","Il flop di Mercato Centrale","post",1642527233,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/mercato-centrale-torino/","http://radioblackout.org/tag/montano/","http://radioblackout.org/tag/palafuksas/","http://radioblackout.org/tag/porta-palazzp/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[17,68,69,15,70,71],"mercato centrale torino","montano","porta palazzp","torino",{"post_content":73,"tags":78},{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":77},[75],"Montano","speciale classifica Disgusti del 2021. \u003Cmark>Montano\u003C/mark>, il patron dell’impresa, ammette il","Mercato centrale è stato inserito nella speciale classifica Disgusti del 2021. \u003Cmark>Montano\u003C/mark>, il patron dell’impresa, ammette il flop accusando i propri partner commerciali.\r\nLa verità è che Porta Palazzo si è dimostrata un ambiente non facile da adattare ai processi di gentrificazione dei quali è investita.\r\nIl fulcro narrativo e materiale della “riqualificazione” dell’area è la gastronomia.\r\nMercato Centrale è stato aperto nell’aprile del 2019 nello scatolone verde bottiglia dell’archistar Massimiliano Fuksas ma non è mai realmente decollato.\r\nIl Palafuksas ha conosciuto una vita tribolata sin dall’esordio, quando venne costruito al posto della vecchia Ala liberty che ospitava i negozietti/bancarelle degli abiti a basso costo per gli abituali frequentatori del mercato.\r\nUn’operazione destinata a fallire, perché i negozi di lusso non lo trovavano attrattivo e i vecchi negozianti non potevano permettersi i nuovi affitti. Dalla sua apertura è sempre stato una spina nel fianco delle amministrazioni subalpine. Dopo anni di chiusura nel 2019 è arrivato il cambio di destinazione. Nella Porta Palazzo in via di gentrificazione, voluta prima dalle amministrazioni targate PD e poi dalla giunta a 5Stelle, il bottiglione si è trasformato in un polo del gusto, secondo la recente vocazione torinese, che va da Terra Madre ad Eataly, Alti Cibi ad enorme tasso di sfruttamento.\r\nCi sono voluti dieci mesi di lavoro con un investimento di sei milioni di euro per realizzare a Torino il terzo “Mercato Centrale” in Italia, dopo quelli aperti a Firenze (mercato San Lorenzo) e Roma (Stazione Termini). 4.500 metri quadri distribuiti su tre livelli. All’interno ci sono 26 botteghe, tra artigiani del gusto, ristoranti, bar, birreria e una scuola di cucina.\r\nMa ancora una volta l’operazione è fallita, perché la boutique del gusto si è inserita nel cuore proletario della città, il mercato all’aperto più grande d’Europa. La commistione tra maghrebini che sorseggiano il caffè ai tavolini e borghesia sabauda non ha funzionato. “L’esotico” rende se assume le vesti “dell’etnico”, ma è poco accattivante se ha l’aspetto dei tuoi concittadini più poveri e razzializzati.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo, che due anni fa aveva intuito le ragioni che avrebbero portato al flop di Mercato Centrale.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/2022-01-18-mercato-centrale-semi.mp3\"][/audio]",[79,81,83,86,88,90],{"matched_tokens":80,"snippet":17},[],{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],{"matched_tokens":84,"snippet":85},[69],"\u003Cmark>montano\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":15},[],{"matched_tokens":89,"snippet":70},[],{"matched_tokens":91,"snippet":71},[],[93,98],{"field":35,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[69],[85],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":76,"value":77},"post_content",[75],578730123365712000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":105,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":107,"highlight":129,"highlights":134,"text_match":137,"text_match_info":138},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":47,"id":110,"is_sticky":47,"permalink":111,"post_author":50,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":53,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":58,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":124},[44],[46],"97574","http://radioblackout.org/2025/05/alpi-apuane-morte-sul-lavoro-e-estrattivismo/","Nella giornata per la sicurezza sul lavoro muore un operaio nelle cave di marmo nei pressi di Carrara, schiacciato da un mezzo pesante. Lunedì scorso ha infatti perso la vita Paolo Lambruschi, 59 anni, dipendente esperto della cooperativa Casalgrande: era alla guida di un dumper (un mezzo pesante utilizzato nelle cave) che si è ribaltato per poi precipitare per duecento metri.\r\n\r\nGli incidenti mortali sono in aumento. Nel 2024 sono aumentate dello 0,75% le denunce di infortunio e 1.090 sono stati gli incidenti mortali con una crescita del 4,7% sull’anno precedente. Nei primi due mesi di quest’anno sono sta te 138 le denunce di infortunio mortale, con un aumento del 16% sullo stesso periodo del 2023. Si tratta di più di mille operai all’anno ammazzati: non sono incidenti sul lavoro, non si muore di certo nei consigli di amministrazione, sono operaicidi.\r\n\r\nIn questa intervista abbiamo parlato di incidenti sul lavoro, ampliando lo sguardo alla condizione specifica delle Alpi Apuane, territorio depredato e distrutto dall'estrattivismo sfrenato dell'imprenditoria, che usa le cave di marmo per arricchirsi, non solo a danno dell'ambiente montano e della fauna, ma anche dell'economia e della comunità locale. Ogni anno muore almeno un operaio nelle cave di marmo, e a questo si aggiunge un numero di feriti, di cui non si può avere stima precisa. I movimenti dal basso, come la Casa rossa occupata, centro sociale sgomberato pochi mesi fa, i collettivi ambientalisti (come Athamanta), insieme con alcuni sindacati di lavoratrici e lavoratori, portano avanti una critica al sistema estrattivista, anche riportando al centro della critica non chi lavora nelle cave, ma chi (gli imprenditori) sulle cave ci specula e guadagna cifre da record, a fronte di una spesa minima.\r\n\r\nAbbiamo intervistato Elia, militante della Casa rossa occupata, responsabile provinciale dell'USB, e lavoratore del settore lapideo:\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Carrara.wav\"][/audio]","5 Maggio 2025","2025-05-05 19:04:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/noi-orgogliosamente-deficienti.jpg 2040w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Alpi apuane, morte sul lavoro e estrattivismo",1746471869,[120,121,122,123],"http://radioblackout.org/tag/cave-di-marmo/","http://radioblackout.org/tag/massa-carrara/","http://radioblackout.org/tag/primomaggio/","http://radioblackout.org/tag/morti-sul-lavoro/",[125,126,127,128],"#cave di marmo","#Massa-Carrara","#primomaggio","morti sul lavoro",{"post_content":130},{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":133},[69],"non solo a danno dell'ambiente \u003Cmark>montano\u003C/mark> e della fauna, ma anche","Nella giornata per la sicurezza sul lavoro muore un operaio nelle cave di marmo nei pressi di Carrara, schiacciato da un mezzo pesante. 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Diversi gruppi di solidali, a partire dall'alta val di Susa (lato italiano) e da Briançon (lato francese), lottano contro questo sistema portando alle persone che passano la frontiera il loro aiuto e solidarietà. Perché la lotta resti solo un aiuto umanitario, ma soprattutto una messa in discussione politica delle frontiere come dispositivo di controllo dei corpi con meno diritti e invisibilizzati, è importante essere presenti sul quel territorio montano con manifestazioni e presenza conflittuale.\r\n\r\nIn questi ultimi anni si sono moltiplicati gli strumenti di controllo e gestione integrata delle frontiere: un nuovo patto europeo sulla migrazione per agevolare i processi di schedatura e rimpatrio delle persone migranti, CPR e hotspot polifunzionali posti nelle aree più remote della penisola, accordi con paesi terzi per esternalizzare frontiere e domande di asilo (l’ultimo con l’Albania per costruire due CPR sul territorio albanese).\r\nNel 2023 sono stati quasi 30mila i respingimenti documentati alle frontiere europee. Di pochi giorni fa è la notizia dell’ennesimo suicidio di stato all’interno di un CPR, dove un ragazzo di 22 anni si è tolto la vita. Dispositivi di riconoscimento facciale, database per la raccolta delle impronte digitali, tecnologie di controllo trovano nelle frontiere un luogo privilegiato di sperimentazione.