sicurezza sul posto di lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/scioperi-genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #3\r\n\r\nMarco Meotto, professore di filosofia torinese, ha scritto un articolo su Doppiozero, interessante perché ha focalizzato alcuni problemi correlati al \u003Cmark>covid\u003C/mark>19 nel senso della spinta a accelerare la diffusione dell'e-learning da parte del mondo affaristico \u003Cmark>e\u003C/mark> del profitto privato in previsione di mantenere alla fine della emergenza le posizioni conquistate da sistemi che possono ledere la funzione docente \u003Cmark>e\u003C/mark> l'apprendimento fondato sulla normale relazione docente/discente... le sue considerazioni ci hanno condotto lontano spaziando dall'istruzione dei disabili al capovolgimento del concetto della scuola dell'inclusione che ha informato finora i criteri della formazione democratica, esautorando i protagonisti \u003Cmark>e\u003C/mark> accentuando le figure autoritarie, a cui \u003Cmark>è\u003C/mark> demandata la scelta di strumenti informatici che potranno così trattare dati sensibili in grandi quantità:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/meotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUna voce da Lesvos, isola di detenzione, dove migliaia di persone vengono quotidianamente lasciate morire da uno stato razzista \u003Cmark>e\u003C/mark> classista. Le condizioni sanitarie di chi vive intrappolato alle porte delle fortezza Europa sono indecenti, mentre sull'isola \u003Cmark>è\u003C/mark> stato appena dichiarato il primo caso di Coronavirus, che potrebbe conseguentemente produrre un'ecatombe tra tutta quella umanità che stato \u003Cmark>e\u003C/mark> capitale considerano in eccesso. Ascolta la diretta con Nikos, compagno che vive a Lesvos:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/lesvos.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nZona Rossa giorno #2\r\n\r\nAscolta il contributo di un rider su cui si \u003Cmark>è\u003C/mark> abbattuta l'emergenza Coronavirus....\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/rider.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n...\u003Cmark>e\u003C/mark> di un lavoratore di una comunità di assistenza per disabili:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/comunità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi fatto un primo punto della situazione con un compagno cuoco per quanto riguarda il comparto lavorativo della ristorazione torinese ai tempi del \u003Cmark>covid\u003C/mark>19, laddove alla già diffusa precarietà si aggiunge adesso l'assenza di salario \u003Cmark>e\u003C/mark> di reddito, così come il rischio o la realtà della perdita del lavoro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/ristorazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo dello spettacolo, dove la chiusura di teatri, cinema \u003Cmark>e\u003C/mark> tutti i luoghi di cultura ha portato a lasciare in strada migliaia di lavoratrici \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratori, già di per sé soggetti a lavoro nero, intermittente, contratti a chiamata \u003Cmark>e\u003C/mark> precarietà estrema. Alcuni di loro in diverse città si stanno organizzando per richiedere un \"reddito di quarantena\", ovvero un fondo che garantisca continuità salariale a chi \u003Cmark>è\u003C/mark> costretto all'inattività. 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Avevamo fretta di narrare delle dispute su vignette sataniche che avevano compattato tutte le anime musulmane in genere contrapposte (sautiti, qatarioti...), e non conoscevamo neppure quanto si sarebbe rivelata tragica l'evoluzione delle infiammate parole del presidente turco che mirava ad accreditarsi come capo di tutti i paesi islamici.\r\n\r\nMurat stava spiegando con metodica precisione la trappola intessuta da Erdogan, in cui Macron ha voluto gettarsi per calcoli elettorali: non rinunceranno ai reali affari, né l'uno né l'altro, ma produrranno altri morti da fanatismo aizzato da contrapposizioni, differenti convinzioni; diritto alla beffarda blasfemia, sensibilità sedimentata dalla sufficienza del colonialismo... intanto che ne stavamo parlando, a Nizza stava consumandosi un nuovo brutale eccidio in un giorno emblematico. Oggi la Francia ferita dal covid cominciava il confinamento per un mese, oggi la Turchia festeggiava la fondazione della repubblica; due nazioni contrapposte nei vari teatri bellici dello scacchiere internazionale per interessi che esulano da quelli dei cittadini, che rischiano decapitazioni perché i presidenti possano entrare nei panni dei comandanti in capo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020_10_29_Murat-blasfemia_samovar.mp3\"][/audio]","30 Ottobre 2020","2020-10-30 10:34:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan-300x157.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan-300x157.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan-1024x537.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan-768x403.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/charlie_hebdo-erdogan.jpg 1300w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il caffè turco con Murat: scontri di calcolate inciviltà",1604018777,[200,201,64,202],"http://radioblackout.org/tag/charlie-hebdo/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[24,204,15,205],"Erdogan","Turchia",{"post_content":207},{"matched_tokens":208,"snippet":209,"value":210},[80,96],"un giorno emblematico. 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Sabato era il primo giorno di allentamento delle misure di imposte dal governo per l’epidemia di Covid ma l’attenuazione del confinamento è consistita solo nella concessione di tre anziché un’ora di movimento fuori casa.\r\nNonostante il contesto non favorevole, una marea di persone ha investito il centro cittadino e minaccia di travolgere la legge di sicurezza globale.\r\nÈ stata una manifestazione viva, reattiva, piena di cartelli autoprodotti con tante persone giovani, senza grandi impianti di amplificazione, ma con una grande forza comunicativa.\r\nLa legge sulla “sicurezza globale” è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti repressivi messi in campo negli ultimi mesi.\r\nIn agosto il governo ha deciso di mettere sotto controllo tutte le attività connesse all’ambiente e alla salute, spostandone le competenze al ministero dell’interno. Il ministro di polizia che si occupa di sanità ed ambiente è il segno della volontà di repressione preventiva di ogni protesta.\r\nLa legge di programmazione universitaria criminalizza ogni forma di occupazione e interruzione dei corsi, cui gli studenti hanno risposto con una manifestazione svoltasi nel pieno del periodo di confinamento più restrittivo. \r\n\r\nPer approfondimenti sulla legge di si sicurezza globale rimandiamo alla diretta della scorsa settimana su Blackout: https://radioblackout.org/2020/11/francia-in-piazza-contro-la-legge-di-sicurezza-globale/\r\n\r\nAd alimentare l’indignazione verso un provvedimento concepito per coprire le violenze della polizia hanno contribuito tre episodi, finiti sotto il riflettore dei media.\r\nLo sgombero dell’accampamento di migranti in Place de La République, il violentissimo pestaggio del produttore musicale afro-discendente Michel Zecler nel 17esimo arrondissement, i filmati di un aggressione poliziesca di agosto, la cui diffusione ha smentito il rapporto della polizia. Da un lato ri-emerge all’attenzione pubblica la normalità delle violenze razziste della polizia, dall’altro la natura strutturale e non occasionale di soprusi, pestaggi, insulti da parte delle forze dell’ordine in Francia.\r\nI 4 poliziotti coinvolti nel pestaggio razzista a Parigi sono stati messi sotto inchiesta e due di loro sono finiti in carcere. Sono accusati di “violenza intenzionale da parte di autorità pubblica” per i 20 minuti di botte a Michael Zecler, che tutti hanno potuto vedere, perché ripresi dalle telecamere dello studio del produttore.\r\nI 4 sono stati incastrati dalle riprese interne dello studio, nelle quali sono documentati gli interminabili minuti del pestaggio, insieme alle parole come “sporco negro” e un lacrimogeno fatto esplodere all’interno dell’ufficio. L’aggressione sarebbe partita dalla mera supposizione che Michel non indossasse la mascherina. Gli agenti si sono poi inventati una storia su una presunta reazione violenta del produttore, smentita poi dai filmati.\r\nGuarda il video e una breve intervista a Zacler: https://www.youtube.com/watch?v=W7ROH0-c3Bs&bpctr=1606808261\r\nSe la “sicurezza globale” diverrà legge chi pubblicasse immagini simili su blog o social rischierebbe la galera e le immagini verrebbero immediatamente rimosse.\r\nDalle ultime notizie circolate sui media pare che, dopo la marea che ha investito le principali città francesi, il presidente Macron abbia deciso di rivedere l’articolo 24. Impossibile valutare sino a che punto, perché parrebbe che siamo di fronte ad una sorta di gioco delle tre carte, in cui i contenuti dell’articolo 24 sarebbero spostati, dopo essere stati rivestiti a nuovo, nell’articolo 25.\r\nUn fatto è però certo: il tentativo di dare mano libera alla polizia in vista delle possibili insorgenze sociali scaturite dalla crisi pandemica si sta rivelando un boomerang per Macron.\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza di radio Paris Plurielle, dove conduce “vive la sociale!”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-01-francia-carrozza-27-nov.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 12 01 francia carrozza 27 nov","1 Dicembre 2020","2020-12-01 14:43:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/francia-proteste.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia. 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fino ad arrivare alla improvvisa morte di Pierre 'Nkourunziza, presidente del Burundi da quasi un ventennio controllato dal suo regime, dove la sua scomparsa può apportare cambiamenti nell'area dei Grandi Laghi: o una maggiore repressione, o una qualche apertura in chiave sudanese, dove ora non vigono più sanzioni e forse lo sviluppo può passare oltre la gomma arabica.\r\n\r\nL'area, che coinvolge anche la Libia e gli interessi internazionali nascosti da quel conflitto, è in ebollizione per il fenomeno del jihadismo, rappresentato dallo scontro fortissimo tra i due macro-brand (Isis e al Qaida), che stanno pubblicizzando il covid come un'arma di Allah; e dalle contromisure di potenze globali, in primis la Francia (attivissima nell'area del Sahel – come dimostra l'uccisione in Mali di Droukdel, il leader algerino di al Qaida nel Maghreb) che ha realizzato un'alleanza per il controllo del territorio al confine tra Niger e Mali con l'Italia (operazioni militari volte a contrastare l'emigrazione); una strategia di coalizione franco-italiana in funzione antiturca nella vicina Libia, dove peraltro si trovano ufficialmente tutti ad appoggiare l'attuale vincitore Serraj.\r\n\r\nIl tutto scorre su un quadro generale che vede le popolazioni dedite ad attività che nel loro sviluppo postcoloniale sottraggono le risorse a disposizione l'una all'altra: acqua e territori sono disputati da allevatori e coltivatori e i contrasti vengono sfruttati dai differenti gruppi affiliati al jihad e in assenza di strutture di welfare le popolazioni si \"devono\" rivolgere alle differenti milizie per la loro tutela.\r\n\r\nPer condensare in un'analisi coerente tutte queste notizie differenti ci siamo rivolti ad Angelo Ferrari, giornalista e scrittore esperto di Africa:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020_06_11_Ferrari-jihad-africana.mp3\"][/audio]","12 Giugno 2020","2020-06-12 13:02:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"146\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-300x146.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-300x146.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-768x374.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Strapotere jihadista in Sahel o speranze della diffusione delle lotte sudanesi?",1591963975,[299,300,301,302,303,304,305,306],"http://radioblackout.org/tag/al-qaida-nel-maghreb/","http://radioblackout.org/tag/boko-haram/","http://radioblackout.org/tag/burundi/","http://radioblackout.org/tag/droukdel/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/nigeria/","http://radioblackout.org/tag/nkurunziza/","http://radioblackout.org/tag/sahel/",[308,309,310,311,312,313,314,315],"al Qaida nel maghreb","Boko Haram","burundi","Droukdel","libia","nigeria","nkurunziza","sahel",{"post_content":317},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[96,86],"Qaida), che stanno pubblicizzando il \u003Cmark>covid\u003C/mark> come un'arma di Allah; 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Quando il libro è uscito nel 1977 ancora non si parlava di aids, di omosessualità, il termine violenza ostetrica non esisteva e lo stupro coniugale non era riconosciuto. Nel corso degli anni, negli anni 80 sono comparsi degli scritti da parte di medici e esperti che davano consigli alle donne per la loro salute che hanno in qualche modo rimpiazzato la parola delle donne in prima persona. Oggi è ancora difficile accedere a un’informazione libera, fidata e priva di giudizio per quanto riguarda la salute e il benessere delle donne, la prevenzione, la sessualità.\r\n\r\nNella puntata di oggi parliamo di prevenzione e delle esperienze sul territorio cittadino di chi in prima persona prova a mettere in pratica progetti che puntino davvero alla cura della persona, in un rapporto consapevole e collettivo, che tenga conto delle differenze e che lotti contro le discriminazioni di genere, di razza e di classe.\r\n\r\n \r\n\r\nClaudia, ostetrica di Roma, ci racconta cosa significa il concetto di violenza ostetrica, cosa comporti partorire in situazioni in cui vengono a mancare la fiducia e le relazioni prive di giudizio e come esistano delle possibilità per rompere il meccanismo di delega nella cura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-5-claudia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Valentine, in arte Fluida Wolf, approfondiamo il tema della salute sessuale, della difficoltà di accesso a esami e visite specifiche sul territorio cittadino, conseguenza della gestione covid, e di come la salute sessuale sia qualcosa di imprescindibile dalla salute in generale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-5-valentine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","11 Giugno 2020","2020-06-11 17:18:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/102941115_134923781548141_1002756338973175923_o-200x110.jpg","Congiunzioni #5 – Prevenzione e salute sessuale – [11 Giugno]",1591895934,[],[],{"post_content":423,"post_title":427},{"matched_tokens":424,"snippet":425,"value":426},[96,86],"territorio cittadino, conseguenza della gestione \u003Cmark>covid\u003C/mark>, \u003Cmark>e\u003C/mark> di come la salute sessuale","Ascolta la nuova puntata completa o scopri le precenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-5.mp3\"][/audio]\r\nAl contrario di ciò che ci viene chiesto, il nostro corpo non può essere costantemente in forma, bello, magro, depilato, desiderabile, senza carenze né lividi. può essere stanco, avere degli alti \u003Cmark>e\u003C/mark> bassi di ormoni, delle dipendenze. a volte può essere ferito. il nostro corpo deve poter riprendere fiato. ci appartiene, \u003Cmark>è\u003C/mark> il nostro migliore strumento: noi lo vogliamo in buona salute, capace di difendersi, \u003Cmark>e\u003C/mark> libero.\r\nQuesto \u003Cmark>è\u003C/mark> un piccolo estratto dal libro “Notre corps Nous memes, Ecrit par des femmes pour les femmes”, un progetto nato in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> ad opera di alcune donne che hanno riscritto collettivamente un manuale femminista storico degli anni 70 uscito negli Stati Uniti \u003Cmark>e\u003C/mark> in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> : Our Bodies, Ourselves. 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Per\r\nviaggiare, per divertirsi, per incontrarsi bisogna essere in grado di dimostrare la propria\r\ninnocuità virale utilizzando un insieme di quadratini bianchi e neri leggibili da una macchina\r\ndotata di sensore fotografico e connessione internet, insieme che è stato chiamato Quick\r\nresponse code e soprannominato, per tendere a diventare veloci quanto la macchina, un QR\r\ncode. Questo sistema di smistamento e controllo mira ufficialmente a incoraggiare il maggior\r\nnumero possibile di persone a farsi vaccinare: al posto di una politica nazionale di vaccinazione\r\nobbligatoria, lo Stato ha scelto il ricatto attraverso la minaccia rivolta a ciascun individuo della\r\nprivazione del proprio diritto alla socialità e al movimento nello spazio pubblico. L'esito di questa\r\npolitica della minaccia sarà la cessazione dei rimborsi per i test, se non prescritti da un medico,\r\na partire dal mese di ottobre, di modo che solo le persone vaccinate o infettate da meno di sei\r\nmesi possano accedere a questi luoghi e servizi. Le persone non vaccinate dovranno pagare il\r\nprezzo di un test per ottenere una tregua di tre giorni, in caso contrario, come ai tempi dei\r\nlockdown, saranno escluse dai cosiddetti luoghi non essenziali. Anche se tutti gli altri potranno\r\ngoderne.\r\nInnanzitutto, contrariamente a quanto suggerisce il nome, il lasciapassare sanitario non è un\r\ndispositivo sanitario: esso priva i non vaccinati dell'accesso ad alcuni dei luoghi più spaziosi e\r\naperti, come dehors e musei, per costringere i loro momenti di convivialità all’angustia degli\r\nspazi domestici, benchè sia da tempo dimostrato che il covid-19 è stata una malattia che si è\r\ncontratta attraverso concentrazione di aerosol in ambienti piccoli e chiusi. Il lasciapassare\r\nsanitario è innanzitutto un dispositivo securitario, carcerario e strategico: è il nome della nostra\r\npiù grande sconfitta politica di questo inizio secolo. La sua attuazione avviene dopo\r\nl'introduzione del braccialetto elettronico come provvedimento giudiziario nel 1997 e l'emissione\r\ndei passaporti biometrici dal 2009. Sulla scia di questi due oggetti nuovi eppure ormai\r\nbanalizzati, nel senso che nessuno nel dibattito pubblico ne propone più l’abolizione, esso\r\ncontribuisce ad associare l'individuo ad un codice digitale; a legare la sua libertà di movimento a\r\nquanto registrato in questo codice; a slegare questa costrizione da un provvedimento\r\ngiudiziario, in modo che tutti siano trattati come criminali o potenziali pericoli - una bomba\r\nbatteriologica, attualmente. La grande perversità neoliberale del lasciapassare sanitario è che\r\nincoraggia ciascun cittadino a reclamare il proprio codice, con un atto volontario, molto spesso\r\nprendendo un appuntamento su internet, mentre nessuno ha mai chiesto di farsi mettere un\r\nbraccialetto alla caviglia. La grande violenza autoritaria del lasciapassare è quella di trasformare\r\nun buon milione di individui, bigliettai di cinema, camerieri di ristoranti, proprietari di bar,\r\nsorveglianti di musei, cassieri di piscine, organizzatori di feste di paese, in rilevatori di codici a\r\nbarre, in controllori di identità digitali - in uno straordinario contingente di polizia 2.0.\r\nUn anno fa, al termine del primo sequestro, l'istituzione di un tale sistema di smistamento,\r\ncontrollo e sorveglianza digitalmente assistito era una delle ipotesi di ciò che la stampa liberale\r\nchiamava la teoria del complotto del \"Grand Reset\", della Grande Reinizializzazione. Sei mesi\r\nfa, il Presidente della Repubblica e i suoi portavoce assicuravano con la mano sul cuore che\r\nnon avrebbero mai fatto ricorso a un dispositivo che avrebbe creato due categorie di cittadini:\r\nnon si divide la Repubblica, dicevano. Il complotto annunciato è avvenuto, mentre la promessa\r\ndel governo è stata tradita. Indovinate chi viene accusato dalla stampa liberale di un rapporto\r\nalterato con la realtà. \"In un mondo che è davvero capovolto, il vero è un momento del falso.\"\r\n2.\r\nQuest'estate ho letto Post-Histoire di Vilém Flusser, uscito due anni fa nell’indifferenza. Nessuno\r\naveva mai tradotto questo libricino pubblicato in portoghese nel 1983, ma si è scoperto di\r\nrecente che Flusser ne aveva scritta lui stesso una versione francese, quindi una piccola casa\r\neditrice si è incaricata di pubblicarlo. Vilém Flusser è un pensatore ceco esiliato in Brasile e poi\r\nin Francia, ha scritto in portoghese, tedesco, inglese e francese. Si dice di lui che sia un\r\nfenomenologo e un teorico dei media, senza comprendere appieno cosa lo abbia portato da un\r\ncampo all'altro. È perché in effetti non esistono due campi distinti - si potrebbe dire che Flusser\r\nè il fenomenologo di un mondo dove l'esperienza si è largamente ridotta ad essere una lettura\r\ndi interfacce, oppure, è la stessa cosa, che è l'ostinato commentatore, il continuatore e il critico\r\ndi un importante testo di Martin Heidegger: \"La questione della tecnica\".\r\nÈ in questo saggio che il filosofo tedesco ha proposto la sua celebre tesi dell’incorniciamento\r\ndel mondo tramite la tecnica moderna. Ciò che Heidegger postula è che dall’utensile alla\r\nmacchina, dalla tecnica artigianale alla tecnica motorizzata, c'è una rivoluzione ontologica: il\r\ncampo di cui si occupa un contadino che lo circonda di siepi non è lo stesso campo da cui un\r\nimprenditore agricolo estrae le risorse naturali; il fiume attraversato da un ponte non è lo stesso\r\nfiume del fiume da cui la cui centrale idroelettrica trae dell’elettricità. Dall'una all'altra ciò che\r\ncambia è che la tecnica moderna si interessa alla natura - aria, acqua, legno, terra, roccia - in\r\nquanto riserva di energia da estrarre e da immagazzinare - il vento scompare come fenomeno,\r\nil campo scompare come luogo, il fiume cessa di essere questo oggetto davanti a noi che\r\nattraversa il paesaggio, per rivelarsi ogni volta come \"fondo\", una massa interamente disponibile\r\nper il calcolo, l'estrazione e l'accumulo. La tecnica non è solo l'indice della ragione strumentale\r\ndell'uomo: essa è un certo modo di svelare il mondo, ottenuto da quella che Heidegger chiama\r\nun’interpellanza o una provocazione fatta alla natura perchè si riveli come fondo. Questo\r\ndisvelamento «accade nel fatto che l’energia nascosta nella natura viene messa allo scoperto, ciò\r\nche così è messo allo scoperto viene trasformato, il trasformato immagazzinato, e ciò che è\r\nimmagazzinato viene a sua volta ripartito e il ripartito diviene oggetto di nuove trasformazioni».\r\nHeidegger risponde quindi a un'obiezione immaginaria: la centrale idraulica che si alimenta dal\r\nReno impedisce che esso continui ad essere un fiume, lo stesso che cantava Hölderlin, e che si\r\npossa ancora ammirarlo? \"Può darsi, ma come? Solo come oggetto “impiegabile” per le\r\nescursioni organizzate da una società di viaggi, che vi ha messo su (bestellt) una industria delle\r\nvacanze\". Allora il testo è attraversato dall'ombra di un'intuizione subito respinta: e se con la\r\ntecnica moderna fosse l'uomo a rivelarsi come fondo, ossia come energia liberata, ottenuta,\r\ntrasformata, accumulata e oggetto di nuove trasformazioni? \"Il parlare comune di “materiale\r\numano” [e ancor più oggi di risorse umane], di “contingente di malati” di una clinica, lo fa\r\npensare\". Segue un sentiero contorto e tortuoso, di quelli che non portano da nessuna parte: la\r\nguardia forestale che crede di seguire l'esempio del nonno è infatti, suo malgrado, impiegato\r\ndall’industria del legno smaniosa di cellulosa; essa stessa è a sua volta provocata dalla\r\ndomanda di carta da parte dell'industria della stampa, per i giornali o le riviste illustrate; \"Questi\r\na loro volta dispongono il pubblico ad assorbire le cose stampate, in modo da divenire\r\nimpiegabile per la costruzione di una pubblica opinione costruita su commissione\". L’Essere\r\nresta misterioso, indeterminato, allorchè sembrerebbe portare un carico politico davanti al quale\r\nHeidegger indietreggia, e il percorso si biforca immediatamente: perché nella tecnica il mondo si\r\nrivela in un certo modo all'uomo, si disvela come un fondo, l'uomo resta il soggetto di questo\r\nritiro dall'oggetto, e quindi non è mai \"un fondo puro\".\r\nIl libro di Flusser cerca di riprendere il pensiero di Heidegger ai tempi della cibernetica. E di\r\ncapire come il dispositivo, che oggi prende il posto della macchina, sia proprio la tecnica che\r\ntrasforma l’umano in un fondo. Heidegger aveva intuito che la salute fosse il primo posto in cui\r\nsi sarebbe presentato questo rischio. Flusser conferma l'intuizione: \"la medicina è il grande\r\nscandalo del presente\". Questo perché non è mai stata una scienza dura: essa ha a che fare\r\ncon un soggetto, il malato, che non è materia inanimata disponibile a tutti i calcoli. Ma come\r\ntutte le scienze molli, come l'economia statistica o la politologia, essa è in preda al proprio\r\nindurimento tramite la quantificazione computerizzata. È quando il malato diventa un oggetto, e\r\nil contingente dei malati un fondo, che la vita cessa di essere pensabile e che si verifica una\r\nsvolta epocale.\r\nNell'era delle microschede, del lancio del Minitel e dei moduli da compilare in maiuscolo in\r\ncaselle quadrate, Flusser è come il primo spettatore dell'emergere di un mondo che sembra\r\nvedere meglio di noi, troppo accecati come siamo dala luce dei nostri schermi - egli profetizza la\r\ndigitalizzazione del mondo futuro come se fosse già avvenuta davanti ai suoi occhi. Il mondo\r\npreindustriale aveva inventato l’utensile, il mondo industriale ha inventato la macchina, il mondo\r\npostindustriale avrà inventato il dispositivo o l’aggeggio, cioè il programma. Ad ognuna di\r\nqueste tecniche la propria ontologia, la propria etica, la propria politica. L’utensiole era al centro\r\ndi un mondo contadino e artigiano dove la natura era un cosmo animato di cui prendersi cura,\r\ndove le persone erano un gregge da guidare, dove il tempo era fatto di cicli per i quali si\r\nattendeva pazientemente il ritorno, dove la vita era tracciata dal destino, dove l'azione valeva\r\nper la finalità che le si dava. La macchina aveva segnato l'ingresso in un mondo inanimato e\r\ncausale, il mondo esteso della materia e della produzione, del lavoro in catena di montaggio,\r\ndella libertà politica e della possibilità della rivoluzione. L'ontologia programmatica che il\r\ndispositivo inventa, come si può intuire nelle arti, nella scienza, nella politica, è l'ingresso in un\r\nmondo formale, molteplice e piatto nel quale causa e fine sono sospesi: esiste solo una\r\nsuperficie di virtualità troppo numerose per essere calcolabili, e che quindi si realizzano\r\nsecondo una necessità che non può che assumere l'aspetto del caso, come mostrato dal\r\ncollage dadaista, dalla teoria del big bang o dalla governance attraverso la statistica. “Una tale\r\nontologia programmatica ha generato l'invenzione di computer e strumenti intelligenti. Essa\r\nconduce alla trasformazione della società in un sistema cibernetico fatto di dispositivi e di\r\nfunzionari. Gli uomini sono programmati per funzionare come pezzi di un gioco simbolico. Sono\r\ncriptati e numerati. Diventano calcolabili in statistiche e cartoncini traforati. Sono programmati in\r\nmodo tale da accettare volontariamente la loro programmazione. Il funzionario è un uomo\r\nprogrammato non solo per funzionare, ma anche per accettare il proprio funzionamento.\r\nNaturalmente, una tale società postindustriale non ha ancora raggiunto il suo stadio di perfetta\r\nrealizzazione. Ma abbiamo già i suoi modelli: Eichmann come modello del funzionario, Kissinger\r\ncome modello di programmatore”.\r\nQuanto a pessimismo, Flusser non ha nulla da invidiare ai suoi contemporanei della teoria\r\ncritica post-marxista, Adorno, Debord o Cesarano. Il passo ulteriore di Flusser deriva dal fatto\r\nche egli non crede più nemmeno all'utilità della critica: si accontenta di descrivere e di giocare.\r\nIn questo è forse più vicino a Borges, alla sua invenzione di labirinti di cui si è persa la chiave, di\r\nsistemi le cui istruzioni per l'uso non sono ancora state inventate, di copie che hanno\r\nrimpiazzato i propri modelli. Flusser descrive la società cibernetica governata dai dispositivi\r\ncome l'avanzare del caso nel vuoto: un programmatore programma un dispositivo, poi un altro\r\ndispositivo per aiutarlo a programmare quel dispositivo e molto rapidamente i dispositivi iniziano\r\nautomaticamente a programmarne altri, si servono dell’umano come fondo che alimenta il\r\nfeedback di cui hanno bisogno per funzionare, ed ecco che nessuno ha più la presa. Una\r\nburocrazia comincia ad operare in isolamento, per alimentare i dispositivi e cibare le statistiche.\r\nNello stesso periodo, Duras aveva intuizioni molto simili: \"La robotica, la telematica,\r\nl’informatica, questi sono progressi che, ad ogni livello, si fanno una volta per tutte. Per effetto di\r\nciò che avrà fatto un solo uomo, tutti gli altri uomini saranno privati dal poter inventare».\r\nL'intellettuale critico non è mai altro che un funzionario come un altro, previsto dal programma:\r\negli è questo margine che si crede resistente al sistema ma viene da esso incluso suo\r\nmalgrado, perché produce un feedback più qualitativo che porta il sistema ad affinarsi, i\r\ndispositivi ad essere meno grossolani, meno leggibili, più sottili. \"Se per eresia si contesta il\r\nprogramma del dispositivo, subito cresce, all'interno del dispositivo, un ministero della\r\ncontestazione. In fin dei conti, è sempre il dispositivo che soddisfa i capricci di qualsiasi eresia\r\nattraverso l'uniforme che gli dispensa. Il totalitarismo della standardizzazione multiforme opera\r\nautomaticamente ovunque. Democrazia liberale.” Per Flusser, la società cibernetica è per\r\nessenza apolitica: la funzione ha sostituito l'azione, una serie di input e output individuali e\r\naccoppiati ha preso il posto delle persone, la politica è stata ridotta a un programma che\r\nmanipola l'opinione sondandola costantemente. L'unico atto politico che Flusser contempla\r\nancora - con l'ironia del catastrofista - è la diserzione. All’epoca non si parlava ancora di bug.\r\n3.\r\nDi fronte al movimento di protesta contro il lasciapassare sanitario, la stampa liberale e più in\r\ngenerale il campo progressista fingono di non capire l'oggetto della protesta. Dietro i no-pass si\r\nnasconderebbero solo dei no-vax un po’ fuori di testa. Il movimento sarebbe viziato dalla\r\ncospirazione, dalle fake news, da un odio per la scienza e da un conservatorismo proto-fascista.\r\nE’ che è molto facile non vedere che dietro la trama c'è il programma. Che dietro le derive e gli\r\neccessi, c'è una giusta intuizione. Cos'è questa intuizione? Che una tecnocrazia\r\ngovernamentale al servizio esclusivo della tecno-scienza-economia applichi un programma\r\ndigitale di controllo come fanno tutte le democrazie liberali, decennio dopo decennio, senza\r\ntregua; che tecnologia, polizia e profitto avanzino di pari passo, senza che alcun potere cambi il\r\ngioco, nè ambisca a farlo; che il lasciapassare sanitario segua la stessa logica della\r\ngeneralizzazione della videosorveglianza, dell'introduzione del passaporto biometrico e del\r\nbraccialetto elettronico, quella di una digitalizzazione dello spazio pubblico volta ad aumentare\r\nla sorveglianza delle persone e l'amministrazione della vita; che esso segni l’iscrizione a lungo\r\ntermine di tutte le misure eccezionali adottate nell'ultimo anno e mezzo, l'entrata dello stato di\r\nemergenza sanitaria nella legge.\r\nLa genialità di Heidegger è stata quella di dimostrare che tecnica e ontologia sono indiscernibili:\r\nche non c'è prima la scienza della natura che comincia a trasformare gli oggetti in superficie di\r\ncalcolo, poi la tecnica che sfrutta questi progressi scientifici applicandoli, infine un mondo che si\r\ntrova cambiato. No, c’è prima l’incorniciamento del mondo come nuovo modo di rapportarsi\r\nall'essere, e questo incorniciamento irriga la scienza e la tecnica nello stesso movimento.\r\nBisogna prima cominciare ad avere l’intuizione dello spazio esteso, della natura come risorsa\r\nillimitata, per avere l'idea di misurare delle quantità o di sfruttare delle superfici. La genialità di\r\nFlusser è stata quella di spingere questa intuizione fino alla nuova svolta ontologica del secolo\r\nscorso: fino all’incornciamento dell'umano. Entrambi dicono quanto gli anti-tecnologie si\r\nsbaglino tanto quanto i tecnofili più zelanti: non c'è tecnica da negare come un dominio di cui\r\npotremmo fare a meno, che potremmo respingere, e tutto sarebbe risolto. Qualsiasi critica alla\r\ntecnologia non può prescindere dal regime di razionalità che ha dato vita a queste tecnologie: è\r\nqui che nasce la difficoltà. L’incorniciamento dell’umano mediante quantificazione\r\ncomputerizzata è mostruoso, ma non è delirante: è anzi l'unico regime di razionalità che\r\nconosciamo, che abbiamo mai conosciuto, noi che siamo nati nel secolo scorso. Il processo\r\nsull'irrazionalismo condotto dai media contro i manifestanti è superficiale: si ferma a raccogliere\r\nle parole di pochi imbecilli per alimentare la propaganda liberale. Eppure è qui che il terreno ci\r\nscivola sotto i piedi: quando diciamo che la strumentalizzazione della tecnologia a fini politici ci\r\nspaventa, diciamo una verità che è anche un impensabile. Non sapremmo dire cosa\r\nesisterebbe al posto di questa tecnologia, né cosa ne potremmo pensare se non esistessimo in\r\nquesta ontologia programmatica. Questo impensabile è vertiginoso quanto questo pensiero\r\ndell'esistenza di programmi automatizzati - un altro impensabile che mette a rischio il pensiero e\r\nche inevitabilmente conduce alcuni a cercare chi c'è dietro i programmi. In questa vertigine, in\r\nquesta mancanza della ragione, il movimento sarà sempre colto in difetto: è così che il\r\nprogramma, che è pura razionalità, si difenderà a tutti i costi. È così che il sistema\r\ncontrattaccherà, attraverso i suoi funzionari più zelanti, i verificatori di fatti per i quali la verità è\r\nuna somma di verità verificabili presso i ministeri che rilasciano le informazioni vere.\r\nIl Grand Reset non è, però, una fantasia o un complotto: è il nome di una proposta di\r\naggiornamento del programma emanata dal Forum Economico Mondiale, uno dei più importanti\r\npoli di programmazione planetaria al mondo, con il pretesto della pandemia e della crisi politica,\r\neconomica e sociale che ne è seguita. L'andamento del programma non è lineare: procede\r\ntramite crisi e balzi. La crisi del covid è un'incredibile opportunità per la tecnocrazia liberale di\r\naccelerare il programma - aggiornarlo. Ma è anche un'incredibile occasione, per noi, di portarlo\r\nalla luce. Quando la folla sfila per dire che è necessario rallentare l'accelerazione dell’attuazione\r\ndel programma, bisogna essere molto testardi per pensare che non sia qui che ciò si gioca,\r\nmolto faziosi per sentire solo le falsità. Perché una verità mai detta, difficilmente dicibile, eppure\r\nin agguato nell'ombra di ogni corpo, di ogni cervello ancora un po' umano, trova finalmente\r\nmodo di esprimersi. I Gilet Gialli erano stati l'occasione, rischiosa, come ogni occasione, di\r\nvedere la politica diventare affare di tutti, lontano da partiti, sindacati, avanguardie del\r\nproletariato, l'occasione data a ciascuno che non ci si ritrovasse, che non ci si ritrovasse più, di\r\nsperimentare l'occupazione e la difesa di un territorio, non fosse altro che una rotonda, una\r\nstrada borghese dietro una barricata, un parcheggio di un supermercato. Non dobbiamo\r\nperdere questa nuova occasione, quella di giletjaunizzare il movimento no-pass, e di fare\r\ndell'opposizione alla digitalizzazione del controllo della vita la possibilità di un bug, per quanto\r\npiccolo, nel programma.","28 Settembre 2021","2021-09-28 23:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/a7e3d41101cd03b6c689ea853221b36d-1-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 27/09/21 - L'immunità, l'eccezione, la morte",1632864006,[],[],{"post_content":451},{"matched_tokens":452,"snippet":453,"value":454},[96,81],"da tempo dimostrato che il \u003Cmark>covid\u003C/mark>-19 \u003Cmark>è\u003C/mark> stata una malattia che si","A Macerie su Macerie la traduzione \u003Cmark>e\u003C/mark> la lettura di un articolo francese di Olivier Cheval sul pass sanitario.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/maceriecompleto27sett.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’immunità, l’eccezione, la morte\r\nPensare ciò che ci accade con Vilém Flusser\r\ndi Olivier Cheval\r\n\r\n1.\r\nUn lasciapassare sanitario digitale \u003Cmark>è\u003C/mark> dunque ormai richiesto all'ingresso di bar \u003Cmark>e\u003C/mark> ristoranti,\r\ncinema \u003Cmark>e\u003C/mark> teatri, musei \u003Cmark>e\u003C/mark> palazzetti dello sport, discoteche \u003Cmark>e\u003C/mark> centri commerciali, TGV \u003Cmark>e\u003C/mark> aerei. Per\r\nviaggiare, per divertirsi, per incontrarsi bisogna essere in grado di dimostrare la propria\r\ninnocuità virale utilizzando un insieme di quadratini bianchi \u003Cmark>e\u003C/mark> neri leggibili da una macchina\r\ndotata di sensore fotografico \u003Cmark>e\u003C/mark> connessione internet, insieme che \u003Cmark>è\u003C/mark> stato chiamato Quick\r\nresponse code \u003Cmark>e\u003C/mark> soprannominato, per tendere a diventare veloci quanto la macchina, un QR\r\ncode. Questo sistema di smistamento \u003Cmark>e\u003C/mark> controllo mira ufficialmente a incoraggiare il maggior\r\nnumero possibile di persone a farsi vaccinare: al posto di una politica nazionale di vaccinazione\r\nobbligatoria, lo Stato ha scelto il ricatto attraverso la minaccia rivolta a ciascun individuo della\r\nprivazione del proprio diritto alla socialità \u003Cmark>e\u003C/mark> al movimento nello spazio pubblico. L'esito di questa\r\npolitica della minaccia sarà la cessazione dei rimborsi per i test, se non prescritti da un medico,\r\na partire dal mese di ottobre, di modo che solo le persone vaccinate o infettate da meno di sei\r\nmesi possano accedere a questi luoghi \u003Cmark>e\u003C/mark> servizi. Le persone non vaccinate dovranno pagare il\r\nprezzo di un test per ottenere una tregua di tre giorni, in caso contrario, come ai tempi dei\r\nlockdown, saranno escluse dai cosiddetti luoghi non essenziali. Anche se tutti gli altri potranno\r\ngoderne.\r\nInnanzitutto, contrariamente a quanto suggerisce il nome, il lasciapassare sanitario non \u003Cmark>è\u003C/mark> un\r\ndispositivo sanitario: esso priva i non vaccinati dell'accesso ad alcuni dei luoghi più spaziosi \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\naperti, come dehors \u003Cmark>e\u003C/mark> musei, per costringere i loro momenti di convivialità all’angustia degli\r\nspazi domestici, benchè sia da tempo dimostrato che il \u003Cmark>covid\u003C/mark>-19 \u003Cmark>è\u003C/mark> stata una malattia che si \u003Cmark>è\u003C/mark>\r\ncontratta attraverso concentrazione di aerosol in ambienti piccoli \u003Cmark>e\u003C/mark> chiusi. Il lasciapassare\r\nsanitario \u003Cmark>è\u003C/mark> innanzitutto un dispositivo securitario, carcerario \u003Cmark>e\u003C/mark> strategico: \u003Cmark>è\u003C/mark> il nome della nostra\r\npiù grande sconfitta politica di questo inizio secolo. La sua attuazione avviene dopo\r\nl'introduzione del braccialetto elettronico come provvedimento giudiziario nel 1997 \u003Cmark>e\u003C/mark> l'emissione\r\ndei passaporti biometrici dal 2009. Sulla scia di questi due oggetti nuovi eppure ormai\r\nbanalizzati, nel senso che nessuno nel dibattito pubblico ne propone più l’abolizione, esso\r\ncontribuisce ad associare l'individuo ad un codice digitale; a legare la sua libertà di movimento a\r\nquanto registrato in questo codice; a slegare questa costrizione da un provvedimento\r\ngiudiziario, in modo che tutti siano trattati come criminali o potenziali pericoli - una bomba\r\nbatteriologica, attualmente. La grande perversità neoliberale del lasciapassare sanitario \u003Cmark>è\u003C/mark> che\r\nincoraggia ciascun cittadino a reclamare il proprio codice, con un atto volontario, molto spesso\r\nprendendo un appuntamento su internet, mentre nessuno ha mai chiesto di farsi mettere un\r\nbraccialetto alla caviglia. La grande violenza autoritaria del lasciapassare \u003Cmark>è\u003C/mark> quella di trasformare\r\nun buon milione di individui, bigliettai di cinema, camerieri di ristoranti, proprietari di bar,\r\nsorveglianti di musei, cassieri di piscine, organizzatori di feste di paese, in rilevatori di codici a\r\nbarre, in controllori di identità digitali - in uno straordinario contingente di polizia 2.0.\r\nUn anno fa, al termine del primo sequestro, l'istituzione di un tale sistema di smistamento,\r\ncontrollo \u003Cmark>e\u003C/mark> sorveglianza digitalmente assistito era una delle ipotesi di ciò che la stampa liberale\r\nchiamava la teoria del complotto del \"Grand Reset\", della Grande Reinizializzazione. Sei mesi\r\nfa, il Presidente della Repubblica \u003Cmark>e\u003C/mark> i suoi portavoce assicuravano con la mano sul cuore che\r\nnon avrebbero mai fatto ricorso a un dispositivo che avrebbe creato due categorie di cittadini:\r\nnon si divide la Repubblica, dicevano. Il complotto annunciato \u003Cmark>è\u003C/mark> avvenuto, mentre la promessa\r\ndel governo \u003Cmark>è\u003C/mark> stata tradita. Indovinate chi viene accusato dalla stampa liberale di un rapporto\r\nalterato con la realtà. \"In un mondo che \u003Cmark>è\u003C/mark> davvero capovolto, il vero \u003Cmark>è\u003C/mark> un momento del falso.\"\r\n2.\r\nQuest'estate ho letto Post-Histoire di Vilém Flusser, uscito due anni fa nell’indifferenza. Nessuno\r\naveva mai tradotto questo libricino pubblicato in portoghese nel 1983, ma si \u003Cmark>è\u003C/mark> scoperto di\r\nrecente che Flusser ne aveva scritta lui stesso una versione francese, quindi una piccola casa\r\neditrice si \u003Cmark>è\u003C/mark> incaricata di pubblicarlo. Vilém Flusser \u003Cmark>è\u003C/mark> un pensatore ceco esiliato in Brasile \u003Cmark>e\u003C/mark> poi\r\nin \u003Cmark>Francia\u003C/mark>, ha scritto in portoghese, tedesco, inglese \u003Cmark>e\u003C/mark> francese. Si dice di lui che sia un\r\nfenomenologo \u003Cmark>e\u003C/mark> un teorico dei media, senza comprendere appieno cosa lo abbia portato da un\r\ncampo all'altro. \u003Cmark>È\u003C/mark> perché in effetti non esistono due campi distinti - si potrebbe dire che Flusser\r\n\u003Cmark>è\u003C/mark> il fenomenologo di un mondo dove l'esperienza si \u003Cmark>è\u003C/mark> largamente ridotta ad essere una lettura\r\ndi interfacce, oppure, \u003Cmark>è\u003C/mark> la stessa cosa, che \u003Cmark>è\u003C/mark> l'ostinato commentatore, il continuatore \u003Cmark>e\u003C/mark> il critico\r\ndi un importante testo di Martin Heidegger: \"La questione della tecnica\".\r\n\u003Cmark>È\u003C/mark> in questo saggio che il filosofo tedesco ha proposto la sua celebre tesi dell’incorniciamento\r\ndel mondo tramite la tecnica moderna. Ciò che Heidegger postula \u003Cmark>è\u003C/mark> che dall’utensile alla\r\nmacchina, dalla tecnica artigianale alla tecnica motorizzata, c'è una rivoluzione ontologica: il\r\ncampo di cui si occupa un contadino che lo circonda di siepi non \u003Cmark>è\u003C/mark> lo stesso campo da cui un\r\nimprenditore agricolo estrae le risorse naturali; il fiume attraversato da un ponte non \u003Cmark>è\u003C/mark> lo stesso\r\nfiume del fiume da cui la cui centrale idroelettrica trae dell’elettricità. Dall'una all'altra ciò che\r\ncambia \u003Cmark>è\u003C/mark> che la tecnica moderna si interessa alla natura - aria, acqua, legno, terra, roccia - in\r\nquanto riserva di energia da estrarre \u003Cmark>e\u003C/mark> da immagazzinare - il vento scompare come fenomeno,\r\nil campo scompare come luogo, il fiume cessa di essere questo oggetto davanti a noi che\r\nattraversa il paesaggio, per rivelarsi ogni volta come \"fondo\", una massa interamente disponibile\r\nper il calcolo, l'estrazione \u003Cmark>e\u003C/mark> l'accumulo. La tecnica non \u003Cmark>è\u003C/mark> solo l'indice della ragione strumentale\r\ndell'uomo: essa \u003Cmark>è\u003C/mark> un certo modo di svelare il mondo, ottenuto da quella che Heidegger chiama\r\nun’interpellanza o una provocazione fatta alla natura perchè si riveli come fondo. Questo\r\ndisvelamento «accade nel fatto che l’energia nascosta nella natura viene messa allo scoperto, ciò\r\nche così \u003Cmark>è\u003C/mark> messo allo scoperto viene trasformato, il trasformato immagazzinato, \u003Cmark>e\u003C/mark> ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark>\r\nimmagazzinato viene a sua volta ripartito \u003Cmark>e\u003C/mark> il ripartito diviene oggetto di nuove trasformazioni».\r\nHeidegger risponde quindi a un'obiezione immaginaria: la centrale idraulica che si alimenta dal\r\nReno impedisce che esso continui ad essere un fiume, lo stesso che cantava Hölderlin, \u003Cmark>e\u003C/mark> che si\r\npossa ancora ammirarlo? \"Può darsi, ma come? Solo come oggetto “impiegabile” per le\r\nescursioni organizzate da una società di viaggi, che vi ha messo su (bestellt) una industria delle\r\nvacanze\". Allora il testo \u003Cmark>è\u003C/mark> attraversato dall'ombra di un'intuizione subito respinta: \u003Cmark>e\u003C/mark> se con la\r\ntecnica moderna fosse l'uomo a rivelarsi come fondo, ossia come energia liberata, ottenuta,\r\ntrasformata, accumulata \u003Cmark>e\u003C/mark> oggetto di nuove trasformazioni? \"Il parlare comune di “materiale\r\numano” [\u003Cmark>e\u003C/mark> ancor più oggi di risorse umane], di “contingente di malati” di una clinica, lo fa\r\npensare\". Segue un sentiero contorto \u003Cmark>e\u003C/mark> tortuoso, di quelli che non portano da nessuna parte: la\r\nguardia forestale che crede di seguire l'esempio del nonno \u003Cmark>è\u003C/mark> infatti, suo malgrado, impiegato\r\ndall’industria del legno smaniosa di cellulosa; essa stessa \u003Cmark>è\u003C/mark> a sua volta provocata dalla\r\ndomanda di carta da parte dell'industria della stampa, per i giornali o le riviste illustrate; \"Questi\r\na loro volta dispongono il pubblico ad assorbire le cose stampate, in modo da divenire\r\nimpiegabile per la costruzione di una pubblica opinione costruita su commissione\". L’Essere\r\nresta misterioso, indeterminato, allorchè sembrerebbe portare un carico politico davanti al quale\r\nHeidegger indietreggia, \u003Cmark>e\u003C/mark> il percorso si biforca immediatamente: perché nella tecnica il mondo si\r\nrivela in un certo modo all'uomo, si disvela come un fondo, l'uomo resta il soggetto di questo\r\nritiro dall'oggetto, \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi non \u003Cmark>è\u003C/mark> mai \"un fondo puro\".\r\nIl libro di Flusser cerca di riprendere il pensiero di Heidegger ai tempi della cibernetica. \u003Cmark>E\u003C/mark> di\r\ncapire come il dispositivo, che oggi prende il posto della macchina, sia proprio la tecnica che\r\ntrasforma l’umano in un fondo. Heidegger aveva intuito che la salute fosse il primo posto in cui\r\nsi sarebbe presentato questo rischio. Flusser conferma l'intuizione: \"la medicina \u003Cmark>è\u003C/mark> il grande\r\nscandalo del presente\". Questo perché non \u003Cmark>è\u003C/mark> mai stata una scienza dura: essa ha a che fare\r\ncon un soggetto, il malato, che non \u003Cmark>è\u003C/mark> materia inanimata disponibile a tutti i calcoli. Ma come\r\ntutte le scienze molli, come l'economia statistica o la politologia, essa \u003Cmark>è\u003C/mark> in preda al proprio\r\nindurimento tramite la quantificazione computerizzata. \u003Cmark>È\u003C/mark> quando il malato diventa un oggetto, \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\nil contingente dei malati un fondo, che la vita cessa di essere pensabile \u003Cmark>e\u003C/mark> che si verifica una\r\nsvolta epocale.\r\nNell'era delle microschede, del lancio del Minitel \u003Cmark>e\u003C/mark> dei moduli da compilare in maiuscolo in\r\ncaselle quadrate, Flusser \u003Cmark>è\u003C/mark> come il primo spettatore dell'emergere di un mondo che sembra\r\nvedere meglio di noi, troppo accecati come siamo dala luce dei nostri schermi - egli profetizza la\r\ndigitalizzazione del mondo futuro come se fosse già avvenuta davanti ai suoi occhi. Il mondo\r\npreindustriale aveva inventato l’utensile, il mondo industriale ha inventato la macchina, il mondo\r\npostindustriale avrà inventato il dispositivo o l’aggeggio, cioè il programma. Ad ognuna di\r\nqueste tecniche la propria ontologia, la propria etica, la propria politica. L’utensiole era al centro\r\ndi un mondo contadino \u003Cmark>e\u003C/mark> artigiano dove la natura era un cosmo animato di cui prendersi cura,\r\ndove le persone erano un gregge da guidare, dove il tempo era fatto di cicli per i quali si\r\nattendeva pazientemente il ritorno, dove la vita era tracciata dal destino, dove l'azione valeva\r\nper la finalità che le si dava. La macchina aveva segnato l'ingresso in un mondo inanimato \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\ncausale, il mondo esteso della materia \u003Cmark>e\u003C/mark> della produzione, del lavoro in catena di montaggio,\r\ndella libertà politica \u003Cmark>e\u003C/mark> della possibilità della rivoluzione. L'ontologia programmatica che il\r\ndispositivo inventa, come si può intuire nelle arti, nella scienza, nella politica, \u003Cmark>è\u003C/mark> l'ingresso in un\r\nmondo formale, molteplice \u003Cmark>e\u003C/mark> piatto nel quale causa \u003Cmark>e\u003C/mark> fine sono sospesi: esiste solo una\r\nsuperficie di virtualità troppo numerose per essere calcolabili, \u003Cmark>e\u003C/mark> che quindi si realizzano\r\nsecondo una necessità che non può che assumere l'aspetto del caso, come mostrato dal\r\ncollage dadaista, dalla teoria del big bang o dalla governance attraverso la statistica. “Una tale\r\nontologia programmatica ha generato l'invenzione di computer \u003Cmark>e\u003C/mark> strumenti intelligenti. Essa\r\nconduce alla trasformazione della società in un sistema cibernetico fatto di dispositivi \u003Cmark>e\u003C/mark> di\r\nfunzionari. Gli uomini sono programmati per funzionare come pezzi di un gioco simbolico. Sono\r\ncriptati \u003Cmark>e\u003C/mark> numerati. Diventano calcolabili in statistiche \u003Cmark>e\u003C/mark> cartoncini traforati. Sono programmati in\r\nmodo tale da accettare volontariamente la loro programmazione. Il funzionario \u003Cmark>è\u003C/mark> un uomo\r\nprogrammato non solo per funzionare, ma anche per accettare il proprio funzionamento.\r\nNaturalmente, una tale società postindustriale non ha ancora raggiunto il suo stadio di perfetta\r\nrealizzazione. Ma abbiamo già i suoi modelli: Eichmann come modello del funzionario, Kissinger\r\ncome modello di programmatore”.\r\nQuanto a pessimismo, Flusser non ha nulla da invidiare ai suoi contemporanei della teoria\r\ncritica post-marxista, Adorno, Debord o Cesarano. Il passo ulteriore di Flusser deriva dal fatto\r\nche egli non crede più nemmeno all'utilità della critica: si accontenta di descrivere \u003Cmark>e\u003C/mark> di giocare.\r\nIn questo \u003Cmark>è\u003C/mark> forse più vicino a Borges, alla sua invenzione di labirinti di cui si \u003Cmark>è\u003C/mark> persa la chiave, di\r\nsistemi le cui istruzioni per l'uso non sono ancora state inventate, di copie che hanno\r\nrimpiazzato i propri modelli. Flusser descrive la società cibernetica governata dai dispositivi\r\ncome l'avanzare del caso nel vuoto: un programmatore programma un dispositivo, poi un altro\r\ndispositivo per aiutarlo a programmare quel dispositivo \u003Cmark>e\u003C/mark> molto rapidamente i dispositivi iniziano\r\nautomaticamente a programmarne altri, si servono dell’umano come fondo che alimenta il\r\nfeedback di cui hanno bisogno per funzionare, ed ecco che nessuno ha più la presa. Una\r\nburocrazia comincia ad operare in isolamento, per alimentare i dispositivi \u003Cmark>e\u003C/mark> cibare le statistiche.\r\nNello stesso periodo, Duras aveva intuizioni molto simili: \"La robotica, la telematica,\r\nl’informatica, questi sono progressi che, ad ogni livello, si fanno una volta per tutte. Per effetto di\r\nciò che avrà fatto un solo uomo, tutti gli altri uomini saranno privati dal poter inventare».\r\nL'intellettuale critico non \u003Cmark>è\u003C/mark> mai altro che un funzionario come un altro, previsto dal programma:\r\negli \u003Cmark>è\u003C/mark> questo margine che si crede resistente al sistema ma viene da esso incluso suo\r\nmalgrado, perché produce un feedback più qualitativo che porta il sistema ad affinarsi, i\r\ndispositivi ad essere meno grossolani, meno leggibili, più sottili. \"Se per eresia si contesta il\r\nprogramma del dispositivo, subito cresce, all'interno del dispositivo, un ministero della\r\ncontestazione. In fin dei conti, \u003Cmark>è\u003C/mark> sempre il dispositivo che soddisfa i capricci di qualsiasi eresia\r\nattraverso l'uniforme che gli dispensa. Il totalitarismo della standardizzazione multiforme opera\r\nautomaticamente ovunque. Democrazia liberale.” Per Flusser, la società cibernetica \u003Cmark>è\u003C/mark> per\r\nessenza apolitica: la funzione ha sostituito l'azione, una serie di input \u003Cmark>e\u003C/mark> output individuali \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\naccoppiati ha preso il posto delle persone, la politica \u003Cmark>è\u003C/mark> stata ridotta a un programma che\r\nmanipola l'opinione sondandola costantemente. L'unico atto politico che Flusser contempla\r\nancora - con l'ironia del catastrofista - \u003Cmark>è\u003C/mark> la diserzione. All’epoca non si parlava ancora di bug.\r\n3.\r\nDi fronte al movimento di protesta contro il lasciapassare sanitario, la stampa liberale \u003Cmark>e\u003C/mark> più in\r\ngenerale il campo progressista fingono di non capire l'oggetto della protesta. Dietro i no-pass si\r\nnasconderebbero solo dei no-vax un po’ fuori di testa. Il movimento sarebbe viziato dalla\r\ncospirazione, dalle fake news, da un odio per la scienza \u003Cmark>e\u003C/mark> da un conservatorismo proto-fascista.\r\n\u003Cmark>E’\u003C/mark> che \u003Cmark>è\u003C/mark> molto facile non vedere che dietro la trama c'è il programma. Che dietro le derive \u003Cmark>e\u003C/mark> gli\r\neccessi, c'è una giusta intuizione. Cos'è questa intuizione? Che una tecnocrazia\r\ngovernamentale al servizio esclusivo della tecno-scienza-economia applichi un programma\r\ndigitale di controllo come fanno tutte le democrazie liberali, decennio dopo decennio, senza\r\ntregua; che tecnologia, polizia \u003Cmark>e\u003C/mark> profitto avanzino di pari passo, senza che alcun potere cambi il\r\ngioco, nè ambisca a farlo; che il lasciapassare sanitario segua la stessa logica della\r\ngeneralizzazione della videosorveglianza, dell'introduzione del passaporto biometrico \u003Cmark>e\u003C/mark> del\r\nbraccialetto elettronico, quella di una digitalizzazione dello spazio pubblico volta ad aumentare\r\nla sorveglianza delle persone \u003Cmark>e\u003C/mark> l'amministrazione della vita; che esso segni l’iscrizione a lungo\r\ntermine di tutte le misure eccezionali adottate nell'ultimo anno \u003Cmark>e\u003C/mark> mezzo, l'entrata dello stato di\r\nemergenza sanitaria nella legge.\r\nLa genialità di Heidegger \u003Cmark>è\u003C/mark> stata quella di dimostrare che tecnica \u003Cmark>e\u003C/mark> ontologia sono indiscernibili:\r\nche non c'è prima la scienza della natura che comincia a trasformare gli oggetti in superficie di\r\ncalcolo, poi la tecnica che sfrutta questi progressi scientifici applicandoli, infine un mondo che si\r\ntrova cambiato. No, c’è prima l’incorniciamento del mondo come nuovo modo di rapportarsi\r\nall'essere, \u003Cmark>e\u003C/mark> questo incorniciamento irriga la scienza \u003Cmark>e\u003C/mark> la tecnica nello stesso movimento.\r\nBisogna prima cominciare ad avere l’intuizione dello spazio esteso, della natura come risorsa\r\nillimitata, per avere l'idea di misurare delle quantità o di sfruttare delle superfici. La genialità di\r\nFlusser \u003Cmark>è\u003C/mark> stata quella di spingere questa intuizione fino alla nuova svolta ontologica del secolo\r\nscorso: fino all’incornciamento dell'umano. Entrambi dicono quanto gli anti-tecnologie si\r\nsbaglino tanto quanto i tecnofili più zelanti: non c'è tecnica da negare come un dominio di cui\r\npotremmo fare a meno, che potremmo respingere, \u003Cmark>e\u003C/mark> tutto sarebbe risolto. Qualsiasi critica alla\r\ntecnologia non può prescindere dal regime di razionalità che ha dato vita a queste tecnologie: \u003Cmark>è\u003C/mark>\r\nqui che nasce la difficoltà. L’incorniciamento dell’umano mediante quantificazione\r\ncomputerizzata \u003Cmark>è\u003C/mark> mostruoso, ma non \u003Cmark>è\u003C/mark> delirante: \u003Cmark>è\u003C/mark> anzi l'unico regime di razionalità che\r\nconosciamo, che abbiamo mai conosciuto, noi che siamo nati nel secolo scorso. Il processo\r\nsull'irrazionalismo condotto dai media contro i manifestanti \u003Cmark>è\u003C/mark> superficiale: si ferma a raccogliere\r\nle parole di pochi imbecilli per alimentare la propaganda liberale. Eppure \u003Cmark>è\u003C/mark> qui che il terreno ci\r\nscivola sotto i piedi: quando diciamo che la strumentalizzazione della tecnologia a fini politici ci\r\nspaventa, diciamo una verità che \u003Cmark>è\u003C/mark> anche un impensabile. Non sapremmo dire cosa\r\nesisterebbe al posto di questa tecnologia, né cosa ne potremmo pensare se non esistessimo in\r\nquesta ontologia programmatica. Questo impensabile \u003Cmark>è\u003C/mark> vertiginoso quanto questo pensiero\r\ndell'esistenza di programmi automatizzati - un altro impensabile che mette a rischio il pensiero \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\nche inevitabilmente conduce alcuni a cercare chi c'è dietro i programmi. In questa vertigine, in\r\nquesta mancanza della ragione, il movimento sarà sempre colto in difetto: \u003Cmark>è\u003C/mark> così che il\r\nprogramma, che \u003Cmark>è\u003C/mark> pura razionalità, si difenderà a tutti i costi. \u003Cmark>È\u003C/mark> così che il sistema\r\ncontrattaccherà, attraverso i suoi funzionari più zelanti, i verificatori di fatti per i quali la verità \u003Cmark>è\u003C/mark>\r\nuna somma di verità verificabili presso i ministeri che rilasciano le informazioni vere.\r\nIl Grand Reset non \u003Cmark>è\u003C/mark>, però, una fantasia o un complotto: \u003Cmark>è\u003C/mark> il nome di una proposta di\r\naggiornamento del programma emanata dal Forum Economico Mondiale, uno dei più importanti\r\npoli di programmazione planetaria al mondo, con il pretesto della pandemia \u003Cmark>e\u003C/mark> della crisi politica,\r\neconomica \u003Cmark>e\u003C/mark> sociale che ne \u003Cmark>è\u003C/mark> seguita. L'andamento del programma non \u003Cmark>è\u003C/mark> lineare: procede\r\ntramite crisi \u003Cmark>e\u003C/mark> balzi. La crisi del \u003Cmark>covid\u003C/mark> \u003Cmark>è\u003C/mark> un'incredibile opportunità per la tecnocrazia liberale di\r\naccelerare il programma - aggiornarlo. Ma \u003Cmark>è\u003C/mark> anche un'incredibile occasione, per noi, di portarlo\r\nalla luce. Quando la folla sfila per dire che \u003Cmark>è\u003C/mark> necessario rallentare l'accelerazione dell’attuazione\r\ndel programma, bisogna essere molto testardi per pensare che non sia qui che ciò si gioca,\r\nmolto faziosi per sentire solo le falsità. Perché una verità mai detta, difficilmente dicibile, eppure\r\nin agguato nell'ombra di ogni corpo, di ogni cervello ancora un po' umano, trova finalmente\r\nmodo di esprimersi. I Gilet Gialli erano stati l'occasione, rischiosa, come ogni occasione, di\r\nvedere la politica diventare affare di tutti, lontano da partiti, sindacati, avanguardie del\r\nproletariato, l'occasione data a ciascuno che non ci si ritrovasse, che non ci si ritrovasse più, di\r\nsperimentare l'occupazione \u003Cmark>e\u003C/mark> la difesa di un territorio, non fosse altro che una rotonda, una\r\nstrada borghese dietro una barricata, un parcheggio di un supermercato. Non dobbiamo\r\nperdere questa nuova occasione, quella di giletjaunizzare il movimento no-pass, \u003Cmark>e\u003C/mark> di fare\r\ndell'opposizione alla digitalizzazione del controllo della vita la possibilità di un bug, per quanto\r\npiccolo, nel programma.",[456],{"field":116,"matched_tokens":457,"snippet":453,"value":454},[96,81],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":155,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":460,"highlight":473,"highlights":478,"text_match":151,"text_match_info":481},{"comment_count":47,"id":461,"is_sticky":47,"permalink":462,"podcastfilter":463,"post_author":464,"post_content":465,"post_date":466,"post_excerpt":53,"post_id":461,"post_modified":467,"post_thumbnail":468,"post_title":469,"post_type":389,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":472},"65393","http://radioblackout.org/podcast/la-verita-dei-prigionieri-sui-morti-nelle-rivolte-di-marzo/",[341],"bellocome","LA VERITA' DEI PRIGIONIERI SUI MORTI NELLE RIVOLTE DI MARZO\r\n\r\nLo scorso marzo centinaia di persone detenute nelle carceri italiane si sono rivoltate contro la paura del contagio e la privazione dei propri affetti. Le conseguenze sono state terrificanti: come la macelleria di Santa Maria Capua Vetere o le morti (9 solo tra i rivoltosi del carcere di Modena), tutte derubricate a overdose per farmaci o metadone.\r\n\r\nMa la “versione ufficiale” è stata recentemente rotta da un esposto [1] compilato da cinque detenuti, che dopo la rivolta dal carcere di Modena erano stati trasferiti in quello di Ascoli e che hanno scelto di raccontare la rappresaglia messa in atto dalla polizia penitenziaria.\r\n\r\nInsieme a Diego, fratello di uno di questi cinque coraggiosi prigionieri, andiamo a ripercorrere quanto successo in quei giorni e quali conseugenze sta avendo la loro scelta di rompere il silenzio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Esposto-Modena1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTI SU CARLA DAL CARCERE DI VIGEVANO\r\n\r\nDalla puntata del 7 dicembre rilanciamo un aggiornamento sulla situazione di Carla, compagna che dopo un lungo periodo di latitanza è stata catturata in Francia e incarcerata per le accuse dell’Operazione Scintilla (operazione contro la lotta ai centri di detenzione per migranti che portò allo sgombero dell’Asilo Occupato). \r\n\r\nCarla è attualmente detenuta nella sezione Alta Sicurezza del carcere di Vigevano.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Aggiornamenti-dic-Carla-Vig.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito pubblichiamo una lettera scritta da lei insieme ad altre sue compagne di detenzione:\r\n\r\n“Siamo alcune detenute della sezione AS3 femminile del carcere di Vigevano e vogliamo raccontare come il nostro quotidiano viene attualmente sconvolto dal Covid. Da marzo scorso siamo anche noi sottoposte a misure anti-contagio ma la situazione ha preso una svolta una decina di giorni fa quando sono stati scoperti dei casi di contagio nella sezione comune del femminile. Ne siamo venute a conoscenza solo quando era diventato impossibile nasconderlo in quanto le detenute che lavoravano in cucina sono state chiuse e messe in quarantena, di conseguenza sono stati distribuiti solo pranzi al sacco rendendo visibile a tutte ciò che stava accadendo.\r\nA parte ripeterci di stare tranquille e di non preoccuparci non ci è mai stato comunicato niente di formale riguardo la situazione e tutt’ora facciamo fatica a sapere il numero delle persone affette dal virus e quali misure sono state adottate. L’unica cosa che sappiamo è che da sezione aperta che era, ora le compagne della sezione comune sono chiuse nelle loro celle e sono stati sospesi i momenti di socialità. Tutti i lavori e le attività da loro effettuati vengono adesso svolti dalle detenute dell’AS. L’unica precauzione presa nei nostri confronti è che quando si ricordano ci viene misurata la temperatura.\r\nDa tanti mesi siamo costrette a subire le varie restrizioni dovute al Covid: sospensione delle rare attività e dei corsi esistenti, divieto di far entrare il prete e la suora, complicazioni nel seguire udienze e processi in corso dato che vengono svolti quasi tutti in video conferenza, difficoltà a sentire i nostri parenti perchè a volte loro stessi sono affetti da Covid, sospensione dei colloqui in presenza, crescenti difficoltà di curare le nostre patologie preesistenti avendo sospeso quasi tutte le visite in ospedale. Ora però la situazione sta giungendo al culmine mettendo a dura prova le nostre capacità di affrontare la situazione con lucidità. Dopo qualche giorno di quarantena, per la disperazione, una detenuta della sezione comune ha incendiato il suo materasso provocando anche molti disagi e tanta paura.