Oggi in studio abbiamo ospitato
Alfredo Davanzo,
finalmente in libertà dopo
la lunga detenzione seguita
agli arresti del 12 febbraio
2007, nell'ambito della
cosiddetta operazione Tramonto.
Con lui si è parlato di
"terrorismo", di carcere, e di prospettive rivoluzionarie.
alfredo
Di seguito la lettera di Alfredo in seguito alla
sua scarcerazione
"Sono uscito dal carcere di Siano il venerdì 23 maggio.
Dopo 7 anni e 3 mesi, con 21 mesi di liberazione
anticipata sui 9 anni di condanna.
Nonostante il "rivendicato carattere eversivo
dell'organizzazione, finalizzato al rovesciamento
dell'ordine costituito..", non si sono riscontrati rilievi
disciplinari significativi nel corso della
detenzione, ciò che dà diritto allo sconto di pena.
Un forte abbraccio a tutte/i. Anche se a distanza,
in questi anni abbiamo sempre sentito la
presenza della solidarietà di classe; i tanti rapporti
cosi intrattenuti ed i momenti comuni di
lotta politica sostenuti fra carcere e tribunali
sono stati importanti nel mantenere la nostra
internità al movimento di classe. Certo, questa internità
è nella nostra stessa esistenza in quanto componente della
tendenza rivoluzionaria, in continuità e sviluppo del ciclo
di lotta precedente. Ma questo si deve continuamente
verificare e riproporre nella vivacità di una
dialettica concreta, di un confronto reciproco ed il
più ampio possibile.
Le situazioni, la realtà, sono in continua trasformazione,
e così il movimento di classe.
Per esempio, in questi anni abbiamo assistito alla nascita
o allo sviluppo di movimenti diversi (rispetto a quelli
storici, come quello operaio e a quello antagonista
degli anni settanta, da cui noi proveniamo ).
Abbiamo assistito ad un'evoluzione qualitativa nei rapporti
di confronto/scontro fra questi e lo Stato, fra questi
ed il sistema economico, e fra essi stessi e la classe nel
suo insieme.
Così la questione della repressione è diventata inerente
ad ogni fronte di lotta.
Non riguarda più solo i settori militanti, ma investe
massicciamente le resistenze di massa.
E questo fondamentalmente perchè il sistema capitalistico
si è ormai imballato in questa crisi storica : non sa,
non vuole, non può trovare soluzioni "socio-eco-sostenibili ".
Le sue leggi di funzionamento lo guidano ciecamente:
i suoi caratteri avidi, predatori, oppressori, guerrafondai
sono decuplicati.
Rovesciando il senso delle parole, il più feroce terrorismo
mai esistito, quello degli Stati imperialisti ( quello di
Hiroshima, Auschwitz, del napalm e dei droni...), accusa di
terrorismo chiunque gli resista.
Purtroppo si tratta di cogliere il carattere non più
eccezionalee transitorio, bensì stabile e duraturo
di questa involuzione terroristica e militaristica
del sistema.
Involuzione terribile sì, ma anche prova della sua
fragilità strategica, perchè mai nella Storia si sono
risolti i problemi economico-sociali solo e prevalentemente
con la forza bruta.
E fragilità che stà proprio nel suo cuore economico,
trasformatosi in un mostruoso bubbone finanziario-parassitario,
distruttivo per il "99%" della società.
Cogliere quindi i termini attuali dello scontro di classe,
la misura delle contraddizioni e dell'intreccio inestricabile
tra sfruttamento economico-sociale e repressione
terroristica dello Stato.
E' quanto il movimento di classe sta ormai degnamente facendo,
rivendicando e difendendo i propri compagni/e
incarcerati/e.
Mentre questi/e imparano ad affrontare il carcere come una
delle realtà della lotta, con coraggio e determinazione
politica.
Così come da molti anni, talvolta da tre decenni, lo
affrontano i/le militanti delle Organizzazioni
Rivoluzionarie.
Lottare, resistere, sviluppare al massimo le reti solidali,
anche come embrioni di nuova società.
E su questa base, con nuove forze, aprire la strada alla
futura Rivoluzione.
DAVANZO ALFREDO
militante per il PCP-M
Torino giugno 2014