\r\nNonostante gli strumenti di oppressione nelle mani dell’Europa coloniale le persone migranti si organizzano per bucare le maglie della fortezza: da Ventimiglia al Monginevro, da Trieste a Calais, dal Brennero a Lampedusa i confini vengono attraversati tutti i giorni. I CPR vengono messi a fuoco (solamente in questi primi giorni del 2024 ci sono state rivolte nei CPR di Gradisca d’Isonzo, Milo e Ponte Galeria) e le persone evadono.\r\n\r\nDalla frontiera del Monginevro chiamiamo una presenza solidale, sabato 2 marzo 2024, per esprimere la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni sotto indagine per la manifestazione al Brennero e a tuttə coloro che ogni giorno sfidano i dispositivi di controllo per battere sentieri di libertà e speranza.\r\n\r\nL'appuntamento è sabato 2 marzo alle ore 11 a Clavière!\r\nPorta il pranzo al sacco e delle scarpe e vestiti molto caldi; ci sarà the caldo e vin brûlé!\r\n\r\nSolidali con chi attraversa le frontiere, complici con chi le distrugge!\r\n\r\nAbbiamo raggiunto al telefono un compagno per un aggiornamento sulla situazione della frontiera a Clavière, dal lato valsusino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/frontiera-lato-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE abbiamo trasmesso un'intervista di chi lotta contro lo stesso dispositivo, con qualche aggiornamento dal lato brianzonese:\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/lato-french-enhanced.wav\"][/audio]\r\n\r\nC'è bisogno di telefoni smartphone per le persone che passano la frontiera, per essere d'aiuto scrivere a: a_part_ment@systemli.org","28 Febbraio 2024","2024-02-28 15:13:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ita-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ita-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ita-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ita.jpg 707w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","La lotta contro la frontiera franco-italiana",1709132107,[156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/lotta-contro-le-frontiere/","http://radioblackout.org/tag/briancon/","http://radioblackout.org/tag/claviere/",[160,161,162],"#lotta contro le frontiere","briancon","Claviere",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[69],"essere presenti sul quel territorio \u003Cmark>montano\u003C/mark> con manifestazioni e presenza conflittuale.\r","La frontiera fra Francia e Italia è sempre più presidiata dalle forze di polizia, che mettono in seria difficoltà il passaggio delle persone migranti, che non devono solo affrontare le condizioni meteo eccezionali (ghiaccio, freddo, buio e neve), ma soprattutto la violenza delle forze dell'ordine dei due paesi, che lì agiscono in maniera incontrollata e sempre abusante. 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Infatti anche nel biellese la possibilità di accaparrarsi qualche fondo del Recovery Plan sembra aver risvegliato gli interessi dei promotori del progetto di costruzione di una nuova, ennesima diga in Valsessera, il cui costo è stimato in 300 milioni di euro (destinati ad aumentare in corso d'opera). In risposta tuttavia non ha tardato a riattivarsi la storica opposizione del territorio ad un progetto considerato inutile e nocivo per l'ambiente e i bisogni delle forme di vita che vi si trovano. Oltre al danno ambientale causato dal cantiere, in termini di interventi invasivi, inquinamento e disturbo della fauna selvatica, il progetto proposto dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, con il fine di prelevare acqua da destinare all’irrigazione delle risaie in pianura, comporterebbe infatti l’allagamento di una porzione considerevole di territorio forestale nelle valli del Sessera e del Dolca, zone già periodicamente soggette a frane ed esondazioni.\r\nProprio come gli orrorifici teatrini a cui si assiste in Valsusa da decenni, il progetto biellese appare inoltre immune ai vincoli normativi: non solo l'area che verrebbe allagata gode di una tutela a livello europeo, essendo classificata come Sito di interesse comunitario, in cui si potrebbero realizzare solo opere strategiche a livello nazionale, ma addirittura - contestano diverse associazioni ambientaliste locali - il giudizio di compatibilità ambientale riconosciuto dalle istituzioni nel 2014 sarebbe ormai scaduto e il Consorzio di Bonifica dovrebbe in realtà sottomettere nuovamente il progetto alla valutazione di impatto ambientale prima di richiedere finanziamenti pubblici.\r\nEnnesimo prevalere dunque degli interessi del settore del movimento terra e delle spianate di cemento in Piemonte, riflesso di un approccio predatorio all'ambiente montano e ai suoi corsi d'acqua, che antepone la ricerca di guadagni immediati a qualsiasi concezione di convivenza durevole e paritaria tra gli insediamenti umani e i territori circostanti.\r\nCi siamo fatti raccontare di più in merito a questo progetto e alle iniziative di resistenza da Daniele Gamba, presidente del circolo biellese di Legambiente Tavo Burat, che da anni raccoglie e diffonde i dati allarmanti relativi a questa insensata opera:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/diretta-valsessera-1.mp3\"][/audio]","11 Giugno 2021","2021-06-12 11:03:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/unnamed-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/unnamed-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/unnamed-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/unnamed.jpg 512w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nuovo capitolo nell'opposizione al progetto di diga in Valsessera",1623440450,[],[],{"post_content":188},{"matched_tokens":189,"snippet":190,"value":191},[69],"di un approccio predatorio all'ambiente \u003Cmark>montano\u003C/mark> e ai suoi corsi d'acqua,","Nella mattinata di sabato 12 giugno, poche ore prima della marcia popolare in Valsusa, andrà in scena poco più ad est lungo l'arco alpino il nuovo capitolo di un'altra lunga esperienza di opposizione ad un'opera di devastazione ambientale. 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La scelta di acquistare quest'area, a fronte di innumerevoli stabili abbandonati in città è chiaramente una mossa politica. Un altro aspetto interessante problematizzato durante la diretta è stato il legame che unisce l'utilizzo dello spazio urbano e di quello montano, sul quale i compagni del Boccaccio hanno organizzato iniziative sia di dibattito sia di escursioni in montagna al di fuori dei circuiti del turismo. Nell'ambito della resistenza allo sgombero saranno lanciati anche cortei e critical mass, che seguiremo da queste frequenze. 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Sui 105.250 ripartono le trasmissioni sul rapporto tra sport e il mondo in cui viviamo, con approfondimenti storici, interviste, voci da chi prova a costruire realtà sportive autogestite nella nostra città.\r\n\r\nEdizione Speciale dedicata al best of delle festività natalizie, dove si sono alternati ai microfoni la San Salvario (23 dicembre), la Paco Rigore (30 dicembre) e la Dynamo Dora (06 gennaio).\r\n\r\nSan Salvario - Podcast completo - Approfondimenti e chiacchiere prenatalizie - Ascolta la diretta!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/SanSalvario.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPaco Rigore - Due approfondimenti: nella prima parte della puntata si ripercorre la storia del calciatore di origine curda Deniz Naki. Dagli esordi al Sankt Pauli agli ultimi avvenimenti, passando per le sanzioni della Federcalcio turca e per gli attentati che ha subito per il suo sostegno al popolo curdo. 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Le comunità di Premana, Tremenico e Carenno hanno avuto l’opportunità di ritrovarsi, di narrarsi e di descriversi attraverso la mappatura dei loro luoghi “del cuore”, in un processo che ha portato alla riscoperta di tradizioni, storie e saperi, in maniera intergenerazionale e dal basso. Per quanto queste mappe si rivolgano all’esterno, facendo conoscere in maniera approfondita e particolare questi territori a chi non li abita, uno degli scopi principali di questo progetto consiste nel creare, per questi paesi, un momento collettivo di riflessione sulla propria identità e sul proprio passato, auspicando un rafforzamento interno comunitario che possa eventualmente reagire allo spopolamento montano, alla perdita di memoria collettiva e alle strumentalizzazioni esterne che troppo spesso affliggono i territori montani. 