","Lavoro, violenza economica e sfruttamento: tavolo di NUDM verso l'8 marzo.","post",1737560534,[58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/8-marzo/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/nudm/",[16,14,62],"nudm",{"post_content":64,"post_title":69,"tags":73},{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":68},[14,66],"domestico","quelle non riconosciute come il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> e di cura, confrontarsi sugli","Mercoledì 19 gennaio alle 19 allo Spazio popolare Neruda ci sarà una riunione del tavolo \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> e reddito verso lo sciopero dell'8 marzo.\r\n\r\nIl tavolo \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> e reddito di Non Una di Meno è uno spazio per discutere di tutte le forme di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, anche quelle non riconosciute come il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> e di cura, confrontarsi sugli intrecci tra violenza patriarcale e sfruttamento, condividere storie ed esperienze di vita e di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> e organizzarci per lottare insieme. Adesso, in una situazione che vede l'inflazione alle stelle e i morsi di una crisi economica iniziata con la pandemia e proseguita con la guerra, i costi sociali della riproduzione sono sempre più scaricati verso le donne, da sempre impiegate nei lavori meno (o non) pagati e più precari. A questi si aggiunge la volontà del governo di lavorare per tornare a relegare le figure femminili al ruolo di \"angeli del focolare\", impegnate esclusivamente a garantire la riproduzione della famiglia naturale: così i sostegni governativi si rivolgono principalmente alle madri e comunque non sono accessibili a chi percepisce redditi medio-bassi.\r\n\r\n\r\nQuali rivendicazioni, temi e lotte portare all'interno dello sciopero femminista dell'8 marzo e come costruire un percorso di avvicinamento allo sciopero nei luoghi di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, nelle case, in città? Quali alleanze possibili con altri soggetti politici e sindacali che cercando di combattere per i miglioramenti delle rivendicazioni lavorative?\r\n\r\nNe parliamo con una compagna di Non Una di Meno Torino:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/NUDM_merc.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":72},[71],"Lavoro","\u003Cmark>Lavoro\u003C/mark>, violenza economica e sfruttamento: tavolo di NUDM verso l'8 marzo.",[74,76,79],{"matched_tokens":75,"snippet":16},[],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[14],"\u003Cmark>lavoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":62},[],[82,85,90],{"field":83,"matched_tokens":84,"snippet":67,"value":68},"post_content",[14,66],{"field":32,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[20],[88],[14],[78],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":72,"value":72},"post_title",[71],1157451471441100800,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":44,"score":98,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},"2211897868288",14,3,"1157451471441100915",{"document":100,"highlight":123,"highlights":142,"text_match":93,"text_match_info":150},{"cat_link":101,"category":103,"comment_count":44,"id":105,"is_sticky":44,"permalink":106,"post_author":47,"post_content":107,"post_date":108,"post_excerpt":50,"post_id":105,"post_modified":109,"post_thumbnail":110,"post_thumbnail_html":111,"post_title":112,"post_type":55,"sort_by_date":113,"tag_links":114,"tags":121},[102],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[104],"L'informazione di Blackout","29230","http://radioblackout.org/2015/04/accumulazione-sfruttamento-conflitto-citta-globali/","Con Giovanni Semi, docente di sociologia presso l'Università di Torino, abbiamo analizzato le mutazioni socio-economiche di alcune metropoli, definite da S. Sassen \"città globali\", che nel corso degli ultimi 30-40 anni sono state interessate da processi di ristrutturazione post-industriale tutt'ora in divenire. In questi contesti territoriali, dove i processi di produzione e riproduzione continuano a subire profonde trasformazioni, si muove, tra stanzialità e migrazioni, una grande massa di forza-lavoro. La costruzione di sempre nuove condizioni di accumulazione, motore dell'economia metropolitana, pressuppone diverse diverse modalità di sfruttamento e di sussunzione del lavoro. In questa dinamica le linee del colore, di genere, oltre che lo status giuridico, determinano una \"doppia polarizzazione\" tra il movimento verticale di chi va ad occupare ruoli scelti e/o remunerativi nei mercati del lavoro segmentati - le cd. classi creative e cosmopolite - e quello, orizzontale, all'interno di una forza-lavoro in quotidiana lotta per la sopravvivenza - le cd. classi subalterne - sempre più oggetto di processi di frammentazione attraverso la costruzione di confini etnici/razziali/religiosi/... .\r\n\r\nQuesta doppia polarizzazione si manifesta in maniera certo complessa guardando al settore dei lavori cd. \"immateriali\" - svolti generalmente da lavoratori-rici occidentali bianchi-e, con capitali culturali elevati e relativamente ricchi-e, benchè oggetto di intensa precarizzazione - i cui processi di produzione si reggono sul lavoro domestico e di cura di masse di migranti impoveriti, portatori di capitali culturali non riconosciuti, spesso violentemente sfruttati, in assenza di minime garanzie rispetto alle condizioni di lavoro e di permesso di permenenza sul territorio e segregati dal punto di vista abitativo nelle zone più periferiche della città, non ancora interessate da processi di gentrification.\r\n\r\nLe \"città globali\" hanno quindi un ruolo preponderante nell'attrarre e sfruttare grandi masse di migranti (composte in misura sempre più significativa da rifugiati/e) per alimentare i processi di accumulazione delle \"nuove\" economie urbane post-fordiste, che si fondano strutturalmente sulla polarizzazione/stratificazione sociale sopra descritta, mentre la stessa si intensifica sullo scenario globale, tra guerre, conflitti e continuo spossessamento di risorse e sfruttamento della forza-lavoro.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nNonostante la pervasività di queste dinamiche, le \"città globali\" sono anche \"città ribelli\", quando coloro che costruiscono e sostengono la vita urbana esprimono la potenza della loro conflittualità rispetto alle logiche del capitale. Con Simona de Simoni, dottoranda dell'Università di Torino e Parigi X - Nanterre, abbiamo guardato al caso della BNF (Bibliothèque nationale de France), dove lavoratori-rici dipendenti della multinazionale Onet, che ha in appalto i servizi di pulizia della biblioteca pubblica più importante di Francia - e tra le principali d'Europa - sono in sciopero da 12 giorni contro le inaccettabili condizioni di lavoro. A causa delle politiche di austerità imposte dal Ministero della Cultura, la BNF ha tagliato il budget per l'appalto alla Onet, con il risultato che quest'ultima ha di fatto costretto 15 lavoratori-rici a lasciare il posto ed ha ripartito il carico di lavoro (rimasto equivalente, nonostante la riduzione del budget) sui-lle restanti 45. I dirigenti di Onet sono rimasti indifferenti alle richieste dei-lle lavoratori-rici, che hanno più volte cercato di aprire un tavolo di discussione, secondo la sempre più consueta strategia di Stato e Capitale di sottrarsi a qualunque confronto e responsabilità. Di fronte al silenzio, 12 giorni fa è partito lo sciopero tutt'ora in corso (nonostante la scarsa solidarietà da parte dei fruitori della biblioteca) con precise rivendicazioni di aumento salariale e non solo: CIP-IDF > Salarié-es du nettoyage en grève à la BnF!\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","21 Aprile 2015","2015-04-23 12:36:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/paris-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"177\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/paris-300x177.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/paris-300x177.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/paris-768x452.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/paris-1024x602.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Accumulazione, sfruttamento e conflitto nelle città globali",1429616046,[115,116,117,118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/accumulazione/","http://radioblackout.org/tag/citta-globali/","http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-migrante/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-bnf/",[25,27,122,29,12,21],"conflitto",{"post_content":124,"tags":128},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":127},[14,66],"di produzione si reggono sul \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> e di cura di masse","Con Giovanni Semi, docente di sociologia presso l'Università di Torino, abbiamo analizzato le mutazioni socio-economiche di alcune metropoli, definite da S. Sassen \"città globali\", che nel corso degli ultimi 30-40 anni sono state interessate da processi di ristrutturazione post-industriale tutt'ora in divenire. In questi contesti territoriali, dove i processi di produzione e riproduzione continuano a subire profonde trasformazioni, si muove, tra stanzialità e migrazioni, una grande massa di forza-lavoro. La costruzione di sempre nuove condizioni di accumulazione, motore dell'economia metropolitana, pressuppone diverse diverse modalità di sfruttamento e di sussunzione del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. 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Il paese a stelle e strisce vede diverse decine di milioni di migranti senza documenti: rappresentano la forza lavoro essenziale di molti settori sommersi e precarizzati dell'economia statunitense, in particolare quello agricolo e quello del lavoro domestico, ma sono stati demonizzati in campagna elettorale dal neo-presidente e dall'élite teo-con che tira le fila del suo programma politico.\r\n\r\nAdesso, con numeri impressionanti di arresti, operazioni di propaganda che puntano a disumanizzare i migranti deportati in catene nei paesi d'origine e la sempre maggiore militarizzazione dei raid della ICE (Immigration and Customs Enforcement), quali sono i primi effetti della dichiarazione trumpiana di espandere radicalmente le deportazioni? Si tratta del tentativo di sostanziare con i fatti la propaganda da campagna elettorale che si infrangerà di fronte alle richieste del padronato USA di garantire la manodopera irregolare necessaria a far funzionare i settori più bassi dell'economia? Oppure potrebbe essere veramente il preludio di una campagna sistemica di contrasto all'immigrazione irregolare negli States? Che genere di opposizione potrebbe incontrare questa politica, e quanto questa si pone in discontinuità con il governo precedente a guida democratica?\r\nNe abbiamo parlato con Luca Celada, corrispondente da Los Angeles de Il Manifesto:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/CELADAinfo.mp3\"][/audio]","31 Gennaio 2025","2025-01-31 14:40:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/90-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"181\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/90-300x181.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/90-300x181.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/90.jpeg 599w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","This is ameriKKKa: guerra ai migranti negli States di Trump",1738334362,[166,167,168],"http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-usa/","http://radioblackout.org/tag/migranti/",[170,171,172],"donald trump","elezioni Usa","migranti",{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[14,66],"quello agricolo e quello del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark>, ma sono stati demonizzati in","È notizia di ieri quella della programmata apertura di un nuovo centro di detenzione per migranti irregolari nell'enclave statunitense di Guantanamo: ennesima mossa anti-immigrazione del governo Trump nei suoi primi 14 giorni di mandato, caratterizzati da un'ondata di decreti attuativi, molti dei quali improntati proprio a instradare la propria promessa politica di guerra totale alla migrazione clandestina. 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Lo sciopero ha coinvolto sia il settore privato che quello pubblico, in questo ambito sopratutto le categorie del trasporto e i pompieri. I trasporti pubblici su ferro e su gomma, sia locali che nazionali, sono completamente paralizzati. Nella regione di Parigi, interessata da un grande traffico pendolari, gli ingorghi automobilistici hanno superato un totale di seicento chilometri di code: il blocco del sistema ferroviario fa si che molti prendano la macchina, bloccando le strade.\r\nNel settore privato lo sciopero ha particolarmente inciso sulla produzione di carburanti: sei raffinerie su sette sono rimaste ferme e questo sta cominciando a causare una penuria nella rete di distribuzione di carburante in alcuni centri.\r\nLa presidenza Macron oramai da più di un anno va incontro a proteste e mobilitazioni contro le riforme in senso neoliberista. Lo sciopero attuale ha avuto come detonatore la riforma pensionistica ma si collega a quel movimento di generale contestazione che ha dato vita all’esperienza dei Gilet Jaunes. L’impianto della riforma prevede sia l’abolizione dei così detti “regimi speciali”, ovvero la possibilità della pensione anticipata per alcune categorie sottoposte a lavori usuranti – come i lavoratori del trasporto pubblico – che un taglio delle pensioni grazie alla modifica del sistema di calcolo delle stesse. Modifiche che andrebbero ad incidere direttamente sul reddito e sulla qualità di vita della classe lavoratrice, sopratutto nelle sue componenti più precarie: donne con carriere meno lineari per via del lavoro domestico e di cura parentale, false partite IVA, precari con contratti a tempo.\r\nDi cosa sta succedendo e delle prospettive che vengono aperte da questo sciopero ne abbiamo parlato con Gianni Carozza, redattore di Radio Paris Plurielle, dove conduce la trasmissione “Vive la Sociale”.\r\nAscolta la diretta con Gianni\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.10-09.00.francia-gianni-carrozza.mp3\"][/audio]","10 Dicembre 2019","2019-12-10 12:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/parigi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/parigi-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/parigi-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/parigi-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/parigi.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia: continua lo sciopero contro la riforma delle pensioni",1575982373,[197,198,119,199],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/gilets-jaunes/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[201,202,12,18],"francia","gilets jaunes",{"post_content":204},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[14,66],"meno lineari per via del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> e di cura parentale, false","Siamo oramai al sesto giorno di sciopero intercategoriale consecutivo contro la riforma delle pensioni voluta dal governo Macron. 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In un certo senso si tratta di quello che Angela Davis ha chiamato intersezionalità, una parola che risuona molto oggi in America Latina e che per me è più interessante delle rivendicazioni di tipo identitario e della forma in cui queste rivendicazioni hanno espresso domande che poi si sono tradotte in leggi che certamente sono significative, però mi sembra che oggi il movimento vada oltre un’agenda di richieste in chiave identitaria. E non si esaurisce in una serie di richieste puntuali alle istituzioni. (...) Mi sembra che il 19 ottobre e oggi l’idea di sciopero posta dal movimento delle donne ci obbliga a una ridefinizione e soprattutto a un ampliamento dell’idea di sciopero perché si includano esplicitamente le donne dell’economia informale, dell’economia popolare, oltre a fare riferimento alla politicizzazione del lavoro domestico, riproduttivo, di cura. Si assume una mappatura del lavoro che almeno in America Latina ‒ dove la discussione sull’economia popolare è abbastanza importante ‒ si caratterizza per una forte eterogeneità. L’ampliamento dell’idea di sciopero credo interpelli questi settori del lavoro, ovvero è necessario chiedersi come uno sciopero possa contenere al suo interno realtà del lavoro così eterogenee. Per esempio, ci diceva una donna cartonera: «se io non lavoro un giorno non mangio, perché il mio sostentamento è garantito dal lavoro di tutti i giorni». Come è possibile pensare che quest’aspetto non sia una debolezza di questo settore ‒ che visto da questa prospettiva non riuscirebbe a prendere parte allo sciopero ‒ ma piuttosto una specie di sfida alla stessa idea di sciopero, che deve essere capace di contenere questo tipo di realtà? (...) Inoltre la questione del lavoro migrante è fondamentale in questa mappatura del lavoro in chiave femminista, di questi lavori permanentemente invisibilizzati, oltre che femminilizzati. Tutto questo è molto presente. (...) La questione migrante parla un linguaggio che connette lo spazio regionale latinoamericano e per questo esce dalle dinamiche nazionaliste cui, tradizionalmente, fanno riferimento molte organizzazioni sociali.\"\r\n\r\n \r\n\r\nUn contesto che appare differente da quello de Lotto Marzo. Non nel senso di un vacuo parallelismo tra territori ovviamente distanti, ma nei termini di una analisi situata rispetto alle specifitá socio-economiche locali. Nella costruzione dello sciopero in Italia, in che modo sono state tematizzate le diverse posizionalità dei soggetti all'interno del mondo produttivo e riproduttivo, in termini di classe? Quali articolazioni si sono costruite rispetto alla condizione del lavoro migrante? Quali analisi interne alle differenti realtà sociali rispetto alla pratica dello sciopero nell'attuale strutturazione del mondo del lavoro? Quale rapporto rispetto alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali?\r\n\r\n \r\n\r\nCome ha sottolineato criticamente Elisabetta Teghil in uno scritto su Lotto Marzo: \"ci si dimentica volutamente di cosa sia lo Stato (...) e si enfatizza il rapporto con le Istituzioni come portatore di possibilità di miglioramento e modificazione di questa società. (...) Hanno ridotto il femminismo ad una dimensione femminile perché l’hanno chiuso in rivendicazioni corporative e lo hanno regalato al capitale perché del capitale ne hanno fatto un fiore all’occhiello contrabbandando il principio che lo Stato sarebbe attento alla richieste, alle problematiche, alle istanze delle donne, basta solo fargliele presenti e collaborare alla costruzione di una società migliore e migliorata. D’altra parte è una delle caratteristiche proprie del neoliberismo quella di appropriarsi delle istanze delle diversità sessuali, delle donne, dei/delle migranti,delle minoranze oppresse, di appropriarsi dei diritti civili, per instaurare un controllo violentissimo sul fronte interno e per portare le guerre neocoloniali sul fronte esterno. E tutto questo con il supporto di una pletora di associazioni e di ong che non sono altro che il contraltare della pletora di associazioni contro la violenza sulle donne che chiedono finanziamenti e propongono progetti. E, ultima chicca, non poteva mancare l’appello alla triplice sindacale che lungi dal venire riconosciuta come responsabile diretta della realizzazione del neoliberismo nel nostro paese, viene considerata un interlocutore fattivo. Nonostante l’oppressione di genere sia trasversale, non è più possibile chiamare tutte le donne insieme a lottare contro l’oppressione patriarcale senza rendere esplicito e apertamente manifesto l’abisso che ormai divide le donne che lavorano fattivamente e attivamente per portare avanti i principi capitalisti/neoliberisti e le donne che li subiscono. (...) Eppure un contributo concreto e molto importante, e di ben altro tipo, in questo momento storico, la lotta femminista potrebbe portarlo. La femminilizzazione del lavoro investe ormai la società tutta. Femminilizzazione intesa non come lavoro delle donne nella società, ma come trasferimento delle impostazioni che riguardano il lavoro di cura e riproduttivo, che è portato avanti dalle donne, a tutto il mondo del lavoro.\"\r\n\r\n \r\n\r\nNell'ottica di aprire un confronto sulle pratiche che dal 26 novembre all'8 marzo hanno caratterizzato la \"traduzione\" del movimento Ni Una Menos nel contesto italiano, questa mattina abbiamo dato spazio agli sguardi differenti di Liliana Ellena e Nicoletta Poidimani.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nNicolettaeLiliana","10 Marzo 2017","2017-03-17 19:18:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/5215fe_3d9ec5f2a47a4c6cbb0a2f0f1f15dfb1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/5215fe_3d9ec5f2a47a4c6cbb0a2f0f1f15dfb1-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/5215fe_3d9ec5f2a47a4c6cbb0a2f0f1f15dfb1-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/5215fe_3d9ec5f2a47a4c6cbb0a2f0f1f15dfb1.jpg 428w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Ni Una Menos a Lotto Marzo: sguardi critici",1489152480,[58,226,199],"http://radioblackout.org/tag/ni-una-menos/",[16,228,18],"ni una menos",{"post_content":230},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[14,66],"fare riferimento alla politicizzazione del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark>, riproduttivo, di cura. 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L'appello lo potete leggere qui.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara, redattrice della radio ed esponente di “Non una di meno” di Torino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 31 chiara sciopero donne\r\n\r\nDi seguito l'appello delle donne argentine di Ni Una Menos:\r\n\r\n“L’otto marzo la terra trema. Le donne del mondo si uniscono e lanciano una prova di forza e un grido comune: sciopero internazionale delle donne. Ci fermiamo. Scioperiamo, ci organizziamo e ci incontriamo tra di noi. Mettiamo in pratica il mondo in cui vogliamo vivere.\r\n\r\n#NoiScioperiamo\r\nScioperiamo per denunciare:\r\nChe il capitale sfrutta le nostre economie informali, precarie e intermittenti.\r\nChe gli stati nazionali e il mercato ci sfruttano quando ci indebitano.\r\nChe gli Stati criminalizzano i nostri movimenti migratori.\r\nChe guadagniamo meno degli uomini e che il divario salariale tocca, in media, il 27%.\r\nChe non si riconosce il fatto che il lavoro domestico e di cura è lavoro non retribuito, che si somma mediamente per 3 ore in più alle nostre giornate lavorative.\r\nChe questa violenza economica aumenta la nostra vulnerabilità di fronte alla violenza maschile, di cui l’atto estremo più aberrante sono i femminicidi.\r\nScioperiamo per reclamare il diritto all’aborto libero e perché nessuna sia obbligata alla maternità.\r\nScioperiamo per rendere visibile che se i lavori di cura non diventano responsabilità di tutta la società noi ci vediamo obbligate a riprodurre lo sfruttamento classista e coloniale tra donne. Per andare a lavorare dipendiamo da altre donne. Per spostarci dipendiamo da altre donne.\r\nScioperiamo per valorizzare il lavoro invisibilizzato che facciamo, che costruisce reti, sostegno e strategie vitali in contesti difficili e di crisi.\r\n\r\n#NonSiamoTutte \r\nScioperiamo perché mancano le vittime di femminicidio, voci che si spengono violentemente ad un ritmo da brivido di una al giorno solo in Argentina.\r\nMancano le lesbiche e le transessuali assassinate da crimini di odio.\r\nMancano le prigioniere politiche, le ricercate, le assassinate nel nostro territorio latinoamericano per difendere la terra e le sue risorse.\r\nMancano le donne incarcerate per delitti minori che criminalizzano forme di sopravvivenza, mentre i crimini delle multinazionali e del narcotraffico rimangono impuniti perché beneficiano il capitale.\r\nMancano le morte e le prigioniere per aborti insicuri.\r\nMancano le desaparecidas.\r\nDi fronte a luoghi che diventano un inferno, ci organizziamo per difenderci e prenderci cura tra di noi.\r\nDi fronte al crimine maschilista e alla sua pedagogia della crudeltà, di fronte all’intento dei mezzi di comunicazione di vittimizzarci e terrorizzarci, trasformiamo il dolore individuale in complicità collettiva e la rabbia in lotta collettiva.\r\n\r\nDi fronte alla crudeltà, più femminismo.\r\n\r\n#NoiCiOrganizziamo\r\nNoi ci appropriamo degli strumenti dello sciopero perché le nostre domande sono urgenti. Facciamo dello sciopero delle donne una misura ampia e attuale, capace di proteggere le occupate e le disoccupate, le donne senza salario e quelle che prendono un sussidio, le lavoratrici in proprio e le studentesse, perché tutte siamo lavoratrici.\r\nNoi scioperiamo.\r\nCi organizziamo contro il confino domestico, contro la maternità obbligatoria e contro la competizione tra donne, tutte forme spinte dal mercato e dal modello della famiglia patriarcale.\r\nCi organizziamo in ogni dove: nelle case, per le strade, sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nei mercati, nei quartieri.\r\nLa forza del nostro movimento sta nei legami che creiamo tra noi.\r\nCi organizziamo per cambiare tutto.\r\n\r\n#LInternazionaleFemminista\r\nTessiamo un nuovo internazionalismo.\r\nDalle situazioni concrete in cui ci troviamo, interpretiamo la congiuntura.\r\nVediamo che di fronte al rigurgito neo-conservatore, localmente e globalmente il movimento delle donne emerge come potenza di una alternativa.\r\nVediamo che la nuova “caccia alle streghe”, che ora perseguita ciò che nomina “ideologia di genere”, prova giustamente a combattere e neutralizzare la nostra forza e a spezzare la nostra volontà.\r\nDi fronte alle spoliazioni multiple, alle espropriazioni e alle guerre contemporanee che occupano la terra e il corpo delle donne come territori prediletti di conquista, noi ci accorpiamo politicamente e spiritualmente.\r\n\r\n#CiMuoveIlDesiderio\r\nPerché #ViveELibereCiVogliamo, noi ci arrischiamo in alleanza insolite.\r\nPerché noi ci appropriamo del tempo e apriamo spazi di libertà per noi, facciamo dello stare unite un sollievo e una conversazione tra alleate, trasformiamo le assemblee in manifestazioni, le manifestazioni in festa, la festa in un futuro comune.\r\nPerché #SiamoPerNoistesse, questo 8 marzo è il primo giorno della nostra nuova vita.\r\nPerché #CiMuoveIlDesiderio, il 2017 è il tempo della nostra rivoluzione.”\r\nIl prossimo fine settimana si svolgerà a Bologna un'assemblea nazionale, nella quale si continuerà il confronto intrapreso a Roma.\r\n\r\nA Torino la prossima assemblea è fissata per il 7 marzo, in luogo e data ancora da stabilire.\r\nPer info: https://nonunadimeno.wordpress.com","31 Gennaio 2017","2017-02-03 14:00:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/paro_internacional-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"111\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/paro_internacional-300x111.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/paro_internacional-300x111.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/paro_internacional.jpg 764w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","8 marzo. 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Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. 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Il breve periodo trascorso in montagna con Giustizia e Libertà è rimasto dunque sostanzialmente fuori dai suoi scritti. Esiste tuttavia un’eccezione: un breve racconto del 1949 che si ispira alla sua deludente esperienza di partigiano. Fine del marinese colpisce soprattutto per il punto di vista “impossibile” dal quale sono narrati gli eventi. Levi adotta, infatti, una prima persona plurale: a parlare sono i compagni di un partigiano catturato dai tedeschi, eppure questo noi è informato su tutti i movimenti dell’animo del prigioniero: la paralisi e lo sconforto, la rassegnazione e il desiderio di reagire, fino alla decisione di…\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [Radio Blackout]: “Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 16 - Estrus Records 38 minuti [Radio Blackout]: Shovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 14 ore 8,30 - Sanità in Lombardia 28 minuti [Radio Cane]: C’è un ambito in cui la “razionalità specifica” neoliberista è riuscita ad applicare la sua potente quanto mortifera “logica delle pratiche”: la Sanità. Specialmente in Lombardia nell’ultimo ventennio, è stata svuotata di senso la relazione tra pubblico e salute per sostituirla con una performatività economica basata su concorrenza e messa a valore del corpo malato.\r\n\r\nGià forma di comando giuridico-amministrativo “keynesiano” – nelle cui pieghe si erano insinuate pratiche significative di lotta dei lavoratori e di riuso sociale della strutture pubbliche -, la Sanità è stata trasformata ex lege in un’arena concorrenziale tra consorterie che marchia il quotidiano dei suoi luoghi di degenza, opprime i lavoratori che vi sono impiegati e impedisce vere relazioni di solidarietà e protezione sociale , dichiarandole obsolete.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato insieme con quattro lavoratori della Sanità in Lombardia\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sanità-in-Lombardia_28.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Working class 29 minuti [Radio Blackout]: Racconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 9,30 - Podcast Franti pt.1 34 minuti [Franti]: Il podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> collettivo, e per il collettivo questo \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-1_34.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 20,30 - Intervista Nodo Solidal 40 minuti [Radio Blackout]: Una transformación fatta di violenza. Sulla guerra contro le comunità resistenti in Chiapas, Messico\r\n\r\nRadio Blackout torna a parlare di Chiapas e di Messico, in un podcast con la preziosa collaborazione dell compagn@ del Nodo Solidale, un collettivo di solidarietà, controinformazione, resistenza e lotta tra Italia e Messico.\r\n\r\nLa crescente spirale di violenza nel sud del Messico, in Chiapas, tocca anche i quartieri della città San Cristóbal de las Casas. Il 20 Ottobre la cittadina chiapaneca, meta di turismo internazionale da tutto il mondo, si riempie di rabbia e dolore: nel quartiere Cuxtitali Fra Marcelo Pérez Pérez, parroco ribelle indigeno della chiesa Nuestra Senora de Guadalupe a San Cristóbal, viene freddato da due persone in moto appena finita la messa. Una vita passata a denunciare gli interessi del narcotraffico e le ambiguità del potere governativo locale, sempre in prima linea per i diritti e a sostegno le lotte delle comunità indigene in Chiapas e in tutto il mondo. Un compagno di lotta, figura centrale nel sostenere i molteplici fronti di resistenza dal basso in Chiapas.\r\nL’assassinio di Fra Marcelo non è un segno isolato, ma si inserisce in un inasprimento sempre più crescente della violenza contro le comunità indigene resistenti, in particolare zapatiste, nell’area Chiapaneca.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista-a-Nodo-Solidal_40.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 23,30 - Compulsive Pene Madonna - Scoddata Bro? 6 minuti [Compulsive Pene Madonna, Radio Blackout]: Compulsive Pene Madonna (CPM) is the rationalized, tuneful torment of two Turin-born entities, namely Mattia Giustetto and Nima Taheri. The duo has been continuously juxtaposing different musical instances, aesthetics, and pieces of gear since the origins in the mid-2010s. Spanning from corrupted, brazen synth-punk all the way to outbursts of soothingly dark and distorted ambient works, CPM’s key feature could be identified by the word instability.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Compulsive-Pene-Madonna-Scoddata-Bro_6.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 9 - Tutta colpa dei padroni? 1 10 minuti [Marcello Pini, Federico Bosis]: Chi scrive i contratti? Chi decide gli stipendi? Cosa sono i rapporti di forza? Cominciamo dai fatti fondamentali.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.1_10.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 10 - Psychotronic Radio Vol.1 35 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.1_35.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nDomenica 17 ore 13,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]: Presentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\r\n\r\n[Download]",[548,550,552,554,556,558,560,562,564,566,568,570,572,574,576,578,580,582,584,586,588,590,592,594,596,598,600,603,605,607,609,611,613,615,617,619,621,623,625,627,629,631,633,635,637,639,641,643,645,647,649,651,653,656,658,660,662,664,666,668,670,672,674,676,678,680,682,684,686,688,690,692,694,696,698,700,702,704,706,708,710,712,714,716,718,720,722,724,726,728,730,732,734,736,738,740,742,744,746,748,750,752,754,756,758,760,762,764,766,768],{"matched_tokens":549,"snippet":443,"value":443},[],{"matched_tokens":551,"snippet":444,"value":444},[],{"matched_tokens":553,"snippet":445,"value":445},[],{"matched_tokens":555,"snippet":446,"value":446},[],{"matched_tokens":557,"snippet":447,"value":447},[],{"matched_tokens":559,"snippet":448,"value":448},[],{"matched_tokens":561,"snippet":449,"value":449},[],{"matched_tokens":563,"snippet":450,"value":450},[],{"matched_tokens":565,"snippet":451,"value":451},[],{"matched_tokens":567,"snippet":452,"value":452},[],{"matched_tokens":569,"snippet":453,"value":453},[],{"matched_tokens":571,"snippet":454,"value":454},[],{"matched_tokens":573,"snippet":455,"value":455},[],{"matched_tokens":575,"snippet":456,"value":456},[],{"matched_tokens":577,"snippet":457,"value":457},[],{"matched_tokens":579,"snippet":458,"value":458},[],{"matched_tokens":581,"snippet":459,"value":459},[],{"matched_tokens":583,"snippet":460,"value":460},[],{"matched_tokens":585,"snippet":461,"value":461},[],{"matched_tokens":587,"snippet":462,"value":462},[],{"matched_tokens":589,"snippet":463,"value":463},[],{"matched_tokens":591,"snippet":464,"value":464},[],{"matched_tokens":593,"snippet":465,"value":465},[],{"matched_tokens":595,"snippet":466,"value":466},[],{"matched_tokens":597,"snippet":467,"value":467},[],{"matched_tokens":599,"snippet":468,"value":468},[],{"matched_tokens":601,"snippet":602,"value":602},[14],"diritti 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\r\n\r\nMartedì 26 ore 8,30 - ENI Greenwashing [Titolo originale: Eni: verde come un cane] 30 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror di A. 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Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. 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Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge di un nero funereo a tinte gialle, quelle di questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,30 - Working Class 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 8,30 - Quaresima in quarantena minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nQUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-4_53.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Marzo 2024","2024-03-31 18:59:40","Black Holes dal 25 al 31 marzo 2024",1711367267,[337,800,801,802,803,804,805,806,338,807,808,809,810,353,360,811,367,812,373,813,814,815,375,816,378,817,818,384,385,386,819,820,821,822,393,823,824,395,825,826,827,828,829,403,830,831,832,833,834,835,410,415,417,420,421,836,256,426,837,838],"http://radioblackout.org/tag/alain/","http://radioblackout.org/tag/albert-camus/","http://radioblackout.org/tag/alberto-cominetti/","http://radioblackout.org/tag/alphonse-daudet/","http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/andrea-marziali/","http://radioblackout.org/tag/andrea-turco/","http://radioblackout.org/tag/boschi/","http://radioblackout.org/tag/bosco/","http://radioblackout.org/tag/comico/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/fuoco-fatuo/","http://radioblackout.org/tag/gesu/","http://radioblackout.org/tag/greenwashing/","http://radioblackout.org/tag/horror/","http://radioblackout.org/tag/intrattenimento/","http://radioblackout.org/tag/la-fine-della-fine-della-storia/","http://radioblackout.org/tag/lo-straniero/","http://radioblackout.org/tag/lockdown/","http://radioblackout.org/tag/lotta-di-classe/","http://radioblackout.org/tag/lotte-operaie/","http://radioblackout.org/tag/mattia-martinengo/","http://radioblackout.org/tag/meursault/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/nanni-balestrini/","http://radioblackout.org/tag/natale/","http://radioblackout.org/tag/operaismo/","http://radioblackout.org/tag/osservatorio/","http://radioblackout.org/tag/pierre-drieu-la-rochelle/","http://radioblackout.org/tag/pistole/","http://radioblackout.org/tag/produzioni-nessun-rimborso/","http://radioblackout.org/tag/proiezioni-di-sizigia/","http://radioblackout.org/tag/quarantena/","http://radioblackout.org/tag/racconto/","http://radioblackout.org/tag/tetralogia-della-polvere-da-sparo/","http://radioblackout.org/tag/vogliamo-tutto/","http://radioblackout.org/tag/woodstown/",[447,840,841,842,843,844,845,846,448,847,848,849,850,463,470,851,477,852,483,853,854,855,485,856,488,857,292,274,300,298,858,859,860,861,302,862,863,501,864,865,866,867,868,509,869,870,871,872,873,874,515,520,522,523,312,875,262,314,876,877],"Alain","Albert Camus","Alberto Cominetti","Alphonse Daudet","Ambiente","Andrea Marziali","Andrea Turco","boschi","bosco","comico","covid 19","ENI","fiat","fuoco fatuo","gesù","greenwashing","horror","intrattenimento","lo straniero","lockdown","lotta di classe","lotte operaie","Mattia Martinengo","Meursault","militarizzazione","Nanni Balestrini","natale","operaismo","osservatorio","Pierre Drieu La Rochelle","pistole","produzioni nessun rimborso","proiezioni di Sizigia","quarantena","racconto","tetralogia della polvere da sparo","vogliamo tutto","woodstown",{"post_content":879,"tags":883},{"matched_tokens":880,"snippet":881,"value":882},[14],"a parlare di rifuto del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, fabbrica sociale, di qualità della"," \r\n\r\nMartedì 26 ore 8,30 - ENI Greenwashing [Titolo originale: Eni: verde come un cane] 30 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - 12,45 Proiezioni di Sizigia #1 e #2 2 + 7 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nDall'EP \"Tetralogia della polvere da sparo\" di \"Proiezioni di Sizigia\", ascoltiamo i primi due brani:\r\n\r\nAlain (parole tratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle) e Meursault (parole tratte da \"Lo straniero\" di Albert Camus).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Alain]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Meursault_7.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Meursault]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 8,30 - Vogliamo Tutto 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. 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Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un 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\r\n\r\nLunedì 25 h 13.30 - Natale a babbo morto (41 minuti) [Produzioni nessun rimborso]: La NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. 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Troppo spesso la vita si baratta per uno stipendio, talvolta misero e indecente. Le cause sono tante, e hanno un comune denominatore: il profitto.\r\nInfatti, molti imprenditori per accrescere il proprio profitto, tagliano sulla sicurezza. In Italia gli incidenti sul lavoro hanno causato più morti della guerra del golfo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Diapason-1-morti-sul-lavoro_54.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 h 8.30 - Vogliamo tutto (30 minuti) [Radio Blackout]: Presentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini \"Vogliamo tutto\". Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 h 8.30 - Orsi Trentino [Titolo originale: Sentieri selvaggi. Orsi in fuga fra propaganda, gabbie e proprietà privata] (17 minuti) [Assemblea Antispecista e Collettiva Scobi]: Recenti episodi di cronaca hanno riacceso i riflettori della stampa e l’interesse dell’opinione pubblica sulla questione “gestione orsi” in Trentino. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine, alla luce dell’esperienza di quasi tre anni di campagna svolta sul territorio Trentino.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/orsi-trentino_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 8.30 - ROTE ZORA. Guerriglia urbana femminista (17 minuti) [Porfido]: Lettura di alcuni estratti dal libro. Rote Zora è una rete di gruppi di donne e lesbiche che ha portato avanti azioni femministe di guerriglia urbana nella Repubblica Federale Tedesca dagli anni ’70 agli anni ’90. Le loro parole ci arrivano oggi con la stessa potenza del fuoco dei loro sabotaggi. Ogni cuore è una bomba a orologeria.\r\nIl libro è un’autoproduzione femminista del 2018.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rote-Zora_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 13.30 - Emilio Salgari (32 minuti) [Radio blackout]: Breve biografia di Emilio Slagari, capitano di mare e sfruttato di terra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Emilio-Salgari_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 20.00 - Presentazione libro Jin Jiyan Azadi (48 minuti) [Frittura Mista alias Radio Fabbrica]: Con l’aiuto della nostra ospite in studio Delfina Donnici; abbiamo presentato “Jin Jiyan Azadi. La rivoluzione delle donne in Kurdistan” – Istituto Andrea Wolf – Tamu, 2022. Delfina Donnici fa parte del comitato italiano di Jineolojî che ha curato la traduzione del libro. Da quando in anni recenti si sono accesi i riflettori sulla resistenza contro l’assedio dello Stato Islamico in Rojava, il movimento delle donne libere curde è diventato a livello globale uno degli esempi rivoluzionari più luminosi del 21° secolo. Jin, Jiyan, Azadî raccoglie le voci di venti rivoluzionarie curde e le compone in un’architettura maestosa: le combattenti ci offrono attraverso memorie private, lettere e pagine di diario una profonda riflessione su un percorso che non inizia con la riconquista di Kobane del 2015 ma ha radici ben più lontane. Ripercorrendo varie fasi della lotta di liberazione curda contro l’oppressione dello stato turco, questo volume offre una avvincente e monumentale ricostruzione della storia recente del Kurdistan, dalla costituzione del Pkk all’arresto di Öcalan, fino all’elaborazione dei nuovi paradigmi del confederalismo democratico e di Jineolojî, la scienza delle donne. Per la prima volta scopriamo dalla prospettiva delle protagoniste la visione del mondo e le scelte di vita che le hanno portate alla guida di una guerra di liberazione, oltre che di un epocale progetto di trasformazione dei rapporti tra donne e uomini, tra nazioni e tra specie viventi. Essendo il testo molto interessante e pregno di contenuti abbiamo voluto fare un’intervista divisa in 3 parti, divise tra loro da due brani (qui nel podcast riprodotte parzialmente), tratti dalla compilation “Music for Rojava” edito dall’etichetta Sonic Resistance.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Presentazione-libro-Jin-Jiyan-AzadiFritturaMista26042022_48.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 h 10 - Con gli insorti Naxaliti nel cuore della foresta indiana 1 (24 minuti) [Radio Alpi Libere]: Benvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile...\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_1@radio-alpi-libere_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 h 20 - Quaresima in quarantena (48 minuti) [Produzioni nessun rimborso]: QUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. 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E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Lo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. Ma da oltre 40 anni c'è chi tenta in ogni modo di aggirare questa legge. Confindustria & Co.? Sì, ovvio, ma non solo. 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La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 h 8.30 - Orsi Trentino [Titolo originale: Sentieri selvaggi. 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Da quando in anni recenti si sono accesi i riflettori sulla resistenza contro l’assedio dello Stato Islamico in Rojava, il movimento delle donne libere curde è diventato a livello globale uno degli esempi rivoluzionari più luminosi del 21° secolo. Jin, Jiyan, Azadî raccoglie le voci di venti rivoluzionarie curde e le compone in un’architettura maestosa: le combattenti ci offrono attraverso memorie private, lettere e pagine di diario una profonda riflessione su un percorso che non inizia con la riconquista di Kobane del 2015 ma ha radici ben più lontane. Ripercorrendo varie fasi della lotta di liberazione curda contro l’oppressione dello stato turco, questo volume offre una avvincente e monumentale ricostruzione della storia recente del Kurdistan, dalla costituzione del Pkk all’arresto di Öcalan, fino all’elaborazione dei nuovi paradigmi del confederalismo democratico e di Jineolojî, la scienza delle donne. Per la prima volta scopriamo dalla prospettiva delle protagoniste la visione del mondo e le scelte di vita che le hanno portate alla guida di una guerra di liberazione, oltre che di un epocale progetto di trasformazione dei rapporti tra donne e uomini, tra nazioni e tra specie viventi. Essendo il testo molto interessante e pregno di contenuti abbiamo voluto fare un’intervista divisa in 3 parti, divise tra loro da due brani (qui nel podcast riprodotte parzialmente), tratti dalla compilation “Music for Rojava” edito dall’etichetta Sonic Resistance.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Presentazione-libro-Jin-Jiyan-AzadiFritturaMista26042022_48.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 h 10 - Con gli insorti Naxaliti nel cuore della foresta indiana 1 (24 minuti) [Radio Alpi Libere]: Benvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile...\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. Non è un’ideologia preconfezionata, ma il contatto epidermico con i miliziani e con la gente dei villaggi, nelle giornate di marcia nella foresta e nelle notti passate insieme sotto le stelle, a dare forma alla sua narrazione e, con essa, alla sua limpida e inequivocabile scelta di campo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_1@radio-alpi-libere_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 h 20 - Quaresima in quarantena (48 minuti) [Produzioni nessun rimborso]: QUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 h 11 - Con gli insorti Naxaliti nel cuore della foresta indiana 2 (32 minuti) [Radio Alpi Libere]: v. sopra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Con-gli-insorti-Naxaliti-nel-cuore-della-foresta-indiana_2@-radio-alpi-libere.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 h 18 - Tutta colpa dei padroni? #6 (8 minuti) [Marcello Pini e Federico Bosis] : “Tutta colpa dei padroni?” è un podcast di alfabetizzazione sindacale che spiega nella maniera più chiara possibile come sono regolati i rapporti di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>: chi scrive i CCNL, cosa succede quando scadono o si rinnovano, come agiscono i sindacati e quali sono le differenze tra loro. E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Lo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. Ma da oltre 40 anni c'è chi tenta in ogni modo di aggirare questa legge. Confindustria & Co.? Sì, ovvio, ma non solo. 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28 ore 18,30 – Speciale Operazione Scintilla da info 2021 58 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nGiovedì 7 ottobre 2021 è iniziato il processo per associazione sovversiva contro lo Stato e alcuni capi specifici per diciotto compagni e compagne. A trentadue mesi esatti dallo sgombero, alla sbarra vengono portati, oltre agli imputati, proprio l’esperienza intorno al fu Asilo occupato, il progetto Macerie e Storie di Torino e il sacrosanto odio verso le prigioni per immigrati irregolari (nati Cpt, poi Cie, ora Cpr).\r\n\r\nL’oggetto del teorema inquisitorio Scintilla è infatti una lotta ventennale, quella contro la detenzione amministrativa dei senza-documenti, portata avanti da un movimento reale dentro e fuori i Centri di reclusione. Una lotta composta anche da una serie lunghissima di iniziative all’esterno dei Centri: alcune indette, altre a sorpresa, alcune anonime, altre rivendicate, alcune “a volto scoperto” e altre “a volto coperto”. Per la maggior parte di queste ultime gli inquirenti non sono finora riusciti a raccogliere né prove né indizi sufficienti per attribuire precise responsabilità individuali, nonostante anni di esegesi di scritti, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, pedinamenti, rilievi e prelievi di impronte digitali e DNA.\r\n\r\nVi proponiamo un approfondimento che parte sì dall’inchiesta, ma per poi addentrarsi negli anni di lotta, nelle motivazioni, nel cuore della solidarietà e della vita che si sprigiona quando si combatte contro una delle tante ingiustizie di questo mondo, una delle più atroci: l’esistenza di lager per umani.\r\n\r\nIn conclusione, ancora voci, sono ancora quelle dei reclusi, sono ancora quelle di compagni e compagne, che raccontano oggi cosa accade nei Cpr, perché la lotta non si ferma con un’inchiesta tribunalizia, ma continua finché di queste gabbie non rimarranno che macerie.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 29 ore 16,30 – JahLion - Selezione Rub-A-Dub 82 minuti [Overjoy, Radio Blackout]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 08,30 – L'assassino dei sogni_29 30 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nLettura da un libro di Carmelo Musumeci e Giuseppe Ferraro. Un filosofo e un ergastolano si scrivono. Ne nasce un racconto di vite: di quella prigioniera dell’Assassino dei Sogni che non dà scampo, e di quella che pensiamo libera ma che pure può diventare prigione di qua dalle mura del carcere. Ricca del fascino discreto della scrittura epistolare, una riflessione sulla carcerazione che diventa discorso amoroso e “dissequestrando parole” pronuncia sentieri di libertà. Pagine che, quando tutto sembra perso e il buio sta per avere il sopravvento, diventano lezioni e iniezioni di vita, per l’ergastolano, per il filosofo, ma forse anche per tutti noi.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 21,00 – Full time Blues - Tracce di schiavismo in età classica pt.1 58 minuti [Radio Neanderthal]: Trasmissione andata in onda su Radio Neanderthal con Antonio Festival, autore di Full time blues. Un percorso sulla storia dello schiavismo e la filosofia che lo sottendeva per interrogarci sulle concezioni su cui si basano le nostre cosiddette civiltà contemporanee.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 30 ore 22,00 – Electric Deaf - Monkey Crash EP 18 minuti [Electric Deaf, Radio Blackout]: Songs 1-4 drums & guitars recorded @ wasted studio Venice dec 2017 by Wasted Pido\r\nVoice & sax recorded @barsexuals room in Lucera Feb 2019 by Sabbathor\r\nkeys recorded @Hideaway Studio studio, New Orleans sept 2019 by Jonas Morbach\r\n\r\nSongs 5-6 drums & guitars recorded @ Gibigiana Artcraft & Records, Venice dec-jan 2018 by Wasted Pido\r\nVoice & sax recorded @barsexuals room in Lucera Feb 2019 by Sabbathor\r\nSynth recorded @Black Sagaan home studio, Spinea Apr 2019\r\ncredits\r\nreleased March 25, 2020\r\n\r\nMixed by Wasted Pido\r\nProduced by Wasted Pido\r\nArtwork by Padiy\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 01 ore 08,30 – Ottobre Peso Mixtape - Light Item showcase 32 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata Light Item showcase, con: non materia, Rico + Mrs Bhutan, Radio merda malata random act sets, Bokeh Version vs RWDFWD,\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 01 ore 14,30 – Working class 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 02 ore 08,30 – Racconti ovali 5 33 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nIntraprendiamo un viaggio intorno al globo e nel profondo della simbologia che contraddistingue il mondo ovale: tra fauna selvatica e flora rigogliosa, tra trasferte internazionali leggendarie e genealogie narrative. Partendo dall’America latina fino a discendere la penisola italica.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 02 ore 20,30 – Backwards - Videogiochi controversi 29/10/2022 45 minuti [Backwards, Radio Blackout]: Puntata del 10 ottobre 2022 della trasmissione Backwards, condotta da Malcolm. Accompagnati da musiche synthwave ripercorriamo alcuni dei videogiochi che per un motivo o per l'altro hanno destato scalpore\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 03 ore 08,30 – Presentazione Libro In Cammino Con Gli Ultimi 67 minuti [Radio Blackout]: Durante questa puntata speciale presentiamo il libro: “In cammino con gli ultimi. Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d’amore, vissuto e morto povero e curioso.”(curato da Senzaconfine. Edizioni Red Star Press, 2023 – 358 pagine). Con in studio: Alessia Montuori (dell’associazione Senzaconfine) e Aldo Canestrari. Con in diretta telefonica: Ashraf Haj Yahya (della comunità Palestinese che ha conosciuto Dino) e Yilmaz Orkan dell’associazione Uiki (della comunità Curda che ha conosciuto Dino). Curato e condotto da: Lo staff della trasmissione in onda su Radio Blackout Frittura Mista alias Radio Fabbrica.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 03 ore 20,00 – Mara e le altre 43 minuti [Porfido]:\r\n\r\nLettura degli audio capitoli di porfido tratto dal libro Mara e le altre, di Ida Farè e Francesca Spirito\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 03 ore 21,00 – Full time Blues - Tracce di schiavismo in età classica pt.2 65 minuti [Radio Neanderthal]: Trasmissione andata in onda su Radio Neanderthal con Antonio Festival, autore di Full time blues. Un percorso sulla storia dello schiavismo e la filosofia che lo sottendeva per interrogarci sulle concezioni su cui si basano le nostre cosiddette civiltà contemporanee.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 03 ore 23,00 – Dan Hekate - Short sets benefit RBO 98 minuti [Dan Hekate, Radio Blackout]: Qui sopra trovate i migliori mixati di Dan Hekate a sostegno di Radio Blackout.\r\nDan è un incredibile personaggio che ha legato le sorti della “scena” rave diy allo sviluppo di una cultura anti-istituzionale legata all’autoproduzione musicale ed all’autogestione degli spazi liberati.\r\nProduce una musica elettronica deviata, spezzata e talvolta rumorosa che deriva da versioni alterate della techno, della jungle e della d’n’b ma le influenze di questo suono multistrato lambiscono spesso territori industrial e noise.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 04 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 04/2025 66 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. Un vento di primavera scatena uragani di fiori e di desideri, un mago raccoglie il tempo nel palmo della mano e lo soffia via come una manciata di piumini, amori supposti entrano ed escono dall'oblio, mi preoccupo e sogno tutto il tempo, ma il nulla è più dolce che mai.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 04 ore 13,00 – Te lo spiega Arsider: la memetica 43 minuti [Arsider, Radio Blackout]:\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 04 ore 18,30 – Ribelli di Pino Cacucci 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nNarrando le azioni e le ragioni che muovono i corpi ribelli, l'autore attraversa epoche e luoghi diversi, dall'Europa all'America Latina, portando alla luce le esistenze di uomini e donne che hanno sacrificato tutto a un ideale. Insieme alle gesta di Tupac Amaru o del condottiero maya \"Serpente Nero\", rivivono le imprese di \"Quico\" Sabaté, l'anarchico inventore di un mortaio lancia-proclami per bombardare i franchisti; le beffe della primula rossa Silvio Corbari, il partigiano che prendeva in giro i nazifascisti; le destrezze di Jacob, l'autentico Arsenio Lupin; le prodezze di \"Tania la Guerrigliera\", la donna dalle mille identità a fianco del Che. Dall'esempio delle vite in rivolta possono nascere eventi che sconvolgono il mondo, ma a volte la ribellione può anche diventare una forma di autodistruzione quando è vissuta come l'estrema via di fuga: così è stato per Jim Morrison, l'eroe di una generazione, accomunato agli altri protagonisti del libro da un invincibile istinto contro ogni ordine imposto.","29 Aprile 2025","2025-05-06 13:10:04","Black Holes dal 28 Aprile al 4 Maggio 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dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? 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Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte","25 Febbraio 2015","2018-10-24 17:35:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Le esposizioni universali ed Expo Milano 2015 (Il colpo della strega, 19febbraio2015)",1424861385,[1880,1881,1882,1883,1884,1885,1886,1887,1888,1889,1890,1891,1892,1893,1894,1895,1896,1897],"http://radioblackout.org/tag/campesinas/","http://radioblackout.org/tag/diversity-management/","http://radioblackout.org/tag/esposizioni-universali/","http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/femminilizzazione-del-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/gay-street/","http://radioblackout.org/tag/glbtq/","http://radioblackout.org/tag/lavori-di-cura/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/nutrimento/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/sovranita-alimentare/","http://radioblackout.org/tag/speculazioni/","http://radioblackout.org/tag/terra/","http://radioblackout.org/tag/territori/","http://radioblackout.org/tag/via-campesina/","http://radioblackout.org/tag/women-for-expo/",[1899,1900,1901,1902,1903,1904,1905,1906,1907,1908,1909,1910,1911,1912,1913,1914,1915,1916],"campesinas","diversity management","esposizioni universali","expo 2015","femminilizzazione del lavoro","gay street","glbtq","lavori di cura","maternità","migrazioni","nutrimento","precarietà","sovranità alimentare","speculazioni","terra","territori","via campesina","women for expo",{"post_content":1918,"tags":1922},{"matched_tokens":1919,"snippet":1920,"value":1921},[14,66],"richiamerebbero gli attributi tipici del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> come luogo - in fondo e","Puntata dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare \u003Cmark>domestico\u003C/mark>. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte",[1923,1925,1927,1929,1931,1934,1936,1938,1940,1942,1944,1946,1948,1950,1952,1954,1956,1958],{"matched_tokens":1924,"snippet":1899,"value":1899},[],{"matched_tokens":1926,"snippet":1900,"value":1900},[],{"matched_tokens":1928,"snippet":1901,"value":1901},[],{"matched_tokens":1930,"snippet":1902,"value":1902},[],{"matched_tokens":1932,"snippet":1933,"value":1933},[14],"femminilizzazione del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":1935,"snippet":1904,"value":1904},[],{"matched_tokens":1937,"snippet":1905,"value":1905},[],{"matched_tokens":1939,"snippet":1906,"value":1906},[],{"matched_tokens":1941,"snippet":1907,"value":1907},[],{"matched_tokens":1943,"snippet":1908,"value":1908},[],{"matched_tokens":1945,"snippet":1909,"value":1909},[],{"matched_tokens":1947,"snippet":1910,"value":1910},[],{"matched_tokens":1949,"snippet":1911,"value":1911},[],{"matched_tokens":1951,"snippet":1912,"value":1912},[],{"matched_tokens":1953,"snippet":1913,"value":1913},[],{"matched_tokens":1955,"snippet":1914,"value":1914},[],{"matched_tokens":1957,"snippet":1915,"value":1915},[],{"matched_tokens":1959,"snippet":1916,"value":1916},[],[1961,1963],{"field":83,"matched_tokens":1962,"snippet":1920,"value":1921},[14,66],{"field":32,"indices":1964,"matched_tokens":1965,"snippets":1967,"values":1968},[281],[1966],[14],[1933],[1933],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":44,"score":151,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":44},{"document":1971,"highlight":1983,"highlights":1988,"text_match":93,"text_match_info":1991},{"comment_count":44,"id":1972,"is_sticky":44,"permalink":1973,"podcastfilter":1974,"post_author":324,"post_content":1975,"post_date":1976,"post_excerpt":50,"post_id":1972,"post_modified":1977,"post_thumbnail":1978,"post_title":1979,"post_type":330,"sort_by_date":1980,"tag_links":1981,"tags":1982},"86050","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-26-12-2023/",[282]," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stao quello del lavoro domestico, infatti abbiamo voluto addentrarci in questo ambito poco trattato dalla stampa e dalla politica, grazie all'articolo \"Il lavoro domestico retribuito nel welfare italiano fai da te\" scritto da Lucia Amorosi per la rivista Officina primo maggio. Abbiamo intervistato Lucia cercando innanzitutto di inquadrare che cosa viene inteso con la definizione \"lavoro domestico\", per poi fare un excursus storico rispetto a come questo settore lavorativo sia stato regolamentato negli anni. Parlare di questa categoria di lavoratrici ci ha ricordato anche perchè si è sempre cercato di marginalizzare le questioni legate al loro lavoro, perlopiù donne nonchè a maggioranza migranti, quindi funzionali allo sfruttamento imposto da un modello sociale capitalistico patriarcale, inserito poi nella peculiare cornice nostrana. Sono stati molti e molto interessanti i vari spunti suggeritici dall'autrice di questo articolo del quale vi consigliamo caldamente la lettura.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Lucia-Amorosi-su-suo-articolo-lavoro-domestico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, che come spesso accade, torna a parlarci di America latina. Questa volta si è parlato di Argentina e del suo nuovo esecutivo presieduto dall' ultra liberista Javier Milei. Nello specifico abbiamo provato ad approfondire gli aspetti legati al lavoro delle sue politiche, ma abbiamo dato anche uno sguardo generale al suo piano di riforme che mira tendenzialmente a privatizzare tutti gli ambiti fino ad ora statali e a soffocare ogni forma di dissenso. Le minacce però non sono servite, un'enorme fetta di popolazione è scesa subito per le strade, mettendo anche in campo i famosi blocchi stradali, che erano stati proprio una pratica verso la quale Milei aveva promesso un'intolleranza ed una repressione assoluta. Il neo presidente mira a rivoltare come un calzino l'Argentina, le forze politiche legate al governo uscente si sono fatte sorprendere da un candidato che hanno evidentemente sottovalutato, ma le intenzioni di Milei avranno effettive possibilità di attuazione?\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Enrico-Riboni-su-primi-provvedimenti-nuovo-governo-argentino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello della lotta dei lavoratori dello stabilimento piacentino di Leroy Merlin, per trattarlo abbiamo intervistato Arafat del SiCobas Piacenza. Ci erevamo già interessati qualche puntata fa a quello che stava succedendo a Castel San Giovanni, con il colosso francese che da un giorno all'altro decide di chiudere uno stabilimento che impiegava circa 500 lavoratori senza dargli prospettive di reintegro. Un copione purtroppo già noto, ma grazie a due mesi di intense contestazioni da parte dei lavoratori, la cui maggioranza sindacalizzata con il SiCobas, si è riusciti a strappare dei risultati. Con Arafat abbiamo commentato l'importanza degli obiettivi raggiunti (che purtroppo non comprendono la scelta di Leroy Merlin di tornare totalmente sui suoi passi) con la lotta, che potrebbero segnare un'importante precedente di resistenza a questa modalità di vero e proprio sciacallaggio imprenditoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Arafat-su-conquiste-ottenute-nella-lotta-lavoratori-Leroy-Merlin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","28 Dicembre 2023","2023-12-28 10:47:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/domestic-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 26/12/2023",1703760443,[],[],{"post_content":1984},{"matched_tokens":1985,"snippet":1986,"value":1987},[14,66],"puntata è stao quello del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark>, infatti abbiamo voluto addentrarci in"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stao quello del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark>, infatti abbiamo voluto addentrarci in questo ambito poco trattato dalla stampa e dalla politica, grazie all'articolo \"Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>domestico\u003C/mark> retribuito nel welfare italiano fai da te\" scritto da Lucia Amorosi per la rivista Officina primo maggio. 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