Venti di Pax Americana sul medio oriente

Scritto dasu 17 Settembre 2020

Nella giornata di ieri è stato siglato l’accordo tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrain, ovviamente all’ombra della Casa Bianca e con l’autografo di  the Donald a suggellare il Piano di Pace Trump.

Con Chiara Cruciati (nenanews, ilmanifesto) abbiamo provato ad approfondire gli aspetti che si celano dietro “l’accordo di Abramo”, a partire da chi ne viene esluso ovvero in particolar modo Palestina e Iran.

Per la prima la risoluzione annulla completamente ogni speranza di liberazione dall’occupazione di Israele ponendo la pietra tombale sugli accordi di Oslo del 1993, e infatti dalla striscia di Gaza è immediatamente partito un lancio di missili verso Ashdod, il Negev occidentale e la città di Sderot. La risposta di Israele non si è fatta attendere e l’esercito della Stella di David ha bombardato stamattina diversi siti palestinesi colpendo “10 obiettivi terroristici di Hamas a Gaza”. Hamas e Hezbollah hanno seguito da vicino i preparativi all’accordo e nelle ultime settimane hanno rinforzato i legami contro l’occupazione israeliana.
Eloquenti le parole di Netanyahu “vogliono far retrocedere la pace, ma non ci riusciranno. Noi colpiremo chiunque tenti di colpirci, ma porgiamo una mano di pace a quanti vogliono la pace con noi”. Una pace che per i palestinesi non è mai stata così lontana.

Dal lato iraniano invece la guerra economica portata avanti dal governo Trump sembra destinata a inasprirsi e l’accordo siglato ieri potrebbe portare altri stati ad abbandonare Hassan Rouhani siglandone il definitivo isolamento. Israele potrebbe infatti aprire nuovi scenari economici ampliando i rapporti commerciali con gli stati arabi, da sempre attratti dalla tecnologia israeliana, oltre che gli investimenti nel settore del turismo, principalmente attraverso la Moschea di al-Aqṣa, nella Spianata delle Moschee.

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