Val Susa. Il fuoco sulla montagna
Scritto dainfosu 24 Ottobre 2017
Da tre giorni il fuoco sta devastando la montagna in Val Susa. Tre mesi di siccità e il forte vento hanno reso molto difficile il lavoro dei vigili del fuoco e dei vigili volontari che stanno lottando duramente contro il fuoco che divora la montagna, minaccia le frazioni alte, distrugge migliaia di ettari di bosco. L’incendio è divampato in più punti. Molto probabile che sia di origine dolosa. Chi ha agito ha saputo cogliere il momento più favorevole.
Ma non si è trattato di una casuale congiunzione astrale. I cambiamenti climatici, la desertificazione, la siccità hanno origine nelle attività umane, nella corsa forsennata al profitto. Costi quel che costi. Anche la vita, anche la salute, anche il nostro stesso futuro.
Mentre in Val Susa il vento alimentava i focolai, estendendo prima ad est, poi ad ovest e verso l’alto il fronte del fuoco, la sindaca Appendino dava il via alle auto diesel 1, 2, 3, 4 e 5 bloccate per tentare di mettere una pezza alla cappa di smog che rendeva irrespirabile l’aria su tutta la città. Un po’ di vento e lo smog si è spostato. La miopia dei politici mossi dall’emergenza e privi di concreta visione prospettica è evidente. Le polveri sottili ora sono sopra altre città ed avvelenano la salute altrove. Se e quando pioverà le polveri ricadranno sul terreno ma non spariranno, verranno assorbite nel suolo, inquineranno la falda, finiranno nell’insalata che mangeremo.
Un circolo vizioso. Un circolo che solo una radicale inversione di tendenza può spezzare.
Con Luca Giunti, guarda parco, naturalista e No Tav, impegnato in prima linea sulla montagna, abbiamo parlato di clima, modello di “sviluppo”, tutela del territorio, impiego delle risorse.
Quanti Canadair potrebbero essere acquistati con i soldi di un solo Eurofighter?
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