Il preside padrone e la pesca degli insegnanti
Scritto dainfosu 19 Luglio 2016
Dopo un tentativo di mediazione con CGIL CISL SNALS UIL che sembrava aver portato ad un’applicazione “leggera” e concertata, anche se in realtà comunque discrezionale e inaccettabile, della “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici, il governo ha deciso di accontentare la lobby dei dirigenti scolastici che è, peraltro, l’asse portante della “buona scuola” disegnata dalla Legge 107.
Un riprova del fatto che un politica sindacale di cedimenti e concessioni alla controparte non conquista nemmeno i sin troppo limitati obiettivi che si propone.
Di conseguenza ha imposto, nei fatti, una chiamata diretta a discrezione dei dirigenti che, intrecciandosi con la possibilità di elargire, mediante il bonus docenti, quote di salari, determina un forte aumento del loro potere.
Un’apparente formalizzazione dei criteri per la scelta del personale che, nella realtà, lascia mano libera ai dirigenti scolastici.
Proviamo a ricostruire quanto sta avvenendo:
1. Il Miur ha definito un elenco dei titoli valutabili, oltre quaranta, in gran parte molto vaghi e tali da permettere la massima discrezionalità, volti a premiare gli insegnanti già inseriti negli staff dei dirigenti;
2. I docenti interessati, per ora solo una parte dei neoassunti ma si tratta solo dell’inizio del processo che colpirà alla fine tutti i docenti, dovranno preparare un curriculum nel quale vengono riportate tutte le informazioni che li rendono “interessanti” al capo;
3. Per ciascun posto messo a disposizione il Dirigente Scolastico dovrà indicare quattro requisiti, fra quelli individuati nell’elenco, in relazione al Piano Triennale Offerta Formativa.
Si dirà che siamo cattivi d’animo, ma ci sembra evidente che mediante il semplice sistema di individuare fra i titoli previsti quelli che caratterizzano il docente che interessa reclutare, sarà assolutamente possibile, nella stragrande maggioranza dei casi, “selezionare” chi si desidera assumere.
Ne consegue che:
1. si accentuerà la frantumazione del sistema scolastico con ogni istituto, in realtà ogni dirigente, che avrà modo di selezionarsi il personale, con le scuole più appetite che sceglieranno fior da fiore e quelle con maggiori difficoltà che si vedranno assegnato il personale “scartato” dalle precedenti alla faccia del carattere unitario del sistema scolastico e del ruolo di contrasto alla diseguaglianza sociale che la scuola pubblica dovrebbe avere;
2. si sosterrà l’attuale indecente mercato di corsi e titoli
Ne abbiamo parlato con Cosimo della Cub scuola, che ha sottolineato la scarsa reattività dei lavoratori della scuola contro la svolta autoritaria imposta dal governo.
Ascolta la diretta: