San Patrignano. Un lager in Romagna
Scritto dainfosu 19 Gennaio 2021
La comunità per il “recupero” dei tossicodipendenti fondata da Vincenzo Muccioli rappresenta, specie nell’epoca d’oro del suo fondatore/padre/padrone/santone, un modello di reclusione extragiudiziale che possiamo collocare nell’intersezione tra un lager e un manicomio criminale.
Le violenze fisiche, l’imposizione di regole di comportamento autoritarie ed infantilizzanti, le durissime punizioni fisiche imposte ai reclusi, l’obbedienza assoluta, miravano a piegare i ribelli e ad obbligarli a rinunciare alla pretesa di mantenere un margine di autonomia dall’istituzione totale della quale erano prigionieri.
San Patrignano, anche quando le violenze, la reclusione in piccionaie e porcilaie, il lavoro coatto non retribuito, le catene, gli omicidi, divennero di pubblico dominio, ha continuato ad essere protetta dai suoi padrini politici.
Oggi questa comunità/prigione, che purtroppo esiste ancora ed è gestita come impresa di famiglia dai figli del fondatore, è tornata agli onori delle cronache, grazie ad un docu-film.
Ne abbiamo parlato con Roberto, attivista antiproibizionista.
Ascolta la diretta: