","Genere, conflitto e potere","post",1520618542,[60,61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/conflitto-siriano/","http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/ong/","http://radioblackout.org/tag/potere/","http://radioblackout.org/tag/unhcr/","http://radioblackout.org/tag/unicef/",[68,29,23,15,21,17,19],"conflitto",{"tags":70},[71,73,75,77,79,81,83],{"matched_tokens":72,"snippet":68},[],{"matched_tokens":74,"snippet":29},[],{"matched_tokens":76,"snippet":23},[],{"matched_tokens":78,"snippet":15},[],{"matched_tokens":80,"snippet":21},[],{"matched_tokens":82,"snippet":17},[],{"matched_tokens":84,"snippet":85},[19],"\u003Cmark>unicef\u003C/mark>",[87],{"field":34,"indices":88,"matched_tokens":90,"snippets":92},[89],6,[91],[19],[85],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":97,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":99,"highlight":119,"highlights":125,"text_match":129,"text_match_info":130},{"cat_link":100,"category":101,"comment_count":46,"id":102,"is_sticky":46,"permalink":103,"post_author":49,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":52,"post_id":102,"post_modified":106,"post_thumbnail":107,"post_thumbnail_html":108,"post_title":109,"post_type":57,"sort_by_date":110,"tag_links":111,"tags":117},[43],[45],"81553","http://radioblackout.org/2023/04/golpe-in-sudan-scenari-di-guerra-e-le-sporche-alleanze-dellitalia/","[caption id=\"attachment_81555\" align=\"alignleft\" width=\"600\"] Smoke billows above residential buildings in Khartoum on April 16, 2023.[/caption]\r\n\r\nFuribonda battaglia in Sudan tra i paramilitari di Rapid Support Forces (RSF), cioè gli ex janjaweed, e i soldati dell’esercito regolare. E’ un braccio di ferro per la conquista del potere.\r\nLe tensioni tra Abdel Fattah al-Burhan, presidente del Consiglio sovrano e il suo vice, Mohamed Hamdan Dagalo – Hemetti -, nonché leader di RSF, erano palpabili da tempo per divergenze sul calendario dell’integrazione nell’esercito regolare dei miliziani delle RSF, che probabilmente non vogliono per nulla essere integrati.\r\nI combattimenti scoppiati sabato tra le unità dell’esercito fedeli al presidente e l’RSF di Hemetti, sono i primi di questo tipo da quando i due si erano alleati per spodestare Omar Hassan al-Bashir nel 2019.\r\nVale la pena ricordare che entrambi avevano fatto parte dell’entourage di al Bashir, che hanno deposto per evitare di essere travolti dalla protesta popolare assieme a lui.\r\nDagalo, un tagliagole di provincia, distintosi per la ferocia delle sue truppe contro le popolazioni africane del Darfur, che uccidevano gli uomini, stupravano le donne e rapivano i bambini nei villaggi in cui entravano, ha acquisito enormi poteri e ricchezze.\r\nSecondo i media di casa nostra si tratterebbe di un golpe filorusso, vista la presenza nel paese di truppe mercenarie della Wagner legate al vicepresidente.\r\nIn realtà il quadro è molto più complesso, in un sistema di alleanze variabili su scala planetaria, dove ciascuno gioca in proprio e cambia spesso di fronte.\r\nIl governo del generale Al Burhan è sostenuto da gruppi e potenze che normalmente hanno altri schieramenti: dagli islamisti locali, dall’Egitto (che a casa propria combatte e perseguita gli islamisti), dagli Stati Uniti (che hanno combattuto gli islamisti in Afganistan ma si schierano con Burhan in Sudan), dalla Cina (che perseguita gli islamisti uiguri a casa propria) e dagli iraniani. Dagalo è sostenuto da alcune grosse grosse compagnie minerarie anche straniere, dai russi della Wagner, dall’Arabia saudita e dagli Emirati arabi uniti. Burhan e Dagalo sono entrambi alleati dell’Arabia saudita nella guerra in Yemen.\r\nIl quadro non è affatto lineare, perché in ballo ci sono interessi economici e di potenza non sempre facili da decifrare.\r\n\r\nI sette milioni di abitanti di Khartoum sono allo stremo, barricati in casa per il timore di essere bersaglio di pallottole vaganti. Molti sono sfollati o profughi, scappati da guerre o contrasti interni. Avevano sperato di aver finalmente trovato pace e sicurezza, di non dover rivivere tali momenti di angoscia.\r\nLa metropoli è sull’orlo di una catastrofe umanitaria: il suo già fragile sistema sanitario è vicino al collasso, mancano acqua e corrente ed è sempre più difficile reperire cibo e beni di prima necessità.\r\nAnche in altre parti del paese si combatte. A Niyala, nel Sud-Darfur, sono morti almeno 22 civili dall’inizio del conflitto. Tra domenica e lunedì sono stati saccheggiati gli uffici dei ministeri delle Finanze, degli Affari locali, dell’Istruzione e delle Dogane. Razziati anche gli uffici di UNICEF e di altre organizzazioni internazionali.\r\nEntrambe le fazioni hanno affermato oggi di aver guadagnato terreno, entrambi sostengono di avere il controllo del palazzo presidenziale, di radio e TV.