Terra del fuoco e Babel non pagano i dipendenti che lavorano nell’accoglienza profughi

Scritto dasu 16 Settembre 2015

I dipendenti di Terra del Fuoco e della cooperativa Babel, che della prima è una costola, non ricevono lo stipendio da 3 mesi. Si tratta di lavoratori impegnati nella costruzione e accompagnamento di progetti di accoglienza per profughi richiedenti asilo. E per questo hanno incrociato le braccia lunedì 14 settembre. Alllo sciopero hanno partecipato quasi tutti i 15 lavoratori (iscritti al Cub Sanità), con l’eccezione dei pochi soci dipendenti della cooperativa e dell’associazione, più legati ai destini economico-politici di questa. Terra del Fuoco ha infatti un non indifferente addentellato politico in Sala Rossa (consiglio municipale di Torino) nella persona di Michele Curto (Sel).

La vicenda porta alla luce le tante contraddizioni del lavoro nel mondo delle cooperative, dove allo sfruttamento legato ad alta intensità di lavoro e basso costo della mano d’opera, corrisponde un non indifferente coinvolgimento personale e affettivo in un lavoro sotanzialmente ascrivibile al servizio e cura della persona. Puntualmente i lavoratori hanno posto l’attenzione non solo al mancato salario ma anche alle condizioni di lavoro, come scrivono nel loro comunicato: “la discontinua erogazione dei fondi necessari per le attività di sostegno, formazione, inserimento sociale e lavorativo dei profughi, come sarebbe previsto dai bandi, svilisce l’efficacia delle attività di accoglienza”.

I datori di lavoro si trincerano dietro i ritardi di pagamento di cui sarebbe responsabile la Prefettura di Torino (elargitrice degli appalti di assistenza) e assicurano che i ritardi nel pagamento sono “solo” di 15 giorni. Di tutt’altro avviso i lavoratori che puntano il dito anche sulla mancata corrispondenza dei rimborsi delle spese vive anticipate da lavoratori e lavoratrici per poter svolgere il proprio lavoro, le spese vive relative al trasporto (molti dei dipendenti devono muoversi verso la Val di Lanzo).

La vicenda non sembra risolversi in maniera rapida e per questo i lavoratori hanno indetto un’assemblea pubblica per il prossimo martedì alle 20.30 alla Callerizza occupata.

Ascolta l’intervista con Alex, dipendente di Terra del Fuoco

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