Decreti sicurezza. Qualche ritocco al solito quadro
Scritto dainfosu 7 Ottobre 2020
Il Consiglio dei Ministri ha trovato l’accordo per la modifica delle leggi volute dall’ex ministro dell’interno Salvini in materia di immigrazione. Le misure contro le ONG vengono attenuate, sebbene resti il carcere per chi soccorre in mare senza il nulla osta della guardia costiera.
Verrà reintrodotta la protezione umanitaria e l’accoglienza diffusa nel sistema SPRAR.
Le pressioni di ampi settori cattolici hanno spinto il governo modificare una piccola parte delle normative sull’immigrazione. La chiesa ha un’ampia parte nel business dell’accoglienza. Quindi al di là delle ragioni ideali hanno certo pesato questioni molto più pratiche.
Non sono invece state toccate le misure conto i movimenti sociali. Misure pensate per rendere sempre più difficile esprimere il proprio dissenso e lottare concretamente contro un sistema politico e sociale ingiusto e violento.
Non sono state recepite neppure le timide raccomandazioni di Mattarella sull’assoluzione per reati di lieve entità.
Nei decreti Salvini era stato introdotto il principio che gli stessi reati, se commessi durante manifestazioni, dovessero essere colpiti con maggiore durezza.
La reintroduzione del reato di blocco stradale, punito con pene da due a sei anni, l’aumento delle pene per resistenza, occupazione, lancio di oggetti, utilizzo di fuochi d’artificio e fumogeni sono solo alcuni dei tasselli di un mosaico repressivo durissimo. Persino proteggersi con maschere antigas è stato criminalizzato.
Quello che Salvini (e prima di lui Minniti) aveva scritto è stato controfirmato dal governo giallorosa.
Ne abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato in prima fila sul fronte dell’immigrazione.
Ascolta la diretta:
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