Sciopero per volare più alto
Scritto dainfosu 15 Dicembre 2017
Dopo il referendum di aprile, quando i lavoratori, stufi di minacce, ricatti e scelte inconsistenti o palesemente mosse da interessi inconfessabili, spezzatini di un’azienda già più volte ripagata e che adesso avrebbe numeri, personale, slot, aeromobili per costituire una effettiva concorrenza, ma proprio per questo va affossata, cancellando know-how, potenzialità, controlli su rotte fondamentali per attirare passeggeri, vettori, turismo attraverso hub da potenziare e non da dismettere, passaggi da utilizzare nazionalizzando quello che i cittadini hanno ripagato già più volte a tutti i governi e ai loro differenti boiardi… invece Calenda, Del Rio e soci cercano di regalare a Lufthansa il medio e largo raggio (seguendo le direttive di De Palacio), per lasciare ai low cost la prelibata fetta del corto raggio, consentendo il monopolio a Aziende pirata, senza scrupoli, prive di controllo per il loro endemico rifiuto di confronto con i lavoratori, dedite allo sfruttamento indiscriminato e spietate nei rapporti.
Oggi si è arrivati a uno scontro talmente a muso duro con il blocco del traffico aereo che ha mosso la inguardabile Ryan Air a inviare lettere minatorie prima, per poi cercare di dividere categorie, riconoscendo solo quelle più dotate di possibilità di contrattazione proprio durante lo sciopero. La manovra è riuscita, ma noi abbiamo parlato prima con Antonio Amoroso, responsabile Cub per il comparto che ci ha fatto un quadro di cosa è avvenuto negli ultimi sei mesi, a partire dal fatto che tutti – politici e operatori, informazione e sindacalisti concertativi – conoscevano perfettamente le condizioni di lavoro e di rapporti in Ryan Air, che può fare concorrenza spietata pagando le sue tasse in Iralanda; e forse le maestranze sono proprio un po’ stufe dei modi e delle paghe, della condizione di lavoro e della remunerazione.
Eccole considerazioni appassionate di Amoroso poco prima del presidio odierno alle 10 davanti alla Regione Lazio: