","Sigonella. L’Italia da il via ai droni-killer",1456248593,[],[],{"post_content":118},{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":121},[69],"Florida), Kadena (Giappone), Diego Garcia, \u003Cmark>Hawaii\u003C/mark> e Sigonella; il Big Safari è invece","Il governo italiano ha autorizzato gli Stati Uniti a usare Sigonella come base di partenza per le missioni di bombardamento dei droni. Ufficialmente sino a pochi mesi fa i velivoli potevano condurre esclusivamente missioni di intelligence.\r\nL’accordo sarebbe stato fatto in gennaio,ma solo ora è stato reso noto dal Wall Street Journal. Il Ministero della Difesa avrebbe però posto tre condizioni: i velivoli possono agire solo in appoggio a unità d’élite nel caso siano in pericolo, ogni incursione sarà autorizzata volta per volta, la disposizione si applica a qualsiasi area dove sia presente l’Isis. Differenze sottili, visto che le Special Forces hanno compiti quasi sempre d’attacco.\r\nQuesta mattina il ministro della Difesa Gentiloni ha precisato ai media che l’accordo con gli Stati Uniti per Sigonella non implica un’accelerazione dell’impegno bellico dell’Italia in Libia.\r\nEquilibrismi politici sulla cui stabilità è lecito dubitare.\r\nGià nel 2011 Sigonella era stata base per aerei e droni impegnati nella guerra per la Libia.\r\nDi fatto, come rivela Antonio Mazzeo nel suo blog, il ruolo di Sigonella è nevralgico su scala mondiale.\r\n\r\nAscolta la diretta con Antonio Mazzeo:\r\n\r\n2016-02-23-mazzeo-sigonella\r\n\r\nLeggi il suo articolo dell’11 febbraio:\r\n\r\nA Sigonella il centro satellitare per teleguidare i droni killer USA\r\nLa base siciliana di Sigonella si prepara ad ospitare uno dei principali centri al mondo per il comando, il controllo satellitare e la manutenzione di tutti i droni delle forze armate statunitensi. Il 14 novembre 2015 il Naval Facilities Engineering Command Office per l’Europa e l’Asia sud-occidentale della Marina militare Usa con sede a Napoli ha pubblicato il bando di gara per la realizzazione nella stazione aeronavale n. 2 di Sigonella (NAS 2) dell’UAS SATCOM Relay Pads and Facility, un sito fornito di tutte le attrezzature necessarie a supportare le telecomunicazioni via satellite del Sistema degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System - UAS) e assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività di manutenzione” dei droni in dotazione all’US Air Force e all’US Navy. Il bando, classificato con il codice n. 3319116r1007, prevede la demolizione e la rimozione delle vecchie infrastrutture ospitate nell’area e la realizzazione del nuovo centro per il controllo satellitare dei velivoli senza pilota con relative strade d’accesso per un importo compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari. La società contractor dovrà consegnare i lavori entro 550 giorni dalla stipula dell’accordo con il Dipartimento della marina statunitense.\r\n\r\n \r\n\r\nIl progetto per realizzare in Sicilia l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility era stato presentato la prima volta al Congresso nell’aprile del 2011, ma l’approvazione è giunta solo in occasione della predisposizione del bilancio per le costruzioni militari per l’anno fiscale 2016. “Nel nuovo centro saranno installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, macchinari e generatori di potenza con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori della stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed allarme per supportare il sito per le comunicazioni satellitari”.\r\n\r\n \r\n\r\n“Il Sistema degli aerei senza pilota richiede un’ampia facility che assicuri la massime efficienza operativa durante le missioni di attacco armato e di riconoscimento a supporto deiwar-fighters”, aggiunge il Pentagono. “La costruzione di unaSATCOM Antenna Relay facility è necessaria per supportare i link di comando dei velivoli controllati a distanza, in modo da collegare le stazioni terrestre presenti negli Stati Uniti con gli aerei senza pilota operativi nella regione dell’Oceano atlantico. Con il completamento di questo progetto saranno soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori SATCOM per i “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il nuovo sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con velivoli senza pilota UAV Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il programma BAMSvede l’acquisizione di una quarantina di droni di ultima generazione “Global Hawk” da schierare nelle stazioni aeronavali di Jacksonville (Florida), Kadena (Giappone), Diego Garcia, \u003Cmark>Hawaii\u003C/mark> e Sigonella; il Big Safari è invece un articolato programma di acquisizione, gestione, potenziamento di speciali sistemi d’arma avanzati (velivoli senza pilota, grandi aerei da trasporto e per le operazioni d’intelligence e riconoscimento, ecc.) coordinato dal 645th Aeronautical Systems Group dell’US Air Force con sede nella base di Wright-Patterson (Ohio).\r\n\r\n \r\n\r\nI droni-spia e i droni-killer che opereranno sotto il controllo del nuovo centro di Sigonella saranno utilizzati per le missioni pianificate dai comandi strategici di Eucom, Africom e Centcom, in modo da fornire in tempo reale le “informazioni più aggiornate ai reparti combattenti”. “Il sito di Sigonella garantirà la metà delle trasmissioni del Sistema dei velivoli senza pilota UAS e opererà in appoggio al sito di Ramstein (Germania)”, aggiunge il Pentagono. “Senza l’UAS SATCOM Relay Site gli aerei senza pilota non saranno in grado di effettuare le loro missioni essenziali, non potranno essere sostenuti gli attacchi armati e si verificherà una riduzione significativa delle capacità operative odierne e un impatto negativo grave per le future missioni d’oltremare”.\r\n\r\n \r\n\r\nLa stazione per il controllo satellitare dei droni di Ramstein è stata completata nel secondo semestre del 2013 all’interno della foresta che sorge nei pressi del grande impianto di baseball utilizzato dal personale militare Usa di stanza nella grande installazione tedesca. Secondo quanto riportato in una lunga inchiesta pubblicata nell’aprile 2015 da The Intercept, il giornale fondato da Glenn Greenwald, l’UAS Satcom Relay di Ramstein è il vero “cuore hi-teach della guerra Usa dei droni”. “Ramstein fa viaggiare sia il segnale satellitare che dice al drone cosa fare sia quello che trasporta le immagini che il drone vede”, aggiunge The Intercept. “Questi dati viaggiano attraverso i cavi sottomarini a fibra ottica, ma è grazie al sistema UAS Satcom che il segnale riesce a viaggiare senza ritardi in modo da permettere ai piloti di manovrare un velivolo a migliaia di chilometri con la necessaria tempestività”. Dalla stazione di Ramstein i segnali sono trasmessi ai satelliti militari operanti nello spazio in banda Ku e alla grande base aerea di Creech (Nevada), la principale centrale di US Air Force per le operazioni planetarie dei droni. Il nuovo UAS Satcom Relay di Sigonella opererà come stazione “gemella” dell’infrastruttura ospitata in Germania, assicurando l’“indispensabile” backup alle operazioni d’intelligence e di telecomunicazione satellitare di Ramstein.\r\n\r\n \r\n\r\nA Sigonella sarà realizzata pure un’ampia area per la sosta dei velivoli senza pilota USA. “Il costo delle infrastrutture di supporto è superiore del 25% di quanto calcolato preventivamente perché la facility deve essere realizzata in un’area sottosviluppata e delicata dal punto di vista ecologico”, spiega il Pentagono. “La SATCOM Communications Support Facility avrà un’estensione di 1.200 metri quadri e non potrà contare sull’apporto finanziario della NATO”. Quando la nuova stazione entrerà in funzione, verranno trasferiti a Sigonella 55 militari e 58 dipendenti civili dell’US Air Force.\r\n\r\nLa base aereonavale siciliana ospita stabilmente dal 2009 alcuni droni-spia “Global Hawk” della Marina Usa e dal 2013 pure uno stormo di droni-killer MQ-1 “Predator” dell’US Air Force, utilizzati per le incursioni in Libia, Somalia, Regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. A partire dal prossimo anno, Sigonella farà pure da centro di comando e controllo dell’AGS - Alliance Ground Surveillance, il nuovo programma disorveglianza terrestre della NATO che verterà su una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto “Global Hawk” versione Block 40, che saranno installati anch’essi in Sicilia.\r\n\r\n ",[123],{"field":124,"matched_tokens":125,"snippet":120,"value":121},"post_content",[69],578730123365187700,{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":130,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":132,"highlight":152,"highlights":157,"text_match":126,"text_match_info":160},{"cat_link":133,"category":134,"comment_count":46,"id":135,"is_sticky":46,"permalink":136,"post_author":49,"post_content":137,"post_date":138,"post_excerpt":139,"post_id":135,"post_modified":140,"post_thumbnail":141,"post_thumbnail_html":142,"post_title":143,"post_type":55,"sort_by_date":144,"tag_links":145,"tags":150},[43],[45],"10245","http://radioblackout.org/2012/10/la-guerra-in-casa-il-corteo-no-muos-a-niscemi/","Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.\r\nContro quest'ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All'inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest'azione.\r\nLa manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/No-nuos.mp3\"]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\nLa militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.\r\n\r\nIn questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.\r\n\r\nLe nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.\r\n\r\nLa costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.\r\n\r\nCi troviamo di fronte a un’impennata della militarizzazione dalla portata eccezionale; tutte le altre basi in Sicilia e nelle isole minori vengono potenziate, mentre a Messina, nel cuore dello Stretto, lo storico Arsenale militare è destinato a divenire il Centro di eccellenza per la “demilitarizzazione e lo smaltimento” delle unità navali dell’Alleanza Atlantica fino a duemila tonnellate (il cosiddetto “naviglio sottile”); con annessa area di stoccaggio dove verranno assemblati agenti inquinanti e cancerogeni, rifiuti tossici e speciali e soprattutto un’enorme quantità di amianto da maneggiare, trattare e “bonificare” a due passi dal centro urbano.\r\n\r\nIn tutto questo si muovono le ditte legate alla mafia, le prime ad essere interessate a garantire l’ordine e la regolarità dei lavori ai committenti americani, come la Calcestruzzi di Niscemi, che da quanto il governo MPA-PD della regione ha concesso il nulla osta alla costruzione del MUOS (giugno 2011), ha fatto lavorare notte e giorno i propri dipendenti per completare l’impianto e la posa in opera delle parabole in tempi record, naturalmente dopo aver spianato una collina nell’area protetta della Sughereta.\r\n\r\nLa Sicilia continua ad essere occupata dall’esercito amerikano, ipotecata dalle strategie del Pentagono, proiettata nelle guerre del futuro come avamposto dei sistemi d’arma di ultima generazione e ovviamente obiettivo molto sensibile per qualsiasi tipo di ritorsione.\r\n\r\nPer questo noi anarchici riteniamo importante riprendere la parola d’ordine di Mirikani Jativinni, che fu la nostra bandiera durante la lotta contro la costruzione della base missilistica di Comiso, e quindi, oggi più che mai occorre gridare No al MUOS! Mirkani jativinni! Oggi più che mai bisogna travolgere con un movimento di protesta sempre più forte, non solo i militari amerikani, ma tutti i servi politici e i complici che gli hanno permesso e gli permettono di fare i loro porci comodi, a partire dal governatore Raffaele Lombardo, passando per il PD che adesso cerca di cavalcare la battaglia contro il MUOS, mentre un anno fa ne avallava la costruzione, e che per anni ha finto di non vedere e non sentire, sia quando Berlusconi (2005) ha dato il “permesso” agli USA di costruire il MUOS, sia quando il governo Prodi (2006) glielo ha confermato.\r\n\r\nE’ in atto in molte province una forte campagna di sensibilizzazione che ha squarciato il velo dell’omertà e del silenzio, ma soprattutto della delega. Sono sorti decine di comitati NO MUOS lungo l’asse sud orientale dell’isola, e si vanno estendendo in altre zone del centro e dell’est; sono realtà eterogenee tra di loro e al loro interno, però in questa fase assolvono al compito importantissimo di far conoscere cos’è il MUOS, organizzando centinaia di banchetti di propaganda e raccolta firme, decine di conferenze, manifestazioni, presidi, grazie ai quali l’opinione pubblica è sempre più informata ed il consenso alla lotta contro il MUOStro è salito in maniera significativa. Sta crescendo così, accanto alla “vecchia” generazione di Comiso che si è battuta contro i missili, contro gli interventi militari in Iraq, per la smilitarizzazione di Sigonella, una nuova generazione dalle forti sensibilità ambientaliste, che man mano prende atto del contesto di guerra in cui la vicenda MUOS ci proietta, e che si rende conto, al di là dei metodi spesso contraddittori ed ingenui che una parte porta avanti (percorsi legalitari dietro sindaci e deputati, credere veramente nel “potere” di centomila firme raccolte, fiducia eccessiva nelle battaglie simboliche), che il MUOS vada bloccato, e comunque vada fatto smantellare, assieme alla base NRTF e a tutte le basi amerikane in Sicilia. Dalla preoccupazione per la salute e per l’ambiente è passata alla richiesta di un Mediterraneo mare di pace e ha intrapreso una dinamica di attivismo autonoma dai partiti. Così, mentre da una parte si è pronti a passare alla seconda fase della mobilitazione, quella dei presidi alla Sughereta, delle azioni dirette a scopo dimostrativo, delle azioni di disturbo verso i militari italiani e amerikani, in altre parti si prosegue con la costituzione delle realtà di base e della sensibilizzazione primaria. Ma non è più rinviabile il tentativo di fare assumere una centralità nazionale alla lotta contro il MUOS, impegno verso il quale noi anarchici dobbiamo dare il massimo per lasciare una forte impronta antimilitarista. Le premesse ci sono tutte perché quella contro il MUOS divenga presto una lotta popolare estesa e travolgente.\r\nPippo Gurrieri","4 Ottobre 2012","Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.\r\nContro quest'ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All'inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest'azione.\r\nLa manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.\r\n\r\nIn questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.\r\n\r\nLe nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.\r\n\r\nLa costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. 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Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.\r\n\r\nIl MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.\r\n\r\nCi troviamo di fronte a un’impennata della militarizzazione dalla portata eccezionale; tutte le altre basi in Sicilia e nelle isole minori vengono potenziate, mentre a Messina, nel cuore dello Stretto, lo storico Arsenale militare è destinato a divenire il Centro di eccellenza per la “demilitarizzazione e lo smaltimento” delle unità navali dell’Alleanza Atlantica fino a duemila tonnellate (il cosiddetto “naviglio sottile”); con annessa area di stoccaggio dove verranno assemblati agenti inquinanti e cancerogeni, rifiuti tossici e speciali e soprattutto un’enorme quantità di amianto da maneggiare, trattare e “bonificare” a due passi dal centro urbano.\r\n\r\nIn tutto questo si muovono le ditte legate alla mafia, le prime ad essere interessate a garantire l’ordine e la regolarità dei lavori ai committenti americani, come la Calcestruzzi di Niscemi, che da quanto il governo MPA-PD della regione ha concesso il nulla osta alla costruzione del MUOS (giugno 2011), ha fatto lavorare notte e giorno i propri dipendenti per completare l’impianto e la posa in opera delle parabole in tempi record, naturalmente dopo aver spianato una collina nell’area protetta della Sughereta.\r\n\r\nLa Sicilia continua ad essere occupata dall’esercito amerikano, ipotecata dalle strategie del Pentagono, proiettata nelle guerre del futuro come avamposto dei sistemi d’arma di ultima generazione e ovviamente obiettivo molto sensibile per qualsiasi tipo di ritorsione.\r\n\r\nPer questo noi anarchici riteniamo importante riprendere la parola d’ordine di Mirikani Jativinni, che fu la nostra bandiera durante la lotta contro la costruzione della base missilistica di Comiso, e quindi, oggi più che mai occorre gridare No al MUOS! Mirkani jativinni! Oggi più che mai bisogna travolgere con un movimento di protesta sempre più forte, non solo i militari amerikani, ma tutti i servi politici e i complici che gli hanno permesso e gli permettono di fare i loro porci comodi, a partire dal governatore Raffaele Lombardo, passando per il PD che adesso cerca di cavalcare la battaglia contro il MUOS, mentre un anno fa ne avallava la costruzione, e che per anni ha finto di non vedere e non sentire, sia quando Berlusconi (2005) ha dato il “permesso” agli USA di costruire il MUOS, sia quando il governo Prodi (2006) glielo ha confermato.\r\n\r\nE’ in atto in molte province una forte campagna di sensibilizzazione che ha squarciato il velo dell’omertà e del silenzio, ma soprattutto della delega. Sono sorti decine di comitati NO MUOS lungo l’asse sud orientale dell’isola, e si vanno estendendo in altre zone del centro e dell’est; sono realtà eterogenee tra di loro e al loro interno, però in questa fase assolvono al compito importantissimo di far conoscere cos’è il MUOS, organizzando centinaia di banchetti di propaganda e raccolta firme, decine di conferenze, manifestazioni, presidi, grazie ai quali l’opinione pubblica è sempre più informata ed il consenso alla lotta contro il MUOStro è salito in maniera significativa. Sta crescendo così, accanto alla “vecchia” generazione di Comiso che si è battuta contro i missili, contro gli interventi militari in Iraq, per la smilitarizzazione di Sigonella, una nuova generazione dalle forti sensibilità ambientaliste, che man mano prende atto del contesto di guerra in cui la vicenda MUOS ci proietta, e che si rende conto, al di là dei metodi spesso contraddittori ed ingenui che una parte porta avanti (percorsi legalitari dietro sindaci e deputati, credere veramente nel “potere” di centomila firme raccolte, fiducia eccessiva nelle battaglie simboliche), che il MUOS vada bloccato, e comunque vada fatto smantellare, assieme alla base NRTF e a tutte le basi amerikane in Sicilia. Dalla preoccupazione per la salute e per l’ambiente è passata alla richiesta di un Mediterraneo mare di pace e ha intrapreso una dinamica di attivismo autonoma dai partiti. Così, mentre da una parte si è pronti a passare alla seconda fase della mobilitazione, quella dei presidi alla Sughereta, delle azioni dirette a scopo dimostrativo, delle azioni di disturbo verso i militari italiani e amerikani, in altre parti si prosegue con la costituzione delle realtà di base e della sensibilizzazione primaria. Ma non è più rinviabile il tentativo di fare assumere una centralità nazionale alla lotta contro il MUOS, impegno verso il quale noi anarchici dobbiamo dare il massimo per lasciare una forte impronta antimilitarista. 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Tra le cause all’origine di quest’evento si possono identificare una serie di fattori tra cui: il cambiamento climatico che ha posto le basi per un’estate particolarmente secca e priva di precipitazioni, la presenza di forti venti che hanno concorso all’estendersi delle fiamme, la presenza di molta vegetazione incolta che ha potuto facilmente prendere fuoco e la privatizzazione e deviazione dei fiumi verso le zone più ricche dell’isola, che molto spesso ospitano hotel di lusso e campi da golf.\r\n\r\nGrazie alla presenza telefonica di Emanuela Borgnino, autrice del libro “Ecologie Native” (edizioni Eleuthera) e docente di Antropologia dell’Oceania, abbiamo potuto ricostruire la storia dell’arcipelago per comprendere meglio la successione di eventi che ha portato al dominio statunitense e per farci conoscere più approfonditamente qual è la visione delle popolazioni native di ciò che noi comunemente chiamiamo “natura”. Tale visione, particolarmente stimolante anche per decostruire molti dei concetti etici e filosofici occidentali, fornisce un’interpretazione del mondo secondo cui ciò che ci circonda è riconoscibile come entità di persona e capace di intrecciare con noi dei legami fondamentali (anche) per la nostra stessa sopravvivenza. Piante, animali, fiumi, rocce, esseri umani, e così via, fanno tutti parte di un grande “ecosistema integrato” in cui le relazioni reciproche sono la parte costitutiva dell’individuo, immerso e inscindibile da questa collettività. Se siamo le relazioni che intessiamo, allora è anche vero che il benessere del singolo dipende dal benessere comune e dal suo senso di responsabilità dei luoghi in cui vive. 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La chiamarono soap opera. Il pubblico era costituito dalle casalinghe che potevano seguirlo mentre svolgevano le faccende di casa. Poi arrivò la televisione e si pensò di allungare le puntate e trasmetterle la sera, molti previdero la fine della soap opera che invece si rinnovò e sopravvisse. Gli espedienti escogitati quando un personaggio scompare e riappare o cambia volto, dal sogno all'amnesia alla plastica facciale. Poi arrivarono le telenovele dove prevaleva l'ambientazione popolare. Impiegate e segretarie si fecero cambiare i turni di lavoro per non perdersi nemmeno una puntata (non c'erano ancora le repliche e i videoregistratori). Poi arrivarono i serial in cui ogni episodio é autoconclusivo, che spaziava dal genere western al poliziesco alla fantascienza al comico. Chi è meno giovane certo ricorda il dottor Kildare, Bonanza, Emma Peel, Kojak, Fonzie, la palla assassina di \"Il prigioniero\" e il giovane Bruce Willis che cominciò come attore comico in \"Moonlighit\" dove si rivolgeva anche al pubblico. Non tutti sanno che Kate, la moglie del tenente Colombo, in Usa ha avuto la sua serie. Non tutti sanno chi è davvero Robin Master, il misterioso padrone della villa alle Hawaii dove vivono Magnum PI (interpretato dal giovane Tom Selleck) e il maggiordono Higgins. Non tutti sanno che fu Star Trek a mostrare al grande pubblico la prima minigonna in un equipaggio multirazziale, seguita dal primo bacio interrazziale della storia della televisione. 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Puntata con un incipit punkie, per poi iniziare con dei classici rocksteady di Alton Ellis, Slim Smith e Derrick Harriott. La trasmissione prende corpo con del buon reggae da Pablo Moses, Marcia Griffiths, Queen Ifrica, Protoje, sempre sui temi Black Lives Matter e Remove the barriers... 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Un uomo percorre in auto una strada deserta. Una giovane donna vestita di bianco fa l’autostop. L’uomo le offre un passaggio. Poco dopo la giovane donna seduta nell’auto scompare inspiegabilmente. E' lo schema di base della leggenda metropolitana più diffusa dall’avvento dell’automobile. Con qualche variante i racconti si ripetono in tutto il mondo, compresi Brasile, Giappone, Hawaii e Israele. In Usa c’è il caso di Resurrection Mary. Nel 1930 alcuni giovani, tornando a casa dalla sala da ballo Willowbrooke, presso Chicago, offrono un passaggio a una ragazza vestita di bianco che dice di chiamarsi Mary e scompare presso il cimitero di Resurrection. Si ipotizzò che Mary fosse morta investita da un’auto dopo essere uscita da quella sala da ballo e poi sepolta in quel cimitero, ma i tentativi di identificarla furono sempre vani. Dopo il 1980 gli avvistamenti di Mary divennero più rari. In Francia una donna chiede l’autostop sulla strada che da Caen porta a Luc-sur-Mer, urla all’avvicinarsi di una curva pericolosa e scompare. Diversi automobilisti sulle Grandes Alpes a 2000 metri d’altitudine offrono un passaggio a una donna vestita di bianco quasi invisibile in mezzo alla neve, che poi scompare. Sono centinaia i casi registrati in Francia. Non mancano gli scherzi che vengono rapidamente smascherati. L’autostoppista fantasma diventa famosa con “The vanishing Hitchhiker” di Jan Harold Brunvald del 1984 e cominciano le ricerche sistematiche. In Italia Cesare Bermani recensisce 40 versioni in tutte le regioni. C’è l’automobilista che porta la ragazza fino a casa, ritorna il giorno dopo e la madre gli dice che sua figlia, di cui gli mostra la foto, é morta un anno prima. Un altro lascia la sua giacca alla ragazza, e il giorno dopo ritrova la giacca sulla tomba della ragazza che è morta un anno prima. Tipica leggenda dell’era moderna, ma andando indietro nel tempo si trovano storie analoghe che vedono come veicoli carrozze, carri e slitte. Non sapremo mai quanti automobilisti non hanno osato raccontare il loro insolito e inquietante incontro notturno. Buon ascolto.\r\n\r\nCesare Bermani \"Il bambino é servito - Leggende metropolitane in Italia\" Edizioni Dedalo, Milano 1991;\r\n\r\nJan Harold Brunvald \"Sarà vero? - Leggende metropolitane di tutto il mondo\" Armenia, Milano 2001;\r\n\r\nMaria Teresa Carbone (a cura di) \"Leggende urbane - Per le strade, nelle fogne e i grattacieli, al lavoro e nei weekend\" Mondadori, Milano 1999:\r\n\r\n ","6 Settembre 2020","2020-09-07 06:51:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/AUTOSTOP1-200x110.jpg","L'AUTOSTOPPISTA FANTASMA - LA PERLA DI LABUAN 28/8/2020",1599398787,[],[],{"post_content":290},{"matched_tokens":291,"snippet":292,"value":293},[69],"il mondo, compresi Brasile, Giappone, \u003Cmark>Hawaii\u003C/mark> e Israele. 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Dopo il 1980 gli avvistamenti di Mary divennero più rari. In Francia una donna chiede l’autostop sulla strada che da Caen porta a Luc-sur-Mer, urla all’avvicinarsi di una curva pericolosa e scompare. Diversi automobilisti sulle Grandes Alpes a 2000 metri d’altitudine offrono un passaggio a una donna vestita di bianco quasi invisibile in mezzo alla neve, che poi scompare. Sono centinaia i casi registrati in Francia. Non mancano gli scherzi che vengono rapidamente smascherati. L’autostoppista fantasma diventa famosa con “The vanishing Hitchhiker” di Jan Harold Brunvald del 1984 e cominciano le ricerche sistematiche. In Italia Cesare Bermani recensisce 40 versioni in tutte le regioni. C’è l’automobilista che porta la ragazza fino a casa, ritorna il giorno dopo e la madre gli dice che sua figlia, di cui gli mostra la foto, é morta un anno prima. Un altro lascia la sua giacca alla ragazza, e il giorno dopo ritrova la giacca sulla tomba della ragazza che è morta un anno prima. Tipica leggenda dell’era moderna, ma andando indietro nel tempo si trovano storie analoghe che vedono come veicoli carrozze, carri e slitte. Non sapremo mai quanti automobilisti non hanno osato raccontare il loro insolito e inquietante incontro notturno. Buon ascolto.\r\n\r\nCesare Bermani \"Il bambino é servito - Leggende metropolitane in Italia\" Edizioni Dedalo, Milano 1991;\r\n\r\nJan Harold Brunvald \"Sarà vero? - Leggende metropolitane di tutto il mondo\" Armenia, Milano 2001;\r\n\r\nMaria Teresa Carbone (a cura di) \"Leggende urbane - Per le strade, nelle fogne e i grattacieli, al lavoro e nei weekend\" Mondadori, Milano 1999:\r\n\r\n ",[295],{"field":124,"matched_tokens":296,"snippet":292,"value":293},[69],{"best_field_score":128,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":130,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},{"document":299,"highlight":315,"highlights":320,"text_match":323,"text_match_info":324},{"comment_count":46,"id":300,"is_sticky":46,"permalink":301,"podcastfilter":302,"post_author":303,"post_content":304,"post_date":305,"post_excerpt":52,"post_id":300,"post_modified":306,"post_thumbnail":307,"post_title":308,"post_type":207,"sort_by_date":309,"tag_links":310,"tags":314},"90489","http://radioblackout.org/podcast/quel-che-resta-della-notte-mixtape-16-06-2024/",[176],"jenenellanotte","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/QCRDN_MIXTAPE_16_06_24.mp3\"][/audio]\r\ndownload\r\nBeth Gibbons - Tell Me Who You Are Today\r\n\r\nArianne Churchman & Benedict Drew - The May Dew\r\n\r\nMarta Salogni & Tom Relleen - March\r\n\r\nNormil Hawaiians - Waterfalls: Bedford 330\r\n\r\nPiero Perelli - Notte Stellata\r\n\r\nBabau - Ila No Kuaili\r\n\r\nMeitei - Tsukumo\r\n\r\nJabu Us Alone\r\n\r\nMargenrot - Lame Leading The Blind\r\n\r\nPPaulus & Frère - En Concert\r\n\r\nOrnament & Verbrechen - (Tapetopia) When I am I am Not\r\n\r\nScotch Rolex, Shackleton & Omutaba - Burnt Earth\r\n\r\nFrancesco Fonassi & Marta Salogni - Scafo\r\n\r\nGil Evans - The Barbara Song\r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Giugno 2024","2024-06-18 10:27:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Schermata-2024-06-18-alle-10.24.27-200x110.png","QUEL CHE RESTA DELLA NOTTE - MIXTAPE - 16/06/2024",1718706440,[311,312,313],"http://radioblackout.org/tag/experimental/","http://radioblackout.org/tag/mixtape/","http://radioblackout.org/tag/quel-che-resta-della-notte/",[191,189,193],{"post_content":316},{"matched_tokens":317,"snippet":318,"value":319},[69],"amp; Tom Relleen - March\r\n\r\nNormil \u003Cmark>Hawaii\u003C/mark>ans - Waterfalls: Bedford 330\r\n\r\nPiero Perelli","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/QCRDN_MIXTAPE_16_06_24.mp3\"][/audio]\r\ndownload\r\nBeth Gibbons - Tell Me Who You Are Today\r\n\r\nArianne Churchman & Benedict Drew - The May Dew\r\n\r\nMarta Salogni & Tom Relleen - March\r\n\r\nNormil \u003Cmark>Hawaii\u003C/mark>ans - Waterfalls: Bedford 330\r\n\r\nPiero Perelli - Notte Stellata\r\n\r\nBabau - Ila No Kuaili\r\n\r\nMeitei - Tsukumo\r\n\r\nJabu Us Alone\r\n\r\nMargenrot - Lame Leading The Blind\r\n\r\nPPaulus & Frère - En Concert\r\n\r\nOrnament & Verbrechen - (Tapetopia) When I am I am Not\r\n\r\nScotch Rolex, Shackleton & Omutaba - Burnt Earth\r\n\r\nFrancesco Fonassi & Marta Salogni - Scafo\r\n\r\nGil Evans - The Barbara Song\r\n\r\n \r\n\r\n ",[321],{"field":124,"matched_tokens":322,"snippet":318,"value":319},[69],578730089005449300,{"best_field_score":325,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":326,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},"1108074561536","578730089005449329",{"document":328,"highlight":341,"highlights":346,"text_match":323,"text_match_info":349},{"comment_count":46,"id":329,"is_sticky":46,"permalink":330,"podcastfilter":331,"post_author":332,"post_content":333,"post_date":334,"post_excerpt":52,"post_id":329,"post_modified":335,"post_thumbnail":336,"post_title":337,"post_type":207,"sort_by_date":338,"tag_links":339,"tags":340},"14133","http://radioblackout.org/podcast/il-ritorno-di-mike-cooper/",[],"outsidermusic","Mike Cooper non è uno qualsiasi. Egli è l'outsider dei tristi tropici, in un contesto che varia dalle liquide escursioni nella folk music, fino alla passione per la psichedelia in salsa tiki.\r\nCantautore blues in ragtime. Un pescatore. Un avanguardista di Heidelberg. Un attivista anti-capitale. Uno studioso di ornitologia e cultura hawaiiana. Forme e percorsi di cui un mortale particolarmente brillante farebbe esperienza più o meno in tre vite diverse. Vissuti che invece capita si ammassino nell’incredibile storia di un solo uomo.\r\nE quell'uomo è ritornato, con uno dei dischi più belli del 2013. nelle ombre di una vegetazione sinistra, sensualmente e tristemente tropicale, con le associazioni mentali, vaganti tra flora, fauna e nostalgie musicali, come unica bussola possibile. Una combinazione bizzarra tra gli studi chitarristici hawaiiani in slack key, numeri jazz intercalati in lontananza e ottenebramenti sottoforma di field recordings carpiti da pappagalli e fenomeni atmosferici non meglio identificati, continuamente rimestati, accelerati o rivoltati a mo’ di droni. Il risultato è quindi lontano dall’essere una serena divagazione esotica, tant’è fitta la cappa bigia che incombe per tutta la durata - la copertina lo spiega del resto a chiare lettere. Spegnete le luci e sentite fluire la scura risacca del mare in una notte tropicale post-apocalittica.\r\n\r\nThe master of post-everything music is back, giovedì pomeriggio solo su Radio Blackout!","18 Marzo 2013","2018-10-17 22:11:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/Mike_Cooper-200x110.jpg","Il ritorno di Mike Cooper!",1363608417,[],[],{"post_content":342},{"matched_tokens":343,"snippet":344,"value":345},[21],"studioso di ornitologia e cultura \u003Cmark>hawaii\u003C/mark>ana. 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