","Free Gino: Rinviata l'udienza del 12 Febbraio","post",1739565924,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/free-all-antifas/","http://radioblackout.org/tag/free-gino/","http://radioblackout.org/tag/giornata-dellonore/","http://radioblackout.org/tag/processo-agli-antifascisti/",[17,68,69,70,71],"Free All Antifas","Free Gino","giornata dell'onore","processo agli antifascisti",{"post_content":73,"tags":77},{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":76},[20],"paese dove dovrebbe affrontare un \u003Cmark>processo\u003C/mark> esclusivamente politico per il semplice","Dall’arresto in Francia dello scorso novembre, Gino è deteuto nella prigione francese di Fresnes alla periferia di Parigi, su mandato europeo dall'ungheria a seguito delle contestazioni antifascite alla giornata dell’onore a Budapest a cui lui ha preso parte nel 2023. \r\nAllo stato attuale sta quindi alla giustizia francese valutare l’assenso ad un’eventuale estradizione in Ungheria, paese dove dovrebbe affrontare un \u003Cmark>processo\u003C/mark> esclusivamente politico per il semplice fatto di essere militante antifascista. \r\n\r\nQuesto mercoledì avrebbe dovuto tenersi l'udienza in merito all'estradizione, che si è tramutata nell'diniego dei domiciliari a Gino da parte dei guidici Francesi, e in un rinvio al 12 Marzo. Infatti la corte aveva ricchiesto dei documenti all'Ungheria che attestassero la garanzia di condizioni di carcere che non andassero a violare i diritti fondamentali di base e a garanzia dell'incolumita fisica di Abazaj, considerata a rischio per via delle sue opinioni politiche. Queste documentazioni sono arrivate solo in una piccola parte e per di più il giorno prima dell'udienza.\r\nLa condizione di carcere inumano in Ungheria è già stata attestata in tutte le altre estradizioni in Ungheria deglia altri imputati come Ilaria Salis e Maja e restituuiscono un quadro di evidente malfunzionamento dell’unione europea del parlamento e del consiglio d’europa, sulla cui voce in capitolo rischiano di primeggiare gli interessi della Real Politik Ungherese.\r\n\r\nGià molte volte, infatti, l’ungheria è stata sanzionata per la violazione di elementi dello stato di diritto, come la presunzione d’innocenza. Molte di queste infrazioni sono state poi però ritirate per via delle contrattazioni di palazzo legati \u003Cmark>agli\u003C/mark> interessi della real politik europea, come nel caso dell’approvazione dello sblocco dei fondi per l’ucraina.\r\n\r\nRicordiamo il Corteo che si terrà a Milano il 1 marzo \"Free All Antifas\" in solidarietà a Gino, Maja e tutt* le antifa che subiscono persecuzione e carcerazione.\r\n\r\nNe parliao con l'avvocato di Ilaria Salis e Gabriele Marchesi, anch'essi imputati per il \u003Cmark>processo\u003C/mark> di Budapest, Eugenio Losco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/GinoAbazajUdienza12Febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer mantenersi informati sul \u003Cmark>processo\u003C/mark> e lo stato di Gino: free_gino_libero ",[78,80,82,84,86],{"matched_tokens":79,"snippet":17},[],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":69},[],{"matched_tokens":85,"snippet":70},[],{"matched_tokens":87,"snippet":90},[20,88,89],"agli","antifascisti","\u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark>",[92,98],{"field":36,"indices":93,"matched_tokens":95,"snippets":97},[94],4,[96],[20,88,89],[90],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":75,"value":76},"post_content",[20],1736172819517538300,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":48,"score":105,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538410",{"document":107,"highlight":126,"highlights":147,"text_match":158,"text_match_info":159},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":48,"id":110,"is_sticky":48,"permalink":111,"post_author":51,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":54,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":59,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":125},[45],[47],"27143","http://radioblackout.org/2015/01/processo-agli-antifascisti-di-formigine/","La sera del 12 dicembre 2014, come preannunciato, una trentina di fascisti si sono ritrovati in un presidio a Formigine (MO) chiamato da Forza Nuova, di fronte all’hotel in cui sono “ospitati” circa 26 profughi, in base al piano di gestione dell’immigrazione amministrato da Stato-Regione-Questura: le stesse autorità, dunque, sbattono in mezzo al nulla un gruppo di persone, e poi autorizzano un presidio fascista nello stesso luogo.\r\n\r\nGli sbirri si gettavano contro un gruppo di antifascisti auto-organizzati. Due di quest’ultimi venivano arrestati, portati in questura e successivamente in carcere per tre giorni e tre notti, e rilasciati con obbligo di dimora e rientro notturno, mentre fuori altri compagni non facevano mancare la solidarietà.\r\n\r\nMa alle autorità non è bastato arrestare l’antifascismo in strada: l’accanimento continua con il procuratore capo di Modena Vito Zincani, il quale poche ore prima di andare in pensione ed essere sostituito da Lucia Musti, dichiara che preferisce la pacificazione in un contesto sociale impoverito e in crisi.\r\n\r\n \r\n\r\nMentre scrivevamo si stava svolgendo l'udienza a Modena contro i compagni di cui ci ha parlato Robert stamani, l'ennesimo atto repressivo che si somma ai molti processi contro chi si oppone agli sfratti, al Tav, al razzismo e fascismo recrudescente... nel frattempo è giunto l'aggiornamento dai compagni di Modena che ci informano riguardo all'accettazione del rito abbreviato per Aro Vivi e la prima udienza è prevista per il 26 febbraio, mentre il giudice si è riservato 5 giorni per decidere se modificare le custodie cautelari\r\n\r\n \r\n\r\n2015.01.08-Robert_Formigine","8 Gennaio 2015","2015-01-09 11:46:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_08-Formigine-antifa.jpg 643w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Processo agli antifascisti di Formigine",1420720014,[120,121,122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/antifascimo/","http://radioblackout.org/tag/formigine/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/modena/","http://radioblackout.org/tag/processo/",[15,33,22,27,20],{"post_content":127,"post_title":131,"tags":135},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[89],"gettavano contro un gruppo di \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> auto-organizzati. 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Ne abbiamo parlato con un compagno di Cuneo [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/cuneo.mp3\"] Scarica il file","19 Gennaio 2012","2025-09-24 22:01:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/Corteo-Cuneo-21-01-12_0-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/Corteo-Cuneo-21-01-12_0-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/Corteo-Cuneo-21-01-12_0-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/Corteo-Cuneo-21-01-12_0.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corteo antifascista a Cuneo sabato 21 gennaio 2012",1326980686,[],[],{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[20,89],"25 gennaio ci sarà il \u003Cmark>processo\u003C/mark> di primo grado nei confronti di 21 \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark>; in solidarietà con loro, contro","In seguito \u003Cmark>agli\u003C/mark> scontri in occasione dell'apertura di Casa Pound a Cuneo il prossimo 25 gennaio ci sarà il \u003Cmark>processo\u003C/mark> di primo grado nei confronti di 21 \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark>; in solidarietà con loro, contro il fascismo ed il razzismo sabato 21 gennaio la Cuneo antifascista torna in piazza. 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Normale che le scorribande dei camerati non sarebbero state tollerate a lungo in una città che ancora esprime un radicato antifascismo, un gruppo di compagne/i che si era recato in centro per verificare le continue voci di aggressioni fu fermato e identificato dalla polizia accorsa in tutta fretta\r\nQuesti undici compagne/i, perquisiti mesi dopo, furono denunciate/i per tentate lesioni aggravate dalla premeditazione e dalla finalità di terrorismo, accusa evidentemente pretestuosa che vuole giudicarli per il solo fatto di essere antifascisti. Questa sentenza cade in momento molto particolare. Con l’intensificarsi delle misure di austerità e il crescente peggioramento delle condizioni di vita assistiamo a un processo di revisionismo storico sempre più forte, nel quale sono le istituzioni stesse a concedere agibilità politica, finanziamenti e copertura poliziesca ai vari gruppi neofascisti, capaci di muoversi comunque su più livelli tenendo in piedi campagne populiste e intrecciando rapporti che vanno dalle istituzioni fino alla malavita organizzata.\r\nIn Italia come in Grecia, in Spagna e nell'Est Europa sembra crescere la xenofobia che fomenta una guerra fra poveri e i gruppi neofascisti sembrano rialzare la testa.\r\nA Firenze, all'indomani delle condanne, non ci si sofferma alla giusta solidarietà ai condannati ma si rilancia l'urgenza dell'antifascismo, smascherando quello di facciata di partiti e istituzioni che governano la \"rossa\" città toscana, come pratica quotidiana che parta dal basso, nelle scuole e nei quartieri, impedendo ai rigurgiti fascisti di avere spazi e agibilità. E' questo il senso dell'iniziativa che proprio domani si terrà a Firenze davanti al consolato greco, a fianco degli antifascisti ellenici:\r\nla lotta non si condanna, si rilancia estendono percorsi di solidarietà!\r\nAscolta la diretta con Francesco, compagno di Firenze\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/francesco_firenze16nov.mp3\"]","16 Novembre 2012","2025-09-24 22:00:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/repressione-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/repressione-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/repressione-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/repressione.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Firenze, 11 condanne agli antifascisti e iniziative di solidarietà",1353071828,[120,205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[15,210,211,212,213],"firenze","grecia","repressione","solidarietà",{"post_content":215,"post_title":219},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[20,89],"sentenza di primo grado del \u003Cmark>processo\u003C/mark> a 11 antifasciste e \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> fiorentini, condannandoli a ben 8","Ieri il tribunale di Firenze ha emesso la sentenza di primo grado del \u003Cmark>processo\u003C/mark> a 11 antifasciste e \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> fiorentini, condannandoli a ben 8 mesi di carcere.\r\nI fatti risalgono alla canmpagna elettorale del 2009, dove dopo un'iniziativa elettorale organizzata da FN, dalla Destra, e Fiamma tricolore, un gruppo di fascisti girò indisturbato per il centro di Firenze, compiendo aggressioni e intimidazioni ai danni di immigrati e di un gruppo di ragazzi che si recavano al concerto della Banda Bassotti inseguono e aspettano fuori da un pub una compagna che telefona per chiedere aiuto. 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Erano presenti polizia municipale, digos e ros. Due di loro, Stega e Madda, sono stati arrestati dalla polizia e reclusi in carcere e nella cella di sicurezza della questura.\r\n\r\nStessa sorte è toccata agli anarchici Nasci e Steve, presi e portati via assieme ad un giovane compagno minorenne, durante il tentativo riuscito di buttare giù il banchetto di un’ora dopo.\r\n\r\n \r\n\r\nIn serata molti solidali si sono radunati di fronte alla questura e hanno dato vita ad un corteo spontaneo, con blocchi e informazione, che ha girato indisturbato per la città per un paio d’ore. La polizia, in questi mesi sempre in prima linea contro immigrati, poveri, senza casa, abusivi, non si è fatta vedere.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì mattina i due attivisti del “Bruno” sono stati rilasciati in attesa di processo; i due anarchici hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati in primo grado a poco più di quattro mesi di reclusione. Ad uno di loro è stato imposto l’obbligo di firma quotidiano, all’altro il divieto di dimora a Trento.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta iniziativa si inserisce nel quadro di una fitta campagna di contrasto alle retate e ai controlli di polizia verso i poveri in città e, quando possibile, anche in provincia.\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un breve stralcio del comunicato diffuso dai compagni degli anarchici arrestati e condannati.\r\n\r\n \r\n\r\n“I fascisti di Forza Nuova stanno cercando di trovare un po’ di agibilità in Trentino, cosí come nel resto di Italia. Dopo gli incendi di Soraga, Lavarone e Roncone alle strutture di “accoglienza” per profughi, cui Forza Nuova ha pubblicamente espresso l’appoggio, non lasciare spazio all’avanguardismo fascista è una necessaria pratica di autodifesa. Agire contro i fascisti e il razzismo organizzato – anche grazie alla polizia – è sempre più urgente.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un anarchico trentino.\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 24 stecco arresti antifa","24 Ottobre 2017","2017-10-27 09:05:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-300x172.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-300x172.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-768x440.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3.jpg 798w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trento. Doppio attacco a Forza Nuova",1508858974,[245,62,122,246,124,247],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/immigrati/","http://radioblackout.org/tag/trento/",[31,17,22,29,20,25],{"post_content":250,"tags":254},{"matched_tokens":251,"snippet":252,"value":253},[89],"Lo scorso sabato quattro \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> sono stati arrestati per due","Lo scorso sabato quattro \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> sono stati arrestati per due iniziative di contestazione spontanea a Forza Nuova, che aveva piazzato un banchetto nel centro cittadino per raccogliere firme contro lo Ius Soli e per propagandare la propria “marcia su Roma” del 28 ottobre.\r\n\r\nAttivisti del centro sociale Bruno hanno lanciato vernice contro il gazebo dei fascisti. Erano presenti polizia municipale, digos e ros. Due di loro, Stega e Madda, sono stati arrestati dalla polizia e reclusi in carcere e nella cella di sicurezza della questura.\r\n\r\nStessa sorte è toccata \u003Cmark>agli\u003C/mark> anarchici Nasci e Steve, presi e portati via assieme ad un giovane compagno minorenne, durante il tentativo riuscito di buttare giù il banchetto di un’ora dopo.\r\n\r\n \r\n\r\nIn serata molti solidali si sono radunati di fronte alla questura e hanno dato vita ad un corteo spontaneo, con blocchi e informazione, che ha girato indisturbato per la città per un paio d’ore. La polizia, in questi mesi sempre in prima linea contro immigrati, poveri, senza casa, abusivi, non si è fatta vedere.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì mattina i due attivisti del “Bruno” sono stati rilasciati in attesa di \u003Cmark>processo\u003C/mark>; i due anarchici hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati in primo grado a poco più di quattro mesi di reclusione. 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Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2017","2017-04-23 17:02:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1.jpg 877w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Resistenza continua, non antifascismo ingessato",1492801878,[120,293,294,295,296],"http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/san-salvario/",[15,298,299,300,35],"deportazioni","militarizzazione","resistenza",{"post_content":302},{"matched_tokens":303,"snippet":304,"value":305},[89],"stantio antifascismo imbalsamato, l'iniziativa degli \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> torinesi del quartiere di San","In mezzo a tante polemiche su pretestuose presenze di bandiere sioniste o palestinesi, strategie politichesi di presenze/assenze in piazza per testimoniare uno stantio antifascismo imbalsamato, l'iniziativa degli \u003Cmark>antifascisti\u003C/mark> torinesi del quartiere di San Salvario si ammanta di argomentazioni e motivi che attualizzano il bisogno di avversare le pulsioni razziste, militariste... contro le deportazioni, le fabbriche d'armi e la difesa dell'industria del divertimento a pagamento: tutte forme odierne di fascismo.\r\n\r\nAbbiamo sentito Livia, una compagna del quartiere tra gli organizzatori della manifestazione che partirà sabato 22 aprile in piazza Graf alle 16:\r\n\r\nLiviaCorteoSanSalvario\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito alcune considerazioni scaturite nel percorso di preparazione del corteo:\r\n\r\nDopo il fallimento del “golpe” referendario del 4 dicembre scorso, l'oligarchia dominante in Italia ha messo in disparte Renzi (e le sue voglie di rivincita personale attraverso elezioni anticipate) e ha messo ai posti di guida una serie di personaggi pragmatici, abituati a fare diligentemente il loro mestiere. 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Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un \u003Cmark>processo\u003C/mark> di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto \u003Cmark>agli\u003C/mark> spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ",[307],{"field":99,"matched_tokens":308,"snippet":304,"value":305},[89],{"best_field_score":277,"best_field_weight":189,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":310,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1731669220158079089",6646,{"collection_name":59,"first_q":71,"per_page":313,"q":71},6,19,{"facet_counts":316,"found":24,"hits":336,"out_of":365,"page":24,"request_params":366,"search_cutoff":37,"search_time_ms":94},[317,323],{"counts":318,"field_name":321,"sampled":37,"stats":322},[319],{"count":24,"highlighted":320,"value":320},"anarres","podcastfilter",{"total_values":24},{"counts":324,"field_name":36,"sampled":37,"stats":335},[325,327,328,330,331,333],{"count":24,"highlighted":326,"value":326},"lapide",{"count":24,"highlighted":31,"value":31},{"count":24,"highlighted":329,"value":329},"25 aprile",{"count":24,"highlighted":300,"value":300},{"count":24,"highlighted":332,"value":332},"partigiani",{"count":24,"highlighted":334,"value":334},"Ilio Baroni",{"total_values":313},[337],{"document":338,"highlight":356,"highlights":361,"text_match":275,"text_match_info":364},{"comment_count":48,"id":339,"is_sticky":48,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":320,"post_content":342,"post_date":343,"post_excerpt":344,"post_id":339,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":348,"sort_by_date":349,"tag_links":350,"tags":355},"8352","http://radioblackout.org/podcast/torino-25-aprile-presidio-antifascista-alla-lapide-del-partigiano-anarchico-baroni/",[320],"Mercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\npresidio alla lapide al partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio è morto combattendo i nazifascisti\r\n\r\nRicordo, deposizione di fiori, musica – banchetti informativi antifascisti e antirazzisti – volantinaggio in quartiere – bicchierata in ricordo delle tante vittime del fascismo di ieri e di oggi.\r\nInterverranno Roberto Prato e Tobia Imperato\r\n\r\nSugli anarchici nella resistenza a Torino ascolta l’intervista a Tobia: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-22-Tobia-su-Baroni.mp3|titles=2012 04 22 Tobia su Baroni]\r\n\r\nscarica l’audio\r\n\r\nDi seguito la presentazione dell'iniziativa, promossa, come ormai ogni anno, dalla Federazione Anarchica Torinese\r\n\r\n“Baroni sa di rischiare tutto, ma come nel passato mette a repentaglio la sua vita per proteggere quella degli altri.\r\nEcco Baritono che cerca di recuperare l’automezzo del suo distaccamento; Baroni è ora completamente allo scoperto e lo protegge, ma una raffica colpisce in pieno Baritono; Baroni continua a sparare, poi, d’un tratto, tutto tace; la sua arma non canta più; Baroni è morto; si è accasciato sulla sua arma; è caduto da eroe.” (Fabbri).\r\n\r\nIlio Baroni (1902-1945), nome di battaglia “il Moro”, era un anarchico di Massa Marittima (Gr) che come tanti era giunto a Torino per trovare lavoro come operaio alla Fiat Ferriere. Diviene subito un personaggio di spicco negli ambienti sovversivi e antifascisti ed organizza attorno a sé un nutrito gruppo di compagni. 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Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. 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Sei rinchiuso, perseguitato, discriminato perché sei ebreo, rom, asociale, omosessuale, oppositore politico.\r\nSei escluso dai diritti umani, perché non sei davvero umano, sei inferiore e, quindi, pericoloso.\r\nDal 1988 sono 18.244 gli immigrati morti nel tentativo di attraversare la frontiera con la fortezza Europa.\r\nUna lunga strage, non diversa da quelle delle truppe coloniali di Mussolini in Libia e nel Corno d’Africa.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nChi ce la fa ad arrivare trova lavoro nero, salari infimi, paura, discriminazione, leggi razziste.\r\nChi viene pescato senza documenti sale gratis sulla macchina delle espulsioni: reclusione amministrativa sino a diciotto mesi e poi il ritorno con comodo volo di linea. A testa china e in silenzio. Se parli, se gridi che non vuoi andare via, se ti agiti per suscitare l’attenzione ti stringono i polsi con le fascette da elettricista, che fermano il sangue, incidono le carni e ti impacchettano la bocca con lo scotch. Perché questa pratica venisse alla luce c’è voluto un passeggero con un briciolo di umanità, mentre gli altri restavano in silenzio, infastiditi dall’indignazione di quell’unico che non riusciva a tollerare l’intollerabile.\r\nIn questo silenzio complice si annida il fascismo.\r\n\r\nIl \u003Cmark>processo\u003C/mark> di disumanizzazione dell’immigrato, rinchiuso nella gabbia semantica della clandestinità, che lo rende sospetto, probabilmente delinquente, sicuramente pericoloso, equiparabile ad una bestia feroce è parte integrante nella costruzione del consenso alle pratiche più indecenti.\r\nL’immigrato cui serrano le labbra a forza è come il cane cui viene imposta la museruola, come la tigre rinchiusa in gabbia, come il serpente cui viene tolto il veleno.\r\nMuseruole, gabbie, psicofarmaci narrano la bestialità di chi li usa.\r\nUna bestialità pervasiva, che rischia di farsi lessico comune, aberrante normalità, giudiziosa condotta. Un anestetico morale, un alibi collettivo.\r\nAnche questo è fascismo.\r\n\r\nStiamo scivolando in un baratro: occorre fare barriera contro la barbarie che avanza, con l’azione diretta, senza deleghe, in prima persona.\r\nIn questo 25 aprile vogliamo ricordare le ragioni di tanti di quelli che combatterono e morirono, le ragioni di chi combatteva il fascismo perché portava in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale, dove l’uguaglianza reale si accompagnasse al rispetto ed alla salvaguardia delle differenze.\r\nQueste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.\r\nSpetta a noi raccoglierle e farne una bandiera.\r\nSpetta a noi riprendere il cammino dei nostri padri e dei nostri nonni. Spetta a noi conquistare un nuovo aprile.\r\nA Torino la Resistenza continua, ogni giorno.",[362],{"field":99,"matched_tokens":363,"snippet":359,"value":360},[89],{"best_field_score":277,"best_field_weight":189,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":310,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":348,"first_q":71,"per_page":313,"q":71},["Reactive",368],{},["Set"],["ShallowReactive",371],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fliL6VbthDgtTLWUE32rrG4cAs3HMrTjJldT7Cwx6mcY":-1},true,"/search?query=processo+agli+antifascisti"]