Seguendo la cometa dell’inceneritore
Scritto dainfosu 2 Agosto 2013
Le tre Stalingrado d’Italia si sono trovate il 31 luglio a Torino a discutere e confrontarsi per rendere efficace la lotta agli inceneritori. Firenze, Parma e torino sono quelle più minacciate dalla concezione di rifiuto come problema da nascondere, bruciare, distruggere… e riempire le tasche delle lobbies degli amici dei potenti come Iren che gestisce il problema a Parma o a Torino, costando tantissimo alla comunità e in più inquinandola con 420 000 tonnellate all’anno di emissioni (e qualora mancassero si dovranno addirittura comprare rifiuti da smaltire, perché l’impianto non può mai smettere di inquinare). Mentre al di fuori di un discorso economicistico e invece ambientalista, sarebbe preferibile collocare i rifiuti in una spirale positiva che li consideri una risorsa.
In fondo anche una direttiva europea recita che entro il 2020 tutto ciò che può essere recuperato non può venire incenerito e il Movimento lavora proprio in questa direzione. Oltretutto la cementificazione ha ridotto molto la quantità di terreni adibibili a discarica
Si sta anche pensando a una sorta di rifiuto del pagamento della quota in bolletta che ripagherebbe l’inceneritore: potrebbe causare seri ammanchi per l’Iren, mostro che incenerisce miliardi con tecnologie vecchie, vessando i cittadini e drenando incentivazioni statali (per Torino sono 8 milioni l’anno) senza le quali non potrebbero esistere, perché la cosa più sacra è l’utile d’impresa di chi ha comprato l’80 per cento delle quote privatizzate dal comune. Decine e decine di consorzi di compostaggio sono in pauroso deficit (Druento e Volvera, per fare due nomi di cittadine alle porte di Torino brutalizzate), a seguito della gestione monopolistica e incapace ultraventennale del Pd. Lpo scandalo è che Torino sia fuorilegge perché è solo al 42 per cento della raccolta differenziata, anziché il 65 per cento fissato per legge, una carenza perseguita e voluta proprio per legittimare i lauti guadagni dell’Ire con l’inceneritore, a cui si aggiungeranno le pene pecuniarie previste per non aver conseguito il risultato nella raccolta differenziata. La tariffa tares per i cittadini di Torino sarà per questo raddoppiata il prossimo anno (Iren ha 3 miliardi di debiti).
Ne abbiamo parlato con Claudio Cavallari, portavoce del Comitato Inceneritori Zero di Torino