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Attrezzatura e macchinari sono arrivati (gru, scavatori, camion, mezzi per spostare i jersey). sonoarrivate le truppe di Celere (in albergo ad Avigliana). Manca solo l'ordinanza. Da domattina, o martedì, ci si aspetta lo sgombero, l'esproprio e la recinzione dei terreni.\r\n\r\nE' nato nel frattempo un presidio permanente nell'area dei mulini, provvisto di tende e cibarie. Si dorme lì già da ieri. Chi potesse raggiungerli c'è da fare sulle barricate e nel monitoraggio delle truppe di devastazione.\r\n\r\n2- S. Didero, dal presidio lungo l'autostrada fino allo svincolo di Bruzolo. Lavori in corso lungo l'autovia per permettere il passaggio dei mezzi d'opera. Motoseghe, decespugliatori e ruspe al lavoro. Operai montano reti dove mancano. Prevista la costruzione di nuovi svincoli in previsione del nuovo autoporto.\r\n\r\n3- Chiomonte, Gravella. Sulle ceneri del vecchio presidio è prevista la ricostruzione di un riparo, un punto agile e funzionale ai mesi che verranno. Appuntamento dal 2 al 5 luglio, salvo impreviste evoluzioni\r\n\r\nRestate aggiornati!\r\n\r\nnotav.info\r\n\r\nradionotav.info\r\n\r\n#notav","21 Giugno 2020","2020-06-21 21:48:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/bailone-clarea-200x110.jpeg","Urgente! Nuovi presidi e resistenze al Tav.",1592773742,[],[],{"post_content":361},{"matched_tokens":362,"snippet":363,"value":364},[69],"e ruspe al lavoro. Operai \u003Cmark>montano\u003C/mark> reti dove mancano. Prevista la","Alta Combattività in Valsusa: sono ripartiti i lavori, riparte anche l'opposizione\r\n1- Mulini Clarea, lato Giaglione: l'allargamento del cantiere fino al tunnel autostradale è imminente. Attrezzatura e macchinari sono arrivati (gru, scavatori, camion, mezzi per spostare i jersey). sonoarrivate le truppe di Celere (in albergo ad Avigliana). Manca solo l'ordinanza. 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L’attività di escursionismo, con l’organizzazione di gite prevalentemente nelle valli delle Alpi occidentali, vuole unire l’aspetto ludico del camminare in montagna e dello stare insieme, alle tematiche politiche, sociali, storiche o culturali legate al territorio attraversato. Durante le escursioni si cerca il più possibile di camminare assieme, senza delegare scelta del percorso, conoscenza dei sentieri e supporto logistico a nessun*, per un’autogestione e orizzontalità considerate fondamentali all’interno del gruppo. Ci siamo fatti spiegare da dove deriva questo nuovo nome, che cambia la forma ma non la sostanza di quest’attività e abbiamo presentato l’iniziativa del 16 marzo a Clapie, Cels, frazione di Exilles in Valsusa.\r\n\r\nQui sotto il testo di presentazione del gruppo\r\n\r\nNelle Alpi occidentali il trùc indica una sella montuosa, un picco o una guglia rocciosa di media montagna.\r\n\r\nRappresenta di per sé un terrazzo, un punto di osservazione privilegiato da cui guardare l’ambiente\r\n\r\ncircostante e spesso anche ultima resistenza e rifugio nei conflitti che da sempre hanno segnato le\r\n\r\nmontagne.\r\n\r\nDal trùc si godono i panorami, si coglie con maggior consapevolezza il senso del territorio, ci si lascia più facilmente coinvolgere dalle sue suggestioni.\r\n\r\nIl trùc per noi rappresenta un luogo fisico in cui fare una sosta e ritrovarsi, ma anche uno spazio di\r\n\r\ncondivisione e discussione delle prospettive che attraversano le nostre camminate.\r\n\r\nCamminare restituisce la possibilità di sperimentare uno spazio e un tempo sufficientemente\r\n\r\ndilata in cui è possibile relazionarsi, stare insieme, pensare e agire. Camminare significa anche\r\n\r\nparlare, scambiare idee, proposte, conoscenze e metodi. Camminare non significa per forza\r\n\r\narrivare da un luogo a un altro, ma donare senso a ogni punto dello spazio attraversato nel\r\n\r\npercorso. Consideriamo importante che sia la conformazione, l’accessibilità o meno dello spazio a\r\n\r\nrenderlo attraversabile, e non solamente gli strumenti e la tecnologia posseduta. Per questo\r\n\r\npuntiamo a camminare con un ritmo non competitivo che si adegui alle condizioni morfologiche e\r\n\r\natmosferiche del territorio a attraversato da ciascuna escursione.\r\n\r\nIl gruppo non è regolato da tessere o statuti, vuole essere una dimensione di libera aggregazione\r\n\r\nconnotata da orizzontalità e informalità. Un’unione collettiva nella quale non si va a perdere la\r\n\r\ndiversità di ognuno, ma anzi la si amplifica, ed essa si arricchisce e contribuisce a valorizzare\r\n\r\nl’esperienza del gruppo. 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Si tratta della prima associazione sportiva proletaria e antialcoolica di orientamento socialista, che rivendica il diritto allo sport non solo per un'élite borghese, ma per tutti, contro l'attitudine da imprese eroiche di conquista delle vette e di dominio sull'ambiente montano.\r\nLa sua attività venne interrotta, solo apparentemente, dalle leggi liberticide durante ventennio fascista, che vide molti appartenenti all'associazione arruolarsi tra le file dei partigiani.\r\n\r\nOggi l'A.P.E. conta diverse sezioni italiane, ognuna indipendente dall'altra, e tra queste è nata quella di Torino: l'intenzione di aprire questa sezione e di chiamarsi con tale nome deriva dalla volontà di riappropriazione dei termini che compongono tale sigla, e di continuità storica con la tradizione secolare di questa esperienza. Da circa un anno A.P.E. torino si ritrova con l'intenzione di organizzare uscite, approfondire la tematica dell'escursionismo montano ma anche dei modi di vivere la montagna, di chi la vive, di come la vive e di come è stata vissuta, tenendo conto dei suoi pregi e dei suoi difetti, per costruire un percorso di riflessioni politiche che sia in grado di arricchire le lotte di tutti i giorni.\r\n\r\nQui sotto il volantino ufficiale di presentazione:\r\n\r\n \r\n\r\nPerché A.P.E.\r\n\r\nAPE Torino\r\nL’Associazione Proletari Escursionisti nasce nel 1919 tra Lecco e Milano con lo scopo di proporre ai\r\nlavoratori e alle lavoratrici momenti di socialità e aggregazione, in montagna e all’aria aperta, al di\r\nfuori del formicaio urbano e, allo stesso tempo, di allontanarli dalla dilagante piaga dell’alcolismo (di\r\nqui la connotazione Antialcolica usata al tempo). Di chiaro orientamento antifascista, l’APE sarà\r\nsciolta forzatamente dal regime nel 1926.\r\n\r\nAbbiamo scelto di chiamarci A.P.E. per la volontà di reinserirci nel solco di un'esperienza storica e\r\nper restituire ad alcune parole un significato nostro che ci rappresenti, nonostante (e anzi proprio\r\nper il fatto che) esse siano usate e abusate nella società di oggi con connotati totalmente distorti e\r\nstrumentali.\r\n\r\nAssociazione: A.P.E. Torino non è regolata da tessere o statuti, vuole essere una dimensione di libera\r\naggregazione connotata da orizzontalità e informalità. Un’unione collettiva nella quale non si va a\r\nperdere la diversità di ognuno, ma anzi la si amplifica, ed essa si arricchisce e contribuisce a\r\nvalorizzare l’esperienza del gruppo. 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C’è spazio per tutti ma non per chi discrimina: non accettiamo\r\ncomportamenti oppressivi e tesi a limitare la libertà altrui.\r\n\r\nProletari: come cento anni fa vi era la necessità di contrapporsi all’approccio dominante di\r\nalpinismo ed escursionismo, espressione della classe benestante che tramite il mito della conquista\r\ndella vetta e del dominio sulla natura affermava il proprio potere sulla società, oggi sentiamo il\r\nbisogno di contrapporci all’imperante sfruttamento della montagna, al suo consumo e\r\nmercificazione.\r\n\r\nEscursionisti: camminare restituisce la possibilità di sperimentare uno spazio e un tempo\r\nsufficientemente dilatati in cui è possibile relazionarsi, stare insieme, pensare e agire. Camminare\r\nsignifica anche parlare, scambiare idee, proposte, conoscenze e metodi. Camminare non significa\r\nper forza arrivare da un luogo a un altro, ma donare senso a ogni punto dello spazio attraversato nel\r\npercorso. 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Senza volerlo mitizzare, crediamo fortemente\r\nnell'ambiente \u003Cmark>montano\u003C/mark> come luogo di possibilità, che sia in passato che nel presente ha permesso\r\ne può permettere di sviluppare delle forme altre di autorganizzazione, di rapporti, di riconoscimento\r\ndei propri bisogni e di soddisfacimento in prima persona degli stessi.\r\n\r\nNoi non portiamo nessuno in montagna, ma ci andiamo insieme, e richiediamo che ognuno sia\r\nresponsabile di se stesso e rispettoso degli altri e dell’ambiente.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l'audio di presentazione qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/apeto.mp3\"][/audio]",[414],{"field":99,"matched_tokens":415,"snippet":411,"value":412},[69],{"best_field_score":139,"best_field_weight":140,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":141,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":418,"highlight":436,"highlights":441,"text_match":137,"text_match_info":444},{"comment_count":47,"id":419,"is_sticky":47,"permalink":420,"podcastfilter":421,"post_author":329,"post_content":422,"post_date":423,"post_excerpt":53,"post_id":419,"post_modified":424,"post_thumbnail":425,"post_title":426,"post_type":311,"sort_by_date":427,"tag_links":428,"tags":435},"47147","http://radioblackout.org/podcast/dalla-neve-finta-alle-serre-tropicali-lartificializzazione-dellambiente-non-conosce-limiti/",[269]," \r\n\r\nNel nord della Francia a breve crescerà una foresta tropicale. Sembra fantascienza, eppure sono stati investiti fior fiori di quattrini per progettare un’immensa cupola che farà da serra a questo “giardino turistico”. L’innovativa cupola è composta da un’unica volta, senza colonne o muri portanti, composta da acciaio ed ETFE e capace di riprodurre e mantenere una temperatura costante di 26°, auto-alimentandosi energeticamente. La bugia manifesta “dell’energia pulita” non può nascondere che 200 ettari di bosco sono sottratti per far posto ad un’attività turistica, con tutto il corollario di bar, hotel e negozietti. Una cupola che ha la funzione di detenzione come le gabbie di uno zoo, poiché tra i fiori colorati e le finte spiagge vivono tartarughe, pesci, farfalle, uccelli e piccoli mammiferi condannati a un’esistenza segregata per il divertimento umano. La retorica green non cela l’attività imperialista della Francia che trapianta le piante esotiche, ma respinge chi arriva da quelle terre, magari perché aziende e militari francesi le stanno saccheggiando.\r\n\r\nE da un ambiente artificiale all’altro, ci trasferiamo sulle vette bianche delle montagne, bianche sì, ma artificialmente. Infatti per permettere alle frotte di turisti amanti degli sport invernali di scivolare giù per i pendii per sei mesi l’anno si fa un uso spropositato della neve artificiale. Con conseguenze che ridisegnano totalmente l’ambiente montano: per ricaricare i cannoni sparaneve si sono scavati interi bacini artificiali; il maggior peso della neve schiaccia e asfissia il terreno sottostante che lentamente muore; infine il rumore dei cannoni, le turbine, le luci stravolgono l’habitat naturale degli animali.\r\n\r\nPer mantenere questo modello sfruttatore in cui ogni ambiente è usato per creare profitto, si usa la neve artificiale per nascondere i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo anche l’ambiente montano che vede le nevi e i ghiacciai ritirarsi sempre più. Ma si continua a costruire dighe e a tagliare boschi per rendere le vacanze comode e divertenti a masse di turisti.\r\n\r\nÈ l’artificializzazione degli ambienti per nascondere la loro tragica trasformazione.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/artificiale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","20 Aprile 2018","2019-01-31 12:48:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/vlcsnap-2018-03-23-15h23m34s488-3571819-200x110.png","Dalla neve finta alle serre tropicali: l'artificializzazione dell'ambiente non conosce limiti",1524247558,[429,430,431,432,433,434],"http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/artificializzazione/","http://radioblackout.org/tag/crisi-ecologica/","http://radioblackout.org/tag/neve-finta/","http://radioblackout.org/tag/tropicalia/","http://radioblackout.org/tag/turismo/",[284,296,294,288,286,280],{"post_content":437},{"matched_tokens":438,"snippet":439,"value":440},[69],"conseguenze che ridisegnano totalmente l’ambiente \u003Cmark>montano\u003C/mark>: per ricaricare i cannoni sparaneve"," \r\n\r\nNel nord della Francia a breve crescerà una foresta tropicale. 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