\r\nTruppe in appoggio a Dagalo sono arrivate dal Ciad e dalla Libia\r\n\r\nIn Sudan ci sono, anche se la loro presenza è sempre stata minimizzata, anche truppe straniere. Avieri egiziani al confine con l’Egitto ma non solo.\r\nVa ricordato che ai miliziani janjaweed di Dagalo è stato affidato anche il compito del controllo delle frontiere, dell’immigrazione “illegale” e del traffico di esseri umani. L’Unione Europea si è impegnata a sostenere finanziariamente questo incarico e l’Italia invece ha varato un programma nascosto di addestramento dei tagliagole, inviando nel 2022 una missione segreta a Khartoum.\r\nIl 12 gennaio di quell’anno uno dei dirigenti del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), agenzia che dipende dalla presidenza del consiglio, il colonnello Antonio Colella, con quattro uomini fidatissimi e una donna apparentemente rappresentante di una NGO, ha incontrato il capo dei filibustieri, il generale Mohamed Hamdan Dagalo.\r\nIl loro compito è quello di impedire il passaggio dei migranti, usando i metodi già sperimentati in Darfur, con più soldi, materiale logistico e sostegno politico. La vicenda è divenuta di pubblico dominio quando è stata raccontata da Africa ExPress, che l’ha appresa grazie ai propri contatti nell’area di El Obeid, 400 chilometri a sud della capitale. All’interrogazione parlamentare del pentastellato Airola il governo non ha mai dato alcuna risposta.\r\nI militari di Dagalo venivano addestrati ad El Obeid e a Khartum, ma anche in Italia. É possibile che alcuni di loro siano ancora nel nostro paese.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Alberizzi di Africa ExPress\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-18-alberizzi-sudan.mp3\"][/audio]","18 Aprile 2023","2023-04-18 15:30:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/230416-khartoum-al-0918-121b3c-e1681767617227-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/230416-khartoum-al-0918-121b3c-e1681767617227-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/230416-khartoum-al-0918-121b3c-e1681767617227-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/230416-khartoum-al-0918-121b3c-e1681767617227.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Golpe in Sudan. 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Una manifestazione culturale parecchio fuori dall'ordinario, infatti si svolgerà per la seconda volta, al presidio del collettivo di lavoratori ex GKN, forse nel contesto migliore possibile per parlare di queste tematiche. La rassegna piena di spettacoli teatrali, presentazione di libri e dibattiti, andrà a toccare il tema della narrativa prodotta dalla classe lavoratrice stessa (o da ambienti limitrofi per così dire) , andando a pescare dalla tradizione letteraria di diversi paesi, oltre all'Italia, Regno Unito e Svezia. Il tutto, come dicevamo, si svolge nella cornice repressiva contro i lavoratori in lotta, che proprio la notte prima in cui è stata realizzata questa intervista, hanno dovuto affrontare l'intrusione di qualcuno nel presidio che ha tentato di tolto l'allaccio elettrico allo stabilimento, un attacco anticipato da alcuni precedenti con la proprietà, avvenuti il mese scorso. Il 4 Aprile si svolgerà una conferenza stampa di presentazione alle 11:30 presso la stazione di Santa Maria Novella e anche un momento di anteprima del festival alle 20 presso il Teatro Dante, sempre a Firenze. Mentre il festival si svolgerà a Campi Bisenzio in Via Fratelli Cervi 1 il 5,6 e 7 Aprile, qui il programma completo \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_02_04_Alberto-Prunetti-presenta-il-festival-di-letteratura-working-class.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di Delio Fantasia ex operaio Stellantis a Cassino sul presidio che si terrà sabato 6 aprile 24 a partire dalle 10.30 in piazza Diamare a Cassino indetto dalla FLMU CUB. Lo smantellamento degli insediamenti produttivi dell'area industriale di Cassino sta producendo migliaia di licenziamenti: nel solo reparto automobilistico tra Stellantis e indotto siamo arrivati già oltre i 15oo posti. Come gli effetti sono concatenati al territorio e legati allo smantellamento della ex FIAT sono gli argomenti che si porteranno in piazza con l'obbiettivo di organizzare un' adeguata risposta operaia.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_02_04_Delio-ex-operaio-Stellantis-su-futuro-stabilimenti-e-lancio-assemblea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Anna Vitiello licenziata dalla scuola perché malata. Con il suo aiuto abbiamo analizzato la situazione inaccettabile frutto di\r\nun'inefficienza, di una disumanità e di una burocrazia cieca di fronte ad un caso di questa gravità. 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