\r\nTutta questa situazione ha fatto emergere le gravi lacune nel gestire la situazione da parte dell’amministrazione penitenziaria che a distanza di un anno dall’inizio della pandemia si trova ancora impreparata. Ci troviamo ancora una volta davanti all’accanimento da parte di chi ha il potere e si rifiuta di scarcerare i detenuti con pene basse o con patologie, non applicando neanche le misure contenute nell’ultimo decreto svuota carceri.”\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTI SU ERROL\r\n\r\nIl 6 dicembre 2020, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Alexis Grigoropoulos per mano della polizia, ad Atene viene indetto un raduno nonostante la stretta sull’agibilità politica del territorio, esercitata con la scusa del contenimento della pandemia. In molti e molte non ci stanno, ma le forze dell’ordine occupano militarmente il quartiere e parte una “caccia all’uomo” che porta al fermo di decine di manifestanti. Errol è uno di questi e si trova ora rinchiuso in un centro di detenzione per migranti e rischia la deportazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Errol-Cpr-grecia.mp3\"][/audio]","16 Dicembre 2020","2020-12-16 10:47:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/BCUPCB-barsFx-200x110.jpg","La verità dei prigionieri sui morti nelle rivolte di marzo",1608115655,[],[],{"post_content":474},{"matched_tokens":475,"snippet":476,"value":477},[81,80,86],"latitanza \u003Cmark>è\u003C/mark> stata catturata in \u003Cmark>Francia\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> incarcerata per le accuse dell’Operazione","LA VERITA' DEI PRIGIONIERI SUI MORTI NELLE RIVOLTE DI MARZO\r\n\r\nLo scorso marzo centinaia di persone detenute nelle carceri italiane si sono rivoltate contro la paura del contagio \u003Cmark>e\u003C/mark> la privazione dei propri affetti. 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Il problema che si è venuto a verificare con la pandemia è che si sono andate a alimentare tutte le dinamiche malfunzionanti pre esistenti che in una situazione di normalità potevano essere tenute sotto controllo grazie alla buona volontà dei singoli medici, infermieri, oss che hanno sempre dato di più di quanto fosse loro riconosciuto. Con la pandemia la buona volontà si è tradotta in sfruttamento con più ore, più impegno, più turni, più responsabilità di gestione in una situazione di difficoltà estrema.\r\n\r\nOggi ci vuole un riconoscimento sia in termini di retribuzione e di miglioramento delle condizioni lavorative che in termini di riconoscimento sociale. Ciò significa che per farlo ci vuole una trasformazione del sistema sanitario così come lo conosciamo oggi, ci vuole una maggior attenzione ai territori, maggiori risorse e rompere la dinamica dei grandi poli di eccellenza che sono ospedali cattedrali nel deserto come abbiamo visto a milano e che servono soltanto per tamponare un’emergenza e per svolgere ruolo di vetrina per assessori e politici, anche a torino il progetto della città della salute rischia di svolgere lo stesso ruolo. Diventa necessario rompere questi meccanismi di profitto e passerelle elettorali che vediamo come un modus operandi in tutte le infrastrutture del nostro paese, il modello delle “grandi opere inutili” è qualcosa che viene costantemente riproposto ma che non possiamo accettare. soprattutto quando si tratta di giocare sulla pelle delle persone.\r\n\r\n \r\nLe proteste in Francia\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-4-francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe da prima del covid in francia il movimento dei gilet gialli ha scardinato una serie di pratiche, attraversando spazi e composizioni sociali eterogenee,è da almeno un mese che, in particolare a Parigi, il personale sanitario degli ospedali sta facendo sentire le proprie rivendicazioni. Tutto è inziato con un presidio fuori dall’ospedale robert debré che si è subito riprodotto ogni giovedì vedendo la partecipazione di molte persone. si è costituito poi un collettivo interospedali che ha stilato una carta con dei punti essenziali :\r\n\r\n \tun cambiamento della logica dei finanziamenti relativi all’ospedale pubblico perchè la regola dev’essere la tutela della salute al minor costo e non la ricerca di una tariffa che può essere profitto per l’ospedale\r\n \tl’aumento dei salari del personale sanitario\r\n \taumentare i letti, il materiale, le risorse, il personale\r\n \tintegrare le associazioni composte da personale e utenti nelle decisioni che riguardano i progetti per la salute\r\n\r\n ","6 Giugno 2020","2020-06-06 11:43:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/ospedali-francia-200x110.png","Congiunzioni #4 - Jediscolère - [3 Giugno]",1591443783,[],[],{"post_content":496},{"matched_tokens":497,"snippet":498,"value":499},[96,95],"nbsp;\r\n\r\nSe da prima del \u003Cmark>covid\u003C/mark> in \u003Cmark>francia\u003C/mark> il movimento dei gilet gialli","Ascolta la nuova puntata completa o scopri le precenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nLe proteste in Italia\r\nIn molte città italiane la scorsa settimana si sono organizzati presidi sotto le regioni per portare le rivendicazioni \u003Cmark>e\u003C/mark> le vertenze specifiche del comparto medico ma che in realtà si raggruppano in un solo obiettivo : cambiare il Sistema Sanitario Nazionale che durante la pandemia ha mostrato tutti i suoi limiti \u003Cmark>e\u003C/mark> trasformarlo in una reale garanzia per la tutela della salute di tutti \u003Cmark>e\u003C/mark> tutte. 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Diventa necessario rompere questi meccanismi di profitto \u003Cmark>e\u003C/mark> passerelle elettorali che vediamo come un modus operandi in tutte le infrastrutture del nostro paese, il modello delle “grandi opere inutili” \u003Cmark>è\u003C/mark> qualcosa che viene costantemente riproposto ma che non possiamo accettare. soprattutto quando si tratta di giocare sulla pelle delle persone.\r\n\r\n \r\nLe proteste in \u003Cmark>Francia\u003C/mark>\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/congiunzioni-4-francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSe da prima del \u003Cmark>covid\u003C/mark> in \u003Cmark>francia\u003C/mark> il movimento dei gilet gialli ha scardinato una serie di pratiche, attraversando spazi \u003Cmark>e\u003C/mark> composizioni sociali eterogenee,è da almeno un mese che, in particolare a Parigi, il personale sanitario degli ospedali sta facendo sentire le proprie rivendicazioni. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-0108-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte:\r\n\r\nE-commerce, telelavoro, logistica, robot umani: la terribile materialità del lavoro agile. Lavoratori incatenati a ritmi di lavoro forsennati, senza limiti di orario, sotto costante controllo.\r\nLa didattica a distanza rischia di divenire parte del processo formativo, contribuendo all’isolamento, alla macchinizzazione dei bambini e dei ragazzi, recidendo alla radice il legame sociale e lo spazio del riconoscimento della propria condizione e della lotta per superarla.\r\nLa pandemia ha impresso un’accelerazione brutale a processi che i colossi dei big data avevano in programma da tempo. \r\nNe abbiamo parlato con Giammarco, ricercatore precario di economia.\r\n\r\nPrimo Maggio. Una panoramica sulle lotte.\r\n\r\n7 maggio. In piazza a Pisa per Franco Serantini\r\n\r\nCoronadroga. Militarizzazione e war on drug’s ai tempi del Covid 19\r\nIn Italia sono circa 306mila agenti di polizia, cioè 453 ogni 100mila abitanti, ben oltre la media europea di 355 agenti ogni 100mila abitanti (con una spesa di 22,6 miliardi di euro all’anno, ossia l’1,3% del Pil, molto al di sopra della media europea dello 0,9%). Tanto per intenderci, nel Regno Unito ci sono 211 agenti ogni 100mila abitanti, in Germania 297, in Francia 320, in Spagna 361, mentre in Norvegia appena 159.\r\nLa potenza di fuoco di questo apparato repressivo la stiamo vedendo bene in questi giorni in cui è stata schierata per le strade per controllare il rispetto delle norme di “distanziamento sociale” determinate dall’emergenza Coronavirus. Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero degli Interni, dall’11 marzo al 24 aprile, sono state controllate 10.102.522 persone e 3.981.858 attività commerciali, effettuando più di 300mila multe. \r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nLa produzione di armi non si è mai fermata. Armi sì, respiratori no: nel 2020 oltre 26 miliardi in spese militari per l'Italia. \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","14 Maggio 2020","2020-05-14 10:56:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/sveglia-2-200x110.jpg","Anarres dell’8 maggio. La terribile materialità del lavoro agile. Primo Maggio. In piazza per Serantini. Militarizzazione e war on drug’s ai tempi del Covid 19. 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