Repressione. Chiesti 300 anni di reclusione per 63 anarchici

Scritto dasu 11 Febbraio 2020

Bolzano. Il Pubblico Ministero ha chiesto 300 anni di reclusione per i 63 anarchici accusati di devastazione e saccheggio per la manifestazione del 7 maggio 2016 contro il muro anti-migranti che il governo austriaco aveva intenzione di costruire al confine con l’Italia.

Questo è uno dei due tronconi dei procedimenti avviati dalla Procura bolzanina a carico di circa 130 anarchici ed anarchiche.
Le richieste vanno da un anno e qualche mese ad un massimo di dieci anni a testa. Seguiranno ora altre udienze, riservate alla difesa ed alle repliche, prima di giungere alla sentenza nelle prossime settimane. Per l’occasione la procura ha pensato di rispolverare il reato collettivo di “devastazione e saccheggio”, nonostante i danni valutati a seguito del corteo ammontino a circa ottomila euro, ben pochi per una fattispecie di reato pensato per eventi bellici quali il sacco di una città a opera di un esercito. Nessun privato danneggiato, nemmeno le ferrovie, si sono costituite parte civile. In compenso il Ministero dell’Interno e alcuni poliziotti che avrebbero riportato lesioni si sono affrettati a costituirsi come parte civili per chiedere risarcimenti pecuniari.

Una nuova operazione repressiva, tesa a colpire i movimenti di opposizione sociale e chi attivamente contrasta le politiche razziste dei governi.

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